Goooooood morning makeup!

Lo so, il titolo può sembrare un po’ strano, ma vuole parafrasare il celebre film Good Morning Vietnam interpretato da un fantastico Robin Williams ai suoi massimi livelli. Chi l’ha visto ne comprenderà il senso (qualora invece vi mancasse, ve lo consiglio decisamente), ma l’idea sarebbe quella di comunicare fin dall’inizio come sia cambiata l’impostazione editoriale di MakeUp Technology. Già, perché a partire dai primi contatti avuti con l’editore, ho subito pensato di proporre qualcosa di diverso dai pure eccellenti numeri precedenti.
Ecco quindi l’idea di dedicare ciascun numero a una categoria di prodotti, al fine di rappresentare le tre grandi famiglie in cui di solito si suddivide il makeup: anidri, emulsioni e polveri.
Infatti, questo primo numero è dedicato al mascara che in realtà è un prodotto a parte, in quanto è generalmente un’emulsione ma può essere anche un anidro, e di certo più che un prodotto è un vero e proprio “sistema” in cui il segreto del successo è trovare la perfetta combinazione tra la formula e il packaging per arrivare a ottimi livelli di performance. Possiamo allora definirlo come una quarta categoria, un po’ a se stante e un po’ un ibrido tra le altre.
Sicuramente un prodotto che è uno dei must-have per ogni donna insieme al fondotinta e al rossetto.
Un prodotto che era in fase leggermente calante dopo le ottime performance degli anni passati, ma che, a causa della pandemia che ci tiene in ostaggio da oramai un anno, ha ripreso la sua posizione di leadership nel mercato del makeup, anche per colpa della necessità di indossare una mascherina che copre sì parte del volto, ma che allo stesso tempo focalizza l’attenzione sugli occhi e sullo sguardo.
Tant’è vero che si comincia a parlare di “mascara index” al posto dell’ormai famoso “lipstick index”, termine coniato nel 2001 da Leonard Lauder, allora CEO del brand Estée Lauder, che era stato ispirato dal fatto che nella sua società le vendite di rossetti avessero avuto un’impennata durante quell’anno di recessione economica.
Infatti, la nuova comunicazione post COVID-19 passa, prima di tutto, attraverso gli occhi. E il mascara conquista un posto da protagonista nel makeup quotidiano, rendendo lo sguardo “da diva” un obiettivo realizzabile tutti i giorni.
Tornando alla nuova impostazione della rivista, troverete quindi i prodotti al centro con una visione sempre a 360° partendo dai trend che ne dettano lo sviluppo, passando per i segreti delle formule, dalle macchine per produrre i prodotti e del packaging per riempirli, per terminare con i test per supportare i claim di vendita.
Ma non ci fermiamo certo qua: ecco, perciò, un interessante elenco di rubriche e approfondimenti insieme agli ultimi e più innovativi ingredienti lanciati nel mondo della cosmesi. Il tutto preparato ad arte dagli autori che rappresentano un sapiente e bilanciato mix tra esperti del settore, formulatori, ingegneri dediti a macchine automatiche, distributori di materie prime e packaging, ma anche professionisti esterni che tratteranno via via argomenti estremamente attuali e di sicuro interesse.
Molti di loro sono colleghi, collaboratori, amici… a volte i confini si stemperano un po’ e le categorie si sovrappongono.
Di certo a tutti loro va il mio ringraziamento per l’entusiasmo con cui hanno risposto alla proposta di collaborazione con MakeUp Technology e per l’ottimo lavoro svolto: ho avuto modo di apprezzare come tutti gli argomenti siano stati trattati a un livello altamente professionale.
Ah, dimenticavo una mia rapida presentazione: farmacista che ha speso la prima parte della sua carriera in multinazionali Pharma & Medical devices per poi approdare quasi per caso (ok, senza il quasi) al mondo del makeup ormai più di dieci anni fa. Volete sapere che ne penso di questo settore? Beh, è molto più complesso e difficile di quello che possa sembrare, però parecchio divertente e coinvolgente.
Vi auguro quindi un’ottima lettura e vi saluto con una frase di Bobbi Brown, celebre makeup artist e fondatrice di brand di successo:

Credo che tutte le donne siano belle senza trucco, ma con il trucco giusto possono essere sublimi.

L’Integratore Nutrizionale n°2/2021

L’Integratore Nutrizionale n°2/2021

Focus: STRESS MANAGEMENT E SALUTE IMMUNITARIA

Il nuovo numero de L’Integratore Nutrizionale ha dato spazio a diversi e importanti contributi sia legati al focus che non, eccone una breve presentazione dei nostri ARTICOLI scientifici:

Un articolo, a cura dell’azienda Horphag Research, nel quale si presentano gli effetti benefici dell’estratto di quercia francese sulla gestione dello stress.

Estratto di legno di quercia francese
Effetti benefici nella gestione dello stress, recupero ed energia
Franziska Weichmann

