Editoriale CT1 • 2022

Mai più “senza”

Complici le quarantene e il periodo natalizio, oltre a pareri che mi sono stati chiesti da alcuni conoscenti sulle applicazioni che offrono consigli sugli acquisti (parafrasando Mike Bongiorno), mi sono messa a studiacchiarne alcune per capire l’esito della valutazione e, non lo nego, anche per conoscere quella specifica realizzata sui prodotti che ho in casa. Non ho resistito.
Ad accompagnarmi in questo percorso ho avuto virtualmente al mio fianco Sissi, che ho il piacere di ospitare in questo editoriale. Come noto, l’Imperatrice d’Austria è stata particolarmente dedita alla cura della sua chilometrica chioma, ed è arrivato agli onori della cronaca il suo impacco lavante a base di tuorli d’uovo e cognac. Perciò, penso che avrebbe potuto gradire il fatto di poter lavorare con noi al numero dell’hair care.
Ci siamo focalizzate sui prodotti per la cura dei capelli e abbiamo “messo il naso” nelle liste ingredienti dei primi classificati tra i condizionanti. Quello che ci ha sorpreso (o forse che non avrebbe dovuto, chissà?!) è che in vetta alle classifiche si collocano generalmente prodotti del “senza” (che, come spiegavo a Sissi, prevedono una selezione di ingredienti molto rigida e che bandiscono l’uso di alcuni di essi ritenuti quantomeno ambigui per i possibili effetti sulla salute, ma che devono rispondere agli obblighi imposti dal Regolamento sui prodotti cosmetici, così come gli altri della cosmetica “classica”) in alcuni casi equipaggiati con claim pro-ambiente.
Abbiamo riscontrato nel funzionamento delle diverse App un denominatore comune: il sistema del codice colore semaforico che aiuta a individuare prodotti con il lasciapassare rispetto a quelli con un ipotetico segnale di alt!
Trainate dall’entusiasmo, abbiamo notato che alcuni ingredienti che hanno ricevuto il semaforo verde in realtà hanno una scarsa disponibilità di informazioni, in particolare sull’ambiente. Non ci siamo fatte scoraggiare: siamo entrate nel dettaglio delle proprietà di questi ingredienti ma ci siamo trovate di fronte al nulla eco-tossicologico, nonostante le ricerche in banche dati di interesse scientifico. Infine, ho condotto Sissi nell’applicazione di modelli in silico disponibili gratuitamente, ma questi specifici ingredienti, nella maggior parte dei casi, non fanno parte del campo di applicazione dei modelli impiegati.
Ciò che ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca è stato il fatto che probabilmente dei consumatori attenti che vogliono districarsi nel mare di referenze a scaffale reale o virtuale trovano punteggi o semafori rossi che sembrerebbero tenere conto del pericolo e non del rischio (quasi a vanificare il lavoro della valutazione); e che un ingrediente di una formula con un ridotto bagaglio di dati, sul quale, cioè, c’è una non conoscenza, sia tutto sommato meglio accettato di un ingrediente più studiato. Per contro, restando nell’ambito della pericolosità, l’assenza di informazioni sulle proprietà di una sostanza non può equivalere all’assenza di proprietà pericolose2. Come a dire “2 pesi e 2 misure”, nonostante l’immagine di attenzione all’ambiente che alcuni marchi intendono veicolare (un tema ad oggi cruciale sia in termini di contenuto che di contenitore) con l’impiego di materiali riciclati o riciclabili e oggetto di incalzante comunicazione, che però resta da disambiguare.

