MakeUp Technology A/I 2024

MakeUp Technology A/I 2024

TENDENZE
FINESTRE DI APPROFONDIMENTO
RUBRICHE
INGREDIENTI

speciale: Waterless beauty

tendenze
Makeup in Italia un settore in crescita e innovazione

Analisi del mercato italiano e il suo posizionamento a livello europeo e globale

F. Lo Bosco*, S. Belmonte**

*Cosmetologa specializzata in Sviluppo Prodotto, Affari Regolatori e Qualità
**Farmacista e Senior Product Marketing Manager
serenabelm@gmail.com

Makeup in Italia

Analisi di mercato
FINESTRE DI APPROFONDIMENTO

Parola d'ordine: essenzialità

La storia del packaging dei prodotti makeup dall'Etruria ai giorni nostri

Macchina riempimento vasi Skintech MV-1-160

IDM Automation ha introdotto la Skintech MV-1-160, una macchina automatizzata avanzata per il riempimento di vasi cosmetici, applicazione del sigillo e assemblaggio vaso-tappo. Questa soluzione è progettata per migliorare i processi produttivi nell’industria cosmetica grazie alla sua precisione, efficienza e sostenibilità. Utilizzando tecnologie modulari avanzate, è in grado di gestire vasi in vetro di varie forme e vasi in plastica, incluse opzioni eco-friendly. La Skintech MV-1-160 è dotata di un dosatore in acciaio inossidabile AISI 316 conforme agli standard FDA, e offre una flessibilità produttiva con cambi formato rapidi e una capacità di produzione fino a 3000 pezzi all’ora. Inoltre, il design ergonomico e le protezioni avanzate assicurano sicurezza e comfort operativi.

IDM Automation

rubriche
L'angolo della strategia

Ritualità e significati della bellezza • G.P. Armana

Legale

Quali sono le "nuove" regole dettate dalla direttiva greenwashing? • C. Bellomunno

Cosmetica e proprietà intellettuale

Le novità del codice della proprietà industriale • AV. Vanosi

Job Corner

Dietro le quinte della bellezza • S. Lovagnini

INGREDIENTI

Il Gruppo Miyoshi, Una storia di qualità

Miyoshi Kasei Limited è stata fondata nel 1979 da Ryota Miyoshi, chimico e imprenditore giapponese.

Da oltre 40 anni, Miyoshi si distingue per la sua maestria nel trattamento delle superfici, trasformando le materie prime in ingredienti cosmetici ad alte prestazioni. 

Grazie alle sue tecnologie avanzate, Miyoshi offre soluzioni uniche che migliorano la funzionalità, la stabilità e la sensorialità delle formulazioni.

Miyoshi Europe

innovazione e precisione nel settore cosmetico

Pennelli Faro lancia la nuova unità operativa
Integrated applicator Pharma & cosmetics

La nuova Business Unit  Pennelli Faro INTEGRATED APPLICATOR Pharma & Cosmetics crea una sinergia perfetta tra applicatore e formula
sul pack stesso: ogni applicatore diventa una soluzione all-in-one professionale, versatile e altamente performante. 

Pennelli Faro

Direttore Responsabile
Francesco Redaelli
fr@ceceditore.com

Direttore Scientifico
Riccardo Rossi
rrossi.ceceditore@gmail.com

Responsabile di redazione
Anna Iannitelli
ai@ceceditore.com

Progetto grafico e impaginazione
Serena Dori
sd@ceceditore.com

Giulia Gilardi
gg@ceceditore.com

Marketing
adv@ceceditore.com

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Cosmetic Technology 5, 2024

Cosmetic Technology 5, 2024

Well-being, boosting care & intimate care

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Editoriale

Il mio presente è qua
A. Caldiroli

Opinion Leader

Eseguire una corretta valutazione della sicurezza e il suo “effetto booster” sul cosmetico
N. Lionetti

articoli

E. Sghedoni – Farmacista, consulente regolatorio in ambito cosmetico 

elisabetta.sghedoni97@gmail.com

Formulation study of a cosmetic line indicated  for the cancer patient

How to formulate a cosmetic line that can mitigate skin changes  due to cancer treatments

The oncological patient, subjected to anticancer therapy, may experience skin alterations due to the drugs. It has been observed that skin problems can be exacerbated in cancer patients who do not use cosmetic products or who use unsuitable ones. Therefore, the use of specific cosmetics capable of minimizing these issues is strongly recommended. An adequate cosmetic treatment should be considered an integral part of oncological therapy and ideally should be started before the commencement of therapy to prevent, as much as possible, the onset of potential skin side effects. This article will illustrate the formulation, production methods and the tests conducted for the validation of a cosmetic line tailored for patients undergoing oncological therapy. After searching for suitable raw materials, we proceeded with the formulation on paper and then to the development phase of the formulation prototypes. Six products have been formulated: three for the face, one for both face and body, one for the hands/feet, and one specifically for the treatment of scars, providing a complete cosmetic line. These products then underwent chemical-physical tests, microbiological tests, nickel tests, and patch tests on sensitive skin.


Il paziente oncologico, sottoposto alla terapia antitumorale, può andare incontro ad alterazioni cutanee dovute ai farmaci. È stato osservato che nei pazienti oncologici che non utilizzano prodotti cosmetici o che hanno utilizzato prodotti non adatti alla circostanza, le problematiche cutanee si sono esacerbate; pertanto, è fortemente consigliato l’utilizzo di cosmetici specifici in grado di minimizzarle. Un trattamento cosmetico adeguato dovrebbe, quindi, essere considerato parte integrante della terapia oncologica e dovrebbe essere cominciato anche prima dell’inizio di questa in modo da prevenire, per quanto possibile, l’insorgenza dei possibili effetti collaterali cutanei. Questo articolo illustra la formulazione, i metodi produttivi ed i test realizzati per la validazione di una linea cosmetica indicata per pazienti sottoposti a terapia oncologica. Dopo aver ricercato le materie prime ritenute idonee, si è passati alla formulazione su carta e successivamente alla fase di sviluppo dei prototipi formulativi. Sono stati formulati sei prodotti: tre per il viso, uno per viso e corpo, uno per mani/piedi e uno specifico per il trattamento delle cicatrici in modo da disporre di una linea cosmetica completa. I prodotti sono poi stati sottoposti a test chimico-fisici, test microbiologici, Nichel test e Patch test su pelle sensibile.

V. Prati1, M. Castelli2
1Ricerca e Sviluppo
2Marketing e Comunicazione INTERCON

m.castelli@interconsrl.it

The development of an intimate cream: from idea to realization

How a formulator can enrich an intimate cream with soothing and moisturizing actives: a complex challenge involving many ingredients

An intimate cream can have several functions: improving hydration, decreasing the feeling of dryness and, above all, offering relief from discomforts such as burning and itching. The task of the formulator is to make it to all intents and purposes ‘soothing’, by selecting the right raw materials. This text describes how the in-house Research & Development Department selected the right constituent ingredients and, in particular, the functional substances (actives) to make the product to which this project was dedicated, which was subsequently subjected to consumer testing. 


