Packaging cosmetico

ARTICOLI

Marina Camporese, Andrea Vittadello

Mérieux NutriSciences Italia

Packaging cosmetico

Esiste un’efficacia di sostenibilità?

Il packaging di un prodotto cosmetico è un importante strumento di comunicazione per trasmettere l’identità del brand e del prodotto stesso, un impegno verso i consumatori. Il packaging è prodotto. Un packaging sostenibile rappresenta la decisione dell’azienda cosmetica di ridurre l’impatto sull’ambiente scegliendo di disegnare il packaging attraverso il principio delle “3 R”, ossia ridurre, riutilizzare e riciclare. Ma non solo. Oltre a essere fondamentale per descrivere la filosofia del brand, il packaging cosmetico ha anche il ruolo essenziale di garantire la sicurezza del prodotto. La garanzia dell’elevata qualità del prodotto attraverso una seria valutazione della sicurezza del packaging per escludere l’eventuale rilascio di sostanze che potrebbero raggiungere il cosmetico, nonché il mantenimento delle proprietà funzionali e organolettiche, sono prioritari e devono essere considerati di massima importanza per tutta la filiera cosmetica. Nel corso dell’articolo, Marina Camporese, esperta di packaging, e Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, risponderanno a una serie di domande relative agli imballaggi cosmetici di nuova generazione, approfondendo le valutazioni di sicurezza integrate all’innovazione sostenibile.

Cosmetic Packaging
Does sustainability efficacy exist?

The packaging of a cosmetic product is an important communication tool to communicate the brand identity – but also the product itself, a commitment to consumers. Finally, packaging is a product. A sustainable packaging represents the cosmetic company decision of reducing its impact in the environment by choosing to design the packaging through the principle of the 3 R’s, so reduce, reuse and recycle. However, that is not all. Cosmetic packaging also has the essential role of guaranteeing product safety, as well as being fundamental in describing brand philosophy. Ensuring the high quality of the product through a serious assessment of the packaging safety to avoid the possible release of substances that could reach the cosmetic, as well as maintaining the functional and organoleptic properties, are priorities and must be considered of utmost importance for the entire cosmetic supply chain. Marina Camporese, packaging expert, and Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, will answer a series of questions related to cosmetic packaging next-generation, delving into safety assessments integrated with sustainable innovation.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 3/2022

 

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Acido lattobionico

ARTICOLI

Marilisa Franchini

CEO e Founder M 2.0

Acido lattobionico

Un acido adatto alle pelle sensibili, idratante e antiossidante

L’acido lattobionico (AL) è un idrossiacido (HA) dalle caratteristiche peculiari. È una sostanza con spiccate capacità idratanti (maggiori di quelle del glicerolo e di molti altri idratanti cosmetici), in grado di formare un film sulla cute che rinforza la barriera cutanea e che, secondo alcuni studi preliminari, potrebbe promuovere i processi riparativi cutanei.

Non è irritante e può essere utilizzato su pelli sensibili e anche su pelli che presentano dermatite atopica o rosacea. Per questo risulta utile anche dopo l’uso di peeling con HA o microdermoabrasioni. Ha una capacità antiossidante pari a quella della vitamina C e della vitamina E, questa sua funzione è data dal fatto che è in grado di chelare gli ioni metallici, in particolare quelli di ferro, e in questo modo inibisce la formazione della maggioranza dei radicali liberi presenti nella pelle. È un inibitore delle metalloproteinasi della matrice (MMP), enzimi che contribuiscono alla formazione dei segni del tempo. Aumenta lo spessore del derma attraverso la biosintesi di GAG (glicosaminoglicani), acido ialuronico e fibre di collagene, inoltre, modula la cheratinizzazione della pelle. Deve essere utilizzato, per essere efficace, così come gli ABA (acidi aldobionici) e PHA (poliidrossiacidi) a una percentuale minima del 5% e con un pH compreso tra 3 e 4. In un’emulsione al 6% ha dimostrato una maggiore idratazione cutanea rispetto all’acido glicolico. All’8% agisce sulle MMP e quindi sul fotoinvecchiamento cutaneo. I dati presenti in letteratura descrivono le proprietà dell’AL in concentrazioni fino al 10%. Non è fotosensibilizzate e per questo può essere utilizzato anche durante l’esposizione al sole senza una rigorosa protezione solare.

