MakeUp Technology A/I 2024

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speciale: Waterless beauty

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Makeup in Italia un settore in crescita e innovazione

Analisi del mercato italiano e il suo posizionamento a livello europeo e globale

F. Lo Bosco*, S. Belmonte**

*Cosmetologa specializzata in Sviluppo Prodotto, Affari Regolatori e Qualità
**Farmacista e Senior Product Marketing Manager
serenabelm@gmail.com

Makeup in Italia

Analisi di mercato
FINESTRE DI APPROFONDIMENTO

Parola d'ordine: essenzialità

La storia del packaging dei prodotti makeup dall'Etruria ai giorni nostri

Macchina riempimento vasi Skintech MV-1-160

IDM Automation ha introdotto la Skintech MV-1-160, una macchina automatizzata avanzata per il riempimento di vasi cosmetici, applicazione del sigillo e assemblaggio vaso-tappo. Questa soluzione è progettata per migliorare i processi produttivi nell’industria cosmetica grazie alla sua precisione, efficienza e sostenibilità. Utilizzando tecnologie modulari avanzate, è in grado di gestire vasi in vetro di varie forme e vasi in plastica, incluse opzioni eco-friendly. La Skintech MV-1-160 è dotata di un dosatore in acciaio inossidabile AISI 316 conforme agli standard FDA, e offre una flessibilità produttiva con cambi formato rapidi e una capacità di produzione fino a 3000 pezzi all’ora. Inoltre, il design ergonomico e le protezioni avanzate assicurano sicurezza e comfort operativi.

IDM Automation

rubriche
L'angolo della strategia

Ritualità e significati della bellezza • G.P. Armana

Legale

Quali sono le "nuove" regole dettate dalla direttiva greenwashing? • C. Bellomunno

Cosmetica e proprietà intellettuale

Le novità del codice della proprietà industriale • AV. Vanosi

Job Corner

Dietro le quinte della bellezza • S. Lovagnini

INGREDIENTI

Il Gruppo Miyoshi, Una storia di qualità

Miyoshi Kasei Limited è stata fondata nel 1979 da Ryota Miyoshi, chimico e imprenditore giapponese.

Da oltre 40 anni, Miyoshi si distingue per la sua maestria nel trattamento delle superfici, trasformando le materie prime in ingredienti cosmetici ad alte prestazioni. 

Grazie alle sue tecnologie avanzate, Miyoshi offre soluzioni uniche che migliorano la funzionalità, la stabilità e la sensorialità delle formulazioni.

Miyoshi Europe

innovazione e precisione nel settore cosmetico

Pennelli Faro lancia la nuova unità operativa
Integrated applicator Pharma & cosmetics

La nuova Business Unit  Pennelli Faro INTEGRATED APPLICATOR Pharma & Cosmetics crea una sinergia perfetta tra applicatore e formula
sul pack stesso: ogni applicatore diventa una soluzione all-in-one professionale, versatile e altamente performante. 

Pennelli Faro

Direttore Responsabile
Francesco Redaelli
fr@ceceditore.com

Direttore Scientifico
Riccardo Rossi
rrossi.ceceditore@gmail.com

Responsabile di redazione
Anna Iannitelli
ai@ceceditore.com

Progetto grafico e impaginazione
Serena Dori
sd@ceceditore.com

Giulia Gilardi
gg@ceceditore.com

Marketing
adv@ceceditore.com

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Opinion Leader • CT 5, 2024

Opinion Leader • CT 5, 2024
Nicola Lionetti

Nicola Lionetti

Head of Cosmetic Laboratory at Labanalysis Life Science – IFSCC Chair of Publication

Bibliografia
1. Regulation (EC) No 1223/2009 Of The European Parliament And Of The Council of 30 November 2009 on cosmetic products – ultima versione consolidata: EUR-Lex – 02009R1223-20240424 – EN – EUR-Lex (europa.eu) (consultata a Settembre 2024).
2. The SCCS Notes Of Guidance For The Testing Of Cosmetic Ingredients And Their Safety Evaluation12th Revision – Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS), Final version SCCS/1647/22.
3. Davis JA, Gift JS, Zhao QJ. Introduction to benchmark dose methods and U.S. EPA’s benchmark dose software (BMDS) version 2.1.1. Toxicol Appl Pharmacol. 2011;254(2):181-191.
4. SCCS OPINION for clarification of the meaning of the term “sprayable applications/products” for the nano forms of Carbon Black CI 77266, Titanium Oxide and Zinc Oxide. Second revision of 25 June. 2015 SCCS/1539/14.
5. Guide on Inhalation Safety Assessment for Spray Products. First Edition: June 2013.

Eseguire una corretta valutazione della sicurezza e il suo “effetto booster” sul cosmetico

Come previsto dal Regolamento (CE) N. 1223/2009 (1), i prodotti cosmetici immessi sul mercato devono essere sicuri per il consumatore. La valutazione della sicurezza deve essere eseguita da un valutatore qualificato, così come indicato dal regolamento stesso.

La valutazione della sicurezza cosmetica è un processo complesso, che richiede in primis la conoscenza di un certo numero di regolamenti, direttive, raccomandazioni e linee guida. Di tutti questi, il Regolamento sui prodotti cosmetici (1) definisce le norme per la commercializzazione, l’etichettatura e la valutazione dei prodotti cosmetici nell’UE.

Le linee guida SCCS Notes of guidance (NoG) (2) approfondiscono le modalità con cui affrontare la valutazione di sicurezza e costituiscono uno degli approcci maggiormente utilizzati nella stesura del Cosmetic Product Safety Report (CPSR). Tali NoG sono regolarmente aggiornate (circa ogni 2 anni) al fine di incorporare il progresso delle conoscenze scientifiche e l’esperienza acquisita, in particolare nel campo dei test e della valutazione della sicurezza degli ingredienti.

Diverse sono le modifiche apportate negli ultimi anni; tra i cambiamenti di maggiore impatto ricordiamo l’introduzione di POD (Point of Departure) più affidabili e l’approfondimento dei dati di esposizione per la via inalatoria. 

Secondo le NoG, la procedura di valutazione si compone di alcune fasi: identificazione del pericolo, valutazione dell’esposizione, valutazione della dose-risposta e caratterizzazione del rischio.

Per la valutazione della dose-risposta, nella maggior parte dei casi, il NOAEL (No Observed Adverse Effect Level, dose senza effetto avverso osservabile) ricavato dagli studi di tossicità subcronici a 90 giorni viene in genere utilizzato come POD, vale a dire il punto dose-risposta che segna l’inizio di un’estrapolazione a basso dosaggio.

Tuttavia, il comitato scientifico sta valutando l’utilizzo di un diverso approccio, su modello anche delle nuove raccomandazioni di EFSA e OMS. Tale approccio prevede l’utilizzo della Benchmark Dose (BMD) in sostituzione del NOAEL.

