Le peschiole come fonte preziosa di acido abscissico con attività antidiabetica
Risultati di un trial clinico condotto su pazienti con diabete mellito di tipo 2
E. Schiano, F. Guerra
Estratto di tè verde
in donne in post-menopausa sovrappeso e obese di classe I
Studio clinico randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo
M. Rondanelli, C. Gasparri, S. Perna, G. Petrangolini, P. Allegrini, T. Fazia, L. Bernardinelli, A. Cavioni, F. Mansueto,
L. Oberto, Z. Patelli, A. Tartara, A. Riva
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E. Schiano, F. Guerra
La regolazione dell’omeostasi glicemica riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento della patologia diabetica. Tra le molecole naturali con potenziale antidiabetico, negli ultimi decenni, la comunità scientifica ha rivolto un’attenzione sempre più crescente verso la capacità ipoglicemizzante dell’acido abscissico (ABA), un ormone endogeno prodotto dal pancreas in risposta all’assunzione di glucosio. Oltre alla sua presenza nel mondo animale, l’ABA è presente anche nel mondo vegetale, ove svolge il ruolo di ormone della crescita. Esso è localizzato in elevate concentrazioni soprattutto a livello dei frutti immaturi delle pesche nettarine, definiti con il termine “peschiole”, che sono molto spesso oggetto del processo di diradamento. Questa coincidenza di presenza dell’ABA ha condotto alla selezione di tale matrice di scarto come candidato ideale per la formulazione di nutraceutici utili per il controllo glicemico. Sulla base di queste premesse, è stata testata, mediante uno studio clinico condotto su pazienti con diabete mellito di tipo 2, l’efficacia clinica di una formulazione nutraceutica a base di peschiole, contenenti basse dosi di ABA (500 mg di liofilizzato 3 volte/die) e alte dosi (750 mg, 3 volte/die). Dopo 3 mesi, entrambi i trattamenti hanno consentito una riduzione significativa dei parametri glicemici, rispetto al basale. In particolare, il trattamento con più basse dosi della formulazione nutraceutica ha determinato un maggiore effetto di risparmio insulinemico (insulinemia: -29,2 vs p <0,05), rispetto a quanto osservato nel gruppo a dosi più elevate (-16,5% vs basale, p <0,05). In conclusione, i dati ottenuti supportano il potenziale beneficio delle peschiole quale fonte innovativa e promettente di prodotti nutraceutici utili per il controllo dell’omeostasi glicemica.
M. Rondanelli, C. Gasparri, S. Perna, G. Petrangolini,
P. Allegrini, T. Fazia, L. Bernardinelli, A. Cavioni,
F. Mansueto, L. Oberto, Z. Patelli, A. Tartara, A. Riva
La menopausa è caratterizzata da un aumento di peso e dell’adipe viscerale, che funziona come un organo endocrino in grado di secernere adipocitochine proinfiammatorie, con conseguente aumento del rischio di disturbi metabolici.
Lo scopo di questo studio randomizzato in doppio cieco e controllato con placebo, è stato quello di valutare gli effetti dell’integrazione alimentare per 60 giorni con estratto di foglie di Camellia sinensis* sulla disfunzione del tessuto adiposo, in donne in sovrappeso od obese di classe I nel periodo della post-menopausa e con stile di vita sedentario. Gli obiettivi principali considerati nello studio sono stati il quoziente respiratorio (RQ), la percentuale di carboidrati (%CHO), la percentuale di ossidazione dei grassi (%FAT) e il dispendio energetico a riposo (REE) misurato mediante calorimetria indiretta. Come obiettivi secondari sono stati presi in considerazione la composizione corporea, rilevata mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), il profilo del glucosio, il profilo lipidico, lo stato infiammatorio (proteina C reattiva: CRP), la funzionalità epatica e renale, lo stato ormonale relativo alla sazietà e le catecolamine. Ventotto donne sono state suddivise in due gruppi: di queste, 14 (BMI 31,1 ± 3,5) hanno ricevuto l’integratore e 14 (BMI 31,9 ± 2,2) hanno invece ricevuto il placebo. Per quanto riguarda le differenze tra i gruppi nel tempo (β), è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra il gruppo che ha assunto l’integratore e quello che ha ricevuto il placebo per: RQ (β = -0,04, p = 0,009), percentuale di ossidazione dei grassi (β = 11,04, p = 0,0006), insulina (β = -1,74, p = 0,009), HOMA (β = -0,31, p = 0,02), circonferenza vita (β = -1,07, p = 0,007), dispendio energetico a riposo (β = 83,21, p = 0,009) e CRP (β = -0,14, p = 0,02). Questi risultati dimostrano che il trattamento con estratto di tè verde per 60 giorni contrasta la disfunzione del tessuto adiposo nelle donne in sovrappeso e nelle donne obese di classe I durante la post-menopausa.
Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)