Editoriale IN3-2025

Editoriale IN3-2025

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Alimenti salutari
e indicazioni sulla salute
Non tutto è proprio liscio come l’olio…

Cari Lettori, 

si è ripresentato il caso della richiesta di autorizzazione di un’indicazione sulla salute relativa ai polifenoli dell’olio d’oliva e al mantenimento di concentrazioni normali di colesterolo lipoproteico ad alta densità nel sangue (HDL-c) ai sensi dell’Art 13.5 del regolamento (CE) 1924/2006, già valutato dallo stesso gruppo di esperti scientifici dell’EFSA su Nutrizione, nuovi alimenti e allergeni alimentari (NDA) nel 2011 con esito negativo (secondo l’Art 13.1 dello stesso regolamento). Ricordiamo che l’unico claim approvato da EFSA nel 2011 per i polifenoli dell’olio di oliva è che “proteggono le lipoproteine LDL dal danno ossidativo”, ma non ci sono evidenze chiare per quanto riguarda il mantenimento del normale metabolismo lipidico. 

Dalla valutazione attuale (1) è emerso un messaggio inequivocabile per l’industria alimentare: anche per prodotti da sempre ritenuti salutari, come l’olio extravergine d’oliva, l’approvazione di un claim a livello europeo richiede evidenze scientifiche robuste e riproducibili, oltre a una dimostrazione chiara del meccanismo d’azione.

Nel caso specifico, il gruppo di esperti scientifici ritiene che il costituente alimentare in questione, ovvero i polifenoli dell’olio d’oliva, sia sufficientemente caratterizzato e che il mantenimento dei livelli di colesterolo HDL nel sangue (senza un aumento del colesterolo LDL) sia considerato un effetto fisiologico positivo per la popolazione generale.

Il richiedente (l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro) ha presentato una revisione sistematica pubblicata, accompagnata da una metanalisi di dieci studi di intervento sull’uomo, oltre ai singoli studi inclusi, per valutare l’effetto dei polifenoli dell’olio d’oliva sui livelli di colesterolo HDL nel sangue.

Nel valutare le prove disponibili, il gruppo di esperti dell’EFSA ha considerato che solo uno di questi studi di intervento condotto su uomini adulti ha mostrato un aumento dose-dipendente del colesterolo HDL dopo tre settimane di consumo quotidiano di polifenoli dell’olio d’oliva, ma questi risultati non sono stati confermati da altri studi né replicati in altri gruppi di popolazione o in tempi più lunghi. Inoltre, non è stato fornito un meccanismo plausibile che spieghi come i polifenoli dell’olio d’oliva potrebbero produrre l’effetto dichiarato.

In conclusione, il gruppo di esperti conclude che le prove fornite non sono sufficienti per stabilire un rapporto causa-effetto tra il consumo di polifenoli dell’olio d’oliva e il mantenimento di normali livelli di colesterolo HDL nel sangue.

Pertanto, anche per alimenti tradizionalmente considerati salutari, è indispensabile disporre di solide evidenze scientifiche per poter ottenere un claim approvato a livello europeo: una sfida tutt’altro che semplice per chi intende valorizzare le proprietà funzionali dei prodotti della dieta mediterranea.

Cosmetic Technology 3, 2025

Cosmetic Technology 3, 2025

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Tra babordo e tribordo
A. Caldiroli

Opinion Leader

La protezione solare cambia pelle
S. Cudrig

articoli

C. Pecoraro
Bio Basic Europe, Milano

chiara.pecoraro@biobasiceurope.it

The new MDR Regulation and SMEs: challenges, costs, and impact on the availability of medical devices

The consequences of European medical device regulations for small and medium enterprises and possible strategies to address them

The introduction of Regulation (EU) 2017/745 (MDR) has redefined the regulatory framework for medical devices, imposing stricter requirements for certification, post-market surveillance, and product traceability. While the regulation aims to enhance the safety and quality of medical devices, small and medium-sized enterprises (SMEs) in the sector have faced significant challenges in adapting to the new provisions. Increased certification costs, longer approval times, and a reduced number of notified bodies have made compliance more burdensome, leading to the withdrawal of certain devices from the market and slowing down innovation.

This article analyzes the key differences between Directive 93/42/EEC (MDD) and the MDR, focusing on the impact on SMEs and the availability of medical devices. Furthermore, it discusses possible strategies to mitigate the challenges posed by the new regulation, such as implementing simplified certification pathways for essential devices, expanding the number of notified bodies, and introducing financial support measures for companies. The goal is to identify solutions that ensure patient safety without compromising the competitiveness and sustainability of the European medical device sector.


L’introduzione del Regolamento (UE) 2017/745 (MDR) ha ridefinito il quadro normativo dei dispositivi medici, imponendo requisiti più stringenti per la certificazione, la sorveglianza post-market e la tracciabilità dei prodotti. Sebbene il regolamento abbia l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e la qualità dei dispositivi medici, le piccole e medie imprese (PMI) del settore hanno riscontrato notevoli difficoltà nell’adeguarsi alle nuove disposizioni. L’aumento dei costi di certificazione, i tempi di approvazione più lunghi e la riduzione del numero di organismi notificati hanno reso il processo di conformità più oneroso, portando al ritiro di alcuni dispositivi dal mercato e rallentando l’innovazione. Questo articolo analizza le principali differenze tra la Direttiva 93/42/CEE (MDD) e l’MDR, con particolare attenzione agli impatti sulle PMI e sulla disponibilità dei dispositivi medici. Inoltre, vengono discusse le possibili strategie per mitigare le criticità emerse, tra cui l’adozione di percorsi di certificazione semplificati per i dispositivi essenziali, l’ampliamento degli organismi notificati e l’introduzione di misure di sostegno economico per le aziende. L’obiettivo è individuare soluzioni che consentano di garantire la sicurezza dei pazienti senza compromettere la competitività e la sostenibilità del settore medicale in Europa.