Lactobionic acid
A moisturizing and antioxidant acid suitable for sensitive skin

Lactobionic acid (LA) is a Hydroxy acid (HA) with peculiar characteristics. It is a substance with strong moisturizing capacities (stronger than those of glycerol and many other moisturizer ingredients), that readily attract and retain water, forming a gel matrix on skin that strengthens the skin’s barrier and which, according to some preliminary studies, could promote skin repair processes.

It is not irritating and can be used on sensitive skin, on skin with atopic dermatitis or rosacea. For these reasons it is also useful after the use of peeling with HA or microdermabrasion. It has an antioxidant activity equal to that of Vitamin C and Vitamin E. Thanks to the excellent properties of chelating metal ions, in particular iron ions, LA inhibits the creation of most reactive free radicals in the skin. It is an inhibitor of matrix metalloproteinases (MMPs), enzymes that contribute to the formation of the signs of aging. It increases the thickness of the dermis through the biosynthesis of GAG (glycosaminoglycans), hyaluronic acid and collagen fibers, in addition, it modulates the keratinization of the skin. For efficient operation of LA, as well as of ABA (aldobionic acids) and PHA (polyhydroxy acids), the required concentration of the acid in the cosmetic formulations is a minimum of 5% and active acidity in the pH range of 3-4. formulations. An emulsion comprising 6% LA showed higher effectiveness in moisturizing the skin than the emulsion with glycolic acid. Other researchers reported significant improvement in reducing the signs of photoaging (blocking the activity of MMPs) after application of 8% LA cream for 6 and 12 weeks. Literature data describe properties of LA formulas in concentrations up to 10%. It does not increase skin sensitivity to UV radiation and therefore can be used in the summer without maintaining rigorous sun protection. 

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 3/2022

 

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Editoriale CT 3 • 2022

Editoriale
Cosmetic technology 3, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Bella da far paura

Chi mi conosce sa che mi piace visitare castelli e dimore storiche, mostre e musei. E, inevitabilmente, sa che una delle opere milanesi che preferisco è il “Buste de femme au chapeau” (acrilici e collage su tela, 1969): lei, così mostruosamente bella (forse uno dei primi esempi di Body positive?) aspetta i visitatori alle Gallerie d’Italia, in Piazza Scala. Ho perciò pensato di invitare a chiacchierare con me il suo padre creatore: Enrico Baj.

Scalpito, non sto nella pelle, voglio sapere tutto.

Resto incantata ad ascoltarlo quando racconta che lavora con oggetti trovati come passamaneria o pezzi di legno e crea dei personaggi irriverenti e ironici che sono anche caricature del reale. 

Notiamo che anche i cosmetici sono, da un certo punto di vista, delle opere d’arte che devono essere progettati per sopravvivere agli attacchi del tempo2 e del mondo microbico.

Sono sul mercato nelle forme più diverse, tanto per dirne alcune: creme, emulsioni, lozioni, gel e oli, paste, ciprie ma la lista sembra essere costantemente in crescita; alcuni scelgono di riprodurre composizioni di pasticceria oppure impacchettarli con evidenti richiami al packaging alimentare. 

Ora, al di là degli aspetti artistici, della sorprendente somiglianza con veri alimenti e, del pensiero che si intende far fluire trasversalmente “se me lo mangio, allora me lo spalmo” non capisco perché – da consumatore – dovrei essere invogliata a usare un docchiaschiuma a forma di babà o di bombolone alla crema o uno confezionato come una bibita? Certo, immagini evocative, assimilabili per forma e profumazioni al cibo ma… un cosmetico ha veramente bisogno di questo? Io preferirei metterli altrove: per esempio sotto i denti, dentro la pancia e non sui fianchi!

