Microalghe
Fonte per nuovi principi attivi cosmetici
Martina Herrmann, Lorenzo Zanella, Paolo Pertile, Sandra Gaebler, Holger Joppe, Gabriele Vielhaber, Veronique Maurin, Marielle Le Maire
L’interesse del consumatore per i prodotti naturali e sostenibili è in continua crescita. Questo porta ad una crescente domanda del settore cosmetico, alimentare e fitofarmaceutico per gli ingredienti naturali derivati da piante o da microrganismi.
Le microalghe, microrganismi unicellulari di acqua dolce o marina, adattabili alla coltivazione in vasche aperte o fotobioreattori (sistemi chiusi), sono una fonte molto promettente per i nuovi cosmetici attivi, poiché delle circa 25-40.000 specie di microalghe registrate, finora solo poche sono usate commercialmente. La biotecnologia delle microalghe è già utilizzata per produrre, ad esempio, vitamine, carotenoidi, acidi grassi polinsaturi, proteine, cosmetici e prodotti dietetici. Nel corso di uno screening biologico intensivo abbiamo identificato la microalga marina Isochrysis galbana var. T.ISO come una eccellente fonte per i nuovi cosmetici attivi naturali.
A seconda del solvente usato per l’estrazione, si ottengono estratti con un profilo di attività completamente diverso. I test biologici ex vivo sui microfollicoli dei capelli umani esaminati hanno dimostrato che l’estratto di metanolo ha proprietà di prevenzione attiva molto significativa contro la caduta dei capelli, mentre l’estratto ottenuto dall’acetato di etile migliora la pigmentazione, come dimostrato in test ex vivo sulla cute umana.
Microalgae
Promising source for new cosmetic actives
The consumer’s interest in natural and sustainable products is continuously growing. This drives an increasing demand of the cosmetic, food and phytopharmaceutical industry for natural ingredients derived from plants or microorganisms.
Microalgae are a highly promising source for new cosmetic actives as from the approximately 25-40 thousand registered microalgae species only a few are used commercially so far. They are unicellular microorganisms from fresh or marine water accessible to cultivation in open ponds or photobioreactors (closed systems). Microalgal biotechnology is already used to produce e.g. vitamins, carotenoids, polyunsaturated fatty acids, proteins, cosmetics and health foods.
In the course of an intensive biological screening we identified the marine water microalgae Isochrysis galbana var T.ISO as versatile source for new natural cosmetic actives.
Depending on the solvent used for extraction, extracts with completely different activity profile are obtainable. Biological testing ex vivo on micro-dissected human hair follicles proved the methanol extract to be a highly significant hair loss prevention active, whereas the extract obtained by ethyl acetate extraction enhances the pigmentation as shown on ex vivo human skin.
Un nuovo HLB per un nuovo paradigma
Dagli emulsionanti tensioattivi agli emulsionanti polimerici
Giovanni Pantini
Il concetto dell’HLB (un acronimo che sta per Hydrophilic/Lipophilic Balance) fu proposto da Griffin più di 60 anni fa. Nonostante la sua scarsa applicabilità agli emulsionanti ionici, con il tempo è diventato un sistema e un vero e proprio paradigma: ossia, ‘un insieme di regole e di linee guida’per la preparazione di emulsioni con emulsionanti tensioattivi.
O’Lenick, a metà degli anni Novanta, ne suggerì un adattamento agli emulsionanti siliconici non-ionici, disegnando un HLB a tre dimensioni che non ha avuto altrettanto successo. Quest’approccio era giustificato dal fatto che, per certi aspetti (il disegno chimico, il meccanismo di funzionamento e le dosi d’impiego), si è ancora nel paradigma degli emulsionanti tensioattivi, anche se c’è l’importante differenza dell’impiego di molecole polimeriche.
