Piante medicinali in vertical farm

Prospettive

Intervista a...

Piante medicinali in vertical farm

Verso una qualità mirata dei botanici?

Alessandro Algeri

direttore tecnico di Cultipharm

La produzione di piante medicinali in impianti di vertical farming è uno dei campi più promettenti del settore delle colture indoor. La possibilità, in ambiente controllato, di agire su tutti i fattori esterni che condizionano la vita della pianta – luce, umidità, temperatura, nutrienti – assume un particolare significato quando l’obiettivo è quello di ottenere principi attivi, che sappiamo dipendere da molti diversi passaggi del metabolismo vegetale, e non solo biomassa.

Alcune esperienze pilota si stanno realizzando anche in Italia: ne parliamo con Alessandro Algeri, direttore tecnico di Cultipharm, la prima azienda interamente dedicata a questa specializzazione, che vanta una produzione tutta italiana.

Abbiamo coniato il termine Superbotanicals per definire i fitoderivati della nostra filiera e differenziarli da quelli ottenuti in pieno campo. Abbiamo potuto verificare che si tratta di prodotti eccellenti sotto vari punti di vista, che presentano molti vantaggi. Le vertical farms all’interno delle quali vengono coltivati rappresentano un perfetto esempio di agricoltura circolare e permettono risparmio di acqua, suolo, pesticidi ed erbicidi. Inoltre, si propagano esemplari provenienti da un unico ceppo selezionato, preservando le caratteristiche genetiche degli individui di partenza.

Infine, possiamo assicurare l’assenza di contaminazioni nel processo produttivo: abbiamo così potuto certificare i nostri derivati Nikel free e a residuo zero.

Rispettando ogni step della filiera di produzione e del protocollo coltivo, possiamo ottenere prodotti di qualità e con alto titolo di attivi.

I Superbotanicals prodotti da impianti in vertical farm si distinguono da quelli tradizionali per vari motivi, tra cui un’ottima resa al taglio e in generale una concentrazione elevata di principi attivi.

Questi derivati permettono di formulare preparazioni contenenti fitocomplessi totalmente naturali e titolati. Inoltre è anche possibile pensare di modulare le caratterische del prodotto, stimolando maggiormente la concentrazione di un determinato principio attivo rispetto a un altro da ciclo a ciclo a seconda dell’esigenza formulativa.

La possibilità di ottenere fitocomplessi integrali permette di sfruttare la naturale presenza nell’estratto di molecole che lavorano in sinergia con i principi attivi di interesse, per esempio, aumentandone la biodisponibilità.

Le piante coltivate attraverso l’innovativa tecnica del vertical farming sono ancora molto giovani al momento della raccolta, ma hanno ricevuto, durante tutta la crescita, nutrienti attentamente calibrati. Con questa tecnica ci si propone anche di ridurre la quantità di componenti quali cellulosa o lignine, che posso interagire negativamente con l’assorbimento dei fitocomplessi.

La filiera di produzione è totalmente controllata dal seme all’ingrediente e i prodotti ottenuti sono di qualità garantita.

Cultipharm ha progettato un metodo di coltivazione che si avvale dell’uso di fitotroni, ovvero strutture all’interno delle quali si sviluppano, in verticale, le colture officinali. Tali strutture possono essere anche installate all’interno di edifici dismessi per rigenerarli. I fitotroni non necessitano di terreno come substrato di coltivazione, sostituito da materiale inerte tipo fibra di cocco; sono ambienti totalmente isolati dall’esterno, quindi non subiscono le influenze degli eventi atmosferici quali grandine o siccità e non necessitano di pesticidi ed erbicidi per proteggere le colture.

L’ingresso ai fitotroni è regolato da specifiche misure sanitarie che evitano qualsiasi contaminazione da parte di agenti esterni o degli operatori che vi lavorano. Il clima al loro interno è regolato da algoritmi impostati in maniera specifica per le diverse tipologie di piante, che regolano la quantità di luce, l’umidità, l’acqua e i nutrienti da apportare alle piante permettendo anche il controllo da remoto.

Particolare attenzione è affidata al tema della sostenibilità. Grazie alla possibilità di sfruttare lo spazio in verticale, la produzione risulta essere cinque volte superiore rispetto alla stessa superficie coltivata in campo aperto, mentre il totale controllo del ciclo produttivo consente di velocizzare e ottimizzare la crescita delle piante ottenendo più raccolti durante l’anno.

Il metodo di coltivazione di Cultipharm riduce al minimo le emissioni nocive e minimizza fino al 95% l’utilizzo di acqua, massimizzando al contempo il riciclo grazie al sistema di irrigazione a flusso e reflusso.

Non impiegando pesticidi ed erbicidi e non necessitando di ampi spazi per lo sviluppo delle colture, le vertical farms rappresentano un metodo di coltivazione ecosostenibile. Inoltre, attraverso questa tecnica produttiva non vi è la necessità di sottrarre aree coltivabili, bensì possono essere recuperate aree dismesse altrimenti inutilizzate. Le vertical farms possono essere utilizzate per preservare la biodiversità in quanto è possibile coltivare e studiare piante rare o particolarmente soggette ai danni causati dal cambiamento climatico e dall’aumento degli inquinanti nell’aria e nell’acqua.