Nonostante l’utilizzo dei NOAEL sia tuttora ampiamente diffuso, esso mostra alcuni limiti che non permettono di stabilire un efficace margine di sicurezza tra la dose e l’eventuale inizio dell’effetto tossico avverso. Negli studi classici di tossicità a dose ripetuta condotti su animale, la sostanza in esame viene somministrata a tre diversi livelli di dose. Si prevede che il dosaggio più alto susciti segni significativi di tossicità senza causare una letalità eccessiva, mentre il dosaggio più basso non dovrebbe produrre alcun effetto avverso. Generalmente un fattore 2-4 separa i livelli l’uno dall’altro (es. 100, 300 e 1000 mg/kg bw/day). Nel caso in cui il NOAEL derivato sia 100 mg/kg bw/day, il NOAEL effettivo potrebbe essere, quindi, qualsiasi valore compreso tra 100 e 300. Inoltre, in alcuni studi anche il livello di dose più basso produce effetti avversi, portando alla determinazione di un LOAEL (Lowest Observed Adverse Effect Level, Dose più bassa alla quale è stato osservato un effetto avverso) anziché di un NOAEL.

L’approccio BMD, utilizza tutti i dati dose-risposta a disposizione per stimare la pendenza della relazione complessiva dose-risposta per un particolare endpoint. La BMD è un livello di dose stimato in base alla curva dose-risposta costruita, associata a una specifica variazione della risposta: la risposta di riferimento (BMR). La BMDL è il limite di confidenza inferiore della BMD e questo valore viene normalmente utilizzato come POD (3).

Per tenere conto dell’incertezza e fornire un margine di sicurezza, l’SCCS suggerisce di calcolare un intervallo di confidenza bilaterale del 90% per la BMD e di utilizzare il limite inferiore di tale intervallo, la BMDL, come POD. Nonostante la maggiore affidabilità della BMDL come POD al posto del tradizionale NOAEL, si riscontrano non poche difficoltà nel calcolo di questo valore. La selezione stessa di un modello d’interpolazione differente può inevitabilmente portare a dei risultati significativamente diversi. Pertanto, lo stesso SCCS considera a oggi l’approccio BMD difficilmente applicabile, per il quale è richiesto un livello di esperienza molto alto.

Per quanto riguarda la valutazione dell’esposizione, si intende una stima quantitativa della dose totale assorbita dell’ingrediente, definita come Systemic Exposure Dosage (SED). Per elaborare questo valore è necessario prima valutare la quantità di ciascun ingrediente a cui il consumatore risulta mediamente esposto giornalmente mediante applicazione dermica, ingestione orale o inalazione.

Infatti, le caratteristiche chimico-fisiche dell’ingrediente e/o la modalità di erogazione del prodotto possono predisporre il consumatore anche alla via inalatoria.

La stima della quantità di prodotto e, di conseguenza, di ingrediente che entra in contatto con le vie respiratorie è una valutazione più complessa. Questo dipende da fattori quali la frazione evaporabile della sostanza, la tipologia della pompa, le dimensioni della stanza in cui il prodotto evapora o viene erogato, l’eventuale presenza di correnti d’aria, la temperatura ambientale. Spray aerosol con propellente sviluppano una nebbia fine, costituita mediamente da particelle di dimensione <10 μm; gli spray a pompa, invece, producono particelle più grandi.

Solitamente, si distinguono tre principali frazioni dell’aerosol disperso nell’aria: inalabile, toracica e respirabile. Queste frazioni granulometriche sono definite nella norma UE EN 481 per le misurazioni nei luoghi di lavoro (CEN, 1993): rispetto al totale delle particelle sospese nell’aria, la dimensione delle particelle con una penetrazione del 50% è rispettivamente di 10 μm e 4 μm per le frazioni toracica e respirabile. 

Altra classificazione è stata considerata da SCCS (4): 

frazione inalabile (naso e bocca) ≤100 μm; 

frazione toracica (particelle o gocce che passano la laringe) ≅ 11,64 μm; 

frazione respirabile (Particelle che raggiungono gli alveoli) ≅ 4,25 μm. 

Pertanto, la misura delle dimensioni delle particelle con strumenti come un granulometro laser, potrebbe essere utile per definire il percorso della sostanza nel tratto respiratorio. Tuttavia, potrebbero avvenire processi di evaporazione del solvente subito dopo l’erogazione, con conseguente riduzione di tali dimensioni.

La quantità di prodotto, e quindi dell’ingrediente, sarà espressa non in grammi o milligrammi ma come una concentrazione g/m3 o mg/m3.

La valutazione dell’esposizione per inalazione dovuta ad evaporazione è relativamente semplice se si considerano alcune semplificazioni. I livelli di esposizione ad un prodotto erogato necessitano, invece, di alcune valutazioni più approfondite. 

Per una valutazione più realistica, si possono considerare modelli a 1 o 2 Box, nonché modelli di livello superiore. In un classico modello a 1-Box si presume che l’intera quantità di spray venga istantaneamente rilasciata nell’aria e distribuita in una scatola con dimensioni specifiche, che simula ad esempio la zona di respirazione. La concentrazione dell’ingrediente nell’aria viene quindi moltiplicata per la frequenza respiratoria e il tempo trascorso in tale volume per calcolare l’esposizione. Diversamente, un modello a 2-Box tiene conto anche della diluizione della sostanza nel tempo. Dopo passaggio nella prima scatola, l’intera quantità di aerosol viene trasferita in una seconda scatola più grande, dove risulta disponibile per l’inalazione per un secondo periodo di tempo definito. Per un approccio conservativo, il ricambio d’aria può essere assunto pari a zero (5).

Il costante approfondimento di diversi aspetti legati alla valutazione tossicologica degli ingredienti e alla loro esposizione porta ad accrescimento dell’accuratezza e precisione del processo di valutazione di sicurezza del prodotto cosmetico, per una sempre maggiore tutela del consumatore.

 

Cosmetic Technology 5, 2024

Cosmetic Technology 5, 2024

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A. Caldiroli

Opinion Leader

Eseguire una corretta valutazione della sicurezza e il suo “effetto booster” sul cosmetico
N. Lionetti

articoli

E. Sghedoni – Farmacista, consulente regolatorio in ambito cosmetico 

elisabetta.sghedoni97@gmail.com

Formulation study of a cosmetic line indicated  for the cancer patient

How to formulate a cosmetic line that can mitigate skin changes  due to cancer treatments

The oncological patient, subjected to anticancer therapy, may experience skin alterations due to the drugs. It has been observed that skin problems can be exacerbated in cancer patients who do not use cosmetic products or who use unsuitable ones. Therefore, the use of specific cosmetics capable of minimizing these issues is strongly recommended. An adequate cosmetic treatment should be considered an integral part of oncological therapy and ideally should be started before the commencement of therapy to prevent, as much as possible, the onset of potential skin side effects. This article will illustrate the formulation, production methods and the tests conducted for the validation of a cosmetic line tailored for patients undergoing oncological therapy. After searching for suitable raw materials, we proceeded with the formulation on paper and then to the development phase of the formulation prototypes. Six products have been formulated: three for the face, one for both face and body, one for the hands/feet, and one specifically for the treatment of scars, providing a complete cosmetic line. These products then underwent chemical-physical tests, microbiological tests, nickel tests, and patch tests on sensitive skin.


