Pratico armonia

EDITORIALE
COSMETIC TECHNOLOGY 6, 2023

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Pratico armonia

Come as you are, as you were, as I want you to be, as a friend…

Sono le prime parole di una canzone dei Nirvana, che un Kurt Cobain timido e con lo sguardo perso ha urlato dai palchi di mezzo mondo a partire dai garage di Aberdeen. Ho sempre considerato questa frase un manifesto all’accettazione di sé e dell’altro. Nirvana anticipatari del concetto di body positive, appena girato l’angolo del fisico scolpito stretto nelle tute fluo anni Ottanta? Non lo escludo. 

In generale, il concetto di body positive è ritenuto essenziale – o d’aiuto, aggiungo io – per guadagnare fiducia in sé stessi (1).

Un cambiamento del nostro comune sentire: siamo storicamente immersi nell’idealizzazione della bellezza, che debba essere eterna e nel rispetto di canoni che variano anche in base alla geografia. Consideriamo che strumenti di comunicazione che utilizziamo di consueto e ritenuti efficaci si basano su immagini e video dove il confronto estetico è immediato. Come noto, in molte culture la magrezza e del corpo femminile, in particolare, a volte è estremizzata. Lo vediamo ancora nella cultura pop espressa da film, TV, moda, riviste, social network che accolgono corpi giovani, magri, tonici e che non fanno fare pace con il tempo che passa, con il “corpo che cambia, nella forma e nel colore”. Esempi di bellezza ideale ed eterna, arte e storia ne offrono numerosi, tanto per citarne alcuni, conciliando canoni tipicamente occidentali: la delicatezza dei lineamenti della Madonna ne La pietà di Michelangelo, la Nike di Samotracia di cui abbiamo certezza del corpo, forte e sensuale avvolta dalle vesti mosse dal vento ma di cui immaginiamo il volto. 

Il passo dall’arte alla cosmetica è breve: il progresso delle tecnologie offrono un valido aiuto per fermare il tempo di pelle e capelli. Le imprese che operano nel comparto cosmetico oltre alla capacità di generare creatività effervescente e lavoro, contribuiscono a diffondere la cultura e l’identità di un territorio con l’obiettivo di alimentare benessere delle persone fruitrici di beni o servizi.

Come sottolineò alcuni anni fa il Presidente Mattarella «Cultura e arte sono volani per una crescita equilibrata per garantire coesione, senso di appartenenza alla società, fiducia e rispetto per l’ambiente e per gli altri. Del resto, non è soltanto il PIL la misura della felicità delle persone e delle comunità» (2). 

A sostegno di quanto affermato finora, anche ciò che è emerso durante il secondo Shiseido’s Beauty Innovation Summit, dove in una visione olistica, la bellezza non è solo qualcosa di visibile dall’esterno, ma contribuisce al benessere delle persone in senso più ampio. 

La bellezza diviene un booster per la felicità, potremmo dire.

Tornado al #bodypositive e alle opportunità di questa trasformazione, i cosmetologi lavorano per allineare le loro formulazioni (con soluzioni innovative e materie prime con nuovi meccanismi d’azione); invece, i marchi possono affinare la loro comunicazione per incontrare questa tendenza: i consumatori sono a caccia di alternative per valorizzare il proprio corpo, questo potrebbe consentire alle imprese di enfatizzare maggiormente il fatto che la cura del corpo è parte di un concetto di benessere più esteso (1).

Prendendo spunto dal citato intervento del Presidente (2), auguro a tutti di trovare con il Nuovo Anno stimoli per innovare, per trasformare con creatività.


1Wheeler D, Bouhrir S, Chen M. Expert Opinions on Body Care: Sustainability, Positivity, Biotech and More. 2022. Cosmetic and Toiletries (online).

2Intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al convegno “Città d’arte 3.0, il futuro delle Città d’arte in Italia” Mantova, 11/11/2016 (I mandato).