Per centinaia di anni, i polifenoli presenti nel legno di quercia sono stati consumati insieme alle bevande conservate e invecchiate nelle botti di quercia. Le roburine sono esempi di questi polifenoli che appartengono alla classe degli ellagitannini e sono presenti solo nella quercia. L’estratto in acqua standardizzato di legno di quercia francese Quercus robur* è stato studiato esaminando 1172 soggetti in oltre 20 studi clinici pubblicati in letteratura. I risultati di questi studi sono in linea con gli effetti rilevati delle urolitine che indicano un’aumentata mitofagia (autofagia mitocondriale). Questo processo consiste nel rinnovamento dei vecchi mitocondri (le centrali energetiche del corpo), inefficienti dal punto di vista energetico, e la conseguente maggiore capacità energetica. Le urolitine A, B e C sono metaboliti contenuti nell’estratto di legno di quercia francese (French Oak Wood Extract, FOWE), prodotti nell’intestino della maggior parte degli individui a seguito della supplementazione di tale estratto. È stato rilevato che non solo i livelli, ma anche il numero di produttori di urolitina era aumentato dopo l’assunzione prolungata dell’estratto. È stato riscontrato che la supplementazione di FOWE aiutava gli individui affetti da stanchezza cronica o burnout a recuperare livelli di energia e attività più elevati. L’estratto ha dimostrato, inoltre, di essere in grado di migliorare condizioni caratterizzate da disturbo da stress post-traumatico. Negli esperimenti condotti sui metaboliti prelevati dagli individui dopo il consumo di tale estratto, è stata rilevata una maggiore produzione di ribosomi in diverse linee cellulari. Questo aumento di ribosomi nelle cellule accelera la produzione di peptidi per soddisfare la richiesta di proteine, rendendo il FOWE un possibile potenziatore della resistenza e delle prestazioni fisiche.

DemBiotech presenta un fitocomplesso titolato e standardizzato derivante dall’Echinacea purpurea, ottenuto con una tecnologia innovativa denominata CROP®.

Echinacea purpurea biotech: efficacia standardizzata
Fitocomplesso titolato dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
Elisa Barbieri, Sofia Bertoncello, Raffaella Rizzi

L’Echinacea purpurea è una pianta erbacea comunemente utilizzata negli integratori alimentari per aiutare le normali difese dell’organismo e le funzionalità delle prime vie respiratorie. Grazie a una tecnologia innovativa denominata CROP® (Controlled Release of Optimized Plants), è stato possibile produrre con la tecnica delle colture vegetali in vitro, a partire da un frammento di pianta di Echinacea purpurea, un fitocomplesso titolato e standardizzato. Questa tecnologia è in grado di assecondare la crescente domanda da parte del mercato di botanicals con elevati standard di qualità e di sicurezza, proteggendo il consumatore da prodotti fraudolenti di scarsa qualità. Il fitocomplesso che ne deriva, titolato in acido cicorico, ha dimostrato, attraverso studi in vitro, di esercitare una marcata attività antinfiammatoria e antiossidante, agendo con effetto protettivo a livello cellulare.

Un interessante lavoro dell’Università di Pisa, in cui viene presentato un supporto multidisciplinare per la gestione dei sintomi nella psoriasi.

Supporto multidisciplinare per la gestione dei sintomi nella psoriasi
Possibili approcci nutraceutici e nutrizionali
Lara Testai, Elisa Chetoni

La psoriasi è definita come una patologia della pelle a carattere cronico-recidivante, caratterizzata da un’infiammazione sostenuta che porta a un’incontrollata proliferazione dei cheratinociti e alla loro differenziazione disfunzionale. All’esame istologico sono evidenti placche che mostrano acantosi, infiltrati infiammatori e neo-vascolarizzazione tipici di una patologia autoimmune su base infiammatoria. Gli approcci terapeutici non sono sempre soddisfacenti e la scelta della terapia è legata al grado di severità e alle comorbidità. Da mite a moderata la psoriasi può essere trattata con terapie topiche, da moderata a severa spesso il paziente ha bisogno di ricevere cure sistemiche. In questo panorama la possibilità di intervenire con successo usando nutraceutici e/o modificando le abitudini alimentari rappresenta un’opportunità da perseguire, nell’ottica di ridurre la gravità della patologia e limitare le recidive. L’integrazione della dieta con vitamina D rappresenta una delle scelte perseguite da maggior tempo e che trovano il solido supporto scientifico. Analogamente anche l’uso di omega 3 ha delle basi razionali, sebbene la scelta della dose sia cruciale. Recenti evidenze suggeriscono interessanti riflessioni sull’importanza di una condizione di eubiosi cutanea e intestinale nella gravità della psoriasi, ma anche nella manifestazione delle recidive. Infine vengono analizzati i risultati positivi ottenuti con diete ipocaloriche e gluten-free, suggerendo l’utilità di un approccio multidisciplinare di supporto alle terapie convenzionali per una migliore gestione dei sintomi e delle comorbidità associate alla psoriasi.

L’approfondimento, a cura dell’Università di Padova, vede al centro dell’interesse le attività biologiche dell’acido alfa-linolenico poichè è un acido grasso omega-3 che risulta avere un ruolo molto rilevante nella nostra dieta.

Acido alfa-linolenico
L’omega 3 sottovalutato
Silvia Michieletto, Francesco Visioli, Stefan-Alexandru Panaite

L’acido alfa-linolenico (ALA) è un acido grasso omega 3 (18:3ω3 o n-3), le cui attività biologiche ed effetti sulla salute, specialmente negli ultimi anni, stanno suscitando un ampio interesse nella ricerca. L’ALA si trova prevalentemente nei vegetali e, essendo un acido grasso della serie omega 3, viene considerato essenziale. L’ALA è il precursore della serie di acidi grassi n-3 a lunga catena e più insaturi, anch’essi essenziali, fra cui l’acido eicosapentenoico (EPA) (20:5ω3) e l’acido docosaesanoico (DHA) (22:6ω3). Mentre EPA e DHA sono acidi grassi ampiamente conosciuti, le ricerche umane sull’acido alfa-linolenico sono ancora scarse e insufficienti per comprenderne pienamente le funzioni fisiologiche. Alcuni studi epidemiologici, peraltro, supportano l’ipotesi che l’ALA, di per sé, sia associato a una riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, e ad un effetto protettivo sull’infarto miocardico e sull’ictus. Alcuni trial clinici sono stati pubblicati e altri sono in corso di svolgimento. In attesa dei risultati, l’introduzione di alimenti ricchi di ALA o l’ipotesi di un’integrazione sono importanti per le persone che cercano fonti di omega 3 oltre il pesce e l’olio di pesce.

