Acido azelaico

di Marilisa Franchini, CEO M 2.0 • marilisa@beautycology.it


Azelaic Acid
A multipurpose ingredient: useful in case of rosacea, acne and melasma

Azelaic acid is a natural derived ingredient that has numerous pharmacological uses in dermatology. Its anti-inflammatory and anti-oxidant properties are thought to correlate with its efficacy in papulopustular rosacea and acne vulgaris, amongst other cutaneous conditions. It is also shown to competitively inhibit tyrosinase and therefore is used in hyperpigmentary disorders including melasma. The main reported side-effects of azelaic acid in the reported studies were minor transient stinging, burning or itching sensation.
It is insoluble in water at high concentrations and provides poor cosmetic properties to formulations, for this reason a new molecule was invented: potassium azeloyl diglycinate (PAD).
It exhibits very high water solubility, high specific activity at low concentration, and the presence of glycine helps skin restoring, nonetheless, the studies on PAD are still not so many and so we need more scientific literature before replacing azelaic acid for its dermatological uses.

L’acido azelaico (AA) è un ingrediente di derivazione naturale, con diversi utilizzi farmacologici in campo dermatologico. Le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti si pensa siano correlate alla sua efficacia nella rosacea papulo-pustolosa e nell’acne volgare, oltre che in altre condizioni cutanee. Si è dimostrato in grado di inibire in modo efficiente la tirosinasi e per questo è utilizzato in casi di iperpigmentazione che includono anche il melasma. L’effetto indesiderato dell’AA più riportato negli studi è una sensazione pungente (stinging) leggera e transitoria, bruciore e sensazione di prurito.
È insolubile in acqua ad alte concentrazioni e apporta delle qualità cosmetiche poco piacevoli alle formulazioni, per questo motivo è stata introdotta una nuova molecola, il Potassium Azeloyl Diglycinate (PAD), che ha un’alta solubilità, vanta un’alta attività anche a basse concentrazioni e la presenza di glicina aiuta la pelle a ripristinarsi. D’altra parte, gli studi sul PAD sono ancora pochi e abbiamo bisogno di una maggiore letteratura prima di poter rimpiazzare l’AA nei suoi usi dermatologici. […]

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EDITORIALE • CT 3, 2021

“Here I am, on the road again
There I am, up on the stage
There I go playin’ the star again
There I go, turn the page”.
Turn the page, Metallica

Anche oggi vi porto in bicicletta. Questa volta niente bike sharing. Saltiamo in sella a una bicicletta da sciura (da signora) nera, con il cestino. Perché è importante curare i particolari e osservarne il risultato. E il cestino è un particolare che fa la differenza: il peso dello zaino si sposta dalle spalle alla bicicletta. È come passare la propria fatica a qualcun altro. Il cestino (o le borse laterali, per i più moderni) è un ottimo collaboratore dal quale non ti puoi separare.
La prospettiva cambia: si passa dal presente del pedalare affaticati a essere protesi al futuro; dei veri esploratori urbani, pronti a osservare. Oggi non faremo un viaggio nella storia: incontriamo la modernità e la semplicità di Milano vista un sabato qualunque di primavera. Una città che in questo momento si è spogliata. Non è meta turistica, non è sede di quei grandi eventi che riempiono gli hotel fino a chilometri di distanza. È una città che aspetta.
Parto da casa. Il sole è timido, la giornata è ventosa… farò fatica ma non sarà certo il vento a fermarmi: circondata dalle persone giuste si va. In poco più di una decina di minuti sono ai piedi del Bosco Verticale. Attraversando Isola su una pista ciclabile, incrocio diverse persone: qualcuno sfreccia veloce, qualcuno passeggia lento. Nella lista delle positività di questo “tempo di attesa” aggiungo: “(Forse) è aumentato il numero delle persone in bicicletta…e con i monopattini, va bene!”.
Nei pressi di quella che l’altr’anno è stata allestita a spiaggia (perché a Milano il mare, per ora, non c’è ma per il resto ci si attrezza) non mancano i gruppetti di ragazz*. Una mamma con una bambina nel passeggino. I bambini sui giochi. Coppie di signori anziani passeggiano lenti, a braccetto, con un ritmo di chi osserva i cambiamenti. Tutti fuori: è come se le persone avessero fame d’aria.
Naso in su a guardare i palazzi e la vegetazione in verticale. Non ho ancora capito se sia un concetto di vegetazione che mi appaga oppure no. Forse io arrivo a concepirla orizzontale. In effetti, la Biblioteca degli alberi mi è più familiare. Radici ben salde sprofondate nella terra, il prato curato soffice su cui qualcuno si è messo scalzo, erba tagliata da poco. Alle spalle di una storica trattoria del quartiere, una casa di ringhiera detta “Vecchia Milano”. Porticine e finestre corrono lungo ballatoi carichi di gerani dai colori ipnotici.
Dopo una sosta si riparte. Un passaggio dietro al Palazzo della Regione con le sue fontane a raso. Qui a terra, tra i palazzi alti, il vento non si avverte se non per la temperatura e una meravigliosa pioggia di petali di fiori rosa che vengono trasportati via leggeri dai rami gonfi. In un attimo siamo in piazza Carbonari, poi gira di qua e di là, passiamo tra le casette igloo di via Lepanto. Poco più avanti un altissimo glicine discreto e possente, aggrovigliato ai balconi di alcune villette nei dintorni del Villaggio dei Giornalisti; i cedri del Libano svettano maestosi da alcuni giardini condominiali; le siepi di alloro a proteggere l’intimità domestica.
Le architetture che incontro non so collocarle precisamente nel tempo e allora facciamo un gioco: “Somiglia a …?”. Qualcuna è appuntita come una casa del Nord, una sembra uno chalet di montagna, un’altra una villa Liberty dai colori delicati e dalle decorazioni ripassate di recente. Sbirciamo i giardini (nessuno con 7 nani e Biancaneve, noto).
“Ma adesso dove siamo?”. Passiamo la Collina dei Ciliegi, poi la Manifattura Tabacchi ora Museo Interattivo del Cinema (“Oh! Quando riaprono veniamo!”, “Sì, veramente”, “Non ci sono mai stata”. Sono queste le promesse che ci si scambia: faremo cose che non c’è stato il tempo di fare perché è con il senno del poi che rivalutiamo quanto c’è stato prima).

Olea Europaea

di Floriana Sergio • CEO & Founder Farmaflo, floriana@farmaflo.it


Premessa
I capelli da sempre sono considerati simbolo di bellezza e diventano elemento caratterizzante dell’individuo che, ricorrendo a trattamenti cosmetici per variarne stato e colore o semplicemente a contatto con agenti inquinanti, talvolta ne compromette la magnificenza (1).
Nasce dunque l’esigenza di prodotti in grado di ripristinare e mantenere nel tempo una chioma sana, luminosa e dal colore pieno.

Introduzione
Anche i capelli, come la pelle, sono esposti a fonti di stress che ne pregiudicano la bellezza e la salute.
Stress termico, chimico, particolato inquinante, fumo di sigaretta ed esposizione a UV e blue ray aggrediscono il capello compromettendone la struttura: aumento del crespo, doppie punte, perdita di volume e colore spento sono i segni più comuni (2).
I prodotti cosmetici per la cura e lo styling del capello devono diventare quindi sempre più funzionali per intervenire e riportare la situazione nello stato di normalità.
Due le strategie a disposizione del formulatore:
– evitare il contatto dell’inquinante con la superficie del capello;
– usare principi attivi in grado di interagire con la struttura danneggiata, ripristinando l’equilibrio chimico qualora non sia andato troppo oltre.

