Editoriale CT 6, 2024

Anna Caldiroli

Editoriale CT 6, 2024

«Se voglio troppo, non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente.»

(Da: Filastrocca di Capodanno, Gianni Rodari)

La vita come un’altalena

Hemo in “Identity” (presso il parco logistico di Romentino – Novara)rappresenta un’esplosione di energia e intreccia nella sua opera di street artist delle immagini (come frecce che spingono verso l’esterno) all’uso della parola: sceglie delle lettere, in particolare delle congiunzioni come la “e” per connettere più realtà possibili insieme alla “o” perché se non è questo il momento della connessione, verrà.

Uno studio profondo per qualcosa che nasce per essere imponente per dimensioni ma effimero, per longevità. Non nato per essere eterno ma per essere presente nel suo tempo. Se vogliamo, al contrario degli anti-aging (a cui siamo stati abituati per anni) che ci hanno promesso dei “fermo immagine” contro il tempo che lento, ma inesorabile, scorre e marca su viso, corpo e capelli il suo passaggio. 

Un’arte nata per sopportare per breve tempo l’avvicendarsi delle stagioni i cui artisti ora, con l’accorciarsi delle distanze e l’accessibilità dei trasporti, spesso a costo ridotto, possono intraprendere dei grand-tour di studio e contaminazione (simili a quelli splendidamente raccontati nei libri custoditi nella biblioteca di Villa Sorbillo a Perugia) ma che più facilmente comunicano affidando i loro messaggi e stili agli esterni dei treni; arte, che talvolta prende la forma di scarabocchi indisponenti, che riveste un forte ruolo sociale, con le sue rappresentazioni spesso mastodontiche, diventando punto di incontro e portando la diffusione della cura là dove c’è “assenza” a volte di tutto. Opere che cambiano nel tempo e che evolvono.
Riconnettendoci ancora con il settore cosmetico e pensando a qualcosa che cambia nel tempo, che si arricchisce e che colma l’assenza (di conoscenza), io non posso non pensare alla generazione dei dati mediante metodi alternativi. A questo proposito, con la pubblicazione del tanto atteso aggiornamento del Regolamento CLP, che ha visto la luce mentre molti di noi erano impegnati nello svolgersi dell’edizione 2024 di Making Cosmetics, entrano a occupare un posto d’onore i dati ottenuti da nuove metodologie di approccio, meglio nome come New Approach Methodology (NAM) a cui possono ricorrere a pieno titolo fabbricanti, importatori e utilizzatori a valle (alias, terzisti e formulatori) di sostanze e miscele per identificare le informazioni disponibili e determinare la classificazione di pericolo. Con NAM si fa riferimento a studi in vitro, ex vivo, in chemico, in silico, grouping, read-across o a una combinazione dei precedenti. Nel testo del Regolamento se da una parte viene esplicitata la necessità di fare ricorso a questa tipologia di generazione dei dati per favorire la conoscenza, dall’altra l’inclusione nell’articolato incontra il bisogno delle imprese di potersi riferire a questo tipo di dati per “appoggiare” le loro considerazioni.

Il mio augurio per abbracciare il nuovo anno lo esprimo attraverso un breve estratto di un discorso che guarda lontano: «Dedichiamo il nostro talento a costruire prospettive di innovazione, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile e coerente con la nostra identità.
(Marco Granelli, Presidente di Confartigianato)».

Cosmetic Technology 6, 2024

Cosmetic Technology 6, 2024

Purifying, hydratation & antipollution

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La vita come un'altalena
A. Caldiroli

Opinion Leader

Skincare in viaggio: Paese che vai, usanza che trovi
E. Altieri

articoli

D. Hincota
Chimica e Tecnologia Farmaceutiche
daianahincota@hotmail.it

I capelli sono principalmente composti da cheratina, che conferisce loro una notevole resistenza. Tuttavia, danni alla struttura – che si manifestano in una perdita di resistenza alla trazione ed elasticità – possono verificarsi a causa di inquinanti, esposizione al sole e vari trattamenti, portando a un graduale deterioramento dei capelli nel tempo. Pertanto, l’obiettivo principale è sviluppare una linea di prodotti che riparino ed esaltino efficacemente l’aspetto delle fibre capillari, essendo al contempo delicati e protettivi per il cuoio capelluto e innovativi nella loro formulazione. Questo lavoro descrive lo sviluppo di una linea di prodotti per la cura dei capelli, ispirata alla tendenza della “skinification”. I prodotti, inclusi shampoo, balsamo e maschera, sono stati formulati con materie prime naturali e innovative come proteine vegetali e estratti botanici. Attraverso rigorosi test di stabilità, sicurezza e analisi sensoriali, i prototipi hanno dimostrato efficacia nel migliorare il benessere e l’aspetto dei capelli.


Formulation study for the development of an hair care line for damaged hair

Hair is primarily composed of keratin, which provides it with considerable strength. However, damage to this structure—resulting in loss of tensile strength and elasticity—can occur due to pollutants, sun exposure, and various treatments, leading to gradual hair deterioration over time. Therefore, the primary goal is to develop a line of products that effectively repair and enhance the appearance of hair fibers while being gentle and protective for the scalp, as well as innovative in their formulation. This work describes the development of a line of hair care products inspired by the trend of “skinification”. The products, including shampoo, conditioner, and mask, were formulated with natural and innovative raw materials such as plant proteins and botanical extracts. Through rigorous stability, safety, and sensory tests, the prototypes demonstrated effectiveness in improving the appearance of hair.

M. Meduri
Farmacista e cosmetologa
miri.med7@gmail.com

L’accessibilità nel settore cosmetico è diventata una priorità per garantire l’inclusione di un pubblico ampio e diversificato, indipendentemente dalle proprie abilità. Diverse strategie sono state sviluppate per migliorarla, tra cui l’integrazione di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, utili a facilitare l’esperienza di acquisto e la scelta dei prodotti online. Il packaging accessibile riveste un ruolo cruciale grazie all’uso di forme ergonomiche, Braille, simboli tattili e texture differenti, che consentono alle persone con disabilità visive di distinguere e utilizzare i prodotti in autonomia. Sebbene manchino normative internazionali obbligatorie, esistono raccomandazioni come il rispetto di alcuni standard ISO e linee guida riguardanti il web che forniscono spunti per migliorare l’accessibilità di prodotti e servizi online. Nonostante alcuni progressi, dall’analisi delle aree realmente accessibili e delle soluzioni adottate da brand impegnati in questo ambito, si evidenzia che solo una minoranza delle imprese ad oggi, si è spesa attivamente rendendo necessari ulteriori interventi per rendere il settore più inclusivo e accessibile a tutti.