Il paziente oncologico, sottoposto alla terapia antitumorale, può andare incontro ad alterazioni cutanee dovute ai farmaci. È stato osservato che nei pazienti oncologici che non utilizzano prodotti cosmetici o che hanno utilizzato prodotti non adatti alla circostanza, le problematiche cutanee si sono esacerbate; pertanto, è fortemente consigliato l’utilizzo di cosmetici specifici in grado di minimizzarle. Un trattamento cosmetico adeguato dovrebbe, quindi, essere considerato parte integrante della terapia oncologica e dovrebbe essere cominciato anche prima dell’inizio di questa in modo da prevenire, per quanto possibile, l’insorgenza dei possibili effetti collaterali cutanei. Questo articolo illustra la formulazione, i metodi produttivi ed i test realizzati per la validazione di una linea cosmetica indicata per pazienti sottoposti a terapia oncologica. Dopo aver ricercato le materie prime ritenute idonee, si è passati alla formulazione su carta e successivamente alla fase di sviluppo dei prototipi formulativi. Sono stati formulati sei prodotti: tre per il viso, uno per viso e corpo, uno per mani/piedi e uno specifico per il trattamento delle cicatrici in modo da disporre di una linea cosmetica completa. I prodotti sono poi stati sottoposti a test chimico-fisici, test microbiologici, Nichel test e Patch test su pelle sensibile.

V. Prati1, M. Castelli2
1Ricerca e Sviluppo
2Marketing e Comunicazione INTERCON

m.castelli@interconsrl.it

The development of an intimate cream: from idea to realization

How a formulator can enrich an intimate cream with soothing and moisturizing actives: a complex challenge involving many ingredients

An intimate cream can have several functions: improving hydration, decreasing the feeling of dryness and, above all, offering relief from discomforts such as burning and itching. The task of the formulator is to make it to all intents and purposes ‘soothing’, by selecting the right raw materials. This text describes how the in-house Research & Development Department selected the right constituent ingredients and, in particular, the functional substances (actives) to make the product to which this project was dedicated, which was subsequently subjected to consumer testing. 


Una crema intima può avere diverse funzioni e rispondere a diverse esigenze: migliorare l’idratazione, ridurre la sensazione di secchezza e, soprattutto, offrire sollievo da malesseri quali bruciori e prurito. Compito del cosmetologo è quello di renderla a tutti gli effetti “lenitiva”, grazie alla selezione delle materie prime in grado di conferire le proprietà attese. In questo testo è stato descritto come sono stati selezionati gli opportuni ingredienti costituenti e, in particolare, le sostanze funzionali (attivi) dal Reparto Ricerca & Sviluppo interno con l’obiettivo di realizzare il prodotto focus del progetto, oggetto anche di consumer test.

P. Fernàndez-Aguado
Ricerca e Sviluppo, Farmacosmetica (Pesaro)

→ pilarfernandez1998@gmail.com

Microbiota and skin eubiosis: short-term or long-term trend?

Preliminary formulative study of a cosmetic line based on pre-, pro- and postbiotic ingredients

The skin has a crucial protective role against external aggressions, reinforced by the microorganisms that inhabit it. The skin microbiota is a diverse and dynamic ecosystem that prevents the colonisation of pathogens together with the stratum corneum. However, an imbalance in the microbiota (dysbiosis) is responsible for diseases such as atopic dermatitis or acne, whose prevalence has increased in recent years due to exposure to environmental stressors (pollution, UV, etc.). Indeed, interest in ‘microbiota-friendly’ products has increased, so that new ingredients related to the microbiota (prebiotics, probiotics, postbiotics and microbiota boosters) have been developed with the aim of improving skin health. The aim was to perform a formulative study of skincare products with actives that can help rebalance the microbiota.


La pelle protegge dalle aggressioni esterne, rafforzata dai microrganismi che la abitano: il microbiota cutaneo, un ecosistema variegato e dinamico che è in simbiosi con lo strato corneo al fine di prevenire la colonizzazione dei patogeni. Lo squilibrio del microbiota (disbiosi) è responsabile di malattie come psoriasi, dermatite atopica o acne, la cui prevalenza è aumentata negli ultimi anni a causa dell’esposizione a circostanze ambientali stressanti (inquinamento, radiazioni UV ecc.). È cresciuto così l’interesse per i prodotti “microbiota-friendly” e sono stati sviluppati nuovi ingredienti legati al microbiota quali prebiotici, probiotici, postbiotici, modulatori del microbiota con lo scopo di migliorare la salute della pelle. L’obiettivo di questo lavoro è stato di condurre uno studio formulativo di prodotti per la cura della pelle con ingredienti capaci di aiutare a mantenere, favorire o modulare il microbiota cutaneo. 

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
aziende

ACTIVE CONCEPTS

AC Skinmuni-Tea

PHARMA COSM POLLI
AQIA

INNOVACTIVE WOMANFERM®

ACTIVE UP – SILAB

MYOLINE®

ACTIVE BOX
CORUM

Azelaic Acid

PROBIOTICAL SKIN TECH

Skinbac™ SB03

Toyo Sugar Refining Co.

C-MO 2G™

Su questo numero presentiamo…
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Editoriale CT 5, 2024

Anna Caldiroli

Editoriale CT 5, 2024

«Ma poi un giorno da un portone mal chiuso tra gli alberi di un cortile vedremo il giallo dei limoni; e il gelo del cuore si scioglierà, e il petto si riempirà delle loro canzoni squillanti come le trombe dorate della solarità.»

(I limoni, Eugenio Montale)

Il mio presente è qua

Questo editoriale nasce durante le ferie estive. Quando la rivista arriverà tra le mani dei lettori saranno solo un ricordo di cui si conservano decine di foto archiviate negli smartphone o whatsappate agli amici, a sostituire le più storiche cartoline. Il Paese esibisce chilometri e chilometri di spiaggia, un susseguirsi di ombrelloni che si alternano agli scogli o manufatti antropici. In spiaggia siamo tutti rilassati, un miscuglio di accenti più o meno deformati dalla permanenza nei luoghi di lavoro; si sente la musica diffusa di un bar interrotta per annunciare la lezione di acquagym; c’è chi legge, chi osserva, chi fa il bagno, chi gioca a racchettoni con l’acqua alle ginocchia per rinfrescarsi con cappello e occhialoni da sole forse a mascherare una notte brava, chi prende più o meno attivamente il sole sul lettino accarezzato dalla brezza. La sera poi ha un collante sociale che ho recentemente rivalutato riconoscendone, a mio avviso, l’effettivo valore: le feste di piazza in cui le persone sono impegnate per il bene delle persone; pietanze semplici, tavoli allestiti appena fuori dai campetti da calcio o per strada, esibizioni di ballo, gruppi musicali. Appuntamenti a cui è chiamato a partecipare chiunque, senza etichette particolari per trovare refrigerio perché è rimasto solo in città, non si è potuto allontanare per varie ragioni e, come gli altri, ha tanta voglia di scrollarsi di dosso la pesantezza. Io sono qui e, a volte, sembra di essere in uno scatto di Martin Parr. 

