Uno scudo per la protezione dei capelli

di Carolina Lourenco, Marcia de Paula
Hair Care Center, Symrise, Brasile • marcia.paula@symrise.com


Negli ultimi decenni l’inquinamento dell’aria è aumentato a livello globale. Attualmente i consumatori avvertono in maniera sostanziale il modo in cui l’inquinamento dell’aria e le particelle di polvere influenzano direttamente la salute e la qualità della pelle e dei capelli.
In questo studio abbiamo simulato l’esposizione dei capelli all’inquinamento ambientale, utilizzando capelli caucasici decolorati due volte. Abbiamo valutato pettinabilità e lucentezza prima e dopo l’esposizione alle polveri standard in una camera con ricircolo d’aria, controllando densità delle polveri e tempo di esposizione. Le immagini del microscopio elettronico a scansione (Scanning Electron Microscopy, SEM) hanno mostrato l’aspetto della superficie dei capelli dopo la deposizione delle particelle di polvere e lo spettrometro a raggi X a dispersione di energia (Energy Dispersive System, EDS) ha determinato la percentuale di alcuni residui trovati sulle fibre dei capelli.
Le ciocche precedentemente trattate con shampoo e balsamo contenenti l’1% di principio attivo (nome INCI: Pentylene Glycol, Aqua, Glycerin, Triticum Vulgare Bran Extract, 1,2-hexanediol, Caprylyl Glycol) prima dell’esposizione alle particelle di polvere sono risultate meno danneggiate dall’inquinamento simulato. L’energia richiesta per pettinare i campioni e la riduzione della lucentezza sono risultate significativamente inferiori rispetto ai campioni non trattati nello stesso modo. Le immagini SEM hanno mostrato meno particelle aderenti e migliori condizioni generali nei campioni trattati. I valori EDS hanno confermato una minore deposizione di alluminio e calcio.
Il prodotto sotto esame si è dimostrato in grado di impedire l’adesione delle particelle inquinanti migliorando pettinabilità e brillantezza dei capelli. Rappresenta una nuova soluzione per le persone che vivono nelle grandi città a livello di salute, qualità e bellezza dei capelli.

Introduzione
A causa dell’aumento della popolazione, dell’industrializzazione, del numero di veicoli in circolazione e di altri agenti inquinanti, ci troviamo ad affrontare un incremento dell’inquinamento dell’aria. Le microparticelle di polvere (particelle con un diametro massimo di 10/2,5 µm) (1) rilasciate dalle industrie, automobili e non solo, sono anche portatrici di idrocarburi policiclici aromatici, ormai noti come inquinanti organici di varia tossicità. Questi materiali particolati sono composti principalmente da ossidi (alluminio, zolfo, calcio, magnesio e altri ancora).
Attualmente i consumatori avvertono in modo evidente come l’inquinamento dell’aria e le particelle di polvere influenzino direttamente la salute e la qualità della pelle e dei capelli (2). Nella maggior parte delle aree inquinate, le persone non si aspettano che i prodotti per la cura dei capelli possano soltanto lavarli e disintossicarli, ma cercano anche formule capaci di fornire un efficiente scudo antinquinamento.
L’uso dello shampoo unito a quello del balsamo rientra nella routine della cura dei capelli di molti consumatori di tutto il mondo. L’obiettivo principale è quello di rimuovere i residui di prodotti cosmetici e il sebo autosecreto, ma anche il grasso e le polveri provenienti dall’ambiente esterno.
In questo studio abbiamo simulato l’esposizione dei capelli all’inquinamento ambientale. Siamo in grado di dimostrare il deposito delle particelle inquinanti sulla fibra dei capelli e l’inefficacia di semplici shampoo e balsami che non solo non riescono a rimuoverle, ma che non possono evitarne la deposizione.
A tal fine, abbiamo sviluppato una nuova tecnologia in grado di proteggere i capelli dalle polveri inquinanti per mantenerli sani. Pettinabilità e lucentezza sono state valutate prima e dopo l’esposizione dei capelli all’inquinamento standard. […]

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Solventi alternativi per l’estrazione di piante dolomitiche

di Stefano Francescato1, Luigi Rigano2, Sara Ferrari1, Nicola Lionetti3, Gabriele De Nadai1, Stefano Dall’Acqua4,5, Marta Faggian5, Gregorio Peron4, Gianni Baratto1
1Area scientifica, Unifarco, Belluno • stefano.francescato@unifarco.it
2ISPE, Milano
3Rigano Laboratories, Milano,
4Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Padova
5UniR&D, Padova


Alternative extraction solvents applied to Dolomitic plants
Recovery of skin lightening actives from sustainable processes and supply chains

Dolomites are sedimentary Alpine mountains, created by ocean sediments, located between the European alps and Venice. Following thousands of years of evolution and for the peculiar geography, Dolomite plants developed special adaptation to high altitude and climatic conditions, producing interesting secondary metabolites, necessary for their protection and defence from environmental attacks. Aim of the study was in first place the selection of 5 plants (scullcap, marygold, rhododendron, saffron, mulberry) linked to the Dolomiti environment, derived from sustainable supply chains. The species were extracted with a series of “green” solvents or solvents blends to identify the most performing extractive method to concentrate important actives such polyphenols. Finally, one of the studied extract (mulberry extract) was tested for its depigmentant activity in vitro for a possible application in cosmetics. Since little research has been carried out till now, concerning the identification of appropriate extraction systems, by green chemistry, this work opens the way to the study of new strategies for their tailor-made differential extraction, of analytical methods and activity testing applicable to some plants related to Dolomiti area.

Le Dolomiti sono catene montuose alpine di origine sedimentaria create da depositi oceanici, posizionate tra Venezia e le Alpi europee. Adattandosi a migliaia di anni di evoluzione per la loro particolare posizione geografica, le piante dolomitiche si sono adattate alle elevate altitudini e alle condizioni climatiche, producendo interessanti metaboliti secondari necessari per difendersi dagli attacchi ambientali. Scopo di questo lavoro è stato per prima cosa la selezione di cinque piante legate all’ambiente dolomitico (scutellaria, calendula, rododendro, zafferano, gelso) provenienti da filiere sostenibili. Le specie sono state estratte con una serie di solventi “green” o loro miscele, per identificare il metodo più idoneo alla concentrazione di importanti principi attivi quali i polifenoli. Infine, uno degli estratti studiati (estratto di gelso) è stato testato in vitro per la sua azione dipigmentante cutanea, per una possibile applicazione cosmetica. Dal momento che finora le ricerche riguardanti l’identificazione di nuovi sistemi solventi “green” sono limitate, questo lavoro apre la strada allo studio di nuove strategie estrattive su misura di metodi analitici e di testing da applicare a particolari specie legate all’ambiente dolomitico.

Premessa
La genesi delle Dolomiti è riconducibile all’accumulo oceanico di materiale organico (conchiglie, coralli, alghe) e inorganico (sabbie, limo), trasformatosi, nel corso di milioni di anni, in rocce sedimentarie costituite da carbonati di calcio e magnesio, con tracce di ferro.
Le particolari condizioni geografiche e climatiche dell’area hanno portato in millenni di evoluzione a sviluppare nelle piante endemiche dolomitiche speciali adattamenti all’alta quota e al substrato carbonatico. In questo sito, anche le piante coltivate dall’uomo si adattano alle particolari condizioni climatiche. Cicli termici proibitivi, intensa esposizione ai raggi UV e caratteristico substrato calcareo influenzano positivamente la produzione di interessanti metaboliti secondari, necessari all’auto-protezione dai fattori climatico-ambientali e biologici. Le piante, in risposta agli stimoli dell’ambiente che le circonda, producono una serie di metaboliti secondari, importanti principi attivi che possono avere utili proprietà ai fini cosmetici e salutistici. Spesso queste molecole si ritrovano anche in parti di pianta che costituiscono uno scarto di alcune filiere produttive, come quella agro-alimentare. Il recupero selettivo di queste sostanze dai tessuti vegetali residui potrebbe costituire un processo “green” e i loro benefici funzionali essere adeguatamente sfruttati in cosmetica. Sorprendentemente, fino a ora sono state condotte poche ricerche riguardanti l’identificazione dei sistemi di estrazione più appropriati da vegetali, ispirati alla chimica verde e relativi a specifiche categorie di ingredienti. Sono state studiate strategie sistematiche per un’estrazione differenziale su misura, identificazione analitica e caratterizzazione. Inoltre uno di questi estratti è stato testato per la sua funzionalità sull’attività di inibizione della tirosinasi per valutarne l’azione depigmentante all’interno di formule cosmetiche.