Una crema intima può avere diverse funzioni e rispondere a diverse esigenze: migliorare l’idratazione, ridurre la sensazione di secchezza e, soprattutto, offrire sollievo da malesseri quali bruciori e prurito. Compito del cosmetologo è quello di renderla a tutti gli effetti “lenitiva”, grazie alla selezione delle materie prime in grado di conferire le proprietà attese. In questo testo è stato descritto come sono stati selezionati gli opportuni ingredienti costituenti e, in particolare, le sostanze funzionali (attivi) dal Reparto Ricerca & Sviluppo interno con l’obiettivo di realizzare il prodotto focus del progetto, oggetto anche di consumer test.

P. Fernàndez-Aguado
Ricerca e Sviluppo, Farmacosmetica (Pesaro)

→ pilarfernandez1998@gmail.com

Microbiota and skin eubiosis: short-term or long-term trend?

Preliminary formulative study of a cosmetic line based on pre-, pro- and postbiotic ingredients

The skin has a crucial protective role against external aggressions, reinforced by the microorganisms that inhabit it. The skin microbiota is a diverse and dynamic ecosystem that prevents the colonisation of pathogens together with the stratum corneum. However, an imbalance in the microbiota (dysbiosis) is responsible for diseases such as atopic dermatitis or acne, whose prevalence has increased in recent years due to exposure to environmental stressors (pollution, UV, etc.). Indeed, interest in ‘microbiota-friendly’ products has increased, so that new ingredients related to the microbiota (prebiotics, probiotics, postbiotics and microbiota boosters) have been developed with the aim of improving skin health. The aim was to perform a formulative study of skincare products with actives that can help rebalance the microbiota.


La pelle protegge dalle aggressioni esterne, rafforzata dai microrganismi che la abitano: il microbiota cutaneo, un ecosistema variegato e dinamico che è in simbiosi con lo strato corneo al fine di prevenire la colonizzazione dei patogeni. Lo squilibrio del microbiota (disbiosi) è responsabile di malattie come psoriasi, dermatite atopica o acne, la cui prevalenza è aumentata negli ultimi anni a causa dell’esposizione a circostanze ambientali stressanti (inquinamento, radiazioni UV ecc.). È cresciuto così l’interesse per i prodotti “microbiota-friendly” e sono stati sviluppati nuovi ingredienti legati al microbiota quali prebiotici, probiotici, postbiotici, modulatori del microbiota con lo scopo di migliorare la salute della pelle. L’obiettivo di questo lavoro è stato di condurre uno studio formulativo di prodotti per la cura della pelle con ingredienti capaci di aiutare a mantenere, favorire o modulare il microbiota cutaneo. 

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
aziende

ACTIVE CONCEPTS

AC Skinmuni-Tea

PHARMA COSM POLLI
AQIA

INNOVACTIVE WOMANFERM®

ACTIVE UP – SILAB

MYOLINE®

ACTIVE BOX
CORUM

Azelaic Acid

PROBIOTICAL SKIN TECH

Skinbac™ SB03

Toyo Sugar Refining Co.

C-MO 2G™

Su questo numero presentiamo…
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Test Antiage: Il Futuro tra
Well-Aging, Pro-Aging
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Editoriale IN 5 • 2024

editoriale

L'Integratore Nutrizionale 5-2024
Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Donne nel mondo del lavoro progressi fragili e sfide ancora aperte

Negli ultimi anni, il tema della parità di genere nel mondo del lavoro ha guadagnato sempre più attenzione, grazie anche a ricerche come il recente rapporto “Women in the Workplace” pubblicato da McKinsey & Company in collaborazione con LeanIn.org. Secondo il rapporto, negli ultimi dieci anni, le donne hanno compiuto progressi significativi a tutti i livelli della gerarchia aziendale. Tuttavia, il cammino verso una reale parità rimane tutt’altro che stabile, con una situazione particolarmente delicata per le donne di colore, che continuano a essere sottorappresentate a ogni livello.

Un dato incoraggiante riguarda l’aumento della presenza femminile nei vertici aziendali: tra il 2015 e il 2024, la rappresentanza delle donne nei ruoli dirigenziali di alto livello (C-suite) è passata dal 17% al 29%. Questo incremento, sebbene positivo, nasconde ancora una realtà complessa. Mentre la rappresentanza femminile è aumentata a tutti i livelli, i progressi nei primi stadi della carriera aziendale, come i ruoli di ingresso e manageriali, sono stati decisamente più lenti. Per esempio, mentre le donne costituiscono il 48% della forza lavoro a livello di ingresso, la loro presenza diminuisce man mano che si sale nella scala gerarchica. Uno degli snodi critici è la prima promozione a ruoli manageriali: nel 2024, per ogni 100 uomini che ricevevano la prima promozione,  si contavano solo 81 donne, un miglioramento minimo rispetto alle 79 del 2018. Le donne di colore, in particolare, affrontano barriere ancora maggiori. Se il ritmo attuale di progresso dovesse mantenersi invariato, ci vorrebbero 22 anni perché le donne bianche raggiungano la parità con i colleghi maschi, mentre per le donne di colore si parla addirittura di 48 anni. Questa disparità evidenzia come il percorso verso l’uguaglianza non sia uniforme e come le donne che affrontano discriminazioni multiple, basate sia sul genere sia sull’etnia, siano particolarmente svantaggiate. Oltre ai dati, emerge un altro aspetto preoccupante: l’impegno delle aziende verso la diversità di genere sembra in calo. Nel 2024, solo il 78% delle aziende ha dichiarato che la diversità di genere è una priorità, rispetto all’87% del 2019. Anche i programmi di supporto formale per le donne, come il mentoring, sono diminuiti: il 37% delle aziende ha offerto programmi di mentorship per le donne nel 2024, rispetto al 48% di due anni prima. In un contesto industriale, la nutraceutica rappresenta un esempio interessante di come le sfide e i progressi della parità di genere si riflettano su settori specifici. Heather Granato, presidente di Women in Nutraceuticals (WIN), ha sottolineato l’importanza cruciale della parità di genere come motore dell’innovazione. Secondo Granato, uno degli elementi più potenti per promuovere l’innovazione all’interno di un’organizzazione è garantire l’uguaglianza di genere, in particolare nei ruoli di leadership. WIN, che si è impegnata ad aumentare la rappresentanza femminile nel settore, ha pubblicato nel 2023 un rapporto secondo cui il 37% delle posizioni di leadership senior e il 28% delle posizioni di CEO nel settore nutraceutico sono occupate da donne. Questi dati sono in linea con l’industria farmaceutica, dove le donne ricoprono il 41% delle cariche di vicepresidente, il 35% di quelle di vicepresidente senior e il 29% dei ruoli di C-suite. Se da un lato questi numeri indicano un miglioramento, dall’altro confermano che siamo ancora lontani dall’obiettivo di una parità piena e duratura. In risposta, WIN sta promuovendo diverse iniziative per favorire la crescita professionale delle donne nel settore, tra cui un programma pilota di mentorship e l’avvio di un modulo formativo che valuta la prontezza alla leadership. Questi strumenti sono fondamentali non solo per sostenere le donne nel raggiungimento dei vertici aziendali, ma anche per assicurare che la diversità diventi un pilastro dell’innovazione e dello sviluppo aziendale.

