Perché gli studi clinici non considerano le differenze di genere?

Cari Lettori, questo numero de L’Integratore Nutrizionale ha un focus sul benessere femminile; argomento importante e sicuramente molto vasto, in quanto le donne attraversano varie fasi della vita caratterizzate da profondi cambiamenti biologici e fisiologici che richiedono l’apporto di nutrienti e/o integratori alimentari differenti nei diversi periodi. Ovvio che per questi aspetti ci siano studi clinici specifici per documentare, ad esempio, i benefici degli integratori durante la gravidanza, lo sviluppo o la menopausa, ma io vorrei accennare in particolare a un aspetto diverso, cioè a quegli effetti benefici che sono trasversali nei due sessi, ad esempio gli effetti cardiovascolari o quelli sulle prestazioni sportive o altro ancora.

Anche se già dagli anni ‘80 le principali organizzazioni sanitarie hanno sollevato il problema della scarsamente considerata disparità di genere, molti studi clinici ancora trascurano il gentil sesso, estrapolando poi erroneamente i risultati dall’uomo alla donna. Ma questa è un’approssimazione grossolana che può portare a errori di valutazione: ad esempio dosi attive nell’uomo potrebbero avere un’efficacia diversa nelle donne per differenze di farmacocinetica, di accumulo nel tessuto adiposo, di metabolismo e altro ancora.

Oppure studi che arruolano soggetti di entrambi i sessi spesso non analizzano i risultati delle due sottopopolazioni separatamente, e questo potrebbe produrre una variabilità nei risultati che ne cela la reale efficacia.

In questo numero accenniamo a questo aspetto nella rubrica Letteratura Scientifica, dove vengono commentate due review che riportano effetti diversi della caffeina e del nitrato nei due sessi.

È un invito agli sperimentatori a considerare le donne negli studi clinici, ricordando che le donne non sono solo “piccoli uomini”…

Metaboliti secondari come nutrienti non-essenziali: Pomodoro

Paolo Morazzoni1, Francesco Visioli2, Fulvio Ursini2
1Indena (Milano);
2Dipartimento di Medicina Molecolare (Università di Padova)
scientificadvisor.pm@indena.com

Il pomodoro (Solanum lycopersicum L., 1753) è una pianta annuale della famiglia delle Solanacee e che dal punto di vista della classificazione botanica (ICBN) è riportata anche come Lycopersicon esculentum (L.) Karsten ex Farw. La pianta è originaria di aree dell’America centrale, che oggi sono identificabili con il Messico, dove peraltro è stata avviata la prima domesticazione intorno al 700 dC.
… I dati di produzione mondiale del pomodoro corrispondono oggi (dati FAOSTAT aggiornati al 2014) a circa 170,75 Mt (milioni di tonnellate) derivanti da circa 50.238,1 km2 di aree coltivate sparse ormai in moltissimi paesi che includono tra i principali produttori quelli del bacino Mediterraneo (Italia, Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Israele e paesi maghrebini), la Cina, l’India e gli Stati Uniti (4).
… Il consumo alimentare estensivo di pomodoro in molte parti del mondo ha anche permesso di accumulare molti dati interessanti di tipo epidemiologico che hanno sempre più permesso di identificare i componenti fitochimici (Fig.2) di questo frutto nel loro complesso come associabili ad effetti salutistici importanti nella popolazione (5-7). Sulla base di questi rilievi, sono poi stati avviati anche molti studi, di tipo preclinico e clinico, che hanno sostanziato per alcuni dei componenti del frutto, quali polifenoli e soprattutto alcuni carotenoidi come il licopene, importanti attività biologiche.

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Metaboliti secondari come nutrienti non-essenziali: Vite

Paolo Morazzoni1, Francesco Visioli2, Fulvio Ursini2
1Indena (Milano);
2Dipartimento di Medicina Molecolare (Università di Padova)
scientificadvisor.pm@indena.com

La vite (Vitis vinifera L.) (Fig.1) è classificata, insieme ad altre 900 specie suddivise in 15 generi, come appartenente alla grande famiglia delle Vitacee. Tra tutte le specie raggruppate in questa famiglia, la Vitis vinifera L. è sicuramente la più conosciuta, oltre a essere quella maggiormente utilizzata in epoca attuale a scopi commerciali che includono soprattutto l’utilizzo del frutto e/o di sue parti ad uso alimentare e/o medicinale, e in minor parte delle foglie a prevalente uso medicinale.
[… ] Vitis vinifera L. è presente nell’elenco delle sostanze vegetali ammesse negli integratori alimentari del Ministero della Salute (DM del 9 gennaio 2019) con le seguenti indicazioni di riferimento per gli effetti fisiologici:
folium, semen: funzionalità del microcircolo (pesantezza delle gambe), antiossidante, regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare;
oleum: integrità e funzionalità delle membrane cellulari, trofismo e funzionalità della pelle, contrasto dei disturbi del ciclo mestruale, funzionalità articolare.