In più, la norma parla chiaro già a partire dai consideranda: la presentazione di un prodotto cosmetico e, in particolare, la forma, l’odore, il colore, l’aspetto, l’imballaggio, l’etichettatura, il volume o le dimensioni dello stesso non dovrebbero mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei consumatori creando confusione con i prodotti alimentari; in linea con quanto previsto anche dall’art. 3 del Regolamento che stabilisce che sono messi a disposizione sul mercato prodotti sicuri per la salute umana – se utilizzati in condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili – tenuto conto della loro presentazione che deve essere conforme alla norma relativa a quei prodotti che, avendo un aspetto diverso da quello che sono in realtà, potrebbero compromettere la salute o la sicurezza dei consumatori3,4; il mancato rispetto può dar seguito anche a misure drastiche come il divieto di commercializzazione5. 

Tornando alla Femme, di cui ho una sua piccola riproduzione in casa e quando la guardo penso che, in qualche modo, per far parlare di sé non è sufficiente essere perfetti anzi, magari non serve nemmeno.

1www.artribune.com/report/2016/07/mostra-enrico-baj-museo-archeologico-regionale-aosta/ 
2Rigano L. (In)stabilità e cosmetici. Cosm Tech. 2021;24(3):6-7 
3Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici.
4www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/876f5cee-2559-4f60-97dd-c0b3920284d8/D9268_26062019.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ROOTWORKSPACE-876f5cee-2559-4f60-97dd-c0b3920284d8-mN1J711
5https://ec.europa.eu/safety-gate-alerts/screen/webReport/alertDetail/10005103

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Sansa di mela

VISTO IN FIERA
POSTER

Vénicia Numa,
Elisabeth Badens,
Arnaud Bellon,
Christelle Crampon

Symrise, Francia
Laboratoire M2P2,
Europôle de l’arbois,
Aix en Provence cedex

Sansa di mela

Una nuova fonte di ingredienti per l’industria cosmetica

Le industrie (soprattutto l’agricoltura e l’industria alimentare) generano molti prodotti di scarto. Nel 2017, gli scarti alimentari (44%) hanno rappresentato la maggiore fonte di rifiuti nel mondo, prima di carta (17%), plastica (12%), vetro (5%) e metallo (4%). Solo il 13,5% di questi scarti (side stream) viene valorizzato, nonostante la generale diminuzione delle risorse. Eppure, gli scarti alimentari possono essere trasformati per generare un significativo valore aggiunto, in particolare nell’industria cosmetica. Si tratta di una nuova tendenza di consumo che risulta essere interessante per fornitori e consumatori, il cui senso di responsabilità ecologica sta crescendo in molti campi.

In termini di consumi/anno, la mela è uno dei frutti più consumati al mondo, circa 70 milioni di tonnellate l’anno (2017). L’upcycling della sansa di mela può risultare interessante, in quanto consente di aiutare a ridurre l’impatto ambientale delle industrie alimentari per ottenere composti bioattivi ad alto valore aggiunto. Symrise è un’azienda attivamente coinvolta nel processo di upcycling che ha iniziato a dedicarsi ai diversi modi di valorizzazione dei side stream. Tra le varie fonti disponibili all’interno delle filiali Symrise, la sansa di mela (vale a dire il principale sottoprodotto ottenuto nel processo di produzione dei succhi di mela) rappresenta una fonte di cere e composti bioattivi come i polifenoli (florizina, floretina) e composti lipofili (acido ursolico, eritrodiolo, acido oleico e acido linolenico) che riscuotono grande interesse nel campo cosmetico per le loro proprietà antiossidanti, lenitive, antimicrobiche, emulsionanti. Una delle tecniche di estrazione utilizzate per ottenere tali molecole può essere l’estrazione con CO2 supercritica, nota per essere una tecnica eccellente nell’estrazione dei lipidi. Infatti, l’estrazione di CO2 supercritica (Sc-CO2), tra le altre possibili, è una tecnica promettente per la valorizzazione della sansa di mela che consente di ottenere interessanti rese per composti ad alto valore aggiunto derivati dalla materia di scarto.

L’idea di fondo mira a sviluppare un processo integrato per separare selettivamente i composti di interesse e modellarli. Il progetto ha lo scopo di sviluppare un processo più compatto, economico e attento all’ambiente. La valorizzazione della sansa di mela sarà usata come prodotto modello, per applicare il processo di estrazione ad altri side stream. In particolare, si è focalizzato sullo studio di diverse tecniche di estrazione per l’upcycling del side stream delle mele e sullo sviluppo di un metodo integrato di estrazione per separare selettivamente i composti.