Introduzione
L’estrazione di principi attivi delle piante con mezzi adeguati è uno dei processi industriali più importanti della chimica fine applicata ai cosmetici. Spesso i solventi sono composti organici volatili ottenuti da risorse non rinnovabili, sospettati di essere dannosi sia per la salute umana che per l’ambiente. Oggi la nuova enfasi sulla sostenibilità ambientale e lo sviluppo della chimica verde richiedono la ricerca di solventi alternativi ai derivati dal petrolio poco sostenibili (1). […]

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Sperimentazione sugli animali

Dal 2004, prima ancora che entrasse in vigore il Regolamento (CE) n.1223/2009, la sperimentazione animale è stata gradualmente messa al bando nel settore cosmetico. In un primo momento i test sugli animali sono stati vietati per i prodotti finiti e successivamente, con l’art.18 del Regolamento (CE) n.1223/2009, sono stati via via sostituiti anche per gli ingredienti e le miscele di ingredienti con metodi alternativi convalidati. L’applicazione del divieto è stata graduale, in modo da non compromettere la raccolta dei dati necessari per provare la sicurezza delle sostanze, delle miscele di ingredienti e dei prodotti finiti ottenuti con diversi tipi di prove. Nel 2013 il processo di implementazione del divieto di sperimentazione animale si è completato e da quell’anno, a norma dell’art.18 del Regolamento, nel territorio europeo nessun cosmetico o suo componente, prodotto o importato, deve essere testato sugli animali.
La sensibilità del pubblico dei consumatori nei confronti della sofferenza degli animali causata dai test aveva indotto molte aziende, già prima dell’introduzione dei divieti, a cercare soluzioni alternative alle sperimentazioni animali. Le associazioni per la tutela degli animali avevano premiato questi operatori rilasciando, a chi lo richiedeva, delle certificazioni attestanti che i loro prodotti erano cruelty free. A partire dal 2013 è stato però sollevato il problema dell’ingannevolezza di tali certificazioni; poiché le sperimentazioni sono vietate dalla legge, il fatto che alcune aziende vantino i loro prodotti come cruelty free risulta discriminatorio verso le altre che pure hanno la stessa caratteristica. A questo riguardo è significativa la pronuncia n.37/2014 del Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria dove si afferma, con riferimento al claim “non sono testati sugli animali”, che: “Dal momento che le norme europee (Regolamento (UE) n.655/2013) proibiscono a tutti i prodotti cosmetici di essere testati sugli animali, il Giurì ravvisa nell’espressione impiegata dallo spot non una ridondanza pleonastica, ma l’enunciazione di un inesistente ma vantato pregio differenziale che, mirando all’acquisizione di un indebito beneficio, genera ingannevolezza nel consumatore”.
Perché allora parlare ancora di sperimentazione sugli animali visto che il problema pare essere superato? Le associazioni per la protezione degli animali da subito hanno denunciato come i divieti introdotti dalla disciplina cosmetica non fossero assoluti e rimanessero possibili diverse eccezioni, e che dunque prodotti davvero esenti da tale problematica fossero pochi. Uno degli scopi principali perseguiti dalla disciplina sui cosmetici è la tutela della salute degli utilizzatori e, di conseguenza, salvaguardare la sicurezza di questi prodotti e dei loro componenti costituisce un fine primario. La Commissione europea persegue tale obiettivo avvalendosi della consulenza di una commissione di esperti e del Scientific Commettee on Consumer Safety (SCCS) che la consiglia nello stabilire se una sostanza chimica possa essere o meno consentita come ingrediente nei cosmetici e, nel caso, con quali limiti o condizioni. Per la verifica della sicurezza degli ingredienti cosmetici si fa ricorso, come per tutte le sostanze chimiche, a dati sui possibili effetti dannosi che le diverse sostanze possono causare all’uomo e storicamente tali dati sono stati ricavati da test effettuati sugli animali. Ci sono quindi molti ingredienti cosmetici di uso attuale che in passato sono stati testati sugli animali. Se solo questa fosse l’eccezione però il problema sarebbe circoscritto.
Il fatto è che ci sono anche ingredienti presenti nelle formulazioni in commercio in Europa che, malgrado i divieti, sono tuttora sperimentati sugli animali. Interessante è la questione affrontata dalla Corte di Giustizia europea su impulso della High Court of Justice (England and Wales) e decisa nella sentenza del 21 settembre 2016. In questa causa, promossa dalla Federazione europea per gli ingredienti cosmetici (EFFCI), associazione di categoria che opera all’interno dell’Unione europea e rappresenta i fabbricanti di ingredienti impiegati nei prodotti cosmetici, si è valutata la portata dell’art.18 co.1 lett.b. Questa disposizione vieta l’importazione dei cosmetici contenenti ingredienti o combinazioni di ingredienti testati sugli animali fuori dalla Comunità europea, come avviene nei casi in cui tali test sono effettuati per ottenere dati necessari per espletare procedure di immissione in commercio in Paesi extraeuropei (come Giappone e Cina). La conclusione cui sono giunti i giudici è che il divieto riguarda le sperimentazioni sugli animali effettuate all’estero “allo scopo di conformarsi alle disposizioni di tale Regolamento” e cioè quando “i risultati sono utilizzati per dimostrare la sicurezza di tali prodotti per la loro immissione sul mercato dell’Unione”. Di conseguenza, nessun dato ottenuto nell’ambito di sperimentazioni animali, indipendentemente se effettuate in territorio europeo o extraeuropeo (unica esclusione previsa è costituita dai casi in cui tali dati siano stati ottenuti prima delle date limite per l’eliminazione progressiva delle diverse sperimentazioni animali), può mai essere posto a fondamento della valutazione di sicurezza di ingredienti e miscele di ingredienti cosmetici, ma, nondimeno, poiché il divieto non è assoluto, dati ottenuti fuori dall’UE possono comunque entrare a far parte della documentazione informativa sul prodotto (l’art.11 che riguarda la documentazione informativa sul prodotto prevede al par.2 lett.e che siano conservati “i dati concernenti le sperimentazioni animali effettuate dal fabbricante, dai suoi agenti o dai suoi fornitori relativamente allo sviluppo o alla valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico o dei suoi ingredienti, inclusi gli esperimenti sugli animali effettuati per soddisfare i requisiti legislativi o regolamentari dei paesi terzi”). Ciò accade per le sostanze di uso nell’ambito cosmetico, ma bisogna anche tener conto del fatto che in questo settore vengono utilizzati come ingredienti cosmetici anche sostanze in uso in altre filiere dove le sperimentazioni animali sono ancora ammesse, come quella farmaceutica e alimentare. Infatti, un’eccezione al divieto è ammessa se la sperimentazione animale è richiesta per soddisfare gli obblighi di altre normative, come ad esempio la disciplina REACH, ciò benché lo stesso Regolamento REACH all’art.13 stabilisca che “per quanto riguarda la tossicità umana, le informazioni sono acquisite, ove possibile, ricorrendo a mezzi diversi dai test su animali vertebrati, attraverso l’uso di metodi alternativi, ad esempio metodi in vitro o modelli di relazioni qualitative o quantitative struttura-attività o dati relativi a sostanze strutturalmente affini”.
Nel 2016 lo stesso Parlamento europeo, riconosciuto che il divieto di sperimentazione animale prescritto dal Regolamento (CE) n.1223/2009 non è sufficiente a tutelare gli animali nel territorio comunitario e che nel mondo ben l’80% degli stati ancora ricorrono alla sperimentazione animale nel settore cosmetico, ha approvato una risoluzione per rafforzare il principio e anche sollecitare iniziative a livello internazionale per estendere il divieto nei Paesi extraeuropei.
La posizione europea in materia di cosmetici si colloca nell’ambito di un orientamento più generale iniziato con l’approvazione nel 1991 a Maastricht di una Dichiarazione sulla protezione degli animali, in cui veniva riconosciuta la qualità di esseri senzienti, e seguita, nel 1997, ad Amsterdam dall’approvazione di un Protocollo sul benessere degli animali poi diventato parte integrante del Trattato di Lisbona. Proprio partendo da questi principi, in Europa sono state introdotte regole più severe anche nel settore della sperimentazione medica e farmacologica. Con la Direttiva 2010/63/UE del 22.9.10 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, infatti, con l’obiettivo di migliorare il benessere animale si è introdotto il principio delle 3 R (Replacement, completa sostituzione degli animali con metodi alternativi come scopo finale; Reduction, riduzione del numero di animali utilizzati, tale comunque da ottenere una quantità di dati statisticamente significativa; Refinement, raffinamento delle condizioni sperimentali per ridurre al massimo la sofferenza provocata all’animale). Anche in settori diversi da quello cosmetico è stato quindi posto l’obiettivo di eliminare gradualmente i test mettendo a punto metodi alternativi convalidati. La Direttiva 2010/63/UE prevede che i ricercatori possano utilizzare metodi di sperimentazione alternativi, purché siano preventivamente approvati dalla legislazione europea attraverso un preciso iter di validazione. L’organismo incaricato della validazione dei metodi alternativi è il Laboratorio di Riferimento dell’Unione europea (EURL- ECVAM). L’ EURL-ECVAM è ospitato presso il Joint Research Centre, Institute for Health and Consumer Protection (IHCP) che si trova in Italia, a Ispra. EURL ECVAM recepisce le richieste di validazione di nuovi metodi e ne valuta la rilevanza a livello regolamentare e l’affidabilità tecnica. I metodi vengono poi sottoposti a un processo di validazione che si completa con la pubblicazione di una raccomandazione. Lo stesso organismo poi può farsi promotore dello sviluppo e diffusione di metodi e approcci alternativi. Il Parlamento italiano, nel recepire la Direttiva europea ha deciso di modificarla applicando misure particolarmente restrittive. In Italia l’art.37 del D.Lgs. 4 marzo 2014, n.26, attribuisce al Ministero della Salute lo sviluppo e la ricerca di approcci alternativi che non prevedano l’uso di animali o utilizzano un minor numero di animali o che comportano procedure meno dolorose, nonché la formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati. Sono stati previsti stanziamenti per finanziare le ricerche in questo senso ed è stato anche creato un gruppo di lavoro per la promozione di nuovi metodi alternativi.
Malgrado questo generale consenso verso l’abbandono delle sperimentazioni sugli animali in tutti i settori, in seno all’Europa muovono ora indicazioni in senso opposto. Non solo per le proteste della comunità scientifica nazionale e internazionale da marzo 2014 è in vigore una moratoria sulle restrizioni al ricorso alle sperimentazioni animali per finalità mediche e scientifiche, ma anche con riferimento a sostanze di uso cosmetico si stanno facendo passi indietro. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) nell’ottobre 2020 ha avanzato, infatti, la richiesta di testare sugli animali alcuni ingredienti ampiamente utilizzati nei cosmetici e in altri prodotti di largo consumo sulla base di alcune pieghe del Regolamento REACH che riguarda appunto le condizioni d’uso delle sostanze chimiche per assicurare la sicurezza d’uso per l’uomo. È stato affermato, in particolare, che le sperimentazioni sugli animali sono necessarie per testare la sicurezza anche di ingredienti cosmetici quando vi sia il rischio di una possibile esposizione dei lavoratori nel processo di fabbricazione. Le associazioni europee per la tutela degli animali e anche aziende di cosmetici hanno ora sottoscritto un appello ai vertici dell’UE (la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen; il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e il Presidente dell’Europarlamento, David Sassoli) con la richiesta di non consentire il superamento del divieto delle sperimentazioni animali. Sarebbe un vero peccato che, ora che il buon esempio europeo ha spinto anche Paesi come la Cina a rinunciare alle sperimentazioni sugli animali in fase prevendita per almeno alcune categorie di cosmetici (legge entrata in vigore dal gennaio 2021), andassero persi in Europa risultati che si ritenevano definitivamente acquisiti. È comprensibile che la salute dei consumatori sia un valore importante e che debba essere difeso, ma la politica di graduale sostituzione dei test sugli animali con metodi alternativi convalidati ha dato fino ad ora risultati positivi, le aziende non risultano essere state penalizzate e i consumatori hanno apprezzato, e dunque ci si chiede perché si voglia invertire la tendenza.

