L’Integratore Nutrizionale n°2/2021

Focus: STRESS MANAGEMENT E SALUTE IMMUNITARIA

Il nuovo numero de L’Integratore Nutrizionale ha dato spazio a diversi e importanti contributi sia legati al focus che non, eccone una breve presentazione dei nostri ARTICOLI scientifici:

Un articolo, a cura dell’azienda Horphag Research, nel quale si presentano gli effetti benefici dell’estratto di quercia francese sulla gestione dello stress.

Estratto di legno di quercia francese
Effetti benefici nella gestione dello stress, recupero ed energia
Franziska Weichmann

Per centinaia di anni, i polifenoli presenti nel legno di quercia sono stati consumati insieme alle bevande conservate e invecchiate nelle botti di quercia. Le roburine sono esempi di questi polifenoli che appartengono alla classe degli ellagitannini e sono presenti solo nella quercia. L’estratto in acqua standardizzato di legno di quercia francese Quercus robur* è stato studiato esaminando 1172 soggetti in oltre 20 studi clinici pubblicati in letteratura. I risultati di questi studi sono in linea con gli effetti rilevati delle urolitine che indicano un’aumentata mitofagia (autofagia mitocondriale). Questo processo consiste nel rinnovamento dei vecchi mitocondri (le centrali energetiche del corpo), inefficienti dal punto di vista energetico, e la conseguente maggiore capacità energetica. Le urolitine A, B e C sono metaboliti contenuti nell’estratto di legno di quercia francese (French Oak Wood Extract, FOWE), prodotti nell’intestino della maggior parte degli individui a seguito della supplementazione di tale estratto. È stato rilevato che non solo i livelli, ma anche il numero di produttori di urolitina era aumentato dopo l’assunzione prolungata dell’estratto. È stato riscontrato che la supplementazione di FOWE aiutava gli individui affetti da stanchezza cronica o burnout a recuperare livelli di energia e attività più elevati. L’estratto ha dimostrato, inoltre, di essere in grado di migliorare condizioni caratterizzate da disturbo da stress post-traumatico. Negli esperimenti condotti sui metaboliti prelevati dagli individui dopo il consumo di tale estratto, è stata rilevata una maggiore produzione di ribosomi in diverse linee cellulari. Questo aumento di ribosomi nelle cellule accelera la produzione di peptidi per soddisfare la richiesta di proteine, rendendo il FOWE un possibile potenziatore della resistenza e delle prestazioni fisiche.

DemBiotech presenta un fitocomplesso titolato e standardizzato derivante dall’Echinacea purpurea, ottenuto con una tecnologia innovativa denominata CROP®.

Echinacea purpurea biotech: efficacia standardizzata
Fitocomplesso titolato dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
Elisa Barbieri, Sofia Bertoncello, Raffaella Rizzi

L’Echinacea purpurea è una pianta erbacea comunemente utilizzata negli integratori alimentari per aiutare le normali difese dell’organismo e le funzionalità delle prime vie respiratorie. Grazie a una tecnologia innovativa denominata CROP® (Controlled Release of Optimized Plants), è stato possibile produrre con la tecnica delle colture vegetali in vitro, a partire da un frammento di pianta di Echinacea purpurea, un fitocomplesso titolato e standardizzato. Questa tecnologia è in grado di assecondare la crescente domanda da parte del mercato di botanicals con elevati standard di qualità e di sicurezza, proteggendo il consumatore da prodotti fraudolenti di scarsa qualità. Il fitocomplesso che ne deriva, titolato in acido cicorico, ha dimostrato, attraverso studi in vitro, di esercitare una marcata attività antinfiammatoria e antiossidante, agendo con effetto protettivo a livello cellulare.

Un interessante lavoro dell’Università di Pisa, in cui viene presentato un supporto multidisciplinare per la gestione dei sintomi nella psoriasi.