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Sviluppo e validazione di una piattaforma innovativa per lo studio in vitro dei diversi meccanismi di assorbimento intestinale

La permeabilità intestinale è cruciale nel regolare la biodisponibilità e gli effetti biologici di farmaci e composti alimentari. Tuttavia, studi quantitativi sull’assorbimento di molecole sono piuttosto limitati, a causa della mancanza di modelli sperimentali affidabili e in grado di riprodurre le risposte che si osservano in vivo. In questo studio è presentato un dispositivo innovativo che costituisce un modello fluidico in vitro di barriera dell’intestino tenue, in cui l’epitelio intestinale ricostruito in 3D viene integrato con un bioreattore fluido-dinamico che simula gli stimoli fisiologici dell’ambiente intestinale (MIVO®) […]

 

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Valorizzazione integrale degli scarti di arancia

[…] Il pastazzo di arancia ha un grande valore, in virtù degli importanti composti e sostanze bioattive in esso contenuti, che hanno già propri importanti mercati di riferimento e settori di applicazione che spaziano dalla nutraceutica all’alimentazione umana e animale, all’agricoltura, alla cosmesi, ecc. I risultati raggiunti dimostrano la fattibilità del percorso proposto per la valorizzazione integrale della buccia d’arancia di scarto, con ulteriori ampi margini di miglioramento legati all’ottimizzazione del processo. Il metodo di estrazione a cavitazione idrodinamica si è infatti rivelato superiore rispetto a tutti gli altri metodi di estrazione quali idrodistillazione, distillazione a vapore, estrazione assistita da ultrasuoni e le diverse varianti di estrazione assistita da microonde. È bene ribadire che il processo è interamente “verde”, in quanto utilizza soltanto acqua come solvente, elettricità come fonte di energia (generabile per mezzo di fonti rinnovabili) e garantisce un residuo finale sfruttabile a fini energetici. A questo si aggiunge l’economicità dell’impianto, nonché aspetto decisivo per l’applicazione su scala industriale; la scalabilità virtualmente senza limiti ai fini del processamento di grandi quantità di materiale.

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Le novità del 2020 – De rerum natura

Cari Lettori, potrete obiettare che De rerum natura non è proprio una novità, in quanto l’opera in 6 libri, scritta dal poeta romano Lucrezio, fu pubblicata nel I secolo a.C. Già più di 2000 anni fa Lucrezio collegava le prospettive della condizione dell’uomo allo stato della Natura e della Terra, ai sistemi naturali e fisici da cui dipendeva l’esistenza umana stessa. E con 21 secoli di ritardo, come ricordato da Richard Horton nel suo editoriale su The Lancet del 18 gennaio, scienziati di tutto il mondo si stanno attivando per realizzare progetti che mantengano, oltre alla salute dell’uomo, anche quella del Pianeta. Ne avevo già accennato nel mio editoriale sul n°4 dello scorso anno (L’alimentazione nell’Antropocene: cibo salutare da fonti sostenibili) presentando le cinque strategie proposte dalla Commissione EAT-Lancet (tipo di alimentazione, produzione sostenibile, conservazione della biodiversità, riduzione degli scarti e sprechi alimentari).

Mi piace continuare il discorso, accennando brevemente (per ragioni di spazio) solo ad alcune delle principali iniziative tra le varie che sono nate in quest’ambito e che coinvolgono anche il settore degli integratori e alimenti funzionali. Ne ho selezionate due con sede in Italia, culla della dieta mediterranea e che ospita la popolazione più longeva d’Europa.

L’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), Istituto Italiano per la Salute dell’Uomo e del Pianeta (iiph.eu), è un istituto dal respiro internazionale che ha lo scopo di salvaguardare la salute dell’uomo attraverso una corretta alimentazione, mantenendo in buona salute anche il nostro Pianeta. L’Istituto nasce dalla collaborazione di due grandi istituzioni in campo scientifico: l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo. Si occuperà di promuovere la ricerca scientifica per: 1) identificare gli alimenti che hanno un impatto maggiore sulla salute e sulla longevità del singolo individuo e della popolazione; 2) valutare la relazione tra alimentazione e insorgenza o progressione di patologie (cardiovascolari, neurodegenerative, oncologiche); 3) valutare gli effetti della produzione alimentare sul cambiamento ambientale per ricercare sistemi alternativi e sostenibili, e contemporaneamente studiare l’impatto dell’inquinamento alimentare sulla salute dell’uomo; e infine, 4) mettere a punto attività di formazione e informazione che favoriscano stili di vita più sani e sostenibili.

E poi due progetti dei 33 vincitori della call Hub Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, il bando regionale che premia la capacità innovativa del territorio puntando sulla Ricerca e Innovazione d’avanguardia.