Struttura del capello
Il capello si presenta come un fusto rivestito da un’epicuticola in cui cellule appiattite e adese legano molecole di acido 18-metileicosanoico (18-MEA) (Fig.1), sostanza grassa che conferisce idrofobicità ed evita l’attrito con gli altri capelli.
Quando le cuticole sono integre, ben adese e ricoperte dal 18-MEA, la chioma è luminosa e fluente (3).
Sotto l’epicuticola si trova la corteccia composta da cellule allungate contenenti fibrille intrecciate costituite da eliche di cheratina, al cui interno è presente la melanina responsabile del colore.
Spostandosi ancora verso l’interno troviamo tracce di midollo.
Dall’integrità di corteccia e midollo dipendono le caratteristiche fisiche strutturali dei capelli come forza, resistenza e volume.
Gli agenti stressogeni, tra cui, lo ricordiamo, troviamo la luce blu emessa dai dispositivi elettronici e da alcuni tipi di lampade, aggrediscono in primo luogo il legame F del 18-MEA con le cellule della cuticola, determinandone la rottura.
Senza lo strato lipidico il capello diventa crespo, secco, e le cellule della cuticola aggredite dall’umidità e dagli altri agenti iniziano a sollevarsi e a sfaldarsi lasciando scoperti tratti di corteccia.
Se la situazione non viene ripristinata, le reazioni ossidative procedono verso l’interno interessando le proteine della corteccia e la melanina, pigmento responsabile del colore.
L’abbondanza nelle cellule, ma anche la presenza nella loro struttura di cromofori come aminoacidi aromatici che assorbono nella regione 250-320 nm, rende le strutture proteiche particolarmente sensibili ai processi di ossidazione. Istidina, metionina e cisteina sono particolarmente reattive nei confronti dell’ossigeno singoletto. Anche a pH fisiologico si possono verificare molteplici effetti che includono le ossidazioni delle catene laterali, la frammentazione, la dimerizzazione/aggregazione, cambiamenti conformazionali e inattivazione enzimatica.
La reazione dell’ossigeno singoletto con le proteine può determinare molteplici effetti che includono le ossidazioni delle catene laterali, la frammentazione, la dimerizzazione/aggregazione, cambiamenti conformazionali e inattivazione enzimatica.
Questi processi prendono il nome di reazioni di carbonilazione, perché dall’ossidazione delle catene laterali degli aminoacidi si forma un gruppo C=O.
Nel capello la proteina più importante coinvolta nella carbonilazione è la cheratina, indispensabile per conferire robustezza e bellezza.
La chioma, che già ha perso la lucentezza, morbidezza e pettinabilità, si presenta fragile e con un colore spento e poco intenso quando anche la struttura proteica viene aggredita.

Le strategie
Nell’introduzione ho accennato alle due possibili strategie a disposizione del formulatore.
La prima consiste nell’usare agenti filmogeni che evitano il contatto tra gli stressor e il capello.
Scegliendo questa strada si cerca di abbassare il rischio di contatto tra l’agente ossidante e il capello.
La durata d’azione è molto limitata nel tempo perché le sostanze, non formando dei legami stabili con la cuticola, perdono con il passare dei giorni la loro azione filmogena; in più, non avendo alcuna capacità nel ridurre i livelli di stress ossidativo, non promuovono i fisiologici processi di riparazione.
La seconda più innovativa consiste, invece, nel rifornire alla struttura le risorse necessarie per neutralizzare gli inquinanti e riparare il danno già causato.
Ci soffermeremo sulla seconda strategia trattando una sostanza attiva di derivazione naturale.
Questa scelta perché, se è vero che in passato il formulatore doveva rispondere alla richiesta di effetti immediatamente visibili, negli ultimi anni l’evoluzione del consumatore cosmetico da “homo economicus e aestheticus” a “cittadino consapevole” lo spinge a volgere lo sguardo al mondo naturale e soprattutto alla nicchia delle materie prime coinvolte nel circolo virtuoso dell’upcycling.
Il confronto, infatti, è sempre più spesso con un utente non più individualista ma orientato al bene della collettività, e l’uso di queste materie prime permette di chiudere il cerchio produttivo contribuendo alla riduzione dell’impatto degli scarti di altri settori industriali (4).

Dall’oleificio al laboratorio cosmetico
Dalla Sicilia alla Liguria l’Italia è caratterizzata da coltivazioni di alberi d’ulivo, i cui frutti sono prevalentemente destinati al comparto dell’agrifood.
I benefici dell’olio d’oliva sono noti già dai tempi degli antichi Romani che lo usavano per i massaggi dopo i trattamenti termali per donare splendore alla pelle mantenendola elastica, liscia e morbida al tatto.

Botanica
L’olivo (Olea europaea L.) appartiene alla famiglia delle Oleaceae ed è un albero o arbusto sempreverde di 4-8 m di altezza, tipico della flora mediterranea ma caratterizzato da una grande capacità di adattarsi agli ambienti più diversi (Fig.2). È una pianta molto longeva e può superare i mille anni di vita in condizioni climatiche favorevoli; inoltre è dotata della facoltà di rigenerare la chioma anche da un tronco danneggiato, malato o tagliato (5).
Il frutto, l’oliva, viene raccolto da ottobre a dicembre per essere inserito sul mercato alimentare tal quale o dopo apposita spremitura, al fine di ottenere l’olio contenuto (Fig.2).

Chimica
Dal punto di vista chimico si distingue la parte saponificabile, costituita da acidi grassi e trigliceridi a media lunghezza, tra cui prevale l’acido oleico, e la frazione insaponificabile (Fig.3) costituita da polifenoli, carotenoidi, clorofille, steroli, alcoli di- e triterpenici e composti minori.
Il processo di spremitura dà origine all’olio d’oliva e alla sansa, sottoprodotto di matrice solido-liquida a elevato contenuto di umidità contenente le parti di polpa, buccia e nocciolino scartate.
L’elevata acidità non permette il suo riutilizzo in agricoltura, ma studi scientifici hanno evidenziato che circa il 98% dei composti fenolici rimane all’interno dei sottoprodotti, il che ne ha reso un interessante caso studio per il mondo cosmetico e per quello nutraceutico. Così la sansa, insieme alle acque di vegetazione, viene rilavorata per estrarre i due polifenoli attivi: tirosolo e idrossitirosolo (Fig.4) (6).
Tirosolo (p-idrossifeniletanolo o p-HPEA) e idrossitirosolo (o 3,4-diidrossifeniletanolo o 3,4-DHPEA) sono alcoli fenolici che, grazie alla loro particolare struttura, sono capaci di intercettare i radicali liberi degli agenti inquinanti, neutralizzandoli con l’azione antiossidante (7).
Si è calcolato che l’indice ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) della miscela si aggira intorno ai 70.000 µmolTE/g.
Per fare un paragone la vitamina C ha un indice ORAC di 1450 µmolTE/g e la vitamina E di 1,25 µmolTE/g.
L’Olea Europaea Fruit Extract, nome INCI che identifica la materia prima contenente i due polifenoli, agisce su tre fronti:
– previene la denaturazione delle proteine proteggendo il DNA cellulare;
– aumenta le difese antiossidanti intracellulari;
– neutralizza i radicali liberi.

Alcune osservazioni condotte su ciocche di capelli naturali hanno evidenziato come siano efficaci nel diminuire la carbonilazione proteica dovuta all’esposizione allo stress termico (230°C).
Nello studio si è visto che il campione placebo, sottoposto allo stesso stress, ha sviluppato circa il 111,6% di proteine carbonilate contro il 59,2% di quello trattato con tirosolo e idrossitirosolo.
All’analisi microscopica le cuticole del campione trattato e stressato apparivano adese, appiattite e addirittura rinforzate rispetto quelle del campione di controllo e del campione trattato con placebo, in cui le cellule erano state addirittura parzialmente distrutte.
Risultati simili si sono ottenuti negli studi sperimentali che testavano l’azione degli UV su ciocche precedentemente trattate con metalli pesanti.