Anna Caldiroli, in collaborazione con
Elisabetta Amalia Eugenia
di Wittelsbach in Baviera nota come Sissi (o Sisi)1

 

1L’imperatrice Elisabetta d’Austria in abito da ballo (ritratto di Franz Winterhalter, Hofburg di Vienna) con acconciatura imperiale. (Da: www.storicang.it/a/sissi-limperatrice-anticonformista_14616
2ECHA (2012) Guida all’allegato V Esenzioni dall’obbligo di registrazione.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Cosmetic Technology 1-2022

Cosmetic Technology 1-2022

25 anni
di informazione scientifica

Focus: HAIR CARE & Salon beauty

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vision of visual

Grazie alla collaborazione con Barbara Panzeri, digital graphic artist per RONFstyle.com, la quale ci proporrà delle riflessioni completamente visual per creare packaging e una comunicazione coerente con il brand, in modo da veicolare “buoni” messaggi al consumatore.

articoli

di Elisabetta Fulgione, Giulia Penazzi, Barbara Catozzi
In questo articolo le autrici propongono un approccio multifattoriale al trattamento della dermatite seborroica. Viene infatti valutata la dermatite seborroica dal punto di vista dermatologico, degli ingredienti cosmetologici e del loro profilo tossicologico.
La dermatite seborroica è caratterizzata da un’infiammazione cutanea cronica che talvolta può presentare alcuni sintomi molto fastidiosi: prurito, forfora e seborrea.
La tecnologia e la ricerca si sono molto evolute negli ultimi anni e hanno portato allo sviluppo di una caratterizzazione sempre più puntuale di questa patologia, ma anche allo sviluppo di attivi e forme cosmetiche sempre più mirate. Allo stesso modo la ricerca in ambito tossicologico è in continua evoluzione e porta a revisioni delle opinioni delle commissioni di esperti che si riflettono sulle possibilità formulative, l’ultima recentissima riguardante ad esempio lo zinco piritione.
Un percorso attraverso le possibilità di intervento in relazione alle conoscenze attuali, sulla dermatite seborroica.

Seborrheic dermatitis of the scalp
A modern multifactorial approach
In this article the authors propose an approach to the treatment of multifactorial seborrheic dermatitis. In fact, seborrheic dermatitis is evaluated from a dermatological point of view, by the cosmetological ingredients and their toxicological profile.
Seborrheic dermatitis is characterized by chronic skin inflammation that can sometimes present some very annoying symptoms: itching, dandruff and seborrhea.
Technology and research have evolved a lot in recent years and have led to the development of an increasingly precise characterization of this pathology, but also to the development of increasingly targeted active and cosmetic forms. In the same way, research in the toxicological field is constantly evolving and leads to revisions of the opinions of the expert commissions that reflect on the formulation possibilities, the most recent concerning for example zinc pyrithione.
A path through the possibilities of intervention, in relation to current knowledge, regarding seborrheic dermatitis.

di Diana Dashi
I prodotti cosmetici naturali sono sempre più utilizzati da un numero crescente di consumatori. Questa tendenza sta diventando sempre più popolare non solo per quanto riguarda i prodotti per la cura della pelle, ma ultimamente ha anche coinvolto il mercato delle colorazioni per capelli. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare le proprietà coloranti degli estratti derivati dalle piante come il Krameria triandra Ruiz et Pavon, Hibiscus sabdariffa L. e Papaver rhoeas L. modificando le condizioni del processo di tintura. Gli estratti in polvere sono stati diluiti in acqua in diverse proporzioni e sono stati testati in ambiente acido. Inoltre, le piante sono state testate in sinergia tra loro.

The reds from nature
A synergy between dyes present in the plants
Natural beauty products continue to be popular among a growing number of consumers. This trend is becoming more and more popular not only for skincare products, but lately has also involved the hair color market. The aim of this work is to study the dyeing properties of extracts derived from plants such as Krameria triandra Ruiz et Pavon., Hibiscus sabdariffa L. and Papaver rhoeas L. by modifying the conditions of the dyeing process. The powdered extracts have been diluted in water in different proportions and tested by an acidic pH. Furthermore, the plants were tested in synergy with each other.

aggiornamenti
Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Il contesto regolatorio dei metodi in silico nel settore cosmetico • Marta Lettieri e Lorenza Broccardo

