Una nuova fonte di molecole antimicrobiche
La pianta, come tutti i macrorganismi viventi, costituisce un sistema complesso insieme ai microrganismi che ne popolano i tessuti e le strutture. Questi contribuiscono alla crescita e al metabolismo dell’individuo vegetale, e recentemente è stato possibile dimostrare il loro coinvolgimento nella stimolazione della produzione di metaboliti secondari, nella modifica strutturale delle molecole di origine vegetale, ma anche nella sintesi diretta di composti naturali capaci di esprimere attività terapeutiche e farmacologiche. L’obiettivo dell’articolo del gruppo di Renato Fani è quello di promuovere lo sfruttamento del potenziale biotecnologico del microbiota endofitico delle piante medicinali, e far luce sui meccanismi alla base dell’interazione pianta-fitobiota per l’identificazione in primis di nuove molecole bioattive di origine batterica, efficaci contro gli agenti patogeni caratterizzati da una multiresistenza agli antibiotici.
Da specie antica utilizzata nella dieta alla possibile valorizzazione nutraceutica dei sottoprodotti
Il Carrubo è stato protagonista nei secoli scorsi dell’economia agraria del nostro Sud. Diventato nel dopoguerra una coltura povera, torna ora in voga per la rinnovata richiesta del mercato del suo principale derivato come ingrediente di preparazioni alimentari (non tanto per proprietà nutrizionali, ma per la sua funzione strutturale nelle formulazioni). Una premessa alla ricerca di una valorizzazione di questa pianta in campo nutrizionale e cosmetico, sulla quale sono già avviati vari studi che Massimiliano Brugaletta ripercorre in un’ampia monografia.
Nella filiera della Nocciola un caso studio tutto italiano per applicazioni
nutraceutiche e cosmetiche sostenibili
Gli scarti agroalimentari sono ricchi di biometaboliti che possono essere impiegati come sostanze funzionali in ambito cosmetico e nutrizionale. Nel contesto produttivo, ha una valenza particolare l’impiego di biomasse reperibili in ambito locale per ottimizzare un prodotto sostenibile attraverso il controllo completo di tutta la filiera. È il caso del Nocciolo, di cui in Italia sta crescendo una filiera competitiva per qualità e varietà.
Il lavoro presentato da Elena Ghedini è focalizzato all’impiego di approcci hi-tech per la trasformazione delle biomasse rappresentate dai gusci come fonte di molecole antiossidanti e polisaccaridi da impiegare quali attivi del formulato, oltre che come carrier di veicolazione.
• ECONOMIA CIRCOLARE: parliamo molto di frutta secca, ma più che dei semi, del loro apporto nutrizionale e dei loro oli cosmetici, ci occupiamo delle strutture legnose: by-products oggetto di molti studi di grande utilità. Nella rubrica curata da Cristina Danna si affrontano le applicazioni di derivati del guscio di Noce e di Nocciolo per la produzione di carta e packaging sostenibile, di composti antiossidanti ricavati dal mallo della Noce e di effetti inibitori della biosintesi della melanina di estratti di tegumenti di Pistacchio.
• ABS: RISORSE GENETICHE, DIRITTI, CONDIVISIONE: gli “utilizzatori” di risorse genetiche e conoscenze tradizionali associate, aventi sede nel territorio italiano, sono soggetti agli obblighi prescritti dal Regolamento (UE) n. 511/2014 a prescindere dallo stato della ratifica del Protocollo di Nagoya da parte dell’Italia. La rubrica curata da Valentina Veneroso espone una sintesi delle prescrizioni del Regolamento ABS e alcuni spunti operativi per gestire già ora consapevolmente ed efficacemente le attività connesse alla sua applicazione.
• ANALISI GENETICHE: Sebbene l’autenticazione mediante DNA barcoding sia uno strumento standardizzato e robusto quando utilizzato per identificare singole specie, la caratterizzazione di miscele e prodotti trasformati e complessi è ancora una sfida. L’aggiornamento proposto dalla rubrica di Valerio Mezzasalma, FEM2 Ambiente, presenta i risultati di metodologie in fase di studio per analizzare queste matrici complesse, combinando l’approccio del DNA barcoding con tecnologie di sequenziamento del DNA ad alta processività.
• BOTANICALS IN ACTION: metallofite, piante capaci non solo di tollerare la presenza nel terreno di alte concentrazioni di metalli, ma anche di trasferirli nelle loro porzioni aeree permettendo quindi di rimuoverli sfalciandole. Iperaccumulatori che hanno permesso di realizzare azioni di bonifica, meglio note come phytoremediation, di grande valore ambientale. In prospettiva, spiega Enrica Roccotiello, una migliore conoscenza della fisiologia di queste specie potrà permettere contemporaneamente il recupero di suoli coltivabili insieme al recupero di risorse minerarie di interesse industriale.
