Una revisione critica
R. Ala-Jaakkola, M. Marttinen, A.C. Ouwehand
Molti fattori influenzano i primi 1000 giorni di vita. A partire dal concepimento, il microbiota vaginale svolge un ruolo importante, e i probiotici hanno la possibilità di stabilizzare un microbiota vaginale sano, con una prevalenza di lattobacilli. È stato dimostrato che la combinazione di Lactobacillus acidophilus La-14 e Lacticaseibacillus rhamnosus HN001, insieme alla lattoferrina, contribuisce al ripristino della salute vaginale nelle donne sottoposte a trattamenti per vaginosi batterica e candidosi vulvo-vaginale. Inoltre, è stato osservato che il consumo di L. rhamnosus HN001 durante la gravidanza apporta benefici, promuovendo livelli sani di glucosio nel sangue delle donne incinte e favorendo un umore positivo dopo il parto. Il consumo costante da parte della madre durante l’allattamento e da parte del bambino ha dimostrato di migliorare significativamente la salute immunitaria dei neonati a rischio di dermatite atopica ed eczema. Questo effetto protettivo si è mantenuto evidente anche a 11 anni di età ed è stato accompagnato da una riduzione dell’incidenza di sintomi simili alla rinite allergica. Si sottolinea che il consumo di questo ceppo da parte della sola madre non era sufficiente per ottenere tali effetti benefici. Si ritiene che molti di questi benefici siano mediati dalla modulazione immunitaria, dalla modulazione del microbiota intestinale e dall’asse intestino-cervello.
Umore, stress e consapevolezza all’allattamento: effetti di una formulazione probiotica selezionata
P. Malfa, D.F. Squarzanti, S. Castegnaro
Il periodo successivo al parto spesso può causare nelle neomamme disagio psicologico (come ansia, tristezza e irritabilità) che, se protratto nel tempo, può portare alla depressione post partum (PPD). Questa condizione affligge mediamente il 15% delle donne e le cause non sono state ancora del tutto chiarite. L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’effetto della formulazione SynbÆctive®KeepCalm*, costituita da Limosilactobacillus reuteri PBS072 e Bifidobacterium breve BB077 (4 × 109 UFC/die), sull’umore della madre e sulla qualità dell’allattamento al seno nel primo trimestre dopo il parto. Lo studio, randomizzato in doppio cieco e controllato verso la sola formulazione multivitaminica, è stato condotto su 200 neomamme sane. Le donne sono state divise in due gruppi: attivo, che ha assunto per 90 giorni l’integratore con probiotici e vitamine, e controllo, in cui era prevista l’assunzione del solo complesso multivitaminico. A 45 e 90 giorni, i sintomi legati alla depressione materna e la qualità dell’allattamento al seno sono stati valutati mediante questionari, rispettivamente EPDS e BSES-SF. I dati a 45 e 90 giorni hanno dimostrato come il trattamento con probiotici ha migliorato significativamente l’umore delle madri rispetto al gruppo di controllo (p <0,001). Analogamente la qualità dell’allattamento al seno e il pianto del bambino sono migliorati significativamente nel gruppo delle mamme che avevano assunto il probiotico (p <0,001).
Dai risultati ottenuti si dimostra che L. reuteri PBS072 e B. breve BB077 sono degli ottimi candidati per migliorare la resilienza allo stress nel periodo post-partum in quanto, colonizzando il microbiota intestinale, attivano e modulano in senso positivo l’asse intestino-cervello.
