Il superamento dei limiti della coltivazione tradizionale e gli ostacoli regolatori
Gran parte delle fonti terapeutiche e medicinali derivano dalle piante, la coltivazione tradizionale su terra richiede però un grande utilizzo di risorse naturali, e sono riportati un numero sempre più frequente di casi di frodi e sofisticazioni delle origini botaniche. Per l’immissione in commercio di botanicals e per il loro utilizzo negli integratori alimentari, inoltre, ci sono sempre maggiori restrizioni regolatorie. Tecniche di coltura alternative possono essere una soluzione per ovviare sia alle problematiche di disponibilità del terreno, utilizzo di pesticidi e contaminanti ambientali, sia al superamento del problema dell’adulterazione. Tuttavia, vi è un limite importante di tipo regolatorio per cui le aziende devono sopportare cospicui costi e tempi incerti per la registrazione dei derivati innovativi come Novel Food. Un approccio più snello, basato sulla sostanziale equivalenza, potrebbe essere d’aiuto per accelerare il processo di approvazione per nuovi ingredienti e potrebbe riuscire a conciliare al meglio tendenze, innovazione e qualità.
Una coltivazione antica, oggi riscoperta ai fini di una filiera agroalimentare più sostenibile e di tipo circolare
Camelina (Camelina sativa L.) è una pianta da sempre coltivata per la produzione di olio, fonte di acidi grassi ω-3. Questo olio, oggi, è impiegato in diversi settori, mentre i suoi sottoprodotti non hanno ancora trovato mercato, sebbene diversi studi ne abbiamo dimostrato il potenziale impiego nel settore mangimistico. Inoltre, l’adattabilità di questa coltivazione ai climi secchi e freddi la rende la candidata ideale per ottimizzare la produzione agricola in territori poveri, marginali. Nel 2018, FLANAT ha intrapreso un progetto di sviluppo industriale volto alla realizzazione di una filiera economica circolare e sostenibile, incentrata sulla Camelina, e mirata alla realizzazione di prodotti dall’elevato valore nutrizionale e salutistico.
Studio della funzionalità topica dell’estratto Mangixyl™
Il Mango, Mangifera indica, è una delle più importanti risorse agroforestali delle regioni tropicali. Lo studio fitochimico ha permesso di individuare nelle foglie un fitocomplesso che presenta un’interessante e specifica funzionalità topica. Di qui la nascita di un progetto, illustrato in quest’articolo, che dalla raccolta delle foglie attuata con una modalità eque e sostenibili ha portato alla registrazione di un estratto, Mangixyl™, completamente naturale, con una spiccata attività di regolazione e armonizzazione della produzione di lipidi della cute, valutata e dimostrata attraverso un’articolata attività sperimentale. Un esempio della possibile interazione virtuosa tra modelli di economia circolare, sfruttamento equo e condiviso delle risorse naturali, ricerca fitochimica e cosmetologica e sviluppo industriale.
• ECONOMIA CIRCOLARE: un approccio secondo i criteri dell’economia circolare sarà d’ora in poi una condizione necessaria per ogni programma di sviluppo davvero moderno. In questo numero, nello spazio di aggiornamento dedicato, Cristina Danna ne tratta i principi generali in relazione alla sostenibilità, all’adeguamento cioè dei sistemi di produzione ai vincoli di impatto ambientale.
• ABS: RISORSE GENETICHE, DIRITTI, CONDIVISIONE: Valentina Veneroso introduce la questione emergente dell’utilizzo di informazioni genetiche digitali.
• ANALISI GENETICHE: Paola Re illustra come le analisi genetiche hanno contribuito in modo determinante negli ultimi anni a uno screening qualitativo del mercato degli herbal products, necessario quanto per molti versi allarmante.
• BOTANICALS IN ACTION: interessante, per la loro collocazione nel contesto di una progressiva trasformazione ecologica dei sistemi di produzione agricola, è l’approfondimento sulle potenzialità industriali dei derivati dei funghi, proposto da Enrica Roccotiello.
In questa sezione trovano spazio gli aggiornamenti regolatori e scientifici, le novità dal mercato delle associazioni di categoria e la presentazione di corsi e congressi e ultimo, ma non meno importante, un’interessante intervista ad Alessandro Algeri.
ad Alessandro Algeri • direttore tecnico Cultipharm
Verso una qualità mirata dei botanici?
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Su questo numero hanno scritto per noi…
Elisa Ardemani si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche presso l’Università degli Studi di Pavia e ha approfondito i suoi studi con il Master di II livello “Nutraceutici ed integratori alimentari: dalla materia prima al marketing e loro impiego in clinica” presso lo stesso ateneo. Attualmente lavora in FLANAT Research Italia, azienda produttrice di estratti vegetali, dove si occupa della qualità di tali materie prime e partecipa ai progetti di ricerca interni nell’ambito di Life Cycle Thinking.
