È noto che le attività sportive che coinvolgono stress meccanici e metabolici prolungati possono aumentare il rischio di disbiosi (sbilanciamento tra la microflora commensale e la microflora putrefattiva e patogena a livello intestinale) e delle conseguenti disfunzioni intestinali. Ad esserne soprattutto colpiti sono quegli individui che competono in gare di resistenza prolungata, come ad esempio i corridori ciclisti, i maratoneti e i triatleti. I problemi di nausea, spasmi intestinali, gonfiore intestinale e diarrea accusati spesso da questi atleti sarebbero correlati alla diversa distribuzione del flusso sanguigno che, dal tratto gastroenterico, si trasferisce maggiormente verso i muscoli scheletrici per sostenere lo stress metabolico, e verso la periferia, per garantire l’omeostasi termica. Inoltre si ipotizza che le corse prolungate, quali le maratone o le gare ciclistiche a tappe, possano incrementare la peristalsi intestinale, facilitando ancor più le disbiosi e le sintomatologie enteriche correlate. A questo bisogna aggiungere le possibili combinazioni e interazioni tra l’esercizio fisico estremo e le condizioni ambientali avverse (forti sbalzi termici, associazione di temperatura e umidità elevata, ecc.), e/o le modificazioni della dieta (1). Si fa notare come molti AA attribuiscono alle disbiosi intestinali un probabile riversamento di endotossine batteriche (LPS della parete cellulare dei batteri Gram-negativi) nel circolo ematico, che, anche a basse concentrazioni, stimolano le risposte infiammatorie e la febbre (2).
Nel complesso è possibile affermare che le citate condizioni dismicrobiche riducono – talvolta pregiudicano – il rendimento atletico e la performance. Indubbiamente la ricostituzione dell’equilibrio dell’ecosistema microbico intestinale, cioè di una più larga preponderanza di microrganismi ‘utili’ (commensali e probiotici) sui ‘dannosi’ (putrefattivi e patogeni), viene resa possibile da razionali interventi dietetici, che includono l’assunzione di ceppi batterici probiotici adeguatamente selezionati.
In particolare, tra i benefici più affermati e studiati vi sono quelli derivanti dal riequilibrio del microbiota intestinale ed infatti il Ministero della Salute, nelle sue ‘Linee guida sui probiotici e prebiotici’ (revisione maggio 2013), ammette come indicazione d’uso del probiotico ‘favorisce l’equilibrio della flora intestinale’.
Di conseguenza l’utilizzo di una miscela probiotica adeguatamente formulata potrebbe essere un valido mezzo per prevenire e contrastare le disbatteriosi intestinali in atleti impegnati in attività di endurance. In accordo con il Team Lampre-MERIDA (referente Dr Luca Pollastri), squadra ciclistica professionistica facente parte delle formazioni World Tour, abbiamo quindi stabilito un protocollo sperimentale per valutare l’efficacia, sia pure in via preliminare, della somministrazione di una miscela probiotica (MixSport) studiata appositamente dal Centro Sperimentale del Latte (CSL), prendendo come occasione la partecipazione del Team alla Vuelta Espana 2014.
Composizione e caratteristiche tecniche
MixSport è una miscela di ceppi di lattobacilli e di bifidobatteri liofilizzati, ed è stata appositamente studiata per prevenire e contrastare i dismicrobismi intestinali degli atleti sottoposti a un intenso sforzo fisico. La concentrazione cellulare complessiva è di 1,0 x 1011 UFC/g e i ceppi probiotici utilizzati sono i seguenti:
– Lactobacillus acidophilus LA1/K8
– Lactobacillus paracasei 101/37
– Bifidobacterium animalis subsp. lactis Bi1
– Bifidobacterium breve Bbr8
La miscela è stata formulata scegliendo i ceppi probiotici sulla base della capacità di colonizzare i diversi habitat intestinali umani e con il criterio della concentrazione elevata, necessaria per garantire la sopravvivenza di un sufficiente numero di cellule batteriche durante il transito nello stomaco e assicurare una sufficiente efficacia del prodotto. Tutti i ceppi probiotici prescelti sono naturali, sono di esclusiva proprietà di CSL e soddisfano i criteri di identificazione e di sicurezza stabiliti dalle Linee guida Minsal. Il prodotto si presenta in forma di polvere da assumere previa dispersione in mezzo acquoso.
La sperimentazione con ciclisti professionisti
La Vuelta Espana, accanto al Tour de France e al Giro d’Italia, è una delle più importanti corse a tappe di ciclismo su strada. Da un punto di vista fisiologico queste competizioni sono estremamente esigenti e, pertanto, rappresentano un buon modello per lo studio dell’adattamento o disadattamento dei soggetti coinvolti nel compiere queste tipologie di sforzo. La ricerca scientifica frequentemente si è dedicata allo studio di queste competizioni valutando elementi quali risposte ematologiche, parametri inerenti il metabolismo del ferro e delle ossa, markers del metabolismo di produzione di energia, livelli di ormone tiroideo, indici di funzionalità renale e biomarcatori di danno cardiaco. Tutti questi parametri risultano essere modificati nel corso di gare a tappe, mettendo in evidenza l’esigente domanda fisiologica estrema.
Come già sottolineato nell’introduzione, in tali contesti dove la ricerca della performance è spinta ai massimi livelli, anche il tratto gastrointestinale (GI) risulta essere un elemento chiave nei processi adattativi e di recupero agli stimoli imposti dalla competizione. Tra fattori che la letteratura riporta quali cause di alterazione della flora batterica intestinale, nel caso di atleti che partecipano a grandi corse a tappe, si includono a pieno titolo lo stress psichico e fisico (ricerca del risultato), l’utilizzo di antibiotici (talvolta necessari per prevenire o curare infezioni legate a traumi o affezioni che occorrono durante la competizione), l’alterazione della motilità gastrointestinale (dovuta anche, o soprattutto, alle molte ore trascorse in sella), la dieta (modificazioni alimentari durante le corse a tappe, ampio utilizzo di proteine, consumo di grandi volumi di liquidi e di gel zuccherati).