G. Baratti1, I. Ferroni2
1 Personal Care & Cosmetics Business Unit Manager, URAI
2 Head of Cosmetic Laboratory, URAI

  cosmetica@urai.it

Ectoine
The extremolite that protects the skin at 360 degrees

Extremolites are natural molecules produced by extremophilic microorganisms that live in hostile environments such as high temperatures or high salinity. The most known and used extremolite in the cosmetic field is Ectoine, an aminoacid that protects cells from damage caused by environmental stress. Ectoine stabilizes cell membranes, reduces inflammation, and enhances the skin’s barrier function, combating dryness, pollution, UV radiation and visible light. Thanks to its moisturizing and soothing action, it is effective in treating sensitive and atopic skins and it’s improving the appearance of wrinkles.

 

Gli estremoliti sono molecole naturali prodotte da microrganismi estremofili, che vivono in ambienti ostili alla vita come alte temperature o alta salinità. L’estremolita più noto e utilizzato in cosmetica è l’Ectoina, un aminoacido che protegge le cellule dai danni causati da stress ambientali. L’ectoina stabilizza le membrane cellulari, riduce l’infiammazione e migliora la funzione di barriera della pelle, contrastando secchezza, inquinamento, radiazioni UV e luce visibile. Grazie alla sua azione idratante e lenitiva, è efficace nel trattamento di pelli sensibili e atopiche e nel migliorare l’aspetto delle rughe.

A. Sguazzin1, C. Cusan2
1 Regulatory Toxicologist, S&C BEST (Portogruaro)
2 Ph.D., ERT, Founder and Principal Scientist at S&C BEST (Portogruaro)

  claudia@sc-best.eu

Il benzofenone è stato recentemente riclassificato come cancerogeno di categoria 1B H350, “Può provocare il cancro” rispetto alla precedente classificazione di categoria 2 H351, “Sospettato di provocare il cancro”. La riclassificazione è stata supportata da evidenze sperimentali che dimostrano la formazione di tumori rari, come per esempio il sarcoma istiocitico nelle femmine di topo e il carcinoma epatocellulare nei maschi di ratto. Studi di mutagenicità, come il test di Ames e altri saggi, hanno confermato che il meccanismo di azione cancerogeno non è mediato da un’interazione diretta con il DNA. Per questo motivo il benzofenone rappresenta un caso di studio rilevante per la determinazione di un valore di sicurezza soglia di un cancerogeno non mutageno. Infatti, mentre per un mutageno non è possibile stabilire l’esposizione giornaliera permessa (Permitted Daily Exposure, PDE), sotto il quale il rischio è trascurabile, tale PDE può essere stabilito per un cancerogeno non mutageno, con l’adozione di un approccio simile a quello applicato per l’anilina, in accordo alla linea guida del “International Council for Harmonisation of Technical Requirements for Pharmaceuticals for Human Use for Mutagenic Impurities” (ICH M7). Questo approccio permette di stabilire un livello di sicurezza utilizzando i fattori di incertezza descritti nelle linee guida ICH Q3C, ovvero la linea guida per “Residual solvents in pharmaceuticals”.

Questo lavoro si propone di illustrare il processo di valutazione tossicologica del benzofenone, sottolineando l’importanza di un’analisi approfondita per garantire la sicurezza dei composti chimici utilizzati nei settori industriale e farmaceutico.

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Innovazione e Sostenibilità firmata Faenza Packaging

Sustainable Packaging
Innovazione e Sostenibilità firmata
Faenza Packaging
Faenza Packaging è un’azienda con oltre 20 anni di esperienza nel settore del packaging secondario e con un focus crescente sulle commesse provenienti dall’industria cosmetica, profumiera e nutraceutica.
Faenza Group, il gruppo di cui fa parte, è composto da quattro divisioni: Faenza Printing, Faenza Packaging, Faenza Couture e Printing Up, ognuna specializzata in diverse aree della stampa e del packaging.
Faenza Packaging, in particolare, si concentra sulla produzione di scatole in cartoncino teso offrendo flessibilità nei lotti di produzione,
velocità ed expertise specifiche per confezioni ad alto valore aggiunto.

L’amministratore delegato, Claudio Rossi, sottolinea la capacità dell’azienda di gestire commesse diverse con rapidità di consegna e versatilità, fin dai servizi di prototipazione e consulenza specifica necessaria alla nascita del prodotto.
Affrontare le sfide legate alla produzione di confezioni ad alto impatto estetico per brand globali del settore beauty con finiture raffinate e soluzioni personalizzate e sostenibili ricoprono la quotidianità del team che lavora nelle sedi di Faenza e Milano.

La velocità nei tempi di esecuzione e la capacità di intercettare i trend del momento, insieme alla personalizzazione delle soluzioni con finiture raffinate, sono ulteriori punti di forza che distinguono l’azienda nel settore del packaging cosmetico.