Into The Lab

Capelli effetto seta, di nome e di fatto • Camilla Crescentini

Perchè ci piace

Hair styling mist • Laboratorio Cosmopolita

Eccellenze Italiane

Cynara Scolymus Leaf Extract • Elena Ghedini, Federica Menegazzi, Lilia Longo e Michela Signoretti

Letteratura

Lorella Giovannelli e Alice Picco

Approfondimenti Cosmetici

I conservanti utilizzati in cosmesi possono alterare il microbiota cutaneo? • Chin Yi Loh e Chiara Ceresa

Tendenze e opinione pubblica: l’odissea delle aziende • Caterina Como

Vision of Visual

Coerenza grafica nella comunicazione dei valori del brand • Barbara Panzeri

aziende

Il Covid ci ha dato alla testa, letteralmente. Nel periodo dell’ormai lontano lockdown, di pari passo alla cura della pelle, ci si è infatti dedicati sempre più ai capelli…

E INOLTRE…

Res Pharma
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BUONA LETTURA!

Si può fare!*

*Libera interpretazione tratta da Frankenstein Junior (1974)

di Anna Caldiroli Direttore Scientifico, ac@ceceditore.com

Eleonora Tuzi Farmacista e blogger nel suo canale Divulgazione Cosmetica, info@divulgazionecosmetica.it


Oggi ho il piacere di realizzare qualcosa che desideravo da tempo: scrivere un editoriale a 4 mani.

Sono contenta di ospitare Eleonora Tuzi, farmacista e blogger.

Le ho proposto di aprire con me questo numero della rivista sul finire di agosto perché abbiamo vissuto in parallelo due esperienze che hanno dei tratti in comune: l’attività fisica, la fatica, la riflessione, il desiderio di dimostrare (e forse, dimostrarsi) di farcela. Poi a ognuno il suo: lei a piedi, io su due ruote; lei tra Emilia-Romagna e Toscana, io in Friuli-Venezia Giulia. Lei un’impresa decisamente più eroica della mia, lo posso confermare.

Anna: “Sopraffatta dalla fatica, in certi momenti vorrei mollare, come davanti al vento contro, come quando mi sento più pesante del giorno prima, come quando mi viene da piangere e allora se non vede nessuno un piantino si può anche fare…ma la fatica a un certo punto diventa il motore: sguardo alto verso l’orizzonte, il cielo blu, la laguna meravigliosa, la mente si libera. A chi mi chiede: “Perché una vacanza così?” Io rispondo che niente come tutto questo mi aiuta a pensare e a dimostrarmi che con l’impegno ce la posso fare”.

Eleonora: “Se mi avessero detto che in quest’anno avrei dovuto destrutturare e ristrutturare completamente il lavoro svolto fino ad ora, a causa di modifiche profonde del quotidiano imposte dal sociale, magari mi sarei allenata prima. Ma non sempre allenarsi è possibile. Non tanto per una questione di tempo e di organizzazione, ma semplicemente perché talvolta non sappiamo a quale “sfida” stiamo andando incontro, per cui impostare l’allenamento opportuno può risultare impossibile. Nell’ultimo anno una sfida ignota l’abbiamo affrontata tutti. E ne stiamo (forse?!) uscendo. Chi arricchito, chi demotivato, chi affranto, chi speranzoso e con nuovi progetti in tasca. C’è chi ha riscoperto il valore del quotidiano e del tempo sospeso in cui coltivare le proprie passioni, e chi con il proprio passato ha realizzato un taglio netto per ricominciare da zero. Chi per forze di causa maggiore si è dovuto rimettere in gioco, chi ha messo la propria carriera in valigia per iniziare altrove, chi semplicemente attende, fermo e immobile, poiché non sa ancora dove andare. Tutto questo ognuno di noi lo ha affrontato con le proprie gambe, camminando con i propri piedini, passo dopo passo. Non sapevamo che avremmo dovuto affrontare un allenamento di questo tipo, così intenso e complesso. Eppure ora, se ci voltiamo indietro, ci vediamo in piedi. Non è importante sapere se l’abbiamo vinta, la sfida,… semplicemente sentiamoci fieri di noi stessi per averla quantomeno superata”.