Formulazione
Dal punto di vista formulativo si ha a disposizione una materia prima versatile utile tanto per la skin care, perché le proprietà trattate hanno un riscontro positivo anche sulla pelle, quanto per l’hair care.
Fisicamente questi estratti si presentano in forma secca da disperdere in acqua in rapporto 1:3; non richiedono un range di pH particolare, se non quelli a cui si lavora per i prodotti skin care e hair care destinati alla routine quotidiana (5,5-6,5); sono efficaci già a basse concentrazioni d’uso (0,5-1%), e questo particolare li rende particolarmente indicati per aumentare l’efficacia e l’attività della formulazione senza incidere troppo sui costi.
Nei prodotti per l’hair care, questi estratti diventano un valido supporto per creare una routine anti-pollution che inizia con la detersione e finisce con lo styling, passando per il conditioner e il siero protettivo urban detox.

Conclusioni
Da sempre l’uomo e la donna usano il loro corpo per esprimere se stessi e comunicare con l’ambiente che li circonda (8).
I gesti quotidiani, prima sconnessi e quasi casuali, adesso vengono organizzati in veri e propri rituali, beauty routine, che prevedono l’uso di più prodotti cosmetici.
Le aziende cosmetiche rivestono un ruolo importantissimo nell’accompagnare il consumatore sulla strada dell’uso consapevole.
Con l’avvento del processo di upcycling anche nel settore cosmetico, il formulatore ha a disposizione nuove materie prime attive ad alta efficacia in grado di agire sul fronte prevenzione e dove non si arriva in tempo riparando il danno prodotto da inquinamento, esposizione a UV e luce blu.
Il loro utilizzo rappresenta una nuova possibilità per le aziende che vogliono abbandonare i vecchi concetti muovendosi sulla strada della sostenibilità, parlando anche al consumatore più attento che cerca un prodotto naturale che oltre a fare bene ai suoi capelli apporti un contributo concreto all’ambiente.

Bibliografia
1. Ahluwalia J, Fabi SG (2019) The psycological and aesthetic impact of age-related hair changes in females.
J Cosmet Dermatol 18(4):1161-1169
2. Sinclair RD (2007) Healthy Hair: What Is it?
J Investing Dermatol Symp Prog 12(2):2-5
3. Kobayashi E (2012) Hair Conditioning Ingredients Developed with Focusing on Hair Surface Structure.
SOFW J 138(1-2)
4. Lori M, Volpi F (2007) Scegliere il “bene”. Indagine sul consumo responsabile. Franco Angeli, Milano.
5. Maugini E, Maleci Bini L, Mariotti Lippi M (1996) Manuale di botanica farmaceutica. Piccin, Padova.
6. D’Angelo S, Ingrosso D, Migliardi V et al (2005) Hydroxytyrosol, a natural antioxidant from olive oil, prevents protein damage induced by long-wave ultraviolet radiation in melanoma cells.
Free Radic Biol Med 38(7):908-919
7. Avola R, Graziano ACE, Panuzzo G et al (2019) Hydroxytyrosol from olive oil fruits prevents blue-light-damage in human keratinocytes and fribloblasts.
J.Cell Physiol 234(6):9065-9076
8. Fabris G (2003) Il nuovo consumatore: verso il postmoderno. Franco Angeli, Milano.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2, 2021

Capelli

Sin dall’antichità ai capelli è stata conferita un particolare importanza, basti pensare ai diversi esempi nella mitologia in cui essi sono protagonisti: i capelli di Berenice, lunghissimi e lucidi, erano motivo di ammirazione e invidia per tutte le donne; la forza di Sansone che risiedeva nella sua chioma e il mito di Medusa che trasforma la sua capigliatura in serpenti per perdere il suo fascino.
E in effetti le caratteristiche dei nostri capelli sono davvero straordinarie: il capello non è vivo (se si esclude il follicolo), ma è immerso in un ciclo costante di rinnovamento. Diversamente dagli altri organi vitali, dove il rinnovamento cellulare è limitato, la crescita del capello è costante e permette la sostituzione delle strutture vecchie e danneggiate con quelle nuove, e tutto ciò è possibile fintanto che il follicolo rimane vitale. Grazie a questo costante rinnovamento, il capello può subire insulti impensabili per qualunque altro organo e ciò fa sì che le modifiche indotte dall’applicazione di prodotti che ne cambino la forma, il colore e la struttura siano temporanee, cioè persistono fino a quando la parte del capello alterata non viene tagliata o il capello non viene perso.
I capelli hanno un significato sociale e psicologico molto rilevante: sono generalmente riconosciuti come simbolo di forza, seduzione, rinascita e assieme all’abbigliamento sono strumenti immediati per comunicare la nostra identità; per questo motivo dedichiamo tante attenzioni alla loro cura.
I capelli sani sono soffici, lucenti e facili da districare, ma fattori esterni (radiazioni UV, trattamenti aggressivi, inquinamento ambientale) e interni (stress, squilibri ormonali, alimentazione scorretta) possono portare ad alterazioni: le cuticole esterne perdono adesività e si sollevano; la struttura è poco lubrificata o indebolita; si possono presentare alterazioni al cuoio capelluto come prurito, secchezza e forfora, fino ad arrivare alla tanto temuta perdita del capello.
L’utilizzo di prodotti per colorare, rinforzare e proteggere i capelli risale già ai tempi della Preistoria. Da allora i prodotti impiegati si sono evoluti di pari passo alla conoscenza dell’uomo e ciò che il consumatore ricerca è l’ottenimento di un risultato immediato in termini di performance: la chioma deve risultare facilmente pettinabile, lucente e soffice. Per questa funzione i siliconi e i condizionanti quaternari sono le materie prime maggiormente utilizzate grazie alle loro capacità filmogene e di adesione al capello. Di contro, però, non rispondono ai requisiti di naturalità, biodegradabilità e sostenibilità che sono i nuovi trend richiesti dal mercato.

Trattamento del cuoio capelluto
Glycerin, Water, Sarcosine
Per ottenere il massimo benessere del capello non è sufficiente trattare solo la sua struttura, ma è fondamentale prendersi cura anche del cuoio capelluto. Dalla Corea arriva la hair care routine che conferisce grande importanza anche al trattamento dello scalpo e prevede l’utilizzo di prodotti dedicati per il suo specifico trattamento. Questa zona ha caratteristiche uniche e pertanto merita un’attenzione particolare: è l’area del corpo con
il maggior numero di ghiandole sebacee (circa 400-900 per cm2) e la maggior densità di bulbi piliferi; lo stile di vita stressante e i fattori ambientali possono influire sul suo benessere. Un’alterazione a questo livello si manifesta con una maggiore produzione di sebo che a sua volta impatta negativamente sul microbiota naturalmente presente inducendo la formazione di forfora accompagnata da irritazione. L’attivo di derivazione aminoacidica favorisce la detossificazione dello scalpo, riduce la produzione di sebo e favorisce la crescita di specie batteriche benefiche, favorendo così il ripristino delle condizioni ottimali. Uno studio in vitro è stato condotto per dimostrare sia la capacità dell’attivo di inibire l’enzima 5-alfa reduttasi (enzima coinvolto nella produzione del sebo) che di influenzare la diversità delle specie batteriche residenti che risulta essere più bassa in caso di cuoio capelluto grasso rispetto a uno normale. Test in vitro e in vivo ne confermano l’efficacia sia nel breve che nel lungo periodo. Dopo un mese di trattamento si registra una diminuzione della produzione di sebo e si riduce la sensazione di prurito.
L’attivo all’1% ha anche attività prebiotica e rinforza la ricolonizzazione di specie batteriche benefiche per lo scalpo. 