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Fonti di antiossidanti da rifiuti agrari: un esempio di economia circolare

ARTICOLI

G. Battistini*, F. Trenti**, D. Losa***, G. Guella**, O. Jousson***, L. Miori*

*Dipartimento Ricerca e Sviluppo, AREADERMA **Laboratorio di Chimica Bioorganica, Dipartimento di Fisica, Università di Trento ***Laboratorio di Genomica Microbica, Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata (CIBIO), Università di Trento

Fonti di antiossidanti da rifiuti agrari: un esempio di economia circolare

Estrazione e caratterizzazione di antiossidanti naturali per uso cosmetico

Sources of antioxidants from agricultural waste:
an example of circular economy

Extraction and characterization of natural antioxidants for cosmetic use

The aim of the project was the development of green methods for the extraction of cosmetic functional molecules from residual plant matrices of the agro-food chain, transforming waste materials into high value-added products. The target of extraction was represented by chlorogenic acid (CGA), a polyphenol with antioxidant properties present in several vegetables, including blueberries. In particular, a protocol has been developed for the preparation of CGA-rich phytocomplexes with high antioxidant power, starting from blueberry fruit and leaves waste. Extraction techniques have been tested in order to preserve molecule activity in addition to several purification techniques, optimizing the protocol to be functional and economical for an industrial application. According to nuclear magnetic resonance and high-performance liquid chromatography techniques, it was possible to characterize the phytocomplexes, composed by CGA, citric acid and lipids. The phytocomplexes have been tested alone and in cosmetic preparations to prove their antioxidant power and their potential use as natural origin raw materials. The results indicate that phytocomplexes obtained from blueberry fruits and leaves waste are effective both as preservants of the product and as active ingredient to protect the skin from oxidative stress. 

 

L’obiettivo del progetto è stato la messa a punto di metodi green per l’estrazione di molecole con attività a funzionalità cosmetica a partire da matrici vegetali residue della filiera agroalimentare, trasformando materiali di scarto in prodotti ad alto valore aggiunto. Il target di estrazione è stato l’acido clorogenico (CGA), un polifenolo con proprietà antiossidanti presente in diversi vegetali, tra cui la pianta di mirtillo. è stato sviluppato un protocollo per la preparazione di fitocomplessi ad alto potere antiossidante a partire da scarti di frutti e foglie di mirtillo. Sono state testate tecniche estrattive in modo da preservare l’attività della molecola d’interesse e diverse tecniche di purificazione, ottimizzando il protocollo affinché fosse funzionale ed economico per un’applicazione industriale. Grazie a tecniche di risonanza magnetica nucleare e di cromatografia liquida ad alte prestazioni, è stato possibile caratterizzare i fitocomplessi, composti da CGA, acido citrico e lipidi. I fitocomplessi sono stati testati come tali e all’interno di preparazioni cosmetiche per comprovarne il potere antiossidante e il potenziale utilizzo come materie prime di origine naturale. I risultati indicano che i fitocomplessi ottenuti sono efficaci sia come preservanti del prodotto che come ingredienti attivi per proteggere la pelle da stress ossidativo.

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Valutazione dell’attività antimicrobica di estratti derivanti da scarti della lavorazione del melograno

ARTICOLI

S. Nannini

Biologa e cosmetologa

Valutazione dell’attività antimicrobica di estratti derivanti da scarti della lavorazione del melograno

Studio di quattro varietà coltivate nella regione Marche

Evaluation of the antimicrobial activity of extracts from pomegranate processing waste
Study of four varieties cultivated in the Marche region

Nowadays, in order to create valid cosmetic formulations, two important factors cannot be avoided: the sustainability of the used raw materials and the use of raw materials of natural origin. The purpose of this study was to evaluate, using different analytical methods, the antimicrobial activity of certain extracts derived from pomegranate processing waste. The ability to break down the microbial charge of these extracts makes them great for being used as raw materials within sustainable cosmetic formulations and of natural origin, meeting the growing demands from consumers of cosmetic products. The samples analyzed from which the extracts were obtained are peel and male flower, considered waste material due to infertility and its structure that makes it prone to falling to the ground, belonging to 4 varieties of pomegranate cultivated in the Marche region in 2 different years (2019 and 2020).

