Editoriale
Meta-analisi – T. Mennini
Articoli
– Lactobacillus kefiri LKF01 (DSM32079) – Colonizzazione intestinale e modificazione del microbiota in individui sani – M. Toscano, R. De Grandi, VL. Miniello, R. Mattina, L. Drago
– Associazione di estratto secco di Cranberry, D-mannosio, Lactobacillus plantarum LP01 e Lactobacillus paracasei LPC09 – Efficacia in donne affette da cistite acuta non complicata – L. Mogna, G. Mogna, F. Vicariotto
– L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020 e B. lactis BL050 – Complesso probiotico orale per la salute della donna – M. Boccarusso
– Lactobacillus reuteri DSMZ17648 tindalizzato – Nuovo approccio a supporto del trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori – L. Caimi
– α-Galattoligosaccaridi di origine vegetale – Fibre prebiotiche per il controllo dell’appetito – F. Zerilli
Il latte di cammella, da antica pratica etnomedica a moderna nutraceutica 4. Effetti antivirali contro HCV e HBV – D. Barone
Rubriche
Letteratura scientifica – D. Barone
Nanotech – C. Micheletti, E. Meneghetti, E. Tedesco, I. Olivato, M. Roman, M. Zanella, F. Benetti
Sentenze e approfondimenti normativi – A. Antonelli
Beauty from within – G. Gavarini
Piante e derivati botanici – P. Morazzoni, A. Riva
Ingredienti e Prodotti: Fagron HA (Fagron Italia) • MenaQ7® (Nattopharma e LCM Trading) • Ovomet®/Ovoderm® (Acef) • Flavoenol® (FlaNat) • Peabrolin DOL® (PromoPharma)
Prodotti in vetrina – M. Zorzetto
Mercato – QuintilesIMS Italia
Press Release
Pubbliredazionale – Capsugel • Phardis • Silvano Chiapparoli Logistica
Associazioni – FederSalus • AIIPA
Intervista – Antonino Santoro
Appuntamenti – Convegni, Fiere, Agenda
Lactobacillus kefiri LKF01 (DSM32079)
Colonizzazione intestinale e modificazione del microbiota in individui sani
Marco Toscano, Roberta De Grandi, Vito Leonardo Miniello, Roberto Mattina, Lorenzo Drago
Si è osservato che i probiotici possono influenzare positivamente la salute dell’ospite, ma ad oggi esistono pochi dati circa la capacità dei probiotici di modificare la composizione del microbiota intestinale. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare la capacità del Lactobacillus kefiri LKF01 di colonizzare l’ambiente intestinale di soggetti sani e di modificare la composizione della flora intestinale. 20 volontari italiani sani sono stati randomizzati in gruppi pre-prandiale e post-prandiale. I cambiamenti della composizione del microbiota intestinale sono stati rilevati utilizzando la tecnologia Next Generation Sequencing (Ion Torrent Personal Genome Machine). L. kefiri è stato ritrovato nelle feci di tutti i volontari dopo un mese di somministrazione del probiotico, mentre è stato rilevato in tre soggetti del gruppo pre-prandiale e in due soggetti del gruppo post-prandiale dopo un mese dalla fine della somministrazione del probiotico. Dopo un mese di assunzione orale del probiotico abbiamo osservato una riduzione di Bilophila spp., Butyricicomonas spp., Flavonifractor spp., Oscillibacter spp. e Prevotella spp. Dopo la fine dell’assunzione del probiotico, Bacteroides spp., Barnesiella spp., Butyricicomonas spp., Clostridium spp., Haemophilus spp., Oscillibacter spp., Salmonella spp., Streptococcus spp., Subdoligranolum spp. e Veillonella spp. sono stati osservati notevolmente ridotti rispetto al campione base. In conclusione L. kefiri LKF01 ha dimostrato una forte capacità di modulare la composizione del microbiota intestinale portando ad una significativa riduzione di diversi generi batterici direttamente coinvolti nell’insorgenza di processi pro-infiammatori e patologie gastrointestinali.
