Sansa di mela

VISTO IN FIERA
POSTER

Vénicia Numa,
Elisabeth Badens,
Arnaud Bellon,
Christelle Crampon

Symrise, Francia
Laboratoire M2P2,
Europôle de l’arbois,
Aix en Provence cedex

Sansa di mela

Una nuova fonte di ingredienti per l’industria cosmetica

Le industrie (soprattutto l’agricoltura e l’industria alimentare) generano molti prodotti di scarto. Nel 2017, gli scarti alimentari (44%) hanno rappresentato la maggiore fonte di rifiuti nel mondo, prima di carta (17%), plastica (12%), vetro (5%) e metallo (4%). Solo il 13,5% di questi scarti (side stream) viene valorizzato, nonostante la generale diminuzione delle risorse. Eppure, gli scarti alimentari possono essere trasformati per generare un significativo valore aggiunto, in particolare nell’industria cosmetica. Si tratta di una nuova tendenza di consumo che risulta essere interessante per fornitori e consumatori, il cui senso di responsabilità ecologica sta crescendo in molti campi.

In termini di consumi/anno, la mela è uno dei frutti più consumati al mondo, circa 70 milioni di tonnellate l’anno (2017). L’upcycling della sansa di mela può risultare interessante, in quanto consente di aiutare a ridurre l’impatto ambientale delle industrie alimentari per ottenere composti bioattivi ad alto valore aggiunto. Symrise è un’azienda attivamente coinvolta nel processo di upcycling che ha iniziato a dedicarsi ai diversi modi di valorizzazione dei side stream. Tra le varie fonti disponibili all’interno delle filiali Symrise, la sansa di mela (vale a dire il principale sottoprodotto ottenuto nel processo di produzione dei succhi di mela) rappresenta una fonte di cere e composti bioattivi come i polifenoli (florizina, floretina) e composti lipofili (acido ursolico, eritrodiolo, acido oleico e acido linolenico) che riscuotono grande interesse nel campo cosmetico per le loro proprietà antiossidanti, lenitive, antimicrobiche, emulsionanti. Una delle tecniche di estrazione utilizzate per ottenere tali molecole può essere l’estrazione con CO2 supercritica, nota per essere una tecnica eccellente nell’estrazione dei lipidi. Infatti, l’estrazione di CO2 supercritica (Sc-CO2), tra le altre possibili, è una tecnica promettente per la valorizzazione della sansa di mela che consente di ottenere interessanti rese per composti ad alto valore aggiunto derivati dalla materia di scarto.

L’idea di fondo mira a sviluppare un processo integrato per separare selettivamente i composti di interesse e modellarli. Il progetto ha lo scopo di sviluppare un processo più compatto, economico e attento all’ambiente. La valorizzazione della sansa di mela sarà usata come prodotto modello, per applicare il processo di estrazione ad altri side stream. In particolare, si è focalizzato sullo studio di diverse tecniche di estrazione per l’upcycling del side stream delle mele e sullo sviluppo di un metodo integrato di estrazione per separare selettivamente i composti.

Risultati (quali-quantitativi) delle analisi condotte con LC-MS dell’estratto di sansa di mela con Sc-CO2

Processo di valorizzazione
della sansa di mela

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Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

REGULATORY

Francesca Rapolla

Scientific Affairs Manager CTPA

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

Come i consumatori e le aziende possono prendere decisioni informate e proteggere la reputazione del settore cosmetico

L’impatto ambientale di ogni tipo di prodotto sta diventando sempre più importante per i consumatori, i quali hanno a loro volta un maggior interesse a contribuire alla salvaguardia del pianeta anche attraverso le azioni quotidiane.

I consumatori si orientano sempre di più verso prodotti caratterizzati da un minore impatto ambientale, o che sono sviluppati avendo in mente la sostenibilità; ma come fanno i consumatori a riconoscere questo tipo di prodotti? E questi prodotti sono veramente a minor impatto ambientale, o danno l’impressione di esserlo?

