Cosmetic Technology N° 3/2021

Cosmetic Technology N° 3/2021

Focus: Inestetismi cutanei e processi infiammatori

L’estate è appena iniziata ma il caldo ha già cominciato a farsi sentire.

Se vi siete già attrezzati per refrigerarvi, che siate in città oppure al mare o in montagna una buona lettura non guasta mai.

Noi vi consigliamo Cosmetic Technology 3, un numero ricco di contenuti e notizie interessanti…come sempre del resto! Ed il focus è Inestetismi cutanei e processi infiammatori.

Allora mettetevi comodi a leggere la rivista, ma non dimenticate di tenere il vostro smartphone a portata di mano perché alcuni testi hanno un’integrazione digitale sul sito web di CEC Editore, dove sarà possibile trovare ulteriori contenuti.
Come fare ad individuarli? Molto semplice: vi basterà osservare il simbolo che vedete qui accanto.

Il numero si apre con l’Opinion Leader: Luigi Rigano, storica presenza nell’industria e nella ricerca cosmetica di fama internazionale, ha espresso una serie di riflessioni sull'(in)stabilità cosmetica.

Nella sezione degli articoli scientifici troviamo Greta Ubiali e Silvia Romagnoli di OFI – Procemsa Group che parlano dell’acne del tronco, un’infiammazione che interessa soprattutto la zona della schiena e colpisce maggiormente gli individui in età adolescenziale o giovani adulti di sesso maschile. Una patologia spesso addirittura nascosta dal paziente.

Acne del tronco
La cosmetica arriva in aiuto
Greta Ubiali, Silvia Romagnoli

L’acne moderata del tronco si estende su spalle, torace e dorso; persiste anche oltre l’età adolescenziale e i più comuni effetti a lungo termine sono costituiti da pigmentazione post-infiammatoria e cicatrici. È una patologia nascosta dal paziente perché spesso non viene portata all’attenzione del dermatologo. Prodotti cosmetici ad hoc ben concepiti possono contribuire al miglioramento dei segni e dei sintomi dei disturbi acneiformi o rush cutanei, e coadiuvare i trattamenti farmacologici che spesso risultano aggressivi per la cute del paziente. Un’idonea matrice cosmetica deve essere progettata per fornire immediata azione idratante e lenitiva, mantenimento di un equilibrato microbioma cutaneo, tenuta sotto controllo dell’assottigliamento della barriera lipidica e dell’alterata composizione di acidi grassi.

Segue un’intera review tecnica scritta da Marilisa Franchini di CEO M 2.0 e dedicata all’acido azelaico, che in campo dermatologico si attesta essere un ingrediente prezioso e di derivazione naturale: oltre alle indiscutibili proprietà, se ne scopriranno gli impieghi di quello che possiamo definire un ingrediente multifunzione, utile in caso di rosacea, acne e melasma.

Acido azelaico
Un ingrediente multifunzione: utile in caso di rosacea, acne e melasma
Marilisa Franchini

L’acido azelaico (AA) è un ingrediente di derivazione naturale, con diversi utilizzi farmacologici in campo dermatologico. Le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti si pensa siano correlate alla sua efficacia nella rosacea papulo-pustolosa e nell’acne volgare, oltre che in altre condizioni cutanee. Si è dimostrato in grado di inibire in modo efficiente la tirosinasi e per questo è utilizzato in casi di iperpigmentazione che includono anche il melasma. L’effetto indesiderato dell’AA più riportato negli studi è una sensazione pungente (stinging) leggera e transitoria, bruciore e sensazione di prurito.
È insolubile in acqua ad alte concentrazioni e apporta delle qualità cosmetiche poco piacevoli alle formulazioni, per questo motivo è stata introdotta una nuova molecola, il Potassium Azeloyl Diglycinate (PAD), che ha un’alta solubilità, vanta un’alta attività anche a basse concentrazioni e la presenza di glicina aiuta la pelle a ripristinarsi. D’altra parte, gli studi sul PAD sono ancora pochi e abbiamo bisogno di una maggiore letteratura prima di poter rimpiazzare l’AA nei suoi usi dermatologici.

Michele Massironi, Martina Hermann, Dominik Stuhlmann et al di Symrise ci illustrano un modello ex vivo di ghiandola sebacea umana, sviluppato a partire da diversi tessuti provenienti dalla chirurgia estetica e ricostruttiva: un innovativo screening per cosmetici.

Ghiandole sebacee ex vivo: un modello innovativo per lo screening di composti cosmetici
Studio dell’attività di Tetraselmis suecica sulla regolazione del sebo
Michele Massironi, Martina Hermann, Dominik Stuhlmann, Sandra Gaebler, Ann Christin Weseloh, Marco Massironi, Alessandro Croci, Imke Meyer

La ghiandola sebacea (GS) è una ghiandola olocrina situata nel derma ed è responsabile della produzione di sebo, un olio naturale che, assieme al sudore, partecipa a comporre il film idrolipidico della pelle. Il sebo umano è coinvolto nel mantenimento della barriera cutanea, nella distribuzione di antiossidanti e nella regolazione della perdita di acqua della pelle. La sovrapproduzione di sebo può causare sia alcune patologie della pelle sia disfunzioni di interesse per l’industria cosmetica.
Finora, l’esigua disponibilità di modelli sperimentali efficaci ha sempre ostacolato la ricerca su questi annessi cutanei.
Con il presente lavoro, proponiamo un nuovo modello ex vivo di GS umana sviluppato a partire da diversi tessuti provenienti da chirurgia estetica e ricostruttiva.
Utilizzando le GS in coltura abbiamo dimostrato che l’estratto ottenuto dall’alga marina, Tetraselmis suecica, riduce significativamente i lipidi da esse prodotti.

