Innovazione in Botanicals n°1/2021

Innovazione in Botanicals n°1/2021

Articoli scientifici

Aggiornamenti

• ECONOMIA CIRCOLARE: i principi dell’economia circolare sono stati sinora applicati nel campo dei derivati vegetali limitatamente a grosse realtà produttive quali la filiera agro-forestale, dalla quale derivano abbondanti biomasse di scarto. Ancora poco esplorata è invece la valorizzazione nella filiera delle piante officinali, che pure presentano importanti potenzialità soprattutto in relazione al valore dei principi bioattivi in esse contenuti. È questo il focus del primo intervento della rubrica curata da Cristina Danna.

• ABS: RISORSE GENETICHE, DIRITTI, CONDIVISIONE: nonostante il Regolamento europeo sia in vigore da diversi anni, e l’impatto del Protocollo di Nagoya sia diventato di grande attualità nel mercato globale, in Italia l’ABS sembra essere un tema ancora sconosciuto. Il fatto che la nostra amministrazione non abbia ancora ratificato il Protocollo di Nagoya non esime tuttavia gli utilizzatori operanti sul territorio nazionale dall’osservanza degli obblighi previsti: Valentina Veneroso fa luce sull’attuale stato dell’arte.

• ANALISI GENETICHE: un mercato dei derivati vegetali in rapida crescita, catene di approvvigionamento globali e regolamentazioni complesse nei vari settori di utilizzazione determinano la necessità di assicurare adeguate modalità di controllo delle filiere. Nell’ultimo decennio l’uso di strumenti molecolari per l’autenticazione di materie prime vegetali si è notevolmente diffuso e nuove tecniche sono state introdotte e ottimizzate per affrontare le criticità della metodologia del DNA barcoding. Le passa in rassegna il primo intervento della rubrica curata da Valerio Mezzasalma, di FEM2 Ambiente.

• BOTANICALS IN ACTION: l’inverdimento risulta una buona strategia per migliorare la qualità dell’ambiente urbano, apportando numerosi benefici meglio noti come servizi ecosistemici, quali ad esempio la mitigazione del fenomeno isola di calore, la riduzione delle polveri sottili e degli inquinanti aerodispersi nei canyon urbani, la riduzione del deflusso superficiale delle acque meteoriche, l’aumento della biodiversità locale e il miglioramento del benessere psico-fisico della popolazione residente. In quest’ottica, l’impiego di Nature-Based Solution (NBS), definite dall’UE come soluzioni ispirate e supportate dalla natura, si sta configurando sempre più come settore in crescita a livello di mercato, destinato ad aumentare in vista degli obbiettivi del Green Deal Europeo e della strategia UE 2030 per la Biodiversità. Descrive alcune di queste interessanti esperienze il primo intervento di Enrica Roccotiello.

Aziende

L’ideazione e lo sviluppo di Ecovitis®, nuovo estratto standardizzato da semi d’uva ottenuti dalle vinacce selezionate da cantine del nord-est italiano, rappresenta un interessante esempio applicativo di nuove tecnologie estrattive in un contesto di economia circolare. Inoltre, lo sviluppo analitico, il particolare profilo polifenolico e l’unicità della correlazione tra profilo metabolomico meccanismi d’azione ed efficacia clinica rendono questo prodotto un avanzamento importante nel contesto della conoscenza relativa agli effetti salutistici di un rilevante gruppo di polifenoli alimentari quali le proantocianidine, illustrati nell’articolo curato da Paolo Morazzoni.
La nuova Divisione Nutraceutica delle Distillerie Bonollo nasce con l’obiettivo di sviluppare ingredienti innovativi derivanti da prodotti di scarto della filiera dell’uva e/o da altre fonti di tipo alimentare da proporre in campo nutraceutico.

Notizie

Il panorama delle iniziative riguardanti i botanicals spazia dall’agenda dei congressi scientifici in programma in Europa il prossimo anno, alla segnalazione di nuove tendenze di interesse pubblico e nell’implementazione delle biotecnologie, alle recenti avvertenze emerse sul mercato americano in tema di adulterazioni, alla descrizione di nuovi progetti di ricerca in corso grazie a parternariati internazionali.