Innovations in cosmetic accessibility: Inclusive design and emerging technologies

Accessibility in the cosmetics industry has become priority to ensure inclusion of a wide and diverse audience, regardless of their abilities. Several strategies have been developed to improve it, including the integration of innovative technologies such as artificial intelligence and augmented reality, which help to facilitate the shopping experience and online product choice. Accessible packaging plays a crucial role through the use of ergonomic shapes, braille, tactile symbols and different textures, which allow people with visual disabilities to distinguish and use products independently. Although there are no binding international standards, there are recommendations such as ISO standards and web guidelines that provide insights to improve the accessibility of products and online services. Despite some progress, the analysis of the areas really accessible and solutions adopted by brands engaged in this field, It is clear that only a minority of companies are actively engaged, making further efforts necessary to make the sector more inclusive and accessible to all.

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
aziende

ACTIVE CONCEPTS

Phytofuse Renew®

BREGAGLIO – BIONAP

CYNAGE™

ACTIVE UP – SILAB

APIOSKIN®

SAES CHEMICALS

Linea ZeoSAES™

INNOSPEC

Iselux®

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BUONA LETTURA!

Editoriale IN 6 • 2024

Editoriale IN 6 • 2024

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Le donne nel mondo della nutraceutica

Cari Lettori, non a caso vogliamo chiudere l’anno con un numero della rivista dedicata alle donne: non solo come consumatrici di integratori alimentari che devono sempre più tenere conto delle diverse loro esigenze in funzione delle diverse fasi della loro vita, ma anche come protagoniste sempre più attive nel settore.
Mi da l’occasione per parlare di quest’ultimo aspetto la prima edizione di WIN Awards, tenutasi a Las Vegas a fine ottobre da Women In Nutraceuticals (WIN) in concomitanza con SupplySide West.
Abbiamo già parlato su queste pagine di Women In Nutraceuticals (womeninnutraceuticals.org), un’organizzazione no-profit focalizzata nel riconoscere il potenziale professionale e personale delle donne, aumentare la percentuale di donne in ruoli di leadership, finanziando le imprese a conduzione femminile e la partecipazione delle donne nella ricerca.
Secondo le intenzioni della presidente, Heather Granato, i WIN Awards non solo riconoscono le figure che si sono distinte per il loro impegno nel promuovere l’equità di genere, nel rafforzare la ricerca e nell’eccellere come mentori all’interno di questo settore, ma celebrano anche la missione di WIN: creare un ambiente di supporto in cui il talento femminile possa prosperare.
Non vi riporto i nomi delle vincitrici, che potete trovare sul sito di WIN (women-nutraceuticals.squarespace.com/2024-winners), ma vi invito a considerare come la mission di WIN, anche se presentata a livello globale, sia per ora confinata agli Stati Uniti. Mi chiedo perché l’Europa non possa contribuire ufficialmente e magari collaborare con WIN, visto che donne eccellenti nel settore nutraceutico non ci mancano di sicuro!

Concludo proprio con questo augurio al femminile,  per un Nuovo Anno che favorisca una trasformazione culturale all’interno del settore nutraceutico e possa promuovere una cultura di parità di genere per garantire che il contributo delle donne nel settore non venga mai sottovalutato.

HyaInno ®ACE

HyaInno ®ACE
Un’alternativa all’acido ialuronico iniettabile dall’elevata biodisponibilità

TS-Biotech, innovatore leader mondiale nel campo delle biotecnologie, ispirandosi dalla natura, decodifica e condivide i segreti della bellezza e della salute dell'essere umano attraverso una biotecnologia all'avanguardia e sempre sostenibile.

HyaInno ®ACE

Hyalnno®ACE, prodotto da TS-BIOTECH e distribuito in esclusiva in Italia da DEIMOS GROUP, rappresenta un’alternativa all’acido ialuronico iniettabile, grazie a una tecnologia che facilita la penetrabilità a livello cutaneo dell’acido ialuronico: l’acetilazione.

Sodium Acetylated Hyaluronate

Solubilità: solubile in acqua
pH (0,1% in acqua): 5-8
Assorbanza (420 nm):  ≤0,100
Assorbanza (600 nm): ≤0,100

Perdita in peso all’essiccazione (%): ≤10

Azoto (%): ≥2,0
Metalli pesanti (ppm): ≤20
Arsenico: ≤2

Aspetto: polvere
Colore: Da gialla a leggermente gialla 
Odore: Caratteristico

Conta microbica totale: ≤100
Lieviti e muffe (UFC/g): ≤50
Pseudomonas aeruginosa: assente
Staphylococcus aureus: assente

Conservare sigillato in un luogo fresco e asciutto
Shelf-life: 2 anni

Formula di HyaInno ®ACE

La reazione di acetilazione modifica la struttura dell’acido ialuronico naturale, introducendo gruppi acetile che ne aumentano la biodisponibilità sino a 6 volte a livello cutaneo. Questo incremento è ascrivibile alla presenza di porzioni acetiliche che rendono maggiormente lipofila la struttura polimerica dell’acido ialuronico. È possibile quindi ottenere un risultato immediato a livello di attività idratante e antirughe comparabile a quello ottenibile con l’acido ialuronico iniettato e senza l’utilizzo quindi di aghi, oltre ad avere un costo meno impattante.

Efficacia

Studi in vivo

Sono stati effettuati diversi test in vitro per definire l’efficacia di HyaInno®ACE: secondo i risultati ottenuti, HyaInno®ACE inibisce significativamente la generazione di ROS e promuove la vitalità delle cellule 3T3 alla percentuale dello 0,05%.

Studi in vivo

Sono stati effettuati nuovi test di efficacia clinica, utilizzando una crema contenente Hyalnno®ACE allo 0,1%.

Test antirughe 1

Il volontario utilizza una crema contenente lo 0,1% di Hyalnno®ACE due volte al giorno per 28 giorni su metà viso, mentre sull’altra metà viene applicato il placebo. La crema con Hyalnno®ACE allo 0,1% determina una diminuzione statisticamente significativa della profondità delle rughe e una differenza statisticamente significativa al giorno 28 rispetto al placebo (Figura 1).
Le Figure 2 e 3 riportano l’osservazione della zona interessata ingrandita al giorno 0, al giorno 7 e al giorno 28, ove si evidenzia la marcata attività antirughe.

Test antirughe 2

Il volontario applica due volte al giorno una crema contenente 0,1% di HyaInno®ACE per 28 giorni sulla fronte e sul collo. La zona trattata viene osservata attraverso ingrandimento, rispettivamente il giorno 0, il giorno 7 e il giorno 28 (Figure 4 e 5). Anche in questo caso si evidenzia una marcata attività antirughe nella zona trattata.

Sicurezza

Classificazione secondo il Regolamento (CE) n.1272/2008: la sostanza non è classificata come pericolosa secondo il regolamento CLP. La sostanza è stata oggetto di valutazione (1): i dati raccolti sulla sostanza è stato evidenziato che non è né irritante né sensibilizzante. Sulla base dei dati disponibili oggetto di valutazione, la sostanza è risultata essere sicura secondo le applicazioni e modalità d’uso consigliate.