In una lettera degli anni ’50 Christo (al secolo Vladimirov Javacheff) scrisse che la bellezza, la scienza e l’arte trionfano sempre. Forse molti di noi lo ricorderanno per aver creato nel 2016 The Floating Piers, una lunga passerella dorata per camminare sulle acque del lago d’Iseo. Christo non solo ha sognato ciò che sembrava impossibile, ma lo ha anche realizzato. Le sue opere d’arte hanno riunito le persone in esperienze condivise e questo lavoro vive nei nostri ricordi.
Si conclude così un anno carico di cambiamenti e innovazione e, come mi piace ricordare, “quello che non c’è non c’è solo per il momento: lo si può inventare”.
Un augurio per un anno pieno di energia.


Pubblicato su Cosmetic Technology 6, 2021

La proprietà intellettuale e industriale nel mondo dei cosmetici

di Edoardo Fano: Consulente in Proprietà Intellettuale e Industriale, edoardofano@hotmail.com


Il mercato dei cosmetici riveste un’importanza crescente, grazie soprattutto alla diffusione esponenziale del canale di vendita online dell’e-commerce, non solo nel suo ambito di mercato specifico, ma anche attraverso strategie di brand extension da settori il cui core business è completamente distinto: è infatti opinione diffusa che molte aziende di moda, soprattutto nel settore lusso, non potrebbero sopravvivere senza l’estensione del loro marchio ai cosmetici, in particolare ai profumi, di modo che, nonostante sembri paradossale, il loro principale introito economico non dipende dal core business, la moda, ma da una strategia di brand extension.
Se pochi consumatori possono permettersi un abito di Chanel, molti di più riescono a comprare il profumo Chanel N°5, grazie al quale, quindi, un marchio esclusivo come Chanel può essere alla portata di un vasto pubblico, fino a far definire il profumo “il lusso dei poveri”. Come conseguenza di questo ormai riconosciuto potere attrattivo di cui godono i profumi, anche aziende in settori diversi da quello della moda si sono lanciate in strategie di brand extension che riguardano tale prodotto, come ad esempio Harley Davidson e Zippo.

Pubblicato su Cosmetic Technology 6, 2021

Filtri UV

di Luigi Miori, Luca Pizzato, Debora Pepe, Laura Pelosi: Areaderma S.r.l. • mioriluigi@areaderma.it 

II parte


La seguente ricerca prevede l’applicazione di un metodo HPLC per l’analisi quali-quantitativa dei filtri UV nelle preparazioni cosmetiche. Tale metodo è stato precedentemente validato presso il laboratorio di Controllo Qualità di Areaderma s.r.l. e prevede l’utilizzo di una fase mobile costituita da una fase A composta da una soluzione acquosa di acido acetico a pH 3 e una fase B composta da una soluzione costituita da etanolo e acetonitrile (60:40,v/v). Lo strumento utilizzato è un HPLC Agilent Technologies 1220 Infinity LC con colonna Zorbax Eclipse XDB-C18 5 μm 4,6×250 mm.
I filtri solari oggetto di questo studio sono attualmente i più utilizzati all’interno delle formulazioni cosmetiche, ovvero: Diethylamino hydroxybenzoyl hexyl benzoate o DHHB, Octocrylene od OCR, Octyl methoxycinnamate o EHMC, Ethylhexyl salicylate o EHS, Homosalate o HMS e Butyl methoxydibenzoylmethane o BMBM.
I campioni di cosmetici selezionati sono stati analizzati al tempo zero per poi subire invecchiamento termico accelerato a 25,5 e 55°C per 90 giorni e shock termico per 15 giorni. Ciò ha permesso di conoscere la variazione delle concentrazioni dei filtri solari contenuti all’interno di un cosmetico se sottoposto a stress termico.
Successivamente le stesse formulazioni sono state analizzate a più di un anno dalla loro produzione, permettendo di ottenere maggiori informazioni sulla stabilità dei filtri UV nel tempo.
Tramite questi dati è stato possibile ottenere l’SPF sia post test di stabilità che a un anno di distanza e di verificare il PAO indicato in etichetta.