Percorrendo le strade d’Italia a scovare posti, anche da raccontare, mi rendo conto che Milano, dove sono stanziale da una decina d’anni, è un grande raccoglitore di persone, eventi e “week” che però rischia di essere una “bolla” in cui, generalmente, si finisce per convergere sugli stessi sfarzosi spazi dimenticando di quanto una cura armonica di tutto il territorio potrebbe giovare distribuendo bellezza ed opportunità.  A questo proposito, in un’intervista di diversi anni fa l’architetto e Senatore a vita Renzo Piano ha ricordato che «il nostro Paese, così bello e così fragile, ha bisogno di un grande progetto di rammendo del territorio, perché sono tanti i problemi che abbiamo». «Amo i centri delle città, però la vera sfida del futuro è nelle periferie. Le periferie sono fabbriche di desideri, di aspirazioni e poi nelle periferie abita l’80-90% delle persone che vivono in città. Questa parola è sempre accompagnata da un aggettivo denigratorio […] quando ci lavori scopri che sono piene di energia e non solo, anche di bellezza. C’è bellezza umana, ma anche la bellezza tout court», così Piano invitò i politici ad occuparsi delle fragilità del territorio. 

Il nostro Paese è anche colline e montagne che nascondono laghi, Borghi e Città. Tra gli elementi artistici a cui sono personalmente più legata vi sono le dimore storiche, testimonianza di antiche ricchezze e splendore in&out come Villa Lante (VT); un delicato ecosistema a mio parere rappresentativo dell’attenzione e dell’impegno che è necessario porre nella cura di sé ma anche nella cura degli ambienti in cui viviamo. 

«Sotto il cielo di un’estate italiana» (cantavano Bennato e la Nannini) nel meriggiare pallido e assorto montaliano scopriamo angoli più o meno noti di territorio che, esattamente come pelle e capelli, hanno dei bisogni, soprattutto una necessità di protezione da ciò che è esogeno o comportamenti scorretti e dove spesso la cura è proprio mettersi nella condizione che non vi sia il trauma (1).

Hoareau F, Mahé A. Cosmetici e diversità: considerazioni sociopsicologiche.
EMC – Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei.2024;21(1):1-4.

Belli capelli

Potenzialità della biotecnologia nel settore haircare

E. Ugazio

Professoressa associata Dipartimento di Scienza
e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino, Membro del Comitato Scientifico di Cosmetic Technology

elena.ugazio@unito.it

I capelli non svolgono funzioni vitali per l’organismo, ma fin dall’antichità rappresentano una caratteristica distintiva della persona e spesso diventano un mezzo con cui esprimere il proprio stile. Nel suo insieme l’acconciatura è legata al genere, ad aspetti religiosi, culturali e sociali. I capelli si prestano infatti a svariate trasformazioni, tramite cambiamenti di colore e fogge differenti. Tuttavia, i trattamenti chimici e fisici a cui essi vengono sottoposti possono provocare alterazioni anche irreversibili. Inoltre, i capelli sono soggetti all’effetto di fattori ambientali come la radiazione solare, il fumo, l’inquinamento che possono modificare la struttura e compromettere le proprietà estetiche e meccaniche. 

Pertanto, si assiste sempre più alla richiesta da parte dei consumatori di prodotti in grado di proteggere i capelli nella routine quotidiana e riparare i danni subiti. Al contempo si studiano trattamenti meno aggressivi, infatti il settore haircare è alla continua ricerca di ingredienti e di formulazioni che permettano di preservare la salute dei capelli e migliorare il loro aspetto.

I cosmetici per capelli includono varie tipologie di prodotti, classificati in base all’attività che debbono svolgere, tra cui azione di pulizia, styling, condizionante, colorante e decolorante, permanente e lisciante. Dal punto di vista delle formulazioni, le più diffuse sono shampoo, balsami, maschere, tinture, permanenti, stiranti ecc.

Per quanto concerne gli ingredienti, la crescente preoccupazione per i temi legati all’ambiente e il desiderio di seguire uno stile di vita che si ispiri il più possibile alla natura hanno stimolato l’interesse verso composti più sostenibili ed ecocompatibili.

Attualmente i derivati di natura proteica sono considerati una soluzione eccellente per conferire diverse proprietà ai capelli, proteggendoli dalle aggressioni esterne; a ciò si aggiunge un aspetto favorevole, ovvero il fatto che si possano ricavare, oltre che per via sintetica, da varie fonti naturali (animale, vegetale, microbica).

Per l’applicazione si può fare ricorso a diverse forme: proteine intere, idrolizzati proteici, peptidi, aminoacidi o anche nanosistemi contenenti proteine. L’effetto di queste biomolecole sulle fibre capillari dipende da diversi fattori, quali peso molecolare, sequenza di aminoacidi, carica, sostantività e idrofobicità/idrofilicità. Le formulazioni a base di ingredienti proteici possono modificare o migliorare le caratteristiche dei capelli come colore, lucentezza, forma, volume, consistenza, idratazione, effetto condizionante, pettinabilità, resistenza alla trazione. 

La biotecnologia offre una nuova metodologia per produrre in maniera efficace molecole di nuova concezione, ma anche sostanze note e già caratterizzate, con procedure innovative e maggiormente sostenibili che possano essere impiegate in ambito cosmetico.

I processi biotecnologici sono stati ampiamente utilizzati dalle industrie del personal care come mezzo per ottenere un’ampia varietà di ingredienti funzionali. Sfruttando vari strumenti biotecnologici (nello specifico, modifica enzimatica, espressione di proteine/peptidi ricombinanti, screening ad alto rendimento delle interazioni con le cheratine dei capelli), sono state progettate materie prime innovative e le aziende cosmetiche hanno sviluppato formulazioni con migliori prestazioni. Gli ingredienti cosmetici derivati dalla biotecnologia hanno attributi importanti come versatilità funzionale, elevata purezza e migliore biocompatibilità e possono essere ottenuti in modo sostenibile ricorrendo a processi più ecocompatibili, che consentono la produzione di composti attivi su larga scala con costi di produzione inferiori.

I capelli sono una fibra altamente strutturata, prevalentemente costituita da cheratina, una proteina caratterizzata dall’alta percentuale di zolfo, che conferisce una peculiare resistenza. Tuttavia, le pratiche diffuse, che prevedono l’applicazione di sostanze chimiche aggressive o che fanno ricorso al calore per modificare in modo temporaneo la struttura del capello, possono danneggiare la cuticola esterna, esponendo la corteccia interna a processi di degradazione.