Articolo pubblicato sulla rivista Cosmetic Technology 01/2021

Letteratura cosmetica

Introduzione
Nel suo ultimo libro Umberto Borellini descrive la cosmetologia come una vera e propria scienza in grado di evidenziare che psiche e cute dialogano costantemente. La bellezza può essere raggiunta non soltanto impiegando prodotti sempre più performanti, ma anche attraverso un percorso polisensoriale.

La ricerca dermocosmetica si avvale sempre più di un approccio multidisciplinare che tenga conto della totalità delle esposizioni cui una persona è soggetta. La cosmetologia esposomatica si concentra, quindi, sull’insieme degli stimoli che quotidianamente influenzano e danneggiano la pelle, l’organo più esposto ed esteso del corpo umano. I fattori possono essere esogeni (inquinanti ambientali come le polveri sottili e i gas di scarico) oppure derivare da elementi fisiologici (per esempio variazioni ormonali), abitudini e stili di vita (fumo, alimentazione, stress, esposizione a radiazioni) (1). Durante la pandemia da SARS-CoV-2 (sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2), un ulteriore elemento si è aggiunto al complesso network di componenti ambientali cui il corpo è sottoposto: il virus che causa la malattia chiamata COVID-19, identificato per la prima volta nell’uomo nel 2019 (2). La necessità di adottare misure di contenimento del contagio da Coronavirus ha infatti drasticamente modificato il nostro modo di vivere, di lavorare, di studiare e di socializzare, impattando quindi sull’esposoma umano.

Nessun cosmetico potrà mai donare quella
luce unica che nasce dal profondo dell’anima
che esprime la propria unicità
e la propria spiritualità.

Borellini U.

Abitudini igienico-cosmetiche durante la pandemia di COVID-19
Dall’inizio della pandemia, per prevenire e ridurre la trasmissione del virus sono state intraprese molte azioni: tra queste ha assunto un ruolo fondamentale la maggiore attenzione alle pratiche igieniche quotidiane. Numerosi ricercatori hanno approfondito questo tema. Per esempio, a 140 donne polacche è stato proposto un sondaggio relativo a operazioni di routine come il lavarsi mani e capelli, il farsi il bagno o la doccia e l’impiego di prodotti cosmetici, igienizzanti per la cute compresi (3). Sono stati tenuti in considerazione fattori come il livello di istruzione (professionale/primaria/secondaria/universitaria), il luogo di residenza (città da piccole a grandi), l’età (da 18 anni a oltre 65), la professione svolta e l’ambiente lavorativo (lavoro d’ufficio/agile). Dal confronto delle risposte relative al periodo COVID-19 con quelle del periodo pre-pandemico è emerso che, in generale, la pandemia ha significativamente cambiato le abitudini igienico-cosmetiche: per timore di infezione da SARS-CoV-2, nella maggior parte dei casi si è infatti prestata più attenzione all’igiene e alla cura delle pelle. A causa delle restrizioni imposte (distanziamento sociale) o per la perdita del lavoro, qualcuno ha potuto dedicarsi maggiormente al proprio aspetto grazie all’accresciuta disponibilità di tempo libero da trascorrere a casa. Consapevoli che l’igiene delle mani è un’operazione efficace nel ridurre l’incidenza di infezioni, le intervistate hanno dichiarato di aver aumentato la frequenza giornaliera del lavaggio delle mani, in particolare
dopo aver utilizzato il trasporto urbano (prima della pandemia 53,6 vs 80,7% durante) e dopo il ritorno a casa (80 vs 100%). Il sondaggio ha messo in luce la tendenza durante la pandemia a lavare il viso molte volte al giorno: dalle risposte “ogni volta che torno a casa”, “ripetutamente”, “più volte al giorno” e anche “8-10 volte al giorno” è emersa una sorta di ossessione per la pulizia del viso, sul quale il virus può depositarsi attraverso la trasmissione nell’aria di goccioline di saliva, potenzialmente contagiose, oltre che per contatto fisico tra le persone. Come atteso, è stato riscontrato un maggiore utilizzo di prodotti disinfettanti per la cute, principalmente quelli a base di etanolo: il ricorso a tali prodotti, descritto come “nullo” o “molto raro” in periodo pre-pandemico, è diventato “regolare” e “molto frequente” dopo. Non è invece significativamente variata la frequenza di lavaggio dei capelli (2-3 volte a settimana, 51,4 vs 52,1%), mentre è leggermente aumentata quella delle docce (due volte al giorno, 22,9 vs 30,0%) e dei bagni (3 volte a settimana, 5,3 vs 8,6%). La maggior frequenza dei bagni e delle docce calde, soprattutto serali, è stata correlata al desiderio di facilitare il relax in soggetti che avevano riscontrato disturbi del sonno, anche imputabili allo stato di ansia da COVID-19. A causa della chiusura dei centri estetici durante alcune fasi della pandemia, si è fortemente ridotta la possibilità di ricorrere a trattamenti professionali come tinture e maschere per i capelli, e trattamenti per le unghie. In parallelo, è aumentato il ricorso a rimedi casalinghi “fai da te” per la cura di viso, corpo e capelli, anche impiegando ingredienti economici, per esempio maschere allo yogurt per il corpo, al lievito di birra per il viso e all’uovo per capelli (11,4 vs 15,7%). Questa variazione è stata associata al maggior tempo disponibile da dedicare al proprio aspetto, ma anche alla necessità di risparmio economico (per riduzione o perdita del lavoro). In generale, si è osservato un minor utilizzo di tinture e maschere nutrienti per capelli, creme e sieri per il contorno occhi e per il viso, scrub per il viso e per il corpo, smalti per le unghie e creme per mani e piedi. Il cambiamento dello stile di vita associato alla cessazione del lavoro durante la pandemia (42,1%) o per il lavoro a distanza (26,4%) ha comportato una significativa riduzione della frequenza di impiego di profumi e di cosmetici per il makeup di viso, occhi e labbra. La limitazione all’utilizzo dei rossetti è attribuibile anche all’introduzione dell’obbligo di indossare la mascherina negli spazi pubblici. È invece aumentato in modo considerevole il ricorso a creme per le mani, a causa dell’incremento dell’uso dei prodotti ad azione disinfettante, i quali possono provocare irritazione cutanea e secchezza della pelle, ma anche per la possibile insorgenza di onicoschisi (fessurazione o escoriazione delle unghie) in chi indossa guanti protettivi per molte ore durante la giornata. Soltanto il 44% delle donne partecipanti al sondaggio ha dichiarato che manterrà le nuove abitudini e routine igieniche anche quando la pandemia sarà terminata, non tanto per l’oggettivo riscontro di migliori effetti cosmetici, quanto per la maggior comodità ed economicità di eseguire i trattamenti a casa propria. Le rimanenti intervistate, invece, hanno espresso l’intenzione di voler ritornare alla normalità, con la speranza di poter allontanare le sensazioni di paura, ansia e incertezza generate dalle restrizioni imposte per il contenimento del contagio da Coronavirus.

