di Anna Marras
Psicologa, Dottore di Ricerca in Neuroscienze, Università degli Studi di Firenze
anna.marras.psicologa@gmail.com
Il termine colloquiale “tanoressia” è utilizzato per riferirsi alla dipendenza da abbronzatura, ovvero quel fenomeno di compulsione rispetto all’abbronzarsi, associato a un intenso desiderio di apparire abbronzati e alla difficoltà di interrompere tale comportamento. Nonostante i rischi dell’esposizione ai raggi UV (soprattutto artificiali) siano stati ampiamente documentati negli ultimi vent’anni, la prevalenza di questo fenomeno è altamente significativa, tanto da accomunarlo a una dipendenza comportamentale. Con queste ultime condivide, infatti, meccanismi neurobiologici, sintomi psicologici e psichiatrici, e opzioni di trattamento. Scopo di questa trattazione è fornire una visione d’insieme del fenomeno, dalle sue radici culturali ai meccanismi neurobiologici, fino a esaminarne le attuali concettualizzazioni e le opzioni di trattamento.
Tanorexia: never tan enough
A qualitative analysis of the phenomenon and new insights in the field of behavioral addictions
The term “tanorexia” is colloquially used to refer to an addictive attitude toward tanning behavior. Tanning addiction is characterized by a compulsion to tan driven by an intense desire to be tanned and accompanied by difficulties in quitting the behavior irrespective of negative consequences. Despite accumulating evidence regarding the risks of UVR exposure, the prevalence of tanning addiction is significant and reveals its similarities to other behavioral addictions. Neurobiological mechanisms, psychological and psychiatric symptoms and treatment options represent shared resemblances between those addictions. Aim of this paper is to provide an overview of the phenomenon, from its cultural roots, to neurobiological underpinnings and to examine current conceptualizations and treatment options.
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