 

Per delle formulazioni cosmetiche apprezzate, ad oggi, non si possono non prendere in considerazione due fattori: la sostenibilità delle materie prime impiegate e l’utilizzo di materie prime di origine naturale. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare, servendosi di diversi metodi analitici, l’attività antimicrobica di alcuni estratti derivati da scarti della lavorazione del melograno. La capacità di abbattere la carica microbica di questi estratti li rende ottimi per essere utilizzati come materie prime all’interno di formulazioni cosmetiche sostenibili e di origine naturale, andando incontro alle crescenti richieste da parte dei consumatori di prodotti cosmetici.
I campioni analizzati da cui si sono ricavati gli estratti sono buccia e fiore maschile, considerato materiale di scarto a causa dell’infertilità e della sua struttura che lo rende propenso alla caduta a terra, appartenenti a quattro varietà di melograno coltivato nella regione Marche in due annate differenti (2019 e 2020).

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Che cos’è la bellezza

EDITORIALE
COSMETIC TECHNOLOGY 5, 2023

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Che cos’è la bellezza

1848, epoca di rivoluzioni politiche e sociali, si delinea una corrente artistica dalle idee molto chiare: i pre-raffaelliti; tra i punti fermi dei pittori della confraternita, la fedeltà alla natura e quindi la cura nella riproduzione, oltre alla bellezza. Aggiungo io: muse dai meravigliosi e lunghissimi capelli (spesso ramati) per cui perdere letteralmente la testa. Monna Vanna e i suoi capelli fini quasi evanescenti e lussuosamente agghindati che fanno da contorno al volto dai lineamenti severi. La immagino non mancare mai all’appuntamento con la sua maschera volumizzante con ingredienti ben bilanciati per donare volume senza appesantire i capelli, che lascia in posa per più di qualche minuto e poi risciacqua. Se fosse nel 2023, nel frattempo potrebbe controllare gli appuntamenti su Calendar e rispondere a una email. The soul of the rose, la donna dai capelli perfetti, senza nessuno che si sia spezzato, probabilmente trattati con ottimi oli esotici, raccolti in uno chignon sulla nuca, impreziosito da delle perle è intenta ad annusare il profumo di una rosa. Sembra quasi che arrivi fino a noi, solletichi dei ricordi. Lei che delle doppie punte ne ha solo sentito parlare come di un essere mitologico. Se fosse nel 2023, sceglierebbe solo prodotti certificati green e solidi. È proprio con questi ultimi che ha approcciato alla scalp-care di cui non può più fare a meno: con resti di semi finemente triturati che asportano le cellule morte e i cattivi pensieri. Infine, Lady of Shalott seduta su una piccola imbarcazione, con i capelli mossi da una lieve brezza che spinge la barca; è uscita di casa così, con la testa persa tra le sue idee, senza avere il tempo neppure di appuntarsi un fermaglio, potrebbero meritare l’applicazione di un fluido idratante anti crespo o, a seconda della condizione dei capelli, fare trattamento con la cheratina oppure leggero taglio, in ogni caso avrebbero bisogno di maggiore cura quotidiana. Se fosse nel 2023, le suggerirei di non rinunciare a un protettore solare e di coprirsi il capo quando camminerà ore con il suo zaino in spalla.

Insomma, ognuno con la sua storia e i suoi capelli. A fronte di questa unicità, uno degli ultimi trend della cosmetica è l’inclusività del Beauty for all secondo cui i consumatori di qualsiasi età, genere, razza ecc. sono compresi e le imprese smorzano nella loro comunicazione l’uso di termini che possono ascrivere alcune condizioni (come per esempio, pelle secca, eczema, rosacea, scalpo sensibile ecc.) ad anormalità. L’osservazione però ci mette di fronte a delle differenze innate e dovute al fatto che siamo individui diversi con migliaia di anni di genetica, di socialità e di abitudini alle spalle oltre a un diverso potere d’acquisto e con questi aspetti dobbiamo fare i conti. Scelte d’uso differenti sono portate avanti da persone diverse: per uno studio1 sono state intervistate delle donne in California (età: 18-34 anni) e, dei 54 prodotti esaminati, sono state appurate differenze significative per l’uso di 28 di essi in relazione alla razza/etnia. In generale, le donne ispaniche e asiatiche fanno un uso maggiore di cosmetici mentre le donne di colore utilizzano una maggiore quantità di prodotti haircare e intimate care. Dettaglio importante per non sottostimare l’esposizione a sostanze chimiche attraverso i cosmetici e quindi il relativo body burden, nello studio dell’esposizione cumulativa. Considerazioni analoghe sono emerse anche da un altro studio2 dove gli studenti afroamericani di un college della South Carolina hanno dichiarato di usare ridotta quantità di shampoo e condizionanti ma una decisamente maggiore di body lotion (leave-on) rispetto ai colleghi caucasici.

