Analisi LCA del processo biotecnologico CROP® per la produzione di ingredienti cosmetici

Analisi LCA del processo biotecnologico CROP® per la produzione di ingredienti cosmetici

Team

F. De Rigo*
G. Pressi**
S. Bertoncello**
A. Manzardo***

*Spinlife Spin-off dell’Università di Padova
**AETHERA BIOTECH
***Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale (DICEA)

Contact

AetheraBiotech_Web

Aethera Biotech, azienda vicentina attiva nel settore di ingredienti cosmetici derivati da plant-cell cultures, utilizza una piattaforma tecnologica proprietaria e innovativa denominata CROP® (Controlled Release of Optimized Plants) per la ricerca, sviluppo e produzione di ingredienti vegetali per applicazioni cosmetiche e nutraceutiche. La piattaforma CROP® è basata sulla tecnologia delle colture cellulari vegetali in sospensione.

La tecnologia vegetale delle colture cellulari sta guadagnando sempre più attenzione dalle industrie cosmetiche e alimentari per trovare fonti sostenibili di ingredienti a basso impatto ambientale. Affronta sfide cruciali come il cambiamento climatico, l’offerta limitata di cibo, la scarsità d’acqua e la perdita di biodiversità. Questa tecnologia si basa sulla coltivazione di cellule vegetali de-differenziate in un ambiente controllato e sterile senza antibiotici, pesticidi o fertilizzanti. Tutte le fasi del processo, dalla generazione delle cellule alla produzione finale, fino al confezionamento del prodotto finito avvengono nello stesso luogo, garantendo una supply chain più breve.

Perché uno studio LCA?

Negli ultimi anni, il fenomeno del cambiamento climatico e dell’utilizzo non sostenibile delle risorse del nostro pianeta ha assunto un ruolo centrale nei dibattiti politici a causa degli impatti negativi che potrebbe provocare al nostro sistema economico e sociale. In parallelo alla crescita della consapevolezza ambientale da parte di aziende e clienti, è aumentata anche la varietà di etichette e schemi ambientali disponibili nel mercato. Tra gli strumenti disponibili, l’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) è stata riconosciuta dall’Unione Europea come lo strumento di valutazione più autorevole per la valutazione e il confronto dei potenziali impatti ambientali dei prodotti.

Questo metodo si basa sull’approccio del ciclo di vita, riconoscendo quindi la necessità e l’importanza di considerare gli impatti ambientali, a partire dall’estrazione delle materie prime ­fino alla gestione del ­fine vita. Recenti sviluppi scienti­fici hanno inoltre dimostrato come i bene­fici dell’LCA possano venir estesi anche alla più complessa valutazione ambientale delle organizzazioni, considerando l’insieme delle attività aziendali volte a creare e vendere un prodotto o un servizio. I settori industriali per i quali già esistono studi LCA o af­fini sono molti, tuttavia, nell’ambito delle colture vegetali, sono ancora molto limitati i dati disponibili, sia quelli primari delle aziende interessate sia quelli secondari da letteratura scienti­fica. Allo scopo di analizzare l’impatto ambientale del processo CROP® e di raccogliere evidenze scienti­fiche legate alla sostenibilità della tecnologia, Aethera Biotech ha deciso di eseguire uno studio del ciclo di vita (OLCA) in collaborazione con Spinlife Spin-off dell’Università di Padova. L’obiettivo dello studio è stato quello di analizzare i potenziali impatti ambientali associati alle attività dell’azienda, in ottica di ciclo di vita, al ­ fine di identi­ficare gli hot-spot ambientali e possibili traiettorie di miglioramento oltre che calcolare speci­fici indici di potenziale impatto ambientale su base prodotto.

Scopri la nostra tecnologia

Risultati dello studio LCA

In Tabella 1 sono riportati, per le diverse categorie d’impatto analizzate, i potenziali impatti ambientali associati all’intera organizzazione dell’Azienda nel 2021. Per alcune categorie d’impatto si riporta inoltre la rappresentazione gra­fica, da cui è possibile individuare come le diverse fasi del ciclo di vita influiscono sul totale (Figura 2).

Dai risultati ottenuti, emerge chiaramente come il contributo dei consumi energetici di stabilimento sia il più rilevante, in termini di potenziali impatti ambientali, per la maggior parte delle categorie d’impatto analizzate. Di conseguenza, sono state svolte ulteriori analisi ­ fino a individuarne il maggior contribuente: l’energia elettrica consumata e necessaria per la movimentazione dei macchinari di produzione. A seguire, risultano considerevoli il contributo del gas metano, necessario per il mantenimento della speci­fica temperatura richiesta nei laboratori e nel sito produttivo. Tuttavia, la principale fonte di impatto resta il consumo energetico ed è per questo che si è deciso di approfondire tale aspetto attraverso un’analisi di sensibilità. Quest’ultima permette di investigare uno scenario alternativo a quello studiato, assumendo che una quota dell’energia impiegata sia da fonte rinnovabile.

