Defil

Defil

Dal 1985 la natura il sapere

La DEFIL S.r.l., nata nel 1985 a Sesto San giovanni (MI), svolge la sua attività nel settore della filtrazione e depolverazione dell’aria per impianti civili ed industriali.
DEFIL grazie alla competenza dei suoi collaboratori, è in grado di rispondere ad ogni quesito riguardante la filtrazione dell’aria per i processi produttivi, la protezione ambientale sul posto di lavoro e l’inquinamento atmosferico.
L’esperienza e la professionalità acquisita da Defil viene riconosciuta anche in settori particolarmente difficili quali il cosmetico, il chimico, il farmaceutico e l’alimentare.
DEFIL ha nella qualità dei suoi prodotti e nella affidabilità dei servizi forniti i propri punti di forza. Ciò è confermato dalla certificazione del nostro Sistema Qualità in conformità alla norma ISO 9001.

Defil S.r.L founded in 1985 in Sesto San Giovanni (MI) carries out its activities in the sector of air filtration and dedusting for civil and industrial plants.
Defil, thanks to the expertise of its employees, is able to answer any question regarding air filtration for production processes, environmental protection in the workplace and air pollution.
The experience and the professionalism acquired by Defil is also recognized in particularly difficult sectors such as cosmetics, chemical, pharmaceutical and food.
Defil has its strengths in the quality of its products and the reliability of the services provided. This is confirmed by the certification of our quality system in accordance with ISO 9001.

The activity of Defil takes places in the design, construction and marketing of the following products:
• Filter cells for prefiltration related spare parts in rolls or panels
• Refill for Automatic rotary filters of all brands
• Pocket filters (rigid or soft High efficiency filters, absolute, Laminar flow panels and diffusers
• Dihedral filter
• Filter for cleanroom and Laminar flow cabins
• Cartridges filters for powder cabins
• Activate charcoal filters (cabins, cartridges and rigid pocket)
• Filters for air compressor, gas or biogas turbines
• Inertial filters
• Dust control unit
• Security container type “canister”
• Automatic rotary filters
• Filter housing
• Counterframes for filter
• Bag filters
• Manometers– pressure switches

L’attività della DEFIL si esplica nella progettazione, costruzione e commercializzazione dei seguenti prodotti:

Celle filtranti per prefiltrazione e relativi ricambi in rotoli o pannelli
Filtri ad alta efficienza, assoluti, terminali filtranti diffusori
Cartucce in filo avvolto
Cartucce in filo avvolto
Filtro a tasche rigide
Filtri a diedro
Filtri per camere bianche e cappe sterili
Cartucce filtranti per cabine a polveri
Filtri a carbone attivo (celle, cartucce, tasche rigide)
Filtri per compressori, turbine a gas e biogas
Filtri inerziali
Depolveratori a tasche autopulenti
Filtri Automatici Rotativi
Contenitori di sicurezza tipo “canister”
Corpi riempimento
Cassoni filtranti
Controtelai porta filtro
Maniche filtranti
Manometri - pressostati
Medie filtranti
Sacchi filtranti per liquidi
Filtri Originali Andreae
Tasche morbide

Via Vincenzo Monti 173
20099 Sesto San Giovanni (MI)
tel 02 2489583 – 02 26224313
info@defil.it – www.defil.it

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Etichettatura ambientale degli imballaggi

REGULATORY

Sara Arnica

Responsabile regolatorio

Etichettatura ambientale degli imballaggi

I nuovi obblighi

Il 26 settembre 2020 è entrato in vigore il Decreto Lgs. 116/2020 – definito anche decreto rifiuti – che recepisce in un unico decreto due direttive europee: la direttiva (UE) 2018/851 che modifica la 2008/98/CE relativa ai rifiuti e la direttiva (UE) 2018/852 che modifica la 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio” contenute nel “Pacchetto Economia Circolare” (1). Il Decreto Lgs. 116/2020 introduce così delle modifiche sostanziali al D.Lgs. 152/2006 (cioè al Testo Unico Ambientale) tra cui quelle in materia di (a) servizi di gestione integrata dei rifiuti (artt. 1-2), (b) imballaggi (art. 3) e (c) sanzioni previste (art. 4). 