1Dodson RE, Cardona B, Zota AR et al. Personal care product use among diverse women in California: Taking Stock Study. J Expo Sci Environ Epidemiol. 2021;31(3):487-502.

2Hart LB, Walker J, Beckingham B et al. A characterization of personal care product use among undergraduate female college students in South Carolina, USA. J Expo Sci Environ Epidemiol. 2020;30(1):97-106.

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Potenzialità cosmetiche degli scarti agroalimentari e ittici

LETTERATURA

L. Giovannelli*,
A. Picco**

*Dipartimento di Scienze del Farmaco, UPO Ricercatore e Principal Scientist di APTSol Srl

**Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università del Piemonte Orientale

Potenzialità cosmetiche degli scarti agroalimentari e ittici

Sono sempre più numerose le aziende attente alle tematiche riguardanti lo sviluppo e la produzione di cosmetici a ridotto impatto ambientale. In linea con i principi della green beauty, è vivo l’interesse verso l’impiego di matrici derivanti dall’industria agroalimentare che sono considerati rifiuti ma che possono, invece, essere valorizzati in diversi ambiti, come quello nutraceutico e cosmetico (1). Ogni anno nelle diverse fasi della filiera alimentare viene generato quasi un miliardo di tonnellate di rifiuti. Il 40% circa di questi rifiuti deriva dalla lavorazione degli alimenti e viene considerato “inevitabile”. Si tratta per lo più di residui organici rappresentati essenzialmente da scarti di origine vegetale, come le bucce o le sanse di frutta e verdura, granaglie e crusca di cereali e rifiuti di origine animale che non hanno alcun valore economico per l’azienda produttrice, essendo quindi destinati a essere trattati secondo il modello di economia lineare. Una gestione efficiente dei rifiuti alimentari e la possibilità di convertirli in sottoprodotti spesso con valore di mercato potrebbero influenzare notevolmente i “tre pilastri della sostenibilità”: sociale, economico e ambientale (2). Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, firmata nel 2015, l’SDG12 (Consumo e Produzione responsabili) e i suoi traguardi sono diventati una sfida importante considerato che i quantitativi di rifiuti alimentari industriali nel mondo continuano ad aumentare. L’obiettivo principale dell’SDG12, cioè il dimezzamento entro il 2030 degli sprechi e delle perdite alimentari a livello mondiale, contribuisce anche ad altri SDG, tra cui l’SDG13 (Agire per il Clima), SDG2 (Sconfiggere la Fame), SDG6 (Acqua pulita e Igiene) e SDG15 (La vita sulla Terra). L’applicazione del concetto di economia circolare all’industria alimentare può quindi portare a benefici dal punto di vista ambientale ed economico ma anche a livello di innovazione. La recente letteratura scientifica è infatti ricca di studi relativi all’upcycling di sottoprodotti derivanti da diversi settori dell’industria alimentare che possono appartenere sia al mondo vegetale sia a quello animale, e alla loro conversione in materie prime funzionali e tecniche adatte a essere formulate in prodotti cosmetici (3,4). […] 


L’approfondimento dedicato alla letteratura scientifica contiene, in forma speciale, due contenuti di studentesse di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale 

Valorizzazione di sottoprodotti di origine vegetale – a cura di Y. Jaouhari

Nanomateriali farmaceutici, biomedici e cosmetici – Manufacturing & Qualitya cura di G. Diana

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Nanotecnologie per la veicolazione di antiossidanti naturali

ARTICOLI

G. Monachella

Farmacista cosmetologa

Nanotecnologie per la veicolazione di antiossidanti naturali

Acido ferulico e bioattivi dello zafferano: attività, limiti e nuove strategie formulative

RIASSUNTO

Negli ultimi tempi è sempre più forte l’attenzione verso ingredienti di origine naturale volti a prevenire e contrastare l’invecchiamento cutaneo, di cui sono responsabili principalmente i radicali liberi generati da un insieme di fattori esterni a cui siamo sempre più frequentemente esposti.