Il metodo di coltivazione di Cultipharm si conferma a basso impatto ambientale anche per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia impiegata per l’illuminazione e la climatizzazione delle colture, poiché utilizza fonti energetiche alternative quali pannelli fotovoltaici.

Il totale controllo della filiera produttiva all’interno della vertical farm, insieme a protocolli di riduzione al minimo dello stress della pianta dalla semina alla raccolta permettono di ottenere prodotti finiti di qualità garantita. Il metodo di coltivazione Cultipharm prevede l’estrazione dei principi attivi entro poche ore dalla raccolta, bloccando il normale processo del loro deterioramento, cosa che non succede con i derivati botanici coltivati in pieno campo i quali subiscono, nell’arco del loro ciclo produttivo, diversi passaggi. A causa di naturali reazioni chimiche ed enzimatiche e insieme a trasporti lunghi e stoccaggi non adeguati, tali passaggi portano all’alterazione in termini qualitativi e quantitativi dei fitocomplessi.

I semi utilizzati per produrre i nostri prodotti provengono da filiere certificate o da piante prodotte da Cultipharm; così, infatti, è possibile mantenere intatto il genotipo selezionato.

Ogni prodotto botanico di qualità deve preservare le caratteristiche genetiche preselezionate e il metodo di coltivazione Cultipharm garantisce costantemente lo stesso patrimonio genetico delle piante che vengono coltivate in ambiente controllato e costante, eliminando le possibili contaminazioni esterne, quali per esempio le ibridazioni, tipiche delle coltivazioni in pieno campo.

Le piante in ingresso nella vertical farm vengono preventivamente identificate attraverso tecniche di biologia molecolare e analisi del DNA.

In seguito a questo processo, il seme o il bulbo sono perfettamente individuati per generare una tipologia di pianta selezionata, mentre ogni variante da quanto previsto viene prontamente scartata al fine di evitare contaminazioni.

Mantenendo costanti le pathway metaboliche che determinano la sintesi degli attivi, il metodo di coltivazione di Cultipharm permette di massimizzare, prevedere e mantenere costante il livello di espressione delle molecole caratterizzanti ogni botanico coltivato. Di fondamentale importanza è l’osservazione del tempo balsamico, ovvero il momento nel quale la pianta esprime il massimo del suo potenziale producendo la quantità più alta del principio attivo di interesse.

Ocimum tenuiflorum, meglio conosciuto come Basilico Sacro, è una pianta che riveste una notevole importanza nella cultura indiana e in particolar modo per gli Hindu, che la ritengono una pianta sacra. Tra le sue proprietà figurano soprattutto quelle antiossidanti, adattogene, antistress e antibatteriche dovute a un fitocomplesso contenente, tra gli altri, eugenolo, acido ursolico e β-cariofillene.

Ogni attivo contenuto nella pianta è modulato da differenti variabili di coltivazione, a esempio l’eugenolo è strettamente legato all’irradiazione luminosa. Quest’ultimo, infatti, viene espresso alla massima concentrazione in condizioni naturali tra le ore 11 e le 14, quando appunto l’irradiazione è massima.

Attraverso la vertical farm è possibile andare a riprodurre, per tutto il periodo di illuminazione, queste condizioni. Ciò consente di ottenere un prodotto concentrato e titolato di ottima qualità, cosa che non risulta possibile con le colture in campo aperto, in quanto non permettono questo tipo di precisione e con le quali si rischia di avere partite di prodotto di qualità inferiore, disomogenea e non certificabile.

Tra i Superbotanicals coltivati in questo modo troviamo anche lo Zafferano, il cui titolo di safranale e crocina può essere modulato in funzione delle variabili di crescita e arrivare per esempio a un tenore di crocina del 24%. Quest’ultima biomolecola viene principalmente influenzata dalla luce far-red, facilmente modulabile attraverso la tecnologia LED applicata alle vertical farm. Per arrivare a concentrazioni superiori al 5% in crocina ad oggi si utilizzano spesso estratti con un rapporto droga: estratto maggiori di uno; anche per questo prodotto la coltivazione in vertical farm può rappresentare una valida alternativa.  