In Tabella 2 si riporta come varierebbero i risultati, anche percentualmente in relazione alla Tabella 1, se l’energia consumata annualmente dall’Azienda venisse coperta per un 30% da energia rinnovabile, come quella autoprodotta da un impianto fotovoltaico. Si noti che tale analisi è stata svolta in riferimento ai dati del 2021. In questi anni, l’Azienda, in collaborazione con il Gruppo Cereal Docks di cui fa parte, ha introdotto un impianto fotovoltaico di 2 MWp che, nel 2022, ha permesso di coprire circa il 30% dell’energia impiegata e quindi ridurre di circa il 13% l’impatto di Carbon Footprint precedentemente espresso. Inoltre, ad oggi nel 2023, l’impianto fotovoltaico ha già prodotto in energia rinnovabile il totale annuale necessario all’Azienda per la completa indipendenza energetica.

Confronto con benchmark

Lo studio OLCA descritto è stato svolto a livello di organizzazione, ossia i dati e i risultati sono espressi in riferimento all’intera attività svolta dall’Azienda e all’unità di riferimento precedentemente espressa (l’insieme dei ­ fitocomplessi prodotti nel 2021). I diversi ­ fitocomplessi e le diverse CROP®-G in output dall’Azienda, a questo stadio di lavorazione, possono considerarsi tra loro equivalenti (solo successivamente varieranno i prodotti in base all’impiego in ambito nutraceutico o cosmetico). Inoltre, all’interno dell’Azienda, tali ­ fitocomplessi sono ottenuti da processi di lavorazione analoghi tra loro in termini di consumi di materia ed energia coinvolti. Per questo motivo, a partire dall’impatto totale associato all’organizzazione e dai quantitativi generati nell’anno in esame, è stato calcolato il potenziale impatto ambientale associato a un prodotto medio dell’azienda. 

Tale conversione a un impatto espresso in termini di prodotto è stata svolta per permettere il confronto della tecnologia innovativa proposta con quella di coltura tradizionale. Si vuole sottolineare, sin da subito, una delle principali limitazioni a questo confronto: la dif­ficile reperibilità di informazioni, studi, articoli per la caratterizzazione della tecnologia tradizionale, sia per quanto riguarda i dati di input e output che, per quanto riguarda i risultati di studi LCA o af­fini. Dalla ricerca svolta, sono stati individuati solamente due articoli scienti­ ci rappresentativi dell’agricoltura tradizionale, rappresentativi di due prodotti generati anche dalle linee cellulari dell’Azienda (carota, DauVes CROP®-G e melissa, MetropolePure CROP®-G) e in linea con la metodologia adottata per lo studio OLCA.

 

Tuttavia, va evidenziata una limitazione: i risultati dello studio dell’Azienda si riferiscono al prodotto cosmetico CROP®-G, già pronto per l’uso, mentre negli articoli di confronto si fa riferimento solo alla biomassa vegetale essiccata, non ancora l’ingrediente finale. Per equiparare i dati, si è utilizzato un rapporto farmaco-estratto (DER), ma questo considera solo la materia impiegata, non i consumi di processo come energia e solventi d’estrazione, difficili da quantificare a causa della mancanza di dati.

Si ipotizza che l’impatto della coltivazione tradizionale sia sottovalutato. Inoltre, non sono stati considerati i benefici derivanti dall’utilizzo dei fitocomplessi dell’Azienda, che potrebbero consentire dosaggi inferiori rispetto agli estratti vegetali nei prodotti finali.

Tenendo in considerazione le limitazioni sopra riportate, si riportano qui i risultati del confronto, a titolo rappresentativo, per la categoria del climate change (Tabella 3): tali valori rappresentano l’impatto dei gas effetto serra sul riscaldamento globale e sono riferiti ad 1 kg di prodotto. Ad esempio, per ottenere 1 kg di sospensione CROP®-G prodotto dall’Azienda, si ha un’emissione pari a 45 kgCO2 eq.

L’Azienda presenta una tecnologia innovativa che riduce l’uso del suolo ed elimina l’impiego di antibiotici, pesticidi e fertilizzanti. Attraverso uno studio scientifico LCA, è emerso che la principale area critica per Aethera Biotech è il consumo di energia. Tuttavia, dall’inizio del 2022, l’Azienda ha adottato energia rinnovabile, diventando totalmente autosufficiente nel 2023. Questo passo ha notevolmente ridotto l’impatto ambientale del loro processo.

Nonostante le sfide nel reperire dati di letteratura scientifica e informazioni sulle colture tradizionali, l’Azienda ha esaminato attentamente le proprie emissioni e il posizionamento sul mercato, soprattutto in termini di sostenibilità ambientale. Quest’analisi ha dimostrato che la loro piattaforma rappresenta una valida e più sostenibile alternativa per produrre ingredienti cosmetici bioattivi rispetto alle colture tradizionali su suolo.

Vuoi saperne di più?

Leggi ora la versione integrale dell’articolo pubblicato da Aethera Biotech su Cosmetic Technology 5, 2023

MakeUp Technology A/I 2023

TENDENZE
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speciale: make-care

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PROVITAL

Se c’è una categoria nell’industrka della bellezza che è resiliente e consente la personalizzazione e l’espressione di sè in base al proprio stato d’animo, quella è il makeup. 

In questo periodo di permacrisi che stiamo vivendo, il makeup è un’ottima via di fuga per concedersi un piccolo sfizio, per giocare, sperimentare, trasformarsi, sentirsi meglio e condividere i propri look e consigli su Instagram o Tik Tok….