Tra gli altri, l’acido ferulico e dei composti bioattivi derivati dallo zafferano svolgono un’importante azione antiossidante che può essere sfruttata in ambito cosmetico; tuttavia, presentano delle limitazioni legate alla loro struttura chimica che ne rendono difficile l’incorporazione in formulazioni destinate alla cura della pelle.

Lo scopo di questo articolo è quello di approfondire nuove tecnologie per la veicolazione di questi attivi, attraverso l’impiego di nanoparticelle lipidiche, volte a migliorare la stabilità chimico-fisica in formulazione, in modo da poter esplicare al meglio la loro attività antiossidante.

 

ABSTRACT 

Nanotechnologies for the delivery of natural antioxidants

Ferulic acid and saffron bioactives: activities, limits and new formulation strategies

In recent years, there has been a strong increase in the attention of the natural ingredient aimed at preventing and fighting skin-aging, which is mainly caused by free radicals generated by a set of external factors to which we are increasingly frequently exposed.

Ferulic acid and saffron-derived bioactives have an important role in antioxidant activity and also can be used in the cosmetic industry. However, they have limitations related to their chemical structure that make it difficult to incorporate them into topical formulations.

The purpose of this paper is to investigate more about the new technologies for the delivery of these active ingredients, by using lipid nanoparticles, aimed at improving the chemical-physical stability of the formulation, in order to better perform their antioxidant activity.

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Gira sulla linea

EDITORIALE
COSMETIC TECHNOLOGY 4, 2023

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Gira sulla linea

1547, il Riposo durante la fuga in Egitto è un esempio di circolarità eseguito dal Bassano. Una circolarità di relazioni e di sentimenti tra Maria che tiene in braccio il Bambino e che guarda Giuseppe il quale osserva il Bambino che con tenerezza gioca con il velo di Maria.

2023, si parla di economia circolare, di sostenibilità preferenzialmente in chiave ambientale e talvolta forse fermandosi all’enfasi che suscitano queste parole. I due concetti hanno significati diversi: l’economia circolare mira a ridurre al minimo risorse, rifiuti ed emissioni prodotte ma si tratta di aspetti che giovano sia alla performance finanziaria sia alla sostenibilità delle aziende. Su questo tema, se come ha detto recentemente il Dott. Sangalli* durante una conferenza, le imprese svolgono anche un ruolo sociale quindi di sostenibilità, è necessario che declinino il proprio impegno guardando al futuro per passare dall’”io al noi” ed ha aggiunto che si è tanto più sostenibili, quanto più cresce la propria efficienza. Questo mi consente di riprendere un discorso già avviato ovvero l’asimmetria informativa tra fornitore e cliente che intacca negativamente l’efficienza. Essa infatti, può incidere sulla selezione di materie prime, materiali di packaging o comunque sulle scelte strategiche con il rischio concreto che vengano escluse dalle valutazioni soluzioni più promettenti, che possono essere maggiormente costose, a favore di qualcosa di più economico ma meno rispondente ai criteri di sostenibilità attesi, proprietà che quindi sarà poi difficile dimostrare in modo lineare e secondo la normativa.

Nel mare asimmetrico, ognuno intraprende la strategia che ritiene corrispondere maggiormente a sé stesso e alla propria immagine. Alcune aziende, hanno deciso di comunicare in maniera trasparente, termine che vorrei virgolettare poiché nel porsi come “consumer-friendly” quanto sono effettivamente informativi? Quanto la presenza sul web attraverso canali (social) gratuiti e alla portata di tutti è in grado di abbattere l’asimmetria informativa tra fornitori e clienti, tra marchio e consumatore? La mia sensazione è che se da una parte diminuisce (forse apparentemente) dall’altra sia uno strumento di fidelizzazione e poco altro. Insomma, se una cosa la ripeti, la scrivi e la fai ripetere, questa diventa vera! Il mio timore è che il fronte di una nuova generazione che si racconta come votata alla salvaguardia dell’ambiente in realtà, si scontri con un modello di crescita e consumi consolidato e confortevole dove concept interessanti volti al minimalismo perdono di potenza o i cambiamenti finiscono con l’essere solo spostare i problemi, quindi, in definitiva, non si realizzi il passaggio “dall’io al noi”. Mi preoccupa che il consumatore viva una situazione alla Jeanne Hébuterne, la pittrice a cui Modigliani dedicò un ritratto dov’è slanciata, elegante, composta, misurata, coi capelli curati. Impeccabile. Ma senza gli occhi che per me si traduce nella mancanza di relazione con ciò che sta attorno, nell’espressione di un confine. Un’asticella (auto)imposta da non superare, oltre la quale non spingersi; una sorta di trincea nella quale restare nascosti senza approfondire, accontentandosi se vogliamo di pareri second-hand. Al contrario e fortunatamente, da alcune eccellenti imprese sono state messe in essere delle azioni concrete o, forse sarebbe meglio dire, delle misurazioni concrete che consentono di quantificare la propria impronta e impostare delle scelte evidence-based, volte a favorire innovazioni più ecologiche e ridurre l’asimmetria informativa B2C, a favore dello sviluppo sostenibile. Cosa che  consente all’industria di migliorare il posizionamento dei prodotti sul mercato2.