Il ruolo chiave del folato attivo
per la salute della donna
S. Sala
La donna attraversa diverse fasi, come l’età fertile e la menopausa, in cui cambiamenti fisici e mentali influenzano il vivere quotidiano. Il folato (vitamina B9) è essenziale per la crescita e divisione cellulare, la produzione di DNA e RNA. Poiché il nostro organismo non può sintetizzarlo e l’assorbimento dalla dieta è spesso inefficiente, l’integrazione può essere utile per garantire un apporto adeguato. Il folato attivo, nella forma di 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF), rappresenta un alleato prezioso per il benessere delle donne in ogni fase della loro vita. In Italia, oltre 30 milioni di donne sono attente e consapevoli dell’importanza di uno stile di vita sano e di una corretta integrazione di vitamina B9. Esistono diverse forme di folato: i folati naturali, l’acido folico e il 5-MTHF, la forma biologicamente attiva. Quest’ultima bypassa la necessità di trasformazioni enzimatiche, risultando immediatamente disponibile, come il Quatrefolic®. Numerosi studi hanno evidenziato i benefici del 5-MTHF per la fertilità e la gravidanza. Esso può aiutare a prevenire i difetti del tubo neurale e ridurre il rischio di aborti spontanei, soprattutto in coppie con polimorfismi dell’enzima MTHFR che compromettono il metabolismo dei folati. Durante la gravidanza, il fabbisogno di folato aumenta notevolmente per sostenere lo sviluppo fetale e ridurre rischi come basso peso alla nascita, parto pretermine e livelli elevati di omocisteina. Molti studi mostrano come l’integrazione con 5-MTHF può essere più efficace dell’acido folico. Il folato attivo può apportare benefici anche in menopausa: può aiutare a mitigare sintomi come vampate di calore, disturbi del sonno e depressione, oltre a proteggere la salute ossea riducendo il rischio di osteoporosi. L’integrazione di folato attivo rappresenta quindi un approccio complementare e sicuro per supportare la salute e il benessere delle donne in ogni fase della vita, anche per coloro con polimorfismi genetici che compromettono il metabolismo dei folati.
Studio RCT in donne in post-menopausa diabetiche che assumono inibitori SGLT-2
M. Rondanelli, F. Mansueto, C. Gasparri, S.B. Solerte, P. Misiano, G. Petrangolini, S. Perna
Le infezioni delle vie urinarie (UTI) sono le infezioni batteriche più comuni nelle donne in post-menopausa, specialmente nelle donne con diabete. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare il possibile effetto sulla prevenzione degli episodi di UTI, attraverso l’esame delle urine e l’urinocoltura (endpoint primario) dopo due, quattro e sei mesi di integrazione giornaliera per via orale con un estratto di mirtillo rosso altamente standardizzato formulato in fosfolipidi* (120 mg die), verso placebo, in donne in post-menopausa diabetiche in terapia con inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2, o gliflozine). Quarantasei donne (età media 72,45 ± 1,76) hanno completato lo studio; 23 hanno assunto l’integratore e 23 hanno assunto placebo. Considerando il numero di episodi di UTI nei sei mesi di assunzione dell’integratore, è stato osservato un aumento di 1,321 (95% CI: -0,322; 2,9650) nel gruppo placebo, mentre si è mantenuto un valore costante di 0,393 (95% CI: -4,230; 5,016) nel gruppo che ha assunto l’integratore. Per quanto riguarda gli episodi di UTI, in entrambi i gruppi l’interazione tra i tempi di supplementazione al basale e al follow-up, è risultata statisticamente significativa (p = 0,001). Verificando nel dettaglio l’intero periodo dei 6 mesi di supplementazione, il 9% del gruppo placebo ha manifestato un’infezione, verso solo il 3% del gruppo integrato con il mirtillo rosso. Come atteso, i valori di glicemia ed emoglobina glicata (endpoint secondari) non sono modificati al termine dei sei mesi rispetto ai valori basali. Sebbene secondo il questionario SF-12 non vi siano state differenze tra i due gruppi in termini di qualità della vita, ne è stato comunque osservato un miglioramento secondo il questionario in entrambi i gruppi a sei mesi vs il basale. In conclusione, l’estratto di mirtillo rosso altamente standardizzato e formulato in Fitosoma™ ha ridotto le recidive di UTI.
Una revisione aggiornata della letteratura sul ruolo della soia e dei suoi isoflavoni nelle donne
G. Rizzo
La soia rappresenta la principale fonte di isoflavoni nell’alimentazione umana. Tali composti polifenolici sono annoverati tra i fitoestrogeni per la struttura simile agli estrogeni endogeni che ne spiega la capacità di interagire con i relativi recettori. È questo il motivo per cui è stato ipotizzato un ruolo della soia e delle sue componenti nella fertilità, mediante le possibili interazioni con il network ormonale. Se in ambito di fertilità femminile la soia è considerata tra gli alimenti con possibili benefici, si ipotizza anche un effetto di perturbamento delle funzionalità ormonali. Dalla revisione della letteratura emerge un’influenza marginale della soia su alcuni esiti correlati alla fertilità, con il possibile effetto non clinicamente significativo riferito alla lunghezza del ciclo mestruale e ai livelli ormonali di donne in salute. Tuttavia, il suo consumo mostra esiti vantaggiosi sia nei casi di sindrome dell’ovaio policistico sia durante l’iter che prevede l’utilizzo di tecniche di procreazione assistita. Nonostante siano necessari ulteriori dati da trial clinici ben disegnati e studi osservazionali più approfonditi, la soia sembra avere un ruolo marginale quando si tratta di donne in salute ma mostra i suoi benefici in condizioni di infertilità. Si evidenzia inoltre un buon profilo di sicurezza nel suo utilizzo.