In conclusione, i dati raccolti da McKinsey e dalle organizzazioni settoriali come WIN ci ricordano che, nonostante i progressi compiuti, la strada verso una reale parità di genere nel mondo del lavoro è ancora lunga e complessa. Le aziende non possono permettersi di abbassare la guardia: l’impegno per la diversità e l’inclusione deve rimanere una priorità strategica, non solo per ragioni etiche, ma anche per il contributo positivo che una leadership inclusiva può dare alla crescita e all’innovazione.

Editoriale CT 4 • 2024

Anna Caldiroli

Editoriale CT 4 • 2024

“Il sole sarà
E cambierai
La tristezza dei pianti in sorrisi lucenti
Tu sorriderai”

Arriverà (Modà feat. Emma)

Qui, niente male

Lo fate anche voi quel giochino con amici e colleghi oppure in famiglia di cimentarvi con i titoli delle tracce dei temi della prova di italiano della maturità? Io sì; mi confronto con un gruppo di amiche (rispettivamente, Silvia, un’insegnante laureata in lettere, Stefania giornalista, Susanna data analyst): «Anna: che cosa avreste scelto? Stefania: Ungaretti! Anna: Nooo! io probabilmente il testo della Levi-Montalcini. Stefania: Certo sono cambiati rispetto all’altro secolo. Silvia: per decidere bisognerebbe leggere le tracce, forniscono molto più materiale di quello che erano i nostri temi classici. Io trovo molto interessante quella sulla funzione civile del patrimonio naturale e culturale. Susanna: E anche che abbiano proposto un testo di Pirandello un po’ insolito».

Per quanto riguarda la mia scelta, l’”Elogio all’imperfezione”, provo dunque a immaginare lo sviluppo di un’ipotetica scaletta; restando in tema di natura umana direi che ci siamo evoluti come frutto della diversità e dell’imperfezione. Rita Levi-Montalcini nella selezione di testo che è stata proposta considera l’imperfezione come un valore. Nello studio e più in generale nelle nostre vite e nella nostra persona, le imperfezioni sono intrinseche; tuttavia, non possono diventare dei pretesti per arrestare il cammino verso il quale ci siamo avviati. Io credo che tutto questo sia trasponibile nel mondo della bellezza. Guardandosi allo specchio è necessario fare i conti con il proprio “io”: con il proprio ingombro sterico, con il tempo che passa, con quello che vorremmo essere e con quello che il mondo ci propone come modello. Perciò il delta che separa noi stessi dal modello risulta talvolta pesare come un macigno e gettare in una condizione di ansia e di insoddisfazione. Se è vero che siamo fatti dei pensieri che siamo in grado di concepire, quanto le parole che utilizziamo, anche nella comunicazione in cosmetica, pesano? Bizzarro pensare al fatto che un Premio Nobel elogi l’imperfezione e quanto, invece, l’imperfezione rappresenti il nemico n. 1 da combattere, in virtù di una pelle perfetta, liscia, senza rughe, senza occhiaie, senza cellulite, senza peli superflui o capelli senza doppie punte, senza fili bianchi. Una vita spesa alla ricerca del “senza” quando in realtà la normalità è “con”. Non vorrei commettere l’errore di far passare il messaggio di inneggiare all’arresa davanti alle imperfezioni, deponendo le armi (che nel nostro caso sono sieri, creme, lozioni, shampoo, maschere e chi più ne ha più ne metta) quanto piuttosto, tirare una riga, prendere coscienza di sé, del proprio essere e dei propri pregi e dei propri limiti e, al contempo, identificare una comunicazione sostanzialmente diversa (non inclusiva per finta, fatemi dire): che stravolga la terminologia ai quali siamo assuefatti e parli dunque di strategie, di soluzioni, di proposte, di valorizzazione di quello che c’è. Il miracolo non esiste: per affrontare le sfide, piccole o grandi che siano, occorre dedizione (Rita Levi-Montalcini insegna!). La stessa che dobbiamo porre nell’approccio cosmetico a noi stessi e nell’insegnare alle generazioni più giovani un approccio sano e meno frustrato alla percezione di sé nel mondo.

Cosmetic Technology 4, 2024

Editoriale

Qui, niente male
A. Caldiroli

Opinion Leader

Belli capelli
E. Ugazio

articoli

F. Damato1, F. Mancini2,  G. Spada3, E. Tuzi4

1Chimica Cosmetologa e Tricologa, Atelier Cosmetico
2Consulente Tecnico Regolatorio
3Farmacista e Cosmetologa, Jana ‘e Mele
4Farmacista e Divulgatrice scientifica, Divulgazione Cosmetica

info@divulgazionecosmetica.it 

La Milano Fashion Week (MFW) è un evento globale che coinvolge diversi protagonisti da tutte le parti del globo. In questo contesto l’idea di un gruppo di lavoro del settore cosmetico è stata l’ideazione di una linea personalizzata per alcune figure chiave addette ai lavori che sono impegnate in prima linea nella realizzazione e riuscita dell’evento. Sono stati selezionati attivi da tutto il mondo, in una visione di inclusività e partecipazione che è alla base del gruppo di lavoro.


The world in cosmetics for Milano Fashion Week
Cosmetic needs behind the scenes

Milano Fashion Week (MFW) is a global event that involves various protagonists from all parts of the globe. In this context, the idea of a working group in the cosmetic field was the design of a customized line for key working figures involved on the front line in the realization and success of the event. Cosmetic actives form all over the world were selected, in a vision of inclusion and participation which is the basis of the working group.

E. Regola

Consulente scientifico

eliana.regola23@gmail.com

Sustainability of the cosmetic product
The concept of biodegradability

The themes of sustainability and eco-sustainability will first be briefly described on a general level and then declined in the context of cosmetic products.

In particular, one of the criteria for assessing environmental impact will be introduced: the concept of biodegradability.

First of all, the biodegradability concept will framed in the regulatory context for the cosmetics sector, then the possible evaluation strategies of this criterion will be indicated both at a theoretical/forecasting level and through standardized laboratory methods.

Attention will be focused on biodegradation in fresh and salt water and on the related testing methods to support of these claims.

I temi di sostenibilità ed ecosostenibilità verranno dapprima brevemente descritti a livello generale e quindi declinati nell’ambito dei prodotti cosmetici. 

In particolare, verrà introdotto uno dei criteri per la valutazione dell’impatto ambientale: il concetto di biodegradabilità.

Tale concetto verrà innanzitutto inquadrato in ambito regolatorio per il settore cosmetico, verranno quindi indicate le possibili strategie di valutazione di tale criterio sia a livello teorico/previsionale sia mediante metodi di laboratorio standardizzati.