1Kanda W, Geissdoerfer M, Hjelm O. From circular business models to circular business ecosystems. Bus. Strategy Environ. 2021; 30(6):2814-2829. 

2Gava O, Bartolini F, Brunori G et al. 2018; L’analisi del ciclo di vita come strumento di supporto alle decisioni evidence-based in agricoltura. Agriregionieuropa (14):55

*Presidente dell’Unione del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano e di Confcommercio Imprese per l’Italia Lombardia

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Ti vorrei insegnare l’equilibrio

EDITORIALE
COSMETIC TECHNOLOGY 3, 2023

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Ti vorrei insegnare l’equilibrio

1912, Giacomo Balla rende asimmetrica agli occhi dell’osservatore una ripetizione di moduli di forma triangolare prismatica identici gli uni agli altri, moltiplicati a ricoprire l’intera tela. Per essere più convincente sagoma anche la cornice. L’opera pare incurvarsi mentre la si osserva. Così è la Compenetrazione iridescente n. 7: triangoli che si sviluppano da destra verso sinistra, dall’alto verso il basso. Un gioco di simmetrie geometriche si snodano come lunghe gambe di ballerine in equilibrio sulle punte. 

2023, la catena di fornitura, schematicamente rappresentabile come una retta (top down o bottom up per merci e informazioni) o una retta con alcune ramificazioni è un esempio tangibile di asimmetria. Come noto, spesso, nel rapporto tra compratore e venditore, alcune informazioni sono dominio solo di una parte mentre l’altra prende le decisioni sulla base di ciò di cui dispone. Accade nel B2B ma, forse ancora di più, nel B2C. è questo il caso delle certificazioni (e delle presunte tali) che fioriscono su confezioni ed etichette ma di cui il consumatore talvolta ne ignora il significato, i principi – se non a grandi linee o per ciò che egli immagina che questi siano – e, a mio avviso, anche i reali vantaggi che può trarre dalla sua scelta. Sulle “presunte tali” pensiamo al fiorire di affermazioni sottoforma pittogrammi paffutelli, dai colori evocativi spesso collocati sui packaging ma non ricollegabili ad altro. 

Questo, a mio parere, è un discorso trasversale che non interessa solo la cosmetica: lo percepiamo molto bene anche se parliamo di alimenti. La qualità, nella maggior parte dei casi, è riconoscibile solo dopo il consumo e, da lì, riconducibile (forse) a un’esperienza positiva. In alcuni casi, anche il consumo non consente di conoscere alcune proprietà di un bene, per esempio informazioni di processo. Si configura una condizione di asimmetria informativa perché i produttori sanno se hanno utilizzato il metodo appropriato per ottenere il livello di qualità desiderata, ma i consumatori, con certezza, conoscono solo le dichiarazioni dei produttori e, talvolta, i sospesi: frasi lasciate volutamente incomplete, slogan penetranti che ci accompagnano a concludere la frase nella direzione che vorremmo che fosse.

Un altro aspetto che può giocare un ruolo nell’asimmetria informativa è rappresentato dalle dimensioni degli interlocutori coinvolti cioè se siamo di taglia large o small e quale percentuale di business siamo gli uni per gli altri. 