Nel corso degli ultimi trent’anni sono state compiute numerose indagini sperimentali riguardo alle applicazioni biotecnologiche di derivati proteici in preparazioni per capelli, allo scopo di verificare le potenzialità di questi ingredienti a preservare la qualità delle fibre. Per esempio, il trattamento di capelli decolorati con una proteina umana ricombinante (K31) ha determinato un aumento dello spessore e una maggiore resistenza alla trazione. Questa proteina, in virtù della eccellente affinità verso altre cheratine dei capelli, ha formato una pellicola coesiva attorno alle fibre e ne ha migliorato l’elasticità e la resistenza meccanica. 

Le proteine della cheratina sono state anche coniugate con i lipidi allo scopo di ripristinare l’organizzazione a livello superficiale dei capelli. Dopo l’applicazione dei proteolipidi sui capelli decolorati, è stato osservato un miglioramento nella struttura, che può essere paragonata a quella di capelli vergini. Tale trattamento ha anche aumentato l’idrofobicità della superficie delle fibre dei capelli decolorati, con conseguente aumento dell’angolo di contatto e tempi di riassorbimento dell’acqua più prolungati. È stata inoltre studiata la capacità delle proteine della seta, fibroina e sericina coniugate con polisaccaridi di origine vegetale, di legare l’acqua aumentando l’idratazione del capello.

Negli ultimi anni si è affinata la conoscenza degli aspetti strutturali dei capelli e delle loro proprietà fisiche ed estetiche perché i ricercatori dispongono di metodi di indagine più accurati e di strumenti dotati di estrema sensibilità, oltre che di elevata specificità. Alla luce dei risultati incoraggianti raccolti, le formulazioni a base di cheratina o di idrolizzati di cheratina sono ormai abbastanza diffuse nelle preparazioni disponibili in commercio.

In un futuro prossimo, si può immaginare che i prodotti cosmetici per capelli saranno dotati di una maggiore affinità verso le fibre capillari perché verranno selezionati attivi di natura peptidica e polipeptidica “su misura”. I peptidi basati sulle sequenze di amminoacidi di cheratine e proteine associate alla cheratina con elevata affinità verso la componente proteica dei capelli potrebbero rivoluzionare il mercato dei cosmetici haircare, creando formulazioni con prestazioni superiori. La capacità di combinare diverse funzionalità nella stessa sequenza proteica dovrebbe infatti offrire l’opportunità di progettare prodotti adatti alle caratteristiche individuali, in quanto si partirebbe dalla sequenza del genoma dei capelli di una persona.

Letture consigliate

Tinoco A, Martins M, Cavaco-Paulo A, Ribeiro A. Biotechnology of functional proteins and peptides for hair cosmetic formulations. Trends in Biotechnology 2022;40(5):591-605.

Editoriale CT 4 • 2024

Anna Caldiroli

Editoriale CT 4 • 2024

“Il sole sarà
E cambierai
La tristezza dei pianti in sorrisi lucenti
Tu sorriderai”

Arriverà (Modà feat. Emma)

Qui, niente male

Lo fate anche voi quel giochino con amici e colleghi oppure in famiglia di cimentarvi con i titoli delle tracce dei temi della prova di italiano della maturità? Io sì; mi confronto con un gruppo di amiche (rispettivamente, Silvia, un’insegnante laureata in lettere, Stefania giornalista, Susanna data analyst): «Anna: che cosa avreste scelto? Stefania: Ungaretti! Anna: Nooo! io probabilmente il testo della Levi-Montalcini. Stefania: Certo sono cambiati rispetto all’altro secolo. Silvia: per decidere bisognerebbe leggere le tracce, forniscono molto più materiale di quello che erano i nostri temi classici. Io trovo molto interessante quella sulla funzione civile del patrimonio naturale e culturale. Susanna: E anche che abbiano proposto un testo di Pirandello un po’ insolito».

Per quanto riguarda la mia scelta, l’”Elogio all’imperfezione”, provo dunque a immaginare lo sviluppo di un’ipotetica scaletta; restando in tema di natura umana direi che ci siamo evoluti come frutto della diversità e dell’imperfezione. Rita Levi-Montalcini nella selezione di testo che è stata proposta considera l’imperfezione come un valore. Nello studio e più in generale nelle nostre vite e nella nostra persona, le imperfezioni sono intrinseche; tuttavia, non possono diventare dei pretesti per arrestare il cammino verso il quale ci siamo avviati. Io credo che tutto questo sia trasponibile nel mondo della bellezza. Guardandosi allo specchio è necessario fare i conti con il proprio “io”: con il proprio ingombro sterico, con il tempo che passa, con quello che vorremmo essere e con quello che il mondo ci propone come modello. Perciò il delta che separa noi stessi dal modello risulta talvolta pesare come un macigno e gettare in una condizione di ansia e di insoddisfazione. Se è vero che siamo fatti dei pensieri che siamo in grado di concepire, quanto le parole che utilizziamo, anche nella comunicazione in cosmetica, pesano? Bizzarro pensare al fatto che un Premio Nobel elogi l’imperfezione e quanto, invece, l’imperfezione rappresenti il nemico n. 1 da combattere, in virtù di una pelle perfetta, liscia, senza rughe, senza occhiaie, senza cellulite, senza peli superflui o capelli senza doppie punte, senza fili bianchi. Una vita spesa alla ricerca del “senza” quando in realtà la normalità è “con”. Non vorrei commettere l’errore di far passare il messaggio di inneggiare all’arresa davanti alle imperfezioni, deponendo le armi (che nel nostro caso sono sieri, creme, lozioni, shampoo, maschere e chi più ne ha più ne metta) quanto piuttosto, tirare una riga, prendere coscienza di sé, del proprio essere e dei propri pregi e dei propri limiti e, al contempo, identificare una comunicazione sostanzialmente diversa (non inclusiva per finta, fatemi dire): che stravolga la terminologia ai quali siamo assuefatti e parli dunque di strategie, di soluzioni, di proposte, di valorizzazione di quello che c’è. Il miracolo non esiste: per affrontare le sfide, piccole o grandi che siano, occorre dedizione (Rita Levi-Montalcini insegna!). La stessa che dobbiamo porre nell’approccio cosmetico a noi stessi e nell’insegnare alle generazioni più giovani un approccio sano e meno frustrato alla percezione di sé nel mondo.

Cosmetic Technology 4, 2024

Editoriale

Qui, niente male
A. Caldiroli

Opinion Leader

Belli capelli
E. Ugazio

articoli

F. Damato1, F. Mancini2,  G. Spada3, E. Tuzi4

1Chimica Cosmetologa e Tricologa, Atelier Cosmetico
2Consulente Tecnico Regolatorio
3Farmacista e Cosmetologa, Jana ‘e Mele
4Farmacista e Divulgatrice scientifica, Divulgazione Cosmetica

info@divulgazionecosmetica.it 

La Milano Fashion Week (MFW) è un evento globale che coinvolge diversi protagonisti da tutte le parti del globo. In questo contesto l’idea di un gruppo di lavoro del settore cosmetico è stata l’ideazione di una linea personalizzata per alcune figure chiave addette ai lavori che sono impegnate in prima linea nella realizzazione e riuscita dell’evento. Sono stati selezionati attivi da tutto il mondo, in una visione di inclusività e partecipazione che è alla base del gruppo di lavoro.