Lactobacillus kefiri LKF01 (DSM32079)
Ability to colonize the intestinal environment and modify the gut microbiota composition of healthy individuals
Probiotics have been observed to positively influence the host’s health, but to date few data about the ability of probiotics to modify the gut microbiota composition exist. The aim of this study was to evaluate the ability of Lactobacillus kefiri LKF01 DSM32079 (LKEF) to colonize the intestinal environment of healthy subjects and modify the gut microbiota composition. Twenty Italian healthy volunteers were randomized in pre-prandial and post-prandial groups. Changes in the gut microbiota composition were detected by using a Next Generation Sequencing technology (Ion Torrent Personal Genome Machine). L. kefiri was recovered in the feces of all volunteers after one month of probiotic administration, while it was detected only in three subjects belonging to the pre-prandial group and in two subjects belonging to the post-prandial group one month after the end of probiotic consumption. After one month of probiotic oral intake we observed a reduction of Bilophila, Butyricicomonas, Flavonifractor, Oscillibacter and Prevotella. Interestingly, after the end of probiotic administration Bacteroides, Barnesiella, Butyricicomonas, Clostridium, Haemophilus, Oscillibacter, Salmonella, Streptococcus, Subdoligranolum, and Veillonella were significantly reduced if compared to baseline samples. In conclusion L. kefiri LKF01 showed a strong ability to modulate the gut microbiota composition, leading to a significant reduction of several bacterial genera directly involved in the onset of pro-inflammatory response and gastrointestinal diseases.
Associazione di estratto secco di Cranberry, D-mannosio, Lactobacillus plantarum LP01 e Lactobacillus paracasei LPC09
Efficacia in donne affette da cistite acuta non complicata
Luca Mogna, Giovanni Mogna, Franco Vicariotto
Background. Le infezioni del tratto urinario (ITU) sono l’infezione batterica più comune nelle donne, con circa il 50% di esse che sperimenta almeno un episodio di ITU nella propria vita. La maggior parte delle infezioni del tratto urinario sono la cistite acuta non complicata causata da E. coli (86%), un batterio Gram-negativo che è la principale fonte di infezioni domestiche e ospedaliere. Anche se la cistite acuta non complicata non può essere considerata una condizione grave, la qualità di vita dei pazienti è spesso molto influenzata. Come alternativa o in aggiunta ai trattamenti tradizionali, ci sono alcuni ingredienti naturali con una riconosciuta efficacia nel contrastare l’insorgenza, la persistenza o la propagazione di una ITU causata da E. coli. Questo studio è stato intrapreso prima per selezionare almeno un microrganismo con una marcata attività in vitro contro Escherichia coli, nonché altri batteri benefici in grado di degradare direttamente gli ossalati, utilizzandoli come fonte di carbonio. In una seconda fase, lo studio ha valutato l’efficacia di un’associazione di un estratto di mirtillo rosso (Cranberry), D-mannosio, un complesso gelificante composto da esopolisaccaridi (EPS) prodotti da Streptococcus thermophilus ST10 (DSM 25246) e da gomma di tara, nonché i 2 microrganismi selezionati Lactobacillus plantarum LP01 (LMG P-21021) e Lactobacillus paracasei LPC09 (DSM 24243), in donne affette da cistite acuta non complicata.
Materiali e metodi. è stato condotto uno screening in vitro di alcuni ceppi di lattobacilli e bifidobatteri allo scopo di selezionare microrganismi con una spiccata azione di barriera contro potenziali microbi patogeni Gram-negativi, con particolare riferimento alla specie Escherichia coli, il cui ruolo importante nella cistite è stato ben dimostrato. Oltre ai 4 ceppi di E. coli provenienti dalla ATCC (American Type Culture Collection), l’azione di barriera è stata quantificata anche contro il sierotipo enteroemorragico O157:H7, in grado di secernere una o più tossine Shiga, e Klebsiella spp., da sola o in associazione con E. coli. In un secondo studio in vitro, l’attività di degradazione degli ossalati da parte di 13 lattobacilli e 5 bifidobatteri è stata quantificata utilizzando un nuovo metodo di cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) dopo la crescita in un brodo di coltura addizionato con 10 mM di ossalato di ammonio. Gli esperimenti sono stati ripetuti tre volte. Oxalobacter formigenes (DSM 4420) è stato utilizzato come riferimento positivo per convalidare il metodo HPLC utilizzato. Uno studio in vivo pilota e prospettico ha valutato l’efficacia dell’associazione di mirtillo rosso americano (Cranberry), D-mannosio, un complesso gelificante, nonché i 2 microrganismi selezionati, in 33 donne in pre-menopausa e non gravide, con diagnosi di cistite acuta non complicata. La concentrazione urinaria di nitriti e dell’enzima esterasi leucocitaria è stata utilizzata come indicatore di cistite, con l’analisi effettuata all’arruolamento, dopo 30 e 60 giorni, e dopo un mese di follow-up. I sintomi tipici delle infezioni del tratto urinario, vale a dire la disuria, il frequente svuotamento di piccoli volumi, l’urgenza urinaria, il dolore sovrapubico e l’ematuria sono stati valutati ad ogni visita e registrati con un punteggio da 0 a 3.
