Editoriale
Innovazione e tecnologia – T. Mennini
Articoli
• L’uso di acidi grassi omega-3 ad alto dosaggio nella gestione delle patologie cardiovascolari
Ruolo delle resolvine
B. Sears
• Polifenoli e pre-ipertensione
Un approccio nutrizionale per l’ottimizzazione dei valori pressori
S. Davinelli, E. Ferrara, R. Bracale, G. Scapagnini
• La dieta mediterranea fa bene solo ai ricchi?
Dallo studio Moli-sani nuove evidenze a sostegno della qualità dell’alimentazione
M. Bonaccio, A. Di Castelnuovo, M.B. Donati, G. de Gaetano, L. Iacoviello
• Dieta senza proteine del latte e supplementazione con Desmodium adscendens e Chrysanthellum americanum
Studio retrospettivo di tipo osservazionale nelle cefalee primarie croniche
B. Palmieri, M. Caliendo, G. Pisani, M. Vadalà, C. Laurino
• Nuovi studi sul cranberry
Approccio di metabolomica integrato in vitro e in vivo
M. Faggian, S. Dall’Acqua
Aggiornamenti
• Metaboliti secondari come nutrienti non-essenziali – F. Ursini, F. Visioli, P. Morazzoni
• Sale e ipertensione – D. Barone
• Polvere di caffè delle vecchie cialde – Libera Università di Bolzano
• Update dalla Letteratura Scientifica – D. Barone
• Rivalutazione del diossido di silicio (E551) come additivo alimentare – F. Benetti
• Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fi siologico – A. Antonelli
• Adesione di E. Coli su modelli intestinali e vescicali – L. Ceriotti, M. Meloni
Aziende
• Ingredienti e Prodotti
Alfasigma • Sacco • C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese • Fagron Italia • BioActor • Gee Lawson – LEHVOSS Italia • Indena
• Prodotti in vetrina – M. Zorzetto
• Intervista – Truffini & Reggè Farmaceutici • Demethra Biotech
• Pubbliredazionale – Evra
• Press Release
Notizie
• Associazioni – FederSalus • Integratori Italia (AIIPA)
• Mercato
• Appuntamenti – Convegni Report, Fiere Preview, Agenda
L’uso di acidi grassi omega-3 ad alto dosaggio nella gestione delle patologie cardiovascolari
Ruolo delle resolvine
Barry Sears, Ph.D.
Alte dosi di acidi grassi omega-3 ricchi di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA) possono avere significativi benefici nella gestione delle malattie cardiovascolari grazie alla sintesi di ormoni specializzati noti come resolvine. La dose appropriata può essere determinata dal rapporto tra acido arachidonico (AA) e EPA. Questa review riassume i dati recenti
su riduzione del rapporto AA/EPA e conseguente effetto sugli esiti cardiovascolari.
The use of high-dose omega-3 fatty acids in the management of cardiovascular disease
Role of resolvins
High-dose omega-3 rich in eicosapentaenoic acid (EPA) and docosahexaenoic acid (DHA) can have significant benefits in the management of cardiovascular disease by their formation of specialized hormones known as resolvins. The appropriate dose can be determined by the ratio of arachidonic acid (AA) to EPA. This review will summarize the recent data on reducing the AA/EPA ratio and its effects on cardiovascular outcomes.
Polifenoli e pre-ipertensione
Un approccio nutrizionale per l’ottimizzazione dei valori pressori
Sergio Davinelli, Emanuela Ferrara, Renata Bracale, Giovanni Scapagnini
La dieta svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della pressione arteriosa. In particolare, i polifenoli di origine alimentare rappresentano uno straordinario inventario di composti strutturalmente diversi e potenzialmente utili per prevenire o ritardare l’insorgenza di ipertensione. Negli ultimi anni è stato riconosciuto che la pre-ipertensione può essere un fattore predittivo rispetto al manifestarsi di ipertensione e patologie cardiovascolari. La pre-ipertensione è associata all’aumento di diversi marcatori infiammatori ed è inoltre caratterizzata da disfunzione endoteliale. Nonostante la ridotta biodisponibilità di alcuni polifenoli e la parziale mancanza di dati clinici provenienti da studi di intervento, il potenziale ruolo antipertensivo e anti-infiammatorio di queste molecole è attualmente fonte di attenzione e dibattito.