La comunicazione sulla sostenibilità dei prodotti cosmetici è una chiave per informare i consumatori sulle caratteristiche ambientali di un prodotto, ma anche per aiutarli a prendere una decisione informata prima di effettuare un acquisto. Per questo motivo, proliferano tante iniziative a livello europeo e internazionale per regolare la comunicazione (i claim) ambientale.

L’obiettivo di questo approfondimento è prendere in esame il mercato corrente per l’aspetto dei claim ambientali e le regole stabilite nel Regno Unito, in relazione a queste comunicazioni. In particolare, focalizzandosi sul lavoro della Competition and Markets Authority (CMA) e il Green Claims Code che spiega in dettaglio come il regolamento per la protezione dei consumatori viene applicato alla comunicazione sulla sostenibilità. Non ultimo, la Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA, associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito) ha pubblicato un documento guida sulla comunicazione ambientale ai consumatori, analizzando quali considerazioni devono essere fatte per risultare in linea con le normative che verranno prese in esame.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

La Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA) è l’associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito che si impegna nell’analisi e diffusione delle normative tecniche, supporta i suoi associati nella crescita delle imprese a livello locale e internazionale, promuove la reputazione dell’industria attraverso la pubblicazione di informazioni rivolte ai consumatori.  Nel quotidiano, CTPA collabora molto strettamente con il governo del Regno Unito per analizzare e valutare normative riguardanti i prodotti cosmetici e i suoi ingredienti.  Nell’ambito della Brexit, CTPA è stata e rimane il punto di riferimento per lo sviluppo e la crescita dell’industria cosmetica e le sue normative nel Regno Unito come Paese indipendente, ma anche nei suoi rapporti con l’industria cosmetica a livello europeo (tramite Cosmetics Europe) e internazionale.

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Tè verde

ARTICOLI

Federica Esposito

Cosmetologa

Tè verde

Da fonte botanica ad attivo antipollution

L’estratto di tè verde (GTE) è un ingrediente di derivazione vegetale utilizzato fin dall’antichità, ma che oggi rappresenta un attivo multifunzionale sia per il comprovato potere antiossidante, sia per essere un attivo antipollution che contrasta gli effetti dell’inquinamento sulla pelle. I polifenoli del tè verde mostrano potenti effetti antirughe e antiossidanti riducendo la collagenasi, l’attività delle MMP (metalloproteinasi) e l’induzione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno). GTE ha dimostrato di inibire in modo efficiente la produzione di sebo e quindi risulta essere un’ottima alternativa rispetto all’uso di attivi tradizionali in presenza di A. vulgaris. Inoltre, essendo i polifenoli sensibili alla fotodegradazione è importante in una formulazione scegliere attivi per garantire una fotostabilità ed è fondamentale anche l’utilizzo di un adeguato veicolo per ottenere una valida efficacia con i risultati desiderati sulla pelle.

Green Tea
From botanical source to active anti-pollution

Green Tea Extract (GTE) is a plant-derived ingredient used since ancient times, but nowadays it represents a multifunctional active both for its proven antioxidant power and for being an anti-pollution active that counteracts the effects of pollution on the skin. Green Tea polyphenols, in fact, show powerful anti-wrinkle and antioxidant effects by reducing collagenase, MMP (metalloproteinase) activity and (ROS Reactive Oxygen Species) induction. GTE has been shown to efficiently inhibit the production of sebum and is therefore an excellent alternative to the use of traditional actives in the presence of A. Vulgaris. In addition, since polyphenols are quite sensitive to photodegradation, it is important in a formulation to choose actives to ensure photostability, and the use of an appropriate vehicle is also essential to achieve valid efficacy with the desired results on the skin.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

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Editoriale • Cosmetic Technology 2, 2022

Editoriale
Cosmetic technology 2, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Ristorante o menù da asporto?