Risultati. Alla fine della ricerca in vitro, il microrganismo Lactobacillus plantarum LP01 menzionato sopra è stato selezionato positivamente grazie alla sua capacità di stabilire un effetto barriera sia contro E. coli che Klebsiella. I lattobacilli hanno dimostrato di essere più efficaci dei bifidobatteri nella degradazione degli ossalati. L. paracasei LPC09 ha fornito il miglior risultato in quanto il 68,5% dell’ossalato di ammonio è stato convertito al termine dell’incubazione. Il tasso di conversione relativamente basso osservato per la maggior parte dei bifidobatteri è probabilmente da attribuire alla tossicità intrinseca degli ossalati rispetto a questo genere microbico. Nello studio in vivo risultati positivi per la presenza di nitriti ed esterasi leucocitaria sono stati trovati in 14 e 20 soggetti dopo 30 giorni e in 9 e 14 donne dopo 60 giorni, rispettivamente (p<0,001). Al termine del periodo di follow-up risultati positivi per nitriti ed esterasi leucocitaria sono stati registrati in solo 4 e 3 su 24 e 19 soggetti (16,7%, p=0,103; 15,8%, p=0,325, rispettivamente) con esito negativo dopo 60 giorni. I sintomi tipici della cistite, specificamente disuria, minzione frequente, urgenza e dolore sovrapubico sono risultati significativamente migliorati. Nessuna differenza significativa è, invece, stata registrata in termini di incidenza e di gravità dell’ematuria ad ogni visita.
Conclusioni. Lo studio sulle donne ha suggerito la capacità a medio termine di un’associazione di mirtillo rosso americano, D-mannosio, un innovativo complesso gelificante e dei 2 microrganismi testati di migliorare significativamente i sintomi sgradevoli riportati da donne con cistite acuta. Saranno, comunque, necessari studi futuri per approfondire la possibile utilità di questa nuova associazione di ingredienti naturali nella riduzione dei sintomi associati alle ITU e nella prevenzione a lungo termine di possibili recidive.
L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020 e B. lactis BL050
Complesso probiotico orale per la salute della donna
Marco Boccarusso
Attraverso uno studio clinico condotto su 40 donne in premenopausa è stato dimostrato che, grazie all’assunzione orale di 3 miliardi di probiotici vivi al giorno, contenuti in una singola dose di prodotto, è possibile modulare la composizione del microbiota vaginale reintegrandolo, già dopo una settimana di trattamento, con le specie benefiche assunte. Si tratta dei ceppi L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020 e B. lactis BL050 selezionati per le loro proprietà antimicrobiche e immunomodulanti. Tali proprietà, intrinseche ai singoli ceppi, sono state confermate anche in seguito alla loro combinazione in un’unica formula. Inoltre è stato dimostrato che tale modulazione positiva è stabile per oltre una settimana dopo l’interruzione del trattamento, a evidenziare l’abilità dei tre ceppi di colonizzare l’epitelio vaginale anche quando introdotti per via orale. Questi dati supportano la scelta del complesso probiotico descritto nella prevenzione e nel trattamento complementare delle infezioni del tratto urogenitale femminile e in generale dei disturbi intimi della donna.
L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020 and B. lactis BL050
Oral probiotic complex for women’s health
Daily consumption of 3 billion live probiotics, contained in a single dose of innovative probiotic complex, is effective in modulating the vaginal microbiota composition. The reintegration of the orally intake species in the vaginal environment was asserted through a preclinical trial on 40 premenopausal women. This happens already in the first week of treatment. The administered strains L. plantarum PBS067, L. rhamnosus LRH020 e B. lactis BL050 were selected for their antimicrobial and immunomodulatory properties, useful for the maintenance of women’s intimate health.
These intrinsic properties, showed by each strain individually, were also confirmed by their combination in a synergistic formula. In addition, it has been proved that this positive modulation is stable for over a week after washout. It has been highlighted the ability of these three strains to colonize the vaginal epithelium when introduced orally. These data support the choice of the complex probiotic product in the prevention and in the complementary treatment of female urogenital infections and more generally in improving the intimate well-being.