A Balaguer

Global beauty Trends Manager, Provital
FINESTRE DI APPROFONDIMENTO

Il nuovo Regolamento europeo sulle microplastiche

Makeup, immagine, identità e GDPR

Voli spaziali e salute cutanea: la nuova frontiera

Sicurezza makeup e dintorni

Macchina riempimento
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In IDM Automation non prevale il modello legato al determinismo tecnologico di Industry 4.0. bensì è guidato da scelte strategiche.

e-MF302 interpreta le esigenze del mercato e le rende operative. Si tratta di una macchina semiautomatica progettata per riempire e chiudere flaconi in plastica e vetro per makeup e skincare.

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L'angolo della strategia

Make-care: emozione e ragione nella nuova bellezza • G.P. Armana

L'avvocato risponde

Che cos'è il greenwashing • C. Bellomunno

Cosmetica e proprietà intellettuale

Le recenti novità sul Brevetto Unitario • A. V. Vanosi

Job Corner

Talent Shortage • S. Lovagnini

INGREDIENTI

Sparkle of terracotta

Questo rossetto si distingue per la sua base altamente nutriente grazie all’utilizzo di ingredienti naturali e per la sua elevata copertura sulla pelle nonostante la bassa concentrazione di pigmenti utilizzata (5%).

Active Up

Skin Barrier Watcher

Questa formulazione BB cream daily defense è stata progettata per migliorare e proteggere la pelle dalle aggressioni esterne, che minacciano la barriera cutanea e cercano di “conquistare” le cellule del tessuto epidermico.

Skin Barrier Watcher è stato progettato per difendere la barriera cutanea, qualunque cosa accada.

Faravelli

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Francesco Redaelli
fr@ceceditore.com

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Cosmetic Technology 5, 2023

Cosmetic Technology 5, 2023

Restrizione REACH per le microplastiche
Quale impatto per la catena di fornitura?

L’impatto e il ruolo della plastica sull’inquinamento ambientale è un tema di interesse collettivo e verso il quale c’è una grande sensibilità da parte di tutta la popolazione mondiale.

Una particolare attenzione c’è stata e c’è tuttora nei confronti delle microplastiche, tanto che il 27 settembre 2023 è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2023/2055 che ha introdotto una restrizione all’uso di microplastiche intenzionalmente aggiunte come ingredienti in prodotti di consumo.

haircare e rasatura

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Analisi LCA del processo biotecnologico CROP® per la produzione di ingredienti cosmetici
Studio OLCA basato sulle colture di cellule vegetali in sospensione

La piattaforma tecnologica CROP® utilizzata da AETHERA BIOTECH è basata sulle colture di cellule vegetali in sospensione e rappresenta un’alternativa sostenibile per la produzione di ingredienti cosmetici bioattivi. Ad oggi è difficile trovare dati di letteratura o studi LCA in questo specifico settore, sia per quanto riguarda le tecnologie innovative che quelle tradizionali su suolo. AETHERA BIOTECH ha deciso di interrogarsi sulle proprie emissioni e di mettersi a confronto, svolgendo uno studio di OLCA in conformità ai modelli riconosciuti a livello internazionale. I risultati ottenuti dal presente studio hanno evidenziato come il principale hot-spot del processo sia il consumo di energia elettrica. Tuttavia, AETHERA BIOTECH, grazie a un recente impianto di pannelli fotovoltaici ha raggiunto una completa indipendenza energetica utilizzando energia da fonti completamente rinnovabili. Il presente studio di OLCA permette di dimostrare in modo scientifico e robusto che il processo utilizzato da Aethera per la produzione di innovativi ingredienti cosmetici presenta, in termini di climate change, un minore impatto ambientale rispetto ai processi derivati dalla coltivazione su suolo.

ABSTRACT 

Evaluation of the antimicrobial activity of extracts from pomegranate processing waste

Study of four varieties cultivated in the Marche region

Nowadays, in order to create valid cosmetic formulations, two important factors cannot be avoided: the sustainability of the used raw materials and the use of raw materials of natural origin.

The purpose of this study was to evaluate, using different analytical methods, the antimicrobial activity of certain extracts derived from pomegranate processing waste. The ability to break down the microbial charge of these extracts makes them great for being used as raw materials within sustainable cosmetic formulations and of natural origin, meeting the growing demands from consumers of cosmetic products.

The samples analyzed from which the extracts were obtained are peel and male flower, considered waste material due to infertility and its structure that makes it prone to falling to the ground, belonging to 4 varieties of pomegranate cultivated in the Marche region in 2 different years (2019 and 2020).

RIASSUNTO

Per delle formulazioni cosmetiche apprezzate, ad oggi, non si possono non prendere in considerazione due fattori: la sostenibilità delle materie prime impiegate e l’utilizzo di materie prime di origine naturale.

Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare, servendosi di diversi metodi analitici, l’attività antimicrobica di alcuni estratti derivati da scarti della lavorazione del melograno. La capacità di abbattere la carica microbica di questi estratti li rende ottimi per essere utilizzati come materie prime all’interno di formulazioni cosmetiche sostenibili e di origine naturale, andando incontro alle crescenti richieste da parte dei consumatori di prodotti cosmetici.

I campioni analizzati da cui si sono ricavati gli estratti sono buccia e fiore maschile, considerato materiale di scarto a causa dell’infertilità e della sua struttura che lo rende propenso alla caduta a terra, appartenenti a quattro varietà di melograno coltivato nella regione Marche in due annate differenti (2019 e 2020).