L’attenzione verrà focalizzata sulla biodegradazione in acqua dolce e salata e sui relativi metodi di testing a supporto di tali claim.

A. Ceccato1, M. Battistin2, N. Realdon1, M. Barattin3, A. Brunetta4, F. Brunetta5, A. Bonetto6

1Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Padova

2PhD R&D Senior Specialist, KALIS, Onigo di Pederobba

3PhD Training Manager, LAB-O 24, Onigo di Pederobba

4Technical Director, KALIS, Onigo di Pederobba

5Head of R&D, KALIS, Onigo di Pederobba

6Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, Università Ca’ Foscari, Venezia

michelabarattin@lab-o24.it

 

New modulated release delivery systems for unstable functional substances

Functionalization of chitosan particles with ascorbic acid

In a cosmetic market that requires more and more performing and “functional” products, one of the main formulative challenges becomes successfully conveying in cosmetic products functional substances not stable, preserving their activity and ensuring their availability and bioavailability on the skin organ.

Belonging to one of the most used and documented classes of active ingredients to maintain and support the organ functions of the skin, Vitamin C definitely occupies a place of honor among antioxidants. However, formulating products with Vitamin C has a great criticality linked to its oxidative potential that leads it to react inevitably and quickly with oxygen.

This research proposes a new stabilization strategy thanks to a supramolecular structure of cross-linked chitosan also by means of Van der Waals and ionic bonds that discourage Vitamin C oxidation in emulsion, preserving its activity. The analysis confirmed the success of functionalization of chitosan particles with Vitamin C, leading to greater stability in conditions typical of cosmetic use. It is also interesting to note that the adducts have been shown to be appreciably stable against sedimentation if suspended in oils with different polarities: oils with greater polarities offer greater stabilization to the adduct. 

This approach represents an interesting strategy for successfully conveying unstable active substances, obtaining sensorially pleasing and effective cosmetics.

 

In un mercato cosmetico che richiede prodotti sempre più performanti e “funzionali”, una delle principali sfide formulative diventa veicolare con successo nel prodotto finito sostanze funzionali poco stabili, preservandone l’attività e garantendone la disponibilità e biodisponibilità sull’organo pelle.

Appartenente a una delle classi di attivi più utilizzati e documentati per mantenere e sostenere le funzionalità d’organo della pelle, la vitamina C occupa decisamente un posto d’onore tra gli antiossidanti. Tuttavia, presenta una grossa criticità formulativa legata al suo potenziale ossidativo che la porta a reagire inevitabilmente e in tempi brevi con l’ossigeno.

Questa ricerca propone una nuova strategia di stabilizzazione grazie a una stuttura supramolecolare di chitosano reticolato anche per mezzo di legami di Van der Waals e ionici, che scoraggino l’ossidazione in emulsione della vitamina C, preservandone l’attività. L’analisi ha confermato il successo della funzionalizzazione delle particelle di chitosano con la vitamina C, portando a una maggiore stabilità in condizioni tipiche di uso cosmetico. Interessante notare anche come gli addotti si siano dimostrati apprezzabilmente stabili nei confronti della sedimentazione se sospesi in oli a differenti polarità: oli con polarità maggiori offrono maggiore stabilizzazione all’addotto. 

Questo approccio rappresenta un’interessante strategia per veicolare con successo attivi instabili ottenendo prodotti finiti sensorialmente gradevoli ed efficaci.

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
aziende

PHARMA COSM POLLI
AQIA

Deep Color

ACTIVE CONCEPTS

AC PolyJackharides

RES PHARMA
GREENTECH

DANDRILYS®

ROELMI HPC

EMotion® Air

Su questo numero presentiamo…
SPECIALE PACKAGING
La magia di un packaging
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BUONA LETTURA!

SISTE Assoerbe – IN3-2024

SISTE • ASSOERBE
Il paradossale parere EFSA su specie vegetali contenenti idrossiantraceni (HAD)

La comunità scientifica e i produttori di preparazioni botaniche sono costernati di fronte a quanto riportato nell’opinione scientifica EFSA sulle specie botaniche contenenti derivati richiesto ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 1925/2006 per la valutazione della sicurezza delle sostanze controllate dall’Unione nella parte C dell’allegato III (1).

EFSA scrive nel suo nuovo parere (2) di non essere in grado di valutare la sicurezza delle preparazioni a base di radice o rizoma di Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. e dei loro ibridi, dalla foglia o dal frutto di Cassia senna L. e dalla corteccia di Rhamnus frangula L. e Rhamnus purshiana: “The Panel considers that the safety of preparations from the root or rhizome of Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. and their hybrids, from the leaf or fruit of Cassia senna L. and from the bark of Rhamnus frangula L. and Rhamnus purshiana DC cannot be established based on the submitted studies”.

Dal 2018 a oggi sono passati 6 anni e molti nuovi studi di genotossicità tutti “negativi”, ma nulla è cambiato dall’opinione con la quale EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha messo le premesse per il bando in tutta Europa degli integratori alimentari contenenti Aloe spp. e alcune sostanze presenti nelle foglie dell’Aloe come emodina e aloe-emodina (una delle principali sostanze idrossiantraceniche presenti, per altro, nell’aloe ma anche in molte altre specie vegetali) sospette genotossiche, cioè in grado di modificare il DNA.

Dopo quel parere, entrato in vigore in Italia come Regolamento della Commissione europea nell’aprile del 2021, la comunità di operatori economici interessati, con il supporto scientifico dell’Università di Milano, ha condotto numerose ricerche, ma nulla è cambiato perché EFSA ribadisce nel suo nuovo parere di non essere in grado di valutarne la sicurezza.

Questo nonostante il fatto che rispetto al 2018 l’Autorità avesse oggi a disposizione, ai fini della revisione, una notevole mole di nuovi dati originali, frutto di studi condotti secondo i più recenti e convalidati protocolli scientifici internazionali (OECD), studi che dimostrano la incontrovertibile non genotossicità degli estratti di piante contenenti aloe-emodina, il principale HAD sotto accusa, e uno studio che smentisce la genotossicità della stessa aloe-emodina. C’erano quindi fondati motivi per ritenere che l’Autorità avrebbe considerato validi i nuovi argomenti per mutare la propria già incerta posizione.

Secondo SISTE e ASSOERBE un parere, questo di EFSA – basato su motivazioni per lo più contradditorie e illogiche, non sostenibili dal punto di vista scientifico –, che lascia costernati comunità scientifica e produttori di preparazioni botaniche.

I risultati dei nuovi studi, infatti, contraddicono in modo inoppugnabile quelli più datati, condotti secondo protocolli non convalidati a livello internazionale, che hanno portato al bando degli integratori alimentari contenenti preparazioni a base di Aloe spp., emodina e aloe-emodina.