BUONA LETTURA!

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Su questo numero hanno scritto per noi…

Anna Rita Bilia

Cristina Danna

Vincenzo De Feo

Lucia Grifoni

Valerio Mezzasalma

Paolo Morazzoni

Enrica Roccotiello

Giulia Vanti

Valentina Veneroso

La Beautycologa

La Beautycologa

Quando il 2.0 parte dalla cosmetica

Due chiacchiere con...

Marilisa Franchini

CEO e Founder di M 2.0 S.r.l.

Anna C. : Come sei messa venerdì in giornata?
Marilisa F.: Sono libera…per una call o per vederci?
Anna C.: Per intervistarti…cosa ne dici di una passeggiata nel parco di Villa Litta? Vorrei orientare l'intervista a storia e arte viste dal tuo punto di vista, cioè la tua storia e la tua arte.
Marilisa F.: Sarebbe bellissimo…

Ci incontriamo, in un venerdì pomeriggio agostano a Milano. A farci compagnia un gelato, un quaderno per gli appunti, il vociare dei bambini che giocano nel parco. La chiacchierata dura delle ore oscillando tra due dimensioni parallele: la scienza e l’arte della formulazione dei cosmetici, sapientemente fuse insieme. Di Marilisa sono tanti gli aspetti che mi hanno convinta fin da subito, non ultimi la dialettica fluente, la compostezza, la serietà, l’intraprendenza e l’entusiasmo.

Anna Caldiroli

R. Il piacere è mio! Il mio arrivo alla cosmetica parte da lontano. Dopo un percorso universitario dedicato al marketing ho lavorato per un certo periodo nella grande distribuzione, principalmente nell’area acquisti. Lì ho iniziato ad appassionarmi ai prodotti cosmetici, e in particolare a capire la differenza che intercorre tra le diverse materie prime che possono giustificare anche una differenza di prestazioni e di prezzo. Ho perciò cominciato a fare delle prove formulative in totale autonomia, acquistando delle materie prime e cimentandomi nella realizzazione di alcuni prodotti. Ho proseguito in questo modo per diversi anni e poi ho deciso che dovesse aprirsi per Marilisa il 2.0; vale a dire era giunto il momento di crearmi una nuova opportunità, professionale e personale. Mi sono perciò iscritta al corso in Scienze Cosmetiche all’Università Statale di Milano. Parallelamente è nato il mio blog, sul quale ancora scrivo, che mi ha permesso di intraprendere un’attività di divulgazione scientifica. I miei contenuti erano e sono sempre avvalorati da bibliografia a supporto, la cui lettura e approfondimento continuano a essere occasione di studio e di crescita.

R. Dopo anni di sperimentazione nell’ambito dello skin care e di confronto con le persone ho capito quali fossero i reali bisogni o i dubbi delle persone che mi seguivano, ed è così che sono nati i primi prodotti “ufficiali” Beautycology®, che hanno atteso un paio d’anni di gestazione. Il lancio dei primi prodotti è avvenuto a novembre 2020 e ora eccomi qua.
Tra l’altro, due referenze sono state oggetto di presentazione proprio su questa testata nella rubrica Prodotti finiti1.
Nel logo c’è una molecola di serotonina: il connubio tra scienza e sensorialità. Un prodotto sensorialmente piacevole verrà utilizzato con più costanza e questo farà apprezzare più facilmente la sua efficacia, per questo motivo i miei prodotti sono efficaci e caratterizzati da texture e profumazioni piacevoli e ricercate.

R. Studio personalmente le formule affinché mi rappresentino a pieno titolo. Scelgo gli attivi in modo da “attaccare il problema da più fronti”, utilizzando solo ingredienti con un forte consenso scientifico che ne comprovi l’efficacia e sempre nelle dosi funzionali. Mi avvalgo di un terzista per la realizzazione di prodotti e di un laboratorio che mi supporta nello sviluppo e nei test di efficacia e di stabilità. La distribuzione dei prodotti avviene quasi esclusivamente attraverso l’e-shop online.