Di grande interesse anche la sezione AGGIORNAMENTI, con preziosi contributi e importanti NOVITA’:
Approfondimenti formulativi, a cura di Sifnut, che affronterà, in questo numero, l’importanza della formulazione corretta della Vitamina B12 per migliorarne l’assorbimento.
La NUOVA rubrica BIOTECH, che introdurrà i nostri lettori nel mondo delle biotecnologie, che oggi trovano applicazione in numerosi settori. Ringraziamo Elena Sgaravatti per questa preziosa collaborazione!

Un occhio di riguardo anche alle AZIENDE che presentano nuovi ingredienti sia legati al focus, sia legati a temi di altrettanto interesse, in particolare:

Questi e tanti altri interessanti argomenti ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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l'integratore nutrizionale

Rivista tecnico-scientifica del settore nutraceutico
e dell'integrazione alimentare

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L’anno è cominciato ormai da un pezzo alternando il giallo limone al rosso vermiglio, passando per un arancione carota. I nostri account social portano a galla quanto pubblicato un anno fa o più e, come direbbero i Tiromancino, “la descrizione di un attimo (…) un’emozione fortissima”. Quando succede a me, un sorriso malinconico va alla vita “di prima”, cioè prima che fossimo parcheggiati in questo tempo sospeso e ovattato dagli schermi dei nostri pc davanti ai quali spendiamo il tempo, senza con questo voler banalizzare il dolore di molti di noi per le perdite di persone care o economiche.
La fatica in questo momento resta e, è quasi inutile dirlo, ci accompagna nelle giornate che trascorriamo distanziati e mascherati. Prendendomi una licenza poetica (Giacomo, me lo concedi?), a volte mi sento come se fosse il venerdì del villaggio (perché sabato no, quello non si può certo dire), ma avverto il piede che è pronto sull’acceleratore per dare gas e (ri)partire.
In tutto questo panorama, gli appuntamenti regolatori da segnare in agenda non mancano e non si fanno attendere. Ne ricordo alcuni. La notifica delle composizioni di miscele al portale di ECHA (finalmente armonizzata. Si può dire? Qualche piccola differenza tra gli Stati c’è ma piccolina) ai sensi dell’art.45 del Regolamento CLP che, con il suo Allegato VIII (già più volte emendato), stabilisce quali elementi fornire all’Agenzia, come, quando e i casi in cui sarà necessario fare un aggiornamento di notifica. È sempre l’All.VIII a introdurre un nuovo codice (il codice UFI) che inizia a comparire sulle etichette di miscele classificate pericolose per effetti chimico-fisici o sulla salute umana. Il suo obiettivo è instaurare una relazione univoca tra se stesso e la composizione di miscela, così da agevolare la risposta in caso di emergenza sanitaria.
Fermi tutti! Ma non avevamo detto che per i cosmetici allo stato finito destinati all’utilizzatore finale il Regolamento CLP non si applica? Sì, certo, lo avevamo detto e continua a essere così, ma prima di giungere allo stato finito e prendere la “connotazione” di prodotto cosmetico, ciò che viene prima è una miscela, quindi…
Gli obblighi di notifica per qualcuno potrebbero già bussare alla porta perché, se è vero che è stato stabilito un periodo transitorio (1/01/2025, data entro la quale deve essere effettuata una notifica ai sensi dell’All.VIII per tutte le miscele immesse sul mercato sia nuove che esistenti), bisogna anche considerare che chi immette sul mercato miscele che non sono già state notificate secondo la legislazione nazionale deve conformarsi all’obbligo a partire dall’1/01/2021 se l’uso finale è del consumatore, ad esempio.
Più di qualche pensiero lo dà anche il Regolamento (UE) 2020/217, cioè il XIV ATP al CLP, che si applica a decorrere dall’1/10/2021 e che porta con sé la modifica dell’All.VI delle classificazioni armonizzate introducendo la classificazione come Carc. 2 H351 (inalazione) per il biossido di titanio (in polvere contenente ≥1% di particelle con diame­tro aerodinamico ≤10 μm).
C’è qualche altra sorpresa? (leggasi con tono sarcastico).
Diciamo che… ci sarebbe la modifica dell’All.II del Regolamento REACH (a opera del Regolamento (UE) 2020/878) che richiederà l’aggiornamento delle schede dati di sicurezza, però hanno dato tempo fino al 2022, quindi direi che ne parliamo un’altra volta.

Pubblicato su Cosmetic Technology 2, 2021

Uno scudo per la protezione dei capelli

di Carolina Lourenco, Marcia de Paula
Hair Care Center, Symrise, Brasile • marcia.paula@symrise.com


