LETTERATURA

L. Giovannelli*,
A. Picco**

*Dipartimento di Scienze del Farmaco, UPO Ricercatore e Principal Scientist di APTSol Srl

**Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università del Piemonte Orientale

Potenzialità cosmetiche degli scarti agroalimentari e ittici

Sono sempre più numerose le aziende attente alle tematiche riguardanti lo sviluppo e la produzione di cosmetici a ridotto impatto ambientale. In linea con i principi della green beauty, è vivo l’interesse verso l’impiego di matrici derivanti dall’industria agroalimentare che sono considerati rifiuti ma che possono, invece, essere valorizzati in diversi ambiti, come quello nutraceutico e cosmetico (1). Ogni anno nelle diverse fasi della filiera alimentare viene generato quasi un miliardo di tonnellate di rifiuti. Il 40% circa di questi rifiuti deriva dalla lavorazione degli alimenti e viene considerato “inevitabile”. Si tratta per lo più di residui organici rappresentati essenzialmente da scarti di origine vegetale, come le bucce o le sanse di frutta e verdura, granaglie e crusca di cereali e rifiuti di origine animale che non hanno alcun valore economico per l’azienda produttrice, essendo quindi destinati a essere trattati secondo il modello di economia lineare. Una gestione efficiente dei rifiuti alimentari e la possibilità di convertirli in sottoprodotti spesso con valore di mercato potrebbero influenzare notevolmente i “tre pilastri della sostenibilità”: sociale, economico e ambientale (2). Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, firmata nel 2015, l’SDG12 (Consumo e Produzione responsabili) e i suoi traguardi sono diventati una sfida importante considerato che i quantitativi di rifiuti alimentari industriali nel mondo continuano ad aumentare. L’obiettivo principale dell’SDG12, cioè il dimezzamento entro il 2030 degli sprechi e delle perdite alimentari a livello mondiale, contribuisce anche ad altri SDG, tra cui l’SDG13 (Agire per il Clima), SDG2 (Sconfiggere la Fame), SDG6 (Acqua pulita e Igiene) e SDG15 (La vita sulla Terra). L’applicazione del concetto di economia circolare all’industria alimentare può quindi portare a benefici dal punto di vista ambientale ed economico ma anche a livello di innovazione. La recente letteratura scientifica è infatti ricca di studi relativi all’upcycling di sottoprodotti derivanti da diversi settori dell’industria alimentare che possono appartenere sia al mondo vegetale sia a quello animale, e alla loro conversione in materie prime funzionali e tecniche adatte a essere formulate in prodotti cosmetici (3,4). […] 


L’approfondimento dedicato alla letteratura scientifica contiene, in forma speciale, due contenuti di studentesse di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale 

Valorizzazione di sottoprodotti di origine vegetale – a cura di Y. Jaouhari

Nanomateriali farmaceutici, biomedici e cosmetici – Manufacturing & Qualitya cura di G. Diana

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Potenzialità cosmetiche degli scarti agroalimentari e ittici
Figura 1

Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)