Risultati (quali-quantitativi) delle analisi condotte con LC-MS dell’estratto di sansa di mela con Sc-CO2

Processo di valorizzazione
della sansa di mela

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Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

REGULATORY

Francesca Rapolla

Scientific Affairs Manager CTPA

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

Come i consumatori e le aziende possono prendere decisioni informate e proteggere la reputazione del settore cosmetico

L’impatto ambientale di ogni tipo di prodotto sta diventando sempre più importante per i consumatori, i quali hanno a loro volta un maggior interesse a contribuire alla salvaguardia del pianeta anche attraverso le azioni quotidiane.

I consumatori si orientano sempre di più verso prodotti caratterizzati da un minore impatto ambientale, o che sono sviluppati avendo in mente la sostenibilità; ma come fanno i consumatori a riconoscere questo tipo di prodotti? E questi prodotti sono veramente a minor impatto ambientale, o danno l’impressione di esserlo?

La comunicazione sulla sostenibilità dei prodotti cosmetici è una chiave per informare i consumatori sulle caratteristiche ambientali di un prodotto, ma anche per aiutarli a prendere una decisione informata prima di effettuare un acquisto. Per questo motivo, proliferano tante iniziative a livello europeo e internazionale per regolare la comunicazione (i claim) ambientale.

L’obiettivo di questo approfondimento è prendere in esame il mercato corrente per l’aspetto dei claim ambientali e le regole stabilite nel Regno Unito, in relazione a queste comunicazioni. In particolare, focalizzandosi sul lavoro della Competition and Markets Authority (CMA) e il Green Claims Code che spiega in dettaglio come il regolamento per la protezione dei consumatori viene applicato alla comunicazione sulla sostenibilità. Non ultimo, la Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA, associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito) ha pubblicato un documento guida sulla comunicazione ambientale ai consumatori, analizzando quali considerazioni devono essere fatte per risultare in linea con le normative che verranno prese in esame.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

La Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA) è l’associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito che si impegna nell’analisi e diffusione delle normative tecniche, supporta i suoi associati nella crescita delle imprese a livello locale e internazionale, promuove la reputazione dell’industria attraverso la pubblicazione di informazioni rivolte ai consumatori.  Nel quotidiano, CTPA collabora molto strettamente con il governo del Regno Unito per analizzare e valutare normative riguardanti i prodotti cosmetici e i suoi ingredienti.  Nell’ambito della Brexit, CTPA è stata e rimane il punto di riferimento per lo sviluppo e la crescita dell’industria cosmetica e le sue normative nel Regno Unito come Paese indipendente, ma anche nei suoi rapporti con l’industria cosmetica a livello europeo (tramite Cosmetics Europe) e internazionale.

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Tè verde

ARTICOLI

Federica Esposito

Cosmetologa

Tè verde

Da fonte botanica ad attivo antipollution

L’estratto di tè verde (GTE) è un ingrediente di derivazione vegetale utilizzato fin dall’antichità, ma che oggi rappresenta un attivo multifunzionale sia per il comprovato potere antiossidante, sia per essere un attivo antipollution che contrasta gli effetti dell’inquinamento sulla pelle. I polifenoli del tè verde mostrano potenti effetti antirughe e antiossidanti riducendo la collagenasi, l’attività delle MMP (metalloproteinasi) e l’induzione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno). GTE ha dimostrato di inibire in modo efficiente la produzione di sebo e quindi risulta essere un’ottima alternativa rispetto all’uso di attivi tradizionali in presenza di A. vulgaris. Inoltre, essendo i polifenoli sensibili alla fotodegradazione è importante in una formulazione scegliere attivi per garantire una fotostabilità ed è fondamentale anche l’utilizzo di un adeguato veicolo per ottenere una valida efficacia con i risultati desiderati sulla pelle.