La continua propensione alla “sostenibilità” porta l’azienda a realizzare astucci “sostenibili”, grazie non solo a materiali certificati FSC® o PEFC®, ma anche all’uso di prodotti consumabili e inchiostri ecocompatibili. La possibilità di plastificare con materiali compostabili è un fattore distintivo sul mercato.La collaborazione con terzisti che curano l’allestimento e il riempimento, qualora richiesto, e la continua ricerca di materiali innovativi e sostenibili sono i punti focali per l’azienda e in particolare per l’ufficio Ricerca e Sviluppo.

I due stabilimenti consentono di avere un ridotto impatto ambientale in termini di CO2, permesso dalla possibilità di produrre in house, grazie a un importante impianto fotovoltaico e a un’attenta gestione della car mobility.

La possibilità di avere diverse tecnologie a disposizione consente la produzione di lotti sia con ridotte che con grandi quantità. La stampa digitale di alta qualità con la nuova HP Indigo 15K e le finiture digitali come serigrafia 3D e lamine a freddo permettono rese scenografiche a bassi costi per poche copie, mentre la stampa Offset su macchine Heidelberg fino a 10 colori con vernice in linea sia tradizionali sia LED UV di ultima generazione, macchine di stampa a caldo e Bobst e piega-incolla di ultima generazione supportano i lotti con quantità elevate.

PRODUZIONE

La produzione su 3 turni di 24 ore per 5 giorni a settimana permette tempi di consegna veloci e una flessibilità non scontata per una cartotecnica.

EXPORT

L’export costituisce la metà del fatturato di Faenza Packaging, con una forte presenza in Paesi come la Svizzera, la Francia, gli Emirati Arabi Uniti e la Gran Bretagna. Le categorie di prodotto più richieste, oltre al settore makeup, includono profumi in edizione speciale, skincare e haircare, nonché prodotti nutraceutici per il benessere della persona. 

Oggi il gruppo può contare su 80 addetti e collaboratori specializzati,
con un fatturato di circa 15 milioni di euro, di cui il 40% è attribuibile al packaging.
Nel corso degli ultimi tre anni, Faenza Packaging ha registrato un tasso di crescita annuo del 20%,
con l’export che rappresenta il 50% del business.

La continua attenzione nell’intercettare le esigenze della nostra clientela fa sì che il nostro percorso sia sempre attento e pronto ai cambiamenti che dovessero rendersi necessari... ed è proprio per questo che con grande orgoglio comunico la nascita di FAENZA COUTURE. Da oggi i nostri clienti potranno contare su un unico partner per le loro esigenze di cartotecnica come scatole rigide fondo e coperchio, cofanetti per makeup, skincare, haircare e fragranze, prodotti di cartotecnica con lavorazioni manuali e di completamento. Strategico è il servizio di studio e prototipazione per arrivare a una copia zero realizzata stampata e finita come quella che andrà in produzione.

Claudio Rossi

8th IPCE Conference

I membri della SiCC hanno diritto a:

8th IPCE CONFERENCE Intercontinental Personal Care Excellence

11th-12th June 2025
Verona (VR) – Italy

Hotel Leon D’Oro

Registration
CONTACT

ipce2025@promoest.com

IPCE negli anni si è affermata come ponte di collegamento fra l’ultimo Congresso IFSCC ed il successivo: in questo caso Foz du Iguassù e Cannes!

L’eccellente programma scientifico, in cui si alterneranno gli autori dei migliori Poster del Congresso mondiale IFSCC di Foz do Iguassù con Lettori Magistrali di fama Internazionale, sarà completato da eventi sociali di alto livello, fra i quali la possibilità di partecipare alla serata inaugurale dell’Arena Opera Festival 2025 che si aprirà con il NABUCCO di G. Verdi

Anche quest’anno sono state scelte location prestigiose, nel centro storico di Verona, patrimonio dell’Unesco, conosciuta anche come la città di Giulietta e Romeo: la sala Mascagni dell’Hotel Leon D’oro sarà la sede delle due giornate di Conferenza, mentre lo scenografico Palazzo Verità ospiterà la cena di gala  

Program - 11st June
Program - 12st June

Editoriale IN2-2025

Editoriale IN2-2025

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Nutricosmetici o piante per la bellezza?
Il fascino del regno vegetale

Nutricosmetici o piante per la bellezza? Questo è il dubbio che ho avuto quando ho definito il focus di questo numero. Infatti, come vedrete, sotto il termine “nutricosmetici” è vero che troviamo anche altre novità, come gli ialuroniani ad ampio spettro, il primo “psicobiotico” che migliora l’aspetto della pelle, i peptidi da collagene di origine marina o l’idrolizzato di cheratina biodisponibile con effetti su pelle, capelli e unghie, ma in questo numero le piante e derivati botanici la fanno sicuramente da padrone.

Infatti, si parla di estratto di mela per la bellezza dei capelli e delle unghie, estratto d’uva per l’iperpigmentazione della pelle, estratto di bacca maqui per l’occhio secco, estratto di polpa d’olive per illuminare la pelle, estratto di mirtillo selvatico per la compattezza e la luminosità della pelle, estratto di agrumi siciliani antinvecchiamento.  E ancora: botanicals per l’alopecia, complessi lipidici del grano per ridurre la caduta dei capelli, estratti di melograno o di mirtillo fermentato per modulare l’asse intestino-pelle.