In questo quadro, l’attuazione della Direttiva (UE) 2018/851 e della Direttiva (UE) 2018/852 impattano fortemente sull’etichettatura degli imballaggi. 

Il nuovo testo prevede sostanzialmente che tutti gli imballaggi, immessi al consumo sul territorio nazionale debbano essere opportunamente etichettati in base a tre riferimenti specifici:

norme UNI applicabili;

corretta modalità di raccolta;

Decisione 97/129/CE della Commissione.

Ciò, ponendo in capo ai produttori obblighi informativi e responsabilità riguardo la corretta etichettatura e sue relative sanzioni (1). 

Inizialmente, la modifica ha innescato numerosi dubbi interpretativi, soprattutto per quanto riguarda i contenuti da riportare in etichetta, i soggetti responsabili coinvolti e il perimetro dell’obbligo, sollevando preoccupazione nelle imprese data anche la tempistica ristretta per potersi adeguare alla normativa.

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Materiale di origine naturale! … ma è davvero sostenibile? (e sicuro?)

OPINION LEADER

A. Cavazza

Università di Parma

Materiale di origine naturale! … ma è davvero sostenibile? (e sicuro?)

Attraversiamo un momento storico in cui il tema della sostenibilità è al centro dell’interesse di tutti e coinvolge moltissimi aspetti della quotidianità. Relativamente al tema del packaging, l’attenzione per i materiali impiegati condiziona moltissimo il comportamento dei consumatori di fronte a una confezione da acquistare e le aziende fanno il possibile per andare incontro alle richieste di imballaggi innovativi con basso impatto ambientale.

Il marketing richiede nuove soluzioni di packaging che siano prima di tutto veicolo di messaggi di rispetto dell’ambiente. Molti prodotti quindi appaiono sul mercato in una nuova veste “green”, che è però a volte discutibile. Spesso il fine ultimo è, infatti, solo quello di attrarre l’attenzione del cliente con confezioni e claims che evocano la naturalità e la sostenibilità con richiami all’origine vegetale dei materiali e al rispetto per l’ambiente. Non dimentichiamo però che una delle funzioni fondamentali de packaging è quella di proteggere il prodotto e combatterne lo spreco. Stiamo andando in questa direzione? 

Proviamo a guardarci intorno con spirito critico e poniamoci qualche domanda.

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Sericina della seta

ARTICOLI

A. Candiani, G. Diana, A. Foglio Bonda, A. Milanesi, E. Bari, M. Sorlini, M. L. Torre, L. Segale

Uni Piemonte Orientale, Novara Pharmaexceed, Pavia
APTSol, Novara

Sericina della seta

Ingrediente innovativo da upcycling per gel igienizzante mani

In seguito all’emergenza sanitaria globale di COVID-19 dovuta a SARS-CoV-2, sono stati commercializzati moltissimi prodotti disinfettanti o cosmetici igienizzanti per le mani contenenti etanolo, che esercita azione disinfettante quando presente a elevate concentrazioni (≥80% v/v secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) (1) ed è, ad oggi, in fase di revisione come attivo in prodotti biocidi per l’igiene umana e animale (2). Nonostante la rilevanza di questi prodotti per l’igiene personale, in generale, e, in particolare, nella situazione contingente, il loro uso frequente non solo nell’arco della giornata ma anche nel medio-lungo termine (settimane, mesi ecc.) può provocare secchezza e screpolature sulla cute, dermatiti o reazioni allergiche per via dell’alterazione del film idrolipidico della pelle, a seconda della sensibilità di ciascun utilizzatore (3-6). Per prevenire i sopracitati effetti collaterali, una soluzione potrebbe essere quella di arricchire le formulazioni “tradizionali” con ingredienti funzionali innovativi. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di preparare un gel idroalcolico arricchito con sericina, una proteina della seta nota per avere proprietà idratanti, lenitive e un effetto antiossidante (7-9), tutte caratteristiche estremamente rilevanti per la pelle e ricercate dall’industria cosmetica. Nello specifico, sono state studiate sei formulazioni diverse tra loro per il tipo di viscosizzante impiegato, dal momento che questo eccipiente può influenzare oltre alle caratteristiche del prodotto finito, anche l’efficienza del processo produttivo, e può incidere sul livello di gradimento della preparazione da parte dell’utilizzatore finale.

