Questo editoriale è il frutto di una chiacchierata estemporanea avuta con la regina Maria Antonietta. Come mai proprio con lei? è presto detto: donna dalle radicate abitudini igieniche, nonostante il periodo storico, presumibilmente frutto dell’educazione austriaca. Nella sua cella sembra siano stati trovati pochi ed essenziali cosmetici ad accompagnarla nel suo ultimo periodo in vita. Maria Antonietta mi racconta che per ammorbidire le mani le trattava con cera, acqua di rose, olio di mandorle dolci. La regina elenca soddisfatta gli ingredienti che utilizzava per creare i suoi trattamenti di bellezza ed è fiera anche quando racconta dell’acqua di piccione che pare si realizzi proprio con dei piccioni preparati in umido (decisamente non vegan, penso io).
Io, dal canto mio, le spiego che adesso è tutto molto diverso e, a differenza del suo racconto trionfale di materie prime, molto spesso, si predilige narrare il prodotto con “l’elogio dell’assenza” (nel frattempo siamo online – cosa che, devo ammettere, la sorprende un po’, ho notato – e passiamo in rassegna una moltitudine di prodotti, siti web, etichette, claim).
Chiacchierando, non possiamo che toccare l’argomento sicurezza, le spiego che cos’è una valutazione, il ruolo dell’SCCS e della letteratura scientifica su cui devono basarsi le scelte sia per aggiungere sia per levare da una formula. Le spiego che “il passaparola” che un tempo forse avveniva tra i corridoi a palazzo ora è diventato molto potente perché si avvantaggia della cassa di risonanza dei social (come spiegarle il concetto… diciamo come un ricevimento a Versailles ma con molti più partecipanti) e spesso la scientificità passa in secondo piano perché eccessivamente semplificata perde qualcosa e in più, se l’ informazione in ingresso non era nemmeno un granché, si salvi chi può!
Tornando a monte, e pensando all’impacco per le mani, certamente un formulatore oggi può destreggiarsi nella selezione di interessanti alternative agli ingredienti più usuali conferendo connotazioni specifiche al prodotto risultante. Tuttavia, colui che si orienta a qualcosa di più comune non è detto che realizzi un prodotto meno efficace o, peggio, meno sicuro. Tra i gironi danteschi della comunicazione sono finiti per esempio “Paraffin Waxes and Hydrocarbon Waxes”, solo per citare qualche membro dalla famiglia Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Cera Microcristallina ecc però dalle letteratura sembrano essere degli ingredienti che sanno fare il loro lavoro di idratanti ed emollienti e, dall’osservazione della penetrazione attraverso la pelle in studi in vivo e in vitro alcuni autori sono giunti alla conclusione che l’assorbimento cutaneo è decisamente scarso, pertanto è molto improbabile che questi ingredienti rappresentino un rischio per la salute umana in seguito a esposizione cronica2.
Inoltre, non provocano tossicità per via cutanea, reprotossicità e non ci sono evidenze di cancerogenicità o di genotossicità; possono essere impiegati anche nei prodotti per le labbra in ogni caso con il vincolo di rispettare l’elevatissimo grado di purezza farmaceutico3.
Poi è chiaro… si può decidere se impiegarli oppure no, come si può decidere se consumare il proprio pranzo in un sontuoso ristorante, in una rinomata osteria o ordinando da asporto, senza per questo mettere a rischio la propria salute.
1www.storicang.it/a/moda-a-versailles-nel-xviii-secolo_14950
2www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378427417311542
3onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/jdv.15946
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Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)