Pubblicato su Cosmetic Technology 6, 2021

 

Successful ageing: un cambiamento di prospettiva nell’industria cosmetica

di Anna Marras: Psicologa, Dottore di Ricerca in Neuroscienze Università degli Studi di Firenzeanna.marras.psicologa@gmail.com


L’industria della cosmesi sta attraversando, nell’ultima decade, un cambiamento di prospettiva nell’ambito del mercato dell’anti-ageing, per incorporare una nuova visione della bellezza rivolta a tutte le fasce di età.
Questo è il tentativo di riconciliare due termini che per anni sono stati visti come opposti (“età” e “bellezza”) e di aspirare a canoni sempre più inclusivi. Dal punto di vista psicologico, questo concetto va di pari passo con la teoria del successful ageing (o invecchiamento di successo), ovvero un modello di selezione, ottimizzazione e compensazione delle proprie risorse. Dalle teorie evoluzionistiche della senescenza alle più recenti prospettive biomediche e psicologiche, i processi di invecchiamento sono discussi in riferimento ai claim cosmetici e alle nuove sfide del mercato.

Pubblicato su Cosmetic Technology 6, 2021

Neurocosmesi: quando il benessere parte dal tocco

di Michela Barattin
Responsabile Formazione e Marketing ALCHèMIA fitobottega • barattin@alchemiafitobottega.it


Attraverso una stimolazione che coinvolge l’intera sfera sensoriale, il neurocosmetico si configura come strumento alternativo e complementare nel concorrere al benessere dell’individuo, in una visione olistica di cui il binomio bellezza-salute rappresenta il minimo comun denominatore, con evidenti richiami alla Medicina Tradizionale Cinese (MTC).
La sinergica unione di ingredienti funzionali in grado di indurre il rilascio di neuromediatori coinvolti in emozioni positive, texture gradevoli e inebrianti, profumazioni evocative e pigmenti perlescenti sono il poker vincente per la formulazione del neurocosmetico, insieme a un packaging attraente e ad un marketing chiaro, corretto e invogliante. L’intento è quello di risvegliare i sensi e influenzare la condizione della pelle e la sua funzione protettiva attraverso il sistema nervoso, stuzzicando fisicamente, chimicamente ed emotivamente la complessa rete nervosa che mette in comunicazione la cute con il cervello in modo bi-direzionale.
Tra gli attivi, ricoprono un ruolo centrale i peptidi bioattivi, che mimano l’azione biologica di peptidi fisiologici di cui esplicano le rispettive funzionalità, e gli ingredienti in grado di contrastare la risposta indotta dallo stress cutaneo, spesso correlato anche all’insorgenza di problematiche come acne, dermatite e psoriasi. Interessante risulta essere l’inclusione di ingredienti “edibili” che risvegliano anche il gusto attraverso la stimolazione indiretta delle papille gustative, oltre a rappresentare una risorsa sostenibile laddove provengano da scarti della filiera agro-alimentare (upcycling). Completano la palette di ingredienti raffinate fragranze frutto di un sapiente bilanciamento di note olfattive e oli essenziali, che stimolano il sistema limbico e attivano il potere evocativo dell’olfatto. Insieme alla profumazione, la texture è di certo determinante per rendere il prodotto piacevole, attraente e di successo, per un benessere che parte proprio dal tocco.