I gel idroalcolici sono stati preparati utilizzando etanolo dal momento che in letteratura è riportato che, rispetto a isopropanolo e n-propanolo, è dotato di una maggiore tollerabilità cutanea (10).

La sericina derivante dalla seta (SS) impiegata in questo lavoro è un prodotto di scarto di un’industria tessile italiana (Artefil, Luisago). L’upcycling di sericina, oltre a evitare lo spreco di questa preziosa proteina, apporta un notevole valore aggiunto alla formulazione, soddisfacendo la crescente e incessante domanda di sostenibilità ambientale che oggigiorno è un aspetto fondamentale su cui l’industria punta molto.

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Editoriale Cosmetic Technology 6, 2022

Editoriale
Cosmetic technology 6, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Domande (s)comode

Recentemente, sono stata relatrice in un webinar dedicato all’economia circolare e alla relazione con le normative “orizzontali” che governano le materie prime quando sono (soltanto) sostanze o miscele e non hanno ancora preso la connotazione di prodotto: i regolamenti REACH e CLP.

Da un lato, un’abbondanza di rifiuti destinati allo smaltimento anche determinato da un cambio di abitudini nei consumi – caso emblematico: gli acquisti online dove i prodotti acquistati sono accompagnati da packaging secondario e terziario oppure dalla crescita delle famiglie single che vede aumentare l’acquisto di formati medio-bassi e, in generale, beni pronti all’uso1 – ma, spesso ancora sfruttabili per ottenere materie prime seconde; dall’altro, in alcuni casi, una scarsità di materie prime vergini (che può essere condizionata dal costo dei materiali di partenza, se pensiamo al binomio petrolio-plastiche1). Acquisire rifiuti e trasformarli è un’opportunità di collaborazione tra i diversi comparti industriali2. Per quanto riguarda gli ingredienti in formula, il matrimonio tipico è quello tra industria alimentare e cosmetica. Nel passaggio da economia lineare a circolare, la fase di design ricopre un ruolo determinante per le successive azioni di recupero3. Al netto del fatto che per rendere i prodotti idonei a un’economia neutra dal punto di vista climatico, efficiente per le risorse e circolare, bisogna agire sulla generazione di rifiuti, è evidente2. Tuttavia, una domanda mi risuona in testa: a oggi, che cos’è potenziale e cos’è reale?

Intendiamoci, dal mio piccolo paese d’origine sorprendentemente molto avanti nell’attività di recupero già negli anni Novanta, affiancata all’educazione che mi è stata impartita (che vuole i miei fogli di appunti trovare una similitudine in quelli leonardeschi) sono ben lieta di vedere questa spinta europea da una parte, del mercato e dell’industria dall’altra. È decisamente avviato anche il motore di atenei e centri di ricerca che si spendono in studi di vario tipo: dalle proprietà, ai metodi di estrazione o di ottimizzazione di processo.

Tornando a monte, quanto il riciclo è in grado di sopperire alla domanda di un’industria affamata di materie prime, noti i costi delle tecnologie spesso molto complesse1? Quanto queste sono esattamente sovrapponibili a quelle vergini in termini di purezza, sicurezza o performance? REACHologicamente parlando vale la “regola dell’80%”4; tuttavia, è doveroso domandarsi che cosa sia il restante 20%, come e se incide sulle prestazioni e/o sulla sicurezza (l’art. 3 vigila sempre sui safety assessor e non concede sconti!). Quanto è possibile consolidare la catena di approvvigionamento affinché fornisca materiali di varia provenienza (come nel caso del packaging da post-consumo) con caratteristiche costanti nel tempo? 

In questo scenario picassiano, di Guernicamemoria e in questo editoriale non ho risposte da dare ma il sincero augurio di trovarle insieme.

1Croci E, Colelli F, Pontoni FB. Gli scenari economici del riciclo dei rifiuti in Italia in un’ottica di Circular economy Research Report Series ISSN 2785-0781. 2019.

2European Commission. Communication from The Commission to The European Parliament, The Council, The European Economic and Social Committee and The Committee Of The Regions A new Circular Economy Action Plan. 2020.

3European Commission. Report from The Commission to The European Parliament, The Council, The European Economic and Social Committee and The Committee of The Regions on the implementation of the Circular Economy Action Plan. 2019.