• BIOFABBRICHE VEGETALI: Linda Avesani inaugura un nuovo spazio di aggiornamento dedicato a una delle prospettive più interessanti delle biotecnologie verdi, ovvero la creazione di filiere industriali indoor per la produzione di molecole complesse tramite colture di cellule vegetali.
Questo primo intevento è dedicato ai passi compiuti nella produzione di biofarmaceutici, in particolare vaccini, tramite l’utilizzo di queste tecnologie, che richiedono tuttavia ancora l’avvio di un percorso regolatorio specifico.
Dal particolare incontro tra innovazione e medicina tradizionale nasce l’ingrediente presentato su questo numero: Botaniplex™ Clear. Origina da un’innovativa tecnologia di estrazione applicata a miscele di piante medicinali molto conosciute nella Medicina Tradizionale Cinese (TCM), da cui derivano ingredienti liquidi di alta qualità e senza conservanti per l’industria del personal care.
Il processo innovativo presentato riguarda invece l’avanzamento della messa a punto dell’estratto lipidico del silverskin per la valorizzazione di questo sottoprodotto della lavorazione del caffè come modello di economia circolare applicato alla cosmetica.
I temi di attualità si aprono con un’intervista al direttore generale di NATRUE, Mark Smith, al quale abbiamo chiesto se l’affermarsi del naturale, in risposta all’aspettativa sempre più spesso dichiarata del consumatore, corrisponda per il mondo della cosmesi a un ritorno al passato o non rappresenti piuttosto la strada per realizzare una vera innovazione, anche per la richiesta di qualità, sostenibilità e trasparenza che sottende.
L’Istituto per i Sistemi Biologici (ISB) del CNR sarà sempre più parte attiva nel panorama della ricerca sulle piante medicinali in Italia, come testimonia l’approfondito confronto sulle strategie per contrastare i fenomeni di antibiotico-resistenza che l’Istituto ha promosso e che recensiamo in questo numero.
Infine, in agenda, notizie normative e programmi dei prossimi congressi, anche in Estremo Oriente.
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Su questo numero hanno scritto per noi…
Linda Avesani è Professoressa associata presso il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona in Genetica Agraria. La sua attività di ricerca riguarda l’utilizzo delle piante per la produzione di molecole ad alto valore aggiunto, mediante approcci biotecnologici. È autrice di 40 articoli su riviste internazionali, 3 brevetti ed è leader di unità del progetto europeo Pharma-Factory focalizzato sugli sviluppi industriali del plant molecular farming, ovvero l’utilizzo delle piante come biofabbriche per la produzione di biofarmaceutici.
Massimiliano Brugaletta è un agronomo libero professionista, ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in scienze e tecnologie tropicali e subtropicali presso l’Università degli Studi di Catania. Presidente dell’Associazione CAREX, impegnata nella tutela e valorizzazione del Carrubo, nonché vicepresidente del Distretto della Frutta Secca di Sicilia riconosciuto dalla Regione Siciliana, si occupa altresì di progettazione per lo sviluppo rurale a servizio di enti pubblici e privati con particolare predilezione per le azioni di sostegno alla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura ed alla preservazione della biodiversità, di specie fruttifere.
Coautore di vari articoli scientifici inerenti al Carrubo, presta, con particolare passione, la sua esperienza e la sua preparazione per numerose attività che riguardano questa specie.
Cristina Danna, biologa, è dottoranda per il corso in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio (STAT), curriculum Biologia applicata all’Agricoltura e all’Ambiente, presso l’Università di Genova. Precedentemente laureata con laurea magistrale in Monitoraggio Biologico (UniGe), e inoltre diplomata con percorso formativo livello magistrale indirizzo Scienze e Tecnologie della Sostenibilità (IANUA-ISSUGE), è membro della Società italiana di Fitoterapia (S.I.Fit.) e della Società Botanica Italiana (S.B.I.). Campi di Interesse: Etnobotanica, Sviluppo sostenibile, Economia circolare, Permacultura.
Sara Del Duca, laureata in Biologia, ha appena completato il terzo anno di Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze, ed è risultata vincitrice della borsa di studio bandita dalla Fondazione Adriano Buzzati-Traverso. Ha esperienza nello studio dei meccanismi molecolari di evoluzione delle vie metaboliche e nella caratterizzazione delle comunità microbiche ambientali, da un punto di vista sperimentale e bioinformatico. Ha presentato poster e comunicazioni orali a congressi nazionali e internazionali ed è coautrice di pubblicazioni scientifiche su giornali internazionali con IF e di un brevetto.