Questo editoriale è il frutto di una chiacchierata estemporanea avuta con la regina Maria Antonietta. Come mai proprio con lei? è presto detto: donna dalle radicate abitudini igieniche, nonostante il periodo storico, presumibilmente frutto dell’educazione austriaca. Nella sua cella sembra siano stati trovati pochi ed essenziali cosmetici ad accompagnarla nel suo ultimo periodo in vita. Maria Antonietta mi racconta che per ammorbidire le mani le trattava con cera, acqua di rose, olio di mandorle dolci. La regina elenca soddisfatta gli ingredienti che utilizzava per creare i suoi trattamenti di bellezza ed è fiera anche quando racconta dell’acqua di piccione che pare si realizzi proprio con dei piccioni preparati in umido (decisamente non vegan, penso io).
Io, dal canto mio, le spiego che adesso è tutto molto diverso e, a differenza del suo racconto trionfale di materie prime, molto spesso, si predilige narrare il prodotto con “l’elogio dell’assenza” (nel frattempo siamo online – cosa che, devo ammettere, la sorprende un po’, ho notato – e passiamo in rassegna una moltitudine di prodotti, siti web, etichette, claim).
Chiacchierando, non possiamo che toccare l’argomento sicurezza, le spiego che cos’è una valutazione, il ruolo dell’SCCS e della letteratura scientifica su cui devono basarsi le scelte sia per aggiungere sia per levare da una formula. Le spiego che “il passaparola” che un tempo forse avveniva tra i corridoi a palazzo ora è diventato molto potente perché si avvantaggia della cassa di risonanza dei social (come spiegarle il concetto… diciamo come un ricevimento a Versailles ma con molti più partecipanti) e spesso la scientificità passa in secondo piano perché eccessivamente semplificata perde qualcosa e in più, se l’ informazione in ingresso non era nemmeno un granché, si salvi chi può!
Tornando a monte, e pensando all’impacco per le mani, certamente un formulatore oggi può destreggiarsi nella selezione di interessanti alternative agli ingredienti più usuali conferendo connotazioni specifiche al prodotto risultante. Tuttavia, colui che si orienta a qualcosa di più comune non è detto che realizzi un prodotto meno efficace o, peggio, meno sicuro. Tra i gironi danteschi della comunicazione sono finiti per esempio “Paraffin Waxes and Hydrocarbon Waxes”, solo per citare qualche membro dalla famiglia Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Cera Microcristallina ecc però dalle letteratura sembrano essere degli ingredienti che sanno fare il loro lavoro di idratanti ed emollienti e, dall’osservazione della penetrazione attraverso la pelle in studi in vivo e in vitro alcuni autori sono giunti alla conclusione che l’assorbimento cutaneo è decisamente scarso, pertanto è molto improbabile che questi ingredienti rappresentino un rischio per la salute umana in seguito a esposizione cronica2.
Inoltre, non provocano tossicità per via cutanea, reprotossicità e non ci sono evidenze di cancerogenicità o di genotossicità; possono essere impiegati anche nei prodotti per le labbra in ogni caso con il vincolo di rispettare l’elevatissimo grado di purezza farmaceutico3.
Poi è chiaro… si può decidere se impiegarli oppure no, come si può decidere se consumare il proprio pranzo in un sontuoso ristorante, in una rinomata osteria o ordinando da asporto, senza per questo mettere a rischio la propria salute.

 

1www.storicang.it/a/moda-a-versailles-nel-xviii-secolo_14950
2www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378427417311542
3onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/jdv.15946

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Cosmetic Technology 2 – 2022

Cosmetic Technology 2 – 2022

25 anni
di informazione scientifica

Focus: DETERSIONE EPILAZIONE RASATURA

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L’estratto di tè verde (GTE) è un ingrediente di derivazione vegetale utilizzato fin dall’antichità, ma che oggi rappresenta un attivo multifunzionale sia per il comprovato potere antiossidante, sia per essere un attivo antipollution che contrasta gli effetti dell’inquinamento sulla pelle. I polifenoli del tè verde mostrano potenti effetti antirughe e antiossidanti riducendo la collagenasi, l’attività delle MMP (metalloproteinasi) e l’induzione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno). GTE ha dimostrato di inibire in modo efficiente la produzione di sebo e quindi risulta essere un’ottima alternativa rispetto all’uso di attivi tradizionali in presenza di A. vulgaris. Inoltre, essendo i polifenoli sensibili alla fotodegradazione è importante in una formulazione scegliere attivi per garantire una fotostabilità ed è fondamentale anche l’utilizzo di un adeguato veicolo per ottenere una valida efficacia con i risultati desiderati sulla pelle.