Lascio agli esperti del mercato la spiegazione dell’evolversi delle preferenze dei consumatori che hanno indirizzato negli ultimi anni lo sviluppo dei nutricosmetici di origine vegetale, io mi fermo a una riflessione più generale.

Il regno vegetale, senza dubbio, rappresenta una fonte inesauribile di ingredienti e sostanze funzionali che possono essere utilizzate per ottenere una vasta gamma di effetti benefici, spesso sinergici, come l’uomo ha ben compreso sin dai tempi più remoti. Le piante, infatti, sono state utilizzate da millenni per scopi terapeutici e cosmetici, un sapere che si è tramandato attraverso le generazioni e che oggi trova nuova vita grazie alla crescente attenzione verso i rimedi naturali. La riscoperta dei prodotti naturali non si limita però solo alla valorizzazione delle loro proprietà, ma tende anche a rafforzare quel legame intrinseco tra cosmesi, medicina e natura, che è sempre stato parte integrante delle tradizioni ancestrali.

In questo contesto, il concetto di bellezza si evolve, non più intesa solo come un aspetto superficiale, ma come un riflesso del benessere globale dell’individuo. La bellezza, infatti, si intreccia indissolubilmente con la salute, e quest’ultima non è più vista come una condizione separata dalla cura dell’aspetto esteriore. L’uso delle piante e dei loro estratti, in sintonia con il rispetto per l’ambiente e per il corpo, rappresenta una strada per ritrovare un nuovo equilibrio, un modo per vivere in sintonia con la natura e, di conseguenza, con noi stessi. Essere belli, in quest’ottica, significa essere in salute, significa seguire un percorso che coinvolge non solo il corpo, ma anche la mente, in un’armonia che promuove il benessere a 360 gradi.

E voi che cosa ne pensate?

Opinion Leader • CT2, 2025

Leonardo Celleno

Opinion Leader • CT2, 2025

Senescenza e invecchiamento:
due processi su cui possiamo intervenire

Differenze, cause e soluzioni innovative per contrastare i processi dell’età

Si sa, invecchiare è un processo naturale. La senescenza ne è la naturale conseguenza e non possiamo fare niente per evitarla. Si cerca di invecchiare meglio, di mantenere più a lungo possibile il nostro benessere, ma comunque prima o poi si diventa “vecchi”. Tutto vero, però c’è qualcosa di nuovo. Intanto senescenza e invecchiamento, sebbene usati spesso come sinonimi, si riferiscono (per chi studia questi problemi) a processi distinti e diversi. La senescenza scientificamente indica un processo cellulare che porta all’arresto permanente del ciclo delle cellule con conseguenze che, alla fine, saranno evidenti anche sull’intero individuo. Si verifica in tutte le cellule proliferanti spontaneamente o perché soggette a sollecitazioni stressanti diverse. È uno dei processi causali dell’invecchiamento ed è responsabile di parte dei disturbi legati a questo processo.  

L’invecchiamento, invece, indica la perdita progressiva delle funzioni dei tessuti e degli organi nel tempo per cause legate sia ai processi intrinseci alle cellule sia per l’intervento di fattori esterni, come la radiazione UV. 

Sono due processi diversi che si intersecano fra di loro, ma essenzialmente diversificati. Per chiarire meglio, la senescenza si manifesta spontaneamente nelle cellule diploidi (come le cellule umane) e limita la loro durata di vita proliferativa: dopo un certo numero di divisioni (40-60), perdono la possibilità di dividersi ancora e di originare nuove cellule (limite di Hayflick); fenomeno causato da un progressivo accorciamento dei telomeri ad ogni divisione cellulare per prevenire l’instabilità genomica e quindi l’accumulo di danni al DNA, che si possono verificare durante le ripetute divisioni cellulari. È la senescenza replicativa, diversa dalla senescenza prematura che si verifica per eventi genotossici, forti stress metabolici o stress oncogenici, operando così un meccanismo anti-progressione tumorale. In entrambi i casi la senescenza si presenta quindi come un meccanismo protettivo: serve a “evitare” accumuli di danni al DNA e quindi di trasmettere un patrimonio genetico alterato e dannoso. Le cellule senescenti svolgono un ruolo chiave nei processi fisiologici come l’embriogenesi, il rimodellamento e la riparazione dei tessuti. Per esempio, durante l’embriogenesi, inducendo l’apoptosi, permettono il rinnovamento dei tessuti e l’organogenesi, nella riparazione tissutale eliminano cellule non più utili che ostacolano la guarigione di un danno tissutale. Questo spiega perché l’evoluzione non ha portato alla scomparsa della senescenza cellulare, proprio per mantenere questo sistema di difesa. Tuttavia, non sempre il processo si conclude con l’apoptosi e le cellule senescenti possono accumularsi con il tempo e in sede di patologie legate all’età, come nell’artrosi o nell’aterosclerosi e possono avere un impatto sulla normale fisiologia dei tessuti, secernendo fattori bioattivi come citochine, chemochine, fattori di crescita, metalloproteinasi, lipidi, nucleotidi, vescicole citoplasmatiche e fattori solubili. Così causano un progressivo deterioramento funzionale e diventano una delle cause principali dell’invecchiamento. 

L’invecchiamento, in quanto tale, è anch’esso determinato da molteplici cause, tuttavia, nel corso degli anni, i tantissimi studi hanno ormai stabilito che tra i meccanismi alla base dell’invecchiamento e in comune con i tanti altri processi che lo compongono, i radicali liberi (RL), specialmente quelli basati sull’ossigeno, svolgono un ruolo chiave.