Ma, come si può sostenere, si chiede la comunità scientifica e degli operatori interessati, con in testa SISTE e ASSOERBE, che qualunque miscela/preparazione contenente emodina e aloe-emodina, prescindendo da quantità e livello di assunzione e dall’effetto matrice, sia genotossica, quando le numerose ed “eccellenti”, riconosce la stessa EFSA, evidenze scientifiche, oggi disponibili, dimostrano il contrario? Che senso aveva richiedere nuove prove scientifiche se la sentenza era già stata formulata a prescindere da queste?

Dichiara Marinella Trovato, Presidente SISTE: «A parte la delusione e lo scoramento per l’impegno umano ed economico e gli sforzi fatti per dimostrare la sicurezza di queste preparazioni – che peraltro continuano a trovare impiego in miriadi di preparazioni alimentari così come in dispositivi medici, in farmaci e cosmetici, categorie di prodotti soggetti a disposizioni diverse – resta lo sconcerto e la preoccupazione per future valutazioni che riguardino altre specie vegetali. È legittimo pensare che questo parere rientri in un disegno più ampio volto a demonizzare l’uso dei “botanicals” negli integratori alimentari e che il consumatore e la sua salute in tutto questo non c’entrino nulla».

Bibliografia
Specie botaniche contenenti derivati idrossiantracenici (Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. e i loro ibridi, Rhamnus purshiana DC., Rhamnus frangula L. e Cassia senna L.). Articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (CE) n.1925/2006 per la valutazione della sicurezza delle sostanze controllate dall’Unione nella parte C dell’allegato III.

EFSA NDA Panel (EFSA Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens). Scientific Opinion on additional scientific data related to the safety of preparations of Rheum palmatum L., Rheum officinale Baill. and their hybrids, Rhamnus purshiana DC., Rhamnus frangula L. and Cassia senna L., submitted pursuant to Article 8(4) of Regulation (EC) No 1925/2006. EFSA Journal. 2024;22(5):e8766.

I pilastri della cosmetica moderna

I pilastri della cosmetica moderna

P. Perugini
Professore associato Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università di Pavia Membro del Comitato scientifico di Cosmetic Technology
paolaperugini@unipv.it

 

Negli ultimi anni, i profondi cambiamenti demografici e climatici che stiamo vivendo ci spingono a riconsiderare in modo etico l’utilizzo delle risorse disponibili, sia come società sia come ambito scientifico. Questa riflessione porta alla ribalta il concetto di sostenibilità, ovvero uno sviluppo che mira a soddisfare le attuali esigenze senza compromettere il benessere delle generazioni future.

Oggi, nel mondo della cosmesi, la sostenibilità non è una tendenza, ma un’inevitabile necessità, complice un consumatore impegnato che cerca prodotti che non soddisfino solo esigenze estetiche ma anche etiche.

Tuttavia, nel racconto comune sulla sostenibilità, spesso manca la comprensione di quello che questo concetto realmente comporta. La sostenibilità non è una visione unidimensionale, ma un intreccio equilibrato di più  fattori. Si poggia su tre pilastri fondamentali che sono l’aspetto ambientale, l’equità sociale e la dimensione economica.

Dal punto di vista ambientale, si parla di scelte che permettano di soddisfare gli obiettivi di eco-compatibilità come la mitigazione del cambiamento climatico, l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine, la transizione all’economia circolare, la prevenzione e controllo dell’inquinamento e il rispetto delle biodiversità e degli ecosistemi. Allo stesso tempo, la sostenibilità deve garantire condizioni di lavoro dignitose lungo tutta la catena di produzione, così come promuovere l’inclusione sociale e il rispetto delle diversità culturali. Infine, deve creare un modello di business che non considera solo il profitto, ma che crea valore condiviso per tutte le parti interessate. è evidente, quindi, che la sostenibilità rappresenta un tema complesso.

Peraltro, èun concetto dinamico e in continua evoluzione, influenzabile dal progresso e dalle innovazioni tecnologiche. Le nuove ricerche nel campo della chimica verde, delle tecnologie e pratiche sostenibili offrono costantemente nuove prospettive e soluzioni per affrontare le sfide. Numerosi software e applicazioni oggi aiutano nel valutare l’impatto ambientale dei materiali, delle tecniche di produzione e delle strategie di distribuzione, facilitando così la progettazione di prodotti più sostenibili. è importante rimanere al passo con queste scoperte per integrare le migliori azioni nei processi di sviluppo dei prodotti.

Per tutti questi motivi, la sostenibilità richiede un approccio olistico che implica necessariamente una rivoluzione. In altre parole, presuppone una rivalutazione di tutte le strategie aziendali.

Tuttavia, in questa frenetica e impegnativa corsa verso la sostenibilità, l’attenzione rivolta alla creazione di prodotti più sostenibili spesso finisce per oscurare altri aspetti cruciali del prodotto, come la sicurezza o l’efficacia.

Questi elementi, però, sono e devono rimanere le colonne portanti del prodotto. Dopotutto, un cosmetico che non garantisce la sicurezza o che non offre risultati efficaci non può essere ritenuto conforme alle normative.

è qui che entra in gioco l’ecodesign, permettendo il giusto compromesso tra sostenibilità, sicurezza ed efficacia grazie a una progettazione consapevole che coinvolge l’intero processo produttivo e il ciclo di vita del prodotto. L’ecodesign, infatti, richiede una visione d’insieme e competenze multidisciplinari per garantire che ogni fase del processo di sviluppo del prodotto sia attentamente valutata e ottimizzata, mantenendo un equilibrio coerente tra tutti i suoi aspetti. Questo approccio consente di capitalizzare la sostenibilità senza mettere in secondo piano le necessità di base che i prodotti devono soddisfare per definizione. particolare, è bene ricordare che l’impatto della sostenibilità non si limita solo all’attività produttiva ma si estende su tutta la catena di valore. Nel caso della cosmetica, riguarda la fase di design, di approvvigionamento di materie prime, di produzione, di packaging e di distribuzione, fino alle fasi di utilizzo e post-utilizzo da parte del consumatore. Pertanto, è essenziale promuovere una visione condivisa di tutte le parti coinvolte nella filiera del benessere.

Una delle categorie in cui questa tensione tra sostenibilità, efficacia e sicurezza è particolarmente evidente è quello della protezione solare. Al giorno d’oggi, i prodotti solari rappresentano alcuni tra i cosmetici più richiesti dal mercato, a fronte di un’aumentata consapevolezza per la protezione dai rischi dell’esposizione solare e quindi della ricaduta diretta che possono avere sulla salute dell’uomo. Tuttavia, dal punto di vista formulativo, presentano spesso alte concentrazioni di filtri UV il cui rilascio all’interno di ecosistemi marini preoccupa i consumatori e lo rende un prodotto ritenuto impattante verso l’ambiente esterno. Di conseguenza, serve muoversi nel processo di sviluppo di formule che trovino il giusto equilibrio tra la sicurezza umana e la compatibilità marina e/o ambientale.

