«Se voglio troppo, non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente.»
Hemo in “Identity” (presso il parco logistico di Romentino – Novara)rappresenta un’esplosione di energia e intreccia nella sua opera di street artist delle immagini (come frecce che spingono verso l’esterno) all’uso della parola: sceglie delle lettere, in particolare delle congiunzioni come la “e” per connettere più realtà possibili insieme alla “o” perché se non è questo il momento della connessione, verrà.
Uno studio profondo per qualcosa che nasce per essere imponente per dimensioni ma effimero, per longevità. Non nato per essere eterno ma per essere presente nel suo tempo. Se vogliamo, al contrario degli anti-aging (a cui siamo stati abituati per anni) che ci hanno promesso dei “fermo immagine” contro il tempo che lento, ma inesorabile, scorre e marca su viso, corpo e capelli il suo passaggio.
Un’arte nata per sopportare per breve tempo l’avvicendarsi delle stagioni i cui artisti ora, con l’accorciarsi delle distanze e l’accessibilità dei trasporti, spesso a costo ridotto, possono intraprendere dei grand-tour di studio e contaminazione (simili a quelli splendidamente raccontati nei libri custoditi nella biblioteca di Villa Sorbillo a Perugia) ma che più facilmente comunicano affidando i loro messaggi e stili agli esterni dei treni; arte, che talvolta prende la forma di scarabocchi indisponenti, che riveste un forte ruolo sociale, con le sue rappresentazioni spesso mastodontiche, diventando punto di incontro e portando la diffusione della cura là dove c’è “assenza” a volte di tutto. Opere che cambiano nel tempo e che evolvono.
Riconnettendoci ancora con il settore cosmetico e pensando a qualcosa che cambia nel tempo, che si arricchisce e che colma l’assenza (di conoscenza), io non posso non pensare alla generazione dei dati mediante metodi alternativi. A questo proposito, con la pubblicazione del tanto atteso aggiornamento del Regolamento CLP, che ha visto la luce mentre molti di noi erano impegnati nello svolgersi dell’edizione 2024 di Making Cosmetics, entrano a occupare un posto d’onore i dati ottenuti da nuove metodologie di approccio, meglio nome come New Approach Methodology (NAM) a cui possono ricorrere a pieno titolo fabbricanti, importatori e utilizzatori a valle (alias, terzisti e formulatori) di sostanze e miscele per identificare le informazioni disponibili e determinare la classificazione di pericolo. Con NAM si fa riferimento a studi in vitro, ex vivo, in chemico, in silico, grouping, read-across o a una combinazione dei precedenti. Nel testo del Regolamento se da una parte viene esplicitata la necessità di fare ricorso a questa tipologia di generazione dei dati per favorire la conoscenza, dall’altra l’inclusione nell’articolato incontra il bisogno delle imprese di potersi riferire a questo tipo di dati per “appoggiare” le loro considerazioni.
Il mio augurio per abbracciare il nuovo anno lo esprimo attraverso un breve estratto di un discorso che guarda lontano: «Dedichiamo il nostro talento a costruire prospettive di innovazione, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile e coerente con la nostra identità.
(Marco Granelli, Presidente di Confartigianato)».
Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)