Approccio olistico capello-cuoio capelluto Betaine
Sebbene l’uomo abbia da sempre dimostrato interesse nei confronti della crescita e perdita dei capelli, i primi studi scientifici sulla loro struttura e ciclo vitale risalgono fine ‘800, per cui questa disciplina si può considerare relativamente recente.
Per molti anni ci si è focalizzati sui capelli, limitando il trattamento dello scalpo solo nel caso di problematiche quali forfora, prurito o secchezza. Oggi è chiaro che è fondamentale prendersi cura degli uni e dell’altro con la medesima attenzione, e un nuovo trend in corso negli ultimi anni è la “skinification”, ossia prendersi cura anche del cuoio capelluto con la stessa dedizione e ingredienti che si utilizzano per la pelle.
L’attivo proposto a questo scopo è la betaina, altamente purificata, naturale al 100% ed estratta dalla barbabietola da zucchero. È un derivato aminoacidico che si trova naturalmente sia nel regno animale che vegetale e funge da osmoprotettore, ossia gestisce l’equilibrio idrico nelle cellule viventi, proteggendole dalla disidratazione quando esposte a condizioni di stress. Test in vivo e in vitro dimostrano la sua attività: applicato sui capelli, l’attivo si deposita inizialmente sulla superficie per poi penetrare nella corteccia legandosi alle aree danneggiate, rinforzandone così la struttura interna che diventa più resistente alla frizione e alla rottura. Condiziona il capello, sia sano che danneggiato, e lo protegge dal danno indotto dal calore. A livello del cuoio capelluto agisce a diversi livelli: in primo luogo calma l’irritazione causata dai tensioattivi più aggressivi, idrata e rinforza la barriera protettiva dello scalpo migliorando l’integrità delle giunzioni strette dei cheratinociti, e riduce la TEWL dopo 4 settimane di utilizzo regolare di shampoo e condizionante, entrambi contenenti il 2% di attivo. Ha effetto condizionante, migliora la luminosità e la morbidezza del capello. Inoltre ha anche caratteristiche tecniche da evidenziare: inserita nella formulazione dello shampoo, la betaina ne sostiene la schiuma rendendola più ricca e stabile, e inserita nella formulazione aiuta la dispersione dei polimeri viscosizzanti (ad esempio carbomer). È compatibile con la maggior parte degli ingredienti e può es- sere utilizzata in un ampio range di applicazioni.

Lipidi biomimetici per donare lucentezza Jojoba Esters, Helianthus Annuus (Sunflower) Seed Wax, Polyglycerin-3
Le ghiandole sebacee sono strettamente connesse con il capello. Il sebo svolge l’importante funzione di condizionante naturale rimuovendo l’elettricità statica e conferendo lucentezza alla struttura del capello appena formata. La quantità di sebo prodotta varia durante la nostra vita: raggiunge il massimo livello nel periodo dopo la pubertà, in entrambi i sessi, per poi decrescere lentamente con l’età. All’interno della complessa miscela di molecole che costituiscono il sebo, l’acido 18 metil eicosanoico è quello che conferisce la lubrificazione e la protezione dalle aggressioni esterne al capello. Lavaggi frequenti, aggressioni meccaniche e chimiche, e utilizzo del calore possono determinare la perdita di questa naturale protezione e il capello risulta di conseguenza difficile da pettinare, ruvido al tatto ma anche predisposto all’indebolimento e rottura.
L’attivo selezionato è una miscela di lipidi 100% naturali che mimano la composizione del sebo che però ha il vantaggio che dopo l’applicazione non appesantisce il capello e non conferisce l’indesiderata sensazione di capello grasso.
L’attivo proposto si ottiene per interesterificazione della cera di jojoba e cera di girasole con poliglicerolo, e la sua composizione è stata studiata per ricreare la funzione dell’acido 18 metil eicosanoico e per avere una notevole affinità con i lipidi del sebo.
Il capello sano è rivestito da un film idrofobico, e l’attivo rinforza tale idrofobicità e agisce come lubrificante riducendo l’attrito tra le fibre sia sul capello asciutto che bagnato. L’efficacia dell’attivo è stata valutata comparando la sua attività con quella dei siliconi e dei composti quaternari utilizzati nella medesima concentrazione.
La presenza dell’attivo all’interno della formula garantisce una perfetta disciplina del capello in tutte le condizioni climatiche, controlla il volume e l’effetto crespo, migliora la pettinabilità, riduce l’effetto elettrostatico e protegge il capello dall’inquinamento.

Emollienza/modificazione sensoriale
Ethyl Linoleate, Ethyl Oleate, Crambe Abyssinica
Seed Oil, Helianthus Annuus (Sunflower) Seed Oil, Persea Gratissima (Avocado) Oil
Gli insulti a cui sottoponiamo quotidianamente i capelli possono determinare la rimozione dello strato lipidico protettivo che li riveste, portando ad avere le seguenti problematiche: secchezza, perdita di elasticità, rottura, doppie punte, opacità e assottigliamento.
Gli ingredienti maggiormente utilizzati per trattare questi danni sono i siliconi che agiscono filmando la struttura del capello, ma che di contro hanno un effetto accumulo che con il tempo determina perdita di lucentezza, pesantezza e difficoltà nella messa in piega della capigliatura.
L’attivo naturale conferisce sensorialità al capello, ne migliora la pettinabilità, riduce l’effetto crespo, filma la struttura del capello senza effetto “accumulo”, conferisce luminosità e morbidezza a tutti i tipi di capelli.
La miscela di ingredienti che compone l’attivo è stata attentamente studiata per ricreare l’effetto filmogeno conferito dai siliconi, in modo da sostituirli nelle formulazioni hair care.
Gli esteri alchilici interagiscono mediante legami dipolo-dipolo e legami idrogeno con le proteine del capello, e si disperdono formando un film omogeneo al di sopra delle cuticole determinandone l’allineamento. Dall’esame al microscopio elettronico si riesce a osservare l’allineamento delle cuticole, la riparazione dopo la colorazione, l’effetto filmogeno senza effetto accumulo. Un test in vivo è stato condotto utilizzando come riferimento un prodotto contenente silicone nella medesima concentrazione. Si registra una riduzione significativa del capello crespo rispetto ai valori precedenti.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2/2021

 

Prodotti finiti • Lamazuna

Ingredients: Sodium Cocoyl Isethionate***, Kaolin**, Cocos Nucifera Oil*, Aqua, Stearic Acid**, Palmitic Acid**, Decyl Glucoside**, Montmorillonite**, Illite**, Pinus Sylvestris Leaf Oil*, Glycerin*, Limonene****

*Di origine biologica / **Di origine naturale / ***Derivato da ingredienti naturali / ****Naturalmente presente negli oli essenziali

Introduzione: I nostri shampoo solidi durano a lungo, molto di più di quelli liquidi, e nemmeno una goccia di prodotto viene sprecata.
Per Lamazuna tutti i prodotti sono “zero rifiuti” e tutte le fasi del loro ciclo di vita sono state progettate per essere ecosostenibili.
La loro composizione è stata meticolosamente realizzata per essere il più naturale possibile. Cercavamo un tensioattivo delicato non solfatato, compatibile con un processo di fabbricazione e utilizzo in solido, con buon potere lavante e schiumogeno, e proveniente da piante facilmente biodegradabili. Per noi solo Sodium Cocoyl Isethionate (SCI) soddisfa questi criteri. Unisce naturalezza, piacere di utilizzo ed efficienza. Questo ci impedisce di etichettare i nostri shampoo COSMOS Organic, ma è una richiesta che abbiamo inoltrato.
Gli imballaggi sono in cartone riciclabile e si possono trovare sfusi nello shop online Lamazuna e/o presso i nostri rivenditori in tutta Italia.