Si parte dall’analisi delle materie prime, della provenienza e della biodegradabilità. Su questo punto è bene ricordare che serve distinguere il concetto di naturale da quello di sostenibile. Le parole “verdi” spesso associate a ingredienti come materie prime vegetali ed estratti botanici possono essere fuorvianti. Un prodotto cosmetico naturale non è necessariamente sostenibile, e viceversa. Per determinare la sostenibilità di un ingrediente, è essenziale considerare la sua reperibilità, i processi produttivi e l’inquinamento ambientale generato dalla sua filiera e trasporto. Gli ingredienti naturali di nicchia, espressione della biodiversità e di ecosistemi particolari, per esempio, vanno preservati per mantenere la ricchezza nel territorio di origine.

Ci si sposta poi sulla sinergia tra ingredienti e sulla definizione dei blend più sicuri e attivi; ci si concentra sulla formulazione del prodotto, utilizzando metodologie che sfruttino il transfer tecnologico verso approcci a minor impatto ambientale, sempre più all’avanguardia.

In sintesi, l’approccio a 360°„ rappresenta una risposta chiave per sviluppare prodotti che rispondano a tutti i criteri, implementando anche la misurazione dell’intero impatto del prodotto lungo la catena di produzione e consumo. Questo consente di trovare un equilibrio ottimale tra le esigenze della salute umana e la protezione dell’ambiente, garantendo che i prodotti, come nel caso del solare, non solo esercitino la loro azione di protezione, ma anche rispettino la fragilità degli ecosistemi marini e ambientali.

Tale approccio favorisce la gestione efficiente del prodotto in cui la sostenibilità, la sicurezza e l’efficacia non sono più concetti separati quanto più strettamente interconnessi. Integrandoli pienamente si possono realizzare prodotti cosmetici che soddisfino appieno le esigenze dei consumatori moderni, senza compromettere il benessere del pianeta o della salute umana.

Ciò significa investire continuamente nella ricerca e sviluppo di ingredienti innovativi e processi di produzione sostenibili, senza pregiudicare la qualità, la sicurezza e l’efficacia del prodotto finale.

Editoriale CT 3 • 2024

Anna Caldiroli

Con la partecipazione di Giulia Aiello, psicologa

Lei gli dice, stuzzicandolo, “Immagini se ci hanno visti?” Preoccuparsi di quello che pensano gli altri lui risponde, “È compito degli scacchisti”

Veleno, Tananai

Editoriale CT 3 • 2024

Una pagina del sito web di alcuni anni fa di Cosmoprof Worldwide Bologna annunciava che per la successiva edizione il main topic sarebbe stato sustainable beauty, with no compromise senza porsi dei limiti e comprendendo il packaging e le formule, la ricerca verso ingredienti naturali ma anche le politiche e le scelte aziendali che sarebbero state raccontate al ritmo di “Not just Sustainable Beauty, but Holistic Beauty as well”.

La direzione intrapresa incontra i risultati delle indagini di mercato che vedono i consumatori più interessati che mai a prodotti di bellezza (che percepiscono essere) naturali e sostenibili e, in questo quadro, la bellezza olistica – al crocevia tra salute e bellezza – gioca in prima linea insieme ai player che lavorano già secondo un approccio “beauty inside-out”, ponendosi alla ricerca di soluzioni e tecnologie in grado di restituire valore e non depauperare i territori e chi li abita.

Data la stretta relazione tra in e out (in cui troviamo in gioco anche il cosmetico e i benefici che è in grado di apportare), tra il singolo e l’ambiente, nel senso più ampio del termine, volendo sviscerare la relazione tra la persona e la società in cui è inserita (dando quindi una diversa interpretazione al concetto di inside-out) ho invitato a contribuire a questo editoriale Giulia Aiello, psicologa.

Mentre scrivo questo editoriale ho da poco visto al cinema “Povere creature”, che ha come protagonista Bella, una sorta di creatura di Frankenstein, frutto dell’esperimento di uno scienziato che ha messo insieme il corpo di una donna con il cervello di un neonato. Ne esce fuori una “personaggia” che non ha perciò subito alcuna educazione repressiva femminile. Man mano che il cervello cresce acquisisce lo sviluppo motorio, il linguaggio e scopre il piacere sessuale. Bella è vivace e curiosa, vorrebbe provare tutto, si ribella al padre creatore e al suo aiutante che vorrebbero tenerla per loro in un mondo protetto: decide di scappare con un uomo che la seduce e che poi abbandonerà, e da qui inizia la sua avventura. Per venire a noi, mi ha colpito leggere che per una certa parte della critica il motore dell’avventura di Bella sia la sua bellezza, che giustificherebbe l’evolversi della sua storia. Non mi ritrovo molto in questa lettura, ma quello che mi sembra interessante è ciò che viene percepito come bellezza e perchè. Certo il suo corpo è giovane e conforme, ma il suo sguardo curioso e famelico, le movenze sgraziate, quello che dice e che fa è completamente al di fuori dai canoni di bellezza codificati e addomesticati ai quali siamo abituati. Quello che invece possiamo percepire come potente e bello è il contatto col proprio sentire, con ciò che le dà piacere, con la fame di mondo e di esperienze, con il patire per le ingiustizie del mondo e il desiderio di alleviarle, con la sete di conoscenza.

Capita di incontrare persone che pur non essendo particolarmente belle sprigionano bellezza, hanno gli occhi che brillano, trasmettono vitalità e sicurezza di sè. Curare la propria autostima e stare bene è fondamentale, ma sarebbe molto ingenuo considerare solo l’aspetto individuale quando parliamo di bellezza, dato che viviamo in un mondo sociale che è fatto di codici, giudizi, stratificazioni di sguardi che abbiamo imparato a fare nostri, anche quando non ne siamo consapevoli, soprattutto riguardo i corpi femminili. Quante energie, chi più chi meno, impieghiamo per rispondere e compiacere questi ideali, a concentrarci sulle nostre presunte mancanze, quanto ancora è insidioso quel mito della bellezza inteso come ideale di perfezione, decoro e accettabilità sociale! E allora forse quello che possiamo fare è innanzitutto prenderne consapevolezza, essere più clementi con noi stesse e con le altre donne, anche prenderci il rischio di deludere qualche aspettativa. Ne guadagneremmo energie per stare a contatto con le nostre sensazioni, le nostre intuizioni, le nostre capacità, la nostra bellezza.

Si consiglia la lettura del libro di Maura Gancitano, Specchio delle mie brame (Einaudi).

Editoriale Innovazione in Botanicals 2 • 2024

editoriale
Innovazione in Botanicals 2•2024
Elena Sgaravatti

Direttore scientifico
di Innovazione in Botanicals

Le biosoluzioni:
le nuove sfide per l’Europa

La recente comunicazione della Commissione Europea, “Building the future with nature: Boosting Biotechnology and Biomanufacturing in the EU”, pubblicata il 27 marzo 2024, rappresenta una pietra miliare per il futuro dell’Europa.

Con una visione rivoluzionaria, questa strategia non solo ambisce a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma si prefigge anche di stimolare la creazione di occupazione verde e di sostenere una crescita economica resiliente attraverso le regioni europee.