Applicazioni e Modalità d'uso

Disperdere in acqua sotto agitazione sotto la temperatura di 50 °C, sino a completa solubilizzazione. Dose di utilizzo consigliata: 0,05-0,2%.

Bibliografia

1. CIR (Cosmetic Ingredient Review). Safety Assessment of Hyaluronates as Used in Cosmetics. Final Report. 2023.

COSMETIC TECHNOLOGY • 6/2024

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DEIMOS GROUP
Oltre 40 anni di esperienza e serietà a supporto dell'industria delle Life Science

Università e Formazione – Tre nuovi bandi per Master di II livello

Tre nuovi bandi
per Master di II livello

UNIVERSITà E FORMAZIONE

L'Integratore Nutrizionale 5-2024
1
Master di II livello
Prodotti Nutraceutici: dalla Ricerca e Sviluppo al Marketing
Università Federico II di Napoli, Dip. di Farmacia

Il Master ha lo scopo di fornire una formazione post-laurea altamente qualificata nel settore della Nutraceutica, disciplina che studia i componenti alimentari aventi effetto nutritivo o fisiologico che svolgono un ruolo benefico sull’organismo, contribuendo al mantenimento dell’omeostasi e pertanto utili per la conservazione di un buono stato di salute e per la prevenzione delle patologie croniche. Il termine “Nutraceutica”, sintesi delle due parole “nutrizione” e “farmaceutica”, è stato coniato nel 1989 da Stephen De Felice, nutrizionista e biochimico americano, membro della Foundation for Innovation in Medicine (New Jersey, USA). Con il termine “nutraceutico” vengono pertanto identificati specifici componenti di alimenti (di origine sia vegetale sia animale), sostanze e prepararti vegetali e microorganismi, che per le loro proprietà funzionali si collocano tra l’alimento e il farmaco e possono essere impiegati da soli o in miscela nella produzione degli integratori alimentari. Da oltre un decennio il mercato degli integratori alimentari è in crescita a livello mondiale. Oggi il mercato italiano vale oltre 4,5 miliardi di euro, rappresentando il 28,6 % per mercato Europeo seguito dalla Germania con il 18,8%, dalla Francia con il 12% e dalla Spagna (7,2%). Il fatturato italiano si traduce in ben oltre 300 milioni di confezioni vendute, prevalentemente commercializzate tramite il canale Farmacia, rappresentando la seconda categoria per valore generato dopo il farmaco su prescrizione (dati aggiornati a luglio 2024). Questa consolidata tendenza positiva, da un lato, ha indotto l’industria farmaceutica, nell’ambito di strategie di diversificazione della produzione, a inserirsi nel settore della Nutraceutica, un tempo appannaggio della sola industria alimentare e, dall’altro, continua a portare alla nascita di nuove aziende produttrici o di distribuzione, sia di materie prime da impiegare quali ingredienti nella preparazione degli integratori alimentari sia di prodotti finiti, con un totale di oltre 200.000 addetti assunti dall’intera filiera. In questo contesto, sia l’industria farmaceutica, sia quella alimentare, sia quella dei prodotti salutistici richiedono sempre maggiormente figure professionali dotate di tutte le competenze scientifiche e metodologiche necessarie per operare nell’ambito della Nutraceutica. Il Master in “Prodotti Nutraceutici: dalla ricerca e sviluppo al marketing” ha lo scopo, pertanto, di: 
1.  formare figure professionali qualificate nello sviluppo, formulazione, produzione e controllo degli integratori alimentari atte a operare nell’industria farmaceutica, dei prodotti salutistici e alimentare.
2.  formare figure professionali dotate delle conoscenze necessarie per l’adeguata informazione scientifica agli operatori sanitari (farmacisti, medici di medicina generale e specialisti, nutrizionisti e dietisti ecc.).
3.  fornire le competenze necessarie per la commercializzazione e la corretta presentazione al pubblico di tali prodotti attraverso i canali farmacia, parafarmacia ed erboristeria. 

La figura professionale formata nel Master può trovare sbocco in:
industrie farmaceutiche, dei prodotti salutistici e alimentari che producono o distribuiscono integratori alimentari, nonché materie prime;
attività di tipo commerciale (farmacie, parafarmacie, erboristerie) che trattano prodotti nutraceutici;
organismi pubblici deputati al controllo dei prodotti alimentari/nutraceutici;
enti di ricerca pubblici e privati con interesse nel settore della Nutraceutica.

Data di inizio e fine: Febbraio 2025 – Marzo 2026.

Per informazioni: maria.daglia@unina.it
2
Master di II livello
Nutraceutici e integratori alimentari:
dalla materia prima al marketing e loro impiego in clinica
Università di Pavia, Dip. di Scienze del Farmaco-Sezione di Chimica Farmaceutica

Il master è rivolto sia a neolaureati sia a lavoratori già operanti in aziende, farmacie e parafarmacie, Enti di Ricerca o organismi di controllo dei prodotti alimentari e società di consulenza comunicazione e marketing). Il Master, alla sua V edizione, si propone di rispondere alle richieste sempre crescenti da parte delle aziende alimentari e farmaceutiche di figure professionali qualificate che possono trovare impiego sia
•  nelle industrie alimentari e nelle industrie farmaceutiche che producono integratori; in attività commerciali che richiedono operatori sanitari (farmacie, parafarmacie);
•  in Enti di Ricerca o in organismi di controllo dei prodotti alimentari;
•  in società di consulenza comunicazione e marketing.

Tali figure professionali saranno in grado di:
•  selezionare le materie prime fonti di nutraceutici;
•  progettare e sviluppare il prodotto finito (integratore);
•  eseguire controlli sia sulle materie prime che sul prodotto finito;
•  supportare le aziende nell’iter di registrazione e commercializzazione del prodotto;
•  informare adeguatamente da un punto di vista scientifico gli operatori sanitari a diretto contatto con il pubblico riguardo il corretto consiglio (clinical evidence) e utilizzo di questi prodotti.

Il Master è di durata annuale articolato in: didattica frontale, seminari, esercitazioni pratiche per affrontare sul campo le principali problematiche relative alla progettazione, sviluppo, formulazione e al controllo analitico di un prodotto finito, visite presso aziende del settore nutraceutico. È infine previsto un tirocinio curriculare presso aziende del settore o enti di ricerca. Punti di forza del Master sarà da un lato la possibilità di svolgere attività pratica di laboratorio e dall’altra la presenza di docenti provenienti da Aziende, Associazioni di Settore e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che copriranno la quasi totalità della didattica frontale e di laboratorio.

Inizio lezioni: venerdì 21 febbraio 2025.
Termine lezioni: fine giugno 2025.

Le lezioni frontali si terranno anche in streaming, mentre i laboratori si terranno in presenza la terza o quarta settimana di Giugno 2025 presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco.