ABSTRACT 

Sources of antioxidants from agricultural waste:
an example of circular economy

Extraction and characterization of natural antioxidants for cosmetic use

The aim of the project was the development of green methods for the extraction of cosmetic functional molecules from residual plant matrices of the agro-food chain, transforming waste materials into high value-added products. The target of extraction was represented by chlorogenic acid (CGA), a polyphenol with antioxidant properties present in several vegetables, including blueberries. In particular, a protocol has been developed for the preparation of CGA-rich phytocomplexes with high antioxidant power, starting from fruit and leaves waste. Extraction techniques have been tested in order to preserve molecule activity in addition to several purification techniques, optimizing the protocol to be functional and economical for an industrial application. According to nuclear magnetic resonance and high-performance liquid chromatography techniques, it was possible to characterize the phytocomplexes, composed by CGA, citric acid and lipids. The phytocomplexes have been tested alone and in cosmetic preparations to prove their antioxidant power and their potential use as natural origin raw materials. The results indicate that phytocomplexes obtained from blueberry fruits and leaves waste are effective both as preservants of the product and as active ingredient to protect the skin from oxidative stress. 

RIASSUNTO

L’obiettivo del progetto è stato la messa a punto di metodi green per l’estrazione di molecole con attività a funzionalità cosmetica a partire da matrici vegetali residue della filiera agroalimentare, trasformando materiali di scarto in prodotti ad alto valore aggiunto. Il target di estrazione è stato l’acido clorogenico (CGA), un polifenolo con proprietà antiossidanti presente in diversi vegetali, tra cui la pianta di mirtillo. è stato sviluppato un protocollo per la preparazione di fitocomplessi ad alto potere antiossidante a partire da scarti di frutti e foglie di mirtillo. Sono state testate tecniche estrattive in modo da preservare l’attività della molecola d’interesse e diverse tecniche di purificazione, ottimizzando il protocollo affinché fosse funzionale ed economico per un’applicazione industriale. Grazie a tecniche di risonanza magnetica nucleare e di cromatografia liquida ad alte prestazioni, è stato possibile caratterizzare i fitocomplessi, composti da CGA, acido citrico e lipidi. I fitocomplessi sono stati testati come tali e all’interno di preparazioni cosmetiche per comprovarne il potere antiossidante e il potenziale utilizzo come materie prime di origine naturale. I risultati indicano che i fitocomplessi ottenuti sono efficaci sia come preservanti del prodotto che come ingredienti attivi per proteggere la pelle da stress ossidativo.

aggiornamenti

Recenti sviluppi in ambito haircare • L. Giovannelli, A. Picco

Eccellenze Italiane

Malus Domestica Fruit Extract • I. Bernardo

Eccellenze Italiane

Cichorium Intybus Extract • G. Spada

Certificazioni

Innovazione e naturalità in cosmesi: quale relazione? • D. Malcangi

Approfondimenti Cosmetici

Dal mare alla pelle: il progetto EcoeFISHent • E. Grasselli, R. Boggia, G. De Negri Atanasio et al

Approfondimenti Cosmetici

Il ruolo del coach nell’area tecnica • C. Salviato, E. Zanca

Into The Lab

Viscosizzazione di tensioliti • C. Crescentini

Next Generation

Un viaggio racchiuso in un cosmetico • BM. Calosi, M. Pagliochini, G. Trebbi

Perché ci piace

Bightening & Styling Leave-In Cream • S. Zanella, L. Ferrari

regolatorio
Approfondimenti Normativi
Segnalazioni Rapex
Linee Guida
Istituzioni
aziende

BREGAGLIO – CARBONWAVE

SeaBalance 2000

BIOCHIM – RAHN

HAIRVIVINE®-PRO

DEIMOS GROUP – UNIGEN

Uniflavon®

Res Pharma – Colonial Chemical

Suga®Citrate L1C

ACTIVE CONCEPTS

AC AlfalfaBoost

ACTIVE UP – SILAB

HAIRGENYL®

AMITA HEALTH CARE – The Upcycled Beauty Company

Faba TONIQ®

Su questo numero presentiamo…
Scalp-Biome:
nuovo ingrediente per il microbiota dello scalpo
active box
Photobiome™: innovazione nel fotoinvecchiamento cutaneo
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BUONA LETTURA!

Valutazione antiaging di una formulazione nutricosmetica In&Out a base di curcuma

Valutazione antiaging di una formulazione nutricosmetica In&Out a base di curcuma

Confronto con il solo prodotto cosmetico

Ritamaria Di Lorenzo

[…] Oggi, in un mondo in cui il concetto di bellezza è fortemente associato alla salute, i consumatori ritengono che la nutrizione dia un contributo essenziale per la bellezza della pelle. Questi concetti hanno determinato la convergenza dell’industria alimentare e di quella cosmetica in una nuova tendenza del settore cosmetico: la nutricosmesi. Con questo studio pilota ci auguriamo che vengano condotte sempre più ricerche volte a stabilire inequivocabilmente quale approccio (nutricosmetico In&Out o solo cosmeceutico) produca le migliori performance per la salute della nostra pelle.  […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2023