Nel testo, le biotecnologie si rivelano attori chiave nella produzione di materiali e vettori energetici rinnovabili derivati da biomasse e/o materie prime seconde (come lo sono gli interessantissimi esempi citati in questo numero di Innovazione in Botanicals) rendendo merito a un settore che promette di trasformare i modelli produttivi europei, riducendo significativamente l’uso di risorse non rinnovabili, i rifiuti e le emissioni inquinanti. Il loro impiego in processi produttivi meno energivori e più efficienti nel minimizzare gli sprechi è un chiaro segno di come l’innovazione tecnologica possa essere armonizzata con l’efficienza ambientale, in una simbiosi che si ispira direttamente alla natura.

Un’attenzione particolare è rivolta anche alle biotecnologie ambientali, fondamentali nella purificazione dei flussi di rifiuti e nella bonifica di terreni contaminati. L’adozione di enzimi e altre metodologie biotecnologiche offre soluzioni efficaci non solo per il riciclaggio avanzato, ma anche per combattere la contaminazione da microplastiche e migliorare la rilevazione di inquinanti, potenziando la capacità di monitorare e gestire l’impatto ambientale delle attività industriali.

La capacità delle biosoluzioni di catturare carbonio, attraverso sistemi bio-based come le alghe marine ingegnerizzate o sistemi di fotosintesi bio-ibridi, si dimostra straordinaria. Queste tecnologie non solo contribuiscono alla riduzione dei gas serra, ma favoriscono anche la conservazione della biodiversità e supportano la resilienza degli ecosistemi naturali.

La strategia europea sottolinea poi l’importanza di accelerare l’approvazione di innovazioni biotecnologiche sostenibili, come biopesticidi e fertilizzanti bio-basati a basso rischio. Attraverso iniziative come i “living labs” del progetto “A Soil Deal for Europe”, l’Unione Europea intende facilitare l’integrazione di queste biosoluzioni nel mercato, fornendo dati essenziali per orientare le future politiche di sostenibilità.

Nonostante i numerosi vantaggi, l’accettazione delle biosoluzioni nell’Unione Europea rimane una sfida significativa, dovuta principalmente a una scarsa consapevolezza dei loro benefici. Per superare queste barriere culturali, è essenziale un impegno congiunto per migliorare la comprensione e l’accettazione pubblica di queste tecnologie. Implementare velocemente quadri normativi e informativi che garantiscano un uso responsabile e sicuro delle biosoluzioni è fondamentale, così come lo è coinvolgere attivamente i cittadini europei attraverso un dialogo aperto e informato.

Per aumentare l’accettazione pubblica è cruciale anche sottolineare i vantaggi economici a lungo termine delle biosoluzioni. Educare i consumatori su questi aspetti può aiutare sia a giustificarne il prezzo, spesso superiore, sia a promuovere una transizione verso opzioni più sostenibili: incentivi, sussidi o agevolazioni fiscali possono rendere le biosoluzioni più attraenti e accessibili al grande pubblico.

Posizionando le biotecnologie e le biosoluzioni al centro della sua strategia, l’Europa non solo enfatizza il suo impegno verso un futuro sostenibile, ma stabilisce anche un modello di sviluppo che può essere replicato globalmente. Questo approccio, che integra innovazione tecnologica e gestione sostenibile delle risorse, non solo rispetta i limiti ecologici del nostro pianeta, ma promuove anche una crescita economica inclusiva e di lungo termine, posizionando il continente all’avanguardia nella corsa globale verso un futuro più verde e resiliente. Così, dalla lettura del sopracitato testo della Commissione Europea la domanda sorge spontanea: se non ora, quando? E la risposta non può più attendere.

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Cosmetic Technology 3, 2024

Editoriale

Nel tempo senza età
A. Caldiroli

con la partecipazione di Giulia Aiello

Opinion Leader

I pilastri della cosmetica moderna
P. Perugini

articoli

G. Tafuro
UNIRED, spin-off dell’Università
degli Studi di Padova
giovanni.tafuro@unired.it

L’industria cosmetica moderna si trova oggi ad affrontare sfide sempre più complesse che richiedono una maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale associato alla produzione e all’utilizzo dei prodotti. La domanda di soluzioni innovative in grado di coniugare il rispetto dell’ecosistema, l’efficacia e gli aspetti applicativi-sensoriali delle formulazioni, evitando il greenwashing, è in costante aumento. Nel caso dei prodotti per la protezione solare, la formulazione in ecodesign si rivela ancora più impegnativa, trattandosi di una categoria di prodotti aventi vincoli normativi specifici e un ruolo fondamentale nella prevenzione della salute. L’adozione di un approccio basato sull’analisi LCA di prodotto e di materia assume quindi un ruolo centrale. In quest’ottica, i criteri di biodegradabilità ed ecotossicità diventano prioritari, così come l’impiego di processi produttivi sostenibili e la scelta razionale di materiali ecocompatibili per il packaging.


Protecting the skin and the environment: the challenge
of ecodesign in sun care products

How to combine sustainability, functionality and sensoriality aspects in the formulation of sun care products

The modern cosmetics industry today must face increasingly complex challenges that require greater awareness of the environmental impact associated with the production and use of products. The demand for innovative solutions capable of combining respect for the ecosystem, effectiveness and the sensorial-applicative aspects of formulations, avoiding greenwashing, is constantly increasing. In the case of sun protection products, the ecodesign formulation is even more challenging, being a category of products with specific regulatory constraints and a fundamental role in health prevention. The adoption of an approach based on the LCA analysis of products and materials therefore assumes a central role. From this perspective, the criteria of biodegradability and ecotoxicity become priorities, as does the use of sustainable production processes and the rational choice of eco-compatible materials for packaging.

F. Grimaldi
Farmacista cosmetologa, formulatrice e founder di HORMOON
fabrizia@hormoonskincare.com

In questo articolo, si esamina l’interessante e complesso connubio tra le variazioni ormonali nelle diverse fasi della vita di una donna e le esigenze fisiologiche e cosmetiche correlate. Attraverso una prospettiva che spazia dal ciclo mestruale alla menopausa, si affrontano gli impatti di tali cambiamenti sul corpo femminile e come questi possano richiedere adattamenti nei regimi di cura della pelle e nello stile di vita. La ricerca esplora non solo l’aspetto esteriore, ma anche il benessere generale delle donne in queste fasi cruciali.


Female cyclicity: an investigation into variations in female needs during different hormonal phases

Exploring the physiological and cosmetic impact of menstrual cycle, pregnancy, breastfeeding and menopause on women’s health 

In this article, the author examines the interesting and complex interplay between hormonal changes in the different phases of a woman’s life and related physiological and cosmetic needs. Through a perspective ranging from the menstrual cycle to the menopause, the impacts of these changes on the female body and how they may require adjustments in skin care regimes and lifestyle are addressed. The research explores not only the outward appearance, but also the general well-being of women during these crucial phases.