Prodotti igienizzanti e disinfettanti per le mani
Tipologie
La pandemia di COVID-19 ha influenzato molti aspetti della vita di ciascuno di noi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha divulgato in tutto il mondo, attraverso molteplici campagne di sensibilizzazione, raccomandazioni relative a tre azioni basilari per limitare la diffusione dei contagi: distanziamento sociale (ovvero allontanamento fisico), impiego di mascherine e igiene delle mani. Soprattutto durante la fase iniziale della pandemia, l’assenza di terapie specifiche per debellare il SARS-CoV-2 e la mancanza di vaccini hanno conferito alla prevenzione del contagio un ruolo fondamentale.
Ognuno di noi può svolgere una funzione importante nella lotta al Coronavirus: la frequente e accurata igiene delle mani e la disinfezione delle superfici e degli ambienti rappresentano senz’altro una strategia semplice ed efficace per il contenimento della diffusione di agenti patogeni e di prevenzione delle infezioni, compresa quella del COVID-19. Il Coronavirus, infatti, si trasmette principalmente attraverso goccioline di saliva e per contatto con persone infette e/o oggetti contaminati.
Numerose pubblicazioni scientifiche e raccomandazioni di organismi nazionali e internazionali destinate alla popolazione hanno puntato l’attenzione proprio sulla corretta igiene e disinfezione delle mani, soprattutto quando si trascorre molto tempo fuori casa, in luoghi pubblici, come anche in alcune situazioni particolari, per esempio prima di mangiare, dopo aver tossito, starnutito e soffiato il naso (4).
Ciò che emerge è la necessità di fare chiarezza sulle definizioni di prodotti che possono essere utilizzati per l’igiene delle mani e che sono differenti dal punto di vista regolatorio (5,6). Se infatti sembra essere chiaro a tutti che il lavaggio con acqua e sapone è una pratica cosmetica di detersione intesa come azione di pulizia della pelle, risulta meno netta la distinzione tra prodotti per le mani igienizzanti (cosmetici), quelli disinfettanti (Presidi Medico-Chirurgici (PMC) e biocidi) e i medicinali (formulazioni OMS).
I saponi naturali (solidi) e sintetici (saponi-non-saponi: lavamani solidi, fluidi, gel, spray, lozioni) sono prodotti cosmetici i quali, al contrario dei disinfettanti per la cute, non possono vantare un’azione germicida (claim non contemplato dal Regolamento cosmetico (CE) n.1223/2009).
I disinfettanti sono disciplinati dalla normativa europea sui prodotti biocidi (Regolamento (UE) n.528/2012) e da quella nazionale dei presidi medico-chirurgici (DPR n.392/199) destinati esclusivamente al mercato italiano. I prodotti lavamani più comuni attualmente presenti sul mercato e conformi ai requisiti di PMC, prodotti biocidi o cosmetici, sono i gel a base idroalcolica senza risciacquo.
Le formulazioni OMS sono ricette destinate alle farmacie o ad appositi laboratori per la produzione di grandi volumi di preparazioni a base alcolica per l’igiene delle mani. Si tratta di due soluzioni galeniche officinali, quindi medicinali, contenenti etanolo (80% v/v) oppure isopropanolo (75% v/v). Pensate per far fronte a emergenze sanitarie nei Paesi in via di sviluppo, per il consumo locale, e per questo contenenti anche perossido di idrogeno (0,125% v/v) con azione antisporigena, queste soluzioni sono state raccomandate anche per contenere l’emergenza COVID-19.
Le diverse organizzazioni sanitarie, nazionali e internazionali, hanno fornito indicazioni sulle pratiche per l’impiego corretto e consapevole degli igienizzanti e dei disinfettanti. Per il lavaggio delle mani venute a contatto con superfici contaminate, è sufficiente la detersione scrupolosa con saponi o detergenti sintetici, avendo cura di raggiungere entrambi i lati delle mani, le zone tra le dita e le unghie. Si deve quindi seguire un accurato risciacquo acquoso. L’a- zione lavante dei prodotti cosmetici citati è data dalla miscela di tensioattivi in essi contenuti: si tratta di molecole anfifiliche, la cui porzione idrofobica è in grado di rimuovere lo sporco dalle mani per azione meccanica e di interagire con l’involucro lipidico del Coronavirus, danneggiandolo.
I saponi sarebbero quindi meno efficaci nei confronti dei virus il cui materiale genetico non è contenuto e protetto da involucro. Anche se il lavaggio con acqua e sapone resta il metodo da preferire nella maggior parte dei casi, poiché consente l’eliminazione di un ampio spettro di agenti patogeni, non è sempre possibile ricorrervi (7). In assenza di acqua sono diventati di uso comune i prodotti lavamani senza risciacquo, ovvero prodotti igienizzanti o disinfettanti a base alcolica (contenenti etanolo, isopropanolo o miscele dei due) (8). Si tratta di prodotti molto versatili e di rapido impiego, formulati sotto forma di liquidi, gel o schiume: vanno applicati in piccola quantità su mani non visibilmente sporche (per non ridurre l’efficacia germicida) e asciutte; quindi si strofinano le mani per distribuire uniformemente il prodotto fino ad asciugatura completa. I disinfettanti possono anche essere non a base alcolica e contenere, per esempio, sostanze attive come la clorexidina digluconato o il cloruro di didecil dimetil ammonio. Tali prodotti, oltre a essere più costosi di quelli a base idroalcolica, sono caratterizzati da uno spettro germicida più ristretto e quindi sono meno efficaci: per tale ragione, i centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention, CDC) suggeriscono di non utilizzarli contro il SARS-CoV-2. Possono essere utilizzate anche le salviette umidificate contenenti sostanze disinfettanti: frizionare le mani con questi prodotti permetterebbe la rimozione fisica aggiuntiva dei microrganismi  eventualmente  sopravvissuti. È da notare, tuttavia, che durante il periodo pandemico il ricorso alle salviette non è così frequente, principalmente a causa del costo elevato di questi prodotti. L’esposizione ripetuta e prolungata ai prodotti a base di alcol, e ancora di più quelli non idroalcolici, potrebbe favorire nei batteri lo sviluppo di resistenza antimicrobica, con conseguente aumento del rischio di infezioni (1). Anche per questa ragione tali prodotti devono rappresentare un’alternativa al lavaggio delle mani con acqua e sapone, e non un’abitudine.

Efficacia
La letteratura mostra che l’efficacia degli igienizzanti (cosmetici) e dei disinfettanti (PMC e biocidi) per le mani dipende da fattori quali la composizione (tipologia e concentrazione della sostanza funzionale/attiva) e il tipo di microrganismo bersaglio (9). I prodotti a base idroalcolica, per esempio, sono efficaci contro i virus dotati di involucro lipidico, come quello del COVID-19, meno resistenti a detergenti, disinfettanti, acidi e calore rispetto ai virus senza involucro. Analogamente ai tensioattivi presenti nei saponi naturali o sintetici, infatti, le molecole degli alcol presentano una porzione polare e una non polare: anch’esse sono in grado di dissolvere le membrane lipidiche virali, con conseguente denaturazione e coagulazione delle proteine, l’inibizione del metabolismo cellulare e conseguente lisi del virus. Per tale ragione l’isopropanolo, più lipofilo dell’etanolo, sarebbe più attivo nei confronti del Coronavirus. Anche se alcuni studi hanno dimostrato che concentrazioni di alcoli maggiori del 30% v/v sono efficaci nell’inattivare il SARS-CoV-2 entro 30 secondi, normalmente si utilizzano concentrazioni maggiori. I CDC raccomandano l’impiego di prodotti a base alcolica contenenti almeno il 60% v/v di etanolo o il 70% v/v di isopropanolo, in particolar modo per il personale che lavora nelle strutture sanitarie. Soluzioni alcoliche a concentrazioni ancora più elevate sono meno efficaci perché le proteine virali sono difficilmente denaturabili in assenza dell’acqua.
La Food and Drug Administration (FDA) raccomanda di disinfettare le mani con prodotti contenenti 80% v/v di etanolo o 75% v/v di isopropanolo. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’etanolo è efficace contro i virus se utilizzato al 73,6- 89% p/p. Viene specificato, inoltre, che per evitare ambiguità la concentrazione di alcol non deve essere espressa in % v/v, unità di misura che, a differenza della % p/p, è influenzata da fattori quali la temperatura e il peso specifico della preparazione (6). Anche volume di applicazione e tempo di asciugatura del prodotto germicida possono influenzarne l’efficacia. Non vengono sempre fornite indicazioni precise sul volume di applicazione ideale, il quale dipende anche dalle dimensioni delle mani del soggetto, mentre è noto che il processo di igienizzazione delle mani deve richiedere non meno di 15 secondi. È stato sperimentato che i tempi di essiccazione di 3 mL di preparazioni contenenti percentuali di alcol comprese tra 70-90% v/v di etanolo sono sempre più lunghi di 30 secondi, raggiungendo quasi 50 secondi nel caso di prodotti contenenti isopropanolo, caratterizzato da temperatura di evaporazione maggiore di quella dell’etanolo (9). Se è vero che un’azione disinfettante che si sviluppa in tempi brevi minimizza il rischio che l’utilizzatore non rispetti la procedura di applicazione prevista, è altrettanto vero che il rischio a cui si può andare incontro è quello di impiegare volumi di prodotto inadeguati per velocizzare il tempo di asciugatura, e di conseguenza non utilizzarne una quantità sufficiente per la copertura completa delle mani.
L’OMS raccomanda di dedicare alla detersione delle mani con acqua e sapone non meno di 40-60 secondi, e almeno 20-30 secondi nel caso dei prodotti a base alcolica.
È importante sottolineare che il volume di prodotto da impiegare e la velocità di asciugatura sono correlati anche alla tipologia di preparazione applicata; per esempio le schiume hanno tempi di asciugatura più brevi rispetto a soluzioni e gel. A parità di volumi, i liquidi e le schiume possono ricoprire la superficie delle mani più rapidamente dei gel; d’altra parte, la maggiore viscosità dei gel idroalcolici ne prolunga il tempo di asciugatura e quindi quello di contatto della preparazione con la pelle, incrementando l’azione virucida dell’alcol. Anche la presenza di eccipienti nelle formulazioni dei prodotti disinfettanti può limitarne l’efficacia germicida: è il caso della glicerina, soprattutto se presente in percentuali ≥1,45% v/v (10). In particolare, nelle preparazioni a base di isopropanolo, la glicerina potrebbe avere un impatto negativo sull’azione dell’alcol, quindi si consiglia di sostituirla con altri emollienti (9,10).