 

Green Tea
From botanical source to active anti-pollution
Green Tea Extract (GTE) is a plant-derived ingredient used since ancient times, but nowadays it represents a multifunctional active both for its proven antioxidant power and for being an anti-pollution active that counteracts the effects of pollution on the skin. Green Tea polyphenols, in fact, show powerful anti-wrinkle and antioxidant effects by reducing collagenase, MMP (metalloproteinase) activity and (ROS Reactive Oxygen Species) induction. GTE has been shown to efficiently inhibit the production of sebum and is therefore an excellent alternative to the use of traditional actives in the presence of A. Vulgaris. In addition, since polyphenols are quite sensitive to photodegradation, it is important in a formulation to choose actives to ensure photostability, and the use of an appropriate vehicle is also essential to achieve valid efficacy with the desired results on the skin.

aggiornamenti
Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito • Francesca Rapolla

Andare in

Giappone • Silvia Morel, Nawaf Estifan

Into The Lab

La frutta che strucca • Camilla Crescentini

Perché ci piace

Hair styling mist • Laboratorio Cosmopolita

Letteratura

Lorella Giovannelli e Alice Picco

Approfondimenti Cosmetici

Il PAO nei cosmetici visto dai consumatori • Mariano Salis, Michela Mediani, Monica Molinari, Rima Al Sibai

La rimozione dei peli superflui

Vision of Visual

Lo sviluppo grafico di un packaging concettuale per comunicare senza estremizzare le qualità di un prodotto • Barbara Panzeri

speciale viaggio in sardegna
Eleonora Tuzi

Eleonora Tuzi

Farmacista specializzata in Cosmesi
e Cosmetica oncologica

Gianpiera Spada

Gianpiera Spada

CEO di Jana ‘e Mele
Cosmetologa formulatrice

Jana ‘e Mele semplicemente racchiude la Sardegna in un flacone bianco, bianco come il latte.

Girovagando alla ricerca di nuove realtà imprenditoriali talvolta si scoprono piccole attività fortemente legate al territorio di appartenenza che, attraverso i loro prodotti, comunicano al resto del mondo la cultura del posto.
Jana ‘e Mele racconta la Sardegna attraverso cosmetici: le materie prime sono autoctone e sono caratteristiche della tradizione sarda. Miele, olio d’oliva e latte di pecora sono rigorosamente made in Sardegna e sono stati scelti dalla Dott.ssa Gianpiera Spada, CEO e cosmetologa formulatrice di Jana ‘e Mele, per celebrare la tradizione agricola e pastorale della sua terra. Affascinati dal patrimonio culturale di questa isola magica, abbiamo chiesto a Eleonora Tuzi di incontrarla per un’intervista alla scoperta della sua linea cosmetica e lei, con il sorriso che la contraddistingue, ha accettato.

aziende

Zschimmer&Schwarz

PROTELAN GC

Amitahc Italia
ROELMI HPC

BeauSens® PG4

Res Pharma
Res Pharma Innovative Ingredients

Pantrofina® Remedy

Su questo numero presentiamo…
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BUONA LETTURA!

Editoriale • MakeUp Technology Primavera/Estate 2022

Editoriale • MakeUp Technology Primavera/Estate 2022

Riccardo Rossi

Direttore scientifico
di MakeUp Technology

Girl’s best friend

No, non si tratta dei diamanti, anche se quelli sono i veri protagonisti della canzone citata nel titolo e resa famosa da Marylin Monroe, perché qua parliamo di altro. Parliamo di rossetto.
“Se siete tristi, se avete un problema d’amore, truccatevi, mettetevi il rossetto rosso e attaccate”.
Questa è una delle celebri frasi di Coco Chanel, fondatrice del famoso e iconico brand di moda e cosmetica che ha fatto la storia del “rouge à lèvres” con il suo mitico Rouge Allure, tutt’ora a catalogo tra i rossetti della Maison di Parigi.

