Probiotici innovativi e metaboliti bioattivi sistemici
Potenziali antiage
Luca Mogna, Giovanni Mogna
Le attività benefiche ascrivibili ai microrganismi probiotici sono in costante aumento. In aggiunta agli effetti positivi sul microbiota e la funzionalità intestinale, un numero crescente di evidenze suggerisce la rilevanza sistemica di alcuni ceppi, in molti casi attribuibile alla produzione di metaboliti bioattivi. In questo studio è stata indagata, per probiotici selezionati, la capacità di sintetizzare folati, molecole antiossidanti e di diminuire il colesterolo plasmatico. Queste attività sono state esaustivamente valutate e quantificate in vitro, in studi su modello animale e, nel caso della vitamina B9, anche sull’uomo (studio preliminare).
Bifidobacterium catenulatum/pseudocatenulatum BA 03, B. lactis BA 05 e B. pseudocatenulatum BC 01 hanno dimostrato una significativa produzione di folati, anche nell’intestino umano. I ceppi Lactobacillus acidophilus LA 06, L. brevis LBR 01 e B. lactis BS 05 si sono caratterizzati per la peculiarità di sintetizzare molecole ad attività antiossidante, con particolare riferimento a glutatione e superossido dismutasi (SOD). B. bifidum MB 109, B. breve MB 113, B. lactis B 2409, B. bifidum BB 06, B. lactis BS 07 e B. infantis BI 02 hanno mostrato due meccanismi, per certi versi complementari, in grado di mediare la riduzione del colesterolo plasmatico.
Questo studio ha confermato la proprietà di specifici probiotici di sintetizzare metaboliti bioattivi che possono essere assorbiti attraverso la mucosa intestinale acquisendo, in tal modo, una valenza sistemica. In particolare, i folati, le molecole antiossidanti e l’abbassamento del colesterolo plasmatico, noto fattore di rischio cardiovascolare, possono rivestire un ruolo importante nell’invecchiamento ‘sano’.
The benefits attributed to probiotics are increasing steadily. In addition to positive effects on intestinal microbiota and bowel functioning, growing evidence suggests the systemic importance of some strains, in many cases ascribable to the production of bioactive metabolites. This study investigated the ability of selected probiotic microorganisms to synthesize folates and antioxidant molecules, and to lower plasma cholesterol concentration. These activities have been exhaustively evaluated and quantified by in vitro and animal model studies and, in the case of vitamin B9, also by a pilot human intervention trial. Bifidobacterium catenulatum/pseudocatenulatum BA 03, B. lactis BA 05 and B. pseudocatenulatum BC 01 showed a significant production of folates, maintained also in the human gut. The strains Lactobacillus acidophilus LA 06, L. brevis LBR 01 and B. lactis BS 05 were characterized by their ability to synthesize molecules with antioxidant capacity, with particular reference to glutathione and superoxide dismutase (SOD). B. bifidum MB 109, B. breve MB 113, B. lactis B 2409, B. bifidum BB 06, B. lactis BS 07 and B. infantis BI 02 showed two, in some ways complementary, mechanisms capable of mediating the reduction of plasma cholesterol. This study confirmed the characteristic of specific probiotic bacteria to synthesize bioactive metabolites that can be absorbed through the intestinal mucosa, therefore becoming systemically relevant. In particular, folates, antioxidant molecules and the actives lowering of plasma cholesterol, a well known cardiovascular risk factor, may play an important role in healthy ageing.
Preparazioni erbali ricostituite
Il multi-frazionamento estrattivo per una moderna Fitoterapia
Francesco Di Pierro, Tarcisio Ferrara, Francesco Nicotra
Alcuni estratti da pianta medicinale (o alimentare) mostrano, con una certa evidenza, una correlazione che lega una determinata frazione chimica ad una specifica azione clinica documentata. Questo vale ad esempio per gli oligomeri procianidolici da Vitis vinifera, per le proantocianidine da Vaccinium macrocarpon, per gli acidi boswellici da Boswellia serrata e per altri ancora. Al contrario, per altri estratti di comune impiego fitoterapico, la stessa correlazione non è con certezza stabilita (arpagofito, echinacea, valeriana, etc) e si tende maggiormente a ricondurre l’azione del prodotto al cosiddetto fitocomplesso, cioè a quella miscellanea di composti, spesso nemmeno analiticamente controllati, che nell’insieme è responsabile dell’azione clinica osservata.