Effetti sulla pelle delle mani
Durante la pandemia gli operatori sanitari e la popolazione in generale si sono concentrati sulla rigorosa igiene delle mani, ricorrendo molte volte durante la giornata ai vari prodotti igienizzanti e disinfettanti: è risaputo che questa pratica è in grado di compromettere l’integrità e la funzione di barriera dello strato corneo, con conseguente aumento della sensibilità della pelle. I tensioattivi presenti nei detergenti, così come l’alcol dei lavamani senza risciacquo, sono infatti in grado di provocare delipidizzazione della pelle e disidratazione dello strato corneo (11). L’interruzione della continuità del film idrolipidico comporta modificazione del pH, alterazione del microbiota cutaneo, disidratazione e aumento della Transepidermal Water Loss (TEWL). La conseguente comparsa di arrossamenti, prurito e screpolature, e l’insorgenza di xerosi cutanea (pelle secca), forniscono una potenziale porta di ingresso per i patogeni, oltre che un aumento della penetrazione epidermica di sostanze irritanti e allergeni. Il risultato può essere una risposta infiammatoria, con conseguente dermatite alle mani. L’ACDS, società americana dermatite da contatto, prevede un aumento di dermatite irritativa da contatto (ICD) e dermatite allergica da contatto (ACD), specificando che la causa è da attribuire principalmente a saponi e detergenti sintetici, più aggressivi dei prodotti a base alcolica ben formulati, come quelli contenenti ingredienti emollienti. D’altronde, ripetute e successive applicazioni di lavamani idroalcolici senza risciacquo possono facilmente portare al progressivo accumulo di prodotto sulla pelle.
È possibile adottare alcune precauzioni per la prevenzione della secchezza cutanea durante l’operazione di lavaggio con acqua e sapone: per esempio evitare di utilizzare acqua eccessivamente fredda o, soprattutto, calda (per non favorire la dilatazione eccessiva dei pori e quindi l’aumento della permeabilità della pelle, con successivo arrossamento cutaneo); scegliere tensioattivi delicati per non alterare l’equilibrio della cute; sciacquare accuratamente le mani con acqua corrente per allontanare i tensioattivi eventualmente rimasti tra le pieghe cutanee; utilizzare un asciugamano pulito o “usa e getta” evitando il frizionamento eccessivo oppure asciugare la mani all’aria (7). La risposta della pelle a igienizzanti e disinfettanti, così come l’efficacia, dipende sì da tipologia e intensità del trattamento, ma anche dalla formulazione dei diversi prodotti, ovvero dalla loro composizione (10).
Oltre ai tensioattivi o agli agenti con azione disinfettante, a seconda del tipo di preparazione possono essere presenti anche eccipienti emollienti, viscosizzanti, conservanti, sequestranti, sbiancanti, profumi e coloranti.
Per ridurre l’effetto disidratante e irritante dell’alcol, e quindi per prevenire l’insorgenza di dermatiti, gli igienizzanti mani e i disinfettanti possono essere addizionati di sostanze emollienti e idratanti di natura lipofila o idrofila. Tali ingredienti sono in grado di limitare la rimozione della componente lipidica dello strato corneo e di reintegrare il contenuto di acqua della pelle; devono però essere ben formulati al fine di ridurre l’efficacia dei prodotti che li contengono.
Tra gli idratanti lipofili si possono citare la vaselina, gli oli vegetali (ad esempio di oliva) e il burro di karité. Tra quelli idrofili o umettanti il più comunemente utilizzato è la glicerina, il cui effetto è direttamente proporzionale alla sua concentrazione nella formulazione. Occorre però prestare attenzione alla scelta della concentrazione di glicerina presente nei prodotti a base alcolica. Il contenuto ottimale suggerito è compreso tra 0,5 e 0,7% v/v: percentuali più elevate, come per esempio quelle presenti nelle formulazioni OMS, potrebbero infatti ridurre l’attività antibatterica dei prodotti, oltre a rallentare il processo di asciugatura, conferendo così alle mani una sensazione di appiccicoso. Per superare queste problematiche, recentemente è stato proposto un umettante alternativo costituito da una miscela di etilesilglicerina, dexpantenolo e un alcol a lunga catena. Altri idratanti idrofili sono: il glicole propilenico (2-5% v/v), meno costoso della glicerina e per questo forse preferibile in prodotti per le mani, e il gel di aloe vera, usato in miscela con glicerina o glicole propilenico, interessante e strategico dal punto di vista commerciale, in quanto di origine naturale.
Nei prodotti a base alcolica possono essere presenti anche viscosizzanti polimerici, quali carbomer (derivati dell’acido acrilico) e cellulose modificate (ad esempio idrossietil cellulosa, idrossipropil cellulosa), in percentuali comprese tra 0,5 e 5,5% circa a seconda della tipologia e del peso molecolare del polimero impiegato. Rispetto alle preparazioni liquide, quelle contenenti viscosizzanti sono caratterizzate da maggiore consistenza e buona spalmabilità, quindi meno soggette a perdite di prodotto durante l’erogazione dal contenitore e di più facile applicabilità sulle mani. Se da un lato la presenza di viscosizzanti comporta il prolungamento del tempo di asciugatura del prodotto applicato, e quindi del tempo di contatto dell’alcol con la pelle, occorre anche tenere in considerazione che questi ingredienti, come già osservato per quelli idratanti, possono provocare una riduzione della capacità antisettica della preparazione, variazione che dipende dalla tipologia e dalla percentuale del viscosizzante impiegato.
Infine, in numerosi prodotti per l’igienizzazione e la disinfezione delle mani sono presenti anche sostanze additive come conservanti, coloranti e profumi. Si ricorre a conservanti (alcol benzilico, fenossietanolo, ecc.) per conferire stabilità microbiologica alla preparazione; la sostanza funzionale e/o con azione disinfettante incorporata potrebbe infatti non avere uno spettro germicida ampio a sufficienza per la buona conservazione del prodotto. Principalmente nel caso dei prodotti per le mani senza risciacquo, come i lavamani a base idroalcolica, sarebbe meglio preferire formule semplici e prive di coloranti e profumi, che possono essere causa di reazioni allergiche nei soggetti sensibili.

Conclusioni
Le mani sono una delle parti più esposte del nostro corpo. Questa affermazione assume connotazioni ancora più significative nel periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, durante il quale più volte nell’arco di una giornata si ricorre all’igienizzazione e alla disinfezione con prodotti più o meno aggressivi. L’impiego, dopo la detersione delle mani o comunque ogni 3-4 ore, di creme idratanti abbinate a creme nutrienti o unguenti permette di mantenere la pelle idratata e di prevenire e lenire le irritazioni cutanee provocate dai prodotti igienizzanti e disinfettanti (11).

Bibliografia

– Borellini U (2019) Tu chiamale, se vuoi, emulsioni. La cosmesi e il senso della bellezza. Edizioni LSWR, Milano, 209-214

– Andrianou XD, Pronk A, Galea KS et al (2021) Exposome-based public health interventions for infectious diseases in urban settings.
Environ Int 146:106246

-Mos´cicka P, Chróst N, Terlikowski R et al (2020) Hygienic and cosmetic care habits in polish women during COVID-19 pandemic
J Cosmet Dermatol 19(8):1840-1845

-Ministero della Salute (2020) Previeni le infezioni con la corretta igiene delle mani, salute.gov.it

-Caldiroli A (2020) Prodotti per la pulizia delle mani.
Necessario fare chiarezza.
Cosm Tech 23(2):40-42

-Istituto Superiore di Sanità (2020) Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico chirurgici e biocidi, gruppo di lavoro ISS Biocidi COVID-19.
Rapporto ISS COVID-19 n.19/2020, versione del 25 aprile 2020.

-Singh P, Potlia I, Malhotra S et al (2020) Hand Sanitizer an Alternative to Hand Washing – A Review of Literature.
J Adv Oral Res 11(2):137-142

-Golin AP, Choi D, Ghahary A (2020) Hand sanitizers: A review of ingredients, mechanisms of action, modes of delivery, and efficacy against coronaviruses.
Am J Infect Control 48(9):1062-1067

-Singh D, Joshi K, Samuel A et al (2020) Alcoholbased hand sanitisers as first line of defence against SARS-CoV-2: a review of biology, chemistry and formulation.
Epidemiol Infect 148:e229, doi:10.1017/
S0950268820002319

-Berardi A, Perinelli DR, Merchant HA et al (2020) Hand sanitisers amid CoViD-19: A critical review af alcohol-based products on the market and formulation approaches to respond to increasing demand.
Int J Pharm 584:119431

-Rundle CW, Presley CL, Militello M et al (2020) Hand hygiene during COVID-19: Recommendations from the American Contact Dermatitis Society.
J Am Acad Dermatol 83(6):1730-1737

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 1/2021

Prodotti finiti • Rilastil

Rilastil Dermagerm CLX

Ingredients: Aqua, Butyrospermum Parkii Butter, Glycerin, Isohexadecane, 1,2-Hexanediol, Betaine, Glyceryl Stearate, PEG-100 Stearate, Cetearyl Alcohol, Polymethyl Methacrylate, Polyacrylate-13, Chlorhexidine Digluconate, Polyisobutene, Xanthan Gum, Schisandra Chinensis Fruit Extract, Curcuma Longa Root Oil, Zingiber Officinale Root Oil, Eugenia Caryophyllus Flower Oil, Tetrasodium Glutamate Diacetate, Polysorbate 20, Sorbitan Isostearate, Lactic Acid, PEG-8, Tocopherol, Ascorbyl Palmitate, Ascorbic Acid, Citric Acid, Sodium Hydroxide, Parfum.

Introduzione: Crema emolliente-igienizzante che restituisce comfort e idratazione alle mani rendendole morbide e vellutate. Arricchita con un complesso antimicrobico vegetale e burro di karité, protegge le mani sino a 2 ore. La formulazione è ipoallergenica (prodotto formulato per ridurre al minimo il rischio di allergia). Inoltre, per garantire performance ottimali di tollerabilità, ciascun lotto di produzione è controllato per la verifica dei livelli di nickel, cobalto, cromo, palladio e mercurio (ognuno inferiore a una parte per milione; piccole quantità possono essere responsabili di sensibilizzazione cutanea).