Green Tea
From botanical source to active anti-pollution

Green Tea Extract (GTE) is a plant-derived ingredient used since ancient times, but nowadays it represents a multifunctional active both for its proven antioxidant power and for being an anti-pollution active that counteracts the effects of pollution on the skin. Green Tea polyphenols, in fact, show powerful anti-wrinkle and antioxidant effects by reducing collagenase, MMP (metalloproteinase) activity and (ROS Reactive Oxygen Species) induction. GTE has been shown to efficiently inhibit the production of sebum and is therefore an excellent alternative to the use of traditional actives in the presence of A. Vulgaris. In addition, since polyphenols are quite sensitive to photodegradation, it is important in a formulation to choose actives to ensure photostability, and the use of an appropriate vehicle is also essential to achieve valid efficacy with the desired results on the skin.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

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Editoriale • Cosmetic Technology 2, 2022

Editoriale
Cosmetic technology 2, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Ristorante o menù da asporto?

Questo editoriale è il frutto di una chiacchierata estemporanea avuta con la regina Maria Antonietta. Come mai proprio con lei? è presto detto: donna dalle radicate abitudini igieniche, nonostante il periodo storico, presumibilmente frutto dell’educazione austriaca. Nella sua cella sembra siano stati trovati pochi ed essenziali cosmetici ad accompagnarla nel suo ultimo periodo in vita. Maria Antonietta mi racconta che per ammorbidire le mani le trattava con cera, acqua di rose, olio di mandorle dolci. La regina elenca soddisfatta gli ingredienti che utilizzava per creare i suoi trattamenti di bellezza ed è fiera anche quando racconta dell’acqua di piccione che pare si realizzi proprio con dei piccioni preparati in umido (decisamente non vegan, penso io).
Io, dal canto mio, le spiego che adesso è tutto molto diverso e, a differenza del suo racconto trionfale di materie prime, molto spesso, si predilige narrare il prodotto con “l’elogio dell’assenza” (nel frattempo siamo online – cosa che, devo ammettere, la sorprende un po’, ho notato – e passiamo in rassegna una moltitudine di prodotti, siti web, etichette, claim).
Chiacchierando, non possiamo che toccare l’argomento sicurezza, le spiego che cos’è una valutazione, il ruolo dell’SCCS e della letteratura scientifica su cui devono basarsi le scelte sia per aggiungere sia per levare da una formula. Le spiego che “il passaparola” che un tempo forse avveniva tra i corridoi a palazzo ora è diventato molto potente perché si avvantaggia della cassa di risonanza dei social (come spiegarle il concetto… diciamo come un ricevimento a Versailles ma con molti più partecipanti) e spesso la scientificità passa in secondo piano perché eccessivamente semplificata perde qualcosa e in più, se l’ informazione in ingresso non era nemmeno un granché, si salvi chi può!
Tornando a monte, e pensando all’impacco per le mani, certamente un formulatore oggi può destreggiarsi nella selezione di interessanti alternative agli ingredienti più usuali conferendo connotazioni specifiche al prodotto risultante. Tuttavia, colui che si orienta a qualcosa di più comune non è detto che realizzi un prodotto meno efficace o, peggio, meno sicuro. Tra i gironi danteschi della comunicazione sono finiti per esempio “Paraffin Waxes and Hydrocarbon Waxes”, solo per citare qualche membro dalla famiglia Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Cera Microcristallina ecc però dalle letteratura sembrano essere degli ingredienti che sanno fare il loro lavoro di idratanti ed emollienti e, dall’osservazione della penetrazione attraverso la pelle in studi in vivo e in vitro alcuni autori sono giunti alla conclusione che l’assorbimento cutaneo è decisamente scarso, pertanto è molto improbabile che questi ingredienti rappresentino un rischio per la salute umana in seguito a esposizione cronica2.
Inoltre, non provocano tossicità per via cutanea, reprotossicità e non ci sono evidenze di cancerogenicità o di genotossicità; possono essere impiegati anche nei prodotti per le labbra in ogni caso con il vincolo di rispettare l’elevatissimo grado di purezza farmaceutico3.
Poi è chiaro… si può decidere se impiegarli oppure no, come si può decidere se consumare il proprio pranzo in un sontuoso ristorante, in una rinomata osteria o ordinando da asporto, senza per questo mettere a rischio la propria salute.