Negli ultimi decenni l’inquinamento dell’aria è aumentato a livello globale. Attualmente i consumatori avvertono in maniera sostanziale il modo in cui l’inquinamento dell’aria e le particelle di polvere influenzano direttamente la salute e la qualità della pelle e dei capelli.
In questo studio abbiamo simulato l’esposizione dei capelli all’inquinamento ambientale, utilizzando capelli caucasici decolorati due volte. Abbiamo valutato pettinabilità e lucentezza prima e dopo l’esposizione alle polveri standard in una camera con ricircolo d’aria, controllando densità delle polveri e tempo di esposizione. Le immagini del microscopio elettronico a scansione (Scanning Electron Microscopy, SEM) hanno mostrato l’aspetto della superficie dei capelli dopo la deposizione delle particelle di polvere e lo spettrometro a raggi X a dispersione di energia (Energy Dispersive System, EDS) ha determinato la percentuale di alcuni residui trovati sulle fibre dei capelli.
Le ciocche precedentemente trattate con shampoo e balsamo contenenti l’1% di principio attivo (nome INCI: Pentylene Glycol, Aqua, Glycerin, Triticum Vulgare Bran Extract, 1,2-hexanediol, Caprylyl Glycol) prima dell’esposizione alle particelle di polvere sono risultate meno danneggiate dall’inquinamento simulato. L’energia richiesta per pettinare i campioni e la riduzione della lucentezza sono risultate significativamente inferiori rispetto ai campioni non trattati nello stesso modo. Le immagini SEM hanno mostrato meno particelle aderenti e migliori condizioni generali nei campioni trattati. I valori EDS hanno confermato una minore deposizione di alluminio e calcio.
Il prodotto sotto esame si è dimostrato in grado di impedire l’adesione delle particelle inquinanti migliorando pettinabilità e brillantezza dei capelli. Rappresenta una nuova soluzione per le persone che vivono nelle grandi città a livello di salute, qualità e bellezza dei capelli.

Introduzione
A causa dell’aumento della popolazione, dell’industrializzazione, del numero di veicoli in circolazione e di altri agenti inquinanti, ci troviamo ad affrontare un incremento dell’inquinamento dell’aria. Le microparticelle di polvere (particelle con un diametro massimo di 10/2,5 µm) (1) rilasciate dalle industrie, automobili e non solo, sono anche portatrici di idrocarburi policiclici aromatici, ormai noti come inquinanti organici di varia tossicità. Questi materiali particolati sono composti principalmente da ossidi (alluminio, zolfo, calcio, magnesio e altri ancora).
Attualmente i consumatori avvertono in modo evidente come l’inquinamento dell’aria e le particelle di polvere influenzino direttamente la salute e la qualità della pelle e dei capelli (2). Nella maggior parte delle aree inquinate, le persone non si aspettano che i prodotti per la cura dei capelli possano soltanto lavarli e disintossicarli, ma cercano anche formule capaci di fornire un efficiente scudo antinquinamento.
L’uso dello shampoo unito a quello del balsamo rientra nella routine della cura dei capelli di molti consumatori di tutto il mondo. L’obiettivo principale è quello di rimuovere i residui di prodotti cosmetici e il sebo autosecreto, ma anche il grasso e le polveri provenienti dall’ambiente esterno.
In questo studio abbiamo simulato l’esposizione dei capelli all’inquinamento ambientale. Siamo in grado di dimostrare il deposito delle particelle inquinanti sulla fibra dei capelli e l’inefficacia di semplici shampoo e balsami che non solo non riescono a rimuoverle, ma che non possono evitarne la deposizione.
A tal fine, abbiamo sviluppato una nuova tecnologia in grado di proteggere i capelli dalle polveri inquinanti per mantenerli sani. Pettinabilità e lucentezza sono state valutate prima e dopo l’esposizione dei capelli all’inquinamento standard. […]

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Solventi alternativi per l’estrazione di piante dolomitiche

di Stefano Francescato1, Luigi Rigano2, Sara Ferrari1, Nicola Lionetti3, Gabriele De Nadai1, Stefano Dall’Acqua4,5, Marta Faggian5, Gregorio Peron4, Gianni Baratto1
1Area scientifica, Unifarco, Belluno • stefano.francescato@unifarco.it
2ISPE, Milano
3Rigano Laboratories, Milano,
4Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Padova
5UniR&D, Padova


Alternative extraction solvents applied to Dolomitic plants
Recovery of skin lightening actives from sustainable processes and supply chains

Dolomites are sedimentary Alpine mountains, created by ocean sediments, located between the European alps and Venice. Following thousands of years of evolution and for the peculiar geography, Dolomite plants developed special adaptation to high altitude and climatic conditions, producing interesting secondary metabolites, necessary for their protection and defence from environmental attacks. Aim of the study was in first place the selection of 5 plants (scullcap, marygold, rhododendron, saffron, mulberry) linked to the Dolomiti environment, derived from sustainable supply chains. The species were extracted with a series of “green” solvents or solvents blends to identify the most performing extractive method to concentrate important actives such polyphenols. Finally, one of the studied extract (mulberry extract) was tested for its depigmentant activity in vitro for a possible application in cosmetics. Since little research has been carried out till now, concerning the identification of appropriate extraction systems, by green chemistry, this work opens the way to the study of new strategies for their tailor-made differential extraction, of analytical methods and activity testing applicable to some plants related to Dolomiti area.

Le Dolomiti sono catene montuose alpine di origine sedimentaria create da depositi oceanici, posizionate tra Venezia e le Alpi europee. Adattandosi a migliaia di anni di evoluzione per la loro particolare posizione geografica, le piante dolomitiche si sono adattate alle elevate altitudini e alle condizioni climatiche, producendo interessanti metaboliti secondari necessari per difendersi dagli attacchi ambientali. Scopo di questo lavoro è stato per prima cosa la selezione di cinque piante legate all’ambiente dolomitico (scutellaria, calendula, rododendro, zafferano, gelso) provenienti da filiere sostenibili. Le specie sono state estratte con una serie di solventi “green” o loro miscele, per identificare il metodo più idoneo alla concentrazione di importanti principi attivi quali i polifenoli. Infine, uno degli estratti studiati (estratto di gelso) è stato testato in vitro per la sua azione dipigmentante cutanea, per una possibile applicazione cosmetica. Dal momento che finora le ricerche riguardanti l’identificazione di nuovi sistemi solventi “green” sono limitate, questo lavoro apre la strada allo studio di nuove strategie estrattive su misura di metodi analitici e di testing da applicare a particolari specie legate all’ambiente dolomitico.