Apertura iscrizioni 23 settembre 2024 – Termine iscrizione 3 febbraio 2025 seguendo le modalità indicate sul sito dell’Università.

Per informazioni: masternutrialiaunipv@gmail.com
3
Master biennale di II livello
Nutraceutici e integratori alimentari:
dalla materia prima al marketing e loro impiego in clinica
Università di Pavia, Dip. di Scienze del Farmaco-Sezione di Chimica Farmaceutica

L’Università degli Studi di Pavia ha istituito per il biennio accademico 2024-2026 la XXI edizione del Master Universitario Biennale di II livello in Discipline Regolatorie “G. Benzi”, presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Lazzaro Spallanzani”. Il Master ha lo scopo di fornire a laureati di diverse discipline le competenze necessarie per la formazione di nuove figure professionali nel campo delle attività regolatorie, oggi richieste dalle Aziende e dalle Autorità operanti nel Settore Sanitario e Industriale. Le Discipline Regolatorie sono costituite dall’insieme delle nozioni scientifiche, tecniche, economiche, legali e amministrative atte a definire le regole e gli strumenti per amministrare tutta la materia riguardante produzione, sperimentazione, immissione sul mercato e utilizzo, entro termini di efficacia, qualità e sicurezza, delle sostanze esogene a uso umano e animale (specialità medicinali, integratori alimentari, dispositivi medici, cosmetici ecc.). 

Il Master forma figure professionali specializzate che abbiano le seguenti caratteristiche:
•. possedere nozioni giuridico-economiche e approfondire la conoscenza delle normative nazionali, europee ed internazionali, le procedure di registrazione e le regole connesse con le diverse tappe regolatorie per sviluppo dei prodotti dell’area salute;
•  saper pianificare, preparare e valutare qualsiasi tipo di pratica regolatoria e in particolare il dossier di registrazione;
•. possedere conoscenze tecnico-scientifiche di base nelle tre aree del controllo qualità: GMP, GLP, GCP;
•. possedere competenze e capacità relazionali e di mediazione che permettano di pianificare strategie regolatorie e stimolino la capacità del “problem solving” per preparare e valutare qualsiasi tipo di pratica regolatoria. 

La figura professionale formata può trovare sbocco nel settore privato (aziende farmaceutiche, chimico-farmaceutiche, biotecnologiche, alimentari e cosmetiche), nel settore pubblico (Agenzie Regolatorie nazionali ed europee, Ministero della Salute, Aziende Sanitarie, Assessorati regionali) o in attività di consulenza libero-professionale. Bando e istruzioni per iscrizione (a partire dal 18 novembre 2024) sono disponibili sul sito dell’Università.

Per informazioni: maurizia.dossena@unipv.it

Editoriale IN 5 • 2024

editoriale

L'Integratore Nutrizionale 5-2024
Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Donne nel mondo del lavoro progressi fragili e sfide ancora aperte

Negli ultimi anni, il tema della parità di genere nel mondo del lavoro ha guadagnato sempre più attenzione, grazie anche a ricerche come il recente rapporto “Women in the Workplace” pubblicato da McKinsey & Company in collaborazione con LeanIn.org. Secondo il rapporto, negli ultimi dieci anni, le donne hanno compiuto progressi significativi a tutti i livelli della gerarchia aziendale. Tuttavia, il cammino verso una reale parità rimane tutt’altro che stabile, con una situazione particolarmente delicata per le donne di colore, che continuano a essere sottorappresentate a ogni livello.

Un dato incoraggiante riguarda l’aumento della presenza femminile nei vertici aziendali: tra il 2015 e il 2024, la rappresentanza delle donne nei ruoli dirigenziali di alto livello (C-suite) è passata dal 17% al 29%. Questo incremento, sebbene positivo, nasconde ancora una realtà complessa. Mentre la rappresentanza femminile è aumentata a tutti i livelli, i progressi nei primi stadi della carriera aziendale, come i ruoli di ingresso e manageriali, sono stati decisamente più lenti. Per esempio, mentre le donne costituiscono il 48% della forza lavoro a livello di ingresso, la loro presenza diminuisce man mano che si sale nella scala gerarchica. Uno degli snodi critici è la prima promozione a ruoli manageriali: nel 2024, per ogni 100 uomini che ricevevano la prima promozione,  si contavano solo 81 donne, un miglioramento minimo rispetto alle 79 del 2018. Le donne di colore, in particolare, affrontano barriere ancora maggiori. Se il ritmo attuale di progresso dovesse mantenersi invariato, ci vorrebbero 22 anni perché le donne bianche raggiungano la parità con i colleghi maschi, mentre per le donne di colore si parla addirittura di 48 anni. Questa disparità evidenzia come il percorso verso l’uguaglianza non sia uniforme e come le donne che affrontano discriminazioni multiple, basate sia sul genere sia sull’etnia, siano particolarmente svantaggiate. Oltre ai dati, emerge un altro aspetto preoccupante: l’impegno delle aziende verso la diversità di genere sembra in calo. Nel 2024, solo il 78% delle aziende ha dichiarato che la diversità di genere è una priorità, rispetto all’87% del 2019. Anche i programmi di supporto formale per le donne, come il mentoring, sono diminuiti: il 37% delle aziende ha offerto programmi di mentorship per le donne nel 2024, rispetto al 48% di due anni prima. In un contesto industriale, la nutraceutica rappresenta un esempio interessante di come le sfide e i progressi della parità di genere si riflettano su settori specifici. Heather Granato, presidente di Women in Nutraceuticals (WIN), ha sottolineato l’importanza cruciale della parità di genere come motore dell’innovazione. Secondo Granato, uno degli elementi più potenti per promuovere l’innovazione all’interno di un’organizzazione è garantire l’uguaglianza di genere, in particolare nei ruoli di leadership. WIN, che si è impegnata ad aumentare la rappresentanza femminile nel settore, ha pubblicato nel 2023 un rapporto secondo cui il 37% delle posizioni di leadership senior e il 28% delle posizioni di CEO nel settore nutraceutico sono occupate da donne. Questi dati sono in linea con l’industria farmaceutica, dove le donne ricoprono il 41% delle cariche di vicepresidente, il 35% di quelle di vicepresidente senior e il 29% dei ruoli di C-suite. Se da un lato questi numeri indicano un miglioramento, dall’altro confermano che siamo ancora lontani dall’obiettivo di una parità piena e duratura. In risposta, WIN sta promuovendo diverse iniziative per favorire la crescita professionale delle donne nel settore, tra cui un programma pilota di mentorship e l’avvio di un modulo formativo che valuta la prontezza alla leadership. Questi strumenti sono fondamentali non solo per sostenere le donne nel raggiungimento dei vertici aziendali, ma anche per assicurare che la diversità diventi un pilastro dell’innovazione e dello sviluppo aziendale.