The world in cosmetics for Milano Fashion Week
Cosmetic needs behind the scenes

Milano Fashion Week (MFW) is a global event that involves various protagonists from all parts of the globe. In this context, the idea of a working group in the cosmetic field was the design of a customized line for key working figures involved on the front line in the realization and success of the event. Cosmetic actives form all over the world were selected, in a vision of inclusion and participation which is the basis of the working group.

E. Regola

Consulente scientifico

eliana.regola23@gmail.com

Sustainability of the cosmetic product
The concept of biodegradability

The themes of sustainability and eco-sustainability will first be briefly described on a general level and then declined in the context of cosmetic products.

In particular, one of the criteria for assessing environmental impact will be introduced: the concept of biodegradability.

First of all, the biodegradability concept will framed in the regulatory context for the cosmetics sector, then the possible evaluation strategies of this criterion will be indicated both at a theoretical/forecasting level and through standardized laboratory methods.

Attention will be focused on biodegradation in fresh and salt water and on the related testing methods to support of these claims.

I temi di sostenibilità ed ecosostenibilità verranno dapprima brevemente descritti a livello generale e quindi declinati nell’ambito dei prodotti cosmetici. 

In particolare, verrà introdotto uno dei criteri per la valutazione dell’impatto ambientale: il concetto di biodegradabilità.

Tale concetto verrà innanzitutto inquadrato in ambito regolatorio per il settore cosmetico, verranno quindi indicate le possibili strategie di valutazione di tale criterio sia a livello teorico/previsionale sia mediante metodi di laboratorio standardizzati.

L’attenzione verrà focalizzata sulla biodegradazione in acqua dolce e salata e sui relativi metodi di testing a supporto di tali claim.

A. Ceccato1, M. Battistin2, N. Realdon1, M. Barattin3, A. Brunetta4, F. Brunetta5, A. Bonetto6

1Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Padova

2PhD R&D Senior Specialist, KALIS, Onigo di Pederobba

3PhD Training Manager, LAB-O 24, Onigo di Pederobba

4Technical Director, KALIS, Onigo di Pederobba

5Head of R&D, KALIS, Onigo di Pederobba

6Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, Università Ca’ Foscari, Venezia

michelabarattin@lab-o24.it

 

New modulated release delivery systems for unstable functional substances

Functionalization of chitosan particles with ascorbic acid

In a cosmetic market that requires more and more performing and “functional” products, one of the main formulative challenges becomes successfully conveying in cosmetic products functional substances not stable, preserving their activity and ensuring their availability and bioavailability on the skin organ.

Belonging to one of the most used and documented classes of active ingredients to maintain and support the organ functions of the skin, Vitamin C definitely occupies a place of honor among antioxidants. However, formulating products with Vitamin C has a great criticality linked to its oxidative potential that leads it to react inevitably and quickly with oxygen.

This research proposes a new stabilization strategy thanks to a supramolecular structure of cross-linked chitosan also by means of Van der Waals and ionic bonds that discourage Vitamin C oxidation in emulsion, preserving its activity. The analysis confirmed the success of functionalization of chitosan particles with Vitamin C, leading to greater stability in conditions typical of cosmetic use. It is also interesting to note that the adducts have been shown to be appreciably stable against sedimentation if suspended in oils with different polarities: oils with greater polarities offer greater stabilization to the adduct. 

This approach represents an interesting strategy for successfully conveying unstable active substances, obtaining sensorially pleasing and effective cosmetics.

 

In un mercato cosmetico che richiede prodotti sempre più performanti e “funzionali”, una delle principali sfide formulative diventa veicolare con successo nel prodotto finito sostanze funzionali poco stabili, preservandone l’attività e garantendone la disponibilità e biodisponibilità sull’organo pelle.

Appartenente a una delle classi di attivi più utilizzati e documentati per mantenere e sostenere le funzionalità d’organo della pelle, la vitamina C occupa decisamente un posto d’onore tra gli antiossidanti. Tuttavia, presenta una grossa criticità formulativa legata al suo potenziale ossidativo che la porta a reagire inevitabilmente e in tempi brevi con l’ossigeno.

Questa ricerca propone una nuova strategia di stabilizzazione grazie a una stuttura supramolecolare di chitosano reticolato anche per mezzo di legami di Van der Waals e ionici, che scoraggino l’ossidazione in emulsione della vitamina C, preservandone l’attività. L’analisi ha confermato il successo della funzionalizzazione delle particelle di chitosano con la vitamina C, portando a una maggiore stabilità in condizioni tipiche di uso cosmetico. Interessante notare anche come gli addotti si siano dimostrati apprezzabilmente stabili nei confronti della sedimentazione se sospesi in oli a differenti polarità: oli con polarità maggiori offrono maggiore stabilizzazione all’addotto. 

Questo approccio rappresenta un’interessante strategia per veicolare con successo attivi instabili ottenendo prodotti finiti sensorialmente gradevoli ed efficaci.

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
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PHARMA COSM POLLI
AQIA

Deep Color

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AC PolyJackharides

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GREENTECH

DANDRILYS®

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BUONA LETTURA!

Cosmetic Technology 3, 2024

Editoriale

Nel tempo senza età
A. Caldiroli

con la partecipazione di Giulia Aiello

Opinion Leader

I pilastri della cosmetica moderna
P. Perugini

articoli

G. Tafuro
UNIRED, spin-off dell’Università
degli Studi di Padova
giovanni.tafuro@unired.it

L’industria cosmetica moderna si trova oggi ad affrontare sfide sempre più complesse che richiedono una maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale associato alla produzione e all’utilizzo dei prodotti. La domanda di soluzioni innovative in grado di coniugare il rispetto dell’ecosistema, l’efficacia e gli aspetti applicativi-sensoriali delle formulazioni, evitando il greenwashing, è in costante aumento. Nel caso dei prodotti per la protezione solare, la formulazione in ecodesign si rivela ancora più impegnativa, trattandosi di una categoria di prodotti aventi vincoli normativi specifici e un ruolo fondamentale nella prevenzione della salute. L’adozione di un approccio basato sull’analisi LCA di prodotto e di materia assume quindi un ruolo centrale. In quest’ottica, i criteri di biodegradabilità ed ecotossicità diventano prioritari, così come l’impiego di processi produttivi sostenibili e la scelta razionale di materiali ecocompatibili per il packaging.


Protecting the skin and the environment: the challenge
of ecodesign in sun care products

How to combine sustainability, functionality and sensoriality aspects in the formulation of sun care products

The modern cosmetics industry today must face increasingly complex challenges that require greater awareness of the environmental impact associated with the production and use of products. The demand for innovative solutions capable of combining respect for the ecosystem, effectiveness and the sensorial-applicative aspects of formulations, avoiding greenwashing, is constantly increasing. In the case of sun protection products, the ecodesign formulation is even more challenging, being a category of products with specific regulatory constraints and a fundamental role in health prevention. The adoption of an approach based on the LCA analysis of products and materials therefore assumes a central role. From this perspective, the criteria of biodegradability and ecotoxicity become priorities, as does the use of sustainable production processes and the rational choice of eco-compatible materials for packaging.