R. Studio personalmente le formule affinché mi rappresentino a pieno titolo. Scelgo gli attivi in modo da “attaccare il problema da più fronti”, utilizzando solo ingredienti con un forte consenso scientifico che ne comprovi l’efficacia e sempre nelle dosi funzionali. Mi avvalgo di un terzista per la realizzazione di prodotti e di un laboratorio che mi supporta nello sviluppo e nei test di efficacia e di stabilità. La distribuzione dei prodotti avviene quasi esclusivamente attraverso l’e-shop online.

R. Il mio pubblico è composto principalmente da donne nella fascia di età 25-34, ma non mancano gli uomini! Ho un pubblico interessato alla scienza e che ama la divulgazione scientifica, al quale cerco di fornire gli strumenti per interpretare la comunicazione delle aziende cosmetiche e le notizie che compaiono sui giornali, e poi…spero che scelgano i miei prodotti! Questi ultimi sono formulati per essere adatti a tutti: testati su pelli sensibili, Nichel Tested e Gender Neutral.

R. Mi verrebbe da rispondere “scientifico”. Ciò che intendo dire è che molto spesso i termini “naturalità” e “sostenibilità” vengono utilizzati come sinonimi, vale a dire si crede che se un prodotto è naturale (o di origine naturale) sarà certamente più sicuro e sostenibile. Tuttavia, sappiamo che nella realtà dei fatti non è così. Non sempre ciò che è riconducibile alla naturalità è necessariamente non pericoloso o più sicuro per noi e per l’ambiente di ciò che è di sintesi.
Vorrei affrontare in futuro con metodo la valutazione dell’impatto dei cosmetici Beautycology® attraverso, ad esempio, l’applicazione del Life Cycle Assessment.
Al momento i materiali usati per la spedizione sono tutti riciclabili e ho eliminato il packaging secondario. Oltre alle informazioni obbligatoriamente presenti in etichetta è riportato un QR code che consente di integrare ulteriormente le nozioni di cui ritengo debba disporre un consumatore. Questo mi dà la possibilità di ridurre alcuni costi e di investire di più nelle materie prime cosmetiche, che scelgo sempre cercando l’alternativa più sostenibile e di migliore qualità.

R. Trovo che manchi una reale trasparenza nella comunicazione fatta ai consumatori. Per questo cerco, con la mia divulgazione, di far capire come funziona davvero la scienza, per dare alle persone gli strumenti per valutare e comprendere i messaggi con cui vengono costantemente bombardati. In questo modo, chi mi segue sarà in generale un consumatore più attento, severo, nel valutare il lavoro dell’intero comparto, ma anche il mio. Questo non mi spaventa, anzi, mi spinge a lavorare sempre meglio e con maggiore integrità.

R. No, non credo. Le attività sono nate e diffuse proprio attraverso i social media, che mi hanno permesso di raggiungere un vasto pubblico. Mi hanno aiutato a capire i bisogni delle persone che mi seguivano, le quali mi hanno assistito a creare le formule migliori per loro.

COSMETIC TECHNOLOGY

Il nostro progetto editoriale nel corso di questo 2021 sta riservando ampio spazio all’imprenditoria femminile in campo cosmetico. È un’idea che è nata quasi per caso (come del resto un’ampia fetta delle scoperte scientifiche, quindi questo ci fa ben sperare!) e ha via via preso sempre più piede. Per chi ci segue assiduamente anche sui supporti virtuali, diversi dalla carta stampata, sa che i post con cui accompagniamo i testi della Beautycologa utilizzano come motto #inscienscewetrust. Infatti, le scelte formulative che Marilisa Franchini, CEO e Founder di M 2.0 S.r.l., intraprende sono inderogabilmente accompagnate dalle “pezze giustificative” (come le chiama lei), ovvero da solide pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali, che le consentono di orientare le sue decisioni e di condividerle sui canali social.

Anna Caldiroli

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Beautycologa.it

IL BLOG DEDICATO ALLA COSMETOLOGIA

Per aiutarti a fare scelte consapevoli e a capire quali prodotti e quali ingredienti sono più adatti alla tua pelle.