La sezione articoli si conclude con il lavoro di Barbara Catozzi, farmacista cosmetologa, la quale spiega in che modo è stata utilizzata l’uva in campo cosmetico; in particolar modo per la realizzazione di una linea a partire dall’uva della Valpolicella, comunemente impiegata per ottenere vini pregiati quali Amarone e Recioto.

Utilizzo dell’uva in cosmesi
Realizzazione di una linea cosmetica con uva della Valpolicella
Barbara Catozzi

I benefici dell’uva e le tecniche della sua lavorazione sono noti da lungo tempo e trovano impiego sia a livello nutraceutico che cosmetico. In questo articolo si descrive la realizzazione di una linea cosmetica a partire dall’uva della Valpolicella, comunemente impiegata per la produzione di vini pregiati quali Amarone e Recioto, le cui uve sono sottoposte ad appassimento. L’uva che è stata utilizzata per creare la linea cosmetica oggetto dell’articolo è stata trattata con il metodo della bioliquefazione a opera di enzimi, al fine di estrarre una sostanza a base acquosa ricca di principi attivi. In questo testo verranno considerate le principali attività delle molecole di interesse salutistico che sono state estratte. In maniera sintetica si fa riferimento alla trattazione in letteratura su estratti comparabili come profilo di sicurezza e purezza. Infine, verranno proposte due formulazioni esemplificative.

Dopo gli articoli è la volta degli Aggiornamenti, sezione sempre molto ricca e corposa che raccoglie contributi di vario genere, tra cui le rubriche fisse di Anna Ciranni (Segnalazioni Rapex e Pareri del Scientific Committee on Consumer Safety), Lorella Giovannelli (Letteratura Cosmetica) e Sonia Cudrig (Lab in a Hub).

Alla luce della recente entrata in vigore del nuovo Regolamento 2017/745, trova spazio un doveroso approfondimento sui Dispositivi Medici, per il quale Alessandra Iavello, Irene Giovanetto e Lola Frech di ChemSafe hanno fatto una bella panoramica della normativa e delle novità che ha portato con sé.

Non mancano gli Approfondimenti Cosmetici: Berenice Scarabelli, autrice e docente di Cosmetologia, ci parla dell’incenso come prezioso ingrediente cosmetico per gli inestetismi cutanei; Darya Bulbenkova, Alice Marchetti, Beatrice Castiglioni et al, dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale e Master Emotion, trattano invece il tema delle smagliature, le lesioni cutanee antiestetiche che noi tutti conosciamo, spiegandoci come e perché si sviluppano, quali sono i soggetti più a rischio e in che modo è possibile “combatterle”.

Ilaria Salvatori, biologa nutrizionista, articolista per Microbiologia Italia, ci fa invece riflettere sul binomio microrganismi e prodotti cosmetici, i quali possono diventare una vera e propria fonte di proliferazione di microrganismi, anche patogeni, associati a patologie della pelle e inestetismi cutanei

Samiha Tamanna e Sarah Cargnin, anch’esse dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale e Master Emotion, ci raccontano dell’impiego di probiotici e prebiotici in dermatologia, in particolar modo nella prevenzione o trattamento di alcune patologie della cute, mai come ora sotto stress a seguito del persistente impiego dei dispositivi di protezione individuale e del continuo lavaggio delle mani come prevenzione dall’infezione da COVID-19. 

Altro contributo è quello di AIDECO, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, dove si parla dell’infiammazione intesa come meccanismo di difesa dell’organismo, che si attiva ogni volta che subentra un agente patogeno ad aggredirlo, e alla base di alcune patologie come la psoriasi, l’acne o la rosacea, ma anche come primitiva causa di altre manifestazioni cutanee come la cellulite o il fotoinvecchiamento.

Di acne (e di autofagia) scrive Cristina Patanè, Formulation Scientist, nella rubrica Beauty from Within, dove l’autrice illustra un nuovo approccio terapeutico per contrastare l’acne.

In Mercato Marco Francesco Mazzù, Angelo Baccelloni e Sara Zito, della Luiss University descrivono il ruolo cruciale che gioca il packaging nel processo di acquisto da parte del consumatore, presentano uno studio condotto su alcuni prodotti cosmetici simili ma con un diverso imballaggio.

Come dimenticare poi i contenuti delle rubriche “nuove arrivate”? Veramente impossibile!

In Eccellenze italiane  Floriana Sergio, CEO & Founder Farmaflo, rivela le proprietà di Opuntia ficus indica, una tra le specie più ricche di mucillagini e pianta utilizzata nella medicina tradizionale per alleviare le irritazioni e favorire la cicatrizzazione delle ferite.

Perche’ ci piace, la coloratissima infografica a cui si sono dedicate Serena Zanella e Ludovica Ferrari del Laboratorio Cosmopolita con una serie di intriganti consigli formulativi.

In Next Generation, Ludovica Polimeni, Marzia Oneto Domenici e Federica Ferrari, del Master di II livello in Scienza dei Prodotti Cosmetici e Dermatologici dell’Università degli Studi di Camerino, raccontano Spirulì, una linea di prodotti cosmetici ideata per ottenere la perfetta beauty routine per il trattamento di pelli impure con tendenza alle imperfezioni quali la maskne, sempre più frequente oggigiorno anche a causa dell’utilizzo continuativo della mascherina.