Alla base della senescenza e dell’invecchiamento: il ruolo dei radicali liberi

Ma anche nella senescenza, i RL hanno la “responsabilità” dei tanti processi e fenomeni che si attuano nel suo manifestarsi. Il danno al DNA mediato dallo stress ossidativo è tra le principali cause e la loro aumentata produzione può rivelarsi dannosa e causare danni alle proteine cellulari compreso il DNA. Anche nei processi come l’inflammaging, ossia l’infiammazione cronica comune sia al crono che al foto-invecchiamento, gli RL sono il meccanismo attraverso cui si attuano.

Nel tentativo di contrastare l’azione dannosa degli RL e quindi i processi a loro legati, gli antiossidanti hanno rappresentato la prima risposta che è stata impiegata per combattere l’invecchiamento e non solo quello della cute, ma anche quello organico generale. Il loro impiego si è rivelato utile in molte condizioni fisiologiche e patologiche (infiammazione, protezione dallo stress ossidativo, terapie anticancro ecc.) ma non solo, ha permesso di intervenire su processi legati sia all’invecchiamento che alla senescenza. Molecole naturali quali quercetina, fisetina, luteolina, curcumina sono in grado di indurre selettivamente la morte delle cellule invecchiate, inducendo una “apoptosi selettiva”. Sono poi state sintetizzate nuove molecole sintetiche come il Navitoclax, con funzione pro-apoptotica per inibizione delle BCL-2 (proteine che possono esercitare un effetto pro o antiapoptotico) e di altre proteine, che ugualmente governano la permeabilità della membrana mitocondriale esterna. Altri inibitori delle BCL-2, come A1331852, A1331852, A1155463 ecc., sono in corso di studio così come nuove categorie di farmaci quali i cosiddetti “senomorfi” o “senostatici” che riducono gli effetti dannosi dei fattori biologici secreti dalle cellule senescenti (SASP) o sopprimono la senescenza senza indurre la morte della cellula senescente, interferendo con i regolatori trascrizionali. In studio anche farmaci cosiddetti Senoreverter che, invece di favorire l’apoptosi, consentirebbero alle cellule di rientrare nel ciclo cellulare e svolgere le loro funzioni come la rigenerazione della pelle. Chimera mirata alla proteolisi (PROTAC), nanoportatori, profarmaci a base di galattosio sono inoltre nuove tipologie di farmaci che la ricerca, sia sperimentale che clinica, sta indagando, così come anche l’immunoterapia basata sul «superficioma» delle cellule senescenti.  

Letture consigliate

Calcinotto A, Kohli J, Zagato E et al. Cellular Senescence: Aging, Cancer, and Injury. Physiol Rev. 2019;99(2):1047-1078.

Csekes E, Račková L. Skin Aging. Cellular Senescence and Natural Polyphenols. Int J Mol Sci. 2021;22(23):12641.

Schmeer C, Kretz A, Wengerodt D et al. Dissecting Aging and Senescence-Current Concepts and Open Lessons. Cells. 2019;8(11):1446.

Zhang L, Pitcher LE, Yousefzadeh MJ et al. Cellular senescence: a key therapeutic target in aging and diseases. J Clin Invest. 2022;132(15):e158450.

Cosmetic Technology 2, 2025

Cosmetic Technology 2, 2025

Skin longevity and no age anxiety
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Attenzione: curve pericolose
A. Caldiroli

Opinion Leader

Senescenza e invecchiamento: due processi su cui possiamo intervenire
L. Celleno

articoli

C. Atzori, G. Piu, S. Piras, V. Mazzarello
SkinLab, Dipartimento Scienze Biomediche, Sassari
cristina.a93@tiscali.it

Instrumental evaluation of the efficacy of an anti-aging cosmetic product
Skin bioengineering techniques for the validation of cosmetic claims

Certainly, the goal of every cosmetic company is to formulate a product capable of meeting the needs and fulfilling the expectations of the final consumer. One of the fundamental steps in cosmetic design is represented by the in vivo efficacy evaluation, which utilizes non-invasive skin bioengineering techniques for the validation of cosmetic claims. This proves to be essential both to protect the consumer and for the producing company to make any necessary adjustments to the formulation itself. 

The following article reports a study conducted at a specialized center for efficacy evaluation (SkinLab, Uniss) on an eye contour cream based on 2% Vitis Vinifera (Grape) Juice. The protocol involved the recruitment of a group of volunteers selected according to specific inclusion and exclusion criteria to study and evaluate the claims made by the producing company: firming, moisturizing, anti-wrinkle, anti-dark circles, and anti-puffiness. For the instrumental evaluation, the following devices were used: Visioscan® VC20 Plus, Corneometer® CM825, Cutometer® MPA580, Indentometer® IDM 800, Mexameter® MX 18, and VisioFace® 1000D. After the final check-up, a multiple-choice self-assessment test regarding the pleasantness and efficacy of the cosmetic was administered to the volunteers. From the subsequent statistical analysis of the data, the results obtained were included in the report delivered to the producing company.