Polyphenols and prehypertension
A nutritional approach to control blood pressure
Diet plays a crucial role in maintaining healthy blood pressure. In particular, dietary polyphenols offer an extraordinary inventory of structurally different compounds that may represent promising candidate chemical entities to prevent or delay the onset of hypertension. In recent years, it has been recognized that prehypertension may be a predictor of clinical hypertension and consequently of cardiovascular risk. Moreover, prehypertension status is associated with increased levels of several inflammatory markers and it is also characterized by structural changes, including endothelial dysfunction. Despite the low bioavailability of polyphenols and the lack of clinical data from nutritional intervention studies, the antihypertensive role of polyphenols to control blood pressure and reduce inflammation and endothelial dysfunction has been subject of recent debate.
La dieta mediterranea fa bene solo ai ricchi?
Dallo studio Moli-sani nuove evidenze a sostegno della qualità dell’alimentazione
Marialaura Bonaccio, Augusto Di Castelnuovo, Maria Benedetta Donati, Giovanni de Gaetano, Licia Iacoviello
La dieta mediterranea rappresenta un autentico scudo salvavita contro le principali patologie del mondo occidentale, come le malattie cardiovascolari e i tumori. Tuttavia, l’adesione a questo modello alimentare è fortemente condizionato da fattori socioeconomici che hanno finito per trasformare quella che una volta era la dieta dei contadini del Mediterraneo in un’alimentazione
per le classi benestanti. Ma è solo di recente che sono emerse ulteriori disparità socioeconomiche. A metterle in luce è stato lo studio Moli-sani che ha analizzato dati relativi a 19mila persone, di età superiore a 35 anni, reclutate dalla popolazione generale della regione Molise. Oltre ad avere confermato i vantaggi cardiovascolari legati all’alimentazione mediterranea, la ricerca ha evidenziato che la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari si manifesta solo nelle persone che hanno un livello di istruzione elevato e in chi ha un reddito familiare più consistente. Nessun beneficio significativo è stato invece riscontrato nelle classi sociali più deboli. Lo studio ha poi analizzato ulteriori differenze nella qualità della dieta e nei comportamenti alimentari che si manifestano a livello socioeconomico. A parità di adesione alla dieta mediterranea, infatti, i gruppi socialmente più avvantaggiati riportavano una serie di indicatori di buona alimentazione migliori rispetto alle persone meno abbienti, come ad esempio una dieta più ricca di antiossidanti e polifenoli, e una maggiore varietà in termini di frutta e verdura consumate. È ragionevole che queste differenze nell’alimentazione, che persistono anche a parità di adesione alla dieta mediterranea, possano spiegare almeno in parte la disparità dei benefici cardiovascolari riscontrata nei gruppi socialmente più deboli.
Is Mediterranean diet beneficial just for the upper class?
New evidence from the Moli-sani study suggests a central role for the quality of diet
The Mediterranean diet is a major protective factor against the main chronic diseases of the Western world, such as cardiovascular diseases and tumours. However, adherence to this dietary model is strongly influenced by socioeconomic factors that have transformed the typical dietary pattern of Mediterranean rural areas into a diet for the more affluent classes. But it is only recently that further socioeconomic disparities have been revealed. The Moli-sani study analysed data on 19,000 people, aged over 35 years, recruited from the general population of the Molise region. Beyond confirming the cardiovascular benefits associated with Mediterranean diet, the Italian study has shown that the protection from cardiovascular disease associated with a higher adherence to Mediterranean diet was evident only for people with a high level of education or in those with a greater household income. No significant benefits were found in the weaker social classes. The study then analysed further socioeconomic differences in the quality of the diet and in the eating behaviours, and found that within individuals at different socioeconomic status but sharing similar Mediterranean dietary habits, other diet-related disparities persisted, as different intakes of antioxidants and polyphenols, fatty acids, micronutrients, dietary antioxidant capacity, dietary diversity, organic vegetables and whole grain bread consumption. These nutritional gaps may reasonably explain at least in part the socioeconomic pattern of cardiovascular disease protection from the MD.