In conclusione, i dati raccolti da McKinsey e dalle organizzazioni settoriali come WIN ci ricordano che, nonostante i progressi compiuti, la strada verso una reale parità di genere nel mondo del lavoro è ancora lunga e complessa. Le aziende non possono permettersi di abbassare la guardia: l’impegno per la diversità e l’inclusione deve rimanere una priorità strategica, non solo per ragioni etiche, ma anche per il contributo positivo che una leadership inclusiva può dare alla crescita e all’innovazione.

Prendersi cura del microcircolo

L'Integratore Nutrizionale n°5-2024
Piante e Derivati botanici
Prendersi cura del microcircolo
La strada naturale per mantenere la salute di corpo e mente

Il mantenimento della funzionalità della microcircolazione in uno stato di buona salute è un fattore chiave per il benessere generale dell’organismo. Recenti evidenze hanno mostrato anche un suo specifico impatto positivo sul benessere mentale.
Il microcircolo è l’insieme dei vasi sanguigni di piccole dimensioni nel corpo umano, e include arteriole, venule e capillari; tra i suoi vari compiti c’è la regolazione del flusso sanguigno, la quale consente ai capillari lo scambio di gas, ossigeno incluso, nutrienti, ormoni e altre molecole con tutte le cellule del nostro corpo, incluse quelle del cervello.
Le conseguenze di un malfunzionamento della microcircolazione e delle cellule endoteliali dei microvasi possono portare a vari disturbi sulla salute, in grado anche di compromettere la funzionalità cerebrale e l’acutezza mentale con un impatto significativo sulla capacità di mantenere il focus e lo stato di concentrazione.
È oramai ben noto che molti aspetti dello stile di vita contemporaneo possono influenzare negativamente il microcircolo: una dieta sbilanciata, fattori ambientali quali l’inquinamento, abitudini poco salutari quali eccessivo consumo di alcol e fumo, la scarsa attività fisica, ma anche fattori quali stress e stati di ansia possono contribuire con un impatto fortemente negativo sul nostro benessere fisico.
Tutti i fattori negativi che minacciano il microcircolo sono oggi riconosciuti come aventi un impatto anche sulla salute mentale e del cervello. Questa non è una casualità: il nesso con una buona funzionalità cerebrale risiede nella profonda correlazione tra lo stress ossidativo e il danno da radicali liberi che aumentano quando il cervello non riceve un apporto adeguato di sostanze per il suo corretto funzionamento, o in, in altre parole, quando il microcircolo non funziona nel migliore dei modi.
Difficoltà nella visione, calo uditivo, neuropatie, malattie cardiache, danni renali o epatici, e osteoartrite sono disturbi noti per essere correlati ad un malfunzionamento della microcircolazione.
Analogamente, la progressiva perdita di memoria e la nebbia cognitiva (foggy brain) possono derivare da specifiche aree del cervello che gradualmente vengono deprivate di un adeguato apporto di ossigeno, nutrienti, e flusso sanguigno.
Gli ingredienti botanici possono rappresentare un grande supporto per il mantenimento della corretta funzionalità del microcircolo. Questo avviene spesso grazie all’elevato potere antiossidante e di scavenger di radicali liberi che caratterizza alcuni di essi, ma anche grazie a profili fitochimici caratteristici che mostrano attività su enzimi specifici quali l’ossido nitrico sintasi endoteliale oppure su specifici biomarker di infiammazione.
In questo articolo, verrà illustrata l’attività di alcuni estratti botanici sul microcircolo e il loro effetto fisiologico sulla salute umana; nello specifico, ci focalizzeremo sull’estratto di mirtillo (Vaccinium myrtillus L.), l’estratto di semi d’uva (Vitis vinifera L.) e l’estratto di ginkgo biloba (Ginkgo biloba L.), e su come essi possano avere un’influenza positiva sulla performance cognitiva (Figura 1).
Verranno inoltre riportati i risultati di un recente studio nell’uomo in cui questi estratti sono stati testati per valutarne l’efficacia: il trial clinico, svolto negli Stati Uniti, ha previsto l’arruolamento di 64 soggetti sani di età adulta compresa tra i 25-55 anni con un design randomizzato contro placebo durato 4 settimane, e la valutazione di endpoint relativi a parametri di attenzione e memoria, insieme a umore e stati d’animo.

Estratto di mirtillo (Vaccinium myrtillus L.)

Nonostante la sua storia di utilizzo nella medicina tradizione sia lunga molti secondi, a partire del Medioevo e passando attraverso l’uso da parte dei piloti della Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale, il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) attrae ancora oggi l’interesse della comunità scientifica.
Evidenze precliniche e cliniche hanno già dimostrato e continuano a provare gli effetti benefici degli antocianosidi del mirtillo, componenti attivi con proprietà antiossidanti e vasoprotettive.
Allo stesso tempo, tuttavia, la lunga storia di utilizzo di questa pianta ha messo in risalto la necessità di utilizzare materie prime ed estratti botanici che rispondano a solidi requisiti di qualità, efficacia e sicurezza per poter ottenere i desiderati effetti benefici. Adulterazione, sofisticazione, mancanza di chiara standardizzazione, sono solo alcune delle problematiche che si riscontrano in molti degli estratti di mirtillo in commercio e che, ovviamente, ne minano le proprietà salutistiche.
Tra gli estratti maggiormente caratterizzati e studiati si ritrova un estratto di mirtillo titolato al 36% di antocianine sviluppato in modo da preservare il naturale profilo fitochimico delle bacche: un approfondito pacchetto analitico, che include test genomici, garantisce la qualità e la standardizzazione, ma anche il mantenimento di una matrice vegetale naturale che ha un comprovato ruolo nel garantire l’assorbimento ottimale dei componenti attivi (1).
Il rispetto del completo profilo fitochimico della pianta consente a questo estratto di massimizzare l’effetto positivo sulla circolazione periferica, anche in situazioni complesse come la gravidanza (2), e sulla salute dell’occhio (3,4,5), come dimostrato in diversi studi nell’uomo.
In aggiunta a questo, il recente studio americano mostra gli effetti dell’estratto di mirtillo ad alto titolo sul benessere mentale, fornendo un immediato collegamento tra i benefici al microcircolo e il benessere psicofisico. Nello specifico, l’estratto di mirtillo al dosaggio di 160 mg per due volte al giorno si è mostrato in grado di favorire il miglioramento dell’umore, specie in relazione al miglioramento dello stato d’animo aumentando la risolutezza e diminuendo gli stati di scarsa motivazione (6).
Recenti studi preclinici hanno fornito un chiaro razionale alla base di questo effetto benefico, rivelando come l’estratto di mirtillo sia dotato non solo di proprietà vasoprotettrici, ma che di una marcata attività neuroprotettiva basata un effetto antiossidante e anti-radicali liberi (7) (Figura 2).