F. Grimaldi
Farmacista cosmetologa, formulatrice e founder di HORMOON
fabrizia@hormoonskincare.com

In questo articolo, si esamina l’interessante e complesso connubio tra le variazioni ormonali nelle diverse fasi della vita di una donna e le esigenze fisiologiche e cosmetiche correlate. Attraverso una prospettiva che spazia dal ciclo mestruale alla menopausa, si affrontano gli impatti di tali cambiamenti sul corpo femminile e come questi possano richiedere adattamenti nei regimi di cura della pelle e nello stile di vita. La ricerca esplora non solo l’aspetto esteriore, ma anche il benessere generale delle donne in queste fasi cruciali.


Female cyclicity: an investigation into variations in female needs during different hormonal phases

Exploring the physiological and cosmetic impact of menstrual cycle, pregnancy, breastfeeding and menopause on women’s health 

In this article, the author examines the interesting and complex interplay between hormonal changes in the different phases of a woman’s life and related physiological and cosmetic needs. Through a perspective ranging from the menstrual cycle to the menopause, the impacts of these changes on the female body and how they may require adjustments in skin care regimes and lifestyle are addressed. The research explores not only the outward appearance, but also the general well-being of women during these crucial phases.

F. Corvasce
Farmacista, cosmetologa
info@dermomamma.it

La comparsa di smagliature in gravidanza è l’inestetismo più temuto da tutte le donne che scoprono di essere in dolce attesa. Possono colpire fino al 90% delle donne (1), per via delle variazioni ormonali che rendono la pelle più secca e più suscettibile alla loro formazione. 

Sebbene non siano pericolose dal punto di vista medico, le smagliature possono causare disagio emotivo e psicologico nella donna.

In questo articolo viene presentata la possibilità di poterle prevenire, grazie all’uso di creme e oli che contengano ingredienti funzionali con specifiche proprietà. 


Stretch marks during pregnancy: “prevention is better than cure”

Cosmetic ingredients that increase skin elasticity and hydration

The appearance of stretch marks during pregnancy is the blemish most feared by all women who discover that they are pregnant. They can affect up to 90% of women (1), due to hormonal changes that make the skin drier and more susceptible to their formation.

Although they are not medically dangerous, stretch marks can cause emotional and psychological distress in women.

This article presents the possibility of being able to prevent them, thanks to the use of creams and oils that contain functional ingredients with specific properties.

A. Gilberti
Presidente & CEO Matchplat

andrea.gilberti@matchplat.com

Ai fini dell’instaurazione di nuove relazioni d’affari, le aziende – e in particolare quelle B2B (Business To Business) – sono tradizionalmente orientate al ricorso a strumenti come le fiere e i viaggi di lavoro. Tali occasioni di incontro si affiancano poi alle ricerche online, o all’acquisto di consulenze da parte di società specializzate con cui analizzare nuovi mercati, valutandone l’attrattività e mappandone i potenziali partner (fornitori, distributori, clienti ecc.). Soluzioni di questo tipo presentano, tuttavia, tempistiche e costi elevati, motivo per cui l’Intelligenza Artificiale costituisce un’alleata preziosa. Oggi è infatti possibile svolgere analisi semantiche dei contenuti online di centinaia di milioni di imprese in tempo reale, classificandole in base alle loro caratteristiche chiave grazie all’impiego di algoritmi di NLP (Natural Language Processing). Il punto di partenza delle analisi è rappresentato dalle cosiddette business information, vale a dire le informazioni ufficiali che identificano un’azienda, raccolte a partire da fonti certificate e successivamente completate da quelle riportate sui siti web delle aziende. Applicazioni di questo tipo permettono di abbattere tempi e costi per lo scouting di imprese target, semplificando il lavoro dei decisori delle diverse funzioni aziendali che quotidianamente si occupano della ricerca di realtà in grado di rispecchiare parametri precisi.


Artificial Intelligence and target companies research

Advantages and application fields

In order to establish new business relationships, companies – and in particular B2B (Business To Business) ones – are traditionally oriented towards the use of channels such as trade fairs and business trips. These opportunities for meetings are then flanked by online research, or the purchase of consultancy services from specialised companies to analyze new markets, assessing their attractiveness and mapping potential partners (suppliers, distributors, customers, etc.). However, such solutions are time-consuming and costly, which is why Artificial Intelligence is a valuable ally. Today, it is in fact possible to perform semantic analysis of the online contents of hundreds of millions of companies in real time, classifying them according to their key characteristics using NLP (Natural Language Processing) algorithms. The starting point for the analysis is the so-called business information, i.e. the official information that identifies a company, collected from certified sources and subsequently supplemented by information on corporate websites. Applications of this kind make it possible to reduce the time and costs of target companies scouting, simplifying the work of decision-makers in corporate functions involved on a daily basis in the search for organizations meeting specific parameters.

 

 

K. Nowak1, P. Pallavi2, A. Le Riche2, K. Kappler1, J. Baumann1, T. Biro2, M. Bertolini2, F. Wandrey1, F. Zülli1

1MIBELLE BIOCHEMISTRY*, Buchs (Svizzera) – 2MONASTERIUM LABORATORY, Münster (Germania)

*Distribuita in Italia in esclusiva da AVG (Bollate, Milano).

 

L’importanza del nicotinamide adenine dinucleotide (NAD+) nel supportare un invecchiamento in salute ha ottenuto ampi riconoscimenti, in particolare nella promozione della salute. L’aumento della biodisponibilità di NAD+ può essere ottenuto attraverso vari approcci, incluso il consumo di integratori precursori di NAD+, l’inibizione degli enzimi che consumano NAD+, la modulazione di processi che generano NAD+ quali la restrizione calorica e l’esercizio fisico.

L’enzima nicotinamide fosforibosiltransferasi (NAMPT) funge da enzima limitante della velocità di sintesi del NAD+ e del riciclo. NAMPT è noto per diminuire con l’età e per promuovere la senescenza diventando un target significativo per gli interventi destinati al mantenimento dei livelli ottimali di NAD+.

L’importanza del NAD+ nel metabolismo della pelle è particolarmente evidente in malattie sistemiche quali la pellagra i cui sintomi sono rappresentati da pelle pigmentata, secchezza, dermatite, diarrea e demenza non ultima la morte. La pellagra è causata da una carenza di NA e NAM che sono i precursori della sintesi del NAD+.