Ma manca qualcosa? Eh sì! Perché anche questa volta abbiamo incontrato delle personalità di primissimo ordine: la prima è Alessandra Semenzato, direttore scientifico UNIRED e docente presso l’Università degli Studi di Padova, la quale ha raccontato a tutta la redazione di CEC Editore la sua carriera accademica fin dai primi esordi e in particolar modo la nascita di UNIRED, spin-off dell’Università di Padova.

La seconda è Agostino Facchini, fondatore di Res Pharma Industriale, che ha condotto Anna Caldiroli, Direttore Scientifico della rivista, in una sorta di “visita guidata” all’interno dell’azienda, anticipata da una chiacchierata durante la quale Agostino Facchini ha raccontato la propria esperienza di imprenditore e la nascita di Res Pharma Industriale.

Non poteva mancare una selezione di formule a comporre il formulario di questo numero e, per rimanere sempre aggiornati sulle ultime tendenze messe in campo nel settore cosmetico, le schede ingredienti di:

Active UP
SILAB

DERMAPUR HP®

Deimos Group

Euro skinpure

LEHVOSS Italia
Bloomage Biotechnology

microHA™

Variati
Vytrus Biotech

QUORA NONI™

Chiudono il numero molte notizie del mondo della cosmetica e i decisamente imperdibili spunti tecnici sui prodotti finiti.
Allora cosa ne pensate? Avete abbastanza da leggere mentre vi rilassate prendendo il sole?
Occhio però a non scottarvi che a breve parleremo di Solari!

Da tutta la redazione di CEC Editore un sincero ringraziamento agli autori che hanno contribuito a rendere eccezioanle anche questo numero. Rivolgiamo un “grazie” speciale alla prof.ssa Teresa Cerchiara.

BUONA LETTURA!

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cosmetic technology

Rivista tecnico-scientifica del settore cosmetico

EDITORIALE • CT 3, 2021

“Here I am, on the road again
There I am, up on the stage
There I go playin’ the star again
There I go, turn the page”.
Turn the page, Metallica

Anche oggi vi porto in bicicletta. Questa volta niente bike sharing. Saltiamo in sella a una bicicletta da sciura (da signora) nera, con il cestino. Perché è importante curare i particolari e osservarne il risultato. E il cestino è un particolare che fa la differenza: il peso dello zaino si sposta dalle spalle alla bicicletta. È come passare la propria fatica a qualcun altro. Il cestino (o le borse laterali, per i più moderni) è un ottimo collaboratore dal quale non ti puoi separare.
La prospettiva cambia: si passa dal presente del pedalare affaticati a essere protesi al futuro; dei veri esploratori urbani, pronti a osservare. Oggi non faremo un viaggio nella storia: incontriamo la modernità e la semplicità di Milano vista un sabato qualunque di primavera. Una città che in questo momento si è spogliata. Non è meta turistica, non è sede di quei grandi eventi che riempiono gli hotel fino a chilometri di distanza. È una città che aspetta.
Parto da casa. Il sole è timido, la giornata è ventosa… farò fatica ma non sarà certo il vento a fermarmi: circondata dalle persone giuste si va. In poco più di una decina di minuti sono ai piedi del Bosco Verticale. Attraversando Isola su una pista ciclabile, incrocio diverse persone: qualcuno sfreccia veloce, qualcuno passeggia lento. Nella lista delle positività di questo “tempo di attesa” aggiungo: “(Forse) è aumentato il numero delle persone in bicicletta…e con i monopattini, va bene!”.
Nei pressi di quella che l’altr’anno è stata allestita a spiaggia (perché a Milano il mare, per ora, non c’è ma per il resto ci si attrezza) non mancano i gruppetti di ragazz*. Una mamma con una bambina nel passeggino. I bambini sui giochi. Coppie di signori anziani passeggiano lenti, a braccetto, con un ritmo di chi osserva i cambiamenti. Tutti fuori: è come se le persone avessero fame d’aria.
Naso in su a guardare i palazzi e la vegetazione in verticale. Non ho ancora capito se sia un concetto di vegetazione che mi appaga oppure no. Forse io arrivo a concepirla orizzontale. In effetti, la Biblioteca degli alberi mi è più familiare. Radici ben salde sprofondate nella terra, il prato curato soffice su cui qualcuno si è messo scalzo, erba tagliata da poco. Alle spalle di una storica trattoria del quartiere, una casa di ringhiera detta “Vecchia Milano”. Porticine e finestre corrono lungo ballatoi carichi di gerani dai colori ipnotici.
Dopo una sosta si riparte. Un passaggio dietro al Palazzo della Regione con le sue fontane a raso. Qui a terra, tra i palazzi alti, il vento non si avverte se non per la temperatura e una meravigliosa pioggia di petali di fiori rosa che vengono trasportati via leggeri dai rami gonfi. In un attimo siamo in piazza Carbonari, poi gira di qua e di là, passiamo tra le casette igloo di via Lepanto. Poco più avanti un altissimo glicine discreto e possente, aggrovigliato ai balconi di alcune villette nei dintorni del Villaggio dei Giornalisti; i cedri del Libano svettano maestosi da alcuni giardini condominiali; le siepi di alloro a proteggere l’intimità domestica.
Le architetture che incontro non so collocarle precisamente nel tempo e allora facciamo un gioco: “Somiglia a …?”. Qualcuna è appuntita come una casa del Nord, una sembra uno chalet di montagna, un’altra una villa Liberty dai colori delicati e dalle decorazioni ripassate di recente. Sbirciamo i giardini (nessuno con 7 nani e Biancaneve, noto).
“Ma adesso dove siamo?”. Passiamo la Collina dei Ciliegi, poi la Manifattura Tabacchi ora Museo Interattivo del Cinema (“Oh! Quando riaprono veniamo!”, “Sì, veramente”, “Non ci sono mai stata”. Sono queste le promesse che ci si scambia: faremo cose che non c’è stato il tempo di fare perché è con il senno del poi che rivalutiamo quanto c’è stato prima).