Spunti tecnici: Uno shampoo solido con olio essenziale rivitalizzante di pino silvestre per caratteri decisi e grintosi.
Oltre a fornire un profumo fresco e unisex, questo shampoo solido rinvigo- risce i capelli. Non contiene tensioattivi solfatati. Il prodotto è realizzato a mano in Francia.
Gli ingredienti scelti per questo shampoo solido sono i seguenti:
– Sodium cocoyl isethionate, Sodium isethionate: tensioattivo anionico delicato derivato dall’olio di cocco, dona una schiuma morbida e cremosa.
– Olio di cocco (biologico): ha azione nutriente.
– Acido stearico: ottenuto dall’olio di oliva, aiuta a solidificare il prodotto.
– Decyl glucoside/Lauryl glucoside: tensioattivi non ionici di origine vegetale (noce di cocco), con azione detergente e schiumogena.
– Olio essenziale di pino silvestre: usato per il suo profumo rinvigorente, ma è anche un olio essenziale stimolante.
– Glicerina: agente idratante derivato dall’olio di karanja biologico.
– Caolinite: è l’argilla bianca più sottile di tutte e quindi la più morbida sulla pelle.
– Montmorillonite: è un’argilla verde, ha un alto potere assorbente e trasporta le impurità.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2/2021

La schiuma: piacere, poligamia e divinità

di Paolo Siragusa, Cosmetic Designer, Membro del Comitato Scientifico di Cosmetic Technology
p.siragusa@respharmaind.com


L’espresso mi ha sempre appagato, ma sono diventato poligamo da quando ho scoperto il cappuccino e la panna montata. Appena sveglio, l’anima (fase dispersa del nostro essere) si rallegra ogni mattina quando provo la delizia della morbida texture del cappuccino o il vellutato spessore della panna montata. Queste texture morbide, sensorialmente dinamiche, più o meno evanescenti (cappuccino vs panna montata), sono il risultato del sapiente utilizzo di uno dei sistemi dispersi più affascinanti: Sua divinità la schiuma (Fig.1).
La schiuma è una divinità complessa: a volte si erige su fondamenta solide e stabili (pomice), altre volte la struttura ondeggia e svanisce rapidamente. Nel caso del cappuccino, queste variazioni sono imputabili per lo più al tipo di latte (parzialmente scremato o intero) e alla pressione di vapore (Anima). Comunque sia, è innegabile come panna montata e il cappuccino abbiano un mouthfeel davvero piacevole per i consumatori.

Divinità nella vita quotidiana
Intimamente misteriosa, leggera e soffice come una nuvola, seduce e avvolge filosofi e artisti dalla notte dei tempi. L’architettura a bolle è la classica rappresentazione di questa divinità: alveoli di gas racchiusi in un liquido o in un solido, rappresentazione, questa, dei tre stati della materia (schiume solide, schiume liquide).
Nell’industria alimentare intere categorie di prodotti come pane, birra e spumante poggiano su bolle effimere. Nell’universo cosmetico le schiume sono comunemente usate nei prodotti toiletries, ma anche in prodotti detossificanti come bubble mask o di trattamento skin care come le sorbet cream. Questa è un’ulteriore conferma che la texture schiuma offre un mouthfeel e skinfeel particolarmente apprezzato e in continua evoluzione.

Massaggiamo con l’aria
Nell’accettazione comune, la schiuma, che è una proprietà tipica dei tensioattivi (non solo), è associata alla performance detergente, ma in realtà è più di un attributo sensoriale percepito dal consumatore: la schiuma serve a far galleggiare le particelle idrofobiche lontano dal substrato. In Tabella 1 sono riportati alcuni esempi di tensioattivi impiegati per toiletries, caratterizzati per schiumabilità in soluzione acquosa e sensorialità, in ordine per schiumabilità crescente.
Nelle schiume, un liquido avvolge “teneramente” un gas in cui è disperso, motivo per il quale tutte le schiume liquide hanno una densità molto bassa. Inglobando volumi importanti di gas, assumendo quindi l’aspetto di una schiuma, la texture diventa morbida e soffice: quello che prima poteva essere percepito come “appiccicoso” e sgradevole diventa, al contrario, più evanescente e piacevole. Sensorialmente, la mancanza di appiccicosità è dovuta all’effetto di espansione del volume (transforming texture), apprezzabile soprattutto durante l’azione detergente. Durante lo shampooing (da “shampoo”, parola indiana per indicare l’applicazione di una pressione/massaggiare) il massaggio ricopre un ruolo fondamentale, responsabile per la gradevolezza dell’azione detergente. Quando il substrato è il capello, come nei prodotti shampoo, la schiuma e la formazione di coacervati in applicazione rappresentano la chiave per ottenere un prodotto di successo, sia sensorialmente che di performance. Un esempio di formulato per shampoo per uso professionale è riportato qui di seguito.
Inoltre, le schiume possiedono un’altra interessantissima proprietà: il trasferimento di calore. Se si tocca l’acqua a una temperatura intorno ai 10°C si percepirebbe una sensazione di freddo, ma questo non avviene con schiume alla medesima temperatura. Questo perché la conducibilità termica dell’aria è dieci volte inferiore a quella dell’acqua, e quindi il calore non viene condotto ed è uno dei motivi per cui le schiume sono sistemi di elezione per i prodotti da rasatura (schiume da barba). Anche le mousse per capelli di ultima generazione sfruttano questa peculiare proprietà: possiedono una percentuale maggiore di aria rispetto a un liquido, e quindi evitano possibili shock termici durante l’applicazione, grazie alla minore velocità di trasferimento della temperatura.
Parecchie proprietà restano ancora da spiegare, per esempio la scorrevolezza della panna montata, una singolare combinazione di caratteristiche solide e liquide o la sonoluminescenza, un effetto straordinario per cui una bolla che galleggia su un liquido trasforma il suono in luce (proprietà, questa, che potrebbe diventare di interesse nella cosmetica decorativa).

Cappuccino o panna montata?
Non tutte le schiume sono uguali, infatti le proprietà schiumogene sono generalmente divise in schiumabilità e stabilità della schiuma. La “schiumabilità” si riferisce a quanto rapidamente si genera la schiuma. In altre parole, è la capacità di formare bolle facilmente. Questa proprietà è riconoscibile dal grande volume di schiuma che si genera istantaneamente. La schiuma con un’eccellente schiumabilità si forma facilmente con solo una leggera forza meccanica, come lo sfregamento leggero delle mani (cappuccino/shampoo). In base alla tipologia di tensioattivi scelti si possono ottenere schiume liquide da “aperte” (ben alveolate, evanescenti) a “chiuse” (compatte, cremose), espressioni della bagnabilità, solubilità, idrofobicità e transienza di questa texture.
La “stabilità della schiuma” si riferisce alla capacità di mantenere la schiuma che si è già formata (panna montata). Generalizzando in sistemi anionici, tensidi anfoteri sono, generalmente, eccellenti stabilizzatori di schiuma. Questo in quanto i tensioattivi anionici primari e le molecole di betaina co-adsorbono all’interfaccia acqua-aria, e la repulsione elettrostatica tra le molecole di tensioattivo anionico è schermata dalle unità cationiche (pH dipendenti) delle molecole di tenside anfotero. Viceversa, piccole aggiunte di tensidi non ionici o cationici possono migliorare la schiumabilità.
Sfortunatamente, la schiumabilità e la stabilità della schiuma potrebbero essere proprietà contraddittorie e, pertanto, entrambe le caratteristiche non possono essere migliorate da un solo tipo di booster per la schiuma. Questo fatto è stato provato empiricamente, e la miscelazione di booster non ionici e anfoteri insieme ai tensioattivi anionici primari è stata utilizzata come metodo standard in tutto il mondo per formulare detergenti liquidi.

Beyond texture
Il fascino della schiuma è anche estetico. Opere d’arte ne hanno sfruttato e sottolineato la bellezza evanescente, mentre la sua associazione con le onde del mare le assegna un posto a parte nella mitologia, la quale genera a sua volta arte: dalla turbolenza spumeggiante di Leonardo a La grande onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai (Fig.2). La qualità della schiuma rappresenta il carattere edonistico del prodotto, basti pensare che la crema sta all’amante del cappuccino come il colletto al bevitore di birra.