Premessa
La genesi delle Dolomiti è riconducibile all’accumulo oceanico di materiale organico (conchiglie, coralli, alghe) e inorganico (sabbie, limo), trasformatosi, nel corso di milioni di anni, in rocce sedimentarie costituite da carbonati di calcio e magnesio, con tracce di ferro.
Le particolari condizioni geografiche e climatiche dell’area hanno portato in millenni di evoluzione a sviluppare nelle piante endemiche dolomitiche speciali adattamenti all’alta quota e al substrato carbonatico. In questo sito, anche le piante coltivate dall’uomo si adattano alle particolari condizioni climatiche. Cicli termici proibitivi, intensa esposizione ai raggi UV e caratteristico substrato calcareo influenzano positivamente la produzione di interessanti metaboliti secondari, necessari all’auto-protezione dai fattori climatico-ambientali e biologici. Le piante, in risposta agli stimoli dell’ambiente che le circonda, producono una serie di metaboliti secondari, importanti principi attivi che possono avere utili proprietà ai fini cosmetici e salutistici. Spesso queste molecole si ritrovano anche in parti di pianta che costituiscono uno scarto di alcune filiere produttive, come quella agro-alimentare. Il recupero selettivo di queste sostanze dai tessuti vegetali residui potrebbe costituire un processo “green” e i loro benefici funzionali essere adeguatamente sfruttati in cosmetica. Sorprendentemente, fino a ora sono state condotte poche ricerche riguardanti l’identificazione dei sistemi di estrazione più appropriati da vegetali, ispirati alla chimica verde e relativi a specifiche categorie di ingredienti. Sono state studiate strategie sistematiche per un’estrazione differenziale su misura, identificazione analitica e caratterizzazione. Inoltre uno di questi estratti è stato testato per la sua funzionalità sull’attività di inibizione della tirosinasi per valutarne l’azione depigmentante all’interno di formule cosmetiche.

Introduzione
L’estrazione di principi attivi delle piante con mezzi adeguati è uno dei processi industriali più importanti della chimica fine applicata ai cosmetici. Spesso i solventi sono composti organici volatili ottenuti da risorse non rinnovabili, sospettati di essere dannosi sia per la salute umana che per l’ambiente. Oggi la nuova enfasi sulla sostenibilità ambientale e lo sviluppo della chimica verde richiedono la ricerca di solventi alternativi ai derivati dal petrolio poco sostenibili (1). […]

Per leggere l’intero articolo, acquista il singolo numero o abbonati alla rivista

La sostenibilità prima di tutto

La sostenibilità prima di tutto

Un modello di business che anticipa i tempi

Due chiacchiere con...

Matteo Locatelli
Titolare Pink Frogs Cosmetics

Pink Frogs è una società di produzione cosmetica fondata nel 1979 come consolidamento di un’impresa familiare nata nel 1939 con il proposito di offrire un servizio di formulazione e produzione di cosmetici tricologici a una clientela altamente specializzata sulla cura del capello. Nel tempo l’organizzazione della società è andata via via strutturandosi, incrementando la propria capacità produttiva e allargando i propri ambiti di competenza all’intero campo della cosmesi non decorativa esclusivamente in conto terzi. Con l’arrivo nel 1996 di Matteo Locatelli sono stati fatti molti passi avanti, specialmente da 10 anni a questa parte, quando l’azienda ha deciso di puntare sulla sostenibilità come valore aggiunto e imprescindibile. La sostenibilità è un argomento a cui teniamo molto anche noi di CEC Editore; non potevamo dunque lasciarci sfuggire l’occasione di intervistare proprio il Dott. Locatelli, titolare di Pink Frogs e vicepresidente di Cosmetica Italia, che ha fatto sì che la propria azienda si distinguesse dalle altre del settore cosmetico per essere stata la prima ad aver rivoluzionato il proprio modello di business puntando sulla carta vincente della sostenibilità. [...]

Pink Frogs cosmetics è anche...

Solidarietà

Franco e Andrea Antonello dell’Impresa Sociale I Bambini delle Fate

... Ecco quindi che ci siamo concentrati sulla costruzione del secondo pilastro rappresentato dalle tematiche sociali con iniziative all’interno del nostro comune e in supporto all’Humanitas, la successiva adesione a La forza e il sorriso e, a partire da quest’anno, la realizzazione di un progetto che permetterà a una Onlus di Rozzano di offrire un’assistenza continuativa a ragazzi affetti da autismo. Questo progetto, coordinato da I bambini delle Fate, coinvolgerà studenti delle scuole superiori che diventeranno “amici dei ragazzi speciali”, instaurando con loro una condivisione di tempo e occasioni di socialità.

Sostenibilità

Conosciamo le etichette di utilizzo responsabile ideate da Pink Frogs

Partiamo dal presupposto che uno dei principi della sostenibilità è la comunicazione: non penso che possa esistere sostenibilità se non viene comunicata. La comunicazione ti obbliga non solo a fissarti degli obiettivi, ma ti spinge a raggiungerli entro un tempo prestabilito. Ecco quindi che con la comunicazione l’impegno preso verso te stesso diventa un impegno preso con la società che ti accoglie...