Soluzioni applicative performanti per il makeup

Soluzioni applicative performanti per il makeup

Il sistema mascara

Da sempre il mascara è un vero must-have del makeup. La sua funzione è quella di dare più colore e spessore alle ciglia, per rendere seducente e magnetico lo sguardo attraverso formule che negli anni sono diventate sempre più avanzate e performanti. Al passo con la ricerca formulativa che ha raggiunto altissimi livelli di tecnologia e innovazione, è il packaging, quando accuratamente progettato e realizzato, a garantire la veicolazione delle performance del cosmetico. Il “prodotto mascara” costituisce un “sistema” perfettamente equilibrato e integrato di cosmetico e contenitore, la cui performance è la sintesi di un equilibrio perfetto. Solo le aziende specializzate, con alle spalle un profondo know-how tecnico, sanno tradurre con l’ingegneria dei processi e dei materiali le richieste dei formulatori, concretizzando qualità, estetica e praticità d’uso.

Application Solutions for Mascara
The mascara system

Mascara has always been an essential part of makeup. Its function is to give more color, thickness, and length to the eyelashes, to make the eyes look more prominent, seductive, and magnetic. While mascara formulation research has reached high levels of technology and innovation to create more advanced and performance enhancing formulas, it is the package that guarantees the ease of application and transmission to ensure the desired effect. A “mascara product” consists of the perfect balanced execution of an integrated system of formula and dispensing system, whose performance is the synthesis of a perfect balance. Only specialized companies, with a deep technical know-how behind them, know-how to translate the requests of mascara formulators with the engineering, manufacturing processes, and materials to realize the quality, aesthetics, and application performance necessary for a successful mascara.

Il mascara è il vero must-have del makeup e lo è diventato ancora di più con le nuove abitudini imposte dalla pandemia. Seduzione e femminilità trovano un grosso alleato nel mascara. Chiamato in questi mesi a valorizzare la bellezza del viso della donna, oggi in gran parte nascosto dalla mascherina protettiva, è diventato il protagonista incontrastato del makeup, guadagnando un primato storicamente attribuibile al rossetto. Quest’ultimo è stato sempre capace di superare senza grandi scossoni qualsiasi crisi e ha sempre registrato una tenuta in termini di vendite, grazie alla sua capacità di immediata valorizzazione della femminilità e per la disponibilità di offerta su diverse fasce di prezzo, a soddisfazione di tutte le capacità di acquisto. Oggi l’ampia disponibilità di proposte sul mascara offre esattamente le stesse aspettative.

Il binomio formula-packaging
Il mascara è il cosmetico utilizzato per dare più colore e spessore alle ciglia: le solleva e le scurisce andando a creare un contrasto con l’iride e la cornea, realizzando una cornice che valorizza l’occhio e lo sguardo. Da sempre immancabile nel beauty case femminile, il mascara ha una storia secolare che parte dagli antichi Egizi e passa dai Romani fino ad arrivare alla fine degli anni Cinquanta, quando acquisisce la conformazione attuale con il primo mascara di Helena Rubinstein. Oggi il cosmetico è un fluido cremoso, dalle diverse fisicità e viscosità a seconda della formulazione, e richiede l’impiego di un imballaggio in plastica composto basicamente da un flacone e da un accessorio integrato che consente l’applicazione sulle ciglia. Le aziende cosmetiche di tutto il mondo si contendono il mercato a colpi di innovazione e brevetti, alla ricerca di formule migliorate e diversificate: questo offre spunti e slancio allo sviluppo del packaging, con il quale la formula crea un binomio perfetto, equilibrato e integrato.

MAKEUP TECHNOLOGY

Andrea Vanoncini
Product Manager,
Brivaplast Group, Ornago (MB)
group@brivaplast.com

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briva plast group

Soluzioni applicative
performanti per il makeup

Dispositivi medici a base di sostanze

Il Regolamento UE 2020/561 del 23.4.2020 ha rinviato l’entrata in vigore del Regolamento UE 2017/745 di un anno. Il rinvio è stato motivato dalla grave situazione determinata dalla pandemia. Ora un anno è passato e con il 26 maggio 2021 il nuovo regolamento sui dispositivi medici deve essere applicato.