Terapie digitali

Terapie digitali

Che cosa sono, come funzionano, come si studiano
Eugenio Santoro

Anche se un po’ borderline con l’interesse specifico de L’Integratore Nutrizionale non si può ignorare come la tutela della salute stia cambiando radicalmente, e l’avvento delle terapie digitali (regolamentate come dispositivi medici) sia ormai una realtà. Non a caso il termine “digital health” (o sanità digitale) è ormai entrato anche nella Enciclopedia Treccani, proprio a cura di un esperto del settore, Eugenio Santoro (Ricercatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’intergruppo parlamentare sulla sanità digitale e le terapie digitali), al quale abbiamo chiesto di spiegare ai nostri lettori di che cosa si tratta. […]

Più in dettaglio si parlerà di:

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2023

Editoriale IN5 • 2023

Editoriale IN5 • 2023

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

La bellezza salverà il mondo
Bellezza dall’interno o bellezza interiore?

A inizio ottobre si è conclusa con successo la Milano Beauty Week, un evento che ha dedicato una settimana intera alla promozione della cultura della bellezza e del benessere. Questa iniziativa è stata organizzata da Cosmetica Italia in stretta collaborazione con Cosmoprof ed Esxence. L’obiettivo primario di questo progetto era di evidenziare il valore intrinseco, dal punto di vista sia sociale, sia scientifico ed economico, del settore cosmetico e nutricosmetico. I risultati hanno superato ogni aspettativa, con una partecipazione straordinaria di oltre 100.000 persone.

L’attuale uscita de L’Integratore Nutrizionale tratta di “beauty from within”, cioè dei nutricosmetici che influiscono positivamente sull’aspetto fisico. Approccio innovativo, che vede l’impegno lodevole di molte industrie del settore.

Vorrei però sollevare una questione cruciale, che vale in particolare per le giovani generazioni che sembrano essere ossessionate dall’apparire e che seguono ogni approccio proposto dai media fino all’esasperazione, e parlare della bellezza interiore e non solo della bellezza dall’interno.

La bellezza interiore è una caratteristica che persiste inalterata nel tempo, a differenza di quella esteriore, che tende a sfiorire e a mutare nonostante gli sforzi per preservarla tramite prodotti cosmetici e nutricosmetici. La bellezza rappresenta un tesoro inestimabile che risiede all’interno di ognuno di noi e che richiede di essere scoperto, preservato e nutrito.

La bellezza interiore è una qualità dell’animo che si nutre di valori etici, morali e spirituali. Gli antichi greci, per esempio, apprezzavano la bellezza come un’armonia di forme, un equilibrio di proporzioni e una perfezione estetica.

Anche nelle tradizioni spirituali indiane, si trova l’idea che la bellezza sia una manifestazione di Verità, Bontà e Bellezza divina. Perciò, percepire la bellezza rappresenta un dono per il quale dovremmo essere grati alla vita e alla cultura che ne fa promozione.

Sotto questa luce ritengo che il risultato più emozionante e significativo della Milano Beauty Week sia stata la raccolta di fondi, che, grazie alla generosità della community dell’evento, ha permesso di raccogliere ben 68.000 euro per sostenere la missione de La Forza e il Sorriso Onlus, organizzazione che si dedica con impegno per far ritrovare alle donne che affrontano il cancro la forza interiore e il sorriso davanti allo specchio.

Ecco le persone davvero belle: sono “graziate” e “graziose”. Graziate perché si sanno accolte, amate, perdonate e graziose perché irradiano vita, luce, speranza, energia, sorriso!

Parliamone ogni tanto…!

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L’Integratore Nutrizionale 5/2023

L’Integratore Nutrizionale 5/2023

Focus: Beauty from within

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Che cosa sono, come funzionano, come si studiano
E. Santoro

Anche se un po’ borderline con l’interesse specifico de L’Integratore Nutrizionale non si può ignorare come la tutela della salute stia cambiando radicalmente, e l’avvento delle terapie digitali (regolamentate come dispositivi medici) sia ormai una realtà. Non a caso il termine “digital health” (o sanità digitale) è ormai entrato anche nella Enciclopedia Treccani, proprio a cura di un esperto del settore, Eugenio Santoro (Ricercatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’intergruppo parlamentare sulla sanità digitale e le terapie digitali), al quale abbiamo chiesto di spiegare ai nostri lettori di che cosa si tratta.

Confronto con il solo prodotto cosmetico
R. Di Lorenzo, S. Laneri

RIASSUNTO
Fattori endogeni ed esogeni possono alterare lo stato e l’aspetto della pelle, determinandone l’invecchiamento. Per ottenere un’efficacia antiage si possono utilizzare due diversi approcci cosmetici. È possibile utilizzare prodotti topici a base di estratti alimentari o assumere un integratore alimentare e applicare un prodotto cosmetico topico a base di estratti alimentari sulla superficie da trattare (In&Out). Questo lavoro ha valutato in vivo il potenziale antiaging di una formulazione nutricosmetica (crema + integratore alimentare) e di una crema cosmetica a base di curcuma. La scelta dell’estratto commerciale di curcuma da utilizzare a fini sperimentali si è basata sul contenuto di curcuminoidi determinato mediante un test HPLC. I curcuminoidi sono i composti bioattivi responsabili delle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie della curcuma. I loro livelli negli estratti di curcuma variano a seconda delle condizioni di conservazione, della varietà e delle condizioni pedoclimatiche di coltivazione. Sono stati utilizzati il Tewameter® TM 300 per valutare la perdita di acqua transepidermica (TEWL), il Corneometer® CM 825 per determinare l’effetto idratante, il Cutometer® per stimare la compattezza e l’elasticità della pelle, il Dermascan per valutare l’indice di collagene e il Visioface® 1000D per valutare le rughe. Il prodotto nutricosmetico ha mostrato un potenziale idratante, antietà e antirughe migliore rispetto al solo prodotto cosmeceutico.