Novel food:

E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 20 agosto il Regolamento di esecuzione UE 2021/1377 (1) che autorizza una modifica delle condizioni d’uso del nuovo alimento «oleoresina ricca di astaxantina derivata dall’alga Haematococcus pluvialis» a norma del regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio e che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione.[…]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2021

 

La scarsa bioaccessibilità dei nutraceutici……..

[…] Questa è, a nostro parere, l’unica vera ed efficace strategia per garantire l’efficacia dei nutraceutici, di cui la corretta disaggregazione è solo un tassello. E chi se non l’Italia potrebbe farsi promotrice di una tale rivoluzione, visto che è la Nazione Europea con il più grande e forte mercato di questi prodotti? […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2021

Boswellia serrata per il trattamento della corioretinopatia sierosa centrale

[…] Il distacco sieroso della retina neurosensoriale a livello maculare è un tratto distintivo della corioretinopatia sierosa centrale (CSCR) una condizione che causa deficit visivo associato a distorsione e ondulazione delle immagini. …… È stata attribuita una certa importanza alla componente infiammatoria responsabile dell’insorgenza e della persistenza della permeabilità coroideale…..Casperome® (Indena SpA, Milano, Italia) rappresenta una forma proprietaria di somministrazione di una miscela purificata di acidi triterpenici provenienti dalla resina di Boswellia serrata, dalla dimostrata attività antinfiammatoria……. In questo studio pilota, abbiamo studiato l’effetto di BP sull’acuità visiva e sullo spessore retinico nei pazienti affetti da CSCR. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2021

EDITORIALE • IN5/2021

Quando un “consensus statement” non è proprio di “consenso”
Il caso dei postbiotici: un dibattito ancora aperto

Il progresso scientifico si basa sul confronto e sul dibattito aperto, particolarmente quando si tratta di nuovi concetti, come il campo emergente dei postbiotici. Di questo argomento ne abbiamo parlato nel numero precedente1 e oggi riteniamo doveroso riportare un aggiornamento alla discussione. 

Un gruppo di 33 affermati ricercatori internazionali esperti del settore (tra cui gli italiani Maria Rescigno, Lorenzo Morelli, Simone Guglielmetti, Valentina Taverniti e altri)  hanno criticato il consensus statement pubblicato dall’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) (e da noi riportato) sulla base di alcuni punti di divergenza fondamentali2. Innanzitutto la definizione: il termine postbiotico proposto dai ricercatori dell’ ISAPP, che include anche i microrganismi inattivati, affermando che “il termine “postbiotico”… è usato in modo incoerente e manca di una definizione chiara”. Tuttavia, secondo gli autori sopra citati, la definizione di postbiotico è stata enunciata esplicitamente nel 2013 come “qualsiasi fattore risultante dall’attività metabolica di un probiotico o qualsiasi molecola rilasciata in grado di conferire effetti benefici all’ospite in modo diretto o indiretto”, in accordo con altre definizioni proposte. 

Quanto ai “paraprobiotici”, sempre secondo questi autori, il termine è comunemente usato in letteratura per indicare esplicitamente batteri inattivati e/o morti (cioè secondo la definizione originaria di questo termine). Nessun altro termine è stato finora adottato in modo più esteso per indicare l’uso di microrganismi inattivati con proprietà benefiche per la salute. 

Di conseguenza, gli autori ritengono che sussista la necessità scientifica di distinguere fattori molecolari ben definiti di origine microbica con proprietà benefiche per la salute (concetto originario di postbiotico) dall’utilizzo di matrici complesse derivate da cellule microbiche, per le quali i precisi fattori molecolari a supporto di benefici per la salute non sono completamente noti (concetto di paraprobiotico). La letteratura scientifica degli ultimi 10 anni supporta questa distinzione.

Seguono altre critiche all’articolo di ISAPP (la shelf-life dei prodotti, marker per verificarne la stabilità,  l’uso del termine “inanimato”, ecc.).