Estratto di semi d’uva (Vitis vinifera L.)

L’accurata selezione della biomassa e messa a punto del processo estrattivo sono la caratteristica distintiva anche per gli estratti di semi d’uva, di cui influenzano gli effetti salutistici. Nel presente articolo ci soffermiamo su un estratto brevettato ricco di proantocianidine (OPC) prodotto esclusivamente con semi d’uva dalla produzione di vino bianco della regione francese della Champagne. Le specifiche di questo estratto mostrano una bassa quantità (5-15%) di monomeri flavanici (catechina ed epicatechina) e un alto contenuto di proantocianidine oligomeriche (oltre il 95%).
Questo estratto è in grado di proteggere il sistema cardiovascolare, come dimostrato in un precedente studio nell’uomo. In questo trial clinico, dopo 4 mesi di somministrazione, è stato osservato un miglioramento statisticamente significativo, pur rimanendo all’interno di range fisiologici, e dose-dipendente in tutti gli endpoint (pressione sanguigna sistolica, pressione sanguigna diastolica, flusso laser Doppler, frequenza cardiaca, radicali liberi plasmatici) nei soggetti a cui è stato somministrato l’estratto OPC ad alta concentrazione a due dosaggi diversi (150 mg e 300 mg) (8). Uno studio successivo in soggetti normotesi ha confermato l’effetto positivo sul controllo della pressione sanguigna, evidenziando però anche un effetto positivo sulla regolarizzazione dell’umore e sulla percezione delle preoccupazioni (9). Questo effetto favorevole è basato su un meccanismo d’azione a favore della salute endoteliale di diversi vasi, compresi i microvasi.  Uno studio in-vitro ha dimostrato che l‘estratto di semi d’uva ad alto titolo di OPC è in grado di modulare alcuni parametri della funzionalità endoteliale, riducendo sostanze ad effetto vasocostrittore (es. eNOS), aumentando sostanze ad effetto vasodilatatore (es. endotelina-1) e riducendo biomarker di infiammazione (es. sICAM) (9).
In aggiunta, recenti studi in vitro hanno rivelato il marcato effetto antiossidante dell’estratto di OPC testato su cellule neuronali (7) (Figura 3).
Questi risultati mostrano come tale ingrediente possa aiutare a mantenere sana la microcircolazione conferendo un effetto neuroprotettivo alla base dell’effetto positivo sulla salute del cervello. Tali benefici nell’uomo sono stati dimostrati preliminarmente nel sopracitato studio clinico svolto in US, nel quale l’integrazione con questo estratto di OPC è stata studiata in soggetti sani ad un dosaggio di 150 mg due volte al giorno misurando la precisione in risposta a stimoli a breve termine. La difficoltà nel ricordare informazioni a breve termine può portare ad errori e stress nelle attività quotidiane e nei processi decisionali. I risultati preliminari dello studio hanno dimostrato che la tendenza a compiere errori è diminuita di circa il 50% dopo 60 minuti dalla prima integrazione con l’estratto di semi d’uva. Anche la capacità del soggetto di ricordare rapidamente un’informazione è fondamentale nella capacità di esecuzione di una mansione, e nello studio questo parametro è migliorato rispetto al valore basale già dopo la prima dose (6). Queste evidenze devono essere confermate.

Estratto di ginkgo biloba (Ginkgo biloba L.) in combinazione con fosfatidilserina   

Tra gli estratti botanici riconosciuti per il loro effetto benefico sulla microcircolazione c’è l’estratto di ginkgo biloba.
I suoi composti attivi sono noti per avere uno spiccato effetto antiossidante in grado di conferire protezione al sistema cardiovascolare ma anche alla funzionalità cerebrale. Le potenzialità dell’estratto di ginkgo possono essere ulteriormente rafforzate dalla sua combinazione con la fosfatidilserina, un fosfolipide utilizzato nell’integrazione alimentare per i suoi effetti nootropici. L’ingrediente nutrizionale smart che deriva dalla “combinazione intelligente” tra un estratto di ginkgo biloba e la fosfatidilserina è stato sviluppato, standardizzato (≥5% ginkgoflavonglucosidi, ≥0,5% ginkgoterpeni; ≥12% fosfatidilserina) e testato con successo come supporto alla salute cognitiva.
Un precedente studio clinico aveva già dimostrato la sua efficacia nell’ottimizzare la velocità e la qualità della memoria dopo una singola somministrazione al dosaggio di 480 mg in volontari sani (10). Questo accadeva in misura superiore rispetto al solo estratto di ginkgo oppure alla sua combinazione con altri fosfolipidi (es. fosfatidilcolina).
Il nuovo studio ha ulteriormente confermato l’efficacia della combinazione dell’estratto di ginkgo con fosfatidilserina nel supportare le funzioni cognitive, con particolare riferimento alla capacità di mantenere la concentrazione, un maggiore stato di vigilanza, il tempo di reazione agli stimoli e il focus sulla memoria verbale e visiva (7). Questo si traduce in un miglioramento della performance lavorativa per attività che richiedono livelli di attenzione elevati per periodi prolungati.
Ancora una volta, la correlazione tra microcircolazione e salute cognitiva appare rilavante considerando che la combinazione estratto di ginkgo con fosfatidilserina è risultata avere un’attività antiossidante e neuroprotettiva in recenti test preclinici (7) (Figura 4).

Conclusioni

Nel variegato scenario dell’integrazione alimentare sono molti gli ingredienti che vantano benefici sulla salute cognitiva. Tra essi, ricoprono sicuramente un ruolo prominente gli estratti botanici in grado di supportare efficacemente la funzione del microcircolo, tra cui gli estratti derivanti dal mirtillo nero, dai semi d’uva e da ginkgo biloba.
La selezione di tali estratti, tuttavia, deve passare attraverso rigorosi criteri di dimostrata efficacia, qualità e sicurezza. 
Recenti studi preclinici e nell’uomo hanno dimostrato come un estratto di mirtillo ad alto titolo in antocianine (36%), un estratto di semi d’uva ad alto titolo in proantocianidine oligomeriche (OPC) e un estratto di ginkgo biloba combinato con fosfatidilserina, ingredienti già noti per i loro effetti benefici su salute vascolare e microcircolo, abbiano anche un effetto benefico sulla performance mentale, grazie a un comprovato effetto antiossidante e neuroprotettivo.
In questo contesto la correlazione tra microcircolazione e salute cognitiva si afferma come una delle aree di maggiore interesse da approfondire scientificamente per poter rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più attenta a coniugare benessere fisico e mentale.