Una revisione critica
C.R. Sirtori, C. Bollati, C. Lammi

RIASSUNTO
L’ipercolesterolemia, uno dei principali fattori di rischio per la progressione delle malattie cardiovascolari, può essere prevenuta o trattata attraverso cambiamenti nello stile di vita, inclusa la dieta. Sebbene gli studi clinici siano più a favore di un ruolo rilevante delle proteine vegetali nella prevenzione e nel trattamento dell’ipercolesterolemia, peptidi bioattivi con attività ipocolesterolemica sono stati isolati anche da alcune fonti animali. Quindi oltre ai classici: soia, lupino e semi di canapa, proteine animali come latte, carne e uova possono contenere peptidi ipocolesterolemizzanti. Questi peptidi esercitano la loro attività attraverso meccanismi diversi, non sempre valutati in vivo. Il loro utilizzo nella nutrizione umana è auspicabile e considerevoli sforzi sono in corso, con l’obiettivo di individuare buoni candidati per lo sviluppo di alimenti funzionali o nutraceutici.

Proteine vegetali e benefici per salute
E. Azzini, L. Barnaba, D. Ciarapica, A. Raguzzini, A. Polito

RIASSUNTO
I livelli di citochine infiammatorie sono associati a malattie non trasmissibili (NCDs) e possono essere influenzati dall’apporto individuale in macronutrienti. Questo lavoro ha valutato il rapporto tra l’adeguatezza dell’apporto proteico raccomandato specifico per l’età e i livelli di marcatori infiammatori correlati al rischio di malattie non trasmissibili. Lo studio ha incluso 347 partecipanti (119 uomini e 228 donne), di età compresa tra 18 e 86 anni. È stato valutato il rischio cardiometabolico, la prevalenza di sindrome metabolica e sono stati misurati i livelli di leptina, IL-15, IL-6 e TNF-α. I risultati hanno evidenziato che l’adeguatezza dell’assunzione di proteine totali (PT) era più basso negli anziani rispetto agli individui di età <60 anni, e solo pochi volontari hanno consumato il 50% di proteine vegetali (PV), come suggerito per una dieta sana e sostenibile. Solo negli individui anziani con un consumo di PV superiore ad almeno il 40% delle PT è stato osservato un rischio inferiore di NCDs. Inoltre, è stata osservata una differenza significativa nei livelli di TNF-α e IL-6 sia per l’assunzione di PT che di PV per sesso e classe di età, mentre per la leptina e per IL-15 sono state riscontrate solo interazioni significative tra il sesso e la classe di età. Anche se i nostri dati suggeriscono che consumare più del 40% di PV può ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, l’effetto delle differenze di genere sui livelli di citochine dovrebbero essere prese in considerazione in studi più ampi.

AGGIORNAMENTI
Letteratura scientifica

Nutricosmetici, cosmetogenetica
e specchi intelligenti

Come il progresso scientifico può contribuire
alla salute e al benessere
A. Baldi

Approfondimenti formulativi

Probiotici e infiammazione
Ruolo dell’integrazione e tips formulativi
M. Pellizzato, A. Colletti

Novel food

Panoramica delle novità che hanno impatto
sul settore degli integratori alimentari

A. Antonelli

Pubblicità al vaglio

Comitato di controllo
Ingiunzione n. 18/23 del 9/6/23

AZIENDE

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Editoriale Innovazione in Botanicals 3 • 2023

Editoriale Innovazione in Botanicals 3 • 2023
Elena Sgaravatti

Direttore scientifico
di Innovazione in Botanicals

Bias climatici

Leggo dall’Internazionale alcune stentoree e autorevoli informazioni, da “Le notizie di scienza della settimana” di Claudia Grisanti che riporto testualmente:«Lo scorso settembre è stato il più caldo a livello globale, con una temperatura di circa 1,75°C più alta rispetto al periodo preindustriale. 
Il 41 per cento delle specie di anfibi è a rischio di estinzione, a causa del cambiamento climatico e della perdita di habitat.
In Amazzonia la temperatura del lago Tefé è aumentata in questi giorni fino a 39 gradi. Sono morti molti animali, tra cui un centinaio di delfini.
Sono più di 43 milioni i minori che nel corso di sei anni hanno dovuto lasciare le loro case a causa di eventi climatici, soprattutto alluvioni e tempeste.»

E ancora altre simili notizie….

Da tempo mi chiedo come sia possibile che a fronte di questa, e ben altre e ancor più inquietanti realtà fattuali, e conoscendo i dati raccolti da illustri e autorevoli scienziati sul tema, possano esserci ancora persone scettiche riguardo al riscaldamento globale. Mi sono allora domandata quale bias cognitivo poteva intervenire a rimuovere tali evidenze e ho trovato non una ma ben sette possibili risposte.