Spunti tecnici:
La formulazione contiene:
– Complesso antimicrobico di origine vegetale
Attivo costituito da una miscela di 3 oli vegetali, noti per le loro proprietà antimicrobiche: oli di radice di curcuma e zenzero e olio di fiori di garofano.
– Burro di karité al 15%
Grasso solido naturale dall’alto contenuto in frazione insaponificabile (triperteni, alcoli, steroli). Conferisce proprietà idratanti, nutrienti ed emollienti.

 

 

 

Rilastil Dermagerm CLX

Ingredients: Aqua,Glycerin, Glycereth-26, Panthenol, Calendula Officinalis Flower Extract, Curcuma Longa Root Oil, Zingiber Officinale Root Oil, Eugenia Caryophyllus Flower Oil, Polyglyceryl-4 Caprate, Propylene Glycol, Lactic Acid, Chlorhexidine Digluconate, Parfum.

Introduzione: Salviettine in morbido tessuto costituito da fibre di origine naturale, imbibite con una soluzione arricchita da un complesso antimicrobico di origine vegetale. Indicate per la pulizia e l’igiene di mani e corpo.
La formulazione non contiene alcol, coloranti e derivati del grano, ed è ipoallergenica (prodotto formulato per ridurre al minimo il rischio di allergia). Inoltre, per garantire performance ottimali di tollerabilità, ciascun lotto di produzione è controllato per la verifica dei livelli di nickel, cobalto, cromo, palladio e mercurio (ognuno inferiore a una parte per milione; piccole quantità possono essere responsabili di sensibilizzazione cutanea).

Spunti tecnici
La formulazione contiene:
– Complesso antimicrobico di origine vegetale
Attivo costituito da una miscela di 3 oli vegetali, noti per le loro proprietà antimicrobiche: oli di radice di curcuma e zenzero e olio di fiori di garofano.
– Estratto di calendula
Estratto idroglicolico di calendula, la cui droga costituita dai capolini essiccati o dai fiori essiccati contiene:
    – triterpeni, che conferiscono un’azione antimicrobica;
 – mucillagini, carotenoidi, flavonoidi, fitosteroli e saponine che conferiscono un’azione addolcente, rinfrescante, lenitiva e antiarrossante.
– Pantenolo
Attivo ad azione idratante e riepitelizzante.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 1/2021

 

 

Il contributo delle neuroscienze e del neuromarketing alla cosmetica

“Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”. Lo affermano ormai numerose ricerche neuroscientifiche, modificando un radicato paradigma che attribuiva alla razionalità un ruolo determinante nei processi decisionali. Oggi sappiamo che le decisioni non sono solo frutto di calcoli e previsioni logiche, ma l’esito di un complesso processo in cui un ruolo determinante è attribuibile all’emozione. Ciò vale soprattutto in contesti di mercato in cui la dimensione affettiva ed emotiva gioca un ruolo fondamentale come, per esempio, il mondo del cibo e il mondo del beauty e del wellness. Si tratta di contesti in cui la dimensione simbolica, il valore psicologico e la valenza rappresentativa condizionano profondamente i processi razionali e di decision making. In questo panorama la decisione di acquisto, così come i processi percettivi alla base di essa, è profondamente influenzata da “scorciatoie”, ovvero da meccanismi di facilitazione e semplificazione (si pensi per esempio al valore della marca, del prezzo, del packaging), da esperienze pregresse o da aspettative fortemente connotate da emotività
Sono soluzioni che permettono di risparmiare energia e di semplificare i processi decisionali, soprattutto se non si è particolarmente competenti o se si ha poco tempo per decidere. Non si tratta solo di processi in grado di modificare il percorso logico-decisionale, ma anche di cambiare profondamente la percezione del prodotto stesso. […]

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Prodotti finiti

Linea Make Sure

Keep Calm

Ingredients: Alcohol Denat., Aqua, Lavandula Angustifolia Flower Extract, Acrylates/C10-30 Alkyl Acrylate Crosspolymer, Aminomethyl Propanol, Glycerin, Imidazolidinyl Urea, Parfum, PEG-6 Caprylic/Capric Glycerides, Propylene Glycol, Tetrasodium EDTA, Linalool, CI16185, CI 42090 (FD&C Blue 1).

Introduzione: Avvolgente come un delicato soffio orientale, l’ipnotico mix caldo e floreale si unisce nella dose perfetta di puro benessere.

 

Stay Fresh

Ingredients: Alcohol Denat., Aqua, Mentha Piperita Leaf Extract, Aminomethyl Propanol, Acrylates/C10-30 Alkyl Acrylate Crosspolymer, PEG-6 Caprylic/Capric Glycerides, Propylene Glycol, Glycerin, Imidazolidinyl Urea, Parfum, Tetrasodium EDTA, Citral, Limonene, Linalool, CI 19140 (FD&C Yellow 5), CI 42090 (FD&C Blue 1).

Introduzione: Un vivace inno alla leggerezza, in cui l’inebriante armonia estiva sprigiona tutta la sua energia.

 

Feel Free

Ingredients: Alcohol Denat., Aqua, Spirulina Maxima Extract, Acrylates/C10- 30 Alkyl Acrylate Crosspolymer, Aminomethyl Propanol, PEG-6 Caprylic/Capric Glycerides, Glycerin, Parfum, Imidazolidinyl Urea, Propylene Glycol, Tetrasodium EDTA, CI 19140 (FD&C Yellow 5), CI 42090 (FD&C Blue 1).

Introduzione: Freschi, energici, inebrianti… i raffinati accenni marini inondano di sogni e libera follia.

 

Blossom

Ingredients: Alcohol Denat., Aqua, Acrylates/ C10-30 Alkyl Acrylate Crosspolymer, Jasminum Officinale Flower/Leaf Extract, PEG-6 Caprylic/ Capric Glycerides, Glycerin, Parfum, Aminomethyl Propanol, Imidazolidinyl Urea, Tetrasodium EDTA, Citral, Citronellol, Propylene Glycol, Geraniol, Limonene, Linalool, CI 16185. 

Introduzione : Poetica, dolce e seducente, la morbida nota fruttata è un sognante richiamo a un futuro più roseo.

 

Spunti tecnici
Si tratta di cosmetici igienizzanti grazie alla presenza del 70% di Alcohol. Un’ottimale gelificazione è ottenuta tramite l’inserimento di un co-polimero acrilico cross-linkato, perfettamente compatibile con la fase alcolica e caratterizzato da una rapida dispersione e una perfetta trasparenza.

Questo gelificante si distingue infatti dai modificatori reologici comunemente impiegati nei gel sanitizzanti, poiché consente di ottenere delle texture molto setose, leggere e piacevoli all’applicazione.
Ogni formula è arricchita da ingredienti attivi e da estratti, quali:
estratto di lavanda, con azione lenitiva e rilassante;
estratto di menta piperita, dall’azione rinfrescante;
estratto di alga spirulina, con azione tonificante;
estratto del fiore di gelsomino, dotato di potere rilassante

Infine, sia i pigmenti che gli aromi utilizzati rispecchiano la scelta degli attivi selezionati nella formulazione, in linea con il mood del prodotto.


Salicylic Acid Treatment Serum di Laboratorio Cosmopolita

Ingredients: Salicylic Acid, Aqua, Propanediol, Dimethicone, Niacinamide, Isopentyldiol, Sodium Polyacryloyldimethyl Taurate, Zinc PCA, 3-O-Ethyl Ascorbic Acid, Aloe Barbadensis Leaf Extract, Centella Asiatica Extract, Trifolium Pratense Flower Extract, Sodium Hyaluronate, Saccharide Isomerate, Glycerin, Ethylhexylglycerin, Potassium Azeloyl Diglycinate, Cetearyl Olivate, Butylene Glycol, Sorbitan Olivate, Polysilicone-11, Decyl Glucoside, Caprylyl Glycol,1,2-Hexanediol, Maltodextrin, Ethoxydiglycol, Totarol, Lavandula Hybrida Oil, Citrus Aurantium Bergamia Fruit Oil, Tocopheryl Acetate, Phenoxyethanol, Disodium EDTA, Potassium Hydroxide. 

Introduzione: Un siero anti-acne quotidiano all-over che aiuta a curare le macchie. Questo trattamento quotidiano per l’acne (il nostro primo siero in assoluto!) elimina senza sforzo l’acne per rivelare una pelle più chiara e levigata. La sua formula leggera include l’ingrediente attivo 2% di acido salicilico che elimina le macchie e ne impedisce la ricomparsa. La niacinamide e la vitamina C lavorano insieme per aiutare a ridurre al minimo la comparsa di macchie scure, mentre lo zinco assorbe l’olio e decongestiona i pori.

 

Spunti tecnici
Un siero viso delicato, ottenuto tramite una leggera emulsione O/W data da un’emulsionante non ionico derivato dall’olio di oliva, la cui struttura a cristalli liquidi mima quella dello strato corneo cutaneo. Questa sua caratteristica gli consente di penetrare rapidamente nella pelle, lasciandola idratata a lungo e luminosa.
Come modificatore reologico è impiegato il Sodium polyacryloyldimethyl taurate. Quest’ultimo è caratterizzato da un’eccezionale sensorialità e un’elevata tollerabilità agli elettroliti. Inoltre, dona alla formula un tocco setoso. Il prodotto è presentato sul mercato come formula ad azione anti-maskne, grazie alla presenza di acido salicilico al 2%. Questo è infatti uno dei betaidrossiacidi più comunemente impiegato, dotato di proprietà esfolianti e in grado di svolgere un’azione anti-acne. La maggior difficoltà nell’impiego di questo acido a livello formulativo deriva dalla sua non semplice dispersione. In questa formula è stata inserita una miscela di propanediolo e glicoli, al fine di aiutarne la dispersione. Inoltre, il propanediolo è ben noto non solo per le sue proprietà idratanti, ma anche come booster del sistema conservante del prodotto.
Non manca infine nel prodotto la presenza di acido ascorbico nella sua forma di 3-O-Ethyl ascorbic acid, una delle forme più stabili della vitamina C.