Supporto multidisciplinare per la gestione dei sintomi nella psoriasi
Possibili approcci nutraceutici e nutrizionali
Lara Testai, Elisa Chetoni

La psoriasi è definita come una patologia della pelle a carattere cronico-recidivante, caratterizzata da un’infiammazione sostenuta che porta a un’incontrollata proliferazione dei cheratinociti e alla loro differenziazione disfunzionale. All’esame istologico sono evidenti placche che mostrano acantosi, infiltrati infiammatori e neo-vascolarizzazione tipici di una patologia autoimmune su base infiammatoria. Gli approcci terapeutici non sono sempre soddisfacenti e la scelta della terapia è legata al grado di severità e alle comorbidità. Da mite a moderata la psoriasi può essere trattata con terapie topiche, da moderata a severa spesso il paziente ha bisogno di ricevere cure sistemiche. In questo panorama la possibilità di intervenire con successo usando nutraceutici e/o modificando le abitudini alimentari rappresenta un’opportunità da perseguire, nell’ottica di ridurre la gravità della patologia e limitare le recidive. L’integrazione della dieta con vitamina D rappresenta una delle scelte perseguite da maggior tempo e che trovano il solido supporto scientifico. Analogamente anche l’uso di omega 3 ha delle basi razionali, sebbene la scelta della dose sia cruciale. Recenti evidenze suggeriscono interessanti riflessioni sull’importanza di una condizione di eubiosi cutanea e intestinale nella gravità della psoriasi, ma anche nella manifestazione delle recidive. Infine vengono analizzati i risultati positivi ottenuti con diete ipocaloriche e gluten-free, suggerendo l’utilità di un approccio multidisciplinare di supporto alle terapie convenzionali per una migliore gestione dei sintomi e delle comorbidità associate alla psoriasi.

L’approfondimento, a cura dell’Università di Padova, vede al centro dell’interesse le attività biologiche dell’acido alfa-linolenico poichè è un acido grasso omega-3 che risulta avere un ruolo molto rilevante nella nostra dieta.

Acido alfa-linolenico
L’omega 3 sottovalutato
Silvia Michieletto, Francesco Visioli, Stefan-Alexandru Panaite

L’acido alfa-linolenico (ALA) è un acido grasso omega 3 (18:3ω3 o n-3), le cui attività biologiche ed effetti sulla salute, specialmente negli ultimi anni, stanno suscitando un ampio interesse nella ricerca. L’ALA si trova prevalentemente nei vegetali e, essendo un acido grasso della serie omega 3, viene considerato essenziale. L’ALA è il precursore della serie di acidi grassi n-3 a lunga catena e più insaturi, anch’essi essenziali, fra cui l’acido eicosapentenoico (EPA) (20:5ω3) e l’acido docosaesanoico (DHA) (22:6ω3). Mentre EPA e DHA sono acidi grassi ampiamente conosciuti, le ricerche umane sull’acido alfa-linolenico sono ancora scarse e insufficienti per comprenderne pienamente le funzioni fisiologiche. Alcuni studi epidemiologici, peraltro, supportano l’ipotesi che l’ALA, di per sé, sia associato a una riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, e ad un effetto protettivo sull’infarto miocardico e sull’ictus. Alcuni trial clinici sono stati pubblicati e altri sono in corso di svolgimento. In attesa dei risultati, l’introduzione di alimenti ricchi di ALA o l’ipotesi di un’integrazione sono importanti per le persone che cercano fonti di omega 3 oltre il pesce e l’olio di pesce.

Di grande interesse anche la sezione AGGIORNAMENTI, con preziosi contributi e importanti NOVITA’:
Approfondimenti formulativi, a cura di Sifnut, che affronterà, in questo numero, l’importanza della formulazione corretta della Vitamina B12 per migliorarne l’assorbimento.
La NUOVA rubrica BIOTECH, che introdurrà i nostri lettori nel mondo delle biotecnologie, che oggi trovano applicazione in numerosi settori. Ringraziamo Elena Sgaravatti per questa preziosa collaborazione!

Un occhio di riguardo anche alle AZIENDE che presentano nuovi ingredienti sia legati al focus, sia legati a temi di altrettanto interesse, in particolare:

Questi e tanti altri interessanti argomenti ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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l'integratore nutrizionale

Rivista tecnico-scientifica del settore nutraceutico
e dell'integrazione alimentare

L’Integratore Nutrizionale n°2/2021
Figura 1

Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)