Sicuramente l’obiettivo di ciascuna azienda cosmetica è quello di formulare un prodotto che sia in grado di soddisfare le esigenze ed esaudire le aspettative del consumatore finale. Uno degli step fondamentali della progettazione cosmetica è rappresentato dalla valutazione dell’efficacia in vivo, questa si avvale di tecniche non invasive di bioingegneria cutanea per la validazione dei claim cosmetici. Ciò si dimostra essere essenziale sia per tutelare il consumatore che per l’azienda produttrice per apportare eventuali modifiche alla formulazione stessa. L’articolo che segue riporta uno studio, condotto presso un centro specializzato nella valutazione di efficacia (SkinLab, Uniss) su una crema contorno occhi a base di Vitis Vinifera Juice al 2%. 

Il protocollo prevedeva il reclutamento di un gruppo di volontari selezionati secondo determinati criteri di inclusione ed esclusione per studiare e valutare i claim vantati dall’azienda produttrice: elasticizzante, idratante, antirughe, antiocchiaie e antiborse. 

Per la valutazione strumentale sono stati impiegati il Visioscan® VC20 Plus, il Corneometer® CM825, il Cutometer® MPA580, l’Indentometer® IDM 800, il Mexameter® MX 18 e il VisioFace® 1000D. Dopo l’ultimo controllo è stato sottoposto alle volontarie un test di autovalutazione a risposta multipla, relativo alla gradevolezza e all’efficacia del cosmetico. Dalla successiva analisi statistica dei dati, i risultati ottenuti sono stati inseriti all’interno del report consegnato all’azienda produttrice.

M. Zanotti Russo
CEO di Angel Consulting, Safety Assessor e docente in materia di conformità e sicurezza dei prodotti cosmetici
info@angelconsulting.eu

Why do consumers distrust the substances found in modern cosmetics? The perspective of an expert who does not sell them (and has no followers)

The visibility of cosmetic products, which are consistently growing in appreciation and distribution across all continental areas, is being affected by an escalating volume of contradictory communications. These messages proliferate on web pages, blogs, and social networks that are increasingly prevalent, oscillating between commendations and benefits to outright alarmist attacks focused on the hypothetical, proclaimed, and never proven, dangers of ingredients and products. Often, ingredients with a well-known and reassuring safety profile are cited as highly toxic, but even more frequently, the discussion involves ingredients that are actually regulated and therefore approved by scientific committees and the European Union itself. This rampant and uncontrollable (and hardly contestable) form of defamation not only causes direct economic damage to the sector but also undermines the trust between companies and consumers. Worse still, it prompts behaviors and choices that lead consumers toward actions that genuinely pose health risks. Many companies initially saw a business opportunity driven by the “free from” movement, which essentially endorses the theories of self-proclaimed experts. This approach may have been rewarding in terms of sales initially, but at what price? And what are the long-term consequences?


La visibilità dei prodotti cosmetici, il cui apprezzamento e la cui diffusione sono in costante aumento in tutte le aree continentali, è affetta da una crescente mole di comunicazioni contrastanti, sia nelle pagine web che sui sempre più dilaganti blog e social networks, dove si alternano apprezzamenti e benefici a veri e propri attacchi allarmistici incentrati sulla ipotetica, conclamata e mai dimostrata, pericolosità di ingredienti e prodotti. Spessissimo vengono citati come altamente tossici ingredienti dal profilo perfettamente noto e rassicurante, ma ancora più spesso ingredienti addirittura regolamentati, quindi approvati dai comitati scientifici e dalla stessa Unione Europea. Questa dilagante forma incontrollabile (e ben difficilmente contrastabile) di diffamazione oltre a produrre un danno economico diretto al settore, mina il rapporto di fiducia fra aziende e consumatori e, ancora peggio, induce comportamenti e scelte che indirizzano i consumatori verso condotte realmente rischiose per la salute. Molte aziende hanno visto, inizialmente, una opportunità di business trainata dal “free from”, che sostanzialmente avvalla le teorie di sedicenti esperti. Probabilmente questo sarà stato (inizialmente) premiante sul piano delle vendite, ma a quale prezzo? E con quali conseguenze, a lungo termine?

M. Labianca, C. Gazerro, C. Landolfi
Toxhub Consulting
maria.labianca@toxhub-consulting.com

Negli ultimi anni, l’interesse per i cosmetici naturali è cresciuto esponenzialmente, spinto dalla crescente attenzione dei consumatori verso prodotti percepiti come più sicuri ed ecologici. Tuttavia, la naturalezza di un ingrediente non equivale automaticamente alla sua innocuità. Il Regolamento (CE) n. 1223/2009 impone rigorosi controlli su tutti gli ingredienti cosmetici, indipendentemente dalla loro origine, per garantire la sicurezza dei prodotti destinati alla cura della persona. Un aspetto critico è la possibile presenza di tossine naturali, come micotossine, alcaloidi e allergeni, che possono contaminare le materie prime cosmetiche e rappresentare un potenziale rischio per la salute della pelle.

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TIMELYS®

PHARMA COSM POLLI – GELYMA

QI Guard

INNBIOTEC PHARMA

RENOVASE®

BIOCHIM

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Pubbliredazionale
La valorizzazione dell’innovazione etica
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Makeup Technology P/E 2025

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Cosmetic Pursuit: il gioco che trasforma la formazione cosmetica in divertimento

LABORATORIO COSMOPOLITA,  ha trovato un modo unico per rendere l’apprendimento nel settore della cosmetica non solo efficace, ma anche divertente. Nasce così Cosmetic Pursuit, un gioco da tavolo ideato come strumento di formazione per professionisti del settore cosmetico.