4ECHA. Orientamenti all’identificazione e alla denominazione delle sostanze in ambito REACH e CLP. V. 2.1. 2017.

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SON’ACTIVE ANTI DANDRUFF ORGANIC

SON’ACTIVE ANTI DANDRUFF ORGANIC

Una miscela fresca, naturale e sostenibile per combattere la forfora

SON’ACTIVE ANTI DANDRUFF ORGANIC prodotto da Laboratoire Soniam e distribuito in Italia da LCM, è un principio attivo a base acquosa costituito da una miscela di tre estratti vegetali (calendula, rosmarino e salice bianco), titolato in zinco e acidi floreali (acido citrico), in grado di prevenire e trattare il problema della forfora in modo naturale.

Caratteristiche tecniche di SON’ACTIVE ANTI DANDRUFF ORGANIC

Caratteristiche organolettiche

$
  • Aspetto: Liquido trasparente
  • Colore: Leggermente ambrato-Bruno chiaro
  • Odore: Lieve e caratteristico

Caratteristiche chimico-fisiche

  • pH: 2,5-6,5
  • Solubilità (10% in acqua): SI
  • Solubilità (10% in Alcol assoluto): SI
  • Peso secco (1g 100 °C – 105°C pdt 16-20 h): >0,5%

Stabilità e Conservazione

  • Il prodotto è stabile se conservato nell’imballo originale chiuso e non in ambienti in cui vi siano estreme condizioni di caldo o freddo.
  • Shelf-life: 2 anni.
Applicazioni e modalità d'uso
Shampoo
Sieri e lozioni naturali
Balsami e detergenti delicati

COSMETIC TECHNOLOGY

Marco Colombo 
Sales Executive
Cosmetics Department

MColombo@lcmtrading.it

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Cosmetic Technology 6, 2022

Cosmetic Technology 6, 2022

25 anni
di informazione scientifica

sostenibilità e ingredienti naturali

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Il lancio di prodotti per la protezione solare contenenti i filtri UV minerali, quali biossido di titanio (TiO2) e ossido di zinco (ZnO), è in aumento, poiché sempre più marchi di cosmetici stanno seguendo questa tendenza. Il mercato mondiale dei filtri solari minerali sta registrando un CAGR di oltre il 5% tra il 2020 e il 2030, in cui il filtro UV minerale attualmente preferito è lo ZnO. Gli attuali utilizzatori di filtri solari minerali hanno una percezione positiva dell’effetto protettivo e della delicatezza di questi ingredienti, mentre chi ancora non li utilizza, li sta valutando per il futuro, ma i principali ostacoli finora sono stati le caratteristiche sensoriali del prodotto. Per convincere nuovi utilizzatori, i consumatori devono essere istruiti meglio sui filtri UV minerali e le formule devono avere un’eccellente sensazione sulla pelle e un ridotto effetto bianco.

Zinc about it
Mineral UV filters: what you need to know about them
The launch of sunscreen products containing the mineral UV filters Titanium Dioxide (TiO2) and Zinc Oxide (ZnO) is increasing, as more cosmetic brands are following this trend. The global mineral sunscreens market is registering a CAGR of over 5% between 2020 and 2030, in which the currently preferred mineral UV filter is ZnO. Current users of mineral sunscreens have a positive perception of the protective effect and the gentle ingredients, while non-users are considering buying mineral sunscreens in the future, but the main obstacles so far have been sensorial product characteristics. To convince non-users, consumers need to be better educated about mineral UV filters and formulas with excellent skin feel and minimal whitening effect.