Di quali soluzioni disponiamo per correggere una condizione di asimmetria latente, in particolare nel contesto B2B? (i) cercare di acquisire quante più informazioni possibili: l’ignoranza è una cattiva socia della propria impresa e l’asimmetria nella conoscenza sulle materie prime “a tutto tondo” (origine, profilo compositivo, processo ecc..), ancora più sentita nei casi di importazione può tradursi in un aumento di costi ma, al tempo stesso, potrebbe anche aumentare il livello dei dati raccolti, (ii) coordinamento verticale con firma di contratti ad hoc, (iii) la sorveglianza di parti terze quale l’adesione a degli standard.2


1Esmaeili M, Zeephongsekul P. Seller–buyer models of supply chain management with an asymmetric information structure. Int. J Prod Econ. 2010; 123 (1):146-154.

2Minarelli F, Galioto F, Raggi M. et al. Deliverable D3.2 Asymmetric information assessment on a selected value chain. Ref. Ares. 2017; 3829341 – 31/07/2017 https://ec.europa.eu/research/participants/documents/downloadPublic?documentIds=080166e5b41d3856&appId=PPGMS

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Nuovi booster SPF antiossidanti ottenuti da piante della laguna di Venezia

ARTICOLI

M. Marcuzzi,
M. Battistin,
M. Barattin et al

PhD Training Manager,
LAB-O24, Onigo di Pederobba

Nuovi booster SPF antiossidanti ottenuti da piante della laguna di Venezia

Preziosi attivi botanici km 0 contro l’invecchiamento foto-indotto

RIASSUNTO

Nel processo di invecchiamento cellulare e cutaneo è stata confermata una stretta correlazione con l’infiammazione e l’esposizione eccessiva ai raggi UV che, come è noto, provocano nel lungo periodo danni ossidativi al DNA, al sistema immunitario e cancerogenesi. In tal senso, è stato dimostrato che formulazioni cosmetiche a base di estratti botanici particolarmente ricchi di sostanze antiossidanti forniscono una protezione dai danni UV-indotti, riducendo infiammazione e stress ossidativo, e prevenendo il foto-invecchiamento. In questo lavoro sono stati indagati il potere antiossidante e l’attività di booster SPF di due estratti, idroglicerico e lipofilo, ottenuti da quattro piante che crescono nella laguna veneta. L’estratto idrofilo si è rivelato ricco di polifenoli, tra cui acido gallico, acido ferulico, catecoli e acido caffeico. Nell’estratto lipofilo, invece, sono stati identificati carotenoidi e tocoferolo. Seppur presentino differenti composizioni chimiche e caratteristiche, per entrambi gli estratti sono state evidenziate spiccate proprietà antiossidanti, con una maggiore attività del prodotto lipofilo, che si mantiene anche nell’applicazione in emulsione. Caratteristica che introduce un elemento di novità nel panorama cosmetico è l’interessante compatibilità dell’estratto lipofilo in formulazioni contenenti filtri fisici, notoriamente fotocatalizzatori e in contrasto con molecole antiossidanti e polifenoliche. Numerosi studi dimostrano, infatti, l’attività di ZnO e TiO2 nei confronti di molecole organiche una volta attivate dalla radiazione luminosa nel campo dell’UV che conducono a una degradazione anche totale delle stesse molecole nel breve tempo. Le indagini relative all’attività booster SPF hanno, invece, confermato una migliore performance dell’estratto idroglicerico, con un picco di attività nel suo impiego al 3% (+20,2% del valore di SPF). Ottimi risultati anche nel campo UVA alla stessa percentuale, determinando un aumento del +43,5%. Tali evidenze aprono la strada allo sviluppo di formulazioni cosmetiche con ampie opportunità applicative a base di ingredienti botanici a km 0 che valorizzano il nostro territorio e che, al contempo, presentano spiccate attività antiossidanti, booster SPF e fotoprottive: declinabili sia in prodotti solari a elevato SPF limitando il contenuto di filtri tradizionali, ma anche di trattamenti antiaging per uso quotidiano, altamente schermanti nell’UVA.