Già, perché il rossetto, soprattutto quello classico rosso, è molto più di un prodotto di makeup: è un segno di distinzione, di forza e di resilienza. Infatti è stato il simbolo dell’emancipazione femminile ben prima della minigonna. Addirittura, pare che Winston Churchill, durante la Seconda Guerra Mondiale, abbia ordinato di interrompere la produzione di cosmetici nel Regno Unito per dare spazio a produzioni più urgenti, con l’unica eccezione per il rossetto, in particolare quello rosso. Perché nei tempi bui del conflitto la bellezza era diventata quasi un dovere spirituale per le donne, che avevano il compito di rassicurare e tenere alto il morale delle truppe, tanto che le campagne di propaganda insistevano proprio su quel concetto. Mentre benzina, zucchero o uova venivano razionati, i rossetti venivano distribuiti regolarmente come la farina. Alla fine, il rossetto rosso brillante divenne quindi un simbolo di patriottismo. Pubblicazioni di moda e aziende cosmetiche si unirono alla rivendicazione dell’asse alleato senza riluttanza. Elizabeth Arden creò un kit per il trucco progettato per le donne della Marina degli Stati Uniti per abbinare le loro uniformi, e Helena Rubinstein creò tonalità e sfumature di rossetto con nomi come Regiment Red, Commando o Fighter Red. Il rossetto aveva definitivamente assunto il suo ruolo di prodotto icona, tanto che, una volta che fu nominata, anche la stessa regina Elisabetta II, che vanta una vasta collezione di rossetti, commissionò la fabbricazione del suo rossetto rosso con sfumature bluastre e abbinato al suo stile, in occasione della sua incoronazione nel 1952.

Un prodotto, il rossetto, che sta ora vivendo un nuovo rilancio, dopo due anni di pandemia che hanno fatto nascondere le labbra di tutti, e non solo delle donne, e che si candida per diventare l’emblema del new normal. Anche e soprattutto cavalcando nuovi trend trasversali a più mondi, come il risparmio di acqua per il Pianeta, sintetizzato dal concetto waterless, che si sposa alla perfezione con formule che di acqua non ne hanno mai contenuta fin dai loro esordi.

Eccoci arrivati quindi nel fantastico mondo del rossetto, per scoprire i segreti nascosti dietro al “pastello per labbra”, modo in cui è a volte definito. Infatti, anche per questo primo numero del 2022, il fil rouge (e in questo caso nessun altro modo di dire è più consono di questo) sarà uno speciale dedicato a una categoria di prodotti, in questo caso agli anidri, di cui il rossetto è il più famoso rappresentante. Grazie all’indispensabile supporto di vari specialisti del settore che ci sveleranno curiosità e proprietà di questo imperdibile accessorio di makeup, partiremo dalla storia del rossetto per passare attraverso i trend più attuali, finendo alle metodiche di produzione con le quali le formule più innovative sono poi portate sul mercato.

Anche per questo numero, infatti, il lettore potrà meravigliarsi nello scoprire quanta scienza, arte e tecnologia si celino dietro le quinte dei prodotti più alla moda, che si trovano poi sugli scaffali dei principali rivenditori. In questo caso, le così dette “paste anidre” rappresentano il grosso della categoria, soprattutto per gli stick tradizionali. Come per ogni prodotto, anche qua ci sono, però, le solite eccezioni. Esatto, perché il rossetto può anche essere una formula in emulsione, soprattutto usata per i lip gloss, che sono nati proprio per ottenere quell’effetto super lucido che non è, per ora, raggiungibile con gli stick tradizionali.