Naturalmente la risposta dei ricercatori dell’ISAPP non si è fatta aspettare3: questi rimangono sulle loro posizioni e controbattono punto per punto quanto pubblicato dai “contestatori” del consensus statement da loro proposto. Loro concludono che questo settore è ancora agli inizi e sentono la necessità di proporre ora un termine più comprensivo, sostenendo che  “le prime definizioni non sono necessariamente le migliori: si consideri che la prima definizione pubblicata per i probiotici nel 1965 era “sostanze secrete da un microrganismo che stimolano un’ altro microrganismo””. 

Insomma, il dibattito è ancora aperto:  la decisione finale sulla definizione più appropriata e utile spetterà alla comunità scientifica e alle autorità regolatorie.

 


1Barone D,  Mennini T (2021) Postbiotici o paraprobiotici. Un consensus statement farà chiarezza? L’Integratore Nutrizionale 24(4) 46-50
2Aguilar-Toalá JE, Arioli S, Behare P et al (2021) Postbiotics – when simplification fails to clarify. Nat Rev Gastroenterol Hepatol, doi:10.1038/s41575-021-00521-6
3Salminen S, Collado MC, Endo A et al (2021) Reply to: Postbiotics – when simplification fails to clarify. Nat Rev Gastroenterol Hepatol, doi:10.1038/s41575-021-00522-5

L’Integratore Nutrizionale n°5/2021

L’Integratore Nutrizionale n°5/2021

Focus: Nutricosmetici, Healthy ageing

ARTICOLI SCIENTIFICI:

• Apriamo questo numero con un articolo, a cura di Metagenics Italia, che affronta il tema in focus presentandoci le proresolvine, la loro attività e l’importante ruolo che la risoluzione dell’infiammazione ha per un invecchiamento di successo. Nel testo vengono analizzati provenienza e classificazione delle proresolvine, meccanismi d’azione nelle patologie nell’invecchiamento e nelle patologie neurodegenerative e sinergia con farmaci antinfiammatori.   

Proresolvine e ageing
La risoluzione dell’infiammazione come chiave per un invecchiamento di successo
Maurizio Salamone, Veronica Di Nardo, Francesca Busa

I Selective Pro-resolving Mediators (SPMs) o proresolvine sono mediatori lipidici derivati da acidi grassi polinsaturi, prodotti nel sito dell’infiammazione a conclusione del processo infiammatorio acuto. Agiscono non come antinfiammatori ma come segnali naturali agonisti della risoluzione, orchestrando numerosi meccanismi fisiologici predeterminati geneticamente e orientati al ripristino dell’omeostasi e alla guarigione dei tessuti coinvolti. La classificazione delle proresolvine evidenzia un’attività specifica su ogni cellula del sistema immunitario, recettori specifici e meccanismi d’azione peculiari in risposta alle citochine proinfiammatorie. L’attività pleiotropica delle proresolvine e l’importante ruolo che l’infiammazione svolge in tutte le patologie cronico-degenerative suggerisce che i processi di risoluzione dell’infiammazione possano rappresentare una chiave tutta da esplorare per un invecchiamento di successo. Oltre 1200 studi negli ultimi 20 anni ci hanno fatto conoscere la farmacologia della risoluzione e finalmente sono disponibili sul mercato alcune formulazioni nutraceutiche che contengono questi principi attivi dalle incredibili potenzialità.

• La Boswellia serrata è la protagonista del secondo articolo scientifico di questo numero. Indena ci propone uno studio pilota sull’effetto di Boswellia Phytosome® sull’acuità visiva e sullo spessore retinico nei pazienti affetti da CSCR. Il distacco sieroso della retina neurosensoriale a livello maculare è un tratto distintivo della corioretinopatia sierosa centrale (CSCR), una condizione che causa deficit visivo associato a distorsione e ondulazione delle immagini. È stata attribuita una certa importanza alla componente infiammatoria responsabile dell’insorgenza e della persistenza della permeabilità coroideale. Boswellia Phytosome® rappresenta una forma proprietaria di somministrazione di una miscela purificata di acidi triterpenici provenienti dalla resina di Boswellia serrata, dalla dimostrata attività antinfiammatoria.