Partendo da questi presupposti si è deciso di sviluppare una metodologia che consenta la ricostituzione dell’estratto dopo multi-frazionamento estrattivo. Grazie a questa metodologia si ottimizza l’estrazione delle singole frazioni chimiche e, di conseguenza, la capacità estrattiva totale. Il multi-frazionamento eseguito sulla radice di ginseng ha dimostrato come, almeno sull’animale, la preparazione potenzi l’azione adattogena descritta per le preparazioni di ginseng convenzionale e titolate al 12% in ginsenosidi (Spettofotometrico). Nuovi studi, clinici, sono ora in corso per verificare l’effetto del multi-frazionamento estrattivo sulla radice di echinacea.
Some medicinal plant (or edible plant) extracts show a strong correlation between a determined chemical fraction and corresponding clinical activity. This is true for instance for OPC from Vitis vinifera, for PAC from Vaccinium macrocarpon, for Boswellic acid from Boswellia serrata and so on.
However, for other extracts commonly used in phytotherapy, the same correlation cannot be so clearly made (devil’s claw, echinacea, valerian, and so on).
For these extracts commonly used in phytotherapy, the action tends to be attributed to the so-called phytocomplex, or rather to the whole mixture of fractions responsible for the final activity of the product.
Starting from this premise we have developed a methodology that allows a reconstitution of the extract after the multi-fractioning process. Due to this method we have optimized the extraction process for every single chemical fraction, and thus, total extraction capability. Multi-fractioning performed on ginseng root has shown how, at least on animals, the preparation empowers adaptogenic activity described for conventional ginseng preparations with 7% ginsenosides (HPLC).
New clinical trials are now ongoing to assess the outcome of a multi-fractioning method on echinacea root.
Resveratrolo
Aggiornamento sull’attività biologica e evidenze cliniche
Francesco Francini Pesenti, Silvia Pietrobon
Il resveratrolo è uno stilbene contenuto nell’uva e in altri vegetali. La sua notorietà è dovuta al ‘paradosso francese’, anche se l’effetto di prevenzione cardiovascolare va attribuito all’insieme dei polifenoli del vino piuttosto che a una singola molecola. Numerosi studi in vitro e sull’animale hanno messo in luce le potenzialità di questa sostanza nella prevenzione e nella terapia delle più importanti patologie degenerative, quali obesità, diabete, infiammazione, osteoporosi, malattie cardiovascolari, alcune malattie neurologiche e cancro. Il resveratrolo potrebbe anche rallentare i processi di invecchiamento grazie all’attivazione deI gene SIRT-1. L’esiguità dei dati finora disponibili nell’uomo non consentono conclusioni supportate da una sufficiente evidenza, ma numerosi trial clinici sono in corso.
La sostanza, per le sue numerose proprietà e per la notevole sicurezza finora dimostrata, si presta ad essere impiegata negli integratori alimentari, soprattutto se saranno messe a punto formulazioni adeguate a migliorarne la problematica biodisponibilità.
Resveratrol is a stilbenoid contained in grapes and other plants. Its fame is due to the ‘French paradox’, although the effect of cardiovascular prevention can be attributed to all the polyphenols in wine rather than to a single molecule. Numerous studies in vitro and in animals have highlighted the potential of this drug in the prevention and treatment of major degenerative diseases such as obesity, diabetes, inflammation, osteoporosis, cardiovascular diseases, various neurological diseases and cancer. Resveratrol may also slow the aging process through activation of the SIRT-1 gene.
The limited data available so far in humans do not allow conclusions supported by sufficient evidence, although several clinical trials are underway.
Its many properties and the remarkable safety so far shown make the substance suitable for use in food supplements, especially if appropriate formulations are developed to improve the bioavailability problem.