Per ottenere un Superbotanical vengono studiate diverse condizioni di coltivazione fino al raggiungimento di un equilibrio che permetta alla pianta di svilupparsi in tempi più brevi rispetto a quelle coltivate con metodo tradizionale, senza però sottoporla ad alcun tipo di stress che potrebbe portare a un deterioramento dei principi attivi o a una loro diminuzione. Per determinare il protocollo coltivo, infatti, le piante vengono prima riprodotte all’interno di otto teche, che permettono di simulare altrettanti ambienti diversi in piccola scala. I parametri chimico-fisici all’interno delle teche vengono attentamente calibrati secondo una metodica sviluppata al fine di trovare il protocollo coltivo che, insieme al calcolo dei tempi balsamici, consenta alla pianta di esprimere il massimo del suo potenziale. Si inizia sempre dividendo le teche in due gruppi da quattro; nel primo gruppo viene studiato un preciso parametro, per esempio l’intensità della luce, in quattro diverse condizioni mentre nel secondo gruppo ci si concentra su un altro parametro. Una volta appurato il set-point migliore, questo viene fissato ed entra a far parte del protocollo coltivo. Lo stesso esperimento viene ripetuto per tutte le altre variabili fino a ottenere il protocollo perfetto.

Fatto questo, si passa al ciclo finale di scale-up su impianto pilota, dove le piante, in un numero che varia dai 1000 ai 3000 esemplari, vengono accresciute per determinare l’effetto scala sulla concentrazione degli attivi.

Per fare in modo che i botanici coltivati con il metodo di coltivazione Cultipharm siano totalmente isolati dall’ambiente esterno e che, quindi, la loro crescita e la qualità dei prodotti estratti non venga in alcun modo pregiudicata dalla presenza di contaminanti. Ciò consente di evitare l’utilizzo di pesticidi o fungicidi e in questo modo i prodotti raccolti possono essere certificati a “residuo zero”.

Bioagricert, l’ente certificatore, è esterno e imparziale che opera seguendo le direttive della Comunità Europea, la quale monitora attentamente la qualità dei prodotti agricoli e stabilisce rigidi protocolli rispetto alle sostanze che possono o non possono essere utilizzate.

Cultipharm, disponendo di un laboratorio di analisi proprio, è in grado di effettuare scrupolose analisi durante l’intero ciclo produttivo.

Il conferimento della certificazione “residuo zero” conferisce un grande valore aggiunto ai prodotti Cultipharm i quali non solo sono privi dei normali agenti considerati contaminanti, ma anche di metalli pesanti quali Piombo, Cadmio, Arsenico e Nichel.

Per ottenere la certificazione Nichel-free è necessario che la quantità del metallo all’interno del prodotto non superi gli 0,01 mg/kg, mentre per la certificazione “residuo zero” i residui di prodotti fitosanitari di sintesi chimica devono essere inferiori o uguali a 0,01 mg/kg; pertanto, i laboratori Cultipharm analizzano l’acqua di irrigazione insieme alla torba utilizzata per la semina e il trapianto, le vaschette in PET, i sali, il packaging, il materiale di trasformazione e le superfici di stazionamento e nel caso in cui uno o più valori dovessero risultare più alti del consentito, vengono fatte ulteriori analisi straordinarie per individuare l’esatto punto di contaminazione del flowchart produttivo e intervenire per ripristinare l’assoluta sterilità della fonte contaminata.

Fattore fondamentale che garantisce la sostenibilità del progetto è l’utilizzo di una quantità ridotta di acqua.

Le normali coltivazioni in pieno campo richiedono l’utilizzo di ingenti quantitativi di acqua dolce, risorsa che normalmente rappresenta solo il 2% del totale dell’acqua presente sul nostro pianeta e della quale si ha un aumento del fabbisogno ormai costante. È facilmente deducibile, quindi, quanto evitarne gli sprechi e razionalizzarne i consumi sia importante. Questo purtroppo non è possibile coltivando in campo aperto dove un grande quantitativo dell’acqua impiegata viene sprecata in quanto non direttamente assorbita dalla pianta e, di conseguenza, non coinvolta nella sua crescita. Nei fitotroni viene utilizzato il sistema di irrigazione a flusso e reflusso: nei bancali che compongono i ripiani del sistema di coltivazione viene distribuita fibra di cocco, un substrato ricco di nutrienti, completamente biodegradabile e che trattiene solo la quantità di acqua necessaria al fabbisogno delle singole piante. L’acqua, debitamente arricchita con elementi nutritivi che si vanno ad aggiungere a quelli presenti nella fibra di cocco, viene versata sempre a partire dal bancale posto sul ripiano più in alto e quella in eccesso defluisce nel bancale sottostante dove si ripete il procedimento fino a raggiungere il ripiano più in basso. Alla fine del percorso vengono collocate delle vasche di raccolta dove l’acqua non utilizzata viene recuperata, integrata con gli eventuali nutrienti trattenuti dalle piante e riutilizzata per l’irrigazione successiva.

Editoriale IN4 • 2022

Editoriale IN4 • 2022

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Il caso del biossido di titanio

Una disputa aperta

Cari lettori, questo numero si apre con una revisione critica ed esaustiva sul biossido di titanio a uso alimentare (E171), a cura dei ricercatori del Mario Negri, che riportano le evidenze relative all’impatto di questo materiale sulla salute umana e ambientale.

Tuttavia sembra che ci sia ancora una disputa aperta a livello globale.