Bibliografia
1. Riva A, Togni S, Franceschi F et al. The effect of a natural, standardized bilberry extract (Mirtoselect®) in dry eye: a randomized, double blinded, placebo-controlled trial. Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2017;21(10):2518-2525.
2. Teglio L, Tronconi R, Mazzanti C, Guerresi E. Vaccinium myrtillus anthocyanosides in the treatment of venous insufficiency of the lower limbs and acute piles in pregnancy. Quad Clin Ostet Ginecol. 1987;42:221-231.
3. Gizzi C, Belcaro G, Gizzi G et al. Bilberry extracts are not created equal: the role of non anthocyanin fraction. Discovering the “dark side of the force” in a preliminary study. European Review for Medical & Pharmacological Sciences. 2016;20(11):2418-2424.
4. Mazzolani F, Togni S, Franceschi F et al. The effect of oral supplementation with standardized bilberry extract (Mirtoselect®) on retino-cortical bioelectrical activity in severe diabetic retinopathy. Minerva Oftalmol. 2017;59:38-41.
5. Mazzolani F. Bilberry extract in macular pigment density improvement. Austn J Clin Ophthalmol. 2024;11(5):1194.
6. Confidential data on file. Aug2024.
7. Confidential data on file. Aug 2024
8. Belcaro G, Ledda A, Hu S et al. Grape seed procyanidins in pre- and mild hypertension: a registry study. Evid Based Complement Alternat Med. 2013;2013:313142.
9. Schön C, Allegrini P, Engelhart-Jentzsch K et al. Grape seed extract positively modulates blood pressure and perceived stress: a randomized, double-blind, placebo-controlled study in healthy volunteers. Nutrients. 2021;13(2):654.
10. Kennedy DO, Haskell CF, Mauri PL, Scholey AB. Acute cognitive effects of standardised Ginkgo biloba extract complexed with phosphatidylserine. Hum Psychopharmacol. 2007;22(4):199-210.

S. Tongiani, E. Frattini 
elisabetta.frattini@indena.com

 

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SISTE • ASSOERBE
Il paradossale parere EFSA su specie vegetali contenenti idrossiantraceni (HAD)

La comunità scientifica e i produttori di preparazioni botaniche sono costernati di fronte a quanto riportato nell’opinione scientifica EFSA sulle specie botaniche contenenti derivati richiesto ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 1925/2006 per la valutazione della sicurezza delle sostanze controllate dall’Unione nella parte C dell’allegato III (1).

EFSA scrive nel suo nuovo parere (2) di non essere in grado di valutare la sicurezza delle preparazioni a base di radice o rizoma di Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. e dei loro ibridi, dalla foglia o dal frutto di Cassia senna L. e dalla corteccia di Rhamnus frangula L. e Rhamnus purshiana: “The Panel considers that the safety of preparations from the root or rhizome of Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. and their hybrids, from the leaf or fruit of Cassia senna L. and from the bark of Rhamnus frangula L. and Rhamnus purshiana DC cannot be established based on the submitted studies”.

Dal 2018 a oggi sono passati 6 anni e molti nuovi studi di genotossicità tutti “negativi”, ma nulla è cambiato dall’opinione con la quale EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha messo le premesse per il bando in tutta Europa degli integratori alimentari contenenti Aloe spp. e alcune sostanze presenti nelle foglie dell’Aloe come emodina e aloe-emodina (una delle principali sostanze idrossiantraceniche presenti, per altro, nell’aloe ma anche in molte altre specie vegetali) sospette genotossiche, cioè in grado di modificare il DNA.

Dopo quel parere, entrato in vigore in Italia come Regolamento della Commissione europea nell’aprile del 2021, la comunità di operatori economici interessati, con il supporto scientifico dell’Università di Milano, ha condotto numerose ricerche, ma nulla è cambiato perché EFSA ribadisce nel suo nuovo parere di non essere in grado di valutarne la sicurezza.

Questo nonostante il fatto che rispetto al 2018 l’Autorità avesse oggi a disposizione, ai fini della revisione, una notevole mole di nuovi dati originali, frutto di studi condotti secondo i più recenti e convalidati protocolli scientifici internazionali (OECD), studi che dimostrano la incontrovertibile non genotossicità degli estratti di piante contenenti aloe-emodina, il principale HAD sotto accusa, e uno studio che smentisce la genotossicità della stessa aloe-emodina. C’erano quindi fondati motivi per ritenere che l’Autorità avrebbe considerato validi i nuovi argomenti per mutare la propria già incerta posizione.

Secondo SISTE e ASSOERBE un parere, questo di EFSA – basato su motivazioni per lo più contradditorie e illogiche, non sostenibili dal punto di vista scientifico –, che lascia costernati comunità scientifica e produttori di preparazioni botaniche.

I risultati dei nuovi studi, infatti, contraddicono in modo inoppugnabile quelli più datati, condotti secondo protocolli non convalidati a livello internazionale, che hanno portato al bando degli integratori alimentari contenenti preparazioni a base di Aloe spp., emodina e aloe-emodina.

Ma, come si può sostenere, si chiede la comunità scientifica e degli operatori interessati, con in testa SISTE e ASSOERBE, che qualunque miscela/preparazione contenente emodina e aloe-emodina, prescindendo da quantità e livello di assunzione e dall’effetto matrice, sia genotossica, quando le numerose ed “eccellenti”, riconosce la stessa EFSA, evidenze scientifiche, oggi disponibili, dimostrano il contrario? Che senso aveva richiedere nuove prove scientifiche se la sentenza era già stata formulata a prescindere da queste?

Dichiara Marinella Trovato, Presidente SISTE: «A parte la delusione e lo scoramento per l’impegno umano ed economico e gli sforzi fatti per dimostrare la sicurezza di queste preparazioni – che peraltro continuano a trovare impiego in miriadi di preparazioni alimentari così come in dispositivi medici, in farmaci e cosmetici, categorie di prodotti soggetti a disposizioni diverse – resta lo sconcerto e la preoccupazione per future valutazioni che riguardino altre specie vegetali. È legittimo pensare che questo parere rientri in un disegno più ampio volto a demonizzare l’uso dei “botanicals” negli integratori alimentari e che il consumatore e la sua salute in tutto questo non c’entrino nulla».

Bibliografia
Specie botaniche contenenti derivati idrossiantracenici (Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. e i loro ibridi, Rhamnus purshiana DC., Rhamnus frangula L. e Cassia senna L.). Articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (CE) n.1925/2006 per la valutazione della sicurezza delle sostanze controllate dall’Unione nella parte C dell’allegato III.

EFSA NDA Panel (EFSA Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens). Scientific Opinion on additional scientific data related to the safety of preparations of Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. and their hybrids, Rhamnus purshiana DC., Rhamnus frangula L. and Cassia senna L., submitted pursuant to Article 8(4) of Regulation (EC) No 1925/2006. EFSA Journal. 2024;22(5):e8766.