Bias di conferma
: le persone tendono a cercare e accettare informazioni che confermano le loro opinioni preesistenti e a respingere quelle che le contraddicono. Una posizione di scetticismo sul riscaldamento globale, induce a cercare attivamente informazioni/conferme che sostengono questa posizione.

Bias di autorità: alcune persone possono essere influenzate da autorità o figure pubbliche che negano o minimizzano il riscaldamento globale. Questo può portare a un’adesione acritica alle loro opinioni.

Bias di dissonanza cognitiva: in questo caso si è portati a evitare la dissonanza cognitiva, che è l’esperienza di disagio causata da opinioni contrastanti. Se accettare il riscaldamento globale comporta cambiamenti significativi nello stile di vita o richiede azioni che possono essere percepite come scomode o costose, si è indotti a negare o minimizzare il problema per ridurre questa dissonanza cognitiva.

Bias di ottimismo ingiustificato: significa credere che il riscaldamento globale sia un problema troppo grande o lontano da risolvere, il che produce un atteggiamento di ingiustificato ottimismo per evitare sentimenti di impotenza.

Bias di negazione del rischio: risulta oltremodo rassicurante minimizzare i rischi associati al cambiamento climatico o pensare che le conseguenze negative non ricadranno sulla propria persona. Questo può portare alla negazione del problema o alla sua sottovalutazione.

Bias di identità culturale: le opinioni sul riscaldamento globale possono essere influenzate dall’identità culturale e politica delle persone. Alcune ideologie o gruppi sociali potrebbero negare il riscaldamento globale perché è incongruente con le loro convinzioni o interessi.

Bias di percezione della complessità: il cambiamento climatico è un problema complesso e interconnesso che può essere difficile da comprendere completamente. Alcune persone potrebbero negare il problema perché lo trovano troppo complicato o perché si sentono sopraffatte dalla sua complessità.

Alcuni di questi bias sono alimentati e “giustificati” da posizioni negazioniste decisamente minoritarie tra gli scienziati del clima, i quali sostengono che statisticamente, e cioè leggendo il riscaldamento globale in una prospettiva temporale molto più lunga, la variazione di temperatura sia irrilevante. Ma tale tesi è ampiamente sconfessata da autorevolissime Organizzazioni scientifiche di rilevanza mondiale, come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e la National Aeronautics and Space Administration (NASA) negli Stati Uniti, che hanno svolto ampie revisioni della letteratura scientifica e hanno concluso che il cambiamento climatico è innegabile, ed è causato principalmente dall’emissione di gas serra antropogenici provenienti da combustibili fossili e da altre attività industriali. E se è un fenomeno causato dall’uomo è quindi suscettibile di mitigazione. Ecco quindi che la transizione da un’economia lineare a quella circolare è imperativa e urgente non solo perché le risorse della terra non sono infinite, ma anche per ridurre significativamente le emissioni da combustibili fossili. 
Educare le persone sul valore delle evidenze scientifiche, promuovere la consapevolezza e affrontare e risolvere i bias citati, può contribuire a migliorare la comprensione e le possibili azione sul cambiamento climatico. Ma evidentemente, non sono solo i bias cognitivi a essere in gioco.
Ho avuto il piacere, recentemente, di presenziare nuovamente alla giornata di Premiazione di Federchimica Giovani in un clima di ottimismo e di fiducia nella scienza; ebbene, mi ha riempito di gioia e di speranza poter vedere come la qualità dei lavori presentati, grazie a insegnanti appassionati e impegnati nella formazione scientifica dei loro studenti, fosse straordinariamente evoluta rispetto ad anni fa, e come temi quali l’economia circolare – e questo numero della rivista è ricco di esempi virtuosi – l’utilizzo di biotecnologie, e la sensibilità per i temi ambientali fossero sinceramente sentiti da tutti i presenti: alunni di scuole primarie e secondarie e insegnanti che con esemplare accuratezza nel linguaggio hanno presentato le più recenti innovazioni, spiegate in modo semplice come i migliori divulgatori scientifici potevano fare. Una lezione per molti e una speranza di un futuro migliore.

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10 anni di...

making cosmetics

Lo sappiamo bene, ricorrenze e anniversari hanno sempre un fascino particolare, possiamo noi di CEC Editore, quindi, esimerci dal celebrare questi dieci anni di Making Cosmetics? Naturalmente no.
Nozze di alluminio dice la tradizione, ma l’alluminio, per quanto materiale duttile e leggero non esprime a pieno i traguardi raggiunti da questa manifestazione, che ha visto crescere costantemente di anno in anno il numero di aziende coinvolte, previste più di 150, di incontri tecnici, di dibattiti, e di visitatori da tutta Italia, e sempre più da tutto il mondo.
Dunque noi diciamo oro – non ce ne voglia la tradizione, sicuramente ci sarà tempo per festeggiare i 50 anni – ma questo è il metallo giusto per dare la misura dei risultati che Making Cosmetics ha saputo raggiungere in questi anni, anche difficili ma ormai alle spalle.
Oro anche per i lettori che troveranno in Anteprima un’utile guida per preparare la visita alla fiera e incontrare le aziende, potendo così programmare incontri grazie alle informazioni di contatto che vi troveranno riportate. Agli espositori è garantita la massima diffusione dell’inserto grazie all’inserimento nelle nostre riviste, distribuite presso tutta la rete di aziende e professionisti abbonati a Cosmetic Technology.
Anteprima è la soluzione di CEC Editore che, come media partner, realizza in sinergia con tutta l’organizzazione di Making Cosmetics per diffondere e migliorare la comunicazione dell’evento e delle aziende che vi
partecipano.