Non sicuro

L’opinione pubblicata dall’EFSA, secondo cui «l’E171 non può più essere considerato sicuro se utilizzato come additivo alimentare», ha portato al divieto da parte della Commissione Europea di utilizzo in EU, con un periodo di eliminazione graduale di sei mesi dal 7 febbraio 2022 fino al 7 agosto 2022.

Questo parere è stato principalmente motivato dalle nuove evidenze sul potenziale genotossico delle nanoparticelle di TiO2 presenti nell’E171, per le quali non è ancora stata determinata una chiara relazione tra le dimensioni e i danni a carico del DNA e dei cromosomi.

Comunque vale la pena di ricordare, tra i nostri cugini europei, che la Francia l’aveva già bandito dal 2020 e anche la Svizzera l’ha vietato dal 15 marzo 2022 con un periodo transitorio di sei mesi.

Sicuro

Con tempismo eccezionale, un mese prima dell’entrata in vigore del divieto in EU, la Health Food Directorate canadese ha completato un report che loro chiamano “state of the science” sull’utilizzo del biossido di titanio come additivo alimentare, definendolo sicuro! La posizione della Health Food Directorate canadese che non ci sono prove scientifiche conclusive che l’additivo alimentare TiO2 sia un problema per la salute umana si basa sulla loro revisione dei dati scientifici disponibili relativi agli usi alimentari del TiO2, che in sintesi sono:

1) non c’è nessuna evidenza di cancro o altri effetti avversi nei topi e nei ratti esposti ad alte concentrazioni di TiO2 alimentare (studi a lungo termine );

2) non c’è nessuna modifica al DNA indotta da TiO2 alimentare riportata in vari studi condotti sugli animali;

3) non è stato documentato nessun effetto avverso sulla riproduzione, sullo sviluppo, sul sistema immunitario, gastrointestinale o nervoso o sulla salute generale quando i ratti sono stati esposti dal pre-concepimento all’età adulta al TiO2 alimentare.

A seguito di questa sentenza canadese che afferma che il biossido di titanio utilizzato negli alimenti è sicuro, la Titanium Dioxide Manufacturers Association (TDMA), che rappresenta i maggiori produttori di biossido di titanio ed è la loro voce in Europa dal 1974, sollecita una revisione completa dell’utilizzo del TiO2 nell’UE. Secondo TDMA, i metodi e i materiali di prova su cui si basa il parere dell’EFSA non riflettono un’esposizione umana realistica agli alimenti contenenti E171 e sono anche il risultato di un’applicazione insolita e incoerente della nuova guida sulle nanoparticelle. Anche la Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito in marzo ha respinto le preoccupazioni dell’UE sull’additivo, rifiutando di vietarlo. Tuttavia, la valutazione del rischio da parte delle autorità sanitarie del Regno Unito non è ancora conclusa e si prevede lo sarà nel 2023.

Non sicuro

Sulla questione ha preso posizione anche SAFE (Safe Food Advocacy Europe), un’organizzazione no-profit con sede a Bruxelles impegnata nel proteggere i consumatori di tutta Europa,  che afferma di non essere sorpresa della posizione del Canada, in quanto «Il Canada consente ancora l’uso degli ormoni della crescita per produrre carne, cosa che abbiamo vietato nel 1996. Sono anche grandi consumatori di glifosato, che in Europa, pur non essendo vietato, non è accettato dai consumatori. Il loro metodo di analisi del rischio per la salute umana è ovviamente diversa da quella dell’Europa, e forse lo è anche la percezione del pericolo dei loro consumatori».

E allora?

Cari lettori, in questo quadro sconcertante mi astengo dal fare commenti scientifici, vi lascio trarre le conclusioni dalla lettura dell’articolo dei ricercatori del Mario Negri. Personalmente, anche se la Health Food Directorate canadese afferma che continueranno a monitorare la scienza emergente sulla sicurezza del TiO2 come additivo alimentare e potranno rivedere la loro posizione se saranno disponibili nuove informazioni scientifiche, sono contenta di vivere in  Europa, dove, secondo il principio di precauzione,  potremo fare a meno dell’E171 senza neanche sentirne la mancanza!

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L’Integratore Nutrizionale n°4/2022

L’Integratore Nutrizionale n°4/2022

Focus: Salute metabolica e obesità

ARTICOLI
AGGIORNAMENTI
AZIENDE
ARTICOLI

Nanoparticelle di biossido di titanio e biossido di titanio per uso alimentare (E171)

Luisa Diomede e colleghi dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri presentano una revisione critica sugli effetti tossicologici delle nanoparticelle di biossido di titanio per uso alimentare sulla salute umana e ambientale.

Larixicina®
Sara Ferrari e colleghi presentano uno studio sui polifenoli del larice delle Dolomiti, evidenziando le sue proprietà antiossidanti e di difesa delle alte vie respiratorie.

AGGIORNAMENTI

LETTERATURA SCIENTIFICA – Alessandra Baldi, Scientific and Regulatory advisor presso NuTRE (Nutraceutical Tailored Research Ecosystem), ci propone alcuni spunti, che la letteratura scientifica offe, riguardo all’industria alimentare come risorsa per la salute metabolica.