Vi lascio quindi al contenuto di questo numero che vi porterà alla scoperta del rossetto, perché come ama dire Poppy King, fondatrice di Lipstick Queen, un brand australiano che produce esclusivamente rossetti e che sta ottenendo un successo planetario:

“Il rossetto è molto più di un prodotto. È qualcosa che ti trasforma”

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I rossi dalla natura

di Diana Dashi


I prodotti cosmetici naturali sono sempre più utilizzati da un numero crescente di consumatori. Questa tendenza sta diventando sempre più popolare non solo per quanto riguarda i prodotti per la cura della pelle, ma ultimamente ha anche coinvolto il mercato delle colorazioni per capelli. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare le proprietà coloranti degli estratti derivati dalle piante come il Krameria triandra Ruiz et Pavon, Hibiscus sabdariffa L. e Papaver rhoeas L. modificando le condizioni del processo di tintura. Gli estratti in polvere sono stati diluiti in acqua in diverse proporzioni e sono stati testati in ambiente acido. Inoltre, le piante sono state testate in sinergia tra loro.

The reds from nature
A synergy between dyes present in the plants
Natural beauty products continue to be popular among a growing number of consumers. This trend is becoming more and more popular not only for skincare products, but lately has also involved the hair color market. The aim of this work is to study the dyeing properties of extracts derived from plants such as Krameria triandra Ruiz et Pavon., Hibiscus sabdariffa L. and Papaver rhoeas L. by modifying the conditions of the dyeing process. The powdered extracts have been diluted in water in different proportions and tested by an acidic pH. Furthermore, the plants were tested in synergy with each other.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Dermatite seborroica del cuoio capelluto

di Elisabetta Fulgione, Giulia Penazzi, Barbara Catozzi


In questo articolo le autrici propongono un approccio multifattoriale al trattamento della dermatite seborroica. Viene infatti valutata la dermatite seborroica dal punto di vista dermatologico, degli ingredienti cosmetologici e del loro profilo tossicologico.
La dermatite seborroica è caratterizzata da un’infiammazione cutanea cronica che talvolta può presentare alcuni sintomi molto fastidiosi: prurito, forfora e seborrea.
La tecnologia e la ricerca si sono molto evolute negli ultimi anni e hanno portato allo sviluppo di una caratterizzazione sempre più puntuale di questa patologia, ma anche allo sviluppo di attivi e forme cosmetiche sempre più mirate. Allo stesso modo la ricerca in ambito tossicologico è in continua evoluzione e porta a revisioni delle opinioni delle commissioni di esperti che si riflettono sulle possibilità formulative, l’ultima recentissima riguardante ad esempio lo zinco piritione.
Un percorso attraverso le possibilità di intervento in relazione alle conoscenze attuali, sulla dermatite seborroica.

Seborrheic dermatitis of the scalp
A modern multifactorial approach
In this article the authors propose an approach to the treatment of multifactorial seborrheic dermatitis. In fact, seborrheic dermatitis is evaluated from a dermatological point of view, by the cosmetological ingredients and their toxicological profile.
Seborrheic dermatitis is characterized by chronic skin inflammation that can sometimes present some very annoying symptoms: itching, dandruff and seborrhea.
Technology and research have evolved a lot in recent years and have led to the development of an increasingly precise characterization of this pathology, but also to the development of increasingly targeted active and cosmetic forms. In the same way, research in the toxicological field is constantly evolving and leads to revisions of the opinions of the expert commissions that reflect on the formulation possibilities, the most recent concerning for example zinc pyrithione.
A path through the possibilities of intervention, in relation to current knowledge, regarding seborrheic dermatitis.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Tendenze e opinione pubblica: l’odissea delle aziende

di Caterina Como
Scientific & Regulatory Affairs Director, Res Pharma Innovative Ingredients
c.como@respharmaind.com


In tutti i settori – e in maniera preponderante nel cosmetico e nell’alimentare – fioriscono sempre nuovi trend che in molti casi danno origine a nuove certificazioni a cui le aziende possono volontariamente decidere di aderire e conformarsi.
L’obiettivo che si pone questo testo è analizzare in maniera critica la complessità operativa quotidiana in cui si trova immersa un’azienda operante lungo la filiera cosmetica al fine di: (1) disporre e mantenere la conformità alle richieste regolatorie; (2) assecondare le richieste del mercato senza farsi carico, al contempo, di un eccessivo aggravio di costi e di complessità gestionale.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Editoriale CT1 • 2022