 

ABSTRACT 

New antioxidant SPF boosters obtained from Venice lagoon plants

Precious km 0 botanical active ingredients against photo-induced ageing

In cellular and skin aging, a close correlation with inflammation and excessive exposure to UV rays has been confirmed, which also cause long-term oxidative damage, DNA and immune system damages and carcinogenesis. In this sense it has been demonstrated that cosmetic formulations based on botanical extracts particularly rich in antioxidants provide protection from UV-induced damage, reducing inflammation and oxidative stress, and preventing photo-aging. In this work, we investigated the antioxidant power and the SPF booster activity of two extracts, hydroglyceric and lipophilic, obtained from four plants growing in the Venetian lagoon. The hydrophilic extract proved to be rich in polyphenols, including gallic acid, ferulic acid, catechols and caffeic acid. In the lipophilic extract, instead, carotenoids and tocopherol were identified. Although they have different chemical compositions and characteristics, strong antioxidant properties have been highlighted for both extracts, with a greater activity of the lipophilic product, which is also maintained in the application in emulsion. The interesting compatibility of the lipophilic extract in formulations containing physical filters introduces an element of novelty in the cosmetic panorama, since they are notoriously photocatalysts and in contrast with antioxidant and polyphenolic molecules. In fact, numerous studies demonstrate the activity of ZnO and TiO2 against organic molecules once activated by light radiation in the UV range, which lead to even total degradation of the same molecules in a short time. On the other hand, the investigations relating to the SPF booster activity confirmed a better performance of the hydroglyceric extract, with a peak of effectivness when used at 3% (+20.2% of SPF). Excellent results were also obtained in the UVA field at the same percentage, resulting in an increase of +43.5%. Such evidence paves the way for the development of cosmetic formulations with ample application opportunities based on 0 km botanical ingredients which at the same time enhance our territory and present strong antioxidant, SPF booster and photoprotective activities: declinable both in high SPF sun products limiting the content of traditional filters, but also in anti-ageing treatments for daily use, highly shielding in UVA. […] 

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Riequilibrio del microbiota grazie a un fitocomplesso biotech di Salvia officinalis L.

ARTICOLI

G. Pressi

Scientific Direction,
Aethera Biotech

Riequilibrio del microbiota grazie a un fitocomplesso biotech di Salvia officinalis L.

RIASSUNTO 

Il microbiota della superficie cutanea e del cuoio capelluto e il suo ruolo nella prevenzione dei disturbi cutanei hanno ricevuto crescente attenzione negli ultimi anni. I batteri simbionti e commensali sono considerati essenziali per mantenere l’omeostasi cutanea e per proteggere la pelle dall’attacco di agenti patogeni. Alcune condizioni del cuoio capelluto, infatti, sono associate all’alterazione della microflora: la Malassezia, talvolta, prolifera in modo eccessivo e questa iperproliferazione può causare la comparsa di forfora. In questo studio è stato dimostrato come il fitocomplesso di S. officinalis titolato e standardizzato, ottenuto con la tecnica delle colture vegetali in una piattaforma in vitro controllata e ottimizzata, è in grado di riequilibrare il microbiota del cuoio capelluto agendo con attività antimicrobiche e antiossidanti, grazie alla riduzione dei batteri Gram– quali Proteobacteria a favore dei commensali positivi (Actinobacteria e Firmicutes) e di forfora, seborrea, prurito e irritazione a essi associati. […]

ABSTRACT

Rebalancing of the microbiome thanks to a biotech phytocomplex of Salvia officinalis L.

Standardized phytocomplex with antimicrobial properties to rebalance scalp microbiome

The skin surface and scalp microbiome and its role in the prevention of skin disorders have received increasing attention in recent years. Symbiont and commensal bacteria are considered essential for maintaining skin homeostasis and for protecting the skin from pathogens attack. Some scalp conditions are in fact associated with the alteration of the microflora: Sometimes, Malassezia proliferates excessively, and this hyper-proliferation can cause the appearance of dandruff. The present study demonstrated how a new titrated and standardized Salvia officinalis phytocomplex, obtained by plant cells culture technique in a controlled platform based on in vitro under controlled conditions, is able to rebalance the microbiome of the scalp. Thanks to antimicrobial and antioxidant activities, S. officinalis phytocomplex reduces Gram negative bacteria such as Proteobacteria, and exerts positive effect on commensal Gram+ bacteria (Actinobacterium and Firmicutes) and dandruff, seborrhoea, itching and irritation.

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