Neurocosmetics: wellbeing starting from touch
From multi-sensoriality to biochemical dance between skin and brain

Through a stimulation involving the entire sensory sphere, neurocosmetics are configured as an alternative and complementary tool in contributing to individual wellbeing, in a holistic vision of which the combination of beauty and health represents the lowest common denominator, with evident references to Traditional Chinese Medicine.
The synergic combination of functional ingredients capable of inducing the release of neuromediators involved in positive emotions, pleasant and intoxicating textures, evocative fragrances, pearlescent pigments is the winning combination for the formulation of neurocosmetics, together with attractive packaging and enticing marketing. They are aimed to awake senses and to physically, chemically and emotionally influence skin condition, as well as its protective function through nervous system, teasing the complex nervous network that connects skin with brain in a bi-directional way.
Among active ingredients, bioactive peptides play a central role, mimicking the biological function of physiological peptides, and ingredients capable of counteracting the response induced by skin stress, often also related to skin problems such as acne, dermatitis, psoriasis. The inclusion of “edible” ingredients is also interesting thanks to the awakening taste through indirect stimulation of the taste buds, as well as representing a sustainable resource where they come from agri-food chain waste (upcycling). The pool of ingredients is completed by refined fragrances resulting from a skilful balance of olfactory notes and essential oils, which stimulate the limbic system and activate the evocative power of smell. Together with fragrance, texture is certainly decisive for making the product pleasant, attractive and successful. For a wellbeing starting from touch.

Pubblicato su Cosmetic Technology 5, 2021

Alternative al silicone nelle formulazioni dei prodotti solari

di Martina Issleib, Lars Jung
Symrise AG, Holzminden, Germania • martina.issleib@symrise.com


Le nuove aspettative dei consumatori e il cambio di mentalità dei produttori di cosmetici, relativamente alla sostenibilità dei prodotti di bellezza, riguardano anche i prodotti solari.
Sebbene i filtri UV organici necessari per offrire un fattore di protezione solare sufficiente sono e rimarranno principalmente basati su materie prime di sintesi, i restanti componenti delle formulazioni devono essere accuratamente selezionati per ottenere la massima sostenibilità possibile di queste composizioni. Il presente articolo espone alcune possibilità per sostituire i tradizionali derivati siliconici con combinazioni “smart” di ingredienti a base naturale, senza compromettere il profilo sensoriale o le performance dei prodotti solari.

Silicone alternatives in Sun Care Formulations
For a higher degree of sustainability

Consumer expectation and a changing mindset of cosmetic manufacturers towards sustainable beauty products also pertains to sun protection products. Although, the needed chemical UV filters for a sufficient sun protection factor are and will stay mainly based on synthetic raw materials, the remaining parts of the formulations should be carefully selected to obtain the highest possible degree of sustainability in the formulations. This article shows opportunities to exchange typical silicone derivatives by smart combinations of natural based ingredients without compromising the sensorial profile or performance of the sunscreen products.

Pubblicato su Cosmetic Technology 5, 2021

I nuovi claim per i prodotti solari

di Viviana Brancato, Annamaria Ratti, Alice Guidubaldi
Bregaglio, Biassono (MB) • viviana.brancato@bregaglio.eu


Nel 2020 la vendita dei prodotti solari ha subito un rallentamento causato dalla pandemia, che ha determinato la limitazione degli spostamenti, che si è tradotto in un minor tempo trascorso all’aperto e al sole, probabilmente perché l’uso della mascherina ha fatto percepire come non necessario l’utilizzo di una protezione solare. Nello stesso periodo si è registrato da parte di molti brand un incremento nell’utilizzo di claim relativi alla protezione SPF/UVApf in prodotti skin care e makeup, soprattutto associato a un’azione antinvecchiamento e anti rughe. C’è stato un incremento nella ricerca di prodotti multifunzionali.
Considerando le premesse, lo scopo di questo lavoro è stata la valutazione dell’idratazione e dell’effetto bianco sulla pelle di emulsioni solari O/A e A/O con filtri inorganici e organici, e di emulsioni solari O/A e A/O con filtri inorganici naturali ad alta protezione, ad ampio spettro di protezione e fotostabili.

New claims for sun products
How to formulate product photostable and moisturizing with High SPF

In 2020 the sale of solar products has suffered a slowdown caused by the pandemic, both for the less time spent outdoors and in the sun, and because the use of the mask was not considered necessary the use of sun protection.
In the same period there was an increase in the use by many brands of the claim “SPF/UVApf protection” in skin care and makeup products, especially associated with an anti-ageing and anti-wrinkle action. We are increasingly looking for multifunctional products.
Considering all the premises, the purpose of this work has been the evaluation of the hydration and the white effect on the skin of High SPF solar emulsions O/A and A/O with inorganic and organic filters and solar emulsions O/A and A/O with natural inorganic filters high wide protection spectrum protection and photostable.