Lactobacillus reuteri DSMZ17648 tindalizzato
Nuovo approccio a supporto del trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori
Laura Caimi
La presenza di Helicobacter pylori è un problema che affligge circa il 50% della popolazione mondiale. L’infezione si rivela asintomatica nella maggior parte dei casi, ma nel 10-20% degli individui positivi al batterio, talvolta si possono sviluppare disturbi anche gravi quali gastrite, ulcere gastriche o duodenali fino ad evolvere, nei casi più gravi, in tumori dell’apparato gastrointestinale.
Ad oggi, rigorosi protocolli terapeutici forniscono l’unica possibilità di eradicazione di questo batterio. La terapia consiste in associazione di antibiotici, di inibitori della pompa protonica spesso insieme a sali di bismuto (triplice e quadruplice terapia). Tali terapie sono spesso associate a importanti effetti collaterali, tra cui il più importante è rappresentato dall’antibiotico-resistenza, fenomeno dovuto anche ad un sempre crescente utilizzo non appropriato di antibiotici.
Inoltre, la popolazione positiva alla presenza di Helicobacter pylori ma con effetti clinici lievi, spesso non accetta una terapia antibiotica a causa proprio degli effetti collaterali.
Questo “gap terapeutico” ha fatto sì che la ricerca vagliasse possibilità diverse per affrontare questo insidioso ospite.
Il presente articolo illustra gli effetti dell’utilizzo di un ceppo di Lactobacillus reuteri (DSMZ17648) tindalizzato quale supporto alle terapie standard di eradicazione dell’Helicobacter pylori, attraverso un interessante meccanismo di co-aggregazione specifico tra le superfici batteriche, limitando in modo importante gli effetti collaterali che normalmente si sviluppano con le terapie standard.
In seguito a questa co-aggregazione specifica, il Lactobacillus reuteri DSMZ17648 tindalizzato maschera i siti di adesione dell’Helicobacter pylori, impedendone l’annidamento nella mucosa gastrica, passaggio necessario allo sviluppo della patogenicità del batterio.
α-Galattoligosaccaridi di origine vegetale
Fibre prebiotiche per il controllo dell’appetito
Francesco Zerilli
Gli α-Galattoligosaccaridi (α-GOS) sono una fibra solubile innovativa ottenuta dai piselli, costituita da unità saccaridiche connesse da legami α e che si differenzia dai GOS tradizionali per l’origine vegetale e per l’assenza di allergeni del latte. Questo ingrediente, il cui processo di produzione è brevettato, è stato valutato in studi pre-clinici e clinici sia per il potenziale bifidogenico, sia per un altro effetto salutistico, ovvero la capacità di indurre sensazione di sazietà attraverso meccanismi diversi da quelli caratteristici delle fibre insolubili. Il quadro emergente è di un prodotto sicuro, dal chiaro carattere prebiotico e con interessanti prospettive nell’ambito del controllo dell’appetito e del weight management.
α-Galactoligosaccharides from vegetable origin
Prebiotic fibres for appetite control
α-Galactooligosaccharides (α-GOS) are an innovative soluble fibre derived from peas consisting of mono-saccharides moieties linked by α bonds, that differ from traditional GOS for their vegetable origin and for the absence of milk allergens. This ingredient, whose production process is patented, has been evaluated both in pre-clinical tests and clinical trials either for bifidogenic potential and for a different health benefit, that is the ability to induce satiety feeling, through mechanisms different from those typical of insoluble fibers. The emerging scenario is of a safe product, with clear prebiotic characteristics and with interesting perspectives in the areas of appetite control and weight management.
Il latte di cammella, da antica pratica etnomedica a moderna
4. Effetti antivirali contro HCV e HBV
Domenico Barone
L’articolo è una breve review delle basi scientifiche circa gli effetti curativi e i meccanismi d’azione del potenziale anti-HCV degli anticorpi policlonali presenti nel latte di cammella (LC) e sul confronto dell’attività anti-HCV delle lattoferrine di cammello, umana, vaccina e di pecora. Altri argomenti trattati sono lo screening dell’attività anti-HCV della lattoferrina del LC e dei suoi lobi N e C, la produzione di lattoferricina ricombinante in Pichia pastoris, l’efficacia del LC sulla funzionalità epatica e sui parametri ematici di pazienti affetti da epatite C cronica, la risposta immunologica e gli effetti sulla nefropatia diabetica in pazienti HBV cronici. Infine, si illustrerà il protocollo di un trial clinico di Fase 2 per la valutazione, tramite marker di laboratorio, degli effetti adiuvanti/curativi del LC in associazione con classici agenti terapeutici usati nella cura dell’epatite cronica C (PegIFNα-2a e ribavirina).