Boswellia serrata per il trattamento della corioretinopatia sierosa centrale
Uno studio pilota
Fabio Mazzolani, Stefano Togni, Federico Franceschi, Antonella Riva, Roberto Eggenhöffner, Luca Giacomelli

Lo scopo del presente studio pilota in aperto era studiare l’effetto di Boswellia Phytosome®* (BP) sull’acuità visiva e sullo spessore retinico in soggetti affetti da corioretinopatia sierosa centrale acuta o cronica.
Nello studio sono stati valutati 10 occhi di 10 pazienti che avevano completato almeno un periodo di follow-up di 1 mese. Sono stati somministrati 500 mg di BP al giorno ai pazienti affetti da corioretinopatia sierosa centrale. Come endpoint primario è stata scelta la riduzione dell’essudato maculare, misurato per mezzo di tomografia ottica a coerenza di fase prima e dopo il trattamento; mentre come endpoint secondari sono stati scelti la stabilità o il miglioramento dell’acuità visiva. L’acuità visiva è stata determinata per mezzo di valutazione oftalmologica, mentre la tomografia ottica a coerenza di fase è stata utilizzata per misurare lo spessore retinico.
Dopo un mese di trattamento, la riduzione del distacco dell’epitelio pigmentato retinico o della neuroretina aveva raggiunto un valore significativo (p<0,01). Dopo 1 mese di trattamento, in nessun occhio è stata riscontrata una riduzione dell’acuità visiva; il 70% mostrava una stabilizzazione e il 30% registrava un miglioramento. Questi risultati, sebbene preliminari, mostrano che BP può essere adatto per il trattamento della corioretinopatia sierosa centrale.

• Luisa Diomede e colleghi presentano una revisione della letteratura dove vengono rivalutati le molteplici attività e i principi attivi dell’estratto di liquirizia. Nell’articolo vengono presentate inoltre le strutture chimiche dei composti negli estratti di radice di liquirizia, con i loro nomi più utilizzati, e un panorama dei principali studi sugli effetti antivirali.

Attività antivirale della liquirizia
Revisione della letteratura e prospettive
Luisa Diomede, Marten Beeg, Alessio Gamba, Oscar Fumagalli, Marco Gobbi, Mario Salmona

Le proprietà fitoterapiche dell’estratto di Glycyrrhiza glabra (liquirizia) sono principalmente attribuite alla glicirrizina (GR) e all’acido glicirretico (GA). Analisi computazionali ha permesso di generare una rete di 21 composti potenzialmente attivi e 28 attività biologiche o farmacologiche. Le attività più frequenti sono antibatterica, neuroprotettiva, antiossidante, antinfiammatoria, analgesica e antitumorale. Tra le loro possibili azioni farmacologiche, particolarmente importante è la capacità di agire contro virus appartenenti a famiglie diverse. La principale attività antivirale di GR studiata e descritta è contro i virus dell’epatite A, B e C, anche se i meccanismi coinvolti non sono completamente compresi. Queste molteplici attività dell’estratto di liquirizia e dei suoi principali principi attivi vengono rivalutate in modo critico in questa revisione.

AGGIORNAMENTI

• LETTERATURA SCIENTIFICA: Domenico Barone dedica il suo approfondimento all’aiuto che la nutraceutica può offrire all’anziano per migliorarne le condizioni fisiche, mentali, immunologiche e di qualità della vita.

• APPROFONDIMENTI FORMULATIVI: Andrea Fratter (SIFNut) e Arrigo Cicero (SINut) esprimono la loro opinione e strategia sul problema ancora aperto della bioaccessibilità dei nutraceutici.

• PIANTE E DERIVATI BOTANICI: come di consueto dedichiamo questa rubrica al monitoraggio dell’adulterazione dei botanicals e, in particolare in questo numero, all’adulterazione delle bacche di sambuco.

• APPROFONDIMENTI NORMATIVI – Allerta ossido di etilene, questo è il tema della rubrica di Armando Antonelli che ne analizza l’impatto sugli integratori alimentari e le ammonizioni per un uso improprio. 