Renato Fani è Professore ordinario di Genetica presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze e dirige il Laboratorio di Evoluzione Microbica e Molecolare. L’attività scientifica è attestata da oltre 250 pubblicazioni (H-index >40) e da più di 500 comunicazioni a congressi nazionali e internazionali. Ha organizzato numerosi congressi e simposi sia in Italia che all’estero, ed è stato invitato in programmi televisivi e radiofonici. È curatore della Collana Scientifica Pianeta Redi edita dalla Firenze University Press, e coautore dei libri Dalla genetica classica alla genomica (Carocci Editore) e Genetica (Edises). La sua ricerca si focalizza sullo studio dei meccanismi molecolari responsabili dell’evoluzione delle vie metaboliche, così come sull’analisi della variabilità genetica e dei meccanismi che ne sono responsabili in comunità microbiche isolate da ambienti naturali (estremi e non). Una particolare attenzione è rivolta ai microrganismi produttori di sostanze bioattive (antibiotici, antivirali, antitumorali), isolati da ambienti estremi e da piante medicinali.
Elena Ghedini è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Molecolari di Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e la sua attività è, principalmente, focalizzata sullo sviluppo di materiali e processi indirizzati alla valorizzazione di biomasse e scarti industriali. Da diversi anni si occupa, anche, dello sviluppo di Drug Delivery Systems per applicazioni farmaceutiche, cosmetiche ed in ambito nutraceutico. Dal 2018 è socio fondatore e direttore scientifico della Start Up Ve Nice la cui mission è innovare il settore cosmetico proponendo soluzioni Hi Tech all’insegna della sostenibilità
Valerio Mezzasalma in FEM2-Ambiente ricopre il ruolo di responsabile scientifico con l’obiettivo di coordinare le attività scientifiche alla base dei servizi offerti, dei progetti ideati e partecipati, e del comparto R&D sempre pronto ad accogliere nuove sfide, ma anche a lanciarne di nuove. Questo ruolo trasversale permette una buona visione di insieme di tutte le attività condotte, dei servizi offerti e dello sviluppo di nuove proposte commerciali. Inoltre, è grazie alla costante comunicazione con i clienti, con i partner di progetto e con le università e i centri di ricerca che ha la possibilità di avvicinarsi alle richieste ed esigenze di mercato, e di essere sempre aggiornato sulle ultime novità in materia di innovazione e opportunità.
Enrica Roccotiello è ricercatrice in Botanica Ambientale e Applicata presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università degli Studi di Genova.
È docente nel corso di laurea magistrale in Conservazione e Gestione della Natura e nel corso di laurea in Architettura del Paesaggio Sostenibile.
I principali ambiti di ricerca riguardano i meccanismi di tolleranza e accumulo di metalli in piante (da phytoremediation o eduli), la bonifica di inquinanti mediante tecniche ecosostenibili di bioremediation integrata, la biodiversità di habitat estremi, la risposta delle piante agli stress abiotici nell’ecosistema urbano e l’impiego della componente vegetale nelle Nature-Based Solutions.
È autrice di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali.
Dettagli al seguente link: orcid.org/0000-0003-3701-9154
Giulia Semenzato, laureata in Biologia Molecolare e Applicata, è iscritta al primo anno di Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze. Ha esperienza nella caratterizzazione molecolare e fenotipica di batteri endofitici associati a piante medicinali e aromatiche, oggetto del suo progetto di dottorato, nonché di immunoistochimica e proteomica, esperienze acquisite durante i periodi di tirocinio curriculare e tesi.
Valentina Veneroso, avvocato, specializzata in diritto dell’ambiente, con un’esperienza consolidata nella materia dell’Access and Benefit Sharing. È stata docente presso la Facoltà di Biotecnologie dell’Università di Siena, dove ha insegnato Diritto in Biotecnologie. Ha collaborato con il Ministero dell’Ambiente fornendo assistenza alla Direzione competente nelle attività finalizzate alla ratifica e all’implementazione del Protocollo di Nagoya a livello nazionale e a livello europeo nella scrittura del Regolamento ABS e atti derivati, partecipando nella qualità di esperto ai relativi lavori in Commissione UE.
Durante il semestre di Presidenza Italiana del Consiglio UE (2014) ha fatto parte del team della Presidenza per il coordinamento europeo partecipando al primo Meeting delle Parti del Protocollo di Nagoya.
È autrice di articoli e pubblicazioni, nonché relatrice in corsi e convegni sull’argomento presso enti di ricerca e università italiani.
Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)