La sperimentazione ha coinvolto 9 corridori di cui 8 hanno terminato le 21 tappe e 1 atleta si è ritirato pochi giorni prima della conclusione.
Il trattamento, effettuato disperdendo la polvere in acqua o in latte, era di 2,0 x 1011 UFC/die ed era ripartito in due assunzioni, una al mattino e una alla sera. I corridori hanno iniziato ad assumere il probiotico 3 giorni prima dell’inizio della competizione e pertanto sono stati raccolti dati per un totale di 213 giornate di cui 52 out competition e 161 di gara.
Ai 9 atleti è stato proposto un questionario preliminare per valutare l’eventuale recente utilizzo di terapia antibiotica e la percezione soggettiva di disturbi gastro-intestinali durante la competizione.
Quotidianamente il personale medico del team ha monitorato i 9 corridori rispetto alla difficoltà degli stessi ad alimentarsi, alla sensazione di ‘gonfiore intestinale’, all’eventuale presenza di scariche diarroiche ed alla compliance all’assunzione del probiotico somministrato. Gli stessi medici hanno annotato ogni terapia utilizzata durante l’intera trasferta per acuzie dell’apparato digerente e respiratorio.
Intento della sperimentazione era quello di avere indicazioni preliminari riguardo alla possibilità di introduzione del probiotico nell’integrazione quotidiana del corridore in base a compliance ed effetti monitorati.
Risultati
Nella Tabella 1 abbiamo riportato i riscontri raccolti nel monitoraggio limitandoci alla terapia antibiotica pre-post gara, alle scariche diarroiche e alla manifestazione di gonfiore intestinale degli atleti pre- e durante la competizione.
E’ possibile evidenziare anzitutto che la terapia antibiotica precedente la Vuelta ha riguardato solo un atleta che ha effettuato un ciclo di amoxicillina + ac. clavulanico (1g x 3v. al giorno x 10 giorni nel mese antecedente la competizione). L’atleta ha avuto 2 episodi isolati di scariche diarroiche durante il quinto giorno di assunzione dei probiotici.
Solo due atleti (22%) hanno lamentato scariche diarroiche. In entrambi i casi la sintomatologia è stata limitata a 12h.
Riguardo al gonfiore intestinale solo due atleti hanno lamentato senso di ‘lieve tensione addominale’ in modo isolato un solo giorno. In entrambi i casi gli episodi si sono verificati solamente durante le prime 8 tappe della corsa spagnola.
Nessun atleta ha necessitato di terapia farmacologica per sintomatologia legata ad interessamento del tratto respiratorio.
Nessun atleta ha lamentato difficoltà nell’alimentarsi in corsa, evento da correlare alla buona funzionalità digestiva e quindi, probabilmente, al corretto equilibrio dell’ecosistema microbico intestinale.
Il personale sanitario al seguito del Team durante la gara si è detto soddisfatto dell’utilizzo di questo probiotico. Si è riferito inoltre di come, rispetto a quanto accade abitualmente durante i grandi giri, nel corso di questa Vuelta le problematiche gastro-intestinali siano state minime, come dimostrato dal quasi totale inutilizzo di farmaci specifici.
Solo un corridore ha mostrato scarsa compliance nell’assunzione dei probiotici senza però darne una giustificazione. Almeno 4 corridori, al contrario, hanno manifestato apprezzamento verso l’introduzione di questa integrazione.
L’unico corridore che prima della competizione ha riferito di soffrire ‘spesso’ di disturbi gastro-intestinali non ha lamentato nessun problema per l’intera durata della competizione.
Applicazioni e posologia
Pur avendo raccolto dei dati preliminari e non sufficienti per poter effettuare un’analisi statistica, lo studio riportato suggerisce che l’introduzione di MixSport nell’integrazione standard durante le grandi corse a tappe può essere la via ‘naturale’ efficace per ridurre l’incidenza delle affezioni gastro-intestinali e incoraggia a organizzare sperimentazioni più approfondite.
L’unico accorgimento da introdurre sembra essere la formulazione di un preparato che abbia un gusto gradevole. Questo infatti risulta essere ben tollerato quando disperso in latte o altra bevanda zuccherata, ma non quando disperso in acqua, evento che si verifica nella grande maggioranza dei casi. La posologia raccomandata è di 1g due volte al giorno (2 g/die), ovvero 2,0 x 1011 UFC/die.
Bibliografia
1 D.B. Pyne et al (2013)
Probiotics and immune response to exercise
Am. J. Lifestyle Med 7(1) 51-59
2 L.V. Thomas, T. Ockhuizen (2012)
New insights into the impact of the intestinal microbiota on health and disease: a symposium report
Br. J. Nutr 107 S1-S13.
Per informazioni
info@cslitalia.it
tel 02 906 961 – www.csl.it
Il Centro Sperimentale del Latte in a nutshell
Il Centro Sperimentale del Latte (CSL) è una società che dal 1948 isola, seleziona, produce e commercializza batteri lattici, lieviti e muffe soprattutto per i settori farmaceutico, nutraceutico, lattiero-caseario e agro-zootecnico. Dal 2013 il CSL fa parte del gruppo Clerici-Sacco, azienda tra i leader in Italia e nel mondo nella produzione di batteri lattici.