COSMETIC TECHNOLOGY

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Pink Frogs Cosmetics

La nostra sfida è il vostro successo

Laboratorio Cosmopolita

Laboratorio Cosmopolita

Quando la passione ti indica la strada

Ricerca e Sviluppo, attenzione al cliente e all’ambiente, apertura e confronto: sono questi i principi fondamentali che caratterizzano il Laboratorio Cosmopolita, nato quasi per caso dalla mente di Serena Zanella, laureata in Farmacia, la quale ha saputo fare della sua più grande passione il proprio lavoro.
Una serie di fortunati eventi ha poi fatto sì che incrociasse sul proprio cammino Ludovica Ferrari, laureata in Chimica industriale ma con una grande passione per il mondo cosmetico.
Abbiamo dunque incontrato queste due giovani donne per conoscere più da vicino il Laboratorio e il progetto di imprenditoria femminile che vi sta dietro.

Serena Zanella

Founder & Cosmetics Creator

Ludovica Ferrari

Cosmetic Formulator Chemist

R. Serena: dopo essermi laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano, ho lavorato per breve tempo come farmacista, anche se nel frattempo stava maturando sempre più dentro di me un interesse per il settore cosmetico. Fu così che decisi di iscrivermi al Master in Scienze Cosmetiche dell’Università degli Studi di Pavia.
Devo dire che il Master mi ha aiutato molto ad addentrarmi sempre più nel mondo della cosmetica e di certo ha contribuito alla mia professionalizzazione.
R. Ludovica: con una formazione prettamente umanistica, dopo il liceo classico ho deciso di intraprendere un’altra strada laureandomi in Chimica Industriale presso l’Università degli Studi di Milano. Potrebbe sembrare un grosso cambiamento, ma a dire il vero io credo che i due ambiti si sposino perfettamente: l’amore per le materie umanistiche rimane, ma ciò non preclude il mio interesse per la scienza. Durante questo percorso di studi ho però capito che, nonostante i vari sbocchi nel settore chimico che una laurea di questo tipo avrebbe potuto offrirmi, il mondo cosmetico mi affascinava di gran lunga.

R. Serena e Ludovica: è stato un caso ma siamo fermamente convinte che questo sia un valore aggiunto per il nostro lavoro in laboratorio, anche perché avere background differenti ci permette di arrivare insieme dove non saremmo mai arrivate da sole, integrando le nostre conoscenze e competenze per svolgere al meglio il nostro lavoro.

R. Serena: durante il Master ho lavorato presso un’azienda di makeup conto terzi ricoprendo il ruolo di controllo qualità, ricerca e regolatorio. Questa esperienza è durata circa un anno, dopo di che ho lavorato per un distributore di materie prime per circa cinque anni. Qui ho assunto il ruolo di supporto tecnico ai clienti che prevedeva da una parte la presentazione delle materie prime, ma anche un interessante confronto con i formulatori.
È un lavoro che mi è piaciuto molto e che mi ha permesso di instaurare un bel rapporto con i formulatori.
Nel frattempo la mia passione per la formulazione mi ha portato ad attrezzarmi a casa munendomi dei primi indispensabili strumenti per cominciare: un bancone, una bilancia e una piastra. Ho poi ordinato materie prime per creare formule in autonomia per puro e semplice interesse.
Con il passare del tempo c’è stata un’evoluzione graduale che è partita con l’acquisto a buon prezzo di un macchinario (Silverson), senza l’idea però di creare una linea commerciale; si trattava semplicemente di saziare la mia voglia di sperimentare.
Successivamente mi contattò un’azienda terzista di skin care in provincia di Bologna, nell’appennino tosco-emiliano, che stava cercando un formulatore. Io però, non avendo la possibilità di trasferirmi, mi sono offerta di formulare a distanza. Loro erano molto interessati. Si è creato così un buon rapporto e io sono riuscita a gestire entrambi i lavori. Per loro sviluppavo completamente la formula sulla base di ciò che chiedevano i clienti, quindi loro mi mandavano le materie prime, io realizzavo la formula e poi gliele rispedivo. Ancora oggi collaboro con loro da ormai quattro anni.
Successivamente la voce si è sparsa e ho ricevuto altre richieste. A quel punto avevo raggiunto dei clienti fissi e non riuscivo più a stare dietro a entrambi i lavori, ma non ho voluto aprire il laboratorio finché non ero certa di riuscire a gestirlo. Dopo essermi decisa ho trovato dei locali vicino a casa mia e ho trasferito tutte le macchine che avevo, da casa al laboratorio. Era il gennaio 2020.

R. Ludovica: dopo l’università ho lavorato per un’azienda terzista molto grande che mi ha permesso di avvicinarmi al mondo cosmetico facendo emulsioni. Ho conosciuto molti formulatori che mi hanno fornito un’ottima base e preziosi insegnamenti. Ho lavorato qua per circa un anno e mezzo, dopo di che ho iniziato a lavorare per un fornitore di materie prime, sempre nell’area della Ricerca e Sviluppo. Un approccio completamente differente perché se prima ricevevo i brief con delle indicazioni ben precise, in quel caso ero completamente libera di creare e formulare senza avere particolari direttive. Successivamente si sono susseguiti cambiamenti interni all’azienda che mi hanno portato in Francia, a Parigi, in quel fatidico gennaio 2020. In principio sarei dovuta rimanere lì fino a maggio ma poi purtroppo, a causa della situazione mondiale legata al COVID-19, il mio contratto fu destinato a finire, ed è proprio qua che è entrata in gioco Serena.

R. Serena: come stavo dicendo, a gennaio 2020 ho aperto il Laboratorio. Poi è scoppiato il COVID-19, ma comunque bene o male ho continuato a lavorare, anche perché la maggior parte delle attività le svolgevo qua dal Laboratorio, in totale sicurezza.
Facendo un passo indietro, a dicembre 2019 ho conosciuto Ludovica per pura casualità durante un’occasione di lavoro. Le raccontai del mio progetto e di ciò che stavo facendo e che avevo in mente di realizzare; lei mi parve subito entusiasta e mi ricordo che quello stesso giorno ricevetti il logo del Laboratorio. Poi siamo rimaste in contatto anche durante i primi mesi dell’anno successivo.