Dieta senza proteine del latte e supplementazione con Desmodium adscendens e Chrysanthellum americanum
Studio retrospettivo di tipo osservazionale nelle cefalee primarie croniche
Beniamino Palmieri, Massimo Caliendo, Greta Pisani, Maria Vadalà, Carmen Laurino
Questo studio retrospettivo di tipo osservazionale valuta gli effetti di una dieta priva di latte e derivati, integrata con Desmodium adscendens e Chrysanthellum americanum, in 53 pazienti affetti da cefalee primarie croniche. Per 6 mesi essi hanno seguito una dieta equilibrata, normocalorica, personalizzata, priva di latte e suoi derivati, ed un trattamento nutraceutico in formulazione orale di capsule contenenti Desmodium adscendens, 200 mg ogni 10 kg di peso + Chrysanthellum americanum, 250 mg ogni 10 kg di peso, 15 minuti prima di colazione, pranzo e cena. Sono stati valutati la frequenza degli episodi di cefalea, l’intensità del dolore, le variazioni di indice di massa corporea (BMI), percentuale di massa grassa e massa magra prima di iniziare il trattamento e dopo 6 mesi. Il numero medio di episodi di cefalea in un mese si è ridotto del 95,3% ed il punteggio medio del dolore si è ridotto dell’89,1%, dopo 6 mesi di trattamento. Il peso corporeo ha subito una riduzione media del 5,3% ed il BMI del 5,7%. Infine il valore medio di percentuale di massa grassa si è ridotto del 13,2% mentre il valore medio di percentuale di massa magra è aumentato del 5,6% dopo 6 mesi di trattamento. L’associazione di dieta controllata priva di latte e suoi derivati associata a integrazione nutraceutica con Desmodium adscendens e Chrysanthellum americanum ha migliorato la sintomatologia antalgica, oltre a determinare un calo ponderale ed una modificazione della composizione corporea.
Free-milk proteins diet and nutraceutical supplementation with Desmodium adscendens and Chrysanthellum americanum
A retrospective observational study in primary chronic headaches
This retrospective observational study investigates the effects of a free-milk and derivate diet, accompanied by the nutraceutical supplementation with Desmodium adscendens and Chrysanthellum americanum, in 53 patients affected by chronic primary headaches. For 6 months, patients followed a balanced, normocaloric, personalized, free-milk and derivate diet and an oral nutraceutical treatment of capsules containing Desmodium adscendens, 200 mg every 10 kg body weight + Chrysanthellum americanum, 250 mg every 10 kg body weight, 15 minutes before breakfast, lunch and dinner.
The frequency of headache episodes, pain intensity, body mass index (BMI), fat mass percentage and free fat mass were measured before starting treatment and after 6 months.
Headache episodes/month decreased by 95.3% and the average pain score decreased by 89.1%, after 6 months of treatment. Body weight has undergone an average reduction of 5.3% and the BMI of 5.7%. Fat mass percentage decreased by 13.2% while free fat mas percentage increased by 5.6%, after 6 months of treatment.
The association of a controlled diet free-milk and derivate, associated with nutraceutical integration with Desmodium adscendens and Chrysanthellum americanum has improved the antalgic symptomatology as well as determining weight loss and a change in body composition.
Nuovi studi sul cranberry
Approccio di metabolomica integrato in vitro e in vivo
Marta Faggian, Stefano Dall’Acqua
La metabolomica si sta sviluppando molto negli ultimi anni nell’ambito dello studio dei meccanismi d’azione dei prodotti naturali in quanto permette la caratterizzazione del profilo metabolico globale di un sistema vivente e analizza come questo si modifica a seguito di diversi stimoli e condizioni. In questo lavoro viene presentato come l’approccio metabolomico abbia portato a nuove considerazioni inerenti al meccanismo d’azione del cranberry (Vaccinum macrocarpum) ipotizzando come le proantocianidine (PAC), ritenute ad oggi le responsabili dell’attività, non siano in realtà direttamente correlabili all’effetto antiadesivo nei confronti dei batteri, suggerendo invece un importante ruolo dei piccoli composti fenolici derivanti dall’azione catabolica sulle PAC da parte della flora batterica intestinale.
New studies on cranberry
A metabolomic approach in vitro and in vivo
During the last decade metabolomics has acquired increasing popularity in the field of natural products through characterization of metabolites, and studying how global metabolomic profile changes under different stimuli and conditions. In the present study a metabolomic approach is used to evaluate the mode of action of cranberry (Vaccimum macrocarpum). Among the markers, no unmodified A-type procyanidins (PAC-A), but PAC intestinal metabolites could play a crucial role against E. coli adhesion to epithelial cells and they can be, at least in part, responsible for cranberry activity.