 

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2, 2021

Prodotti finiti Barbara Catozzi

Linea Heads in the clouds – Goovy

Shampoo purificante e rivitalizzante.
Ingredients: 
Aqua, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Lauroyl Sarcosinate, Sodium Cocoyl Isethionate, Coco-glucoside, Glycerin, Moringa Pterygosperma Seed Extract, Saccharomyces/Agave Americana Leaf Ferment Filtrate, Citrus Japonica Fruit Extract, Citrus Grandis Peel Oil, Benzyl Alcohol, Sodium Benzoate, Disodium Lauryl Sulfosuccinate, Leuconostoc/ Radish Root Ferment Filtrate, Citric Acid, Parfum*, Limonene, Geraniol, Citronellol
*Con oli essenziali naturali

 

 

 

Balsamo purificante e rivitalizzante.
Ingredients: 
Aqua, Brassica Alcohol, Isopropyl Myristate, Myristyl Alcohol, Propanediol, Brassicyl Isoleucinate Esylate, Glycerin, Argania Spinosa Kernel Oil, Butyrospermum Parkii Butter, Betaine, Citrus Japonica Fruit Extract, Linum Usitatissimum Seed Oil, Moringa Pterygosperma Seed Extract, Saccharomyces/Agave Americana Leaf Ferment Filtrate, Leuconostoc/Radish Root Ferment Filtrate, Benzyl Alcohol, Arginine, Behenyl Alcohol, Cetyl Alcohol, Glyceryl Caprylate, Triethyl Citrate, Lecithin, Tocopherol, Ascorbyl Palmitate, Citric Acid, Parfum*, Citrus Grandis Peel Oil, Citronellol, Geraniol, Limonene
*Con oli essenziali naturali

Introduzione: Dalla combinazione degli ingredienti naturali con la filosofia delle good vibes nasce Goovi, un brand che vuole portare positività nella quotidianità di tutte le donne, incoraggiandole a essere loro stesse. In qualunque momento, per qualunque esigenza, le donne sanno che possono trovare in Goovi la motivazione necessaria per prendersi cura di sé e delle persone che amano.

Spunti tecnici:  I prodotti Goovi sono concepiti con materie prime naturali e sostenibili, ciò si evidenzia nella scelta dei tensioattivi utilizzati e degli ingredienti scelti con cura, non etossilati, al fine di evitare impurezze come il diossano.
Da notare l’utilizzo di ingredienti vegetali realizzati con il metodo della biofermentazione che riduce l’utilizzo di agenti fisici quali tempera- tura e pressione mantenendo l’integrità dei fitocomplessi.
È stata svolta una ricerca considerevole nella ricerca della profumazione dalla nota fruttata/agrumata che ha portato a una gradevole formulazione dalla nota hygge (parola scandinava che riassume il concetto di benessere legato alla casa e alla famiglia) adatta sia ad adulti che bambini.
La fase grassa è rappresentata da trigliceridi naturali e oli vegetali a cui ben si combina l’alcol behenilico (Behenyl alcohol) che in genere viene ben associato ai poligliceroli.
Non contiene sali ammonici quaternari, per cui è delicatissimo e adatto anche ai bimbi riccioluti!
L’emulsionante che sostituisce i sali ammonici è prodotto a partire da Brassica campestris (broccolo) e sinergizza con il burro di karitè che nutre la radice, l’olio di lino che districa e lucida le lunghezze, la moringa che purifica eliminando gli inquinanti; anche nel caso del balsamo gli estratti sono biofermentati come nello shampoo.

 

REVLON Eksperience™ shampoo color protection – REVLON

Ingredients: Aqua, Sodium Lauroyl Methyl Isethionate, Cocamidopropyl Betaine, Parfum, Sodium Methyl Isethionate, 1,2-hexanediol, Caesalpinia Spinosa Gum, Caprylyl Glycol, Citric Acid, Disodium EDTA, Fucus Vesiculosus Extract, Glycerin, Glycol Stearate, Hydrolyzed Actin, Lauric Acid, Maris Aqua, PEG-150 Pentaerythrityl Tetrastearate, PEG-6 Caprylic/ Capric Glycerides, Panthenol, Polyquaternium-10, Porphyra Umbilicalis Extract, Propylene Glycol, Triethanolamine, Trisodium Ethylenediamine Disuccinate, Vaccinium Macrocarpon Fruit Juice, Zinc Laurate, Benzophenone-4, Alpha-isomethyl Ionone, Benzyl Salicylate, Citronellol, Hexyl Cinnamal, Phenoxyethanol, Acid Violet 43

Introduzione: Protezione del colore Eksperience™. Detergente per capelli biondi e grigi. Detergente per capelli delicato per tonalità chiare. Modo d’uso: applicare sui capelli bagnati, massaggiare delicatamente e risciacquare accuratamente. Senza SLS e SLES.

Spunti tecnici:
– I tensioattivi contenuti sono biodegradabili e provenienti da fonti rinnovabili.
– Porphyra umbilicalis, detta anche alga nori, possiede proprietà antiossidanti e protettive da raggi UV, inoltre migliora l’elasticità e resistenza della fibra del capello.
– Filtro UV (Benzophenone-4), viene adottato per minimizzare il danno provocato dall’esposizione prolungata dei capelli al sole.
– Il viscosizzante rappresentato dalla Caesalpinia spinosa gum è una gomma naturale di facile utilizzo: funziona anche in ambiente acido, in presenza di tensioattivi ed elettroliti. Coadiuva anche il condizionante (Polyquaternium-10) a rendere morbido il capello.
– L’actina idrolizzata contribuisce a mantenere il capello morbido, pettina- bile e ne conferisce un effetto volumizzante.

 

L’Oréal Professionnel Majire – L’Oréal 

Ingredients: Aqua, Cetearyl Alcohol, Ammonium Hydroxide, Oleth-30, Hexadimethrine Chloride, Ammonium Hydroxide, Oleic Acid, Oleyl Alcohol, P-aminophenol, M-aminophenol, Sodium Metabisulfite, Ethanolamine, 6-hydroxyindole, Thioglycerin, Toluene-2,5-diamine, Benzyl Alcohol, 2-oleamido-1,3- octadecanediol, Resorcinol, EDTA, Parfum

Introduzione: Sin dal suo lancio nel 1978, Majirel ha rappresentato il punto di riferimento all’interno del mercato della colorazione permanente. La chiave del suo successo? Una formula innovativa in grado di garantire una perfetta copertura dei capelli bianchi, una cosmeticità duratura e una texture cremosa e antigoccia. Altamente concentrato in agenti protettivi e Ionène G.
Durante il processo di colorazione, il capello è protetto grazie alla formula con Ionène G, un ingrediente protettivo sviluppato dai laboratori di ricerca avanzata L’Oréal Professionnel che svolge una duplice funzione: lavora sulla protezione del capello sin dalla parte corticale, mentre ne ammorbidisce e leviga la superficie. Il risultato finale, dopo un servizio di colorazione con Majirel, è un capello che risulta il 45% più trattato e cosmetico*.
*Test strumentale

Più sostenibile
Il design del pack di Majirel dimostra anche un grande impegno in termini di sostenibilità. Infatti a soluzione innovativa del nuovo tappo in plastica riciclata al 100% di Majirel consente di risparmiare 7 tonnellate di plastica ogni anno**.
**Risparmio di 7 tonnellate di plastica vergine basato sui quantitativi totali di plastica del 2018