Altri emulsionanti polimerici (polimeri acrilici e perfluoropolieteri) prescindono invece del tutto dal concetto del’HLB convenzionale, un’indicazione dell’emergere di un nuovo paradigma. Con il quale si avrebbe tutt’altra focalizzazione che può essere espressa dallo stesso acronimo HLB, ma con diverso significato (Hydrophobic/Lipophobic Balance), con riferimento alle caratteristiche d’idrofobia (idro-repellenza) e lipofobia (oleo-repellenza) di prodotti finiti (emulsioni e idrogeli), quindi con un rapporto diretto con le performance in applicazione. Questo in particolare per:
– i prodotti protettivi contro irritanti, per i quali misure d’idrofobia/lipofobia sono utili per valutazioni nella fase di sviluppo e poi per classificazioni (oggi del tutto inesistenti) di prodotti commerciali;
– i prodotti solari, per i quali sarebbe utile valutare quale sia il contributo dell’idrofobia (water repellency) alla resistenza al risciacquo (water resistance) e quello della lipofobia alla prevenzione dell’assorbimento cutaneo di filtri chimici, così come di altri ingredienti, potenzialmente rischiosi.
Usando un nuovo paradigma, oltre a un diverso significato di alcuni termini, l’accumulo di conoscenze avviene su nuove basi. Occorrerebbe però fare del nuovo HLB un vero sistema: con metodi, una scala e dei numeri.
A new HLB for a new paradigm
From surfactant emulsifiers to polymeric emulsifiers
The concept of HLB (Hydrophilic/Lipophilic Balance) proposed by Griffin more than 60 years ago, was successfully promoted for non-ionic emulsifiers. Despite the unsuitability for ionic emulsifiers, it has become a system and a paradigm: a set of rules and of guidelines for the preparation of emulsions.
In the mid-Nineties, O’Lenick suggested its adaptation to silicones in the form of a tri-dimensional HLB, a proposal that does not seem to have achieved the same success. This approach was justified by the fact that, for some aspects (the chemical design, the emulsification mechanism and the content use), it is still the paradigm of surfactants, with the unique (important) difference to have polymers.
Other polymeric emulsifiers, such as acrylics and perfluoropolyethers, are not at all concerned by the conventional concept of HLB, an indication of the emerging of a new paradigm. Possibly with the same acronym, but a rather different meaning (HLB stands now for Hydrophobic/Lipophobic Balance), referred to the hydrophobia (water repellency) and the lipophobia (oil repellency) of emulsions and hydro-gels. Therefore, directly related to performances of products in application, such as:
– Protectants against irritants, for which measures of hydrophobia/lipophobia would be useful for the development work and would represent a classification of commercial products, today absolutely inexistent;
– Sunscreens, for which hydrophobia (water repellency) is a parameter to consider improving water resistance, while lipophobia could represent an approach for preventing the cutaneous penetration of chemical UV filters and of other potentially risky actives.
With a new paradigm, some terms have a different meaning, the accumulation of knowledge occur(s) on new bases (without the need to keep the rules of the old paradigm).
It would occur now to transform the concept of the new HLB into an effective system: with methods, a scale and numbers.
BB cream
Sviluppo e produzione
Pietro Abbà, Enzo Biraghi, Davide Quaggio
Questo articolo si propone di esplorare l’argomento BB cream, prodotti sempre più popolari che assolvono ormai a varie funzioni. Lo scopo di questo lavoro non è didattico, ma di supporto e volto ad un approfondimento della conoscenza di questi cosmetici e delle loro proprietà. I temi trattati andranno dalla scelta dell’emulsionante e degli emollienti per arrivare agli attivi e ai sistemi pigmentanti per la correzione delle imperfezioni.
Lo studio è rivolto ad individuare la giusta formulazione in funzione dei differenti fototipi, offrendo un quadro il più possibile completo ed aperto alla selezione degli ingredienti più idonei.
BB cream
Development and production
This work is meant to explore the world of BB creams, the new ‘all round player’ among cosmetic products.
This is not a tutorial on how-to-make a BB cream, rather an attempt to dive and explore properties and peculiarities of these cosmetics.
Starting from criteria to choose the right emulsifiers and emollients, ending with actives and pigments aimed to conceal skin imperfections.
We attempted to give a guiding light on a how to spot the right formulation for every skin phototype, offering a wider view on a selection of the most suitable ingredients.