La disciplina sui dispositivi medici è stata introdotta con la Direttiva 93/42/CE (MDD). Trattandosi di un atto legislativo non immediatamente applicabile negli Stati membri, è stato necessario un atto di recepimento. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2021

La metabolomica in nutraceutica

La comprensione dei meccanismi d’azione degli ingredienti attivi naturali e la valutazione della loro efficacia e sicurezza rappresentano tutt’oggi una sfida nell’ambito dei food supplements. La ricchezza del fitocomplesso e la molteplicità dei target biologici d’azione che caratterizzano molti degli attivi naturali ben si sposano con la visione olistica dell’approccio metabolomico, una scienza che studia il profilo generale dei metaboliti di un organismo e come questi variano a seguito di stimoli di varia natura. In questo lavoro vengono presentati gli studi di metabolomica condotti a seguito della somministrazione prolungata di 4 estratti vegetali impiegati nel mercato nutraceutico (curcuma, caffè verde, Polygonum cuspidatum, cranberry), monitorando i cambiamenti del metaboloma urinario a seguito del trattamento, sia in soggetti sani che in animali da laboratorio. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2021

EDITORIALE • IN3/2021

Cari lettori, il mese di maggio ha visto importanti novità per quanto riguarda l’alimentazione nei Paesi europei, che hanno suscitato perplessità, dibattiti e contestazioni, soprattutto in Italia. Mi riferisco all’autorizzazione da parte della Commissione europea del consumo alimentare delle larve di Tenebrio molitor (larve della farina), e della proposta di ammettere la pratica della dealcolazione del vino in tutti i Paesi dell’Unione europea.

Ma procediamo con ordine.

Il Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens (NDA) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato a metà gennaio un parere scientifico secondo cui le larve allevate ed essiccate di Tenebrio molitor potranno essere consumate in sicurezza (intere come snack o sotto forma di farina come ingrediente alimentare per pasta o prodotti da forno). A questa decisione è seguito ai primi di maggio il parere favorevole del Comitato permanente per piante, animali, alimenti e mangimi (sezione Nuovi alimenti e sicurezza tossicologica), composto da rappresentanti di tutti i Paesi dell’UE, che ne autorizza l’immissione sul mercato, con adeguata etichettatura per non indurre in errore. Si tratta dei primi insetti dichiarati novel food, tra i 27 riconosciuti edibili, quali cavallette intere e macinate e larve di api mellifere, in attesa di autorizzazione. Attualmente ci sono 11 richieste in attesa di valutazione dell’EFSA.

La decisione formale della Commissione fa parte della strategia Farm to Fork. Secondo la FAO, gli insetti come cibo sono una questione particolarmente rilevante nel XXI secolo, a causa dell’aumento del costo delle proteine animali, dell’insicurezza alimentare, delle pressioni ambientali, della crescita della popolazione e della crescente domanda di proteine tra le classi medie. Pertanto, è necessario trovare soluzioni alternative a quelle convenzionali. Il consumo di insetti contribuisce quindi positivamente all’ambiente, alla salute e ai mezzi di sussistenza. La FAO indica anche che gli insetti sono una fonte di cibo altamente nutriente e salutare, con un alto contenuto di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali. L’uso degli insetti come fonte alternativa di proteine non è nuovo a livello mondiale, visto che vengono regolarmente mangiati in molti Paesi del globo.

Tuttavia, in Europa gli allevamenti sono pochissimi e le farine ottenute dagli insetti vengono utilizzate principalmente come mangime per animali, anche se, vista la crescita della domanda, il comparto degli insetti per uso alimentare è destinato a ritagliarsi un ruolo di peso nel mercato del food. E gli scettici tra i consumatori italiani sono ancora tanti (54% secondo Coldiretti). Perplessità decisamente condivisibile, vista la tradizione alimentare italiana (la nostra dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’umanità), e i dubbi di carattere sanitario e salutistico ancora in attesa di risposte.

E veniamo al vino senza alcol.

Non parliamo della fake news del vino allungato con l’acqua, notizia smentita anche da Bruxelles, secondo cui “la proposta della Commissione non contiene alcun riferimento all’aggiunta di acqua al vino”. Questo da una parte ci tranquillizza, anche perché, come recitava una nota canzone di Gabriella Ferri: “Se l’oste ar vino ci ha messo l’acqua. E noi je dimo e noi je famo: C’hai messo l’acqua nun te pagamo ma però”. La proposta della Commissione europea rientra nell’ambito del Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei, e i relativi negoziati, che rientrano nell’ambito della nuova Politica Agricola Comune (PAC) europea, sono ancora in corso (dovrebbero entrare in vigore nel 2023) e consisterebbero nella possibilità di dealcolare anche vini a denominazione d’origine. La Commissione europea ha proposto di modificare il quadro giuridico UE per consentire lo sviluppo dei vini dealcolati, cioè con un tenore alcolico minore rispetto al vino propriamente detto.

L’aspetto è infatti strettamente normativo: ad oggi i vini senza alcol, prodotti attraverso la tecnica della dealcolazione, sfuggono alla definizione di “vino”, che per definizione è una bevanda con una gradazione alcolica minima del 9%. Come chiamare, dunque, questi prodotti analcolici che vino in realtà non sono? I diversi Paesi hanno applicato ciascuno definizioni diverse, per questo la Commissione Europea sta lavorando a una proposta unificatrice. Del resto in molti Paesi, quali Spagna e Nord europa, le bevande analcoliche sono sempre più diffuse, soprattutto per via delle preoccupazioni su dieta e salute in generale. Punto di vista sostenuto anche dai produttori medio-grandi, desiderosi di accedere per esempio agli enormi mercati di Paesi a maggioranza musulmana, come Arabia Saudita e Indonesia, dove il consumo di alcolici è molto ridotto (e quindi anche dei vini europei).