R. Ludovica: questo incontro risale a poco prima della mia partenza. Io ero davvero rimasta colpita dalla storia di Serena, così come dalla sua tenacia. Poi sono partita. Durante quei mesi ci siamo sentite e alla scadenza del mio contratto ho ricevuto un audio da Serena in cui mi proponeva di aiutarla momentaneamente al Laboratorio in attesa di trovare un nuovo impiego. Ero al settimo cielo.

R. Serena: io ero arrivata a un punto in cui un aiuto in più mi faceva molto comodo, quindi abbiamo cominciato questa collaborazione, ma nel frattempo ho anche aiutato Ludovica a fare dei colloqui. Allo stesso tempo, però, le richieste erano sempre più elevate e il lavoro stava aumentando; quindi da soli due giorni alla settimana ho deciso di assumerla a tempo pieno da gennaio 2021. Ed è proprio per questo motivo che quest’anno il Laboratorio si è trasformato da società individuale in società in accomandita semplice (sas).

R. Serena: ho deciso di chiamarlo Laboratorio Cosmopolita perché adoro viaggiare e infatti sono in contatto con tantissimi formulatori in tutto il mondo. Ci sentiamo molto spesso e il nome nasce proprio con l’intenzione di offrire un’apertura al mondo confrontandomi con i formulatori di ogni Paese e nazionalità.
Ci sono formulatori che sono di mentalità chiusa, mentre io credo che sia davvero utile avere una mentalità aperta. Penso che la possibilità di riuscire ad apprendere qualcosa di nuovo ogni giorno da questo network che abbiamo creato e dalla rete di rapporti che abbiamo costruito sia davvero importante per il confronto e per il sostentamento, specialmente in questo periodo.

R. Serena: teniamo a far crescere il Laboratorio per soddisfare i nostri clienti e a valorizzare l’attività di ricerca e sviluppo. Di solito quando ci rapportiamo con i clienti preferiamo offrire loro una proposta formulativa del tutto nuova. Non tutti, però, chiedono formule “su misura”, ecco perché nel frattempo stiamo provvedendo a realizzare un portfolio di formule già a disposizione. Vogliamo farlo ma in un modo innovativo e sempre rispettando i trend del momento.

R. Serena: Di certo tutta la procedura amministrativa a cui ho dovuto far fronte per passare da ditta individuale a sas ha richiesto molti sforzi, specialmente in questo periodo.
Poi ritengo che sia difficile pensare a un’offerta ad hoc per i clienti e riuscire a capire fin dall’inizio se ci sarà un ritorno economico. Io però ho sempre voluto investire nel tempo che dedichiamo ai clienti perché anche per loro può essere utile capire come lavoriamo.

R. Serena: per me la priorità è evitare gli sprechi, anche a livello di materie prime, e purtroppo nei magazzini delle aziende questo succede in continuazione. Quindi per prima cosa compriamo delle materie prime che sappiamo di trovare in commercio a piccoli tagli. Io credo che questo sia uno dei problemi più grandi nelle piccole aziende. A livello di prodotto, invece, puntiamo su processi ecosostenibili, anche se non è semplicissimo riuscire ad avere un prodotto 100% ecosostenibile, soprattutto a livello di packaging. Là sta al cliente capirne il valore.

R. Ludovica: a mio parere è necessario contrastare in tutti i modi la disinformazione. Questo fenomeno sta dilagando sempre più grazie ai numerosi “influencer” che sono soliti diffondere fake news nei confronti di alcuni ingredienti che alla fine sono assolutamente validi. Purtroppo molti clienti, o clienti di clienti, quindi i consumatori, prendono per oro colato il messaggio veicolato da queste persone e di conseguenza impostano le loro scelte escludendo a prescindere certi ingredienti, fino a renderne impossibile l’impiego. Il nostro obiettivo è proprio quello di dare voce alla scienza contrastando queste dicerie, e anche in questo caso è fondamentale essere propensi a un’apertura mentale.

R. Serena e Ludovica: dipende dai casi. Alcuni clienti apprezzano il nostro entusiasmo, altri invece sono più diffidenti e cominciano a fare paragoni con aziende e laboratori molto più grandi. Noi nel nostro piccolo siamo comunque soddisfatte perché riusciamo a fare cose che si fanno anche in laboratori più grandi. La nostra mission consiste nel fatto di essere un laboratorio di ricerca e non vogliamo distaccarci troppo da questa impronta.

COSMETIC TECHNOLOGY

Serena Zanella
Founder & Cosmetics Creator • serenaz@laboratoriocosmopolita.com

Ludovica Ferrari
Cosmetic Formulator Chemist • ludovicaf@laboratoriocosmopolita.com

www.laboratoriocosmopolita.com

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Perchè ci piace – Capelli

Perché
ci piace

Potenzialità, a volte inaspettate, di ingredienti
per la cura del capello e dello scalpo

Abbiamo selezionato ingredienti utilizzabili in formulazioni specifiche per la cura dello scalpo e del capello di soggetti con cute particolarmente sensibile. Ognuno di questi può avere una o più funzioni e può essere adatto o meno in determinate condizioni formulative. Di ognuno vi spieghiamo la funzione e….perchè ci piace!