Nei modelli animali, è stato dimostrato che livelli insufficienti di NAD+ contribuiscono a una sensibilizzazione della pelle ai raggi UV, ad una risposta impari al danno del DNA (DDR), a un aumento dell’instabilità genomica ed alla promozione della senescenza cellulare che porta ad un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. Pertanto ripristinare il livello di NAD+ nella pelle invecchiata, per potenziare la capacità di riparazione del DNA e potenziare il metabolismo energetico cellulare, è diventato un concetto antiageing attraente per i cosmetici. Una nostra precedente ricerca ha dimostrato che l’estratto dai germogli di Helianthus annus rallenta la senescenza nei fibroblasti umani e rinforza la produzione di energia cellulare sotto forma di ATP nell’epidermide umana ricostruita. È stato osservato che l’estratto di germogli di girasole aumenta l’espressione genica del NAMPT nei fibroblasti cutanei indicando un potenziale aumento della sintesi del NAD+. Inoltre, il profilo molecolare dell’estratto da germogli di girasole ha rivelato l’identificazione di vari componenti incluso l’acido caffeico e i suoi derivati quali mono-, di-, e tri- caffeoyl esteri dell’acido quinico, noti anche come derivati clorogenici (COAs), i composti identificati sono noti per i loro effetti a vantaggio della salute umana. COAs hanno la capacità di regolare lo stress ossidativo e di promuovere l’apporto di protezione contro il danno al DNA cellulare. 

Lo scopo dello studio è approfondire, in vitro, l’impatto dell’estratto di germogli di girasole su un modello di invecchiamento dei cheratinociti. Questo modello induce uno stress da invecchiamento incorporando Timidina analoga nel DNA che provoca il danno al DNA che rappresenta un contributo cruciale all’invecchiamento della pelle e può essere provocato da fattori sia esterni sia interni compresi il naturale invecchiamento e le radiazioni UV.

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

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GALE & COSM
MORECHEM

AquaNet+C

ACTIVE CONCEPTS

AC ExoVitalize

ACTIVE BOX
CHEMYUNION

Iselight®

BREGAGLIO
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BUONA LETTURA!

Il Regolamento sui prodotti a deforestazione zero

Il Regolamento sui prodotti a deforestazione zero

Focus sui nuovi obblighi di due diligence

Lo scorso 29 giugno è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2023/1115  relativo alla messa a disposizione sul mercato dell’Unione e all’esportazione dall’Unione di alcune materie prime e prodotti che potrebbero essere associati alla deforestazione e al degrado forestale (c.d. “Regolamento EUDR”).

Si tratta di un’ulteriore azione che si inquadra nella strategia del Green Deal europeo che intende promuovere una crescita economica sostenibile spingendo le imprese europee a integrare le valutazioni sui rischi ambientali e sociali nella propria catena di fornitura, attivando adeguati processi di due diligence e rendicontazione in maniera trasparente.

A questo proposito, Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca della Commissione europea ha dichiarato «L’Unione europea si assume la sua parte di responsabilità per quanto riguarda la deforestazione e il degrado forestale a livello mondiale […]. Tutti i paesi potranno continuare a vendere i loro prodotti nell’UE, a condizione che possano dimostrare di essere a deforestazione zero».

Tra gli obiettivi di questo Regolamento vi sono oltre alla promozione del consumo di prodotti “privi di deforestazione” e la riduzione dell’impatto dell’UE sulla deforestazione e sul degrado forestale a livello mondiale, anche la riduzione delle emissioni di gas serra e la perdita di biodiversità.

Materie prime e prodotti coinvolti

Soggetti coinvolti

Obblighi per le aziende

Timeline

Sanzioni e Autorità competenti

Consigli pratici ed esempi

COSMETIC TECHNOLOGY

AssICC – Associazione Italiana Commercio Chimico
c/o Unione Confcommercio-Imprese per l’Italia Milano, Lodi, Monza e Brianza

info@assicc.itwww.assicc.it

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Editoriale CT 2 • 2024

Oggi voglio dare concretezza al concetto di sostenibilità un termine molto usato, talvolta abusato (concedetemelo) capofila indiscusso dei trend di mercato e delle più svariate forme d’innovazione, inquadrarlo dal punto di vista culturale ed avvicinarlo quanto più possibile al concetto di bellezza rigenerativa, di rinascita o di ripartenza delle persone e del territorio; si mettono in moto riorganizzazioni e cambiamenti nel quotidiano che coinvolgono anche l’industria della bellezza.

In questa cornice, voglio inserire alcune iniziative, di cui sono venuta a conoscenza: la prima riguarda il progetto triennale “Patto per le Arti”, che coinvolge il Museo MA*GA e Confindustria Varese, con l’obiettivo di dare vita a un modello di collaborazione tra il mondo della cultura a quello dell’impresa che si affiancano secondo una visione di benessere diffuso; l’investimento in progetti culturali determina coesione sociale, favorisce l’appartenenza al territorio nel quale si vive creando un sistema di scambio reciproco. Un progetto strategico di crescita che vede la creazione di relazioni tra mondo produttivo e quello della cultura per far rinascere un’area geografica dove l’impresa si assume responsabilità sociali perché fare impresa passa anche attraverso il proprio impegno a sostegno del welfare sociale. Con un progetto strutturato, le varie iniziative delle singole imprese che hanno deciso di puntare su innovazione, creatività, welfare aziendale e politiche di conciliazione vita-lavoro si trasformano in un sistema organizzato.

Il secondo spunto nasce da una collaborazione tra Confindustria Venezia e la Collezione Peggy Guggenheim che propone alle aziende socie delle opportunità di avvicinamento al mondo dell’arte, attraverso strumenti di Responsabilità Sociale d’Impresa e welfare aziendale: un investimento sostenibile che crea valore nel tempo con progetti di corporate membership. I livelli di corporate membership proposti sono diversi ma, secondo me, rilevante il fatto che per tutti vi sia la possibilità di comunicare il sostegno economico quale attività di CSR noto che comunicazione e branding sono indiscutibilmente tra gli obiettivi di questa scelta. Secondo la Collezione, una collaborazione continuativa valorizza la creatività delle imprese in modo riconoscibile.

Non ultimo, “Alchimie culturali” il progetto promosso da Confindustria Veneto in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa e la Fondazione Musei Civici che ha un doppio obiettivo: da un lato, far conoscere la sostenibilità implementata dalle imprese attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea e al tempo stesso promuovere il valore intangibile della cultura. La volontà è creare sinergie con un processo “alchemico” tra il know-how dell’impresa e la creatività dei giovani artisti, per portare aria fresca. Verranno documentate le varie fasi del progetto in modo da trasferire all’esterno con l’occhio dell’artista come nei processi produttivi delle imprese la #sostenibilità sia presente e perseguita quotidianamente: il punto di vista dell’artista spingerà l’imprenditore a vedere da un’angolazione diversa non solo il suo prodotto, ma la sua stessa prospettiva evolutiva.

In sintesi, potrei dire: le imprese si riflettono sul territorio in cui sono insediate non più come punto di raccolta di input ma come luogo per rinforzare un output e renderlo eterno, per quanto possibile.

I meno romantici staranno già pensando a Art bonus e, in generale, ai benefici per le aziende quali defiscalizzazione e, come già precisato, brand image. Ora…siamo imprese, ciò verso cui ci si orienta a investire deve avere in qualche modo un ritorno. Se questo tipo di investimenti può valorizzare il territorio e creare benessere a tutto tondo, io dico: perché no?