NOVEL FOOD: Armando Antonelli (Food regulatory affairs consultant) pone l’attenzione sull’incremento di prodotti, che si trovano in commercio, a base di canapa e del componente di maggior successo e interesse: il Cannabidiolo e il suo status regolatorio al 2022.

PIANTE E DERIVATI BOTANICI: La resilienza può influire anche sul benessere del metabolismo? Domenico Avenoso e Antonella Riva (INDENA) ci pongono e argomentano una risposta a questa domanda.

PUBBLICITA’ AL VAGLIO – il 24 maggio si è tenuto il webinar, organizzato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), dal titolo Sostenibilità nel settore food. Come comunicare correttamente. Serena Ponso ce ne parla nella sua rubrica dedicata alla comunicazione nel settore nutraceutico.

AZIENDE
Intervista a
Alessia Mattiello

Questi argomenti e tante altre NOTIZIE ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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Cosmetic Technology 4, 2022

Cosmetic Technology 4, 2022

25 anni
di informazione scientifica

SOLARI

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Oltre agli indiscutibili effetti positivi dell’esposizione solare per la salute umana, i raggi UV sono stati ampiamente studiati per aspetti tossicologici legati a dosi eccessive di UVB e UVA, che coinvolgono scottature solari, invecchiamento cutaneo, danni al DNA delle cellule cutanee e cancerogenesi. La protezione solare aiuta a prevenire queste problematiche sia a breve, sia a lungo termine. Anche nei prodotti solari la tendenza oggigiorno è quella di utilizzare materie prime naturali per una maggior sicurezza per il consumatore finale ma anche per una migliore compatibilità con l’ambiente, soprattutto per l’ecosistema marino. In questo lavoro è stata indagata l’attività dell’estratto di semi di Pongamia (pongamolo) come booster di protezione solare per il filtro minerale ZnO. I risultati ottenuti hanno dimostrato come l’aggiunta di pongamolo in emulsione permetta di ottenere un importante effetto booster (confermato dal test in vivo) già a basse concentrazioni. Questo approccio si inserisce in un percorso volto a formulare creme solari completamente naturali pensate per un consumatore molto consapevole e attento alla scelta dei prodotti cosmetici acquistati e si inserisce nel trend della sempre più ricercata green beauty.

Mineral Only Solar
Pongamia seed extract as an innovative SPF booster for 100% mineral sun protection
In addition to the indisputable positive effects of sun exposure for human health, UV rays have been extensively studied for toxicological aspects related to excessive doses of UVB and UVA, involving sunburn, skin aging, damage to skin cells DNA and carcinogenesis. Natural or synthetic sunscreen helps prevent these problems both in the short and long term. Even in solar products, the trend nowadays is to use natural raw materials for greater safety for the final consumer but also for better compatibility with the environment, especially for the marine ecosystem. In this work the activity of Pongamia seed extract (Pongamol) as a sun protection booster for the ZnO mineral filter was investigated. The results obtained showed how the addition of Pongamol in emulsion allows to obtain an important booster effect (confirmed by the in vivo test) already at low concentrations. This approach is part of a path aimed at formulating completely natural suncreams thought at a consumer who is very aware and attentive to the choice of cosmetic products purchased, and is part of the trend of increasingly sought – after green beauty.

Le creme solari svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione del cancro della pelle e nella protezione contro il fotoinvecchiamento. Tuttavia, la natura lipofila dei filtri organici favorisce l’interazione con alcuni materiali plastici costituenti dei contenitori. Inoltre, le alte temperature e la presenza di ingredienti volatili possono provocare la permeazione del filtro al packaging in cui è contenuto il cosmetico. In questo studio sono state comparate due tipologie di packaging, uno in polietilene e uno in polietilene additivato con uno strato barriera in etilene vinil alcol, EVOH. Inoltre, in via del tutto sperimentale, è stato preso in considerazione un coating totalmente biodegradabile sviluppato dall’Università di Parma. Su campioni conservati a 25 e 40 °C è stato monitorato l’andamento della stabilità dei conservanti, della sostanza volatile e del filtro chimico attraverso analisi HPLC-DAD e FTIR. Nei tubi in polietilene conservati a 40 °C si è riscontrata permeazione delle sostanze analizzate e un calo del 12% del filtro organico, mentre nei flaconi in polietilene rivestiti con il materiale biodegradabile la perdita è significativamente ridotta. 