In seguito all’emergenza sanitaria globale di COVID-19 dovuta a SARS-CoV-2, sono stati commercializzati moltissimi prodotti disinfettanti o cosmetici igienizzanti per le mani contenenti etanolo, che esercita azione disinfettante quando presente a elevate concentrazioni (≥80% v/v secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) (1) ed è, ad oggi, in fase di revisione come attivo in prodotti biocidi per l’igiene umana e animale (2). Nonostante la rilevanza di questi prodotti per l’igiene personale, in generale, e, in particolare, nella situazione contingente, il loro uso frequente non solo nell’arco della giornata ma anche nel medio-lungo termine (settimane, mesi ecc.) può provocare secchezza e screpolature sulla cute, dermatiti o reazioni allergiche per via dell’alterazione del film idrolipidico della pelle, a seconda della sensibilità di ciascun utilizzatore (3-6). Per prevenire i sopracitati effetti collaterali, una soluzione potrebbe essere quella di arricchire le formulazioni “tradizionali” con ingredienti funzionali innovativi. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di preparare un gel idroalcolico arricchito con sericina, una proteina della seta nota per avere proprietà idratanti, lenitive e un effetto antiossidante (7-9), tutte caratteristiche estremamente rilevanti per la pelle e ricercate dall’industria cosmetica. Nello specifico, sono state studiate sei formulazioni diverse tra loro per il tipo di viscosizzante impiegato, dal momento che questo eccipiente può influenzare oltre alle caratteristiche del prodotto finito, anche l’efficienza del processo produttivo, e può incidere sul livello di gradimento della preparazione da parte dell’utilizzatore finale.

I gel idroalcolici sono stati preparati utilizzando etanolo dal momento che in letteratura è riportato che, rispetto a isopropanolo e n-propanolo, è dotato di una maggiore tollerabilità cutanea (10).

La sericina derivante dalla seta (SS) impiegata in questo lavoro è un prodotto di scarto di un’industria tessile italiana (Artefil, Luisago). L’upcycling di sericina, oltre a evitare lo spreco di questa preziosa proteina, apporta un notevole valore aggiunto alla formulazione, soddisfacendo la crescente e incessante domanda di sostenibilità ambientale che oggigiorno è un aspetto fondamentale su cui l’industria punta molto.

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Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Ingredienti cosmetici nel Regno Unito: come sono gestiti dalle autorità? • F. Rapolla

Regulatory

Etichettatura ambientale degli imballaggi • S. Arnica

Andare In
Into The Lab

Esotico riciclo • Camilla Crescentini

Perché ci piace

Naturalità e sostenibilità • Laboratorio Cosmopolita

Eccellenze Italiane

Hypericum perforatum extract • Gianpiera Spada

Letteratura

Lorella Giovannelli

Approfondimenti Cosmetici

Upcycling di feccia, vinaccia e materia tartarica

Approfondimenti Cosmetici

La valenza etica e sociale della cosmetica

Approfondimenti Cosmetici

Cannabis Sativa Seed Oil e Cannabidiol

Scelte e azioni verso una comunicazione sostenibile • Barbara Panzeri

aziende

ACTIVE CONCEPTS
HUWELL CHEMICALS

AC WATER KEFIR PHA

ACTIVE UP
SILAB

PEPTILIUM®

PHARMA COSM POLLI
AQIA

Phytocare AOX

VARIATI
SYNERGIO

BiomEco™ 94

SON’ACTIVE ANTI DANDRUFF ORGANIC prodotto da Laboratoire Soniam e distribuito in Italia da LCM, è un principio attivo a base acquosa costituito da una miscela di tre estratti vegetali (calendula, rosmarino e salice bianco), titolato in zinco e acidi floreali (acido citrico), in grado di prevenire e trattare il problema della forfora in modo naturale.

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BUONA LETTURA!

VISION OF VISUAL

VISION OF VISUAL

Scelte e azioni verso una comunicazione sostenibile
Barbara Panzeri

Barbara Panzeri

Digital graphic artist
RONFstyle.com
rontstyle@gmail.com

VISION OF VISUAL

Scelte e azioni verso una comunicazione sostenibile

In questa sesta rubrica di Vision of Visual dedicata al tema della sostenibilità ho il piacere di parlarvi di un piccolo quanto
immenso strumento con una potenzialità esponenziale: il PDF Multimediale, smart e green per comunicare in modo
sostenibile.

Essere rispettosi dell’ambiente significa anche fare delle scelte nel tempo che siano coerenti con i propri valori, con la
consapevolezza che ognuno di noi nel suo piccolo può fare la differenza; grazie al PDF Multimediale hai la possibilità di
rendere sostenibile il tuo prodotto sotto ogni aspetto, anche quello comunicativo, oltre che nella sua composizione.