Uno è il progetto sPATIALS3, guidato dal Consiglio nazionale delle ricerche con la partecipazione di 12 Istituti, la partnership di 4 aziende del settore agroalimentare e packaging (FlaNat, Mirtilla Bio, Ecozinder, Corapack) e di 4 centri clinici.

sPATIALS3 mira al miglioramento delle produzioni agroalimentari e alla creazione di tecnologie innovative per un’alimentazione più Sana, Sicura e Sostenibile (le 3 S), grazie alla realizzazione di un Hub integrato e multidisciplinare.

L’altro è il progetto MiND FoodS Hub, nell’ambito del nuovo Centro di Ricerca Italiano sulle Scienze della Vita che sorgerà nell’area di Human Technopole (Expo 2015). Un concept innovativo a guida di Arexpo, con l’Università di Milano tra i partner, per l’eco-intensificazione delle produzioni agrarie e per la promozione di modelli alimentari per la salute e la longevità dell’uomo, attraverso l’individuazione, la produzione e la trasformazione sostenibile di prodotti vegetali e derivati con eccellente profilo nutrizionale e curandone anche la validazione funzionale.

Ed ecco allora la novità che volevo proporvi: da questo numero ci sarà una rubrica interamente dedicata all’innovazione e sostenibilità, proprio per dare maggiore evidenza a questi temi di grande attualità, che fa seguito a quanto avevamo già pubblicato gli altri anni in sezioni diverse (vi ricordo ad esempio gli articoli del n°6/2019 sul riutilizzo di due prodotti di scarto: le vinacce di uva Aglianico e le bacche esauste di mirto).

Su questo numero troverete, oltre alla rubrica in questione dedicata all’utilizzo degli scarti delle arance, una monografia sui derivati della Magnolia, che vede il contributo di ricercatori del neo-nato IIPH.

Invito quindi le aziende e i centri di ricerca a seguire l’esempio, e partecipare attivamente a questa rubrica, inviandomi articoli e comunicati per approfondire il tema sostenibilità e produzione alimentare e nutraceutica.

I lieviti e i loro derivati

Utilizzato fin dall’antico Egitto per lievitare il pane e fermentare il vino, Saccharomyces cerevisiae è il lievito più comune nell’industria alimentare e oggi viene utilizzato per la produzione annuale di circa 60 milioni di tonnellate di birra e 30 milioni di tonnellate di vino. Le eccezionali proprietà nutrizionali dei lieviti li rendono ingredienti preziosi anche per la nutrizione degli animali domestici, ma non tutti i lieviti sono equivalenti. Scopo di questo articolo è esaminare i molteplici benefici e le potenziali applicazioni dei lieviti e dei prodotti da essi derivati, oltre a fornire un supporto su come classificarli in base alla loro composizione, valore nutrizionale, attività biologica, stato normativo e processo produttivo. […]

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Bacche di haskap

Background regolatorio e descrizione della procedura

Il Regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo ai Novel Food stabilisce, agli articoli da 14 a 20, la procedura necessaria per autorizzare l’immissione sul mercato dell’Unione di un nuovo alimento che vanta una storia di consumo in un paese terzo (1). La sicurezza dell’alimento in questione è attestata dai dati relativi alla sua composizione e dall’utilizzo continuato, per un periodo di almeno 25 anni, nella dieta abituale di un numero significativo di persone in almeno un paese terzo.

L’articolo 14 prevede, dunque, una possibilità alternativa di richiesta di autorizzazione, rispetto a quella canonica prevista dall’articolo 10 dello stesso Regolamento (UE) 2015/2283. Per notificare alla Commissione l’intenzione di immettere in commercio un alimento con storia di consumo in un paese terzo, è necessario allestire un dossier che contenga le seguenti informazioni: […]

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Le bacche esauste di mirto

[…] Le bacche esauste di mirto, residuo del processo industriale della produzione del liquore Mirto di Sardegna, sono un sottoprodotto che mantiene una quota importante di sostanze native e che può essere convenientemente impiegato, sia per estrarne i principi bioattivi sia per la formulazione, come integratore nutraceutico di mangimi per l’alimentazione di animali zootecnici poligastrici e monogastrici. La sua valorizzazione nell’ottica dell’economia circolare, con la promozione da scarto speciale a prodotto con importanti contenuti farmacologici e nutrizionali, è per il momento limitata dalla necessità di implementare tecnologie a costi contenuti che, a bocca di azienda, riescano ad abbattere sia il contenuto in alcol residuo dal processo di macerazione, sia l’elevata umidità che contraddistingue la biomassa. Dette tecnologie, già esistenti sul mercato, dovranno essere sottoposte a idonea sperimentazione, affinché le imprese utilizzatrici del prodotto a valle siano in grado di gestire economicamente questa importante risorsa. […]

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