Cosmetic Technology 2, 2024
(Sun) protection
& regenerative beauty
(Sun) protection
& regenerative beauty
Vivere nel sogno di volare
A. Caldiroli
Stabili o instabili? Questo è il problema
A. Ratti
S. Cudrig
R&D manager cosmetic product
e medical devices BIOFARMAGROUP
(Plant di San Pietro Viminario)
→ sonia.cudrig@gmail.com
Il prodotto solare ha il compito di protegge la pelle dall’esposizione protratta alla radiazione ultravioletta e per questo motivo è necessario porre molta attenzione al suo sviluppo. La sensibilità verso le problematiche ambientali e l’attenzione agli effetti tossicologici di alcuni filtri solari, hanno limitato l’uso di diverse materie prime e complicato l’attività del formulatore. Anche le aspettative nei confronti dei prodotti solari si sono evolute. Il consumatore ricerca prodotti multifunzionali che devono possedere attività diverse oltre a quella di protezione da scottature ed eritema. Compito del formulatore è riuscire a soddisfare tutte le richieste e garantire una sicura esposizione al sole.
Sunscreen product development: from concept to production
The sunscreen product is responsible for protecting the skin from prolonged exposure to ultraviolet radiation, and, for this reason, considerable attention must be paid to its development. Sensitivity to environmental issues and attention to toxicological effects of some sunscreens have limited the use of various raw materials, complicating formulator’s operations. Expectations towards sunscreen products have also evolved. Consumers seek multifunctional products that must have different features in addition to sunburn and erythema protection. Thus, the formulator’s task is to be able to satisfy all demands and ensure a safe sun exposure.
D. Dashi1, A. Caldiroli2
1Cosmetic chemist designer
2Consulente tecnico-regolatorio
→ dianadashi@gmail.com
L’intersezione tra arte e cosmetica rivela una profonda connessione incentrata sulla ricerca della bellezza. Questo articolo esplora il legame tra i due mondi, analizzando l’approccio sia scientifico sia creativo dei formulatori cosmetici, il crescente interesse per la clean beauty e le sfide legate all’attuazione di standard etici e sostenibili. Attraverso un’analisi dettagliata, si esplorano i legami tra la creatività artistica e le metodologie scientifiche nella formulazione cosmetica, delineando un quadro futuro di innovazione e progresso nel settore. Proiettandoci in avanti, ci si attende un continuo sviluppo nella cosmetica, guidato dalla ricerca di ingredienti naturali e processi eco-sostenibili, in sintonia con le esigenze dei consumatori moderni.
The world of cosmetics seen through the lens of art
The intersection of art and cosmetics reveals a profound connection centered on the pursuit of beauty. This article explores the link between the two worlds, analyzing the scientific and creative approach of cosmetic formulators, the growing interest in clean beauty, and the challenges associated with implementing ethical and sustainable standards. Through a detailed analysis, it examines the connections between artistic creativity and scientific methodologies in cosmetic formulation, outlining a future framework of innovation and progress in the industry. Looking ahead, there is an expectation of continuous development in cosmetics, driven by the search for natural ingredients and eco-friendly processes, in line with the demands of modern consumers.
F. Gola1, F. De Luca1, G. Mazzini2, F. Ferulli3, R. Vicini3, E. Regola3, M.G. Bottone1, C. Angelinetta3
1Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, Università di Pavia
2Istituto di Genetica Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGM-CNR)
3BIO BASIC EUROPE, Milano
L’invecchiamento e i disturbi a esso correlati sono le principali problematiche al giorno d’oggi e la prima causa di questa condizione fisiopatologica è l’incremento dei livelli di stress ossidativo. Una delle molecole che agisce come mediatore antiossidante è l’acido ascorbico e il suo ruolo come fattore antinvecchiamento è chiaramente ben descritto in letteratura. I risultati precedentemente pubblicati hanno chiaramente dimostrato che Capsicum annuum L. var. peperone di Voghera (VP), una varietà di peperone coltivato da un numero limitato di produttori della provincia di Pavia e Alessandria, ha un alto valore nutrizionale ed è particolarmente ricco di acido ascorbico.
Condividi la notizia!
E. Grasselli
Università degli Studi di Genova, DiSTAV
elena.grasselli@unige.it
The 8th ERPA Annual Congress on Regulations and Compliance for Cosmetics; 26 -27 February 2024; Brussels,Belgium
www.crcc2024.com
La presentazione al congresso ERPA tratta il punto di vista di un ricercatore impegnato nel valutare la sicurezza e l’efficacia in campo cosmetico.
Riguardo questo argomento, i 25 anni di lavoro nella ricerca scientifica, mi forniscono un punto di vista che combacia con quello regolatorio, ma per ragioni differenti dal doveroso e condiviso rispetto della legge. Come fisiologa, studio il mantenimento dell’omeostasi corporea che può essere definita come un lavoro che il corpo umano compie tutti i giorni per mantenere le funzioni corporee.