Spunti tecniciUna formulazione storica per le tinte L’Oréal.
Grazie agli agenti alcalinizzanti, tra cui Ethanolamine, viene favorita l’apertura delle scaglie di cheratina del fusto del capello. Tramite la reazione di ossidazione innescata dall’acqua ossigenata, che viene aggiunta a questa crema colorata in una determinata concentrazione, gli ingredienti raggiungono il fusto. A livello del fusto la naturale melanina viene distrutta e i precursori del colore (Toluene-2,5-diamine, P-aminophenol, M-aminophenol) della tinta si ossidano e diventano veri e propri pigmenti che rimangono intrappolati nella struttura del capello conferendo il colore desiderato e permettendo di coprire i capelli bianchi.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2/2021

La scienza svela i segreti dei capelli danneggiati

Rita María Bran García, European Master in Translational Cosmetic and Dermatological Sciences, Università del Piemonte Orientale, Novararitambrang@gmail.com;
Irene Preet Bhela, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università del Piemonte Orientale, Novarairenepreet.bhela@uniupo.it


Chi ha capelli danneggiati dal calore, da particolari acconciature, da trattamenti chimici o da fattori ambientali può tuttavia tornare a disporre di capelli forti e sani, considerando in dettaglio tre fattori molto importanti. Primo fra tutti l’aspetto, ovvero la brillantezza, la lucentezza e il contrasto tra i capelli. Il secondo è rappresentato dalla libertà dei loro movimenti, tenendo conto dell’allineamento, della forma e del fatto che le fibre riescano a muoversi in modo fluido mantenendosi separate le une dalle altre. Il terzo e ultimo fattore è correlato alla texture, ovvero la consistenza, che dovrebbe anche garantire una sensazione liscia e setosa al tatto. Al giorno d’oggi il rispetto di questi fattori è considerato essenziale per garantire capelli sani e robusti (1).

Struttura del capello
Per una migliore comprensione di come i capelli si danneggino progressivamente, è indispensabile concentrarsi sulla loro struttura.
I capelli sono composti da diverse sostanze quali proteine, acqua, lipidi, oligoelementi e pigmenti vari. Studi recenti hanno chiarito importanti dettagli in merito ad alcuni di questi componenti, in particolare ai lipidi, alle proteine e ad altri composti contenuti nei capelli, e al loro cruciale coinvolgimento a carico della superficie del capello (2).
Il fusto, quello che generalmente definiamo come “capello”, costituisce la parte direttamente legata alla pelle (3) e si presenta come un biomateriale filamentoso contenente prevalentemente proteine, in particolare cheratina.
Uno studio approfondito della struttura del capello ha permesso di evidenziare che questo biomateriale è costituito da diversi strati (Fig.1): il midollo rappresenta una zona disordinata e poco compatta, vicino all’epicentro, circondata dalla corteccia. Quest’ultima struttura contiene la maggior parte della massa della fibra ed è composta prevalentemente da proteine cheratiniche e da lipidi strutturali.
La porzione successiva è rappresentata dalla cuticola, che circonda la corteccia, composta da uno strato di cellule morte sovrapposte che creano uno strato protettivo attorno al filamento del capello (4). Essa fornisce proprietà visive come lucentezza, luminosità e interviene anche nel controllo dell’umidità (2,4).
Molti dei prodotti cosmetici del mercato come le mousse per capelli, gel, balsami e spray si depositano sulle cuticole. Anche altri prodotti applicati sulle cuticole, quali tinte, liscianti e arriccianti, esercitano poi i loro effetti negativi su tutta la fibra capillare.
La cuticola può essere formata da diversi strati, la cui quantità dipende dal tipo, dalle condizioni e dalla lunghezza del capello. Uno degli strati principali è costituito dal complesso della membrana cellulare (CMC), che presenta uno spessore di circa 30 nm e agisce come separazione tra le differenti cellule presenti nella cuticola (5).
Diversi studi hanno dimostrato che la superficie esterna delle cellule della cuticola è rivestita da un monostrato di acidi grassi legati in modo covalente, il cui componente principale è l’acido 18-meti- leicosanoico (18-MEA) (6) che è uno dei principali componenti lipidici della CMC, nonché il lipide fondamentale nella struttura del capello, dove contribuisce alla pettinabilità sia del capello bagnato che asciutto (5).
Il 18-MEA è un particolare acido grasso a catena ramificata, legato covalentemente attraverso legami tioestere o estere alla superficie della cuticola delle fibre capillari (7). Questo acido grasso conferisce idrofobicità alla superficie esterna del capello; pertanto, è in grado di creare una superficie idrorepellente e di agire da lubrificante, riducendo l’attrito tra le fibre capillari. In questo modo i capelli sono anche protetti da un eccessivo assorbimento d’acqua (6).
Inoltre il 18-MEA influenza l’aspetto, la morbidezza, il tatto, la lubrificazione, la lucentezza dei capelli ed è oggi un importante additivo nei prodotti per migliorarne l’effetto condizionante (8).
Pertanto, se il monostrato di 18-MEA è intatto, le ciocche mostrano un allineamento regolare e parallelo (Fig.2) (9), e i capelli bagnati avranno una minor tendenza ad aggrovigliarsi durante il processo di asciugatura.
Al contrario, in assenza di 18-MEA le ciocche di capelli si aggrovigliano e si attaccano le une alle altre, e si asciugano molto più rapidamente ottenendo come risultato l’effetto di numerosi grovigli (6). L’assenza di 18-MEA provoca un maggiore attrito tra le fibre, condizione che influisce sulle percezioni sensoriali quali secchezza e difficoltà nel pettinare i capelli (Fig.3) (2).
Poiché il 18-MEA forma legami covalenti, è insolubile in acqua e non si dissolve nei comuni solventi organici, ne è perciò difficoltosa anche la rimozione meccanica. Tuttavia, risulta molto suscettibile all’idrolisi alcalina e ai danni causati dal lavaggio quotidiano (3). Ciò significa che prodotti e trattamenti alcalini come tinture per capelli, rilassanti, permanenti e detergenti ad alto pH contribuiscano alla perdita di questo strato lipidico protettivo e, successivamente, a rendere idrofila la superficie del capello.
Come conseguenza si ha un aumento dell’attrito tra le ciocche, modificando la percezione sensoriale e promuovendo l’effetto crespo, la rottura, la sensazione di secchezza, la difficoltà nel districarli o, semplicemente, nel passare le dita fra i capelli (6).
Pertanto, al fine di arricchire l’aspetto della chioma, il primo passo da compiere è quello di ridurre al massimo l’esposizione ad ambienti alcalini. Infatti, una riduzione della frequenza di tintura o di altri trattamenti garantirà una protezione sotto il profilo dell’integrità (10). Naturalmente, i capelli sottoposti a numerosi trattamenti chimici richiederanno maggiori attenzioni (11). Sarà pertanto preferibile l’utilizzo di detergenti con pH inferiore (<6) per contribuire a una significativa protezione (10). Fortunatamente l’industria cosmetica ha scoperto varianti modificate di 18-MEA, in grado di depositarsi sulla superficie dei capelli danneggiati migliorandone le proprietà idrofobiche (10). Alcuni esempi di prodotti disponibili sul mercato sono: Advanced Haircare Total Repair 5 di L’Oréal, Platinum Strength Treatment Mask di TRESemmé, Ciment Thermique Blow Dry Primer di Kérastase e Creme with Silk Groom di Kiehl’s (12). L’utilizzo di tali prodotti supporta la prevenzione dalla disidratazione e permette la diminuzione dell’attrito e dei grovigli, nonché aumenta la lucentezza, garantendo così capelli sani e forti.

