Cari Lettori, potrete obiettare che De rerum natura non è proprio una novità, in quanto l’opera in 6 libri, scritta dal poeta romano Lucrezio, fu pubblicata nel I secolo a.C. Già più di 2000 anni fa Lucrezio collegava le prospettive della condizione dell’uomo allo stato della Natura e della Terra, ai sistemi naturali e fisici da cui dipendeva l’esistenza umana stessa. E con 21 secoli di ritardo, come ricordato da Richard Horton nel suo editoriale su The Lancet del 18 gennaio, scienziati di tutto il mondo si stanno attivando per realizzare progetti che mantengano, oltre alla salute dell’uomo, anche quella del Pianeta. Ne avevo già accennato nel mio editoriale sul n°4 dello scorso anno (L’alimentazione nell’Antropocene: cibo salutare da fonti sostenibili) presentando le cinque strategie proposte dalla Commissione EAT-Lancet (tipo di alimentazione, produzione sostenibile, conservazione della biodiversità, riduzione degli scarti e sprechi alimentari).
Mi piace continuare il discorso, accennando brevemente (per ragioni di spazio) solo ad alcune delle principali iniziative tra le varie che sono nate in quest’ambito e che coinvolgono anche il settore degli integratori e alimenti funzionali. Ne ho selezionate due con sede in Italia, culla della dieta mediterranea e che ospita la popolazione più longeva d’Europa.
L’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), Istituto Italiano per la Salute dell’Uomo e del Pianeta (iiph.eu), è un istituto dal respiro internazionale che ha lo scopo di salvaguardare la salute dell’uomo attraverso una corretta alimentazione, mantenendo in buona salute anche il nostro Pianeta. L’Istituto nasce dalla collaborazione di due grandi istituzioni in campo scientifico: l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo. Si occuperà di promuovere la ricerca scientifica per: 1) identificare gli alimenti che hanno un impatto maggiore sulla salute e sulla longevità del singolo individuo e della popolazione; 2) valutare la relazione tra alimentazione e insorgenza o progressione di patologie (cardiovascolari, neurodegenerative, oncologiche); 3) valutare gli effetti della produzione alimentare sul cambiamento ambientale per ricercare sistemi alternativi e sostenibili, e contemporaneamente studiare l’impatto dell’inquinamento alimentare sulla salute dell’uomo; e infine, 4) mettere a punto attività di formazione e informazione che favoriscano stili di vita più sani e sostenibili.
E poi due progetti dei 33 vincitori della call Hub Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, il bando regionale che premia la capacità innovativa del territorio puntando sulla Ricerca e Innovazione d’avanguardia.
Uno è il progetto sPATIALS3, guidato dal Consiglio nazionale delle ricerche con la partecipazione di 12 Istituti, la partnership di 4 aziende del settore agroalimentare e packaging (FlaNat, Mirtilla Bio, Ecozinder, Corapack) e di 4 centri clinici.
sPATIALS3 mira al miglioramento delle produzioni agroalimentari e alla creazione di tecnologie innovative per un’alimentazione più Sana, Sicura e Sostenibile (le 3 S), grazie alla realizzazione di un Hub integrato e multidisciplinare.
L’altro è il progetto MiND FoodS Hub, nell’ambito del nuovo Centro di Ricerca Italiano sulle Scienze della Vita che sorgerà nell’area di Human Technopole (Expo 2015). Un concept innovativo a guida di Arexpo, con l’Università di Milano tra i partner, per l’eco-intensificazione delle produzioni agrarie e per la promozione di modelli alimentari per la salute e la longevità dell’uomo, attraverso l’individuazione, la produzione e la trasformazione sostenibile di prodotti vegetali e derivati con eccellente profilo nutrizionale e curandone anche la validazione funzionale.
Ed ecco allora la novità che volevo proporvi: da questo numero ci sarà una rubrica interamente dedicata all’innovazione e sostenibilità, proprio per dare maggiore evidenza a questi temi di grande attualità, che fa seguito a quanto avevamo già pubblicato gli altri anni in sezioni diverse (vi ricordo ad esempio gli articoli del n°6/2019 sul riutilizzo di due prodotti di scarto: le vinacce di uva Aglianico e le bacche esauste di mirto).
Su questo numero troverete, oltre alla rubrica in questione dedicata all’utilizzo degli scarti delle arance, una monografia sui derivati della Magnolia, che vede il contributo di ricercatori del neo-nato IIPH.
Invito quindi le aziende e i centri di ricerca a seguire l’esempio, e partecipare attivamente a questa rubrica, inviandomi articoli e comunicati per approfondire il tema sostenibilità e produzione alimentare e nutraceutica.