Questione quindi ancora aperta e non così negativa né per i consumatori né per i produttori. Non ci resta che brindare (magari con una classica bottiglia di Prosecco e un vassoio di croccanti patatine fritte) alle tavole imbandite del domani!…

L’Integratore Nutrizionale n°3/2021

L’Integratore Nutrizionale n°3/2021

Focus: piante e derivati naturali

Il nuovo numero de L’Integratore Nutrizionale ha dato spazio a diversi e importanti contributi sia legati al focus che non, eccone una breve presentazione cominciando dai nostri ARTICOLI scientifici:

Un articolo, a cura dell’azienda EPO, in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II di Napoli, che ripercorre lo sviluppo di un estratto secco di Epilobium angustifolium L. che, come da indicazione riportata nelle Linee guida ministeriali di riferimento per gli effetti fisiologici, è impiegato per la funzionalità della prostata.

L’importanza della multidisciplinarietà nello sviluppo di nuovi botanicals
Il caso dell’Epilobium angustifolium L.
Violetta Insolia, Giovanna Nicotra, Cristina Santarcangelo, Maria Daglia

Gli estratti vegetali (botanicals) compresi nell’allegato 1 del Decreto del Ministero della Salute del 10 agosto 2018 sono comunemente utilizzati negli integratori alimentari, in quanto sono ingredienti ammessi dalla legislazione vigente in questa categoria di alimenti. Per garantire la qualità di tali prodotti, in termini di sicurezza nelle condizioni di impiego ed efficacia, la produzione degli estratti vegetali deve seguire un percorso rigoroso, supportato dalla ricerca scientifica, che non può prescindere da un approccio multidisciplinare che spazia dalla chimica e dalla biologia fino ad arrivare alla clinica, all’epidemiologia e alla sociologia. Qui riportiamo l’esempio dell’approccio multidisciplinare applicato allo sviluppo di un estratto di epilobio, con effetti benefici sulla funzionalità prostatica.

L’Università degli studi di Padova presenta uno studio dei meccanismi d’azione di curcuma, caffè verde, Polygonum cuspidatum e cranberry

La metabolomica in nutraceutica
Studio dei meccanismi d’azione di curcuma, caffè verde, Polygonum cuspidatum, cranberry
Marta Faggian, Gregorio Peron, Stefano Dall’Acqua

La comprensione dei meccanismi d’azione degli ingredienti attivi naturali e la valutazione della loro efficacia e sicurezza rappresentano tutt’oggi una sfida nell’ambito dei food supplements. La ricchezza del fitocomplesso e la molteplicità dei target biologici d’azione che caratterizzano molti degli attivi naturali ben si sposano con la visione olistica dell’approccio metabolomico, una scienza che studia il profilo generale dei metaboliti di un organismo e come questi variano a seguito di stimoli di varia natura. In questo lavoro vengono presentati gli studi di metabolomica condotti a seguito della somministrazione prolungata di 4 estratti vegetali impiegati nel mercato nutraceutico (curcuma, caffè verde, Polygonum cuspidatum, cranberry), monitorando i cambiamenti del metaboloma urinario a seguito del trattamento, sia in soggetti sani che in animali da laboratorio. Questi studi hanno da una parte correlato la somministrazione degli estratti vegetali alla presenza di marker urinari legati a specifiche trasformazioni fisiologiche, come il metabolismo degli acidi grassi e la riduzione dell’attività infiammatoria, fornendo informazioni circa il meccanismo d’azione; dall’altra hanno dimostrato il ruolo attivo del microbiota intestinale, la cui composizione viene non solo influenzata a seguito della somministrazione dell’estratto ma ne influenza a sua volta i processi metabolici e l’attività.

Francesco Francini Pesenti presenta una revisione della letteratura scientifica riguardante gli Integratori alimentari a base di curcuma e un loro possibile danno epatico.

Integratori alimentari a base di curcuma e danno epatico
Una revisione della letteratura scientifica
Francesco Francini Pesenti

La psoriasi è definita come una patologia della pelle a carattere cronico-recidivante, caratterizzata da un’infiammazione sostenuta che porta a un’incontrollata proliferazione dei cheratinociti e alla loro differenziazione disfunzionale. All’esame istologico sono evidenti placche che mostrano acantosi, infiltrati infiammatori e neo-vascolarizzazione tipici di una patologia autoimmune su base infiammatoria. Gli approcci terapeutici non sono sempre soddisfacenti e la scelta della terapia è legata al grado di severità e alle comorbidità. Da mite a moderata la psoriasi può essere trattata con terapie topiche, da moderata a severa spesso il paziente ha bisogno di ricevere cure sistemiche. In questo panorama la possibilità di intervenire con successo usando nutraceutici e/o modificando le abitudini alimentari rappresenta un’opportunità da perseguire, nell’ottica di ridurre la gravità della patologia e limitare le recidive. L’integrazione della dieta con vitamina D rappresenta una delle scelte perseguite da maggior tempo e che trovano il solido supporto scientifico. Analogamente anche l’uso di omega 3 ha delle basi razionali, sebbene la scelta della dose sia cruciale. Recenti evidenze suggeriscono interessanti riflessioni sull’importanza di una condizione di eubiosi cutanea e intestinale nella gravità della psoriasi, ma anche nella manifestazione delle recidive. Infine vengono analizzati i risultati positivi ottenuti con diete ipocaloriche e gluten-free, suggerendo l’utilità di un approccio multidisciplinare di supporto alle terapie convenzionali per una migliore gestione dei sintomi e delle comorbidità associate alla psoriasi.Una revisione 

della letteratura scientifica

Roberto Miniero, in collaborazione con altri esperti universitari, propone la revisione sulle proprietà nutraceutiche del latte di cammella.