Serena & Ludovica

Categoria: Ingrediente funzionale
Funzione: Emolliente e fattore di consistenza, ha proprietà condizionanti sul capello asciutto e bagnato e ne aumenta la lucentezza
Percentuale d’uso: 1-10%
Perchè ci piace: Alternativa ai condizionanti cationici

Categoria: Attivo
Funzione: Rallenta la caduta dei capelli, aumentandone la densità. Impatta positivamente sulla salute del microbiota dello scalpo
Percentuale d’uso: 1-2%
Perchè ci piace: Delicata profumazione naturale

Categoria: Conservante –  olio essenziale –  Attivo
Funzione: Agente antimicrobico di origine naturale, ad ampio spettro. Condizionante sul capello e vero e proprio profumo
Percentuale d’uso: 1-2%
Perchè ci piace: Stabile in un ampio range di pH, da 3 a 10, resistente fino a 80°C

Categoria: Ingrediente funzionale – Attivo
Funzione: Tensioattivo 100% vegetale, dona brillantezza al capello e, allo stesso tempo, esplica un’azione condizionante
Percentuale d’uso: 1-5%
Perchè ci piace: Ideale in formulazioni low POO

Categoria: Ingrediente funzionale – Agente sensoriale – Attivo
Funzione: Cura il capello dall’interno, rinforzandone la struttura, donandogli vitalità e migliorandone visibilmente la capacità di riflettere la luce
Percentuale d’uso: 0,5-5%
Perchè ci piace: La presenza dell’amido di mais ne migliora la sensorialità

Categoria: Ingrediente funzionale
Funzione: Tensioattivo anionico delicato, ideale per cuti sensibili. È in grado di produrre una schiuma soffice e cremosa, caratterizzata da bolle di piccole dimensioni
Percentuale d’uso: 10-30%
Perchè ci piace: Ideale a pH 7, a prova di lacrime! La versione solida può essere utilizzata nei detergenti in polvere

Categoria: Attivo
Funzione: Antiossidante naturale, solubilizzare in acqua in rapporto 1:3 e aggiungere sotto i 45°C
Percentuale d’uso: 0,5-1%
Perchè ci piace: Garantisce un’efficace protezione del capello dall’inquinamento urbano, dai raggi UV e dal calore

Categoria: Agente Sensoriale
Funzione: Il pullulan viene trattato in superficie con acacia senegal gum, così da ottenere un film plastico, brillante e resistente al calore, ideale per l’hairstyling
Percentuale d’uso: 0,1-5%
Perchè ci piace: Ottima trasparenza, disperdibile sia a caldo che a freddo, compatibile con alcohol fino al 20% e con tutti i tensioattivi. Attenzione con i tensioattivi cationici, potrebbero comprometterne la trasparenza

Categoria: Attivo
Funzione: In grado di ridurre forfora, rossori e prurito dello scalpo. Ha azione anti-odore, mantenendo sotto controllo la produzione di sebo
Percentuale d’uso: 0,5-1%
Perchè ci piace: Conferisce alla formulazione una texture fresca e leggera

EDITORIALE – Infodemia

Agli inizi di febbraio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto di essere al lavoro per rintracciare e rispondere a falsi miti e voci sul virus di Wuhan, sottolineando che l’epidemia del Coronavirus 2019-nCoV è stata accompagnata da una massiccia “infodemia”, ovvero un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile trovare fonti affidabili e distinguere tra fake news e quelle evidence-based.

Questo fenomeno, evidente in particolare sui canali digitali e sui social network, è comunque vero anche sui canali ufficiali di comunicazione scientifica.

Più di 115.000 articoli usciti nel 2020-2021 e indicizzati da PubMed sono collegati al COVID-19. Una quantità colossale di documenti, molti dei quali comparsi in versione preprint, privi cioè di peer review, il consueto percorso di revisione critica preliminare. Questo ha portato a uno scadimento abbastanza generalizzato della qualità della produzione scientifica: studi in genere con pochi pazienti e metodologia d’assalto.

A livello individuale il fenomeno si è tradotto nella difficoltà di far fronte a questa enorme “ondata informativa” (quasi impossibile da filtrare e sintetizzare) e nella conseguente necessità di prendere decisioni in condizioni di incertezza.

Questo si applica ovviamente anche all’utilizzo di integratori alimentari: si parla di vitamina C, vitamina D, acidi grassi polinsaturi omega 3, probiotici e zinco, ma non bastano gli studi in vitro sulla riduzione dell’infiammazione o l’effetto antivirale; occorrono studi clinici, attualmente in corso, e i cui risultati sono attesi con grande interesse. Le revisioni sistematiche dei dati disponibili attualmente in PubMed concordano, infatti, che nel complesso sono necessari ulteriori studi prima che possano essere formulate raccomandazioni basate sull’evidenza circa l’utilizzo di integratori alimentari per contrastare il COVID-19. 

Ecco quindi che in questo momento di grande incertezza, dove anche la scienza medica è in difficoltà, abbiamo deciso di non contribuire all’“infodemia” e di non pubblicare articoli o notizie sull’argomento, ma di mantenere un dovuto silenzio in mancanza di dati confermati.

Biotech

[…] Il contributo del biotech nelle scienze della vita e nella bioeconomia circolare
Le biotecnologie costituiscono un motore strategico dell’innovazione nelle Scienze della Vita, un comparto che già vale circa il 10% del PIL nazionale, con un numero di addetti pari a circa 1,75 milioni. Nel mondo il 50% dei farmaci in sperimentazione clinica sono biotecnologici. Queste tecnologie sono anche alla base dell’intero processo di drug discovery, oltre ad attraversare trasversalmente tutto il settore della salute: dalla diagnostica (sia i tamponi che i test sierologici sono biotech) ai vaccini (i vaccini sono prodotti biotech), due aree rivelatesi cruciali nel periodo dell’emergenza pandemica, fino alle terapie. […]

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