La valutazione della sicurezza dei cosmetici implica proprio l’assenza di eventi che possano distanziare dall’equilibrio che il nostro corpo mantiene costantemente. L’omeostasi, infatti, non è un fenomeno statico, ma dinamico, che accade in ogni momento della vita. Ogni giorno, come organismi, siamo inconsapevoli di questo continuo lavoro che il corpo attua in modo da rendere possibile la vita. Alcuni esempi sono il mantenimento di alcuni parametri nell’intervallo fisiologico come la temperatura corporea, il pH del sangue e così via.
Leggi l’intero aggiornamento su Cosmetic Technology 2, 2024
P. Siragusa
Cosmetic Designer
Tra le formulazioni skincare, la realizzazione del prodotto solare rappresenta una delle sfide più entusiasmanti per qualsiasi cosmetologo. Infatti, anche la texture apparentemente più semplice, rappresenta alcune complessità intrinseche che il designer di queste texture protettive si trova a dover bilanciare (1).
Prince in Morning Papers cantava «…can contemplate the entire universe or just one star…», questa frase sposa perfettamente la complessità delle realizzazione texture protettive.
Non è semplice, a mio avviso, riassumere tutte le possibili criticità a cui prestare attenzione (ad oggi, personalmente, continuo a imparare); pertanto partirò dall’equazione dell’HLD (Hydrophilic-Lypophilic Difference) per esprimere alcune considerazioni (2):
HLD= Cc + kEACN + alpha T + LnS + f(A)
Dove:
Cc = Parametro relativo al tensioattivo inteso come curvatura
k = Costante del tensioattivo (dipendente dalla natura chimica)
EACN = Relativo alla fase olio (numero di atomi di carbonio come alcano lineare)
Alpha T = Coefficiente di temperatura
LnS = Salinità del sistema (dipende dal tipo di tensioattivo ed elettroliti)
f(A) = Termine che tiene conto del contributo del/i cosolvente/i
Applicate alla formulazione solare riportata di una emulsione fluida con SPF 50+.
Leggi l’intero aggiornamento su Cosmetic Technology 2, 2024
A. Ratti
Technical Manager, BREGAGLIO
annamaria.ratti@bregaglio.eu
L’aumento della consapevolezza riguardo ai rischi associati alle radiazioni solari ha trasformato i consumatori in attori attivi nella tutela della propria salute cutanea. In questa nuova era, la scelta di prodotti solari e creme giorno con elevati fattori di protezione solare (SPF) riflette la volontà crescente dei consumatori di adottare misure preventive significative contro i danni causati dall’esposizione al sole.
Quello che mi sono sempre chiesta è se i consumatori conoscano il reale significato dei numeri e dei simboli riportati in etichetta e se questi siano sufficienti per assicurare l’accesso a prodotti realmente efficaci.
In generale, il riferimento legislativo per i test di efficacia ed etichettatura delle protezioni solari è la Raccomandazione della Commissione del 22 settembre 2006 (2006/647/CE) dedicata proprio all’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni; essa impartisce anche una definizione di prodotto per la protezione solare come qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato a essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione.
Il grado minimo di protezione garantito dai prodotti per la protezione solare dovrebbe essere il seguente:
una protezione dagli UVB con un fattore di protezione solare 6 quale ottenuto applicando l’International Sun Protection Factor Test Method (2006) o un grado equivalente di protezione ottenuto con un metodo in vitro. Attualmente come metodi standard abbiamo a disposizione la ISO 24444 (test in vivo) ma non esiste ancora una metodica ufficiale approvato per test in vitro;
una protezione dagli UVA con un fattore di protezione UVA pari a un terzo del fattore di protezione solare, ottenuto applicando il metodo PPD quale modificato dall’agenzia sanitaria francese Agence Française De Sécurité Sanitaire Des Produits De Santé (AFSSAPS) o un grado equivalente di protezione ottenuto con un metodo in vitro. Ad oggi, il metodo equivalente in vitro è definito dalla ISO 24443.
Le radiazioni UV rappresentano il 5% delle radiazioni solari che raggiungono la superficie terrestre, di questo il 5% è costituito da raggi UVB e il 95% dai raggi UVA.
A causa della generazione di radicali liberi, gli UVA possono indirettamente danneggiare il DNA causando mutazioni cellulari e aumentando il rischio di tumori cutanei.
L’SPF, di per sé, è un numero riportato sull’etichetta dei prodotti solari ed è di facile lettura per il consumatore. È ottenuto in seguito a test e viene utilizzato anche per supportare l’azione anti-ageing, in prodotti skincare, makeup in alcuni casi anche capelli. L’SPF però fa riferimento solo alla protezione nei confronti dei raggi UVB legati alla prevenzione dell’eritema e del tumore alla pelle, mentre l’efficacia anti-fotoinvecchiamento dovrebbe essere legata a un’azione contro l’accumulo delle radiazioni UVA, che come visto rappresentano una percentuale nettamente maggiore rispetto ai raggi UVB.