Il latte di cammella
Revisione della recente letteratura sulle proprietà nutraceutiche
Roberto Miniero

La composizione unica, i valori nutrizionali e i numerosi effetti benefici del latte di cammella (LC) sono ben noti fin dall’antichità. Il LC sta attirando interesse crescente per i suoi effetti positivi sul controllo e prevenzione di molteplici patologie. Numerosi studi sono stati condotti, principalmente da ricercatori arabi, indiani, israeliani e pakistani, in aree dove la popolazione di cammelli è maggiormente presente. I risultati delle loro ricerche, sebbene effettuate su casistiche limitate, suggeriscono come il LC potrebbe essere utilizzato con buoni risultati in soggetti con diabete mellito (DM), allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) e intolleranza al lattosio. 

In Europa e negli USA, piccoli allevamenti producono LC fresco o a lunga conservazione disponibile sul mercato internazionale. Nei primi mesi del 2013 il Dipartimento per la Salute e la Politica dei Consumatori della Commissione europea ha concluso le procedure di autorizzazione per l’importazione del LC a lunga conservazione dagli Emirati Arabi, rendendo più agevole il reperimento del prodotto in Europa. Questo lavoro descrive la composizione e le proprietà nutrizionali del LC. Questa revisione aggiorna sui dati più recenti della letteratura circa la  composizione e le proprietà nutraceutiche del LC.

Di grande interesse anche la sezione AGGIORNAMENTI, con preziosi contributi e importanti approfondimenti:
– LETTERATURA SCIENTIFICA: Domenico Barone parla di botanicals e in particolare modo delle alghe.
– RICERCA E INNOVAZIONE: Sara Di Costanzo e Silvia Romagnoli, della ricerca e Sviluppo di OFI-Procemsa Group, puntano l’attenzione sulla tisana liquida ready-to-use come innovazione per il benessere mentale.
– APPROFONDIMENTI FORMULATIVI: SIFNUT, in questo numero, presenta The golden nutraceutical, il Coenzima Q10.
– PIANTE E DERIVATI BOTANICI: si affronta il tema dell’adulterazione dell’olio di lavanda.
– APPROFONDIMENTI NORMATIVI che dà spazio ai preziosi aggiornamenti di Gabriella Ferraris e Armando Antonelli.
– PUBBLICITA’ AL VAGLIO: l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria monitora i messaggi che non rispettano il Codice della Comunicazione Commerciale.
– BIOTECH: Gabriele Fontana ci aggiorna sullo studio dell’Unione europea sulle nuove tecniche genomiche (NGT) sviluppate per rendere sempre più sostenibili le biotecnologie vegetali.

Un occhio di riguardo anche alle AZIENDE che presentano nuovi ingredienti sia legati al focus, sia legati a temi di altrettanto interesse, in particolare:

Questi e tanti altri interessanti argomenti ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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Tecnologia Omega Ceramide®

Tecnologia Omega Ceramide®

Ω9 Ceramide Olive®, Vitaskin E® e Ceralink+®

La tecnologia Omega Ceramide® è un processo produttivo a basso impatto ambientale: reazione biocatalizzata da enzimi, senza l’utilizzo di solventi, che parte da substrati vegetali. La sintesi inizia con amminoglicerolo e acido grasso differente a seconda della fonte vegetale utilizzata, ottenendo infine una struttura a testa polare e code apolari con proprietà chimico-fisiche caratteristiche delle ceramidi (Fig.1). Questa tecnologia presenta tre aspetti positivi:
1. Ripristino del cemento lipidico intercorneocitario: migliora la coesione dei cheratinociti con effetto ristrutturante della barriera cutanea.
2. Stabilizzazione degli UFA: aumenta la stabilità all’ossidazione e facilita la formulazione.
3. Aumento della biodisponibilità degli UFA grazie alle caratteristiche biomimetiche della struttura: incrementa l’efficacia dell’attivo. Interessanti attivi prodotti con questa tecnologia sono:
• Ω9 Ceramide Olive®, veicolante acido oleico da olio d’oliva;
• Vitaskin E®, contente omega 6 e 3 da semi di lampone, e un derivato della vitamina E;
• Ceralink+®, con acido linoleico da semi di cartamo e Ceramide 3.

Ω9 Ceramide Olive® (nome INCI: Olive Oil Aminopropanediol Esters) è un attivo indicato per prodotti anti-ageing, in grado sia di ripristinare la corretta omeostasi della barriera cutanea sia di avere un effetto rassodante.
Vitaskin E® (nome INCI: Raspberry Seed Oil/Tocopheryl Succinate Aminopropanediol Esters) è un attivo in grado di stimolare la ristrutturazione degli strati cutanei grazie al contenuto di acido linoleico, linolenico e del derivato della vitamina E, più stabile e biodisponibile.
Ceralink+® (nome INCI: Safflower Oil/Palm Oil Aminopropanediol Esters, Ceramide 3) è un attivo costituito da una delle ceramidi maggiormente presenti nello strato corneo (~22%), la ceramide N, e due analoghi della ceramide 10 (NdS) e 2 (NS) ottenuti tramite tecnologia Omega Ceramide® con olio di cartamo.
Ceralink+® stimola la sintesi di un precursore partecipante alla formazione endogena di ceramidi, migliora quindi la composizione della barriera cutanea aumentando le difese da aggressioni esterne e conseguente riduzione dello stato infiammatorio.
Le caratteristiche tecniche di Ω9 Ceramide Olive®, Vitaskin E® e Ceralink+® sono riportate in Tabella 1.