Cristina Danna, biologa, è dottoranda per il corso in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio (STAT), curriculum Biologia applicata all’Agricoltura e all’Ambiente, presso l’Università di Genova. Precedentemente laureata con laurea magistrale in Monitoraggio Biologico (UniGe), e inoltre diplomata con percorso formativo livello magistrale indirizzo Scienze e Tecnologie della Sostenibilità (IANUA-ISSUGE), è membro della Società italiana di Fitoterapia (S.I.Fit.) e della Società Botanica Italiana (S.B.I.). Campi di Interesse: Etnobotanica, Sviluppo sostenibile, Economia circolare, Permacultura.
Violetta Insolia è laureata in Biologia, ha conseguito un PhD in Genetica e Biologia Molecolare e due Master per specializzarsi nel campo della Nutraceutica e del Marketing Management. Da tempo lavora nel settore nutraceutico, occupandosi di estratti vegetali e delle loro applicazioni, curandone la protezione brevettuale, il razionale scientifico e il marketing. Ricopre attualmente il ruolo di Innovation Manager presso Bionap.
Elisa Barbieri è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università di Padova e ha lavorato nella ricerca e sviluppo di prodotti cosmetici ed integratori alimentari. Lavora in Aethera Biotech, società italiana parte del gruppo Cereal Docks specializzata nella ricerca e produzione di attivi da colture controllate per il settore Food e Personal Care, dove si occupa di marketing scientifico.
Lucia Ferron è coordinatore del Dipartimento di Ricerca e sviluppo in FLANAT Research Italia, dove si occupa della gestione di progetti di ricerca sviluppati secondo un approccio Life Cycle Thinking e mirati alla realizzazione di ingredienti di origine naturale a uso alimentare o fitoterapico. Ha recentemente conseguito un dottorato in Scienze chimiche e farmaceutiche e innovazione industriale presso l’Università degli studi di Pavia, e, nel medesimo ateneo, ha frequentato il master di secondo livello in “Prodotti nutraceutici: Progettazione, Sviluppo Formulativo, Controllo e Commercializzazione”.
Valerio Mezzasalma in FEM2-Ambiente ricopre il ruolo di responsabile scientifico con l’obiettivo di coordinare le attività scientifiche alla base dei servizi offerti, dei progetti ideati e partecipati, e del comparto R&D sempre pronto ad accogliere nuove sfide, ma anche a lanciarne di nuove. Questo ruolo trasversale permette una buona visione di insieme di tutte le attività condotte, dei servizi offerti e dello sviluppo di nuove proposte commerciali. Inoltre, è grazie alla costante comunicazione con i clienti, con i partner di progetto e con le università e i centri di ricerca che ha la possibilità di avvicinarsi alle richieste ed esigenze di mercato, e di essere sempre aggiornato sulle ultime novità in materia di innovazione e opportunità.
Simone Di Piazza è ricercatore presso il Laboratorio di Micologia del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università degli Studi di Genova. È docente nei corsi di laurea magistrale in Biologia Applicata e Sperimentale, e in Metodologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali. Da oltre 10 anni si occupa di Micologia Ambientale e Applicata e i suoi principali interessi di ricerca comprendono lo studio, la conservazione degli ambienti di crescita e coltivazione di macrofunghi eduli, tartufi compresi; la caratterizzazione di comunità microfungine in ambienti estremi; l’applicazione di ceppi fungini selezionati nell’ambito del bio-risanamento ambientale e della micometallurgia. È autore e coautore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali.
Valentina Veneroso, avvocato, specializzata in diritto dell’ambiente, con un’esperienza consolidata nella materia dell’Access and Benefit Sharing. È stata docente presso la Facoltà di Biotecnologie dell’Università di Siena, dove ha insegnato Diritto in Biotecnologie. Ha collaborato con il Ministero dell’Ambiente fornendo assistenza alla Direzione competente nelle attività finalizzate alla ratifica e all’implementazione del Protocollo di Nagoya a livello nazionale e a livello europeo nella scrittura del Regolamento ABS e atti derivati, partecipando nella qualità di esperto ai relativi lavori in Commissione UE.
Durante il semestre di Presidenza Italiana del Consiglio UE (2014) ha fatto parte del team della Presidenza per il coordinamento europeo partecipando al primo Meeting delle Parti del Protocollo di Nagoya.
È autrice di articoli e pubblicazioni, nonché relatrice in corsi e convegni sull’argomento presso enti di ricerca e università italiani.
Enrica Roccotiello è ricercatrice in Botanica Ambientale e Applicata presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università degli Studi di Genova.
È docente nel corso di laurea magistrale in Conservazione e Gestione della Natura e nel corso di laurea in Architettura del Paesaggio Sostenibile.
I principali ambiti di ricerca riguardano i meccanismi di tolleranza e accumulo di metalli in piante (da phytoremediation o eduli), la bonifica di inquinanti mediante tecniche ecosostenibili di bioremediation integrata, la biodiversità di habitat estremi, la risposta delle piante agli stress abiotici nell’ecosistema urbano e l’impiego della componente vegetale nelle Nature-Based Solutions.
È autrice di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali.
Dettagli al seguente link: orcid.org/0000-0003-3701-9154
Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)