 

1www.storicang.it/a/moda-a-versailles-nel-xviii-secolo_14950
2www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378427417311542
3onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/jdv.15946

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I rossi dalla natura

di Diana Dashi


I prodotti cosmetici naturali sono sempre più utilizzati da un numero crescente di consumatori. Questa tendenza sta diventando sempre più popolare non solo per quanto riguarda i prodotti per la cura della pelle, ma ultimamente ha anche coinvolto il mercato delle colorazioni per capelli. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare le proprietà coloranti degli estratti derivati dalle piante come il Krameria triandra Ruiz et Pavon, Hibiscus sabdariffa L. e Papaver rhoeas L. modificando le condizioni del processo di tintura. Gli estratti in polvere sono stati diluiti in acqua in diverse proporzioni e sono stati testati in ambiente acido. Inoltre, le piante sono state testate in sinergia tra loro.

The reds from nature
A synergy between dyes present in the plants
Natural beauty products continue to be popular among a growing number of consumers. This trend is becoming more and more popular not only for skincare products, but lately has also involved the hair color market. The aim of this work is to study the dyeing properties of extracts derived from plants such as Krameria triandra Ruiz et Pavon., Hibiscus sabdariffa L. and Papaver rhoeas L. by modifying the conditions of the dyeing process. The powdered extracts have been diluted in water in different proportions and tested by an acidic pH. Furthermore, the plants were tested in synergy with each other.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Dermatite seborroica del cuoio capelluto

di Elisabetta Fulgione, Giulia Penazzi, Barbara Catozzi


In questo articolo le autrici propongono un approccio multifattoriale al trattamento della dermatite seborroica. Viene infatti valutata la dermatite seborroica dal punto di vista dermatologico, degli ingredienti cosmetologici e del loro profilo tossicologico.
La dermatite seborroica è caratterizzata da un’infiammazione cutanea cronica che talvolta può presentare alcuni sintomi molto fastidiosi: prurito, forfora e seborrea.
La tecnologia e la ricerca si sono molto evolute negli ultimi anni e hanno portato allo sviluppo di una caratterizzazione sempre più puntuale di questa patologia, ma anche allo sviluppo di attivi e forme cosmetiche sempre più mirate. Allo stesso modo la ricerca in ambito tossicologico è in continua evoluzione e porta a revisioni delle opinioni delle commissioni di esperti che si riflettono sulle possibilità formulative, l’ultima recentissima riguardante ad esempio lo zinco piritione.
Un percorso attraverso le possibilità di intervento in relazione alle conoscenze attuali, sulla dermatite seborroica.

Seborrheic dermatitis of the scalp
A modern multifactorial approach
In this article the authors propose an approach to the treatment of multifactorial seborrheic dermatitis. In fact, seborrheic dermatitis is evaluated from a dermatological point of view, by the cosmetological ingredients and their toxicological profile.
Seborrheic dermatitis is characterized by chronic skin inflammation that can sometimes present some very annoying symptoms: itching, dandruff and seborrhea.
Technology and research have evolved a lot in recent years and have led to the development of an increasingly precise characterization of this pathology, but also to the development of increasingly targeted active and cosmetic forms. In the same way, research in the toxicological field is constantly evolving and leads to revisions of the opinions of the expert commissions that reflect on the formulation possibilities, the most recent concerning for example zinc pyrithione.
A path through the possibilities of intervention, in relation to current knowledge, regarding seborrheic dermatitis.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Tendenze e opinione pubblica: l’odissea delle aziende

di Caterina Como
Scientific & Regulatory Affairs Director, Res Pharma Innovative Ingredients
c.como@respharmaind.com


In tutti i settori – e in maniera preponderante nel cosmetico e nell’alimentare – fioriscono sempre nuovi trend che in molti casi danno origine a nuove certificazioni a cui le aziende possono volontariamente decidere di aderire e conformarsi.
L’obiettivo che si pone questo testo è analizzare in maniera critica la complessità operativa quotidiana in cui si trova immersa un’azienda operante lungo la filiera cosmetica al fine di: (1) disporre e mantenere la conformità alle richieste regolatorie; (2) assecondare le richieste del mercato senza farsi carico, al contempo, di un eccessivo aggravio di costi e di complessità gestionale.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022