Quindi, perché Visitare Making Cosmetics? Perché la fiera è in costante crescita, il numero di espositori sale, così come l’interesse del settore e di tutti i professionisti per questi due giorni ormai diventati un appuntamento fisso per tutte le aziende, Noi che noi di CEC Editore vi presentiamo qui, in “anteprima”.

Da oltre 25 anni lavoriamo a stretto contatto con le aziende del mondo nutraceutico attraverso le pagine de L’Integratore Nutrizionale prima e di Innovazione in Botanicals da qualche anno; pubblichiamo ricerche e aggiornamenti su questo mondo sempre più in crescita per interesse e novità.
Sappiamo tutti perfettamente come le nuove generazioni vivono diversamente l’approccio al mondo degli integratori e derivati botanici diversamente dal passato, mossi da una sensibilità più attenta al mondo naturale e vicini ai temi del bio e dell’economia sostenibile e circolare. Ciò impatta su tutto il settore, muovendo le aziende verso investimenti sempre più green per innovazione e consumi.
Parliamo quindi di un settore recettivo, sano, florido e green; verde come il colore scelto per questa edizione di in-Vitality 2023, che bene si accosta alla materia trattata e alle politiche e obiettivi del settore nutraceutico, ben riportate nelle pagine di Anteprima attraverso la voce diretta degli espositori, che trovano qui lo spazio per informare i visitatori dei costanti aggiornamenti che si avvicendano in questo vivace settore.
Siamo certi vi basterà scorrere l’indice di questa nuova edizione per iniziare a organizzare l’agenda e fissare incontri per il 22-23 Novembre a in-Vitality.
Dato che verrete sicuramente, ne siamo certi, non mancate di passare dallo stand di CEC Editore!

in-vitality

Verde nutraceutica

Conosci le nostre riviste?

Il carattere distintivo della CEC è il tipo di comunicazione utilizzato che si caratterizza per l’alta qualità scientifica.
Nel Board di CEC sono presenti esperti altamente qualificati provenienti da molteplici realtà quali Industria, Fondazioni e Università.

In area cosmetica Cosmetic Technology è la rivista indispensabile che esamina la funzionalità e la sicurezza dei nuovi ingredienti cosmetici, le materie prime, gli aggiornamenti sulle novità, le attività regolatorie nel mondo, le tendenze di mercato e le tecnologie di produzione e packaging.

In area nutraceutica L’Integratore Nutrizionale è l’unica rivista italiana dedicata al settore degli integratori alimentari, dei nutraceutici e dei functional foods, e destinata a produttori e fornitori di materie prime nel campo dell’integrazione, a contoterzisti e fornitori di packaging; è diffusa, inoltre, presso medici specialisti in nutrizionismo.

Negli ultimi anni CEC ha ampliato la propria offerta con la pubblicazione di altre due riviste: Innovazione in Botanicals e Make Up Technology.

Make Up Technology nasce invece nel 2018 e si inserisce nel campo della cosmesi decorativa presentando studi, approfondimenti e nuovi ingredienti. La rivista offre inoltre sezioni di aggiornamento su tendenze, mercato, terzismo e packaging. Infine interviste, comunicati stampa e must have di stagione contribuiscono a fornire una panoramica a 360° sulle ultime evoluzioni del settore.

Nel 2021 nasce Innovazione in Botanicals, una rivista scientifica che vuole lanciare un ponte tra il mondo scientifico e accademico e quello industriale e professionale, realizzando una comunicazione efficace nelle due direzioni, per favorire lo scambio tra le acquisizioni e le evidenze scientifiche da un lato e le competenze e il know how dall’altro.

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L’Integratore Nutrizionale 4/2023

L’Integratore Nutrizionale 4/2023

Focus: Probiotici e prebiotici
ARTICOLI
AGGIORNAMENTI
AZIENDE
ARTICOLI

Akkermansia muciniphila
La rivoluzione nel controllo glicemico e ponderale
M. Salamone, V. Di Nardo, F. Busa

Probiotici e autismo
Una rassegna sistematica degli studi clinici
L. Drago

Il benessere della donna dipende da un microbiota sano
Aggiornamento sul meccanismo d’azione di una composizione probiotica multiceppo contro gli agenti patogeni urogenitali e la sua efficacia clinica nelle donne
P. Malfa, D.F. Squarzanti, S. Castegnaro

AGGIORNAMENTI
Letteratura scientifica

Gli abissi del microbiota, esplorazione, mappatura
e caratterizzazione
A. Baldi

Pubblicità al vaglio

Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP)
Pronuncia n. 16/2023

Health claim

Probiotici: una never ending story
La recente posizione del Regno Unito
A. Antonelli

Speciale
FOOD SUPPLEMENTS FORUM 2023
Novità regolatorie e temi emergenti
Abstract delle comunicazioni
AZIENDE

Questi argomenti e tante altre NOTIZIE ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

In allegato alla rivista

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