Siete pronti a mettervi alla prova e a scoprire i segreti dietro i prodotti che rendono unica la cosmetica?

S. Zanella

Cosmetic Pursuit

SENSIENT

Zesty Yellow: è il colore dell'anno 2025
Zesty Yellow: è il colore dell'anno 2025

Il potere dei colori nella vita è innegabile: possono trasformare in modo sorprendente il nostro stato d’animo, risvegliare emozioni ed esprimere sentimenti. La psicologia del colore è sempre più studiata e utilizzata nel marketing e nell’industria cosmetica il colore è il “protagonista”, influenzando il makeup, i capelli e persino la sensorialità risvegliata dai prodotti per la cura della persona.

FINESTRE DI APPROFONDIMENTO

La rivoluzione dei peptidi nel makeup

La Bellezza è uno stato mentale

TECNOLOGIE
LV120B
Versatilità e prestazioni per la compattatura cosmetica
rubriche
L'angolo della strategia

Protezione in azione • G.P. Armana

Legale

Diritti, libertà e privacy: una storia per tutti noi
• N. De Franceschi

Cosmetica e proprietà intellettuale

La dottrina degli equivalenti • A.V. Vanosi

Job Corner

Le figure professionali più ricercate nel 2024 nella filiera cosmetica • S. Lovagnini

INGREDIENTI

Occhio delle Grazie

Le Graie, con il loro unico occhio condiviso simboleggiano saggezza e mistero. 

L’Occhio delle Graie è una matita occhi antiaging disponibile in tre tonalità, ognuna ispirata alle antiche divinità. 

La formula è priva di profumo.

FARAVELLI Cosmetic Division

Pubbliredazionale
Sustainable Packaging
Innovazione e Sostenibilità firmata
Faenza Packaging
Pubbliredazionale
Scandolara Spa
Eccellenza e Sostenibilità nel Packaging per il Makeup di alta gamma

Editore
Francesco Bazzi
fb@ceceditore.com

Direttore Responsabile
Francesco Redaelli
fr@ceceditore.com

Direttore Scientifico
Riccardo Rossi
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Responsabile di redazione
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Progetto grafico
e impaginazione

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sd@ceceditore.com

Assistente marketing
Giulia Gilardi
gg@ceceditore.com

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Editoriale CT1, 2025

Anna Caldiroli

Editoriale CT1, 2025

La faccia nascosta della Luna

La faccia nascosta della Luna

Fuori dalla finestra, una scighera che si taglia col coltello. In questo scenario, ho posto una domanda a ChatGPT «A che punto siamo con l’uso dell’intelligenza artificiale nella cosmetica?». Mi ha risposto in una manciata di secondi:

L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nell’industria cosmetica sta crescendo rapidamente e si sta espandendo in diverse aree. Ecco alcuni dei principali sviluppi e applicazioni dell’IA in questo settore:
•Sviluppo di prodotti: analizzare dati su tendenze di mercato, preferenze dei consumatori e ingredienti efficaci. 
•Personalizzazione: adozione di algoritmi per offrire prodotti personalizzati. 
•Marketing e vendite: utilizzando l’analisi predittiva, si possono anticipare le tendenze e adattare le strategie di vendita.
•Assistenti virtuali: molti marchi stanno sviluppando chatbot e assistenti virtuali che possono rispondere a domande sui prodotti, fornire consigli e migliorare l’esperienza del cliente.
Analisi dei dati: analizzare grandi quantità di dati provenienti da social media, recensioni e altre fonti per capire meglio opinioni dei consumatori e tendenze emergenti.
•Sostenibilità: ottimizzare le catene di approvvigionamento e ridurre gli sprechi, contribuendo a pratiche più sostenibili.
•Ricerca e sviluppo: accelerare il processo di ricerca e sviluppo, aiutando a identificare rapidamente combinazioni efficaci di ingredienti e a testare nuove formulazioni.

Un effettivo utilizzatore di questi sistemi probabilmente inorridirebbe perché sa che non ci si accontenta della prima risposta ma si procede per affinamenti successivi e con la collaborazione simultanea di più strumenti che si integrano tra loro. Se vogliamo avere un’idea del contesto in cui operiamo (cioè l’industria cosmetica), superare la famigerata inibizione da pagina bianca o se abbiamo bisogno di guadagnare velocità riducendo i tentativi, eccoci serviti. 

Tuttavia, a mio avviso, siamo tenuti a considerare “the Otherside”, detto dai Red Hot Chili Peppers. L’IA è un soggetto attivo che “fa cose”, impara dal nostro attuale sapere e dalla sua strutturazione oltre che dalla base di dati da cui può attingere (e se questa è l’intera rete beh… sappiamo che non tutto ciò che sta lì corrisponde al vero) e restituisce risposte in base a un algoritmo probabilistico; qualche mese fa ho partecipato al Festival Internazionale Dell’ingegneria promosso dal Politecnico di Milano e un relatore ha messo all’opera diversi sistemi per proporre delle basi musicali con degli spunti di testo. Ebbene, alcuni generi musicali sembrano essere indiscutibilmente associati al sesso dei musicisti: così, alla richiesta di una certa canzone rock, la voce del cantante proposta è maschile e la stessa cosa accade per una band raggae. Un risultato analogo è stato discusso durante una conferenza TEDx: alla richiesta di fornire l’immagine di un ladro è stata restituita quella di una persona di pelle scura di sesso maschile. Uno strumento che diventa quindi tagliente se applicato ciecamente, in particolare all’opera in processi più complessi, per esempio, presso una questura, dove la domanda potrebbe essere “Possiamo rilasciare i documenti al Sig. XY?” a fronte anche dell’impostazione intrinseca del sistema scelto. Come ha spiegato il prof. Gottlob di Unical in un’intervista, l’IA al momento ha imparato che, per una stessa professione, persone di sesso femminile è facile che percepiscano un trattamento economico inferiore, quindi, occorre fornire all’IA regole logiche da porre in principio per evitare scelte sbagliate o il perpetrarsi di errori. 