I pilastri della cosmetica moderna

I pilastri della cosmetica moderna

P. Perugini
Professore associato Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università di Pavia Membro del Comitato scientifico di Cosmetic Technology
paolaperugini@unipv.it

 

Negli ultimi anni, i profondi cambiamenti demografici e climatici che stiamo vivendo ci spingono a riconsiderare in modo etico l’utilizzo delle risorse disponibili, sia come società sia come ambito scientifico. Questa riflessione porta alla ribalta il concetto di sostenibilità, ovvero uno sviluppo che mira a soddisfare le attuali esigenze senza compromettere il benessere delle generazioni future.

Oggi, nel mondo della cosmesi, la sostenibilità non è una tendenza, ma un’inevitabile necessità, complice un consumatore impegnato che cerca prodotti che non soddisfino solo esigenze estetiche ma anche etiche.

Tuttavia, nel racconto comune sulla sostenibilità, spesso manca la comprensione di quello che questo concetto realmente comporta. La sostenibilità non è una visione unidimensionale, ma un intreccio equilibrato di più  fattori. Si poggia su tre pilastri fondamentali che sono l’aspetto ambientale, l’equità sociale e la dimensione economica.

Dal punto di vista ambientale, si parla di scelte che permettano di soddisfare gli obiettivi di eco-compatibilità come la mitigazione del cambiamento climatico, l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine, la transizione all’economia circolare, la prevenzione e controllo dell’inquinamento e il rispetto delle biodiversità e degli ecosistemi. Allo stesso tempo, la sostenibilità deve garantire condizioni di lavoro dignitose lungo tutta la catena di produzione, così come promuovere l’inclusione sociale e il rispetto delle diversità culturali. Infine, deve creare un modello di business che non considera solo il profitto, ma che crea valore condiviso per tutte le parti interessate. è evidente, quindi, che la sostenibilità rappresenta un tema complesso.

Peraltro, èun concetto dinamico e in continua evoluzione, influenzabile dal progresso e dalle innovazioni tecnologiche. Le nuove ricerche nel campo della chimica verde, delle tecnologie e pratiche sostenibili offrono costantemente nuove prospettive e soluzioni per affrontare le sfide. Numerosi software e applicazioni oggi aiutano nel valutare l’impatto ambientale dei materiali, delle tecniche di produzione e delle strategie di distribuzione, facilitando così la progettazione di prodotti più sostenibili. è importante rimanere al passo con queste scoperte per integrare le migliori azioni nei processi di sviluppo dei prodotti.

Per tutti questi motivi, la sostenibilità richiede un approccio olistico che implica necessariamente una rivoluzione. In altre parole, presuppone una rivalutazione di tutte le strategie aziendali.

Tuttavia, in questa frenetica e impegnativa corsa verso la sostenibilità, l’attenzione rivolta alla creazione di prodotti più sostenibili spesso finisce per oscurare altri aspetti cruciali del prodotto, come la sicurezza o l’efficacia.

Questi elementi, però, sono e devono rimanere le colonne portanti del prodotto. Dopotutto, un cosmetico che non garantisce la sicurezza o che non offre risultati efficaci non può essere ritenuto conforme alle normative.

è qui che entra in gioco l’ecodesign, permettendo il giusto compromesso tra sostenibilità, sicurezza ed efficacia grazie a una progettazione consapevole che coinvolge l’intero processo produttivo e il ciclo di vita del prodotto. L’ecodesign, infatti, richiede una visione d’insieme e competenze multidisciplinari per garantire che ogni fase del processo di sviluppo del prodotto sia attentamente valutata e ottimizzata, mantenendo un equilibrio coerente tra tutti i suoi aspetti. Questo approccio consente di capitalizzare la sostenibilità senza mettere in secondo piano le necessità di base che i prodotti devono soddisfare per definizione. particolare, è bene ricordare che l’impatto della sostenibilità non si limita solo all’attività produttiva ma si estende su tutta la catena di valore. Nel caso della cosmetica, riguarda la fase di design, di approvvigionamento di materie prime, di produzione, di packaging e di distribuzione, fino alle fasi di utilizzo e post-utilizzo da parte del consumatore. Pertanto, è essenziale promuovere una visione condivisa di tutte le parti coinvolte nella filiera del benessere.

Una delle categorie in cui questa tensione tra sostenibilità, efficacia e sicurezza è particolarmente evidente è quello della protezione solare. Al giorno d’oggi, i prodotti solari rappresentano alcuni tra i cosmetici più richiesti dal mercato, a fronte di un’aumentata consapevolezza per la protezione dai rischi dell’esposizione solare e quindi della ricaduta diretta che possono avere sulla salute dell’uomo. Tuttavia, dal punto di vista formulativo, presentano spesso alte concentrazioni di filtri UV il cui rilascio all’interno di ecosistemi marini preoccupa i consumatori e lo rende un prodotto ritenuto impattante verso l’ambiente esterno. Di conseguenza, serve muoversi nel processo di sviluppo di formule che trovino il giusto equilibrio tra la sicurezza umana e la compatibilità marina e/o ambientale.

Si parte dall’analisi delle materie prime, della provenienza e della biodegradabilità. Su questo punto è bene ricordare che serve distinguere il concetto di naturale da quello di sostenibile. Le parole “verdi” spesso associate a ingredienti come materie prime vegetali ed estratti botanici possono essere fuorvianti. Un prodotto cosmetico naturale non è necessariamente sostenibile, e viceversa. Per determinare la sostenibilità di un ingrediente, è essenziale considerare la sua reperibilità, i processi produttivi e l’inquinamento ambientale generato dalla sua filiera e trasporto. Gli ingredienti naturali di nicchia, espressione della biodiversità e di ecosistemi particolari, per esempio, vanno preservati per mantenere la ricchezza nel territorio di origine.

Ci si sposta poi sulla sinergia tra ingredienti e sulla definizione dei blend più sicuri e attivi; ci si concentra sulla formulazione del prodotto, utilizzando metodologie che sfruttino il transfer tecnologico verso approcci a minor impatto ambientale, sempre più all’avanguardia.

In sintesi, l’approccio a 360°„ rappresenta una risposta chiave per sviluppare prodotti che rispondano a tutti i criteri, implementando anche la misurazione dell’intero impatto del prodotto lungo la catena di produzione e consumo. Questo consente di trovare un equilibrio ottimale tra le esigenze della salute umana e la protezione dell’ambiente, garantendo che i prodotti, come nel caso del solare, non solo esercitino la loro azione di protezione, ma anche rispettino la fragilità degli ecosistemi marini e ambientali.

Tale approccio favorisce la gestione efficiente del prodotto in cui la sostenibilità, la sicurezza e l’efficacia non sono più concetti separati quanto più strettamente interconnessi. Integrandoli pienamente si possono realizzare prodotti cosmetici che soddisfino appieno le esigenze dei consumatori moderni, senza compromettere il benessere del pianeta o della salute umana.

Ciò significa investire continuamente nella ricerca e sviluppo di ingredienti innovativi e processi di produzione sostenibili, senza pregiudicare la qualità, la sicurezza e l’efficacia del prodotto finale.