Ω9 Ceramide Olive®
I test di efficacia eseguiti verificano l’attività anti-elastasi e la capacità di migliorare l’elasticità e la tonicità cutanea.

Studi in vitro
Studi in vitro su espianti di pelle umana (cute addominale di donne di 40 anni) comprovano l’azione inibente dell’enzima elastasi; questo è una proteasi che catalizza la degradazione dell’elastina con conseguente peggioramento del tessuto connettivo, riducendo le proprietà elastiche della pelle quando sottoposta a forze meccaniche, con conseguente perdita di tono.
Sugli espianti è applicata giornalmente (per 6 giorni) un’emulsione contenente l’1% di Ω9 Ceramide Olive® o placebo e successivamente elastasi. Sono osservate poi le fibre al microscopio ottico per misurare la superficie occupata.
Il network di fibre elastiche di partenza rimane inalterato al termine del test senza l’applicazione dell’enzima; dove questo viene applicato la differenza è netta tra il trattamento con crema contente l’attivo e i casi trattati con placebo.
In questi ultimi le fibre sono nettamente deteriorate a differenza del precedente dove il network rimane immutato, prova dell’inibizione dell’enzima.

Studi in vivo
Studi in vivo su 20 volontari con una condizione di cute molto secca e danneggiata dimostrano come l’applicazione bigiornaliera (per 56 giorni) di un’emulsione contenente l’1% di Ω9 Ceramide Olive® porti a un significativo aumento dell’elasticità e tonicità della pelle (verificato con analisi del microrilievo).
A differenza dell’utilizzo del placebo, che non porta a un risultato significativo, l’uso della crema con l’attivo migliora del 33% le microdepressioni nell’80% dei volontari […]

Tutti i componenti di Ω9 Ceramide Olive®, Vitaskin E® e Ceralink+® sono conformi al Regolamento (CE) n.1223/2009, privi di qualsiasi sostanza proibita, CMR e allergeni.
Sono materie prime ben tollerate dalla pelle, con un profilo tossicologico sicuro sia per la cute che per gli occhi.
Ω9 Ceramide Olive® e Vitaskin E® non contengono derivati da palma. I componenti derivati da palma costituenti Ceralink+® sono certificati RSPO.
I nomi INCI delle materie prime sono registrati in EU, USA e Giappone; in Cina tutti i componenti degli attivi sono listati nell’elenco IECIC e in più la Ceramide 3 del Ceralink+® è presente anche nell’elenco IECSC.

La tecnologia Omega Ceramide® contrappone un alto livello di efficacia a un basso impatto ambientale.
Il mercato è in continua ricerca di prodotti funzionali e questa tecnologia è in grado di offrirli.
Ω9 Ceramide Olive®, Vitaskin E® e Ceralink+® sono attivi versatili dal punto di vista formulativo e funzionale, utilizzabili sia nelle classiche emulsioni che in prodotti anidri.

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VARIATI - SOLABIA

TECNOLOGIA Omega Ceramide®

Validazione/descrizione di un impianto per la produzione di emulsioni

Validazione/descrizione di un impianto per la produzione di emulsioni

Sistema composto da fusore e turboemulsore

Questo articolo descrive l’impiantistica di produzione delle emulsioni. Verrà prima fatta una breve introduzione riguardo le norme di buona fabbricazione (Good Manufacturing Practices, GMP) dal punto di vista impiantistico, con la descrizione delle tipologie di emulsioni e l'importanza della pulizia e sanitizzazione; si proseguirà poi con la descrizione delle macchine e del processo. Scopo della trattazione è illustrare l'adeguatezza dell'impianto alla fabbricazione dei prodotti cosmetici, in particolare delle emulsioni (mascara).

Validation/description of an emulsion production plant
System composed of melter and turboemulsifier

This article describes the emulsion production plant.
A brief introduction will first be made regarding good manufacturing practices regarding machinery, the description of the types of emulsions and the importance of cleaning and sanitization; we will then continue with the description of the machines and the process.
The purpose of the discussion is to illustrate the suitability of the plant for the manufacture of cosmetic products, in particular emulsions (mascara).

Definizione e descrizione di un impianto e validazione, adeguatezza alla produzione di emulsioni (mascara).

Materiali e Metodi
La validazione è considerata come la verifica della conformità di almeno tre produzioni conformi.
Di seguito è illustrato un esempio di formula e metodo con cui si va a testare il funzionamento dell’impianto.

Esempio di formula e metodo di produzione
Ingredienti o materiali (mascara)
Gli ingredienti sono acqua, idratante, solvente, collante, gelificante, emulsionante, colorante, fattore di consistenza, cere, filmogeni e conservanti.
Il sistema di produzione o metodo prevede l’utilizzo di 2 macchine: fusore e turboemulsore.
Ciascuno dei due impianti è dotato di mescolatore; il turboemulsore in più ha la turbina od omogeneizzatore, fondamentale per ottenere l’emulsione.
Nel fusore viene lavorata la fase oleosa composta da: fattore di consistenza, cere e filmogeni.
Nel turboemulsore vengono lavorate le seguenti fasi:
• Fase 1: acqua, idratante, solvente.
• Fase 2: collante, gelificante.
• Fase 3: acqua, emulsionante.
• Fase 4: colorante.
• Fase 5: conservanti.

MAKEUP TECHNOLOGY

Antonio Zaghi
BP2, Cernusco sul Naviglio (MI)
antoniozaghi@bp2inox.it

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bp2 inox

Validazione/descrizione
di un impianto per la produzione di emulsioni