F. Corvasce
Farmacista, cosmetologa
info@dermomamma.it

La comparsa di smagliature in gravidanza è l’inestetismo più temuto da tutte le donne che scoprono di essere in dolce attesa. Possono colpire fino al 90% delle donne (1), per via delle variazioni ormonali che rendono la pelle più secca e più suscettibile alla loro formazione. 

Sebbene non siano pericolose dal punto di vista medico, le smagliature possono causare disagio emotivo e psicologico nella donna.

In questo articolo viene presentata la possibilità di poterle prevenire, grazie all’uso di creme e oli che contengano ingredienti funzionali con specifiche proprietà. 


Stretch marks during pregnancy: “prevention is better than cure”

Cosmetic ingredients that increase skin elasticity and hydration

The appearance of stretch marks during pregnancy is the blemish most feared by all women who discover that they are pregnant. They can affect up to 90% of women (1), due to hormonal changes that make the skin drier and more susceptible to their formation.

Although they are not medically dangerous, stretch marks can cause emotional and psychological distress in women.

This article presents the possibility of being able to prevent them, thanks to the use of creams and oils that contain functional ingredients with specific properties.

A. Gilberti
Presidente & CEO Matchplat

andrea.gilberti@matchplat.com

Ai fini dell’instaurazione di nuove relazioni d’affari, le aziende – e in particolare quelle B2B (Business To Business) – sono tradizionalmente orientate al ricorso a strumenti come le fiere e i viaggi di lavoro. Tali occasioni di incontro si affiancano poi alle ricerche online, o all’acquisto di consulenze da parte di società specializzate con cui analizzare nuovi mercati, valutandone l’attrattività e mappandone i potenziali partner (fornitori, distributori, clienti ecc.). Soluzioni di questo tipo presentano, tuttavia, tempistiche e costi elevati, motivo per cui l’Intelligenza Artificiale costituisce un’alleata preziosa. Oggi è infatti possibile svolgere analisi semantiche dei contenuti online di centinaia di milioni di imprese in tempo reale, classificandole in base alle loro caratteristiche chiave grazie all’impiego di algoritmi di NLP (Natural Language Processing). Il punto di partenza delle analisi è rappresentato dalle cosiddette business information, vale a dire le informazioni ufficiali che identificano un’azienda, raccolte a partire da fonti certificate e successivamente completate da quelle riportate sui siti web delle aziende. Applicazioni di questo tipo permettono di abbattere tempi e costi per lo scouting di imprese target, semplificando il lavoro dei decisori delle diverse funzioni aziendali che quotidianamente si occupano della ricerca di realtà in grado di rispecchiare parametri precisi.


Artificial Intelligence and target companies research

Advantages and application fields

In order to establish new business relationships, companies – and in particular B2B (Business To Business) ones – are traditionally oriented towards the use of channels such as trade fairs and business trips. These opportunities for meetings are then flanked by online research, or the purchase of consultancy services from specialised companies to analyze new markets, assessing their attractiveness and mapping potential partners (suppliers, distributors, customers, etc.). However, such solutions are time-consuming and costly, which is why Artificial Intelligence is a valuable ally. Today, it is in fact possible to perform semantic analysis of the online contents of hundreds of millions of companies in real time, classifying them according to their key characteristics using NLP (Natural Language Processing) algorithms. The starting point for the analysis is the so-called business information, i.e. the official information that identifies a company, collected from certified sources and subsequently supplemented by information on corporate websites. Applications of this kind make it possible to reduce the time and costs of target companies scouting, simplifying the work of decision-makers in corporate functions involved on a daily basis in the search for organizations meeting specific parameters.

 

 

K. Nowak1, P. Pallavi2, A. Le Riche2, K. Kappler1, J. Baumann1, T. Biro2, M. Bertolini2, F. Wandrey1, F. Zülli1

1MIBELLE BIOCHEMISTRY*, Buchs (Svizzera) – 2MONASTERIUM LABORATORY, Münster (Germania)

*Distribuita in Italia in esclusiva da AVG (Bollate, Milano).

 

L’importanza del nicotinamide adenine dinucleotide (NAD+) nel supportare un invecchiamento in salute ha ottenuto ampi riconoscimenti, in particolare nella promozione della salute. L’aumento della biodisponibilità di NAD+ può essere ottenuto attraverso vari approcci, incluso il consumo di integratori precursori di NAD+, l’inibizione degli enzimi che consumano NAD+, la modulazione di processi che generano NAD+ quali la restrizione calorica e l’esercizio fisico.

L’enzima nicotinamide fosforibosiltransferasi (NAMPT) funge da enzima limitante della velocità di sintesi del NAD+ e del riciclo. NAMPT è noto per diminuire con l’età e per promuovere la senescenza diventando un target significativo per gli interventi destinati al mantenimento dei livelli ottimali di NAD+.

L’importanza del NAD+ nel metabolismo della pelle è particolarmente evidente in malattie sistemiche quali la pellagra i cui sintomi sono rappresentati da pelle pigmentata, secchezza, dermatite, diarrea e demenza non ultima la morte. La pellagra è causata da una carenza di NA e NAM che sono i precursori della sintesi del NAD+.

Nei modelli animali, è stato dimostrato che livelli insufficienti di NAD+ contribuiscono a una sensibilizzazione della pelle ai raggi UV, ad una risposta impari al danno del DNA (DDR), a un aumento dell’instabilità genomica ed alla promozione della senescenza cellulare che porta ad un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. Pertanto ripristinare il livello di NAD+ nella pelle invecchiata, per potenziare la capacità di riparazione del DNA e potenziare il metabolismo energetico cellulare, è diventato un concetto antiageing attraente per i cosmetici. Una nostra precedente ricerca ha dimostrato che l’estratto dai germogli di Helianthus annus rallenta la senescenza nei fibroblasti umani e rinforza la produzione di energia cellulare sotto forma di ATP nell’epidermide umana ricostruita. È stato osservato che l’estratto di germogli di girasole aumenta l’espressione genica del NAMPT nei fibroblasti cutanei indicando un potenziale aumento della sintesi del NAD+. Inoltre, il profilo molecolare dell’estratto da germogli di girasole ha rivelato l’identificazione di vari componenti incluso l’acido caffeico e i suoi derivati quali mono-, di-, e tri- caffeoyl esteri dell’acido quinico, noti anche come derivati clorogenici (COAs), i composti identificati sono noti per i loro effetti a vantaggio della salute umana. COAs hanno la capacità di regolare lo stress ossidativo e di promuovere l’apporto di protezione contro il danno al DNA cellulare. 

Lo scopo dello studio è approfondire, in vitro, l’impatto dell’estratto di germogli di girasole su un modello di invecchiamento dei cheratinociti. Questo modello induce uno stress da invecchiamento incorporando Timidina analoga nel DNA che provoca il danno al DNA che rappresenta un contributo cruciale all’invecchiamento della pelle e può essere provocato da fattori sia esterni sia interni compresi il naturale invecchiamento e le radiazioni UV.

aggiornamenti
regolatorio

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Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
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