Bibliografia
1. Tanamachi H, Tokunaga S, Tanji N et al (2010) 18-MEA and hair appearance. J Cosmet Sci 61(2):147-160
2. Robbins CR (2014) Chemical and Physical Behavior of Human Hair. Springer-Verlag, New York.
3. Martel JL, Miao JH, Badri T (2020) Anatomy, Hair Follicle. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing.
4. Yang F-C, Zhang Y, Rheinstädter MC (2014) The structure of people’s hair. PeerJ 2:e619
5. Velasco MVR, de Sá Dias TC, de Freitas AZ et al (2009) Hair fiber characteristics and methods to evaluate hair physical and mechanical properties. Braz J Pharm Sci 45(1):153-162
6. Tokunaga S, Tanamachi H, Ishikawa K (2019) Degradation of Hair Surface: Importance of 18-MEA and Epicuticle. Cosmetics 6(2):31
7. Sinclair RD (2007) Healthy hair: what is it? JIDSP 12(2):2-5
8. www.intechopen.com/books/hair-and-scalp-disorders/anatomy-and-physiology-of-hair (ultimo accesso: 2 dicembre 2020).
9. www.naturallycurly.com/curlreading/chemicals-ingredients/cuticle-protectant-the-18-mea-layer (ultimo accesso: 2 dicembre 2020).
10. Dias MFRG, Pirmez R, Dutra H (2020) How to Select a Good Shampoo and Conditioner.  In: Hair and Scalp Treatments. Springer, Cham.
11. www.cosmeticsandtoiletries.com/formulating/function/repair/231621741.html (ultimo accesso il 3 dicembre 2020).
12. www.naturallycurly.com/curlreading/chemicals-ingredients/cuticle-protectant-the-18-mea-layer (ultimo accesso il 3 dicembre 2020).

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2/2021

Prodotti finiti • Bio-Colorist

Ingredients: Aqua, Cocamide Mea, Ethanolamine, Glyceryl Stearate, Cetearyl Alcohol, Palmitic Acid, Stearic Acid, Toluene- 2,5-diamine Sulfate, Propylene Glycol, Tristearyl Citrate, Lauryl Lactate, Octyldodecyl Lactate, Hibiscus Sabdariffa Flower Extract, Rheum Palmatum Root Extract, Lawsonia Inermis Leaf Extract, Ascorbic Acid, Sodium Hydrosulfite, Sodium Gluconate, Citric Acid, Sodium Benzoate, Potassium Sorbate, 4-amino-2-hydroxytoluene, P-aminophenol, 2,4-diaminophenoxyethanol HCl, 4-chlororesorcinol, 2-methylresorcinol, M-aminophenol, 1-naphthol Rivelatore in crema: Aqua (Water), Hydrogen Peroxide, Cetearyl Alcohol, Hexyldecyl Laurate, Hexyldecanol, Ceteareth-20, Laureth-3, Etidronic Acid, Oxyquinoline Sulfate

Introduzione: La prima linea di colorazione permanente venduta in farmacia con l’85- 90% di attivi naturali, che consente di ottenere un risultato perfetto come dal parrucchiere ma nella sicurezza di casa propria. In soli 20 minuti di posa garantisce un’ottimale copertura dei capelli bianchi, riflessi e colore brillante. Disponibile in 8 nuance, ritroviamo tutta la gamma cromatica offerta dalla natura: dal colore caldo dello zafferano all’intensità dell’henné, dalla dolcezza della camomilla alla vivacità dell’ibisco.
Ogni kit è dotato di: tubo di tintura con crema colorante, shaker per l’emulsione ossidante, guanti monouso, bustine monodose di shampoo e maschera post-colore, e istruzioni di riferimento che accompagnano il consumatore passo dopo passo nella realizzazione della colorazione. La tintura e l’emulsione ossidante sono inserite nell’astuccio con le dosi corrette per permettere l’ottimale sviluppo del colore.

Spunti tecnici: Gli attivi vegetali presenti non seccano né stressano il capello, ma al contrario i pigmenti coloranti avvolgono la cuticola e si legano alla cheratina, rendendo il fusto molto più corposo e lucente, e riducendo le doppie punte. Inoltre contiene un complesso dermoprotettivo naturale brevettato realizzato con acidi della frutta lipofilizzati in grado di creare un film protettivo quando entra in contatto con la pelle, rendendo la colorazione ideale anche per la cute più sensibile e riducendo il rischio di irritazione.
La linea non contiene ingredienti controindicati in gravidanza, non contiene ammoniaca, resorcinolo, parafenilendiammina, parabeni, paraffine, siliconi e composti poliossietilenati.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 2/2021

 

Scrivilo in agenda

L’anno è cominciato ormai da un pezzo alternando il giallo limone al rosso vermiglio, passando per un arancione carota. I nostri account social portano a galla quanto pubblicato un anno fa o più e, come direbbero i Tiromancino, “la descrizione di un attimo (…) un’emozione fortissima”. Quando succede a me, un sorriso malinconico va alla vita “di prima”, cioè prima che fossimo parcheggiati in questo tempo sospeso e ovattato dagli schermi dei nostri pc davanti ai quali spendiamo il tempo, senza con questo voler banalizzare il dolore di molti di noi per le perdite di persone care o economiche.
La fatica in questo momento resta e, è quasi inutile dirlo, ci accompagna nelle giornate che trascorriamo distanziati e mascherati. Prendendomi una licenza poetica (Giacomo, me lo concedi?), a volte mi sento come se fosse il venerdì del villaggio (perché sabato no, quello non si può certo dire), ma avverto il piede che è pronto sull’acceleratore per dare gas e (ri)partire.
In tutto questo panorama, gli appuntamenti regolatori da segnare in agenda non mancano e non si fanno attendere. Ne ricordo alcuni. La notifica delle composizioni di miscele al portale di ECHA (finalmente armonizzata. Si può dire? Qualche piccola differenza tra gli Stati c’è ma piccolina) ai sensi dell’art.45 del Regolamento CLP che, con il suo Allegato VIII (già più volte emendato), stabilisce quali elementi fornire all’Agenzia, come, quando e i casi in cui sarà necessario fare un aggiornamento di notifica. È sempre l’All.VIII a introdurre un nuovo codice (il codice UFI) che inizia a comparire sulle etichette di miscele classificate pericolose per effetti chimico-fisici o sulla salute umana. Il suo obiettivo è instaurare una relazione univoca tra se stesso e la composizione di miscela, così da agevolare la risposta in caso di emergenza sanitaria.
Fermi tutti! Ma non avevamo detto che per i cosmetici allo stato finito destinati all’utilizzatore finale il Regolamento CLP non si applica? Sì, certo, lo avevamo detto e continua a essere così, ma prima di giungere allo stato finito e prendere la “connotazione” di prodotto cosmetico, ciò che viene prima è una miscela, quindi…
Gli obblighi di notifica per qualcuno potrebbero già bussare alla porta perché, se è vero che è stato stabilito un periodo transitorio (1/01/2025, data entro la quale deve essere effettuata una notifica ai sensi dell’All.VIII per tutte le miscele immesse sul mercato sia nuove che esistenti), bisogna anche considerare che chi immette sul mercato miscele che non sono già state notificate secondo la legislazione nazionale deve conformarsi all’obbligo a partire dall’1/01/2021 se l’uso finale è del consumatore, ad esempio.
Più di qualche pensiero lo dà anche il Regolamento (UE) 2020/217, cioè il XIV ATP al CLP, che si applica a decorrere dall’1/10/2021 e che porta con sé la modifica dell’All.VI delle classificazioni armonizzate introducendo la classificazione come Carc. 2 H351 (inalazione) per il biossido di titanio (in polvere contenente ≥1% di particelle con diame­tro aerodinamico ≤10 μm).
C’è qualche altra sorpresa? (leggasi con tono sarcastico).
Diciamo che… ci sarebbe la modifica dell’All.II del Regolamento REACH (a opera del Regolamento (UE) 2020/878) che richiederà l’aggiornamento delle schede dati di sicurezza, però hanno dato tempo fino al 2022, quindi direi che ne parliamo un’altra volta.

Pubblicato su Cosmetic Technology 2, 2021