Mai più “senza”

Complici le quarantene e il periodo natalizio, oltre a pareri che mi sono stati chiesti da alcuni conoscenti sulle applicazioni che offrono consigli sugli acquisti (parafrasando Mike Bongiorno), mi sono messa a studiacchiarne alcune per capire l’esito della valutazione e, non lo nego, anche per conoscere quella specifica realizzata sui prodotti che ho in casa. Non ho resistito.
Ad accompagnarmi in questo percorso ho avuto virtualmente al mio fianco Sissi, che ho il piacere di ospitare in questo editoriale. Come noto, l’Imperatrice d’Austria è stata particolarmente dedita alla cura della sua chilometrica chioma, ed è arrivato agli onori della cronaca il suo impacco lavante a base di tuorli d’uovo e cognac. Perciò, penso che avrebbe potuto gradire il fatto di poter lavorare con noi al numero dell’hair care.
Ci siamo focalizzate sui prodotti per la cura dei capelli e abbiamo “messo il naso” nelle liste ingredienti dei primi classificati tra i condizionanti. Quello che ci ha sorpreso (o forse che non avrebbe dovuto, chissà?!) è che in vetta alle classifiche si collocano generalmente prodotti del “senza” (che, come spiegavo a Sissi, prevedono una selezione di ingredienti molto rigida e che bandiscono l’uso di alcuni di essi ritenuti quantomeno ambigui per i possibili effetti sulla salute, ma che devono rispondere agli obblighi imposti dal Regolamento sui prodotti cosmetici, così come gli altri della cosmetica “classica”) in alcuni casi equipaggiati con claim pro-ambiente.
Abbiamo riscontrato nel funzionamento delle diverse App un denominatore comune: il sistema del codice colore semaforico che aiuta a individuare prodotti con il lasciapassare rispetto a quelli con un ipotetico segnale di alt!
Trainate dall’entusiasmo, abbiamo notato che alcuni ingredienti che hanno ricevuto il semaforo verde in realtà hanno una scarsa disponibilità di informazioni, in particolare sull’ambiente. Non ci siamo fatte scoraggiare: siamo entrate nel dettaglio delle proprietà di questi ingredienti ma ci siamo trovate di fronte al nulla eco-tossicologico, nonostante le ricerche in banche dati di interesse scientifico. Infine, ho condotto Sissi nell’applicazione di modelli in silico disponibili gratuitamente, ma questi specifici ingredienti, nella maggior parte dei casi, non fanno parte del campo di applicazione dei modelli impiegati.
Ciò che ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca è stato il fatto che probabilmente dei consumatori attenti che vogliono districarsi nel mare di referenze a scaffale reale o virtuale trovano punteggi o semafori rossi che sembrerebbero tenere conto del pericolo e non del rischio (quasi a vanificare il lavoro della valutazione); e che un ingrediente di una formula con un ridotto bagaglio di dati, sul quale, cioè, c’è una non conoscenza, sia tutto sommato meglio accettato di un ingrediente più studiato. Per contro, restando nell’ambito della pericolosità, l’assenza di informazioni sulle proprietà di una sostanza non può equivalere all’assenza di proprietà pericolose2. Come a dire “2 pesi e 2 misure”, nonostante l’immagine di attenzione all’ambiente che alcuni marchi intendono veicolare (un tema ad oggi cruciale sia in termini di contenuto che di contenitore) con l’impiego di materiali riciclati o riciclabili e oggetto di incalzante comunicazione, che però resta da disambiguare.

Anna Caldiroli, in collaborazione con
Elisabetta Amalia Eugenia
di Wittelsbach in Baviera nota come Sissi (o Sisi)1

 

1L’imperatrice Elisabetta d’Austria in abito da ballo (ritratto di Franz Winterhalter, Hofburg di Vienna) con acconciatura imperiale. (Da: www.storicang.it/a/sissi-limperatrice-anticonformista_14616
2ECHA (2012) Guida all’allegato V Esenzioni dall’obbligo di registrazione.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022