TAR Lazio e integratori alimentari: un’analisi delle recenti pronunce
Seconda parte
B. Bonini
Nello scorso numero della rivista abbiamo analizzato insieme la prima delle due pronunce emesse dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (di seguito “TAR Lazio”), nel corso del mese di marzo, in tema di integratori alimentari. Ci occuperemo ora di esaminare la seconda di queste pronunce, che solleva questioni di notevole interesse con riferimento all’utilizzo di claims volti a magnificare alcune caratteristiche del prodotto, che in esito all’istruttoria compiuta dall’Autorità non sono poi risultati provati. […]
La saga degli idrossiantraceni: finalmente una svolta?
R. Stefani
Lo scorso 13 novembre è stata emessa la sentenza del Tribunale dell’UE che ha accolto i ricorsi presentati nel 2021 da alcune aziende europee e associazioni di settore (1), che, pur con diverse argomentazioni, chiedevano l’annullamento del Regolamento (UE) 2021/468. Il regolamento, oltre a vietare l’uso negli alimenti di emodina, aloe-emodina, dantrone (derivati dell’idrossiantracene, DIA) e delle preparazioni di Aloe spp. contenenti DIA, aveva sottoposto a sorveglianza le preparazioni di Cassia senna L., Rhamnus frangula L., Rhamnus purshiana DC. e Rheum spp. contenenti DIA.
Utilizzo delle pectine da prodotti di scarto quali carriers per lo sviluppo
di sistemi nano particellari
A. Papetti
[…] I carrier a base polisaccaridica hanno come principale vantaggio rispetto a quelli a base proteica e lipidica la stabilità anche ad alte temperature senza degradarsi; inoltre sono molto versatili poiché possono incapsulare composti idrofili e lipofili funzionalizzando in modo adeguato i gruppi funzionali a seconda dell’applicazione finale e infine non sono immunogenici. Tra questi, quelli a base pectinica negli ultimi anni sono stati oggetto di attenzione soprattutto per la relativa facilità con cui possono essere ricavati da prodotti di scarto della filiera agroalimentare. […]
Inibizione della formazione di biofilm di Candida albicans
Identificazione di metaboliti bioattivi del mirtillo rosso e loro meccanismo d’azione
G. Baron
[…] Questi studi hanno permesso di meglio comprendere quali sono i componenti bioattivi dell’estratto di cranberry, dimostrando che non sempre si tratta dei componenti presenti nella matrice di partenza, ma di loro metaboliti derivanti dall’interazione con il microbiota o dai processi metabolici dell’ospite. Inoltre, è stato individuato il meccanismo d’azione di due metaboliti, 4-HBA e VAL, anche se ulteriori studi dovranno essere condotti per identificare con maggior precisione il target proteico che porta all’effetto osservato. […]
Fetal programming e Metabolic memory
La salute del bambino inizia con la salute della mamma
A. Baldi
Come sostiene il ginecologo francese Michel Odent: “La salute dell’individuo inizia nel grembo materno”. La teoria della programmazione fetale delle malattie dell’adulto è tutt’altro che recente, è stata proposta per la prima volta dall’epidemiologo britannico David JP Barker negli anni Ottanta, per spiegare la maggiore suscettibilità di alcune persone allo sviluppo di cardiopatia ischemica. Secondo l’ipotesi del Fetal programming di Barker, le scarse condizioni di vita materne durante la gestazione rappresentano un importante fattore di rischio per l’insorgenza di cardiopatia in età avanzata. L’analisi delle prime fasi dello sviluppo fetale diventa quindi uno strumento fondamentale per la stratificazione del rischio di bambini e adulti, consentendo l’identificazione di soggetti suscettibili o resistenti a molteplici malattie in età avanzata. […]
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Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)