Packaging solutions for cosmetic products containing organic sunscreens
Product quality and safety are also packaging-dependent
Sun creams are an important “tool” for preventing skin injuries and protecting from photo-ageing. However, lipophilic substances occurring in the formulation, together with volatile compounds, can interact with the plastic materials of packaging, and, at high temperature can lead to permeation through the container. This study is focused on the comparison between the behavior of two different packaging, a first one made of polyethylene, and a second one of the same material covered by a barrier of ethylene vinyl alcohol (EVOH). In addition, an innovative biodegradable coating developed by the University of Parma has been considered. Samples were stored at 25 and 40 °C, and the stability of ingredients present in the formulation was analyzed by HPLC-DAD and FTIR. In polyethylene tubes stored at 40 °C a permeation of some components, and a decrease of 12% of the solar screen was observed. The decrease of solar screen in coated tubes was significantly reduced. 

aggiornamenti
Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Andare In

Reppublica Araba d'Egitto • Silvia Moral, Yasmin Ahmed

Into The Lab

L'importanza del dopo (sole) • Camilla Crescentini

Perché ci piace

SPF Primer Stick • Laboratorio Cosmopolita

Eccellenze Italiane

Livia Lupo

Letteratura

Lorella Giovannelli

NATRUE

L'impatto dei solari sull'ecosistema marino • Diana Malcangi

Immagini evocative e tone of voice nella comunicazione di un prodotto solare • Barbara Panzeri

aziende

Eurosyn - Sabo

Sabo®soft NSIL MB

Active Box
Incospharm

AdipoSOL™

Gattefossé

Solastemis™

Res Pharma
Greentech

Myralys

BICOTENE®, prodotto da Bicosome e distribuito in Italia da LCM, è un principio attivo a base di carotenoidi incapsulati in sistema bicosomico. Cioè il sistema liposomico brevettato.

Su questo numero presentiamo…

Luigi Miori

Come nasce un cosmetico a connotazione naturale? Quali sono le criticità che incontra quotidianamente un formulatore e a cui deve far fronte per soddisfare le richieste del mercato? Come ci si può destreggiare tra norme tecniche, enti di certificazione, standard e, a oggi, un’assenza della normativa cogente?
Ne ha parlato Luigi Miori (Socio fondatore e Direttore tecnico Areaderma) che è intervenuto in qualità di voce tecnica alla tavola rotonda organizzata dal Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia nell’ambito della 53ª edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna. Abbiamo avuto la possibilità di raccogliere in quest’intervista una risposta a queste e ad altre numerose domande.

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BUONA LETTURA!

VISION OF VISUAL

VISION OF VISUAL

Immagini evocative e tone of voice nella comunicazione di un prodotto solare
Barbara Panzeri

Barbara Panzeri

Digital graphic artist
RONFstyle.com
rontstyle@gmail.com

VISION OF VISUAL

Immagini evocative e tone
of voice nella comunicazione di un prodotto solare

In questa quarta rubrica di Vision of Visual dedicata al tema dei solari ho il piacere di presentarmi anche se a distanza per approfondire come lo stesso prodotto solare può essere comunicato attraverso delle immagini evocative con 3 tone of voice differenti.
Vedremo nello specifico come rappresentare a livello visivo i concetti che caratterizzano le proprietà di una crema solare questa volta però non attraverso il suo Packaging ma tramite la comunicazione e degli esempi di possibili profili Social IG.

Come introdotto nella prima rubrica, di Cosmetic Technology 1-2022, il potere della creatività abbinata al visual consiste nel fatto che esistono infinite immagini per poter rappresentare una singola parola e questo apre un mondo parallelo, in cui spesso mi piace “perdermi”, che permette di esprimere nelle più svariate declinazioni un concetto.
Un viaggio i cui soli limiti e confini sono quelli che ci poniamo.
Un gioco di forme e colori che viene applicato nei più svariati ambiti e che serve a caratterizzare un prodotto/servizio passando la giusta percezione in linea al target di riferimento.

COSMETIC TECHNOLOGY

Barbara Panzeri
Digital Graphic Artist

ronfstyle@gmail.com

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HYABEST®(S) LF-P

HYABEST®(S) LF-P

L’acido ialuronico per il “Beauty from within!”

L’acido ialuronico è un prodotto universalmente riconosciuto e utilizzato come soluzione sicura, efficace e di facile impiego, per lo sviluppo di una grandissima varietà di prodotti ad azione idratante e dermoprotettiva. Sul mercato sono ormai presenti diverse varietà di questo eccellente ingrediente che non delude mai le aspettative di formulatori e consumatori.
L’acido ialuronico è una molecola presente naturalmente nella nostra pelle, appartenente alla famiglia dei glicosaminoglicani; la sua igroscopicità, gli consente di trattenere l’umidità e mantenere quindi un buon livello di idratazione. Svolge un’azione di prevenzione dell’invecchiamento costituendo una vera e propria impalcatura molecolare in grado di mantenere il tono e la struttura cutanea.
HYABEST® (S) LF-P è un ingrediente alimentare di Kewpie Corporation, azienda giapponese leader mondiale nella produzione e commercializzazione di acido ialuronico di elevata purezza, di cui LCM Trading è distributore esclusivo per il mercato italiano.