COSMETIC TECHNOLOGY

Barbara Panzeri
Digital Graphic Artist

ronfstyle@gmail.com

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EDITORIALE • MAKEUP TECHNOLOGY AUTUNNO/INVERNO 2022

EDITORIALE • MAKEUP TECHNOLOGY AUTUNNO/INVERNO 2022

Riccardo Rossi

Direttore scientifico
di MakeUp Technology

MAGIC CREAM

«L’emulsione è un sistema in cui due fasi che naturalmente non starebbero assieme sono forzate a farlo. Quindi non chiedetevi se un’emulsione si separerà nelle due fasi iniziali, ma quando…». 

Questa è la frase che la docente di Tecnica Farmaceutica I, durante il mio quarto anno del corso universitario in Farmacia, ha usato per iniziare la sua lezione sul mondo delle emulsioni.

Eccoci quindi arrivati a quella che è forse la più grande famiglia dei prodotti per il makeup che abbiamo trattato in questi ultimi quattro numeri di MakeUp Technology: le emulsioni, appunto. 

Si tratta di una categoria di formulazioni chimiche che, personalmente, mi hanno sempre affascinato parecchio.

Ricordo, infatti, come le tecniche e gli ingredienti utilizzati per prolungare quanto più possibile questa “precarietà” dello stato emulsione mi siano parse da subito, dal punto di vista formulistico, come una sfida che necessitava di un’ottima preparazione di base e di una buona esperienza di preparazione dell’emulsione stessa. In effetti a distanza di anni, posso confermare come sia esattamente così!

Quando si parla di emulsioni nel campo del makeup, benché esistano ottimi prodotti in commercio sotto forma di rossetti, ombretti, correttori ecc., si pensa solitamente a uno dei prodotti che non manca mai, e che non deve e può mancare, nel beauty case di nessuna donna: il fondotinta (in questo caso liquido).

Messi un po’ da parte durante l’estate, i fondotinta tornano protagonisti dell’autunno, anzi diventano veri must-have con l’arrivo del freddo. Non solo perché, come mostrato dalle passerelle, il nude look dominerà i trend di stagione, ma anche per le loro nuove formulazioni che, sempre più simili a quelle skincare, permettono di proteggere ulteriormente la pelle.

Il fondotinta è infatti un prodotto essenziale nella beauty routine, in quanto dona freschezza e luminosità a qualsiasi tipologia di pelle; del resto, è ormai risaputo come un colorito radioso e il più possibile naturale sia in grado di trasmettere un senso di essenzialità e di bellezza autentica.

Da dove iniziare per trovare il perfetto nude look per la propria pelle? Secondo gli attuali trend seguiti dai più influenti MakeUp Artist, il fondotinta deve avere una texture fluida, quasi trasparente alla vista ma soprattutto impercettibile sulla pelle perché dalla consistenza leggera. Per un effetto naturale garantito.

Le formule di ultima generazione sono molto modulabili, quasi su misura, e adattabili alle esigenze personali e al tipo di pelle. Se il fondotinta compatto risulta più comodo, veloce e pratico, le texture fluide garantiscono, invece, maggiore comfort e performance.

Viene spontaneo chiedersi se di fronte a tanta tecnologia, esistano ancora delle differenze tra il fondotinta e le tanto famose e chiacchierate BB e CC cream. In realtà, decisamente meno rispetto al passato. Prima la distinzione era maggiore, i fondotinta erano molto più coprenti mentre le BB cream erano leggere e impalpabili e le CC cream avevano proprietà skincare specifiche. Invece oggi, tutto è più leggero ma anche più skincare. In generale, si può dire che BB e CC cream siano indicate per coloro che desiderano un prodotto pratico più vicino al trattamento, mentre il fondotinta rimane un prodotto irrinunciabile per chi desidera un effetto makeup sofisticato.

Infine, chi cerca una soluzione ibrida a metà tra trattamento e base, adesso può contare su creme “all in one” che non solo idratano e proteggono ma sublimano il colorito e l’incarnato con effetto perfezionante.

Tra skincare e makeup: in questa “terra di mezzo” si collocano i fondotinta di nuova formulazione. Una sorta di ibridizzazione che si avvale di ultime tecnologie e ingredienti assolutamente performanti.

Si tratta di trattamenti che aiutano a migliorare la superficie cutanea, così da riflettere meglio la luce e far apparire la pelle più giovane.

Come dire…delle vere e proprie “magic cream”!

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