Editoriale
Cosmetic technology 3, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Bella da far paura

Chi mi conosce sa che mi piace visitare castelli e dimore storiche, mostre e musei. E, inevitabilmente, sa che una delle opere milanesi che preferisco è il “Buste de femme au chapeau” (acrilici e collage su tela, 1969): lei, così mostruosamente bella (forse uno dei primi esempi di Body positive?) aspetta i visitatori alle Gallerie d’Italia, in Piazza Scala. Ho perciò pensato di invitare a chiacchierare con me il suo padre creatore: Enrico Baj.

Scalpito, non sto nella pelle, voglio sapere tutto.

Resto incantata ad ascoltarlo quando racconta che lavora con oggetti trovati come passamaneria o pezzi di legno e crea dei personaggi irriverenti e ironici che sono anche caricature del reale. 

Notiamo che anche i cosmetici sono, da un certo punto di vista, delle opere d’arte che devono essere progettati per sopravvivere agli attacchi del tempo2 e del mondo microbico.

Sono sul mercato nelle forme più diverse, tanto per dirne alcune: creme, emulsioni, lozioni, gel e oli, paste, ciprie ma la lista sembra essere costantemente in crescita; alcuni scelgono di riprodurre composizioni di pasticceria oppure impacchettarli con evidenti richiami al packaging alimentare. 

Ora, al di là degli aspetti artistici, della sorprendente somiglianza con veri alimenti e, del pensiero che si intende far fluire trasversalmente “se me lo mangio, allora me lo spalmo” non capisco perché – da consumatore – dovrei essere invogliata a usare un docchiaschiuma a forma di babà o di bombolone alla crema o uno confezionato come una bibita? Certo, immagini evocative, assimilabili per forma e profumazioni al cibo ma… un cosmetico ha veramente bisogno di questo? Io preferirei metterli altrove: per esempio sotto i denti, dentro la pancia e non sui fianchi!

In più, la norma parla chiaro già a partire dai consideranda: la presentazione di un prodotto cosmetico e, in particolare, la forma, l’odore, il colore, l’aspetto, l’imballaggio, l’etichettatura, il volume o le dimensioni dello stesso non dovrebbero mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei consumatori creando confusione con i prodotti alimentari; in linea con quanto previsto anche dall’art. 3 del Regolamento che stabilisce che sono messi a disposizione sul mercato prodotti sicuri per la salute umana – se utilizzati in condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili – tenuto conto della loro presentazione che deve essere conforme alla norma relativa a quei prodotti che, avendo un aspetto diverso da quello che sono in realtà, potrebbero compromettere la salute o la sicurezza dei consumatori3,4; il mancato rispetto può dar seguito anche a misure drastiche come il divieto di commercializzazione5. 

Tornando alla Femme, di cui ho una sua piccola riproduzione in casa e quando la guardo penso che, in qualche modo, per far parlare di sé non è sufficiente essere perfetti anzi, magari non serve nemmeno.

1www.artribune.com/report/2016/07/mostra-enrico-baj-museo-archeologico-regionale-aosta/ 
2Rigano L. (In)stabilità e cosmetici. Cosm Tech. 2021;24(3):6-7 
3Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici.
4www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/876f5cee-2559-4f60-97dd-c0b3920284d8/D9268_26062019.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ROOTWORKSPACE-876f5cee-2559-4f60-97dd-c0b3920284d8-mN1J711
5https://ec.europa.eu/safety-gate-alerts/screen/webReport/alertDetail/10005103

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Editoriale CT 3 • 2022
Figura 1

Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)