I prodotti probiotici rappresentano un unicum nel mercato degli integratori alimentari perché sono progettati per fornire microrganismi selezionati “vivi” all’utente finale, con lo scopo di conferire un beneficio per la salute in accordo con la definizione accettata a livello internazionale del termine “probiotico”. Mentre la definizione del termine probiotico è ampiamente condivisa, non esiste eguale condivisione sui criteri di qualità che dovrebbero essere applicati per garantire l’efficacia di un prodotto probiotico durante il consumo e nella pratica clinica. Il controllo microbiologico dei probiotici è attualmente limitato alla tassonomia dei microrganismi utilizzati nelle diverse formulazioni in commercio e al numero delle loro cellule vitali. Tuttavia, dovremmo chiederci se questi parametri siano sufficienti a garantire la qualità microbiologica del prodotto e se gli approcci metodologici attualmente utilizzati siano appropriati e in linea con le attuali conoscenze scientifiche. Per meglio comprendere la necessità di migliorare i controlli qualitativi su questa tipologia di prodotti, ci dovremmo chiedere se un medico prescriverebbe un farmaco non essendo sicuro del principio attivo in esso contenuto o della quantità di principio riportata in etichetta. In assenza di criteri di qualità condivisi, il rischio è che il mercato si possa arricchire di prodotti probiotici che non rispondano agli standard microbiologici minimi, i quali dovrebbero essere oggi richiesti sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. La valutazione della qualità in prodotti probiotici richiede approcci metodologici più semplici o più complessi a seconda che il prodotto sia costituito da un unico singolo ceppo microbico piuttosto che da miscele di diverse specie e ceppi microbici. Questi controlli, oltre a garantire al consumatore un prodotto controllato e omogeneo nei diversi lotti di produzione, saranno fondamentali per dare la giusta valenza scientifica a tutti quegli studi di intervento in cui viene valutata l’efficacia di una formulazione probiotica sullo stato di salute di specifiche categorie di soggetti. Di conseguenza, in assenza di prodotti probiotici la cui qualità è rigorosamente controllata, sarà estremamente difficile, se non impossibile, confrontare i risultati ottenuti in diversi studi di intervento sull’uomo.
Verranno di seguito proposti e discussi, usando come modello il complesso multi-ceppo VSL#3*, una serie di criteri di qualità che dovrebbero essere applicati periodicamente o sistematicamente su ogni lotto di produzione di ogni prodotto probiotico commercializzato.
Per leggere l’intero articolo abbonati alla rivista o acquista il singolo numero