L’INTEGRATORE NUTRIZIONALE

Luca Corno 
Sales Executive
Nutraceutical Division

lcorno@lcmtrading.it

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LCM Trading in a nutshell

Fin dal 1982 L.C.M. è riconosciuta nel mercato italiano come agente e distributore di materie prime per il settore Farmaceutico e Cosmetico. Oggi, dopo 40 anni di attività, LCM collabora con produttori qualificati provenienti da tutto il mondo e con più di 400 clienti italiani andando a proporre un portafoglio prodotti in continua evoluzione arricchito con materie prime per il settore Nutraceutico, Alimentare ed Industriale. Dal 2010 LCM ha inoltre deciso di estendere il proprio business anche nell’area medio-orientale. La certificazione GMP rilasciata da AIFA e la certificazione ISO 9001: 2008 garantiscono alti standard di qualità, obiettivo comune di tutte le attività aziendali.

Cosmetic Technology 3, 2022

Cosmetic Technology 3, 2022

25 anni
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Moisturizing, antiageing,
antigravity and antipollution
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L’acido lattobionico (AL) è un idrossiacido (HA) dalle caratteristiche peculiari. È una sostanza con spiccate capacità idratanti (maggiori di quelle del glicerolo e di molti altri idratanti cosmetici), in grado di formare un film sulla cute che rinforza la barriera cutanea e che, secondo alcuni studi preliminari, potrebbe promuovere i processi riparativi cutanei.
Non è irritante e può essere utilizzato su pelli sensibili e anche su pelli che presentano dermatite atopica o rosacea. Per questo risulta utile anche dopo l’uso di peeling con HA o microdermoabrasioni. Ha una capacità antiossidante pari a quella della vitamina C e della vitamina E, questa sua funzione è data dal fatto che è in grado di chelare gli ioni metallici, in particolare quelli di ferro, e in questo modo inibisce la formazione della maggioranza dei radicali liberi presenti nella pelle. È un inibitore delle metalloproteinasi della matrice (MMP), enzimi che contribuiscono alla formazione dei segni del tempo. Aumenta lo spessore del derma attraverso la biosintesi di GAG (glicosaminoglicani), acido ialuronico e fibre di collagene, inoltre, modula la cheratinizzazione della pelle. Deve essere utilizzato, per essere efficace, così come gli ABA (acidi aldobionici) e PHA (poliidrossiacidi) a una percentuale minima del 5% e con un pH compreso tra 3 e 4. In un’emulsione al 6% ha dimostrato una maggiore idratazione cutanea rispetto all’acido glicolico. All’8% agisce sulle MMP e quindi sul fotoinvecchiamento cutaneo. I dati presenti in letteratura descrivono le proprietà dell’AL in concentrazioni fino al 10%. Non è fotosensibilizzate e per questo può essere utilizzato anche durante l’esposizione al sole senza una rigorosa protezione solare.

Lactobionic acid
A moisturizing and antioxidant acid suitable for sensitive skin
Lactobionic acid (LA) is a Hydroxy acid (HA) with peculiar characteristics. It is a substance with strong moisturizing capacities (stronger than those of glycerol and many other moisturizer ingredients), that readily attract and retain water, forming a gel matrix on skin that strengthens the skin’s barrier and which, according to some preliminary studies, could promote skin repair processes.
It is not irritating and can be used on sensitive skin, on skin with atopic dermatitis or rosacea. For these reasons it is also useful after the use of peeling with HA or microdermabrasion. It has an antioxidant activity equal to that of Vitamin C and Vitamin E. Thanks to the excellent properties of chelating metal ions, in particular iron ions, LA inhibits the creation of most reactive free radicals in the skin. It is an inhibitor of matrix metalloproteinases (MMPs), enzymes that contribute to the formation of the signs of aging. It increases the thickness of the dermis through the biosynthesis of GAG (glycosaminoglycans), hyaluronic acid and collagen fibers, in addition, it modulates the keratinization of the skin. For efficient operation of LA, as well as of ABA (aldobionic acids) and PHA (polyhydroxy acids), the required concentration of the acid in the cosmetic formulations is a minimum of 5% and active acidity in the pH range of 3-4. formulations. An emulsion comprising 6% LA showed higher effectiveness in moisturizing the skin than the emulsion with glycolic acid. Other researchers reported significant improvement in reducing the signs of photoaging (blocking the activity of MMPs) after application of 8% LA cream for 6 and 12 weeks. Literature data describe properties of LA formulas in concentrations up to 10%. It does not increase skin sensitivity to UV radiation and therefore can be used in the summer without maintaining rigorous sun protection.