Pubblicato su Cosmetic Technology 5, 2021

L’alternativa: un’ottima scelta

Cara Piera, l’antidiva del teatro italiano, come hanno scritto di te.
Ti ricordo spigolosa, sagace, ironica, moderna, energica e passionale, come la tua Molly cara.
Dedicata a Piera Degli Esposti che da agosto di quest’anno non è più tra noi.

“My lady D’Arbanville, (…) your heart seems so silent.
Why do you breathe so low, why do you breathe so low?”.

Lady d’Arbanville, Cat Stevens

Durante il mese di ottobre ECHA ha pubblicato delle indicazioni utili1 per i registranti su come combinare in maniera affidabile dati alternativi, quindi non originati da test su animali (quali predizioni in silico, dati in vitro, ecc…), provenienti da diverse fonti, nell’ambito della valutazione degli effetti di sensibilizzazione cutanea delle sostanze chimiche. Questo consente di ridurre la necessità di eseguire test in vivo, ma, al tempo stesso, di proteggere le persone dalle allergie. Le indicazioni fornite sono in linea con quanto previsto dalla Guidance OECD2.
Si tratta indiscutibilmente di un grande passo avanti e coerente con le finalità stabilite dal Regolamento REACH che prevedono, tra le altre, di (i) assicurare un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, e di (ii) includere la promozione di metodi alternativi per la valutazione dei pericoli che le sostanze comportano.
Consideriamo, infatti, che anche se una sostanza chimica è impiegata solo in prodotti cosmetici ma esiste la possibilità di esposizione potenziale da parte dei lavoratori durante i processi produttivi, i requisiti previsti dal REACH in materia di approfondimento e raccolta o generazione di informazioni circa gli effetti che è in grado di provocare si applicano; questo significa che la sostanza, nell’ambito di questa normativa, potrebbe dover essere testata su animali anche se, come noto, le disposizioni del Regolamento incoraggiano l’uso di adattamenti (colonna 2 degli allegati da VII a X e allegato XI) e il test sugli animali dovrebbe essere considerato solo come l’ultima chance. Ciò non è contrario al blocco dell’immissione sul mercato di prodotti i cui ingredienti o i prodotti stessi e le formulazioni finali siano stati testati sugli animali, in quanto si tratta di una richiesta regolatoria imposta da un’altra norma.
In questo contesto, per lavoratori si intende coloro che sono coinvolti nella produzione e nella manipolazione di sostanze chimiche presso siti industriali e non chi utilizza un cosmetico nell’ambito della propria attività professionale (ad esempio parrucchieri, estetiste, ecc.).
In ultimo, non dobbiamo trascurare il fatto che per un prodotto cosmetico la valutazione imposta dal Regolamento “di prodotto” si focalizza sugli effetti della salute umana, mentre è lasciata nelle “mani” delle normative che disciplinano le sostanze chimiche (quali REACH e CLP) l’approfondimento degli effetti dei costituenti sull’ambiente, aspetto che sta acquistando sempre maggior rilievo anche nelle scelte dei consumatori. Anche a questo proposito, infatti, ai registranti è consentito di ricorrere ai test in vivo, come ultima risorsa, nell’ambito della valutazione degli effetti sull’ambiente3.

1echa.europa.eu/documents/10162/1128894/oecd_test_guidelines_skin_sensitisation_en.pdf/40baa98d-fc4b-4bae-a26a-49f2b0d0cf63?t=1633687729588
2Guideline No. 497: Defined Approaches on Skin Sensitisation (2021)
3echa.europa.eu/-/clarity-on-interface-between-reach-and-the-cosmetics-regulation

Pubblicato su Cosmetic Technology 5, 2021