L’IA ha dei bias perché nasce da noi e noi abbiamo dei bias. 

Siamo quindi noi che dovremmo sapere cos’è giusto ma non sempre lo conosciamo con certezza. Ad oggi, non possiamo scegliere se ricorrere all’IA perché è perfettamente compenetrata nelle nostre vite. Ciò che possiamo fare è scegliere come ricorrere all’IA sfruttando ciò che ci rende unici: le soft skills.

Cosmetic Technology 1, 2025

Cosmetic Technology 1, 2025

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A. Caldiroli

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F. Damato
Chimico, cosmetologo e tecnico-tricologo, ATELIER COSMETICO

→ francesca.damato@ateliercosmetico.it

The role of certain cosmetics in the treatment of seborrheic dermatitis on the scalp

Seborrheic dermatitis (SD) is a chronic inflammatory condition that mainly affects the scalp, causing redness, itching, scaling, and greasy yellowish flakes. The exact causes are not fully understood, but the fungus Malassezia is believed to play a crucial role. SD is more common in adults between the ages of 30 and 60 and tends to worsen during cold and dry months. Treatment focuses on reducing inflammation, eliminating the fungus, and controlling sebum production. Shampoos, lotions, and creams with sebum-regulating and antimicrobial ingredients are used to manage symptoms and prevent relapses. A trial conducted on five subjects with SD showed significant improvement after using a cosmetic treatment that included a peeling cream, specific shampoo, and lotion. All patients reported a reduction in symptoms such as erythema, itching, and scaling within 30 days, demonstrating the effectiveness of targeted and consistent treatment.


La dermatite seborroica è una condizione infiammatoria cronica che colpisce principalmente il cuoio capelluto, causando arrossamenti, prurito, desquamazione e la formazione di squame untuose giallastre. Le cause non sono del tutto chiare, ma si pensa che il fungo Malassezia giochi un ruolo cruciale. La dermatite seborroica è più comune negli adulti tra i 30 e i 60 anni e tende a peggiorare nei mesi freddi e secchi. Il trattamento mira a ridurre l’infiammazione, eliminare il fungo e controllare la produzione di sebo. Shampoo, lozioni e creme con ingredienti seboregolatori e antimicrobici sono utilizzati per mantenere sotto controllo i sintomi e prevenire le recidive. Una sperimentazione condotta su cinque soggetti affetti da DS ha mostrato significativi miglioramenti dopo un trattamento cosmetico combinato con crema peeling, shampoo e lozione specifica. Tutti i clienti hanno riportato una riduzione dei sintomi come eritema, prurito e desquamazione entro 30 giorni, dimostrando l’efficacia di un trattamento mirato e costante.

F. Rispo1, L. Dondero1, G. De Negri Atanasio1, G. Allaria1, F. Tardanico1, E. Lertora 1, I. Demori6, G. Costa7, E. Marchese7, 

S. Perera-del-Rosario8,9, E. Serrano-Candelas8, M. Palomino-Schätzlein8, E. Perata2, F. Robino2, P.F. Francesco Ferrari5, 

S. Ferrando1, M. Zanotti-Russo2, J. Markus3, S. Letasiova3, E. Grasselli1,4

Da: 22nd International Congress of the European Society of Toxicology In Vitro (ESTIV 2024), Prague June 3-6, 2024.

Per definizione, un ormone è una sostanza prodotta da una ghiandola endocrina che raggiunge l’organo bersaglio attraverso il circolo sanguigno. Secondo la Commissione Europea, un Interferente Endocrino (IE) è una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione (1). A questo proposito, il Regolamento Delegato (UE) 2023/707 (2) introduce nuove classi di pericolo (interferenza con il sistema endocrino per la salute umana e interferenza con il sistema endocrino per l’ambiente) che dovranno essere oggetto di valutazione da parte delle imprese che immettono sul mercato sostanze e miscele anche ad uso cosmetico; inoltre, definisce un interferente endocrino come la sostanza o miscela che altera una o più funzioni del sistema endocrino causando effetti nocivi su un organismo integro, la sua progenie, le popolazioni o le sottopopolazioni. Al considerandum n. 6, lo stesso Regolamento argomenta che le sostanze e le miscele con proprietà di interferenza con il sistema endocrino sono spesso persistenti, perché non degradabili dall’ambiente e pertanto rappresentano un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. È stato dimostrato che l’interferenza con il sistema endocrino può causare determinati disturbi negli esseri umani, tra cui malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo, della riproduzione o dello sviluppo neurologico, tumori, diabete e obesità, con un’incidenza elevata e in aumento sia nei bambini che negli adulti. Data la loro persistenza nell’ambiente, è stato anche dimostrato che le proprietà di interferenza con il sistema endocrino possono influire negativamente sulle popolazioni animali.

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