 

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 1/2021

 

 

 

Proteggersi dagli effetti della pandemia

È già trascorso un anno dall’inizio della pandemia da COVID-19 che ha sconvolto le abitudini di milioni di persone in tutto il mondo e che purtroppo pare non essere destinata a finire nell’immediato futuro.
I nostri comportamenti sociali sono stati completamente modificati in seguito ai lockdown imposti per contenere la diffusione dei contagi: smart working, didattica a distanza e comunicazione via web sono aumentati esponenzialmente e sembrerebbe che si possano raggiungere addirittura le 17 ore davanti agli schermi di dispositivi come telefoni, computer e tablet. Indossiamo le mascherine per quasi tutta la giornata quando ci troviamo esposti al contatto con altre persone, e laviamo e igienizziamo frequentemente le mani seguendo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Se da un lato tutti questi comportamenti ci proteggono e ci facilitano la vita, dall’altro portano con sé alcune “insidie”: restare continuamente connessi ci espone a un continuo “bombardamento” della radiazione emessa dagli schermi (luce blu) che può risultare dannosa per la nostra pelle e per la nostra vista. Le nostre mani, in seguito al continuo utilizzo di detergenti e igienizzanti, presentano un’eccesiva disidratazione, per cui diventa importante utilizzare prodotti in grado di ripristinare l’integrità e funzionalità della cute. L’utilizzo prolungato delle mascherine aumenta la fragilità cutanea e favorisce l’insorgenza dell’acne, e tale fenomeno è talmente diffuso che si è arrivati a coniare un nuovo termine per identificarlo: maskne.
Le esigenze cosmetiche del consumatore sono quindi cambiate, e per rispondere a questi nuovi scenari proponiamo una serie di ingredienti cosmetici che soddisfino al tempo stesso anche un’altra crescente richiesta del consumatore che si è ulteriormente rafforzata in seguito alla pandemia: l’utilizzo di prodotti e materie prime il più possibile sostenibili.
Infatti, si è fatta sempre più forte la consapevolezza che la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità sia un presupposto fondamentale da tutelare per il futuro dell’umanità. Alcune correnti di pensiero addirittura correlano la tutela dei delicati equilibri della natura con la riduzione del rischio di sviluppare nuove pandemie.
Per questo motivo, nella selezione degli ingredienti da proporre, particolare attenzione è stata posta anche al processo produttivo o estrattivo utilizzato per ottenere la materia prima per poter rispondere, quanto più possibile, a queste nuove richieste del mercato.

Esaltare lo sguardo
Propyl Gallate, Gallyl Glucoside, Epigallocatechin Gallatyl Glucoside

L’utilizzo della mascherina impone di coprire quasi tutto il volto, e questo limita molto la nostra comunicazione non verbale nascondendo sorrisi ed espressività. Rimangono scoperti solo gli occhi, per cui diventa importante enfatizzare il nostro sguardo non solo grazie al makeup, ma anche mediante l’utilizzo di prodotti skin care dedicati.
L’attivo proposto riduce inestetismi quali borse e occhiaie per conferire allo sguardo la sua massima luminosità.
La causa dell’insorgenza delle occhiaie è da ricollegarsi a un eccessivo accumulo di melanina, alla formazione di edema nella zona perioculare e ad una non ottimale microcircolazione, che portano poi a un’infiammazione localizzata.
L’attivo di derivazione vegetale e biotecnologica agisce in modo sinergico grazie all’azione di diverse sostanze: il propil gallato (dal Mirobalano nero, pianta originaria dell’Asia meridionale), l’acido gallico glicosilato (dalle foglie di quercia) ed epigallo-catechin gallato glicosilato (da tè verde). Queste molecole agiscono sul microcircolo, sull’infiammazione e sull’iperpigmentazione, e la loro attività è stata dimostrata da studi in vitro e in vivo. Il risultato è una riduzione sia delle occhiaie che dell’edema nell’area perioculare.

Idratazione
Aqua, Avena Sativa Leaf/Stalk Extract, Saccharomyces Ferment Filtrate, Citric Acid, Sodium Benzoate, Potassium Sorbate

Per millenni, in molte culture le fermentazioni sono state fonda- mentali strumenti per la trasformazione e la conservabilità degli alimenti (si trovano documenti dell’età romana che descrivono la fermentazione legata alla vinificazione). Nel settore delle materie prime cosmetiche, la fermentazione è un processo di trasformazione molto interessante, poiché permette di sfruttare l’attività di un microrganismo opportunamente selezionato per produrre principi attivi innovativi a partire da fonti di saccaridi. Il microrganismo rappresenta quindi un bioreattore microscopico che può produrre sostanze utili alla salute della nostra pelle, senza dover ricorrere alla sintesi chimica.
Grazie a questa tecnologia riscopriamo un ingrediente noto da sempre in cosmesi: l’avena.
Le proprietà lenitive, desensibilizzanti e idratanti di questa pianta sono ampiamente riconosciute e sfruttate da secoli, e grazie a una particolare tecnica, che può essere definita di iperfermentazione, sono addirittura potenziate. L’estratto, infatti, subisce un primo trattamento enzimatico che rende più performante il successivo step di fermentazione. L’estratto che si ot- tiene in questo modo risulta più ricco in principi attivi: il potere antiossidante e il contenuto aminoacidico aumentano notevolmente con una conseguente maggiore attività del fitocomplesso. È stato misurato un incremento nella concentrazione di polifenoli, flavonoidi e aminoacidi.
Studi in vivo dimostrano una duplice attività dell’ingrediente: ripristino dell’idratazione in seguito all’utilizzo di tensioattivi ed effetto di modulazione sul microbiota cutaneo grazie alla fonte di fibre solubili.

Protezione dalla luce blu
Glycerin, Melissa Officinalis Callus Lysate, Citric Acid

Evidenze sempre maggiori indicano che, oltre alla radiazione UV, anche la luce blu produce effetti dannosi sulla pelle: invecchiamento cutaneo e pigmentazione. Tale radiazione penetra in profondità nel derma e, attraverso la produzione di specie radicaliche, è in grado di generare danni potenzialmente maggiori rispetto all’esposizione solare.
Per questi motivi è molto importante proteggere la pelle durante l’esposizione alla radiazione emessa dagli schermi.
La melissa, pianta perenne nativa della regione Mediterranea, è ben conosciuta per le sue proprietà benefiche, e recenti studi hanno anche dimostrato la sua attività antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica.
Questo particolare estratto di melissa si ottiene mediante un processo produttivo brevettato (CROP®) e progettato per es- sere completamente ecologico e rispettoso dell’ambiente. Partendo dalla coltivazione in vitro delle piante risulta essere totalmente sostenibile. Tale tecnologia garantisce l’ottenimento di un fitocomplesso concentrato e standardizzato costituito da componenti che lavorano in sinergia; esplica una potente azione antiossidante e antinfiammatoria grazie alla presenza dell’acido rosmarinico che protegge la pelle dall’invecchiamento prematuro generato dai ROS. L’attivo è privo di conservanti, solventi o contaminanti ambientali (quali pesticidi, metalli pesanti) e OGM-free.

Acne da mascherina o maskne
Camelina Sativa Seed Oil, Thymus Vulgaris Flower/Leaf/Stem Extract

Indossare la mascherina per diverse ore quando ci troviamo all’esterno delle pareti domestiche porta a favorire le condizioni per l’insorgenza dell’acne e di irritazioni cutanee.
L’attivo proposto svolge un’azione multifunzionale grazie all’effetto sinergico dei due componenti: riduce la produzione di sebo, svolge azione lenitiva, modula l’ipercheratinizzazione e riduce l’ossidazione lipidica. L’attività è sostenuta dalla presenza di elevate concentrazioni dei polifenoli del timo (timolo e carvacrolo) e di acido linolenico e linoleico contenuti nell’olio di camelina. Diversi test sono stati condotti sia in vitro che in vivo per dimostrare la sua efficacia. L’estratto di timo utilizzato è ottenuto mediante un processo brevettato; è biologico e sostenibile, e questo ingrediente vanta anche il primato di primo ingrediente cosmetico a soddisfare completamente i requisiti del protocollo di Nagoya.

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 1/2021

 

 

 

Buone pratiche di fabbricazione

Nel mercato cosmetico, i processi, i materiali di packaging e le materie prime con le quali vengono formulati nuovi prodotti è in costante e rapida evoluzione.
In un contesto sempre più dinamico, in continuo e spasmodico cambiamento, la necessità di assicurare la qualità e i requisiti di prodotti in tutte le sue parti richiede uno sforzo quotidiano sempre maggiore da parte delle aziende.

L’imballaggio, soprattutto il primario, gioca un ruolo chiave nell’insieme funzionale di un prodotto cosmetico. La scelta di fornitori affidabili e qualificati, il controllo delle forniture, l’identificazione dei materiali, la loro movimentazione all’interno delle aree di lavoro, i processi produttivi e la gestione dei fattori umani che possono influenzare la qualità e le prestazioni dei componenti sono fattori chiave per garantire prodotti di qualità. Con questo articolo intendo sottolineare l’importanza nel seguire le Linee guida sulle pratiche di buona fabbricazione. Ho scelto di approfondire sostanzialmente quattro aspetti che ritengo fondamentali per assicurare la qualità del prodotto. Questi sono il rischio di frammischiamento e della contaminazione, la scrittura di un’esaustiva documentazione a supporto della produzione, la formazione degli operatori, la necessità di una costante supervisione delle attività attraverso gli audit interni. […]

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Prodotti finiti

Redatti da Barbara Alessandra Catozzi • barbaracat@icloud.com

Gel igienizzante mani • Laboratoire Puressentiel

Nato come prodotto cosmetico e di recente notificato come Presidio Medico Chirurgico (PMC) reg. n.20581 del Ministero della Salute.
In commercio si trova sia come cosmetico che PMC, di seguito le due diffe- renti presentazioni.
Cosmetico: deterge le mani senza acqua, senza sapone, senza risciacquo.
Con Alcol vegetale, 3 oli essenziali e aloe vera idratante.
PMC: elimina fino al 99,99% di batteri, virus e lieviti.
Disinfezione rapida delle mani senza acqua, senza sapone, senza risciacquo.
Non secca le mani.
Principio attivo vegetale: 71,9% di alcol vegetale non denaturato da ftalati.
Tre oli essenziali (limone, lavandino grosso, tea tree).
Con aloe vera addolcente.
Effetto idratante immediato: fino a 105% di idratazione in più.
Tripla efficacia: anti-batterica, anti-virale e levuricida.