Questa informazione non è facilmente comunicabile in etichetta: non è legata a un numero ma a un simbolo che è presente in etichetta ma non fornisce indicazioni relative a un’alta o bassa protezione nei confronti dei raggi UVA, come invece avviene nei Paesi asiatici.
Tuttavia, nonostante la crescente attenzione che il consumatore ripone nelle sue scelte e le informazioni in etichetta relative alla capacità di protezione dei solari, secondo lo Skin Cancer Prevention Progress report del 2019, sebbene sia aumentato l’utilizzo dei prodotti solari, i tumori alla pelle sono ancora in aumento.
È perciò cruciale per il cosmetologo formulare prodotti solari in grado di offrire una protezione ad ampio spettro e, soprattutto, che siano fotostabili.
La fotostabilità (vale a dire capacità di mantenere inalterato il proprio potere protettivo) è un parametro non preso in considerazione nella raccomandazione (2006/647/CE) e così il test di fotostabilità Q1B secondo le linee guida International Conference on Harmonisation (ICH) guidelines non è obbligatorio in Europa ma è fondamentale per garantire l’efficacia e la sicurezza dei prodotti per la protezione solare; non solo: anche per le creme giorno e per i prodotti makeup ibridi, essendo riferita alla capacità del prodotto di mantenere la sua efficacia e integrità proprio durante l’esposizione alla luce solare. Perciò, in sintesi potremmo dire che la fotostabilità condiziona la performance del prodotto solare.
È stato osservato, infatti, che non tutti i filtri UV sono sufficientemente fotostabili quindi, in seguito all’esposizione solare possono variare (diminuendo) la loro efficacia filtrante, oppure agiscono come fotossidanti mediante formazione di radicali liberi e specie reattive dell’ossigeno. È chiaro che dei valori alti di SPF possono garantire una fotoprotezione duratura nel tempo solo se il prodotto è stabile per la durata dell’esposizione. Ci aspettiamo pertanto che un prodotto per la protezione solare sia caratterizzato da una elevata fotostabilità. Non ultimo, il fatto che all’interno del prodotto cosmetico sono normalmente presenti diversi filtri UV per andare incontro alla necessità di offrire una protezione ampia ed elevata. Tuttavia, questa moltitudine di sostanze con caratteristiche proprie e differenti è una variabile importante nella comprensione della stabilità dell’intero sistema.
Da sottolineare inoltre che un prodotto con buona fotostabilità evita la formazione di sottoprodotti derivanti dalla fotodegradazione, potenzialmente pericolosi e probabilmente in grado di reagire con le proteine.
L’assenza di una richiesta normativa specifica, sia per quanto riguarda la determinazione sia per quanto riguarda la comunicazione, fa sì che da una parte, i produttori di cosmetici non sono tenuti a seguire standard specifici o a fornire evidenze sulla fotostabilità dei loro prodotti e dall’altra, il consumatore non sia pienamente informato sulla resistenza dei prodotti cosmetici alla luce solare.
Le conseguenze dell’utilizzo sulla pelle di un prodotto fotoinstabili e sono principalmente la perdita di efficacia nella protezione e soprattutto la formazione di radicali liberi. La prima è determinata dalla degradazione dei filtri organici prevalentemente nella regione dell’UVA, mentre i radicali liberi derivano dalla formazione di sottoprodotti della degradazione dei filtri, dalla perossidazione di oli/emollienti insaturi e dalla presenza di attivi fotoinstabili.
Questi radicali liberi possono interagire con le molecole cellulari della pelle, causando danni ossidativi, visti in precedenza e la conseguenza è che l’utilizzo di un cosmetico fotoinstabile invece di proteggere e avere un’efficacia anti-age è causa del fotoinvecchiamento.
Per mitigare tutto ciò, è quindi necessario valutare la fotostabilità dei prodotti finiti, anche se non è richiesto dalle normative, ponendo attenzione, nel formulare, a selezionare ingredienti (specialmente oli vegetali e alla combinazione dei filtri) fotostabili e/o includere ingredienti anti ossidanti e sostanze funzionali che possono contribuire alla neutralizzazione dei radicali liberi che si potrebbero formare.
Letture consigliate
Siamo così entusiasti di tornare a incontrarci che abbiamo scelto di dedicarvi una rubrica…nasce così “Visto in fiera”, uno spazio dedicato alle ultime novità presentate durante le più importanti manifestazioni di settore…
Copia il codice sconto e inseriscilo nel tuo carrello in fase di acquisto.
Promozione valida solo per le riviste sopra citate
Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)