Il packaging di un prodotto cosmetico è un importante strumento di comunicazione per trasmettere l’identità del brand e del prodotto stesso, un impegno verso i consumatori. Il packaging è prodotto. Un packaging sostenibile rappresenta la decisione dell’azienda cosmetica di ridurre l’impatto in ambiente scegliendo di disegnare il packaging attraverso il principio delle “3 R”, ossia ridurre, riutilizzare e riciclare. Ma non solo. Oltre a essere fondamentale per descrivere la filosofia del brand, il packaging cosmetico ha anche il ruolo essenziale di garantire la sicurezza del prodotto. La garanzia dell’elevata qualità del prodotto attraverso una seria valutazione della sicurezza del packaging per escludere l’eventuale rilascio di sostanze che potrebbero raggiungere il cosmetico, nonché il mantenimento delle proprietà funzionali e organolettiche, sono prioritari e devono essere considerati di massima importanza per tutta la filiera cosmetica. Nel corso dell’articolo, Marina Camporese, esperta di packaging, e Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, risponderanno a una serie di domande relative agli imballaggi cosmetici di nuova generazione, approfondendo le valutazioni di sicurezza integrate all’innovazione sostenibile.

Cosmetic Packaging
Does sustainability efficacy exist?
The packaging of a cosmetic product is an important communication tool to communicate the brand identity – but also the product itself, a commitment to consumers. Finally, packaging is a product. A sustainable packaging represents the cosmetic company decision of reducing its impact in the environment by choosing to design the packaging through the principle of the 3 R’s, so reduce, reuse and recycle. However, that is not all. Cosmetic packaging also has the essential role of guaranteeing product safety, as well as being fundamental in describing brand philosophy. Ensuring the high quality of the product through a serious assessment of the packaging safety to avoid the possible release of substances that could reach the cosmetic, as well as maintaining the functional and organoleptic properties, are priorities and must be considered of utmost importance for the entire cosmetic supply chain. Marina Camporese, packaging expert, and Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, will answer a series of questions related to cosmetic packaging next-generation, delving into safety assessments integrated with sustainable innovation.

aggiornamenti
Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito • Francesca Rapolla

Into The Lab

Peel-off the smog! • Camilla Crescentini

Perché ci piace

3 sistemi per donare luminosità al volto •
Laboratorio Cosmopolita

Letteratura

Anna Caldiroli

Hydrolyzed Agave Tequilana Stem Extract • Alejandra Pardo Lopez, Martina Davoli

Desiderio di natura e Anti Digital Pollution • Barbara Panzeri

aziende

Eurosyn - Innovacos

Bioptimized™ Guava

Active Up
Silab

ERISIUM®

VARIATI – Expanscience

AYUREDI®

GALE & COSM – MORECHEM

FUCOI-OL

La casa produttrice giapponese Kewpie Corporation, distribuita in Italia da LCM, ha effettuato uno studio di efficacia sull’azione antipollution dei suoi due prodotti di punta Hyalo-Oligo® e Hyaloveil-P®.

Robertet Group Health and Beauty, distribuita in Italia da Deimos Group, presenta Ulti’Mate un ingrediente di elevata qualità, naturale ed efficace per contrastare gli effetti dell’inquinamento sulla pelle.

Su questo numero presentiamo…

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BUONA LETTURA!

Approccio Life Cycle Thinking nel settore nutrizionale

SOSTENIBILITÀ

Marco Bernasconi
Lucia Ferron

FLANAT Research Italia

Approccio Life Cycle Thinking
nel settore nutrizionale

Progetto CAMELINA

[…] l’approccio Life Cycle Thinking si rivela uno strumento prezioso per verificare soluzioni di circolarità a partire da ingredienti naturali e sostenibili. Non solo economia circolare, non solo bioeconomia, ma un approccio circolare alla bioeconomia: i benefici sono evidenti, oltre ad avere un quadro completo delle performance del processo è possibile monitorare gli effetti di eventuali cambi o provvedimenti finalizzati all’ottimizzazione e/o al miglioramento di una parte di esso. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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Sviluppo di un protocollo innovativo per valutare la stabilità di un estratto botanico

ARTICOLI

Lucia Ferron
Adele Papetti

Dipartimento di Scienze
del Farmaco, Università
degli Studi di Pavia

Sviluppo di un protocollo innovativo
per valutare la stabilità
di un estratto botanico

Allestimento per lo studio di stabilità accelerata
applicato al fitocomplesso di un estratto di mais pigmentato

Il tutolo di mais pigmentato è ricco in antocianine e flavonoli, responsabili delle proprietà salutistiche dell’estratto secco (ES) da esso ottenuto, che devono essere preservate e monitorate durante tutta la vita del prodotto. Al fine di valutare la stabilità dell’estratto allo stato solido, è stato sviluppato un innovativo protocollo di stress accelerato seguendo un programma di valutazione della stabilità accelerata (ASAP), basato sull’approccio dell’isoconversione. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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Ingredienti e prodotti

Ingredienti e prodotti

Davide Patroncini

Fagron Italia

Zeropollution®

Dalla natura una miscela di ingredienti ad attività antiossidante e antiaging

[…] una miscela brevettata di quattro estratti secchi di Lippia citriodora (foglie), Olea europea (foglie), Sophora japonica (fiori), Rosmarinus officinalis (foglie) standardizzata HPLC min. 6,8% in verbascoside, 4,5% in oleuropeina, 4,5% in diterpeni (intesi come somma di acido carnosico e canosolo), 3,7% in flavoni (espressi come quercetina). […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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