Spunti tecnici
Il sapone “normale” è efficace nell’inattivare virus come il SARS-CoV-2 perché possiede una membrana oleosa sulla superficie che viene sciolta dal sapone1.
Tuttavia, l’utilizzo frequente dei saponi produce un depauperamento della struttura del film idrolipidico. L’Organizzazione mondiale della sanità consi- glia di alternare il lavaggio delle mani con l’utilizzo di prodotti sanificanti2,3.
In questo gel un elemento tecnico interessante è l’utilizzo di una soluzione di Aminomethyl propanol come stabilizzante del pH e della formulazione generale, e il viscosizzante utilizzato, un acrilato, è valido in un ampio range di pH.

Ingredients
Alcohol, Aqua, Glycerin, Lavandula Hybrida Grosso Herb Oil, Citrus Limon Peel Oil, Acrylates/C 10-30 Alkyl Acrylate Crosspolymer, Melaleuca Alternifolia Leaf Oil, Aloe Barbadensis Leaf Juice Powder, Aminomethyl Propanol, Limonene**, Linalool**, Citral**, Geraniol**, Coumarin**
**Presenti in natura negli oli essenziali


Gerlasan ®, Crema mani • E. Gerlach

Idratante, protettiva e a rapido assorbimento. GERLASAN® Crema mani contiene preziosi ingredienti sapientemente combinati, come l’aloe vera, l’olio di jojoba, l’amido di tapioca e l’urea, per la cura intensiva e la pro- tezione delle mani stressate e secche. La sua azione protettiva ottimale è completata dal bisabololo che esercita un’azione lenitiva sulla pelle e dal pantenolo che svolge l’effetto barriera protettiva per la cute.
Testata dermatologicamente. Utilizzabile anche dai diabetici.
Indicazioni: idratante, protettiva, a rapido assorbimento.
Per la cura quotidiana delle mani.

Spunti tecnici
Polyglyceryl-3 methylglucose distearate è un emulsionante a base vegetale adatto per emulsioni cosmetiche O/A, con un buon profilo di stabilità. Emul- sionante stabile a pH 4,5-8,5 ad alta compatibilità con gli elettroliti. L’acido caprilidroxamico è un chelante. Tra i conservanti è da notare il clotrimazolo, che svolge la funzione di antimicrobico e antimicotico. Tale sostanza carat- terizza tutta la linea ed è utilizzata anche in farmaceutica, in quanto con- trasta lo sviluppo delle micosi.
La linea Gerlasan è commercializzata in tutto il mondo in diversi canali distributivi, ma in Germania è già in commercio un aggiornamento conte- nente un attivo biologico probiotico BIOTYLIS® che promuove la riprodu- zione naturale dei batteri sani nella flora cutanea e li riporta in equilibrio.

Ingredients
Aqua, Urea, Paraffinum Liquidum, Polyglyceryl-3 Methylglucose Distearate, Isopropyl Palmitate, Octyldodecanol, Glyceryl Stearate, Simmondsia Chinensis Seed Oil, Cetyl Alcohol, Glycerin, Dimethicone, Tapioca Starch, Panthenol, Aloe Barbadensis Leaf Juice Powder, Bisabolol, Triethyl Citrate, Xanthan Gum, Parfum, Methylparaben, Ethylparaben, Phenoxyethanol, Caprylyl Glycol, Caprylhydroxamic Acid, Ethylhexylglycerin, Methylpropanediol, Clotrimazole, Benzyl Salicylate, Citronellol, Hexyl Cinnamal, Limonene, Linalool, Alpha-Isomethyl Ionone


Cicalfate+ • Pierre Fabre S.A
La crema ristrutturante protettiva per lenire, ristrutturare e purificare le pelli fragilizzate favorisce la ristrutturazione epidermica.
Formula ristrutturante e protettiva, molto ben tollerata, Cicalfate+ è la crema per la pelle fragilizzata indicata per tutta la famiglia. Ancora più effi- cace, produce un effetto lenitivo immediato grazie a un’associazione unica di principi attivi:

1 Ristrutturante: [C+-Restore]TM, primo attivo ristrutturante postbiotico ottenuto dall’acqua termale Avène, favorisce la ristrutturazione epidermica.
2 Purificante: L’associazione di solfati di rame e di zinco limita il rischio di proliferazione microbica.
3 Lenitiva: Ricca di acqua termale Avène, lenisce l’epidermide fragilizzata.

Questo prodotto è stato testato sotto controllo dermatologico.

Spunti tecnici
Le formulazioni Avène sono basate sull’acqua termale raccolta dal sito ter- male denominato Avène. L’acqua termale Avène rientra nel gruppo delle acque debolmente mineralizzate (poco mineralizzate) con profilo bicarbo- nato calcico e magnesiaco. Tra le principali caratteristiche si nota la pre- senza significativa di silicati, il basso contenuto di sodio, il rapporto calcio/ magnesio pari a 2 (espresso in mg/l di minerali) e la grande varietà di oli- goelementi.
L’associazione di solfati di rame e di zinco limita il rischio di proliferazione microbica.
Aquaphilus dolomiae ferment filtrate è un filtrato del prodotto ottenuto dalla fermentazione del terreno di coltura da parte del microrganismo Aquaphilus dolomiae ed è indicato come protettivo della pelle.
L’ ossido di zinco ha anche funzione protettiva e filtro UV.

Ingredients
Avene Thermal Spring Water (Avene Aqua), Caprylic/ Capric Triglyceride, Mineral Oil (Paraffinum Liquidum), Glycerin, Hydrogenated Vegetable Oil, Zinc Oxide, Propylene Glycol, Polyglyceryl-2 Sesquiisostearate, Peg- 22/Dodecyl Glycol Copolymer, Aluminum Stearate, Aquaphilus Dolomiae Ferment Filtrate, Arginine, Beeswax (Cera Alba), Copper Sulfate, Magnesium Stearate, Magnesium Sulfate, Microcrystalline Wax (Cera Microcristallina), Tromethamine, Zinc Sulfate


Evercalm ™ • Ren Clean Skincare

Sviluppata appositamente per combattere l’ipersensibilità, la maschera di salvataggio calma, lenisce e idrata, aiutando ad alleviare istantaneamente i segni chiave della pelle sensibile. Formulato con l’esclusivo complesso attivo REN, rafforzerà la barriera protettiva contro l’umidità per favorire il recupero e aumentare la capacità della pelle di far fronte allo stress.
La pelle è liscia, con un tono uniforme e un colorito luminoso e sano. Aiuta a sostenere l’equilibrio naturale della pelle iper reattiva lasciando una sensa- zione vellutata al tatto e offrendo la massima sensazione di calma e comfort. Utilizzare 3 volte a settimana oppure ogni volta che la pelle ha bisogno di un intervento urgente. Applicare una generosa quantità sulla pelle pulita, evitando il contorno occhi.

Spunti tecnici
Numerosi estratti caratterizzano questa formula: estratti d’alga, mirtillo rosso, arnica, cocco e il fungo Albatrellus ovinus emolliente.
Nella fase grassa sostenuta da emulsionanti quali Cetearyl alcohol, Cete- aryl glucoside e Cetyl alcohol sono rappresentati diverse cere, burri e lipidi. Formula ricca di emollienti e condizionanti come Magnesium carboxymethyl beta-glucan, Propanediol e l’Alpha-glucan oligosaccharide che è un oligo- mero del glucosio che presenta un grado di polimerizzazione compreso tra 2 e 10. Viene preparato per azione di una glucosil transferasi di Leuconostoc mesenteroides sul saccarosio. I monomeri di a-D-glucopiranosio sono legati da legami (1-2), (1-6) e (1-4). E infine Lactobacillus che è il prodotto ottenuto dalla fermentazione del Lactobacillus, emolliente.

Ingredients
Water, Glycerin, Cetearyl Alcohol, Caprylyl Caprylate/ Caprate, Olus Oil, Lactobacillus, Butyrospermum Parkii (Shea) Butter, Helianthus Annus Seed Wax, Simmondsia Chinesis Seed Oil, Cetearyl Glucoside, Propanediol, Algae Extract, Cetyl Alcohol, Lactobacillus, Alpha-Glucan Oligosaccharide, Fragrance*, Tocopheryl Acetate, Caprylic/Capric Triglyceride, Panthenol, Carbomer, Vaccinium Vitas- Idaea Seed Oil, Xanthan Gum, Arnica Montana Flower Extract, Camelina Sativa Seed Oil, Cocos Nucifera Fruit Extract, Tocopherol, Magnesium Carboxymethyl Beta-Glucan, Malachite Extract, Albatrellus Ovinus Extract, Laminaria Ochroleuca Extract, Glucose, Phenoxyethanol, Helianthus Annuus Seed Oil, Citric Acid, Sodium Hydroxide, Rosmarinus Officinalis Leaf Extract, Citronellol, Geraniol, Limonene, Linalool

Articolo pubblicato su Cosmetic Technology 1, 2021