• PUBBLICITA’ AL VAGLIO: anche nel mondo degli integratori la pubblicità può essere fuorviante e non del tutto veritiera. In questo numero Serena Ponso elenca alcuni spot pubblicitari presi in esame dallo IAP.

• SOSTENIBILITA’: nella rubrica dedicata ai progetti volti ad un utilizzo sostenibile degli scarti di prodotti alimentari, si parla, in questo numero, del progetto CirCO, acronimo di Circular Coffee, che si propone di studiare la possibile valorizzazione di uno scarto derivante dalla tostatura del caffè, il silverskin, la pellicina che ricopre i grani di caffè.

• PET CORNER: su questo numero viene presentata la valutazione in real life dell’efficacia di un simbiotico commerciale nel trattamento della diarrea acuta del cane.

E ora spazio alle AZIENDE che collaborano attivamente con noi presentando nuovi ingredienti:

Questi argomenti e tante altre NOTIZIE ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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Alpin Heilmoor Extract

Alpin Heilmoor Extract

Principio attivo innovativo multifunzionale e brevettato

Innovativo principio attivo multifunzionale brevettato
per nuove applicazioni cosmetiche

Per la medicina tradizionale, tutti i materiali utilizzati a scopo terapeutico sotto forma di impacchi e costituiti da una mescolanza di acqua minerale con materie organiche e/o inorganiche sono denominati peloidi.

Storicamente il peloide veniva impiegato per il trattamento di processi reumatici cronici, osteoartrosi degenerativa, postumi di lesioni osteoarticolari, fratture, lussazioni, malattie dermatologiche, ecc. (1).

Oggi, grazie all’Alpin Heilmoor Extract (AHE), le proprietà maggiormente efficaci e preziose del fango curativo sono rese disponibili in una forma più concentrata, pura e versatile; una polvere scura micronizzata e stabilizzata che, rispetto alla sua origine, risulta priva di acqua e di qualsiasi contaminazione microbiologica, perfetta per un nuovo uso in ambito cosmetico.

AHE, infatti, viene estratto da una torbiera accreditata (Heilmoor) nel sud dell’Austria, in Carinzia, nei pressi del lago di Längsee, tramite un processo del tutto sostenibile.

È un principio attivo multifunzionale 100% naturale, brevettato e certificato (NATRUE, COSMOS e Vegan), prodotto da Premium Organic GmbH e distribuito in esclusiva per l’Italia da Gale & Cosm.

Le nostre formulazioni

Formulations
Alpin Heilmoor Extract®

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Toiletries

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COSMETIC TECHNOLOGY

Irene Valentini
Marketing Specialist
tel 02 9315076/93506389
info@galecosm.com

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GALE & COSM

alpin heilmoor extract

Probiotici e quadro regolatorio in EU

[…] sulla base delle indicazioni della Commissione, in molti Paesi della Comunità il termine “probiotico” non può neanche essere indicato sulle confezioni dei prodotti perché ritenuto un claim salutistico; questa situazione non aiuta il consumatore che viene confuso con etichette dei prodotti non esaustive.
Alcuni Paesi della Comunità, però, in relazione all’utilizzo del termine “probiotico”, negli ultimi mesi stanno prendendo una posizione diversa da quanto indicato da EFSA e dalla Commissione, sulla base delle considerazioni delle aziende e delle associazioni di categoria, ma soprattutto per il fatto che lo stato dell’arte sotto il profilo della ricerca scientifica è progredito molto negli ultimi anni a livello mondiale. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 4/2021

Postbiotici o paraprobiotici

[…] The International Scientific Association of Probiotics and Prebiotics (ISAPP) ha recentemente pubblicato un consensus statement sulla definizione e i benefici dei postbiotici (2), a cura di un comitato di esperti nutrizionisti, microbiologi, gastroenterologi e pediatri convocato (maggio 2019) per fare chiarezza sull’argomento. Contemporaneamente a questo testo, è stata pubblicata una review dedicata ai paraprobiotici che propone anch’essa una definizione per distinguere i postbiotici dai paraprobiotici (3). […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 4/2021